IL VANGELO DI PENTECOSTE

 Commento di don Marcello Stanzione

Pentecoste, 19 maggio 2024. Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 20,19-23

Oggi, festa di Pentecoste, noi ascoltiamo due racconti per introdurci all’effusione dello Spirito Santo nel nostro mondo … il racconto degli Atti degli Apostoli, interamente colorato di fuoco, di parole, di entusiasmo, comunicativo, di tempesta … ed il racconto di San Giovanni, tutto in discrezione, porte chiuse, mormorio del soffio, pace … Non ci sbagliamo. All’evidenza, quello che conta, non sono i segni esteriori, è la “Pentecoste interiore”, la dolce effusione dello Spirito nel più profondo dei cuori. In San Giovanni, è la sera stessa di Pasqua che ha luogo la prima effusione dello Spirito. Gesù è risuscitato quella mattina !

È “la sera del primo giorno della settimana” che ha visto il più fantastico evento della storia ! Che farà Gesù in questa sera di vittoria ?

Molto semplicemente, molto umilmente, “effonde il Suo soffio” sui suoi amici … e dice loro : “Ricevete lo Spirito Santo”.

Lo spirito, in un essere vivente, è l’elemento più essenziale ma più imprendibile, rappresentato dal soffio del respiro, elemento fragile, vacillante, che solleva ed anima tutta la massa materiale del corpo. Un commediante di talento fa ridere la gente con una scenetta semiseria, semi sguaiata: “Ho visto la scritta su di un muro di Roma: Gesù ritorna!. Ma dove è? Dove Lo si può trovare? Se ritornasse, lo si saprebbe!”

Dio, decisamente, non è l’organizzazione di un incontro di affari e la pubblicità asfissiante non è di suo genere. Egli sembra ignorare completamente le battute del commediante sulla strada o dell’uomo politico dal piccolo schermo. Dio è discreto !

“In mezzo a voi c’è Qualcuno che voi non conoscete”. Noi vorremmo talvolta un Dio più spettacolare, un Dio che si mostri, un Dio che schiacciasse i suoi avversari, un Dio che discenda dalla croce. Ma, noi lo sappiamo bene, il solo vero Dio è il Dio nascosto. Il mondo creato, tale come esso ci appare, non impone l’evidenza di un Dio. Pertanto, viceversa, occorrerebbe ben essere sempliciotto anche per smontare in maniera assolutamente certa che Dio non esiste.

Se vi è una certezza, per contro, è che Dio è nascosto, perché Dio è Spirito! Mostrando Gesù risorto, presente allorché le porte sono chiuse, ed effondente sui discepoli alquanto timorosi il suo soffio immateriale, San Giovanni ci dona due immagini molto eloquenti di questa verità. Dio deve ben avere le sue ragioni per comportarsi così. Effettivamente, noi sappiamo per esperienza che non vi è amore vero che nel rispetto della libertà altrui. Dio non poteva creare un vero alleato che restando discreto vicino a lui. Se apparisse in tutto il suo splendore e tutta la sua onnipotenza, Dio farebbe istantaneamente sparire ogni altra esistenza.

Come diceva una ragazzina, “la mamma, ci fa camminare indietreggiandosi”. In più, Dio non è veramente interessante per noi che se Egli non è, come noi, uno degli oggetti di questo mondo. Se non è che al nostro livello, noi non abbiamo alcun bisogno di Lui. Se Egli non ci sorpassa, a che serve un “piccolo Dio” a portata delle nostre mani ?

 O Dio non esiste oppure Egli è “trascendenza”, “mistero”. Quando lo Spirito di Dio invade lo spirito di un uomo … gli lascia tutta la sua personalità, lo fa esistere ancor di più davanti a Lui, lo dilata nell’amore. Nei racconti della Pentecoste, gli effetti vengono a manifestare che lo Spirito è dato a qualcuno: vi è dapprima un fenomeno di apertura all’altro, cioè di amore. Il parossismo dell’amore è il perdono. Il peccato è la chiusura in sé. Ogni effusione dello Spirito d’amore è la promessa di una conversione dell’uomo. E questo si manifesta subito con un invio in missione verso gli altri: “Come il Padre ha inviato me, così io vi invio”. Il miracolo delle lingue è il miracolo di una umanità che esce da sé e che si mette a parlare la lingua dell’altro. Finalmente una comunicazione, una comunione vera si instaura. Venga questo soffio nuovo dello Spirito Santo sul nostro mondo lacerato !