PREMIO PARETE 2024

A Magda Bianco di Banca d’Italia. È la prima volta del riconoscimento a una donna che sarà premiata a novembre in Università Bocconi a Milano per il suo impegno nell’educazione finanziaria. Il nome è stato annunciato da Aldo Cazzullo nel corso dell’annuale appuntamento presso la caserma Ermando Parete della Guardia di Finanza di Pescara

Pescara, 31 maggio 2024. Magda Bianco è la vincitrice del Premio Parete 2024 per l’eccellenza nell’economia e per l’esempio dei suoi traguardi da portare ai giovani. Un riconoscimento per aver posto l’educazione finanziaria come condizione imprescindibile per la crescita virtuosa del sistema economico e per il suo impegno instancabile verso l’inclusione.

Succede al manager e presidente di Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini, premiato nel 2023, a Guido Barilla (2022), Alberto Bombassei (2021), Giorgio Armani (2020), Giovanni Tamburi, premiato in Bocconi nel 2019, fino a Vittorio Colao, premiato nel 2018, e Marco Carrai (2017).

Entrata in Banca d’Italia nel 1989, la lunga carriera professionale ha portato Magda Bianco ad assumere la guida del nuovo dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria, dedicato alla vigilanza sui comportamenti degli intermediari, alla tutela individuale dei clienti, all’educazione finanziaria. È stata anche consigliere economico del Ministro della giustizia (nel 2012-2013) ed è attualmente consulente del Presidente della Repubblica per la politica economica.

Co-presiede il gruppo G20/Global partnership for financial inclusion (Gpfi) per gli anni 2021-26 e presiede l’International network for financial education dell’Ocse per gli anni 2023-25.

Nata a Bergamo nel 1960, sposata con due figli, Magda Bianco è laureata con lode in Economia e commercio all’Università di Bergamo. Ha perfezionato la sua formazione con un un M.Sc. e poi un PhD in Economics presso la London school of economics. 

È stata membro del Comitato nazionale per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria dal 2017 al 2023 ed è membro del Governing council del network internazionale financial consumer protection organization (FinCoNet).

È stata presidente dell’Associazione donne della Banca d’Italia e coordinatrice della Commissione pari opportunità della Banca d’Italia.

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L’evento pescarese, oltre al contributo del giornalista Aldo Cazzullo, ha visto oggi gli interventi del generale di brigata Germano Caramignoli (comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza), del colonnello Antonio Caputo (comandante provinciale Pescara della Guardia di Finanza), di Flavio Ferdani (prefetto di Pescara), Donato Parete (figlio di Ermando Parete e co-fondatore del Premio Parete), Emidio Camplese (consigliere della Provincia di Pescara) e Antonio Di Marco (consigliere della Regione Abruzzo, già sindaco del Comune di Abbateggio).

La caserma della GdF, che sorge sul lungomare sud della città adriatica, ha aperto le porte a istituzioni, ospiti e giovani studenti del liceo scientifico “Galileo Galilei” per ricordare l’impegno civile e la storia del finanziere abruzzese Ermando Parete (1923-2016), deportato durante la Seconda guerra mondiale nel campo di sterminio nazista di Dachau (Germania) e diventato, nel tempo, autentico testimone della Memoria verso le nuove generazioni. Dopo il congedo, infatti, Ermando Parete ha dedicato l’esistenza al ricordo degli orrori subiti, invitato presso scuole e associazioni in tutta Italia, fino alla scomparsa nel 2016 all’età di 93 anni.

La cerimonia di premiazione a Magda Bianco si svolgerà a novembre, presso l’Università Bocconi di Milano, ormai casa del Premio Parete, che affianca alla cerimonia anche una borsa di studio, con l’obiettivo di supportare il percorso formativo di un allievo particolarmente meritevole dell’università stessa.

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Ermando Parete nasce ad Abbateggio, montagne abruzzesi, il 15 febbraio 1923. All’età di vent’anni si arruola nel Corpo della Guardia di Finanza, diventando sottoufficiale.

Durante la Seconda guerra mondiale combatte in Jugoslavia e, dopo l’Armistizio dell’8 settembre del ‘43, cerca di tornare in Italia con i gruppi partigiani. Catturato dalle Ss a Cimadolmo (Treviso), viene incarcerato e torturato a Udine. Subito dopo verrà deportato nel campo di sterminio nazista di Dachau in Germania. Nonostante le condizioni disumane, sopravvive fino all’arrivo delle Forze alleate Usa e alla liberazione avvenuta il 29 aprile del 1945.

Scampato alla tragedia della Shoah, dagli anni Novanta e fino alla scomparsa nel 2016, Parete dedica tale parte della vita a raccontare l’orrore vissuto, come monito perché non riaccada e unendo sempre lo sprone positivo di incoraggiare ed energizzare le giovani generazioni, visitando le scuole italiane e le università, incontrando i ragazzi, partecipando a convegni, seminari e dibattiti.

La nuova grande caserma della Guardia di Finanza di Pescara, in Abruzzo, è stata inaugurata nel maggio 2017, e intitolata a Ermando Parete. L’anno seguente, il figlio Donato è stato co-fondatore del Premio Parete per portare avanti i valori espressi in vita da suo padre.

MAGDA BIANCO BANCA D’ITALIA



L’ALPES GRESIVAUDAN CLASSIC

C’è l’abruzzese Giulia Giuliani nella selezione del K2 Team 

Corvara, 31 maggio 2024. C’è anche la ciclista abruzzese Giulia Giuliani nella selezione del K2 Women Team per L’Alpes Gresivaudan Classic, corsa in terra francese in programma domenica 2 giugno. Si tratta del primo appuntamento del mese di giugno per la ventunenne di Corvara che è reduce da ottimi risultati in terra marchigiana dove ha anche conquistato due secondi posti.  La corsa francese di un giorno, che quest’anno spegne le 3 candeline, è un appuntamento fondamentale per la squadra del Team Manager Massimo Ruffilli e del direttore sportivo abruzzese Enrico Giuliani che avrà la possibilità di confrontarsi con atlete che vengono da tutto il mondo.

Si parte da Chapareillan e si arriva a Chamrousse dopo 112 km con ben 5 gpm e un dislivello complessivo di 1500 m. La prima salita da affrontare è il Col du Moutaret di 3^ categoria dopo 30 km di gara e da quel momento sarà tutto un intervallarsi di sali e scendi. Si continua con il Col du Barioz (1^ cat.), il Col des Ayes (2^ cat), il Col de Mouilles (4^ cat) ed infine la salita di Chamrousse a 1750 m di altezza dove è posto anche il traguardo.

Il K2 Women Team si presenta con una selezione di 6 atlete di cui 5 italiane. Al via della gara in Francia accanto all’abruzzese Giulia Giuliani ci saranno la friulana Alice Papo, la piemontese Vittoria Ruffilli, la romana Sara Pellegrini, la toscana Gemma Sernissi e la bulgara Ivana Tonkova.

Line up 3° Alpes Gresivaudan Classic (2 giugno, cat. 1.1)

–       Alice Papo 17/08/2003

–       Vittoria Ruffilli  03/04/2002

–       Sara Pellegrini 13/03/2004

–       Gemma Sernissi  06/03/2000

–       Giulia Giuliani  05/07/2002

–       Ivana Tonkova  29/05/2003




FUTURI DIRETTORI SPORTIVI FIGC

All’Università di Teramo esami finali

Teramo, 31 maggio 2024. Con la prova di esame finale e la cerimonia di consegna degli attestati ai 22 partecipanti al Corso in “POLITICHE E STRATEGIE DELLE SOCIETÀ CALCISTICHE” si è chiuso nella giornata di ieri il secondo ciclo formativo del progetto didattico dell’Università degli Studi di Teramo. Il Corso, nato nell’ambito del Dipartimento di Scienze Politiche e supportato dalla Fondazione UniTe, gode dell’accreditamento della Federazione Italiana Giuoco Calcio come percorso di accesso diretto all’esame di abilitazione per i direttori sportivi, che si svolgerà il prossimo 27 giugno al Settore Tecnico Federale di Coverciano.

Lo scorso anno l’ateneo teramano condusse al traguardo tutti i suoi corsisti, molti dei quali con il massimo dei voti in sede di abilitazione federale. Il Corso 23/24 si è sviluppato da dicembre a maggio con lezioni in distance e ben tre sessioni in presenza – tra cui Milano e Lissone (sede del broadcasting center della Serie A e delle sale Var), Coverciano e Teramo – per un totale di oltre 230 ore di lezione.

Il progetto didattico comprende sei aree tematiche ed il contributo di oltre 60 docenti, molti dei quali provenienti dai vertici dei dipartimenti della FIGC, dalle Leghe e dalle principali società professionistiche. Con un approccio multidisciplinare – attraverso percorsi di impronta tecnica, organizzativa, gestionale, economica, comunicativa e sociopolitica, nonché un percorso addirittura dedicato alla lingua inglese ed ai principi di primo soccorso – il progetto dell’ateneo teramano tanto apprezzato è finalizzato alla preparazione non solo del “direttore sportivo” ma di una figura manageriale in grado di rivestire i molteplici ruoli strategici di un club professionistico.

Nel tracciato formativo troviamo grande attenzione non solo al calcio di vertice, ma anche a quello giovanile e di base, al calcio per tutte le abilità e, ovviamente, ampio spazio è stato dedicato anche al calcio femminile. Diverse sono state le occasioni di studio con seminari, convegni e workshop per gli approfondimenti su argomenti di attualità, normative ed analisi economiche.

Il tutto si è svolto con il filo conduttore della sostenibilità della gestione, un vero faro della proposta dell’ateneo teramano impegnato nel varo del corso di “FOOTBALL SUSTAINABILITY MANAGEMENT”, tra i primi in Europa e supportato con patrocinio direttamente dalla FIGC. Hanno collaborato con eventi e giornate di studio, oltre che con il proprio formale patrocinio, la Lega Serie A, la Lega Pro, La lega Nazionale Dilettanti, l’Associazione Italiana Calciatori, l’Associazione Italiana Arbitri, la Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi (FISPIC) e la sezione teramana dell’associazione italiana giovani avvocati (Aiga).

Nella sessione a Coverciano, le lezioni si sono tenute nel Museo del Calcio, tra i cimeli della Nazionale. In questa edizione sono stati ospiti, tra gli altri, Gianluigi Buffon, il campione del mondo 2006 ora capodelegazione della Nazionale Maggiore, i due vicepresidenti federali Umberto Calcagno e Daniele Ortolano, il Presidente della Lega Pro Matteo Marani e l’agente dei calciatori Rafaela Pimenta. Nelle prossime settimane sarà pubblicato il bando per la nuova edizione 2024/2025. Questi i partecipanti al corso che, superato positivamente l’esame all’Università di Teramo, saranno ora impegnati nell’esame di abilitazione in FIGC:

ALESSANDRO ALBA

GAETANO ALESSANDRIA

SERGIO ANGELINI

MARCO DELLA FRERA

FRANCESCO DI LONARDO

MARIO DONADONI

JACOPO FISSI

CARMINE GIORDANO

DAMIANO GOLLINI

COSTABILE GUARIGLIA

MARIA LA CIVITA

IGNACIO LORES VARELA

FRANCESCO MARINO

GIORDANO MORONCELLI

STEFANO NENCIONI

FRANCESCO PIO PAOLINO

GIAMMARCO PROBO

DEMETRIO SARTIANO

DANILO SCARDIGNO

SEBASTIANO SMRIGLIO

EDOARDO TOMATIS

MARCO TRIBOLETTI

Coordinatore Scientifico: Prof. Luigi Mastrangelo

Coordinatore Didattico: Dott. Giuseppe Tambone




MIGLIORATI DIVERSI PRIMATI

Lusinghieri i risultati degli abruzzesi agli studenteschi di Pescara

Pescara, 31 maggio 2024. I netti successi delle abruzzesi di Giulia Grossi nell’alto e di Valeria Frattone nel lungo, sugellano la Finale Nazionale delle Competizioni Sportive Scolastiche di stanza nello stadio adriatico di Pescara. Da martedì 28 a giovedì 30 maggio nella competizione Studentesca Allievi (nati dal 2007 al 2010) e Cadetti (nati dal 2010 al 2012) di atletica leggera si sono misurati gli Allievi (nati dal 2007 al 2010) e Cadetti (nati dal 2010 al 2012) di atletica leggera.

Tra i risultati, si diceva, spicca il titolo conquistato nel salto in alto Cadette da Giulia Grossi (IC Giulianova 2 – Ecologica Giulianova), atleta classe 2010, che ha superato l’asticella a 1 metro e 58. La Grossi, che ha un personale di 1,64, ha provato l’1,65 dopo aver vinto la gara, ma senza riuscirvi. Un’altra medaglia, ma d’argento, è arrivata dalla pescarese classe 2010 Valeria Frattone (IC Pescara 9 – Passologico) nel salto in lungo Cadette con la misura di 5,04 metri, che è anche primato personale.

“Da sottolineare”, si legge nella nota della Fidal Abruzzo, “che gli atleti Cadetti hanno gareggiato obbligatoriamente senza scarpe specialistiche con chiodi, con prestazioni conseguentemente penalizzate rispetto alle gare federali”. Nel salto in alto Cadetti quarto posto per Lorenzo Silvaggio (IC Pescara 2- Hadria Pescara) con la misura di 1,70, ragazzo che si divide ancora tra atletica e calcio a 5. Nell’alto Allieve Martina Jasimi (IIS Nereto – Atletica Gran Sasso) si è classificata quinta con la misura di 1,55. Era atteso nell’alto Allievi il classe 2010 Daniele Ottaviani (IIS Ovidio Sulmona – Serafini Sulmona), in gara con la categoria superiore in quanto alunno anticipatario.

Dopo aver superato brillantemente la qualificazione con 1,86, in finale si è fermato a 1,80, undicesimo classificato. Da ricordare che vanta un personale di 1,92. Bella prova nella finale dei 1000 metri Allievi di Alessio Perna (IIS Volta Pescara – Passologico), decimo con 2’33”74, primato personale in una gara condotta a ritmi altissimi. Sui 100 metri Allieve era presente il prodigio emergente della velocità italiana, Kelly Edimo Doualla (IIS S. Angelo Lodigiano – CUS Pro Patria), classe 2009, che fa collezione di record mondiali e italiani Under 16 e Under 18 su 60, 80 e 100 metri.

Ha vinto come da pronostico con il tempo di 11”52 (vento + 0,2 m/s), prestazione clamorosa che la porrebbe prima in Italia tra le under 20. Ma dietro ha incalzato un’altra promessa, l’umbra Margherita Castellani (Liceo Classico Mariotti Perugia – Atletica CUS Perugia) con 11”67. Nella stessa gara, bene l’Allieva classe 2008 Caterina Saccomandi (L.S. Da Vinci Pescara – Atletica Gran Sasso), al primato personale sui 100 in batteria con 12”38 (vento + 1,4 m/s) ritoccato di 1 decimo, ma eliminata in semifinale con 12”64. Sui 100 Allievi primato personale della classe 2009 Matteo Di Felice (IIS Fermi Sulmona – Serafini Sulmona) con 11”20 (+ 0,7), migliorato di 3 centesimi, ma poi eliminato in semifinale con 11”36.

Altri risultati di rilievo. 100 metri ostacoli Allieve: 8^ Silvia Scalamandrè (IIS Volta Pescara – Passologico) 15”09 (14”96 in semifinale). 80 metri ostacoli Cadetti: 5° Mario Bonomo (IC Lombardo Radice Ovidio Sulmona – Serafini Sulmona) 12”13 (11”97 in semifinale). 80 metri ostacoli Cadette: 5^ Sofia Verrocchio (IC Pescara 9 – Aterno Pescara) 13”14 (13”04 in semifinale).

Paolo De Carolis




LA PREOCCUPAZIONE DEI RESIDENTI

Incrocio viale D’Annunzio – viale De Cecco pericoloso per i pedoni. I Consiglieri Mauro Renzetti e Patrizia Panunzio (CPO) chiedono un intervento

Pescara, 31 maggio 2024. L’incrocio pescarese tra viale Luisa D’Annunzio e viale De Cecco si fa sempre più pericoloso: numerose sono le segnalazioni e le lamentele che giungono da parte dei cittadini sempre più preoccupati soprattutto in vista della stagione estiva quando il numero dei pedoni aumenterà.

Necessario porre in essere ogni provvedimento volto a ripristinare la sicurezza stradale, quali installazione di dissuasori o di altri strumenti utili a ridurre la velocità, ma lasciamo a chi è competente fare le valutazioni del caso, noi ad oggi raccogliamo le preoccupazioni delle persone e ne prendiamo atto dopi aver visto personalmente quanto accade – dichiarano Mauro Renzetti Consigliere Comunale di Pescara e Panunzio Patrizia in qualità di Commissaria Pari Opportunità i quali chiedono un sopralluogo approfondito in prossimità dell’incrocio indirizzando una richiesta al Dott. Giuliano Rossi (Servizio Strade e Pubblica Incolumità) e al Comando Vigili Urbani Pescara in quanto – più cittadini e commercianti ci segnalano che nonostante sia posta la segnaletica orizzontale e verticale con i divieti d’accesso, vetture e moto imboccano ad alta velocità viale Paolo De Cecco in direzione vietata Nord Sud“.

La preoccupazione dei residenti è il pericolo che persone che passeggiano o bambini che giocano possano essere investiti: “Chiediamo – dunque – di verificare anche la possibilità di installare dei vasi o cordoli al fine di non permettere l’accesso delle vetture in senso contrario a quello di marcia”.




QUARTIERE COMPLETAMENTE ABBANDONATO

Carlo Costantini a Fontanelle: per noi il rilancio delle periferie è prioritario

Pescara, 31 maggio 2024. “A distanza di cinque anni, fatta eccezione per i lavori programmati dal centrosinistra con i fondi delle periferie, il quartiere risulta completamente abbandonato. Nessuna iniziativa nuova della Giunta Masci e abbandono delle procedure per l’affidamento di abitazioni per disabili, di locali per le associazioni e del campo sportivo, mai affidato e mai reso fruibile. Le strade di accesso alle case sono piene di buche, alcune di grosse dimensioni, mentre i locali sotto alle case non avrebbero ottenuto ancora l’agibilità, dopo cinque anni di promesse, e di fatto sono inutilizzati”.

A lanciare l’allarme sulle condizioni di via Caduti per Servizio, nel quartiere Fontanelle, è il candidato sindaco di Pescara per il centrosinistra, Carlo Costantini.

Il punto della situazione è stato fatto stamani nel corso di una conferenza stampa, presenti Costantini e il consigliere regionale Antonio Blasioli.

“Una volta eletti – ha annunciato il candidato sindaco – ci impegneremo per completare le procedure per l’agibilità e metteremo questi locali a disposizione di realtà associative. È evidente ed innegabile che, dopo cinque anni, tali strutture non sono ancora state assegnate. Abbiamo sempre sostenuto che la sicurezza di un quartiere come questo è garantita dalla presenza della Polizia locale, che deve essere costante, assieme ed in coordinamento con le altre forze dell’ordine, ma un quartiere sicuro è anche un quartiere vissuto, con tante attività e tante associazioni che vi operano costantemente”.

“Proprio per questo, il centrosinistra, quando era al governo della città – ha sottolineato Costantini – ha completato e affidato la palestra, che è funzionante, ed ha previsto l’investimento dei fondi per le periferie per realizzare un campo di calcetto accanto alla palestra e una piazza per l’aggregazione sociale. Il campo di calcetto, completato nel 2021, però è chiuso, non affidato e, soprattutto, precluso anche ai bambini del quartiere. Ormai in zona l’associazione ‘Amici di Fontanelle’ è un’istituzione che potrebbe averlo in gestione, almeno in alcune ore o fino a che non si concluda un avviso per l’affidamento, che non è stato ancora pubblicato dopo quattro anni. Sta di fatto che, nonostante quel campetto sia stato completato a marzo del 2021, oggi i bambini giocano ancora in strada o in piazza”.

“Stessa triste situazione – ha proseguito – per le case per i disabili, ricavate dal centrosinistra sotto agli androni dei palazzi, che erano prima luogo di spaccio. Sono state ricavate 23 abitazioni nei piani terra, che dovevano servire a soddisfare le necessità abitative di famiglie con persone limitate nella mobilità, ma la quasi totalità degli alloggi non è stata assegnata. A tutto questo si aggiungono le condizioni delle strade degli androni delle abitazioni. Le prime non ospitano più buche, ma vere e proprie voragini. Per esempio, al civico 52, 53 e 55 la situazione è imbarazzante, mentre alcuni ingressi delle abitazioni sono privi di vetri, rendendo di fatto accessibile il palazzo a tutti, in qualsiasi ora del giorno e della notte.”

“Questa situazione – ha osservato il candidato sindaco – è emblematica dello stato di abbandono in cui versano le periferie di Pescara. Quando sarò eletto sindaco, mi metterò subito al lavoro per portare a compimento il nostro progetto di riqualificazione dei quartieri più difficili, con l’obiettivo di portare al superamento delle disuguaglianze tra le diverse zone. Abbiamo in mente un’idea di città diffusa e policentrica, con il raccordo infrastrutturale fra centro e periferie. Per farlo realizzeremo una efficiente e diffusa rete dei servizi, con l’implementazione del trasporto pubblico, la presenza di uffici pubblici, scuole, impianti sportivi e presidi socioculturali. Garantiremo in ogni modo la cura e la riqualificazione degli spazi pubblici e del verde urbano, prevedendo la manutenzione di strade, piazze, marciapiedi, piste ciclabili e parchi urbani. Valorizzeremo, infine, le migliori esperienze del programma Periferie. Per noi – ha concluso Carlo Costantini – non esistono quartieri di serie A e quartieri di serie B e ci impegneremo quotidianamente per superare ogni forma di distinzione”.




MuNDA – ENTRATA GRATUITA

2 giugno per la Festa della Repubblica

L’Aquila, 31 maggio 2024. Il  2 giugno, in coincidenza con la prima domenica del mese, il Mic celebra la Repubblica italiana con l’ entrata gratuita nei musei e  parchi archeologici statali.

“Con il voto del 2 giugno 1946, il primo a suffragio universale maschile e femminile, gli Italiani scelsero la Repubblica. Questa festa è il momento in cui celebriamo i valori condivisi, al di là delle diverse legittime posizioni”  secondo la dichiarazione del Ministro Sangiuliano.

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila  sarà aperto nelle due sedi con i consueti orari:

-MuNDA – via Tancredi da Pentima, di fronte alle 99 cannelle orario 8.30/19.30. Ultima entrata ore 19.00. La Sala francescana è stata  allestita  temporaneamente con 14 disegni provenienti dalla donazione di un collezionista privato, in memoria di Carmela Gaeta, in dialogo  con i sette dipinti su tela di Giulio Cesare e Francesco Bedeschini delle collezioni del MuNDA. Questo permetterà la manutenzione straordinaria delle opere che erano esposte nella Sala francescana   in previsione della loro futura esposizione negli spazi restaurati del Castello cinquecentesco. L’esposizione è corredata di stampe tattili 3D con descrizioni fruibili tramite QrCode e Braille e di due video realizzati in occasione della mostra, appena conclusa, “ Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento” da Altair4 Multimedia.

-Il Mammut  al Castello Cinquecentesco orario 9.30/18.30. Ultima entrata ore 18.00.

In occasione del 70° dal ritrovamento del Mammut, oltre alla mostra documentaria nel Bastione Est che ripercorre le fasi della scoperta con foto e video d’epoca si è provveduto, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento didattico disponibile per chi volesse accostarsi, per  una maggiore conoscenza, a questo protagonista eccezionale di 1.3000.000 anni,  reperto importantissimo  della preistoria italiana.

Prenotazione obbligatoria per gruppi costituiti da più di 20 persone all’indirizzo e-mail mn-abr.urp@cultura.gov.it




VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀ

Incontri al liceo classico G.B. Vico  di Chieti con l’Associazione Domenico Allegrino nell’ambito del progetto Insieme Oltre

Pescara, 31 maggio 2024. Volontariato, solidarietà e cittadinanza attiva sono i temi di una serie di incontri che si stanno tenendo al liceo G.B. Vico di Chieti nell’ambito del progetto Insieme Oltre, realizzato dell’Associazione Domenico Allegrino Odv (capofila) di Pescara.  Le classi, che stanno seguendo il corso, sono la 3 B e la 4 B. L’attività punta ad aiutare i giovani a comprendere come il volontariato sia un’opportunità straordinaria per conoscere valori importanti, per confrontarsi con realtà apparentemente distanti dal proprio mondo e superare barriere e pregiudizi.

“Cerchiamo di guidare i ragazzi verso una conoscenza più profonda del proprio animo – spiega Antonella Allegrino, fondatrice dell’associazione – Attraverso questa analisi li conduciamo a valorizzare il rapporto con l’altro, a sviluppare una maggiore sensibilità verso il suo vissuto e ad accogliere le richieste di aiuto e comprensione. Sono piccoli semi che gettiamo nella certezza che essi fruttino. Ci affiancano in questa attività l’Avis di Francavilla al Mare e l’Associazione Meridiani paralleli di Chieti. Gli studenti, conclusi gli incontri a scuola, faranno un’esperienza di volontariato partecipando a ‘Pronto eccoci’, un servizio gratuito con cui la nostra associazione supporta gli over 65 aiutandoli ad affrontare momenti di solitudine, fragilità e problemi di tutti i giorni. Ringrazio per la collaborazione la dirigente scolastica, professoressa Paola Di Renzo, e il docente coordinatore del progetto Gianni Scarsi”.

Il progetto proseguirà con una visita guidata al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara alla quale prenderanno parte giovani e over 65 al fine di promuovere uno scambio generazionale. Prevista, inoltre, un’attività dedicata agli anziani a cui i ragazzi trasmetteranno conoscenze digitali. Verranno organizzati anche giochi di abilità e rappresentazioni teatrali, che avranno come protagonisti studenti e over 65.

Il progetto Insieme Oltre tocca i territori di Pescara, Chieti e Casoli. I beneficiari sono giovani e anziani. È stato ideato ed è coordinato dall’Associazione Domenico Allegrino Odv di Pescara, che ha come partner l’Associazione Meridiani Paralleli di Chieti, l’Aps Il sogno di Benny Gio di Pescara, l’Avis comunale di Francavilla al Mare (Chieti) e come collaboratori i Comuni di Pescara e Casoli, il liceo G. Marconi di Pescara e il Convitto nazionale G. B. Vico di Chieti.




FIERA DELLA PASTORIZIA

Al via la 161esima edizione a Piano Roseto

Teramo, 31 maggio 2024. La Fiera della Pastorizia, giunta alla 161esima edizione, si svolgerà sabato 6 e domenica 7 luglio a Piano Roseto (Teramo), come annunciato stamani in conferenza stampa alla presenza del dirigente camerale Salvatore Florimbi, dei sindaci di Crognaleto e di Cortino, Orlando Persia e Marco Tiberii, e dei partner dell’iniziativa.

Si tratta della più antica manifestazione della provincia di Teramo dedicata al mondo agropastorale, con notizie che risalgono al 1837. Dopo tre anni di sospensione a causa della pandemia da Covid -19, la fiera è stata ripristinata lo scorso anno, su espressa volontà della presidente della Camera di commercio, Antonella Ballone, a testimonianza dell’attenzione per il comparto della zootecnia e dell’agricoltura da parte dell’ente camerale.

Quest’anno per dare maggiore slancio all’iniziativa sarà costituito un apposito Comitato Fiera composto da: Coldiretti, GAL, Comuni di Cortino e Crognaleto, ASL, BIM, Dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Teramo, Associazione Regionale Allevatori, Confederazione Italiana Agricoltori ed ente Parco.

La due giorni a Piano Roseto si articolerà in momenti celebrativi del mondo pastorale, nella rassegna delle razze ovine e caprine, nella mostra mercato dei prodotti tipici legati alla pastorizia, con momenti di intrattenimento musicale.

Un sentito ringraziamento è stato espresso dal costituendo Comitato nei confronti della Camera di commercio Gran Sasso d’Italia, non solo per il sostegno economico all’iniziativa, ma anche per l’attenzione dimostrata nei confronti degli allevatori locali.




PICCOLI CITTADINI CRESCONO

Gli alunni della scuola dell’infanzia “M.T. Fatato” in visita al Comune

Luco dei Marsi, 31 maggio 2024. Un incontro emozionante, tanto per i bambini quanto per Amministratori e impiegati, quello che ha visto protagonisti i piccoli alunni della scuola dell’Infanzia paritaria “M.T. Fatato” delle suore Trinitarie di Luco dei Marsi, con la maestra Alba Guercioni e la dirigente, suor Celestina, in visita al Comune luchese. Nella mattinata di giovedì, 30 maggio, i bambini sono stati accolti nella sala consiliare dalla sindaca, Marivera De Rosa, insieme a rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale, per l’iniziativa di Educazione Civica organizzata e promossa dalla maestra Alba Guercioni con la Dirigenza scolastica. Grande stupore e ammirazione ha suscitato l’esposizione, da parte dei piccoli, degli articoli fondamentali della Costituzione, enunciati a turno e illustrati dagli alunni che, dopo aver intronato insieme, mano sul cuore, l’Inno di Mameli, hanno poi consegnato alla Sindaca lo stemma municipale realizzato artisticamente dalla scolaresca per l’occasione.

In un’atmosfera di grande partecipazione ed entusiasmo, gli alunni hanno ascoltato con attenzione la piccola lezione di educazione civica offerta dalla sindaca Marivera De Rosa, che ha spiegato a una platea concentrata e incuriosita il funzionamento del Comune, dal ruolo dell’Organo politico ai diversi settori operativi, con cenni alla nascita della Costituzione e alle conquiste grazie alle quali l’Italia ha potuto prosperare nella democrazia, raccogliendo al termine diversi spunti e richieste da parte dei bambini.

“Abbiamo avuto la gioia di un incontro che ha lasciato tutti noi adulti, ancora una volta, sorpresi e commossi dalla ricchezza di attenzione, profondità, genuino stupore che questi bimbi sanno esprimere”, ha sottolineato la sindaca De Rosa al termine della visita, “La conoscenza e la percezione che hanno manifestato rispetto a temi e contenuti anche difficili, per la loro età, stupisce e ravviva la fiducia nel futuro, sono piccoli cittadini che, possiamo ben sperare, sapranno certamente portare nella Comunità un profondo e prezioso senso civico e capacità di condivisione. É stata un’iniziativa encomiabile, un’uscita didattica di grande valore, e un plauso in particolare va all’instancabile e bravissima maestra Alba, a suor Celestina e a tutto lo staff della scuola dell’Infanzia”.

A conclusione dell’incontro, dopo aver consegnato ai piccoli ospiti sacchetti di caramelle e succhi di frutta, la sindaca De Rosa ha guidato la scolaresca in un piccolo tour tra gli uffici comunali, presentando ai bambini i funzionari e offrendo un breve excursus sulle diverse attività degli uffici visitati.




VELA DAY 2024

Due giorni per scoprire lo sport della vela

Pescara, 31 maggio 2024.  L’1 e il 2 giugno torna l’iniziativa della Federazione Italiana Vela in Abruzzo. Anche quest’anno la FIV, Federazione Italiana Vela, in collaborazione con Kinder Joy of moving e le Società affiliate promuove la cultura del mare e lo sport della vela attraverso l’appuntamento del Vela Day. Un evento dedicato a tutti coloro che, dai sei anni compiuti, vogliono avvicinarsi e scoprire quanto sia affascinante il mondo della vela.

In Abruzzo sono 11 i circoli della IX Zona FIV Abruzzo e Molise che aderiscono all’iniziativa e presso i quali tutti possono andare per provare e conoscere questo bellissimo sport nei giorni di sabato 1 giugno e domenica 2 giugno ossia il Circolo Nautico Francavilla, il Circolo Nautico di Vasto, il Circolo Velico Roseto “Azzurra”, la Lega Navale Italiana Giulianova, la LNI Ortona, la LNI Pescara, il Circolo Nautico Pescara 2018, Svagamente, il Circolo Velico “La Scuffia”, il Circolo Nautico “V. Migliori” di Giulianova e il Circolo Velico Ortona che ha posticipato le giornate al week end successivo il 7, 8 e 9 giugno.

Un’occasione da non perdere per chi vuole capire e provare una barca a vela prima su un simulatore e poi ad andare in acqua al seguito di un istruttore. L’esperienza è gratuita e sarà una vera festa dello sport alla quale possono partecipare scuole, famiglie e gruppi di amici. Ci saranno regali e gadgets per tutti, verrà offerta una tessera della FIV e anche l’opportunità di vedere da vicino giovani atleti che si cimenteranno in dimostrazioni. Non mancheranno iniziative per sensibilizzare sull’importanza della sostenibilità e della protezione dell’ambiente marino. Prima di andare è sempre meglio individuare il circolo e telefonare per prenotarsi.

Daniela Peca




LE VIE DELLA LANA

Iniziato il viaggio del documentario che racconta la civiltà della transumanza, attraverso l’Abruzzo, il Molise e la Puglia 

L’Aquila, 31 maggio 2024. Un viaggio di oltre 240 chilometri, da Foggia a L’Aquila, lungo il tratturo magno ed altri regi tratturi, le vie d’erba che i pastori hanno utilizzato per secoli, assieme a milioni di pecore, dai pascoli estivi sugli altopiani dell’Appennino in Molise e in Abruzzo, a quelli invernali sul Tavoliere delle Puglie. Un viaggio sul crinale tra passato e presente, tra paesaggi e paesi ricchi di tesori nascosti, ricordi, storie di vita di chi ancora oggi esercita il mestiere del pastore, del casaro, della tessitura. Attraverso questa trama, geografica e culturale, la troupe di Kairostudio ha cominciato le riprese de “Le vie della lana”, film documentario destinato al mercato televisivo nazionale e internazionale, pensato come una narrazione unitaria e nei limiti del possibile completa della civiltà della transumanza, che l’Unesco, non a caso, ha dichiarato dal 2019 Patrimonio immateriale culturale dell’umanità.

Per la regia di Daniele Di Domenico, la fotografia Eric Tornaghi, la direzione di produzione di Virginia Liverani e il coordinamento del set di Nicolò Cicala, il progetto cinematografico de “Le vie della lana”  è stato finanziato dall’Unione europea, a valere sui fondi del Next Generation Eu – Pnrr (Transizione Digitale Organismi Culturali), e si fregia del sostegno della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, della Camera di Commercio Chieti e Pescara, del Comune di Cugnoli, e dello sponsor Cantina Marramiero.

“Il nostro obiettivo con questo affascinante viaggio – spiega Daniele Di Domenico – è quello di raccontare il tratturo magno e il territorio che lo circonda, nella sua interezza, in una visione unitaria, alla ricerca di quello che è ancora vivo e presente della civiltà millenaria della pastorizia, per far conoscere ad un ampio pubblico un percorso immateriale, intimo, di una bellezza a tratti sorprendente, che mantiene una grande valenza culturale, e ha un enorme potenziale di valorizzazione turistica. Molte parti di tratturo non esistono più, la grande autostrada d’erba larga quando un campo di calcio, è spesso appena percettibile e leggibile ad un occhio addestrato, lungo paesaggi agrari oggi scanditi dal grano, dalla vite, dall’ulivo e dallo zafferano. Ma lungo i territori che il tratturo attraversava, presenti e visibili sono ancora le tracce di una storia comune  – prosegue il regista -, sedimentata nelle tradizioni, nei dialetti, nella devozione religiosa, nella gastronomia, nella musica. E c’è poi chi ancora, dall’Abruzzo e Molise fino in Puglia, o dalle pianure ai pascoli montani, la transumanza delle pecore ancora la pratica, anche a piedi, come secoli fa, ci sono tanti giovani che hanno deciso di non emigrare e di restare nei piccoli paesi lungo il tratturo, e nell’era della digitalizzazione, e dell’economia 4.0,  hanno aperto aziende zootecniche e casearie, laboratori artigiani della lana e della tessitura”.

Il viaggio, a piedi e in camper, prende dunque l’abbrivio dal Tavoliere delle Puglie e da Foggia, dove il re Alfonso d’Aragona, nel 1447, decise di istituire la Regia dogana della mena delle pecore, riorganizzando una pratica già antica di secoli, quella della transumanza, in un sistema fiscale, logistico e giuridico codificato, attraverso i tratturi, le vie d’erba larghe 111,6 metri, ad uso esclusivo del passaggio, in autunno e poi in primavera, delle imponenti greggi, creando così quella che fino all’abolizione della dogana, ad opera dei francesi, con un decreto di Giuseppe Bonaparte nel 1806, divenne la prima fonte di ricchezza per i regni meridionali. Contribuirono poi in modo determinante al lento declino della transumanza non solo l’abolizione della Dogana, ma anche l’arrivo in Europa a metà dell’Ottocento della lana proveniente dall’Australia, Argentina e Nuova Zelanda. In ogni caso gli ultimi pastori transumanti hanno percorso i tratturi a piedi fino agli anni sessanta del ‘900.

Ulteriori e principali tappe, tra le tante, lungo il tratturo magno e dintorni, sono poi San Paolo di Civitate e Serracapriola, porte d’ingresso ai pascoli del Tavoliere, Guglionesi, con diversivo a Troìa, sul tratturo Celano-Foggia, per documentare la transumanza verticale ancora oggi praticata, e sul Gargano, a Monte Sant’Angelo, per testimoniare la devozione ancora viva per S. Michele Arcangelo, santo e guerriero, comandante in capo delle milizie celesti che sconfissero gli angeli ribelli di Lucifero, protettore delle sorgenti, delle greggi e dei pastori.

Il cammino prosegue in Molise, dove il tratturo corre parallelo al mare, nel tratto di Petacciato, e poi con incursioni nell’entroterra, a Lucito e Civita Campomarano. Infine l’Abruzzo, dal quale arrivavano la maggior parte delle greggi, con tappe a Torino di Sangro, con la sua lecceta e i suoi trabocchi, fino a L’Aquila e agli ancora incontaminati pascoli di Campo Imperatore, attraversando la provincia di Chieti, con stazioni a Lanciano, Bucchianico, e poi ancora, oltrepassato il fiume Pescara, a Rosciano, Cugnoli, Pietranico, svalicando poi gli ultimi contrafforti della catena del Gran Sasso a Forca di Penne, per soffermarsi sulle cristalline sorgenti del Tirino, attraversando poi l’altopiano dei Navelli, con sosta obbligata della chiesa tratturale di Santa Maria de’ Centurelli, da cui partiva il tratturo Centurelle-Montesecco, che solo a Serracapriola si ricongiunge con il tratturo magno, e nell’antica città vestina, e poi romana, di Peltuinum.

Per arrivare quindi a L’Aquila, davanti alla basilica di Collemaggio, dove parte dei greggi si radunavano prima del grande viaggio, e alla scoperta dei sontuosi palazzi degli antichi e potenti armentari. Anche qui con diversioni, geografiche e narrative, in borghi montani centrali nella civiltà della transumanza,  tra la Majella e il Gran Sasso, come Pescocostanzo, Anversa degli Abruzzi, Santo Stefano di Sessanio, Calascio e Castel del monte. Per concludere il viaggio, in quel luogo dello spirito e del silenzio che è la grangia benedettina di Santa Maria del Monte, a Campo Imperatore, che ospitò monaci anch’essi armentari e transumanti.

La forma narrativa de “Le vie della Lana”, è già stata sperimentata per la prima volta da Kairostudio nel 2022, per la realizzazione de “I Giganti del Mare”,  film documentario che racconta l’affascinante storia dei trabocchi, un viaggio di 130 miglia nautiche in barca a vela, lungo le coste di Abruzzo, Molise e Puglia. Andato poi in onda su Raitre, all’interno del programma Geo, totalizzando una media di ascolti superiore al 10% di share, pari a 1 milione di telespettatori, e attualmente distribuito su piattaforma Samsung TV, nei territori UK, US, Irlanda, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Portogallo.

Kairostudio s.r.l. è una società di produzione cinematografica e televisiva impegnata a promuovere i temi della sostenibilità. Dal 2007 collabora con istituzioni, università, centri di ricerca e aziende in Italia e all’estero. Ha partecipato a diversi programmi, nazionali ed europei, per il governo e lo sviluppo del territorio (PSR, Life Plus, Interreg, Agrip). Ha collaborato, tra gli altri, con Rai per programmi storici come Geo e SuperQuark e con Rai Kids per lo sviluppo di contenuti per bambini, destinati ai canali Rai Yoyo e Rai Gulp.




GIORNATA DEL MICROCHIP

Sensibilizzare all’obbligo dell’iscrizione all’anagrafe canina e all’applicazione del microchip

Casoli, 31 maggio 2024.  L’appuntamento è per martedì 4 giugno dalle ore 9 alle ore 12 presso la Sala Polivalente di via Lame. L’applicazione del microchip sarà gratuita per i cani di proprietari residenti nel territorio comunale.

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lanciano Vasto Chieti – Servizio Veterinario, con il Comando della Polizia Locale di Casoli e con i Volontari animalisti. “Il microchip – sottolinea il sindaco Massimo Tiberini – è un dispositivo fondamentale per i nostri amici a quattro zampe in quanto permette di identificare il proprietario in caso di smarrimento, prevenire il loro abbandono ed evitare la rivendita di cani rubati. Tutti aspetti fondamentali per la tutela e la salvaguardia degli animali”.




ARTISTI PER IL MATTA

La ragazza scomparsa e il segreto di Harukà. Sabato 1°  giugno 2024 ore 17.00 | spazio matta: Ingresso gratuito

Pescara, 31 maggio 2024.  Lo Spazio Matta di Pescara si apre ad un appuntamento dedicato ad un pubblico giovanissimo, a conclusione della sezione WAM – Workshop Artistici Matta, e del laboratorio multidisciplinare di teatro e arti visive “Dire Fare Raccontare” ideato e condotto dagli artisti Jörg Grünert e Cam Lecce.

“La ragazza scomparsa e il segreto di Harukà”, sabato 1° giugno 2024, ore 17.00, con ingresso gratuito, presso lo Spazio Matta, in Via Gran Sasso, 57 Pescara, è una spettacolazione, ovvero un’attività teatrale con elementi di spontaneità ed improvvisazione, messa in scena come attività conclusiva dagli allievi del laboratorio.

La storia si richiama ad un immaginario affine alle storie tra fantasy e fantascienza giapponese, tra tipiche del fumetto Manga e della serialità nippo-coreana. Un gruppo di studentesse e studenti del College di Okkaido in Giappone dovrà sconfiggere il malvagio piano della professoressa Harukà. La professoressa giunta da poco al College, vuole utilizzare le grandi doti e capacità degli studenti per risolvere calcoli importantissimi di matematica per il funzionamento dell’Hisekai, un aggeggio di sua invenzione con cui è in grado di mantenere contatti con il mondo parallelo divenuto suo complice per dominare su tutto l’universo. Superando pericoli e insidie dopo tante peripezie i nostri eroi dovranno salvare una ragazza scomparsa e prevalere sulla malvagia Harukà.

La spettacolazione conclude le attività del laboratorio multidisciplinare di teatro e arti visive Dire Fare Raccontare, a cura e condotte dagli artisti Cam Lecce e Jörg Grünert, ideato per far sperimentare un nutrito numero di stimoli ed esperienze volte allo sviluppo delle intelligenze multiple e per promuovere cittadinanza attiva e partecipata dei minori.

È una occasione per condividere con la città i percorsi creativi di formazione e crescita dedicati ai minori attraverso i linguaggi artistici con i Workshop Artistici Matta (WAM). Progetto promosso dalla rete Artisti per il Matta.




UNICA BEACH

Nuovo lancio televisivo Mediaset per la sua riapertura estiva stagione 2024

Giulianova, 31 maggio 2024. Sabato 1° giugno riapre i battenti la spiaggia per cani di Giulianova, UNICA BEACH, contemporaneamente partirà la nuova serie di servizi che Mediaset ha realizzato proprio sul suo arenile, e che saranno trasmessi durante la rubrica del Tg5, L’Arca di Noè, per l’intero mese di giugno.

La conduttrice del programma, la giornalista Marialuisa Cocozza, ha voluto inoltre lanciare la promozione delle nuove puntate, con un post Instagram dedicato al nostro progetto “Il tuo cane è benvenuto”.

La nostra idea di una rete di attività locali che offrono servizi rivolti al pet, sta raccogliendo consensi in tutta la città di Giulianova, nella provincia di Teramo, ma anche Pescara e fuori Regione, nelle vicine Marche. Sammy (dal vocabolo Summer) il cagnolino bianco testimonial dell’iniziativa, viaggia con una valigia contenente un QR-code, dalla cui scansione i turisti posso ricevere info su locali che accettano anche il loro pet, le toelettature presenti in zona, gli ambulatori veterinari più vicini, il recapito del Pronto Soccorso Veterinario, dog sitter, negozi per animali, centri cinofili e tutto quanto può essere utile per trascorrere una “vacanza coi fiocchi” insieme al proprio cane.

Summy è presente nell’adesivo che molti locali stanno esponendo al pubblico con lo slogan “Il tuo cane è benvenuto”.

UNICA BEACH, si riconferma , nonostante l’accanimento rivoltole dall’amministrazione guidata dal Sindaco uscente Ywan Costantini, come volano del nuovo turismo , quello del pet, in progressivo ed esponenziale aumento. Gli assessori al turismo Marco Di Carlo, e al Demanio Gianpiero Di Candido, dovrebbero fare un atto di umiltà e riconoscere la propria cecità davanti alle nuove frontiere che si aprono proprio grazie a questa spiaggia che con tanto livore hanno osteggiato e che vorrebbero far chiudere con le loro aberranti decisioni sul piano spiaggia.

Togliere UNICA BEACH , vorrebbe dire bloccare un’evoluzione in atto , una visibilità che la nostra città non ha mai vissuto in modo così prolungato. Ricordo infatti che siamo ormai alla terza edizione con un totale di dodici servizi andati in onda nell’arco degli ultimi due anni, su rete nazionale in orario di massimo ascolto , all’interno di una delle trasmissioni Mediaset più seguite e con un costante aumento del suo share.

Non siamo l’evento di due giorni che porta turisti per 48 ore e scompare  come una stella cadente lasciando il vuoto. UNICA BEACH ha incrementato i propri fruitori, avviato una rete di collaborazioni da cui tutti stanno traendo vantaggio e offerto visibilità e prestigio su territorio nazionale all’intera città di Giulianova. Questo è davvero fare turismo guardando il futuro.

Sabato 1° giugno diamo inizio alla stagione estiva 2024 e domenica 2 giugno andremo in onda alle ore 13:45  nella rubrica del Tg5, L’Arca di Noè, nella prima delle quattro puntate di giugno sui canali Mediaset. Andare in vacanza con il proprio cane è un’esperienza fantastica per noi e per i nostri amici animali, lo si potrà vivere a UNICA BEACH  e seguire su Canale 5 a L’Arca di Noè!

Dott.ssa Giusy Branella, Medico Veterinario




LA PICIERNO IN ABRUZZO

La vicepresidente del Parlamento Europeo: con l’Europa L’Abruzzo, nel cuore dell’Italia, riveste un ruolo fondamentale nel panorama europeo

Lanciano, 31 maggio 2024. La regione, ricca di storia, cultura e bellezze naturali, guarda con interesse al continente, individuando in alcuni temi chiave le proprie priorità per un futuro prospero e sostenibile. Questi alcuni temi che Pina Picierno affronterà anche con la candidata abruzzese Manola Di Pasquale, Antonio Decaro e alla presenza del capogruppo Silvio Paolucci, di sindaci e dirigenti PD, e i tanti abruzzesi che incontreremo ancora in questa bellissima campagna elettorale di prossimità.

In una fitta agenda di incontri ci confronteremo con cittadini, amministratori, imprese, artigiani, sindacati, lavoratrici e lavoratori, studenti e operatori del terzo settore che conoscono l’importanza vitale di un dialogo stretto, locale ma capace di essere compreso con le istituzioni europee. Tra gli appuntamenti vi saranno diversi incontri pubblici.

Alle ore 12 a Pineto per un incontro largo con amministratori e operatori del territorio. Alle 17:15 si riunirà l’area del centro sud della provincia di Chieti a Lanciano presso il circolo PD per aprire importanti dossier sulla città, sull’automotive e sulla connessione infrastrutturale dell’area produttiva maggiormente sensibile ai temi europei.

Segue poi l’incontro sulla città di Pescara al Teatro Sant’Andrea e l’incontro con le realtà della provincia dell’Aquila alle 20:30 a Barisciano, per chiudere con una bella festa al Parco di Villa Bianca a Scafa alle 21:30. Approfondiremo opportunità e sfide della transizione verde, per cui l’Abruzzo è protagonista storico di un modello di sviluppo capace di coniugare eccellenza industriale e bellezze naturali, alla transizione digitale per connettere l’Abruzzo al futuro, ancora indietro in molte aree regionali. L’Europa ha gli strumenti per favorire la coesione sociale, per costruire una regione per tutti capace di ridurre le disuguaglianze e promuovere l’inclusione sociale, garantendo pari opportunità a tutti i cittadini.

L’Abruzzo deve porre più attenzione alle fasce più vulnerabili, come disoccupati, persone con fragilità e anziani, offrendo loro il sostegno necessario per inserirsi attivamente nel tessuto sociale ed economico e alle zone maggiormente lontane dai servizi. Con un focus speciale sulle aree interne. I Fondi europei devono essere vero sostegno al progresso che serve.

L’Abruzzo deve ottenere di più e spendersi meglio nei programmi europei che mettono a disposizione risorse per supportare la regione. I Fondi strutturali e di investimento europei e il NextGenerationEU rappresentano un’importante opportunità per finanziare progetti strategici in settori chiave come l’innovazione, la ricerca, l’istruzione e la formazione, la connessione infrastrutturale e viaria verso l’interno e per le imprese. Bisogna anche stimolare la regione che programma e applica troppo poco le opportunità. Con Pina Picierno, Antonio Decaro e Manola Di Pasquale l’Abruzzo sarà protagonista nell’Europa del futuro. L’8 e il 9 giugno votando PD, Pina Picierno e i nostri canditati portiamo la voce abruzzese in Europa.




ASPETTI STORICO-ETNOGRAFICI DELLE ARTI PER VIA

[Contributo di Franco Cercone, Aspetti storico-etnografici delle “arti per via”, pubblicato in AA.VV. “ARTI E MESTIERI PER VIA”, Fast Edit, Ascoli Piceno 2007.]

(ndr: Qui viene proposto il contributo nella versione integrale e completa rispetto alla pubblicazione del 2007)

Alla fine di settembre, scrive F. Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise (1788), i paesi molisani “restano spopolati d’uomini, i quali al pari dei pastori calano anch’essi nella Puglia coll’esercitare diverse arti, come di ferrai, di falegnami, agrimensori, scarpai, scoppettieri, fabbricatori, tavernai, fornai, scalpellini, pesatori di lana ecc.”.

Anche per l’allievo del Genovesi non si esaurisce con quelli citati il novero delle arti e dei mestieri, decisamente più numerosi, che sono alla base delle esigenze dei gruppi umani, spesso così variegate e particolari da superare la più accesa fantasia, come appunto i velestrièri (balestrieri) esperti nel bonificare i prati dalle talpe e di cui parleremo in seguito. È un argomento decisamente affascinante quello dei mestieri o delle Arti per via, sul quale è intervenuto di recente anche S. Russo con un lucido saggio dal titolo Montagne e pianura nel Mezzogiorno adriatico (secc. XVII-XIX) ed in cui le ‘Arti per via’ sono viste anche come scambio di attività e servizi particolari fra le popolazioni montanare dell’Appennino e quelle dell’entroterra costiero adriatico.

Questo interscambio di specializzazioni ha modo di manifestarsi fra Abruzzo e Capitanata nell’ambito dell’attività allevatoria. Secondo il Russo la transumanza, a fronte dei circa 30.000 pastori “al servizio nel Tavoliere dei locati abruzzesi, molisani, della Basilicata e del Principato Ulteriore” costituiva un fenomeno di ristretta dimensione rispetto per es. a quello della discesa in Puglia delle numerose ‘compagnie’ di mietitori, che erano state precedute da quelle dei seminatori.

Sicché N. M. Cimaglia poteva affermare nel suo Saggio Della natura e sorte della coltura delle biade (Napoli 1790) che “in Capitanata un popolo ara e semina, un popolo diverso miete, e un altro trebbia”. Questa cultura della mobilità, legata all’esercizio di diverse arti, trova dunque proprio nei tratturi un proscenio ideale che permette una loro nitida identificazione.

 Queste arterie erbose non erano percorse solo dai pastori, che a loro volta si trasformano nelle varie locazioni in ulteriori specialisti come i caciai, bassettieri, fiscellari, tosatori (quest’ultimi diventati così rari da venir reclutati oggi dagli allevatori abruzzesi e molisani in Nuova Zelanda ed Australia), ma da tanti “artieri”, esperti nei più diversi campi e capaci di soddisfare in una collettività i bisogni che diventano sempre mutevoli con l’inesorabile trascorrere del tempo.

Fin dal periodo romano le persone che svolgevano lo stesso mestiere appaiono organizzate in speciali corporazioni dette Collegia e tali erano in periodo medievale le Arti, associazioni riunite di norma in una Confraternita, regolate da “Statuti” e composte da artigiani che svolgevano spesso la medesima attività in una via che da loro prendeva appunto il nome.

La toponomastica delle città antiche ha tramandato spesso i nomi di tali attività, come per es. a L’Aquila, dove esiste tuttora la Via degli Scardasseri, le maestranze appunto che erano addette alla cardatura della lana con lo scardasso, attrezzo con cui secondo una leggenda agiografica fu martirizzato San Biagio e diventato in seguito attributo iconografico del Santo.

In passato tali “congreghe professionali” avevano per lo più la loro “sede sociale” presso le chiese più rappresentative della città. A Sulmona per es. la confraternita dei calzolai aveva la propria sedenella Chiesa della SS. Annunziata ed era riunita nella “Congrega del Corpo di Cristo”.

Tali congreghe o “pie associazioni laicali” svolgevano secondo una diffusa costumanza in Italia   una preminente quanto importante attività sociale e dato che si è fatto cenno all’attività calzaturiera va ricordato che a Venezia la Confraternita dei calzolai aveva la propria sede a Campo San Tomà e proprio in un sacro edificio in cui, secondo la tradizione, San Marco aveva guarito un calzolaio islamico, convertitosi in seguito al cristianesimo.

Vi sono attività per le quali parlare di mero artigianato può sembrare tuttavia alquanto riduttivo.

Quando si parla infatti di orafi, ebanisti o di altri mestieri che si apprendono comunque in una bottega posta per via, ci riferiamo ad attività decisamente rilevanti dalle quali scaturiscono spesso dei veri e propri capolavori. Pertanto solo un “tono psicologico”, come sostiene B. Croce, può erigersi a metro di giudizio fra arte ed artigianato. Così per soffermare la nostra attenzione a tre particolari aree quali il Piceno, l’Abruzzo ed il Molise, vi sono delle località come per es. Agnone, Sulmona, Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele e la stessa Ascoli Piceno le quali hanno toccato nel settore dell’oreficeria livelli di massima espressione artistica. Non meno preziosi risultano nel campo dell’ebanisteria alcuni reperti venuti alla luce in una villa romano-bizantina sita presso il Casino Vezzani, in tenimento di Ortona a Mare, e risalenti al VII- VI secolo. Essi sono conservati oggi nel magnifico museo bizantino realizzato nel Castello di Crecchio (Ch.) e ci testimoniano l’eccezionale valore artistico raggiunto dai Collegi lignarii, la cui attività  viene ereditata e proseguita in periodo medievale dalle Congreghe degli ebanisti che realizzeranno, specie nell’Italia centrale, pulpiti, cori, organi ed altri arredi lignei civili e chiesastici considerati oggi (si pensi per es. alle opere di Ferdinando Mosca di Pescocostanzo) dei veri e propri capolavori.

Altri settori in cui l’artigianato di bottega (per mutuare una felice espressione del Croce) assurge a livelli artistici sono quelli del ferro battuto e della ceramica. Capolavori in ferro battuto si rinvengono come è noto a Pescocostanzo, dove un artigiano locale – così narra una leggenda del luogo – aveva scoperto nel XVIII secolo una particolare erba che riusciva addirittura a piegare il ferro! Pertanto, sull’architrave della sua modesta bottega fece scolpire il motto Etenim non potuerunt mihi, che tuttora si può ammirare sulla facciata del piccolo edificio, posto sulla sinistra della scalinata che porta alla magnifica Collegiata.

Grande rilevanza assume in Abruzzo l’attività della ceramica, di cui Paolo Toschi individua in un lucido saggio (Pagine abruzzesi, L’Aquila 1970) due anime, perché “dalla semplice fornace del vasaio rurale si passa a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio”, con singoli vasi o “servizi” composti da più pezzi, prodotti nelle botteghe di Faenza e Castelli, località quest’ultima dove operano forti personalità appartenenti alle famiglie dei Grue, dei Fuina, dei Gentili e dei Cappelletti cui si devono veri e propri capolavori nell’arte figulina.

La ceramica d’uso, o come scrive il Tosti “la ceramica rustica” è una attività che predomina in tutto il regno di Napoli e soprattutto nei centri marittimi della Campania. Soffermando lo sguardo nell’area abruzzese-molisana, quella che in tale sede maggiormente interessa, va rilevato come fossero ancora importanti negli Anni Sessanta del secolo scorso alcuni centri di produzione di ceramica d’uso, come per es. Palena, Anversa degli Abruzzi, Torre dei Passeri ed altre località molisane fra cui Campobasso e Guardia Regia, dove persistono oggi aziende familiari di pentolari nelle cui botteghe si producono tegami rustici di creta, modellati in torni ancora azionati con i piedi.

Il segreto della sopravvivenza di queste aziende familiari risiede proprio nella produzione delle cosiddette terraglie, ampiamente utilizzate oggi come recipienti da cucina. L’arte sta riprendendo vigore sia per la diffusa convinzione che i tegami di coccio siano più igienici rispetto a quelli metallici, sia perché la gastronomia tradizionale ne prescrive obbligatoriamente l’uso per i brodetti di pesce e per la cottura dei legumi.

Queste due anime della ceramica, quella rustica e quella artistica, sono state ben evidenziate dal Toschi, il quale sottolinea nel saggio in precedenza citato come in Abruzzo, Molise e Campania (in quest’ultima Regione la produzione delle “terraglie da cucina” è assai rilevante a Camerota) si passi oggi “dalla semplice fornace del vasaio rurale, di antica tradizione, a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio, industrialmente attrezzato”.

Caratteristica appare nei vasai rurali la produzione di particolari oggetti votivi, come i campanelli (per la ricorrenza per es. di Sant’Egidio,1° settembre) ed i fischietti, oggetto di approfonditi studi da parte di Vito Giovannelli, il quale ha evidenziato come quest’ultimi fossero prodotti anche a Castelli ed anzi alcuni tipi in particolare, come quelli “bitonali”, risultano simili ai fischietti rinvenuti in alcune tombe della necropoli di Campovalano.

 Fino a tempi recenti esistevano in Abruzzo centri specializzati nella produzione di tali oggetti, come per es. Anversa degli Abruzzi e Nocella, frazione di Campli. Così Luigi Braccili, nel saggio Arti e mestieri in Abruzzo (1988), scrive che gli abitanti di Nocella venivano chiamati addirittura i figli della creta. L’aspetto cromatico permette spesso, come avverte P. Toschi, di individuare il luogo di produzione delle ceramiche. Così quelle di Palena si distinguevano per brillantezza di smalti e vivacità di colori. Inoltre, la decorazione era sempre a fiori o gruppi di fiori stilizzati, “dipinti con rozzo pennello e talora a goccia con un pezzetto di spugna sostenuto da una cannuccia”. Le forme più in uso sono i boccali trilobati, versione moderna degli antichi oinokòe, fiaschette, borracce piatte o “a ciambella”.

Siamo di fronte ad una diversa destinazione d’uso di tali prodotti, rispetto alle ceramiche di Castelli, nelle quali sottolinea il Toschi i colori predominanti sono il giallo, il turchino e il verde, mentre il rosso appare nel corso dell’Ottocento.

Rispetto all’umile ceramica di Palena o Guardia Regia, quella di Castelli sembra aver privilegiato la produzione di “servizi” non destinati per il costo elevato ai ceti indigenti. Ne fanno fede i reperti recentemente esposti ed appartenenti al Museo Ermitage di San Pietroburgo, dove Piatti, Albarelli, vasi – soprattutto quelli da farmacia – fungono da cornice a rappresentazioni floreali di grande respiro. Ciò spiega il motivo per cui sia svanito dall’orizzonte dei vasai castellani l’interesse per una particolare arte come quella delle statuine destinate ad animare la scenografia ed il paesaggio dei presepi. In questo particolare settore dell’arte figulina emerge la figura di un singolare artista di Pacentro, Giuseppe Avolio, cui si deve la produzione di figure femminili colte nelle caratteristiche fogge di vestire delle diverse località peligne. Si tratta di documenti etnografici di primaria importanza, delle vere e proprio “foto a colori” ante litteram e disperse purtroppo fra le varie collezioni appartenenti a privati e ad antiquari, sicché non sono pochi gli studiosi che si augurano di poter ammirare un giorno queste statuine in una mostra da organizzarsi eventualmente nella Cattedrale di Chieti, dove è conservato appunto il presepe Valignani risalente alla seconda metà del ‘500. Nelle statuine, riproducenti fedelmente le fogge di vestire femminili di diverse località peligne, G. Avolio mette in risalto ove possibile anche gli ornamenti muliebri d’oro o di corallo, come per es. “orecchini a navicella, odorini e fialette per profumo, anelli di fidanzamento (detti testoni) … e i finissimi lavori di filigrana”, tipologie ben evidenziate e studiate da E. Mattiocco e A. Gandolfi in Ori d’Abruzzo.

I paesi molisani di origine “schiavona” sono quelli in cui ancora oggi si conserva la tradizione della tessitura a mano fatta su telai di legno. I prodotti (coperte, stuoie, tappeti rustici ecc.) si contraddistinguono per la vivacità dei colori e la peculiarità dei disegni che animano ad onor del vero anche le coperte realizzate a Taranta Peligna e Sulmona.

Una particolare attività artigianale, che quando è bel tempo viene esercitata sugli scalini d’ingresso alle abitazioni e pertanto può essere ascritta fra le arti per via, è quella del merletto a tombolo, mai svanita in Italia e diffusa ovunque da Burano alla Sicilia. Studi e ricerche hanno messo a fuoco particolari aspetti di quest’arte antica e per quanto concerne l’area abruzzese-molisana gli esperti parlano di “pizzi e merletti a tombolo di Isernia, di Scanno, di Pescocostanzo, di merletti aquilani” ecc. nei quali sono messi in evidenza caratteristiche con toni spesso da blasone popolare.

A Napoli in particolare i merlettai formavano nel corso della seconda metà del ‘500 una categoria prestigiosa di artigiani, organizzati in Arte e titolari di una Cappella a Santa Marta.

Una efficace descrizione dei vari tipi di merletti (detti pezzille), fra cui quelli cosiddetti “a dieci fuselli”, si rinviene nel poemetto “Micco Passero ‘nnamurato”, di G. Cesare Cortese (Napoli 1638) e qualche studioso, come per es. A. Cirillo-Mastrocinque, propende nel saggio Usi e costumi a Napoli nel ‘600 per il fenomeno di monogenesi e dunque di diffusione di tale arte anche a Napoli:

 “Il merletto – sottolinea la storica napoletana – arriva a Napoli in tutte le sue espressioni e per vie diverse, ma i fuselli passano per quelle d’Abruzzo, dove nel XVI secolo una colonia di merlettai veneti avrebbe iniziato all’arte gli abitanti di Pescocostanzo, creando un primato regionale che dura ancora oggi”.

Più che un fenomeno di monogenesi e diffusione, l’arte del merletto sembra risalire per altri studiosi al fenomeno contrario di poligenesi ed evoluzione, che riguarda anche altri importanti aspetti della cultura materiale. Si pensi per es.- dato che abbiamo avuto modo di farne cenno in precedenza – alle conche di rame, che possiedono ciascuna una particolarità stilistica (conca laziale, abruzzese ecc.) e la cui funzionalità scompare con la costruzione in tutti i paesi delle reti idriche, le quali in Italia si possono considerare ultimate intorno agli Anni Sessanta del secolo scorso.

 È un argomento questo decisamente importante e collaterale all’artigianato dei nostri giorni: molti oggetti d’uso sono ancora prodotti oggi come un tempo nelle botteghe ed esposti en plein air, ma la loro antica destinazione d’uso è stata per così dire stravolta, dando luogo a quel complesso fenomeno socioeconomico che G. Profeta e V. Lanternari chiamano di “transfunzionalità” degli oggetti d’uso e del quale occorre necessariamente far un breve cenno.

 La transfunzionalità degli oggetti d’uso

 Come si è detto in precedenza le arti e i mestieri si estrinsecano nell’espletamento di servizi, si pensi all’arrotino, allo spazzacamino ecc., oppure nella produzione di una vasta gamma di oggetti d’uso. Molti di essi, dalle conche di rame ai ferri da stiro a carbone, per tacer dei piatti grandi di ceramica rustica, sono oggi assai richiesti ma per usi diversi da quelli tradizionali. Esposti anche per via in botteghe che vendono oggetti simili ma ormai prodotti in serie, essi hanno perso la loro originaria destinazione d’uso ed a causa di un fenomeno chiamato come si è detto di “transfunzionalità” vengono utilizzati oggi per lo più a scopo di arredamento.

 Così le antiche ceramiche rustiche pendono oggi alle pareti al posto di quadri, mentre cornici di vario materiale racchiudono merletti a tombolo non più destinati al ruolo di centrotavola.

Le conche di rame sono diventate portaombrelli o vasi per fiori, i vecchi ferri da stiro a carbone oppure i bracieri di rame si sono trasformati in soprammobili o fioriere, fino agli scaldaletto che maliziosamente chiamati un tempo “Zi préute”, sono adibiti a contenitori di noci e castagne.

Questo mutamento della destinazione d’uso, fenomeno interessante ma poco studiato, caratterizza anche il settore del ferro battuto, che soprattutto  in Abruzzo e Molise vanta rinomati centri come Chiarino (Teramo), Penne, Agnone, Pescocostanzo ecc. ed ha trovato  un nuovo  quanto insperato incremento produttivo nello sviluppo edilizio dei centri turistici montani, nei quali gli appartamenti  vengono arredati con suppellettile per lo più in ferro (sono sempre presenti ovviamente gli alari nel camino)  ed arredi vagamente ispirati a modelli rustici, nel tentativo di personalizzare l’ambiente e sottrarlo alla monotonia ed allo squallore degli oggetti prodotti in serie. Si affacciano a nuova vita anche i canestri, oggi ovunque prodotti ed adibiti talvolta a portariviste, ma anche a funzioni naturali come porta-frutta e verdure.

L’arte dei canestrai era ed è tuttora assai diffusa nel mondo rurale, specie dove è agevole approvvigionarsi di vimini o di canne. Le località che vantano una antica tradizione nel settore sono numerose in Abruzzo ed in Molise è famosa Riccia (Campobasso), dove sussistono maestranze esperte nel rivestire di corde vegetali gli enormi recipienti fittili destinati alla conservazione del vino.

Il Braccili ricorda nel saggio in precedenza citato i “canestrari’ di San Vincenzo Valle Roveto e sottolinea che “con i canestri le donne abruzzesi effettuano ancora oggi l’antico rito dei donativi, cioè l’offerta votiva delle primizie dei campi fatta in modo professionale nelle ricorrenze religiose,

soprattutto nei mesi di maggio e giugno.

 Nel regno di Napoli: antichi “mestieri per via”

Nei suoi “Documenti per la storia, le arti e le industrie delle Province Napoletane” (Napoli 1883-1891) G. Filangieri ci ha lasciato una fondamentale opera sugli antichi mestieri per via ancora presenti non solo a Napoli ma anche nelle Province dell’ex regno. Mestieri strani, talvolta paradossali e comunque preposti a soddisfare esigenze della collettività, arti che sfuggono – come scrive E. Variali in un lucido saggio dal titolo Mestieri e mestieranti. Gli ambulanti di Napoli (Napoli 2003) – ad ogni tentativo diretto ad elencarli o classificarli. Tuttavia per la loro straordinaria particolarità vogliamo far cenno ad alcune di tali arti per via iniziando proprio con i barbieri ambulanti, eredi di quei tonsores romani che non esercitavano l’arte nella tonstrina (oggi diremmo nel “Salone”) ma lungo i vicoli urbani, come dice appunto Marziale, richiamando clienti da pelare con il classico grido: tonsor!.., ripetuto più volte. Nei centri più importanti delle varie ‘Province Napoletane’ il barbiere ambulante era accompagnato spesso dalla moglie, quando costei esercitava l’arte della capéra, cioè della parrucchiera, dei cui servizi approfittavano non solo le “popolane” ma anche le donne del ceto borghese fino agli inizi del ‘900.

Particolare era a Napoli il mestiere del chiagnazzàro, ancora in auge nella prima metà del ‘900, un personaggio che dietro una modesta somma di denaro si recava nei cimiteri a “piangere sulle tombe dei cari estinti”. In Abruzzo e Molise questo compito era affidato fino alla metà del secolo scorso a gruppi di donne, “lamentatici pubbliche ed eredi dell’antica arte delle prefiche, le quali avevano anche il compito di “raccontare” coram cadavere i fatti più salienti della persona morta.

La narrazione degli episodi della vita del defunto avveniva in forma scomposta, lamentevole e con lo strappo apparente dei capelli, non disgiunta dall’atto fittizio di graffiarsi il viso. È l’antico modo di urlare la morte, quasi per esorcizzarla, dentro la dimora dell’estinto e cancellato solo in tempi recenti da un sommesso pianto sciolto nelle fredde camere mortuarie dei nostri ospedali, dove non si può per sopravvenute convenzioni sociali “lamentare la morte”.

Mestieri strani, dicevamo, che sorgono tuttavia in funzione dei bisogni dell’uomo e pertanto appaiono sempre mutevoli sul proscenio della storia, adattandosi alle continue esigenze dei tempi che ne determinano la nascita ma anche la fine. È il caso per es. del portatore d’acqua, felicemente colto da F. Palizzi su un mulo carico di botti e da A. Carracci mentre trasporta sulle spalle due tinozze di legno (Acquarolo d’acqua). Il mestiere dell’acquarolo è ancora presente nei primi anni del ‘900 a Napoli, come dimostra una Cartolina di B. Cascella, ed è particolarmente prezioso lungo l’Appennino, dove fin dal medioevo la costruzione di castelli o castra è condizionata dalla presenza nelle vicinanze di sorgenti d’acqua. A Pratola Peligna l’unico “liquido” a disposizione del ceto rurale, prima della costruzione della rete idrica, era il vino e con esso si lavavano i bambini appena nati, donde la credenza sovrastrutturale che il bagno con il vino fortificasse i neonati.

Altro tipico “artiere” era l’ombrellaio di Secinaro, che a tale specializzazione sommava altre due attività, quelle di accomodare gli “ingegni” (cioè le chitarre per maccheroni, chiamate soprattutto nel Chietino carrature) e risanare tegami e piatti di coccio lesionati, mediante una particolare cucitura fatta con ferro filato dolce. Fra le particolari arti per via vanno ricordate quella degli ‘mpagliasegge, mestiere esercitato anche da donne, come si evince da uno splendido disegno di Filippo Palizzi, e quella dei costruttori dei famosi “ddu bbotte”, cioè gli organetti gioviali e villerecci: grandi protagonisti un tempo delle feste sull’aia, in questi ultimi tempi sono oggetto di grande attenzione anche da parte degli studiosi di strumenti musicali. Costruiti un tempo ad Atri, Casoli ma anche in altre località molisane, la loro produzione è oggi notevolmente aumentata e si registrano in occasione di manifestazioni estive anche gare che vedono la partecipazione soprattutto di giovani, affascinati dal suono di questo particolare strumento.

Laltro suono è stato il titolo di una trasmissione radiofonica sulle musiche etniche, assai in voga qualche lustro fa, la cui sigla musicale era costituita da un brano suonato appunto da una zampogna. Lo strumento evoca automaticamente alla nostra memoria il periodo natalizio e le novene davanti alle edicole votive, ben raffigurate dal Pinelli. Lo strumento, come sappiamo, è molto antico e ne parla addirittura Esiodo (IX- VIII sec. a. C.) ne “Le Opere e i Giorni”. In Abruzzo si rinviene raffigurato lungo il fregio della facciata della Chiesa della SS. Annunziata (quella del XIV sec.), in una statua lignea del Museo Nazionale a L’Aquila ed in un quadro cinquecentesco conservato nella Chiesa di San Franco, ad Assergi.

Scapoli, in Prov. di Isernia, viene riconosciuta come centro importante di fabbricazione a livello artigianale della zampogna e sulla storia di questo straordinario strumento, insegnato oggi nei Conservatori musicali, vi sono fondamentali lavori fra cui vanno segnalati: M. D’Alessandro-V. Giovannelli e A. Piovano, La zampogna in Abruzzo (Pescara 2003) e V. Giovannelli, La zampogna zoppa negli Abruzzi (Pescara 2004). Le citate opere, cui vanno aggiunti i due volumi di M. Gioielli dal titolo “La zampogna. Gli aerofoni a sacco in Italia” (Isernia 2005), stanno rilanciando decisamente l’importanza del “bucolico” strumento, utilizzato da Brahms in alcune sue notissime composizioni.

Strani mestieri

Se soffermiamo la nostra attenzione sulla voce Mestieri, contenuta nell’Indice della fondamentale opera di G. Profeta, “Bibliografia della cultura tradizionale del popolo abruzzese” (L’Aquila, 2005), si resta sorpresi dalla mole incredibile delle attività esercitate talvolta con grande inventiva per soddisfare i bisogni dei singoli o della collettività, sempre mutevoli in rapporto ai tempi.

Se alcuni mestieri, come per es. quello dell’arrotino, del calzolaio, dell’ombrellaio ecc., rientrano nel concetto di Arti e mestieri per via, ve ne sono altri, più specialistici, che sono stati sempre esercitati nel chiuso di umili botteghe, come quelle dei sarti, dei barbieri, delle tessitrici, degli orafi, falegnami e via dicendo, con la partecipazione di alcuni elementi della famiglia e con discenti attivi in bottega per “imparare l’arte”.

E’ la piazza tuttavia che offriva nei giorni di mercato una rassegna straordinaria delle arti e dei mestieri più vari e che costituiva – come scrive G. Brandozzi – “uno straordinario palcoscenico anche per l’ingegnosa sopravvivenza del proletariato urbano”, fatta fino a qualche secolo fa di venditori di pozioni medicamentose, di indovini che facevano estrarre a pappagalli addomesticati ‘la pianeta’ o la cosiddetta ‘sorte’, cantastorie ecc. i quali riuscivano spesso a carpire al mondo rurale buona parte del guadagno ricavato dalla vendita dei prodotti dei campi.

Quali fossero nel regno di Napoli e nello Stato della Chiesa queste “perfide arti per via, che facevano impallidire persino i venditori di almanacchi come il Barbanera di Foligno, sono quelle indicate in quegli straordinari documenti etnografici che sono appunto i Sinodi Diocesani.

Ve n’è uno in particolare, celebrato nel 1715 dal vescovo di Valva e Sulmona, Bonaventura Martinelli,nella Cattedrale di Sulmona e pubblicato due anni dopo a Roma sul quale va spesa qualche parola. Fra le prime Arti ad essere condannate dal vescovo troviamo quelle esercitate da “malefiche fattucchiere”che vanno in giro vendendo polveri ritenute capaci di effetti straordinari, come l’impotentia  generandi, o di causare “damnum notabile”’ a persone, animali (fattura semplice oppure ‘a morte’) ed alle stesse messi sui campi. Vengono poi le persone che esercitano l’arte di predire il futuro, quelle che speculano sulla “vana lucri thesaurorum prurigine”, vendendo bastoni ritenuti capaci di scovare tesori nascosti e coloro che esercitavano (con probabile allusione ai Sandomenicari o Sanpaolari) l’attività di immunizzare con particolari rituali le persone dal morso ofidico, particolarmente temuto nel mondo rurale.

Insomma, nessun aspetto del vasto e complesso mondo magico-religioso sfugge alla attenta analisi e condanna del vescovo B. Martinelli. Ma nel mondo rurale i bisogni insorgenti e l’esigenza di soddisfarli erano così numerosi e straordinari che il Filangieri non esita a definirli “impossibili dal ben enumerarli”. Si pensi per es.- come già accennato – ai cosiddetti velestrièri (balestrieri) di Villalago (L’Aquila) e di Montenero Valcocchiara (Isernia), esperti nel bonificare i terreni pascolativi dalle dannose talpe mediante particolari trappole costituite da “balestre di canna secca” che scoccavano sottilissime ma mortali frecce di canna. V’erano poi i costruttori di arche, composte da doghe di faggio ed assemblate senza l’uso di chiodi, in modo da essere composte e scomposte agevolmente e facili da essere trasportate sulle vetture, termine con cui si indicavano non le attuali automobili ma animali da trasporto come asini e muli. Gli arcari lavoravano per via ma essenzialmente ai margini dei boschidi faggio e della loro attività ci parla fra’ Serafino Razzi nei suoi Viaggi in Abruzzo, allorché nel 1575 sosta a Farindola (Pescara), le cui maestranze erano specializzate nella costruzione di tali ingegnose madie, utili per la conservazione del grano, del pane e dello stesso corredo femminile.

Le arche, come si apprende da Francesco Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise venivano costruite anche a Guardia Regia (Campobasso) ed una loro descrizione dettagliata non disgiunta dalle molteplici finalità d’uso si deve ad A. Clementi nel Saggio dal titolo L’organizzazione demica del Gran Sasso nel Medioevo (L’Aquila 1991). Queste particolari “madie”, che poggiano su “quattro piedi”, costituiscono uno dei tanti esempi di inefficienza amministrativa regionale con cui vogliamo concludere queste nostre note sulle Arti e mestieri per via.

 Vi sono infatti alcuni manufatti artigianali destinati a non tramontare mai ed a sfuggire all’oblio cui il tempo tenta di condannarli. È questo proprio il caso delle arche, i cui pochi esemplari superstiti sono gelosamente custoditi dai loro proprietari ed adibiti ancora oggi alla conservazione del pane o del tovagliato di casa.

Questi “reperti” – per mutuare un felice pensiero del De Saussure – sono paroles che meritano di essere reinserite nella nostra langue, la quale deve prevederne la medesima ed antica destinazione d’uso. Ma nessun progetto è stato presentato a tal riguardo da paesi montani abruzzesi o molisani agli Organi Comunitari Europei, i quali costantemente stanziano fondi diretti al recupero di tali attività produttive. La povertà di idee non ha diritto a versare lacrime ed a lamentare l’inesistenza del lavoro. Pertanto, non tutte le Arti per via vanno viste come attività del passato, da dimenticare o considerare irripetibili: infatti alcune di esse possono essere reinserite con profitto nella nostra società grazie al ‘carattere di perennità’ insito in alcuni elementi naturali, come appunto il legno, il ferro e la ceramica, mediante i quali l’uomo ha segnato mirabili tracce del suo passaggio nel difficile sentiero della storia.              

Franco Cercone




SERVIZIO DEI PARCHEGGI A PAGAMENTO

Nuova gestione a Roseto degli Abruzzi

Roseto degli Abruzzi, 31 maggio 2024. Nuovo gestore per il servizio dei parcheggi a pagamento di Roseto degli Abruzzi. A partire dal prossimo 1° giugno, infatti, sarà la Sis Mobility Solutions ad occuparsi del servizio di fornitura a noleggio, installazione e manutenzione ordinaria dei sistemi di esazione delle tariffe per le strisce blu cittadine.

Sis Mobility Solutions, che subentra alla Aj Mobilità secondo quanto stabilito dal principio della rotazione, è un’azienda leader nel settore della sosta stradale a pagamento, con più di 120mila stalli di sosta gestiti in 180 città italiane, 400 dipendenti, un volume di utenti pari a oltre sei milioni all’anno.

I lavori di sostituzione dei 44 parcometri presenti su tutto il territorio, necessari dopo il cambio di gestione, saranno avviati da parte dell’azienda nei primi giorni della prossima settimana e, per questo motivo, il servizio sarà sospeso dal 1° giugno fino alla completa attivazione delle colonnine, che sarà opportunamente annunciata dall’Amministrazione Comunale e che dovrebbe avvenire intorno al 9 giugno.

Confermati tutti i servizi a disposizione degli automobilisti, compresi gli abbonamenti e la possibilità di pagare attraverso le apposite applicazioni.

LE TARIFFE. Confermati i periodi di corresponsione della tariffa che nella zona del Lungomare si dovrà pagare dal 1° giugno al 15 settembre, mentre nel resto della città le strisce blu sono in vigore per tutto l’anno.

Le tariffe applicate su tutto il territorio sono le seguenti:

– Tariffa di un’ora: € 1,00 – con possibilità di frazionamento dell’ora, con un minimo di 30 minuti;

– Tariffa giornaliera: € 5,00;

– Tariffa settimanale: € 10,00;

– Tariffa mensile residenti e commercianti, loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 15,00;

– Tariffa mensile non residenti: € 40,00;

– Tariffa bimestrale residenti e commercianti, loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 25,00;

– Tariffa abbonamento bimestrale non residenti: € 70,00;

– Tariffa abbonamento trimestrale residenti e commercianti loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 30,00

– Tariffa abbonamento trimestrale non residenti: € 85,00;

– Tariffa abbonamento annuale residenti e non residenti: € 120,00;

– Tariffa mensile per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 50,00.

– Tariffa bimestrale per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 90,00;

– Tariffa trimestrale per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 130,00.

LE ESENZIONI. Non è dovuto il pagamento della sosta per le domeniche e per gli altri giorni festivi compresi nel periodo tra il 16.09 e il 31.05 dell’anno successivo.

Sono esclusi da tutti gli obblighi e limitazioni della sosta a pagamento le auto elettriche; i veicoli al servizio dei soggetti diversamente abili; i veicoli delle forze di polizia e i mezzi di soccorso e di emergenza; i veicoli comunali e di imprese o ditte in servizio per conto del Comune; i veicoli appartenenti ad enti pubblici o imprese di servizio pubblico.

LE NOVITÀ. Con disposizione di Giunta Comunale, inoltre, è stata istituita la sosta gratuita di quindici minuti di per tutte le aree soggette a sosta a pagamento, che si potrà utilizzare una sola volta al giorno per targa – cosiddetta “sosta gentile”, con l’obiettivo di agevolare le commissioni veloci.

Inoltre, per allineare il costo della tariffa giornaliera alla disciplina oraria della sosta, è stato stabilito che la tariffa giornaliera oraria, che attualmente ricomprende il tempo intercorrente dalle 9:00 e alle 20:00, sia estesa, a pari costo, nella stagione estiva, dalle 9:00 alle 24:00.

Entrambe le disposizioni entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.




IL VESTITO BUONO

Pescara, 31 maggio 2024. Mentre piazza Sacro Cuore acquisisce ogni giorno di più la sua nuova forma, in un deposito di Montesilvano si accumulano le pietre di Luserna che prima la lastricavano. I materiali possono essere recuperati, se di valore, e la nostra pietra pregiata è pronta per una nuova commercializzazione e nuova vita.

La pratica di recupero è lecita, ma la domanda è: quanto è stato opportuno?

Materiale di pregio è stato cambiato con nuove betonelle, utilizzando i fondi del PNRR, azione 5, del Ministero dell’interno, per la coesione sociale, e per l’occasione si è modificata l’intera piazza.

I fondi del PNRR che sono stati usati sono fondi che normalmente sono per le periferie, ma qui sono stati impiegati di fatto per ricambiare ancora una volta la pavimentazione della nostra cara Piazza. Era opportuno?

La pavimentazione della piazza in pietra Luserna era stata realizzata circa 15 anni fa. In alcuni punti era ammalorata, ma si potevano fare benissimo degli interventi mirati di risanamento. Gli alberi di leccio erano in vita, si potevano curare e far sì che avessero nutrimento e acqua e le famose cure colturali per farli riprendere adeguatamente nelle grandi aiuole di circa 700 mq.

Ma si è deciso di utilizzare quei fondi per le periferie e rifarci il vestito nuovo, quando quello che avevamo era buono e di pregio, come dimostra la rimessa in vendita del materiale. Un po’ come dire che abbiamo nostro figlio con le carie, e il denaro che avremmo speso per la cura, assolutamente necessaria, l’abbiamo invece utilizzata per tinteggiare la casa. Era opportuno?

Si dice che è stato fatto per la mitigazione all’isola di calore, ma come già raccontato, la cementificazione delle grandi aiuole, l’eliminazione quindi della continuità del sistema suolo-alberi-arbusti, di fatto ha peggiorato la situazione, essendo l’indice di cementificazione maggiore.

Ci dicono che questo cemento e anche le betonelle sanno fare pure il caffè, ma niente compensa il sistema suolo-albero-evapotraspirazione che abbiamo perso. Dicono “tanto paga il PNRR”, ma non dicono che in fondo ci fanno solo lo sconto, visto che il 70% è a nostro carico.

Amministrare significa essere responsabili di quello che si ha, per il bene della collettività. E così cari cittadine e cittadini, per chi vuole, ora abbiamo addirittura l’occasione di comprarci un pezzettino del nostro salotto buono, la pietra Luserna che avevamo già pagato a suo tempo, ma volete mettere che soddisfazione ora poterla portare a casa!




MEDAGLIA E TROFEI

Creazioni per la Bcc Half Marathon Costa dei Trabocchi

Lanciano, 31 maggio 2024. La Bcc Abruzzi e Molise, l’Associazione Podisti Frentani e il Liceo artistico “Palizzi” di Lanciano – seppur con peculiarità e ruoli differenti – sono riusciti in un significativo progetto di collaborazione che vede protagonisti lo sport, l’arte e il territorio. Nell’aula magna dell’Istituto, tra l’emozione di studenti e professori, è stata presentata la medaglia realizzata per la seconda edizione della Bcc Half Marathon della Costa dei Trabocchi, competizione che si svolge in autunno (la prossima è fissata al 27 ottobre 2024, con partenza dal porto turistico di Ortona e arrivo al lido di Fossacesia Marina) lungo la Via Verde, un appuntamento diventato per molti già irrinunciabile, anche per lo scenario naturalistico che offre.

 Successo ricordato dalla presidente dell’associazione, Paola Zulli che ha tenuto a ribadire il ruolo fondamentale della Bcc, che ha subito abbracciato il progetto condividendone gli obiettivi. “La gara, certificata Bronze dalla Federazione italiana di Atletica leggera – ha spiegato Zulli – ha avuto dalla prima edizione una grande risonanza per la partecipazione di più di 800 atleti giunti da ogni parte di Italia, per godere della vista di scorci unici lungo il litorale, per 21 chilometri”.

“La nostra banca ha una forte connotazione sociale, non solo economica – ha evidenziato Fabrizio Di Marco, direttore generale dell’istituto di credito, che ha sede centrale ad Atessa – e quindi gli investimenti vengono fatti sui territori perché siamo convinti che il benessere di tutti è il benessere della comunità, così come crediamo nell’importanza di promuovere il territorio. La mezza maratona è l’occasione per far conoscere ai tanti arrivati da fuori regione le bellezze del nostro litorale e pensiamo anche a quanto sia importante valorizzare lo studio e il lavoro dei giovani: per questo abbiamo avviato la collaborazione con il Liceo Palizzi, confidando nel risultato della creatività degli studenti. Una fiducia che, a giudicare dai risultati, è stata ben riposta”. La Bcc Abruzzi e Molise conta varie filiali nelle due regioni, tra cui una a Lanciano, in via Luigi De Crecchio.

Anche la consigliera provinciale Marianna Apilongo, dopo aver portato il saluto del presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, ha avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa, rimarcando il ruolo dei ragazzi, dello sport e della bellezza.

Visibilmente soddisfatta la dirigente scolastica, Angela Evangelista: “Mi piace lasciare spazio ai nostri allievi, io cerco di dare un impulso, di favorire il loro lavoro. E non posso che essere contenta dei risultati, delle opere realizzate dai ragazzi del primo anno e della medaglia, che ha richiesto un impegno maggiore, ideata da alunne della quarta. Dall’anno prossimo la progettazione diventerà digitale e ci saranno nuovi corsi di orientamento”.   Soddisfatto per il gran lavoro svolto anche il vice preside e runner dei Podisti Frentani, Gianfranco Di Campli.

 La medaglia, che sarà consegnata a tutti i partecipanti alla competizione sportiva, è stata al centro dell’incontro, illustrata ufficialmente, anche con un video, in tutti i suoi aspetti, da quello creativo, alla realizzazione finale. Un “viaggio” emozionante e costruttivo per Maria Chiara Tenisci e Andreacleonice Legnini, alunne della quarta A che hanno pensato e disegnato la medaglia e l’hanno così presentata. “L’Abruzzo è una terra di meraviglie. Le dentellature rappresentano le nostre montagne, la Maiella e il Gran Sasso, nate secondo una leggenda dai corpi di Ermes e Maya. Attraverso la tecnica della granulazione, tecnica decorativa che consiste nella saldatura di piccole sfere, o granuli, su una lastra, abbiamo rappresentato la neve, mentre le spirali realizzate tra le

montagne rappresentano il nostro mare. Gli elementi che caratterizzano la medaglia creano un contrasto tra i pieni (il paesaggio verde) e i vuoti (il mare che avvolge l’ecosistema). Nella parte destra è raffigurato un trabocco, simbolo iconico dell’Abruzzo e dei suoi pescatori, “macchine che parevano vivere di vita propria”, come le definì Gabriele D’Annunzio”.

Il progetto è stato seguito dai docenti Dora Costantini e Innocenzo Di Toro che hanno tenuto a rimarcare “il percorso di ricerca e di approfondimento, di analisi e di confronto che ha preceduto la fase legata all’ideazione”. Un vero e proprio percorso di studio che ha permesso un accurato lavoro di ricerca prima di dare spazio alla creatività e alla fantasia. La medaglia è stata realizzata in zama (famiglia di leghe a base di zinco in elevata percentuale, unito ad alluminio, magnesio e rame) dall’azienda campana Crea.

Da sottolineare l’originalità e pure la ricerca dei materiali utilizzati per i trofei, in terracotta, che saranno consegnati alle prime tre e ai primi tre assoluti che taglieranno il traguardo. Essi sono frutto del lavoro di un gruppo di studenti delle prime A e B (Jessica Tupilus, Sofia Masciangelo, Chiara Orrico, Alisia Cichella, Sofia Ghibelli, Heloisa Di Nizio, Tiziana Stella, Lucilla Nobile,  Grazioso Francesca e Riccardo Battistella), guidati dalla professoressa Ylenia Paladino, che hanno mostrato con orgoglio le proprie creazioni.




RASSEGNA PRIMAVERA DEI LIBRI

Si chiude con le poesie Stefano Servilio

Bugnara, 31 maggio 2024. Termina sabato 1° giugno la seconda edizione della rassegna primavera dei libri a Bugnara con la presentazione del nuovo libro di Stefano Servilio “L’INndividuo INcomprensente”.

Il libro di Stefano Servilio “L’INndividuo INcomprensente” (Bertoni Editore) chiude la seconda edizione della rassegna “Primavera dei Libri” curata dal Centro Studi “Nino Ruscitti” di Bugnara.

L’evento, in programma sabato 1° giugno alle ore 17 presso la Biblioteca del Centro Studi collocata in Borgo S. Vittorino, vedrà la partecipazione di Antonietta Pace, assessore alla cultura del Comune di Bugnara, Matteo Servilio, presidente del Centro Studi “Nino Ruscitti”, Massimo Tardìo, presidente della Fondazione Pascal D’Angelo, e l’autore, Stefano Servilio.

Continua inoltre la collaborazione tra il Centro Studi e la libreria Ubik di Sulmona, presente all’incontro, e che avrà a disposizione nel suo punto vendita in Corso Ovidio i volumi protagonisti della rassegna “Primavera dei Libri”.

Inserito nella collana “Poesia Mundi”, curata con Simona Volpe, il volume vede la prefazione di Massimo Tardìo, presidente della Fondazione Pascal D’Angelo di Introdacqua.

“Questa ultima raccolta di poesie di Servilio – scrive Tardìo nella prefazione al volume – non deve essere considerata una semplice esercitazione giovanile di una anima persa anzi è la matura opera poetica di un abruzzese che, amorevolmente abbarbicato alle aspre montagne degli Appennini che evoca spesso nelle sue poesie, riesce ad esprimere adeguatamente le sue sensazioni ed è in grado di lasciare il segno anche volendo essere incompresente”.

Stefano Servilio nasce a Tocco Da Casauria il 24 agosto 1980. In passato, ha scritto su “Il gazzettino della valle del Sagittario” e “Abruzzo Oggi”. Ha pubblicato il suo primo romanzo breve “Tana libera tutti” nel 2019 con la casa editrice La Gru edizioni. Nel 2023 è uscito il suo nuovo romanzo “Ipnagogia”, edito dalla PAV Edizioni. Scrive poesie, racconti brevi, monologhi e romanzi. Alcune sue opere sono state pubblicate sulle riviste letterarie “L’altrove”, “L’ottavo” e sulla rivista letteraria “Ellin Selae”. Collabora con la compagnia teatrale “Classe Mista” di Sulmona.