Lettera al Sindaco di Pescara, all’Assessore al Verde, all’Assessore ai Lavori Pubblici
Pescara, 27 febbraio 2024. In attesa delle risposte al question time del cittadino, previste per giovedì 28 febbraio, circa l’adozione del Codice degli appalti per le opere di gestione del verde pubblico (GPP), e conseguentemente dei relativi “criteri ambientali minimi” (CAM) come previsto dalla normativa vigente (il Decreto CAM è del 2020), appaiono evidenti i lavori di “Rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nei comparti 4 /5 della Pineta Dannunziana di Pescara” (così recita il cartello di cantiere affisso al recinto della Riserva Dannunziana).
Il materiale legnoso è stato per adesso accuratamente accatastato in un’area adiacente, opportunamente recintata, in attesa di essere evidentemente trasportato in altra sede e successivamente trattato.
Chi scrive non ha avuto modo di visionare il relativo progetto definitivo-esecutivo; pertanto, non è a conoscenza del dettaglio relativo alla destinazione d’uso di detto materiale. In verità gli organi di informazione avevano reso nota una dichiarazione di consulenti che, sottolineando lo scarso valore del materiale, ne suggerivano l’utilizzo per finalità energetiche. Ecco, “scarso valore” rimanda ad una interpretazione decisamente produttivistica del patrimonio in esame, che invece costituisce una preziosa riserva di CO2 stoccata all’interno delle fibre legnose grazie ad un processo di fotosintesi durato decenni e che non andrebbe mandato in fumo in pochi giorni, soprattutto quando viene chiesto a tutti di produrre meno CO2.
Ma a leggere i CAM, che suppongo siano stato adottati all’interno dell’appalto, non dovrebbero esserci dubbi (Allegato A: punto 8: Reimpiego di materiali organici residuali): il materiale di risulta di detta operazione di “rimozione” dovrebbe essere destinato a “compostaggio”, in loco ovvero presso aziende di riferimento operativo, come piattaforme di compostaggio, dotate di cippatrici in grado di ridurre la pezzatura del materiale e destinarlo a processi di compostaggio verde e produzione del relativo ammendante (ACV), ovvero utilizzarlo come strutturante in processi dei produzione di ammendante compostato misto (ACM). Diversamente deve essere recuperato in microfiliere per la realizzazione di arredi. I CAM sono chiari: il materiale in esame non può avere destinazione d’uso energetica, ovvero non può essere utilizzato per produrre energia, ma solo materia: cioè compost! Questa opzione deve essere stata già evidenziata nel progetto di appalto per cui facilmente rendicontabile.
Come dovrebbe essere evidente, perché anch’esso è previsto dai CAM, il relativo piano della comunicazione (Allegato A, punto 6. Piano della comunicazione): “L’aggiudicatario deve proporre e condividere con l’amministrazione un piano di comunicazione avente lo scopo di promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini e dei vari portatori di interesse e di garantire la corretta informazione dei cittadini e degli operatori in caso di richieste specifiche al fine di migliorare la valorizzazione delle aree verdi gestite”.
L’ente appaltante, l’Ente locale, effettua in tal senso una “Verifica”: “proposta di piano di comunicazione nel quale siano definiti gli argomenti che si intendono comunicare e le attività di comunicazione con i relativi tempi, modalità e costi di realizzazione, mirati a garantire la condivisione con i cittadini e i vari portatori di interesse delle informazioni sugli interventi previsti favorendo la costruzione del senso di appartenenza al territorio”.
Ecco, tutto questo non si è ancora visto, né credo abbia ad oggi corredato, per quanto noto, le procedure messe in atto per la gestione del verde dalla data di pubblicazione dei CAM (DECRETO 10 marzo 2020) sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 4/4/2020.
Ma sono certo che le risposte al question time chiariranno tutti i miei dubbi.
Giancarlo Odoardi
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