QUESTIONE PROVINCE
Vivono in Costituzione, dissolte nella realtà
di Tommaso Coletti
Ortona, 17 giugno 2024. Dovevano scomparire dalla Costituzione ed essere sostituite da associazioni di comuni. Il legislatore le declassò ad enti di secondo livello, conosciuti solamente dai Sindaci e dai Consiglieri comunali interessati a concorrere alla elezione degli organismi sostitutivi dei vecchi Consigli provinciali e delle vecchie Giunte provinciali.
Poi la riforma costituzionale che ne prevedeva la cancellazione fu affossata dal referendum popolare e, così, le Province sono rimaste, ma in una condizione di clandestinità politica rispetto al popolo sovrano.
La riforma Renzi aveva, tra l’altro, soppresso le Province dalla Costituzione.
Tale riforma fu bocciata dal voto popolare del 2016 e, conseguentemente, le Province hanno conservato il rango di ente territoriale costituzionale. Gli amministratori di un ente territoriale di rango costituzionale come le Province vengono eletti dai cittadini, invece, dopo otto anni dal referendum costituzionale, la vita delle Province viene ancora regolata dalla legge Del Rio che avrebbe dovuto regolare provvisoriamente quella fase fino al referendum.
Una legge limitata nel tempo, ancora in vita, anche se è senza dubbi anticostituzionale!
Occorre necessariamente e urgentemente un provvedimento legislativo per regolare la vita delle Province che, anche se politicamente oscurate dalla legge Del Rio, attualmente fuori luogo e sicuramente anticostituzionale, continuano a svolgere funzioni fondamentali per la vita dei cittadini come la viabilità, l’edilizia scolastica superiore, l’ambiente ecc.
In Parlamento sono state presentate numerose proposte di legge da parte della maggioranza e da parte della minoranza.
Tutte le proposte principalmente prevedono la elezione degli organi amministrativi di tali enti da parte dei cittadini, oltre a regolamentarne la vita e le funzioni, molte delle quali, svolte, nel passato, dignitosamente da questi enti sovracomunali che una visione distorta della politica voleva trasformare a tutti i costi.
Per fortuna i cittadini, spesso più lungimiranti degli stessi governanti, con il referendum del 2016, lo hanno impedito.