Pescara, 13 giugno 2024. Il turno elettorale si è concluso da appena due giorni, eppure già da ieri, martedì 12 maggio, i tagli al nostro patrimonio forestale urbano sono ripartiti di nuovo, a spron battuto.
Le segnalazioni della cittadinanza sono cominciate ad arrivare dal primo mattino: via Mezzanotte e Piazza Salvo D’acquisto in zona Porta Nuova, via Passolanciano, il grande parcheggio delle Poste e del palazzone anni 70 con gli uffici di Provincia, Regione e della Scuola Mibe, e il parco di piazza Santa Caterina, in centro a Pescara. Cantieri aperti ovunque, con maestranze armate di motoseghe evidentemente già pronte prima della scadenza elettorale ma debitamente nascoste fino allo scadere delle votazioni, per ovvie ragioni di opportunità espositiva.
Fondamentale ricordare che in questo periodo i tagli e le potature delle alberature sono vietati dalla Legge 157/1992 e della Direttiva Europea 2009/147/CE per preservare le nidificazioni degli uccelli.
Dopo il grande sforzo elettorale, siamo rimasti basiti da questa un’azione che sembra coordinata su tutta la città e che ha un amaro sapore di rivalsa.
Ricapitolando: chiediamo alla cittadinanza di vigilare e segnalare tempestivamente ogni cantiere (anche di tagli e potature) che per legge devono avere: autorizzazione per l’abbattimento e/o potatura, relazione agronomica, una recinzione di cantiere adeguata con permessi in regola.
Con quale motivazione, ci si chiede, il 12 maggio sono iniziati i tagli al patrimonio arboreo cittadino? Quale urgenza non ha permesso neanche l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale prima dei tagli? Quando il Comune sarà disposto ad accogliere l’annosa richiesta di un tavolo verde che possa vagliare l’effettiva necessità di ogni abbattimento?
Perdere oggi anche solo dieci alberi (ma alla fine saranno di più in questi soli due giorni) è un danno gravissimo per una città ormai invasa dal cemento. Quando ce ne accorgeremo sarà tardi.
Intanto sorridono gli operatori addetti al taglio, che così lavorano, e forse ridono ancora di più, perchè così guadagnano contravvenendo, insieme al Comune, alle norme vigenti in materia di appalti verdi, coloro che utilizzeranno il legname della mattanza come biomassa per finalità energetiche, godendo anche degli incentivi statali per l’utilizzo di fonti rinnovabili!
Piange invece la fauna, l’avifauna in particolare, che ha perso la propria casa ma anche la catena alimentare fatta di insetti che alimentano la loro sopravvivenza; ma soffrirà anche la città che vedrà la temperatura al suolo aumentare, con incrementi di fenomeni di isole di calore, salire l’inquinamento atmosferico per mancanza di barriere filtro e scendere la produzione di ossigeno. È questa la città che vogliono i pescaresi?
Radici inComune
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