Ultimo appuntamento del contemporaneo
Lanciano, 9 aprile 2024. Un viaggio contro lo spreco alimentare che proseguirà ad Atessa, Casoli, Guardiagrele, Casalbordino e Palmoli. Si è conclusa con un tutto esaurito per lo spettacolo Spreco, in scena sabato scorso 6 aprile, al Teatro Fenaroli di Lanciano, la fortunata stagione 2023/2024 del Teatro Contemporaneo, diretta dagli attori e registi Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino, e promossa dal Comune.
La pièce teatrale, sorprendente, profonda, a tratti comica e graffiante, prodotta dal Teatro del Sangro in collaborazione con Ecolan spa, ha visto protagonisti Autilia Ranieri e Angelucci Marino, insieme a undici giovani allievi del Teatro Studio di Treglio, impegnati sul palco per lanciare un messaggio stentoreo e privo di false retoriche contro lo spreco alimentare.
L’intento, come ha ricordato anche la regista Rossella Gesini, è quello di comprendere che il non sprecare non vuol dire solo non sciupare inutilmente risorse e prodotti ma implica anche un cambiamento di mentalità, del modo in cui ci si approccia al mondo e all’esistenza: una filosofia di vita nuova che deve condurre verso la consapevolezza che il cibo è vita e che sprecarlo è similitudine di buttare via anche le cose più belle, utili e preziose che sono dentro di noi.
Un vivo apprezzamento al lavoro di Gesini e di Angelucci Marino è emerso anche dalle parole del presidente della Ecolan, Massimo Ranieri, e da quelle dell’assessore Tonia Paolucci che ha dichiarato: «Spreco ci porta a riflettere sulle nostre scelte quotidiane e sullo spreco alimentare che purtroppo affligge il nostro pianeta. Un racconto che ci fa capire quanto sia importante ogni singolo gesto, ogni singolo comportamento per combattere lo spreco alimentare».
Spreco vince la sfida di parlare soprattutto ai più giovani attraverso il linguaggio dei giovani e proseguirà il suo viaggio, da oggi, 8 aprile, fino al 12, ad Atessa, a Casoli, a Guardiagrele a Casalbordino e a Palmoli, per incontrare studenti e insegnanti, seguendo un proposito che, più che didattico o didascalico, è culturale.
La ricetta del successo del Contemporaneo di quest’anno, nella sua multiforme e variegata proposta, sta proprio nel non aver mai rinunciato alla qualità degli spettacoli e all’eccellenza degli interpreti: l’arte, il teatro non si assoggettano a nessun tema, ma sono i grandi temi a essere al servizio del teatro. In questa linea programmatica – stendardo del Teatro Studio – che ha l’eccellenza come conditio sine qua non, la bellezza e la forza del teatro rimangono intatte. Davvero, allora, l’arte può dirsi salva e, al contempo, ci salva.
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