Quando la Costituzione è il grande “problema” di un Governo non si tratta di un semplice raffreddore ma di una bronchite che si sta cronicizzando.
di Rocco D’Ambrosio
Globalist.it, 28 Febbraio 2024. L’uso dei manganelli, nella maggior parte dei casi, non è una manifestazione di ordine, ma semplicemente una manifestazione di forza che, fatta salva la legittima difesa, è sempre segno di una cultura politica che ha smesso di ragionare e dialogare, ma crede di “mantenere” l’ordine con manganelli e strumenti simili, cioè con la forza illegittima. Le responsabilità delle forze dell’ordine sono ascrivibili a chi, come singolo o responsabile di forze locali, compie abusi, per cui deve essere perseguito e punito; le responsabilità del Governo, invece, sono da riferirsi alla catena di comando e a quelle culturali.
In ogni Paese democratico che si rispetti il Governo ha il compito di indicare chiaramente linee di intervento ineccepibili dal punto di vista costituzionale ed etico, democratiche e lontane da qualsiasi forma di fascismo o neofascismo, aperte al dialogo, lontani da forme di machismo, attenti a prevenire infiltrazioni di facinorosi nelle manifestazioni pubbliche. Troppo semplice dire è colpa della Polizia o di altre forze preposte. Le forze dell’ordine obbediscono agli ordini e alle strategie adottate dal Governo.
Il deficit culturale sembra riguardare il rapporto ordine-giustizia. All’interno di ogni istituzione, ordine e giustizia sono strettamente interdipendenti e interconnessi. La prassi politica ha purtroppo fuorviato la ricerca quando ha connotato partiticamente i temi dell’ordine e della giustizia. Per molti, ieri come ancora oggi, la “giustizia è a sinistra, l’ordine a destra”, come ricordava Mounier negli anni Trenta, lamentandosi di questa “verità approssimativa”. La riduzione partitica del tema fa dimenticare completamente come l’ordine realizza il bene nella misura in cui è giusto e, dall’altra parte, è giusto tutto ciò che è secondo un ordine. Alla stessa maniera l’ordine che realizza il male è disordine (Agostino lo chiamerebbe “grande latrocinio”) e la giustizia che non segue un ordine è una falsa giustizia, cioè un’ingiustizia. La sintesi di tutto ciò è nella Costituzione che presenta un ordine, quello democratico repubblicano e si ancora a un’idea forte di giustizia e pone in dialogo e mutuo aiuto i due pilastri etici.
Ma è proprio la Costituzione il grande “problema” di questo Governo. A volte citata, ma molto spesso maltrattata e tradita: disprezzo e rifiuto dei migranti; occupazione dei mezzi di comunicazione; libertà di espressione compromessa; parlamento mortificato dall’esecutivo; tentativo di spaccare l’Italia, in risorse e servizi, con l’autonomia differenziata; premierato che non corrisponde allo spirito e alla lettera della Costituzione; adesione non piena alle direttive comunitarie europee; scarsa incisività in tema ambientale; ambiguità di giudizio su eventi e culture politiche antidemocratiche (neo fascismi e populismi); mancato rispetto della laicità dello stato; tolleranza verso gruppi eversivi (si pensi a molti settori del tifo calcistico); gestione clientelare e familistica di progetti governativi; scelte economiche neoliberiste e poco solidali, per citare i maggiori.
Ma quando la Costituzione è il grande “problema” di un Governo non si tratta di un semplice raffreddore ma di una bronchite che si sta cronicizzando.
Altre Notizie
ULTIMI BATTITI [PER LA SCELTA]
UN TEMPO SPECIALE [MA NON TROPPO]
IL NATALE È ACCOGLIENZA E VOGLIA DI GIUSTIZIA