Celebrazioni senza retorica ma raccontando sforzi per uno strumento previsto dalla Legge
Pescasseroli, 22 aprile 2024. A che punto è lo strumento di pianificazione che garantisce gli interessi delle persone, degli animali e degli habitat nel territorio di un Parco qual è il nostro?
Facciamo un po’ di storia in modo da far capire a tutti l’iter del Piano del Parco e dove ci troviamo ora. La Legge Quadro sulle aree protette, la 394/91, prevede che ogni parco nazionale si doti di un Piano. Quello del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in corso di approvazione, è un Piano che viene da lontano, frutto di faticose analisi sui molteplici aspetti trattati e di studi approfonditi, di mediazioni con istituzioni e cittadini, di sforzi compiuti nel corso di lunghi anni dai tecnici che si sono succeduti in questa impresa, avendo sempre come obiettivo il raggiungimento dell’interesse comune, che per il ruolo rivestito dal Parco e dai valori in esso custoditi, ha un respiro internazionale, che va ben oltre i confini amministrativi dell’area protetta.
Il tutto nella consapevolezza che dove manca un quadro di riferimento normativo e organizzativo certo, spesso trae vantaggio chi approfitta dell’area grigia per il perseguimento dei propri interessi personali, a discapito di quelli collettivi. L’Ente Parco ha dato avvio alla procedura di Piano il 9 novembre 2010, previo parere favorevole della Comunità del Parco, che rappresenta le comunità locali: 3 Regioni, 3 Province, 3 Comunità Montane e 24 Comuni.
La proposta di Piano venne subito trasmessa alle Regioni interessate per il prosieguo di competenza, ma subito dopo si arenò a causa di una serie di novità legislative che avevano influenzato anche la procedura per l’approvazione dei Piani di altri parchi nazionali.
Dopo un lungo periodo di stasi, nel 2020 venne ripreso il percorso e nel 2021 le Regioni Abruzzo, Lazio e Molise sottoscrivevano un protocollo d’intesa per l’approvazione definitiva del Piano del Parco, e la Regione Abruzzo, in qualità di ente capofila, avviava la necessaria procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) che si concludeva con Determinazione favorevole.
Contestualmente all’apertura delle consultazioni previste in sede di V.A.S., il Piano è stato depositato presso le Regioni, le Comunità Montane e i 24 Comuni direttamente interessati per la fase di accesso da parte di tutti i soggetti interessati: cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria, ecc. Tuttavia, in considerazione del fatto che la prima nota era stata disattesa da alcuni dei Comuni interessati, gli atti del Piano del Parco sono stati pubblicati, per l’accesso di chiunque fosse stato interessato, 120 giorni invece dei 60 previsti dalla norma. Al fine di consentire a tutti di poter esercitare il diritto alle osservazioni da parte del pubblico.
Nel periodo di pubblicazione sono pervenute al Parco n. 54 osservazioni da parte di Comuni, cittadini e categorie rappresentative. Le stesse, come emerge chiaramente dall’apposito documento che le riporta tutte, che è stato trasmesso a tutti gli enti interessati ed è disponibile sul sito del Parco, sono state in gran parte accolte. Solo alcune vennero respinte e nel documento sono riportate anche le motivazioni della mancata accettazione.
Con Deliberazione n. 1 del 10 febbraio 2023, il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha adottato il Piano del Parco, prendendo atto dei pareri resi in sede di VAS, nonché delle osservazioni accolte, ha apportato le conseguenti modifiche agli elaborati di Piano, ed ha licenziato lo schema di intesa con le Regioni e i Comuni per l’approvazione del medesimo.
Con nota del 27.04.2023, la Regione Abruzzo, trasmetteva gli elaborati di Piano e lo schema di intesa, da sottoscrivere sia alle Regioni Lazio e Molise, sia ai Comuni di Barrea, Bisegna, Civitella Alfedena, Gioia dei Marsi, Opi, Ortona dei Marsi, Pescasseroli, Scanno e Villetta Barrea, ovvero di quelli con una parte del territorio interessata da zone D del Piano e perciò chiamati a sottoscrivere l’intesa prevista dalla legge. Tutti i Comuni abruzzesi interpellati approvavano, con specifiche Delibere di Consiglio Comunale il Piano e l’Intesa, autorizzando la sottoscrizione con la Regione Abruzzo e l’Ente Parco.
In data 18.01.2024, la Giunta Regionale della Regione Abruzzo adottava la proposta di approvazione del Piano al Consiglio Regionale che non è riuscito a valutarlo, previo passaggio dalle competenti Commissioni consiliari, a causa della fine della legislatura col conseguente rinvio alla successiva.
Nella Regione Lazio l’iter ha dapprima risentito del rinnovo del Consiglio Regionale, avvenuto a seguito delle elezioni amministrative di febbraio 2023 e successivamente dell’esigenza di assicurare una verifica di coerenza con la vigente pianificazione paesaggistica (la Regione Lazio è l’unica, fra le tre interessate, ad esser dotata). Grazie alla sinergia tra funzionari e uffici, regionali e del Parco, anche quest’ultimo scoglio appare superato e a breve il Piano sarà trasmesso dalla Regione ai Comuni interessati all’intesa, Picinisco, San Donato Val Comino e Settefrati, per essere successivamente approvato in sede di Giunta Regionale.
Per quanto riguarda la Regione Molise, sono state accordate le intese al Piano del Parco da parte dei Comuni direttamente interessati alla zona D, Comune di Pizzone e Comune di Rocchetta, che hanno visto riconosciute le legittime richieste. L’intesa stessa è stata successivamente perfezionata con la sottoscrizione da parte del Parco, della Regione Molise e dei Comuni interessati, in data 08.08.2023.
In data 19.01.2024 la Giunta Regionale ha adottato la Delibera n. 31, recante la proposta di approvazione del Piano al Consiglio Regionale. Esprimeva anche parere favorevole la III Commissione Consiliare. Come noto, l’approvazione del Piano è stata posta all’ordine del giorno del Consiglio Regionale, nella seduta del 19 marzo 2024 ma, è stata rinviata in Commissione per approfondimenti.
Dunque, nonostante il complesso iter procedurale, appena raccontato, la conclusione del processo e la definitiva approvazione del Piano sembra ancora lunga soprattutto dove, nonostante tutti i passi fatti, si è addirittura deciso di tornare indietro. Ciò lascia in piedi le norme di salvaguardia, impedisce l’attuazione delle norme di indennizzo e la realizzazione del Piano di Sviluppo Socio-Economico.
“Oggi più che mai – ha dichiarato il Presidente del Parco Giovanni Cannata – abbiamo bisogno di avere una convergenza di intenti tra ciò che pensiamo, diciamo e di conseguenza facciamo. La crisi ambientale non si affronta con mere dichiarazioni di principio, né con posizioni polarizzate verso l’interesse di pochi, ma con lungimiranza, verso gli interessi collettivi, attuali e futuri, soprattutto da parte delle Istituzioni. È necessario dare slancio a questa visione perché nuovo è lo scenario ambientale, culturale ed economico che ci apprestiamo a vivere nell’immediato futuro. La pianificazione e l’attenzione alle regole è la base del nostro vivere civile”.
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