RESTAURARE L’EX RETTORATO

Conservare un pezzo di storia dell’Università D’Annunzio

Pescara, 19 aprile 2024. Si apprende dalla stampa locale che l’Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara ha deciso di abbattere entro breve termine l’edificio che ospitava l’ex Rettorato, realizzato tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

La costruzione del fabbricato fu il primo passo per la realizzazione della città universitaria a Madonna delle Piane di Chieti Scalo, all’interno di una ipotesi generale di assetto di cui voleva rappresentare un caposaldo. Il suo progetto è a firma dello Studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers), costituito da professionisti che hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della cultura architettonica italiana del dopoguerra.

La decisione è stata annunciata dal Rettore e presa dal Consiglio d’ Amministrazione dell’Università a seguito di problemi strutturali e di una parziale inagibilità del fabbricato. Al suo posto si ipotizza uno spazio verde, un piccolo anfiteatro o una piazza. Questo è quello che riporta l’articolo; se ne deduce che la scelta non deriva da un progetto significativo ma solo da una valutazione a priori basata su un discutibile raffronto tra gli oneri della demolizione (comunque superiori ai due milioni di euro) e quelli di un restauro statico e funzionale necessario, del resto, per molti edifici coevi. Dopo il mancato completamento e la successiva demolizione dell’edificio per la Casa dello Studente di Giorgio Grassi, un altro episodio di architettura verrebbe eliminato.

La decisione di abbattere l’edificio non ci sembra condivisibile: con la sua demolizione si elimina una testimonianza importante del percorso formativo del Campus Universitario di Chieti, l’edificio col quale fu posta la sua prima pietra.  Per il progetto fu emanato un Concorso di idee ad inviti, vinto da uno Studio di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e internazionale del ‘900 che ha portato nella ricostruzione italiana il tema del rapporto tra tradizione e modernità, animando il dibattito anche con la direzione che Ernesto Rogers esercitò nelle maggiori riviste del settore.   

Perciò si può dire che l’ex Rettorato, anche al di là della sua qualità intrinseca, ha un valore significativo sia per la formazione del Campus che nell’ambito dell’architettura del ‘900.

L’edificio, inoltre, è stato inserito all’interno del “Censimento delle architetture italiane dl 1945 a oggi” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e la sua scheda è stata curata, tramite la Soprintendenza – Direzione Regionale per l’Abruzzo, dal Dipartimento di Architettura della nostra Università. Quindi lo stesso Ateneo che lo ha segnalato adesso ne decreta l’abbattimento.

Chiediamo all’Università di ritornare sui suoi passi; di considerare il valore dell’edificio, di coinvolgere in questa fase anche la Soprintendenza ABAP ed il Dipartimento di Architettura nel trovare modalità e strategie per la sua salvaguardia e conservazione in un restauro che ne recuperi l’utilità per l’Ateneo, finalizzando a questo le somme stanziate. Si tratta di un edificio pubblico con una firma autorevole che tuttavia non gode di tutela perché non presenta ancora il requisito dei 70 anni di vita previsto dal Codice dei beni culturali per la verifica e la dichiarazione dell’interesse culturale. Questo è un grande limite del Codice che ha dilatato il precedente termine di 50 anni. Ciononostante, chiediamo che un Ente preposto alla trasmissione della cultura voglia adoprarsi per conservare una testimonianza della sua stessa origine. Il Comitato Direttivo della Sezione Italia Nostra “L. Gorgoni” di Pescara