SEI DOMANDE PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA

Pescara, 5 febbraio 2024. Ne è passata parecchia di acqua sotto i ponti dalla nostra conferenza stampa del 16 novembre scorso in cui abbiamo illustrato la situazione, a dir poco imbarazzante, prodotta dalla mancata nomina, ormai da oltre 12 anni, del Direttore dell’Ente Parco Nazionale della Majella, causata dagli organismi direttivi del parco.

In questi mesi abbiamo registrato sull’argomento dichiarazioni di diversi amministratori e politici, articoli di stampa, osservazioni puntuali di altri soggetti e un circostanziato “Atto di Sindacato Ispettivo” del Senato della Repubblica Italiana pubblicato il 30 novembre 2023 a cura dei senatori Di Girolamo, Sironi, Marton e altri. Insomma, non vi è alcun dubbio che abbiamo fatto centro nel denunciare un sistema di gestione dei beni comuni molto discutibile e nell’aver posto all’attenzione di tutti il tema importantissimo dei parchi abruzzesi.

Ebbene, nonostante le bocciature del Ministero, del TAR Abruzzo, le censure, le cause perse, gli esposti alla Corte dei conti e al Tribunale, le varie richieste di commissariamento e quant’altro, l’Ente Parco della Majella non ha modificato di una virgola la sua strategia amministrativa e continua a seguire imperterrito una strada che danneggia gravemente il parco e la comunità abruzzese. Di più, a seguito della pubblicazione del verbale del Consiglio Direttivo del 19 dicembre scorso, abbiamo appreso che il Parco ha nuovamente disatteso la richiesta del Ministero di designare, entro 15 giorni, i nominativi dei tre candidati idonei a alla carica di direttore.

Perché siano ancora più chiari, a noi e a tutti, i termini della questione, abbiamo stilato sei domande alle quali ci piacerebbe che gli organismi direttivi del Parco della Majella rispondessero pubblicamente, in maniera chiara e senza fantasiose divagazioni. Eccole:

La nomina dei Direttori degli Enti Parco Nazionali è disciplinata dall’art. 9, comma 11, della legge 394/91, ai sensi del quale: “Il Direttore del Parco è nominato, con decreto, dal Ministro dell’Ambiente, scelto in una rosa di tre candidati proposta dal consiglio direttivo tra soggetti iscritti ad un albo di idonei all’esercizio dell’attività di direttore di parco istituito presso il Ministero dell’Ambiente, che non ha scadenza, al quale si accede mediante procedura concorsuale per titoli”. Perché Presidenti e Consigli Direttivi dell’ente Parco si ostinano da 12 anni ad eludere la legge, contro due sentenze del Tar Abruzzo e provvedimenti del Ministero vigilante, arrogandosi un diritto inesistente: quello di attribuire arbitrariamente patenti di non idoneità a candidati idonei? E perché si ostinano a parlare di graduatorie scadute come se si trattasse di un concorso espletato, quando invece si tratta di un semplice elenco di nomi di idonei da cui attingere? 

Sulla base di quale criterio l’Ente Parco, per ben due volte (2018 e 2023) ha inserito, nella terna proposta al Ministro dell’Ambiente, soggetti non idonei a ricoprire il ruolo di direttore? In particolare, per quale motivo, nell’ultima terna proposta, pure conoscendo l’età anagrafica dei candidati, ne ha designati due che avevano superato l’età pensionabile da tempo?

Perché l’Ente Parco, nella terna del 2018 ha designato un candidato, mentre in quella successiva del 2023 lo stesso candidato è stato inspiegabilmente ritenuto non idoneo?

Chi ha pagato i costi sostenuti per remunerare gli avvocati del libero foro incaricati di seguire le cause temerarie intentate dall’Ente Parco della Majella per non avere voluto nominare uno degli idonei che partecipano alla selezione? Chi pagherà l’indennizzo per i danni subiti, richiesti dal candidato che ha citato in giudizio l’Ente davanti al TAR Abruzzo, vincendo la causa?

In più occasioni il Ministero dell’Ambiente e quello dell’Economia e Finanze hanno ribadito che, nelle more dell’iter di nomina dei direttori dei Parchi, considerato che tale procedura dovrebbe svolgersi in tempi ristretti, gli Enti possono nominare direttore facente funzione, a rotazione, funzionari con contratto a tempo indeterminato, responsabili di Area e titolari di posizione organizzativa, per un periodo massimo di un anno, senza oneri per l’Ente Parco, così da impedire l’instaurarsi di un rapporto di lavoro continuativo ed esclusivo con i relativi oneri aggiuntivi.  Perché per 12 anni l’Ente Parco ha affidato l’incarico di direttore facente funzione, senza alcuna scadenza e rotazione, a soggetti non rientranti in questo principio categorico?

Chi pagherà le somme che sarà necessario versare per compensare la differenza fra l’attuale retribuzione e quella di Direttore di Parco, all’attuale facente funzione in carica, che ricopre questo ruolo in maniera continuativa ed esclusiva dal novembre 2018 ad oggi?

Attendiamo fiduciosi le risposte.

USB Pubblico Impiego

Federazione Abruzzo e Molise