La morte di un orso: interviene il presidente Gaetano Pignatelli degli “amici del tartufo d’Abruzzo”
Sulmona, 15 giugno 2024. L’Aidaa accusa i tartufai dell’uccisione di un orso alla Montagna Spaccata del Parco Nazionale d’Abruzzo senza avere delle prove concrete. Il presidente Gaetano Pignatelli dell’associazione “Amici del tartufo d’Abruzzo” interviene perché non accetta questa generalizzazione sulla categoria tartufai e mette in chiaro che qualora fosse stato un tartufaio a fare un atto così crudele sarebbe un caso distinto e certamente non supportato dalla maggioranza dei tartufai che, concretamente, applicano il concetto di sostenibilità ambientale e di rispetto verso gli animali.
Infatti, lo stesso presidente Gaetano Pignatelli, ha dimostrato quanto sia importante prendersi cura di ogni specie animale e ci racconta del suo intervento su una poiana ferita e con un’ala dolente che ha preso accuratamente e l’ha subito portata alla Asl in via Rainaldi di Sulmona su direttivo dei carabinieri di Castel di Sangro, contattandoli personalmente. Questo esempio riporta quindi a quanto sia importante per gli stessi tartufai offrire delle condizioni benevoli ad ogni essere vivente e poiché sono spesso a contatto con la natura sviluppano un’innata sensibilità in merito.
Infatti Gaetano Pignatelli informa gli organi di stampa che tutte le Associazioni riconosciute nella Regione Abruzzo hanno concordato con l’Assessore Regionale Emanuele Imprudente di destinare parte delle risorse economiche dei tartufai provenienti dalla tassa regionale raccolta tartufi per i quattro Parchi di cui uno Regionale e tre Nazionali e di destinare la somma di centomila euro così ripartiti: quarantamila euro sono stati erogati al Parco Regionale Sirente Velino, ventimila euro per ogni Parco Nazionale: della Maiella, del Gran Sasso e Monti della Laga nonché LAM (Lazio, Abruzzo, Molise), allo scopo di salvaguardare la biodiversità ambientale e tutelare la fauna selvatica anche con l’istallazione di mezzi che garantiscono più sicurezza per gli automobilisti e fauna. Pertanto, non è assolutamente giusto e corretto dare sentenze sulla base del nulla e si resta in attesa dell’esame autoptico sull’orso morto per far emergere le cause del suo decesso.
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