BIODIGESTORE A CITTÀ SANT’ANGELO

Cronaca di una morte annunciata. La giunta Perazzetti si assuma le proprie responsabilità

Città Sant’Angelo, 27 giugno 2024. Come rivelato quest’oggi anche dagli organi di informazione, il biodigestore previsto a Città Sant’Angelo non sarà realizzato a causa dell’acclarata scarsa convenienza dell’operazione. La notizia non può che rallegrarci, specie per gli angolani che risiedono a Piano di Sacco, la località che avrebbe dovuto ospitare l’impianto, ma al contempo non possiamo astenerci dal ripercorrere la vicenda per rimarcare tutti gli errori commessi dal centrodestra.

Noi abbiamo osteggiato sin dall’inizio il progetto con ogni mezzo, ritenendolo insostenibile sia a livello ambientale – per la localizzazione scellerata, non condivisa, semmai imposta da Pescara col benestare del sindaco Perazzetti – che economico. L’intero iter è stato a dir poco discutibile: la scelta di puntare su un mutuo Bei invece che sui fondi Pnrr come altri comuni, le decisioni adottate dal primo cittadino e dagli altri esponenti della Giunta all’oscuro della cittadinanza, la decisione di svendere al Comune di Pescara le quote di partecipazione in Ambiente svilendo il ruolo di Città Sant’Angelo.

Aspetti che abbiamo più volte denunciato nei consigli comunali, sui giornali, nelle assemblee pubbliche, senza però venire mai ascoltati. Anzi il sindaco Perazzetti ha sempre ribadito la bontà del progetto, corroborata, a suo dire, anche dal parere favorevole dei maggiori esperti del settore.

Arrivati a questo punto occorre mettere le cose in chiaro, perché è vero che fortunatamente ci troviamo di fronte ad un pericolo scampato, ma è altrettanto vero che nel frattempo sono state intraprese azioni finalizzate alla realizzazione del biodigestore che ricadono sulla collettività. Come, ad esempio, la spesa sostenuta per l’acquisto del terreno destinato ad ospitare l’impianto, che determinerà senza dubbio un danno economico importante per le casse di Ambiente, di cui il Comune angolano è socio.

Sicuramente tale responsabilità non potrà essere completamente scaricata sulle spalle della Vicepresidente di Ambiente, la Dott.ssa Sagazio, la quale, nominata dal sindaco, votò nell’assemblea la sostenibilità economica del progetto. Né sulle società che si sono giustamente tirate indietro a causa di un investimento chiaramente fallimentare.

Pretendiamo dunque che l’amministrazione comunale si assuma ora le proprie responsabilità. Il sindaco Perazzetti, che nel corso dell’assemblea di Ambiente spronava i sindaci degli altri comuni soci a votare favorevolmente all’iniziativa. La vicesindaca Travaglini, che nel corso della seduta del Comitato per il Controllo Analogo avrebbe potuto avanzare riserve sul progetto. L’assessore alle partecipate Rapagnetta, sempre pronto ad addossare colpe alle amministrazioni precedenti. A tutti loro sarebbe bastato un minimo di buon senso per arrivare alla nostra stessa conclusione, ovvero l’insostenibilità dell’opera. Avremmo così evitato quella che con ogni evidenza è una “cronaca di una morte annunciata”.

Invece, il centrodestra ha continuato con cieca ostinazione ad imboccare la strada della realizzazione del Biodigestore a Piano di Sacco, senza quel minimo di programmazione regionale che una tale tipologia di impianto necessita.

Ora da un lato ci troviamo a gioire per un epilogo che senza dubbio ha premiato il buon lavoro svolto in sinergia con i cittadini, le associazioni e veri esperti del settore non politicamente,  dall’altro a dover fare i conti con una situazione complicata che chiama in causa il nostro comune anche da un punto di vista legale.