La Valtellina vista dai Grigioni. Carlo Ulisse de Salis, studioso svizzero del Settecento, è l’autore di uno scritto di storia locale che non si sa se sia stato pubblicato
[Articolo di Franco Cercone. Pubblicato su “Il Graffito”, mensile di informazione e cultura a cura della Biblioteca civica di Grosio, Anno IX, N. 6, giugno 1994.]
di Franco Cercone
Chi legge i monumenti storiografici della “nostra” cara Valtellina – ci riferiamo particolarmente alle opere di Alberti, Besta, Romegialli e Urangia Tazzoli – nota che sotto il profilo bibliografico e quindi delle fonti storiche non sono citati i contributi di parte grigione, certamente utili ai fini della comprensione dei difficili rapporti da sempre esistiti fra i due gruppi etnici in questo particolare scacchiere geografico. Tale menda affiora anche in recenti pubblicazioni come la magnifica monografia storico-artistica dal titolo “La Chiesa di San Giorgio a Grosio”, a cura di Gabriele Antonioli, Giorgio Galletti e Simonetta Coppa, che meritava forse una migliore messa a fuoco della simbologia di San Giorgio “vincitore del drago”, simbolo delle acque malsane nonché del culto delle cosiddette “Madonne del latte”, tema questo presente nell’affresco di Giovannino da Sondalo (Cappella di Sant`Antonio Abate) e sul quale tomeremo sia per evidenziare le straordinarie somiglianze stilistiche che la Madonna di Grosio offre se paragonata ad altri esempi umbro-abruzzesi coevi, sia per trattare l’importante argomento dei culti galattogeni.
Dicevamo poc’anzi che della storiografia grigione gli storici valtellinesi hanno tenuto scarso conto e allora, alla loro attenzione, vogliamo sottoporre una sconosciuta opera di Carlo Ulisse de Salis, barone di Marschlins, nel cantone svizzero dei Grigioni, dove nasce nel l728. Quella dei de Salis è una delle famiglie più potenti e rappresentative in terra grigione. Essa si è distinta per i suoi teologi e giuristi, per i suoi uomini d’arme e politici, come lo stesso Carlo Ulisse sottolinea nell’opera Stegmatographia Rheticae familiae Saliceorum, vulgo ‘a Salis, ex authenticis docomentis deducata, pubblicato a Coira nel 1782.
Ulisse de Salis in particolare, nonno del Nostro e Signore nel l6l3 del castello di Marschlins, fu al servizio di Venezia e poi Maresciallo di campo di Luigi XIV, che si avvalse di lui per missioni che precedettero la pace di Westfalia. Fautori dei Borboni di Francia, i de Salis assunsero una posizione preminente nel Cantone dei Grigioni e la rafforzarono con Giovanni Gaudenzio, Landmann della Lega Retica tra il 1766 e il 1792 e nominato tre anni prima (1789), in coincidenza con lo scoppio della Rivoluzione Francese, Capitano Generale della Valtellina.
Carlo Ulisse de Salis, nato come s’è detto nel castello di Marschlins nel 1728, rivela ben presto ingegno e un multiforme interesse per gli studi storici, economici, botanici e persino medici. Infatti nel quarto volume del noto Dizionario biografico universale di Felice Scifoni (Firenze, 1845-46), l’autore riferisce, senza riportarne il titolo, un lavoro di Carlo Ulisse, in tre volumi, sulla hemweh, malattia endemica delle popolazioni del Cantone dei Grigioni. Di forte tempra e fisico robusto, Carlo Ulisse de Salis intraprende nel 1787 (e quindi all’età di 59 anni) un viaggio a Napoli, attratto dall’eco dell’insegnamento di Antonio Genovesi sull’economia e sull’incremento sia delle scienze naturali che dell’agricoltura, argomento quest’ultimo particolarmente a cuore del Nostro. Frutto di questo suo viaggio nel Regno di Napoli sono due volumi pubblicati a Zurigo:
- il primo, dal titolo Beitrage zur naturlichen und oeconomisken Kenntniss des Koenigreichs beiden Sizilien;
- il secondo, dal titolo Reisen in verschiedenen Provinzen des Koenigreichs Neapel (Zurigo, 1793).
Quest’ultima opera vede la luce mentre il Nostro è esule a Vienna, perché dopo aver fatto ritorno a Marschlins nel 1790, egli si era schierato contro la Francia repubblicana ed era stato costretto a riparare nella capitale austriaca, dove sarebbe morto nel 1800.
Ma perché – si chiederà il lettore – questa digressione? È presto detto. La seconda opera di Carlo Ulisse, in precedenza citata, cioè Reisen ecc… contiene una minuziosa analisi della situazione socio-economica della Puglia fine Settecento, che attrasse l’attenzione di una studiosa di Trani, Ida Capriati
che la tradusse con il titolo “Nel Regno di Napoli. Viaggi attraverso varie Province nel 1789 di Carlo Ulisse de Salis Marschlins” e la pubblicò a Trani per i tipi dell’editore Vecchi nel 1909.
Nella prefazione la Capriati, accennando alla vita e agli scritti di Carlo Ulisse de Salis, cita un’opera del Nostro dal titolo Frammenti della Storia della Valtellina, ancora “inedita”, secondo l’autrice, e allo stato di manoscritto, ma assai importante per le vicende storico-artistiche della Valtellina.
Invece nel già citato Dizionario biografico universale, l’opera di Carlo Ulisse de Salis risulta pubblicata nel 1792, addirittura in quattro volumi.
Tale notizia è confermata da T. Pedìo che ha curato per i tipi dell’editore Congedo la seconda ristampa del Reisen di Carlo Ulisse de Salis (Galatina,1979). Come conciliare la duplice “versione”?
A noi resta un forte dubbio circa la pubblicazione dei Frammenti della Storia della Valtellina, attualmente forse ancora allo stato di manoscritto. Se non altro perché il de Salis nel 1792, data della presunta pubblicazione dell’opera, certamente in lingua tedesca, era esule a Vienna, dove si sarebbe spento, come già detto, nel 1800. Comunque, pubblicata o no, l’opera, dati gli interessi specifici di Carlo Ulisse, deve certamente contenere documenti storici di estrema importanza per la Valtellina, molti dei quali giacenti forse nello stesso archivio di famiglia a Marschlins. Spetta ora agli studiosi grosini il compito di sciogliere l’enigma. In tal modo essi apporteranno un decisivo contributo diretto alla ricostruzione di quell’affascinante poema epico che è appunto la Storia della Valtellina e delle sue Genti.
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