ASHBY E L’ABRUZZO 1901-1923  

Vernissage della mostra a cura di Ivano Villani. Sabato 6 luglio 2024, alle ore 19 Maison des Arts Fondazione Pescarabruzzo

Pescara, 2 luglio 2024. Sarà inaugurata sabato 6 luglio 2024 alle ore 18 la mostra “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923” a cura di Ivano Villani. La mostra gode del Patrocinio dell’Ambasciata inglese e della British School at Rome (BSR).

Oltre 80 scatti per vedere la bellezza e l’autenticità dell’Abruzzo del secolo scorso attraverso gli occhi di Thomas Ashby, l’archeologo e topografo inglese che qui viaggiò a più riprese tra il 1901 e il 1923 lasciando, con le sue numerose fotografie, un patrimonio documentale di inestimabile valore sulla società dei primi anni del Novecento.

La lunga carriera professionale di Thomas Ashby lo portò nel 1906 a ricoprire la carica di Direttore della British School at Rome (BSR), storico istituto di ricerca del Regno Unito con sede nella capitale italiana. L’incarico, svolto fino al 1925, incentivò l’intensa passione di Ashby per gli studi classici e per i monumenti antichi, portandolo ad esplorare Roma ed il suo entroterra con scrupolose indagini che lo videro collaborare, tra gli altri, con illustri archeologi italiani quali Rodolfo Lanciani (1845-1929) e Giacomo Boni (1859-1925).

Svolte principalmente nel Lazio, le sue ricerche si estesero alla Sardegna, alla Sicilia, e anche all’Abruzzo dove egli operò a lungo. Studiò Carsoli e la vallata del fiume Liri, Alba Fucens e Amiternum. Si soffermò anche a Chieti, Corfinio, Sulmona, Cucullo, Pratola Peligna. L’interesse scientifico per la regione si appuntò sugli aspetti umani che supportavano la dimensione antropologica dei contesti osservati. Si hanno, pertanto, in mostra, immagini legate alla civiltà contadina, alle usanze e ai costumi tradizionali. Tali aspetti spiccano in un’ampia “raccolta visiva” che diventa un’occasione di intensa testimonianza storica e sociale. Il noto studioso, che nel corso della sua poliedrica attività ricevette riconoscimenti dalle più prestigiose istituzioni culturali e firmò con Samuel B. Platner il più importante studio sull’antica topografia romana (A Topographic Dictionary of Ancient Rome, 1929), aveva intuito l’importanza di documentare l’esistenza di un mondo destinato presto a scomparire.

“Nell’ampia e documentata mostra “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923”, che la Fondazione Pescarabruzzo presenta con la collaborazione della British School at Rome, custode di circa 9000 negativi appartenuti alla collezione dello studioso, si apprezza appieno il lavoro svolto dallo studioso nell’Italia centrale e in particolare nella regione abruzzese.” affermano i curatori del catalogo Valerie Scott e Ivano Villani.

“Vogliamo permettere ai visitatori di scoprire l’essenza della bellezza dei nostri luoghi, dice Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, ripercorrendo gli itinerari battuti da Thomas Ashby. Non solo i paesaggi da cartolina, ma immagini che sottolineano il profondo legame che c’è tra i luoghi e la vita quotidiana che vi si svolgeva. Un’identità da riscoprire quella che si riscontra nelle fotografie scattate da Ashby, un vero innamorato dell’Abruzzo di inizio Novecento”.

Grazie ad una donazione da parte della BSR le immagini digitali relative all’Abruzzo, con le connesse stampe ai pigmenti di carbone, sono oggi nelle collezioni della Fondazione Pescarabruzzo. Completano la mostra alcune attrezzature originali e significativi oggetti d’epoca, come macchine e album fotografici, appartenuti all’archeologo.

Parteciperanno al vernissage il sindaco di Pescara, Carlo Masci e il Direttore della British School at Rome Abigail Brundin. Dopo i saluti iniziali, interverranno i curatori del catalogo “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923” (Fondazione Pescarabruzzo, 2024), Valerie Scotte e Ivano Villani.

La mostra potrà essere visitata dal martedì al venerdì dalle ore 17 alle 20; il sabato dalle 16 alle 20; la domenica dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 20. Sono possibili, su prenotazione, visite guidate per le scolaresche.




ASSEDIO EOLICO

Una pala per ogni chilometro quadrato

San Buono, 2 Luglio 2024.  L’Alto Vastese, individuato a livello nazionale dall’istituto CESI come area particolarmente ventosa, continua ad essere aggredito da richieste di installazione di nuove pale eoliche. A Fresagrandinaria potrebbero diventare una per ogni chilometro quadrato.

La maggioranza dei sindaci del territorio e numerose associazioni di cittadini si sono ritrovati nel teatro di San Buono per dichiarare la loro contrarietà a nuove installazioni.

Senza che qualcuno negasse la crisi climatica e la necessità della transizione energetica verso fonti alternative, sono stati avanzati dubbi e contestazioni. Innanzitutto, si è fatto osservare che i cosiddetti “parchi eolici” sono in realtà “industrie del vento”. Una pala costa un milione di euro e ne rende un milione per ogni anno di funzionamento, stimato in venti anni.

Fa nascere dubbi sapere che i presentatori dei progetti sono spesso oscure società con capitali sociali ridicoli.

Né si può ignorare la presenza della malavita organizzata in attività così remuneranti: quanto avvenuto in Sicilia dovrebbe pur insegnare qualcosa.

E perché mai eolico e fotovoltaico, pur così remuneranti, sono installati nella quasi maggioranza nel Sud dell’Italia?

Chi pagherà l’abbattimento delle pale ed il loro smaltimento a fine vita?

Alcuni progetti sono presentati da consulenti della Regione Abruzzo, in evidente conflitto di interesse. I sempre più numerosi cittadini del Nord Europa e del Nord Italia trasferitesi nell’Alto Vastese perché innamorati delle bellezze naturalistiche del territorio vedono snaturata la loro ricerca di pace e bellezza. Si compromette la possibilità di costituire un “parco dei gessi” che, come già avvenuto in Emilia-Romagna, potrebbe essere riconosciuto patrimonio mondiale Unesco.

Sindaci ed associazioni chiedono che il peso dell’eolico sia ripartito con giustizia fra tutte le province ed i territori d’Abruzzo. Infatti, oggi circa il 70% di tutta la produzione eolica abruzzese trova origine nell’Alto Vastese, senza che altre parti del Chietino e le altre province della regione siano coinvolte.

Senza dimenticare che i ristori riconosciuti ai territori sono una elemosina, poche migliaia di euro, a fronte dei guadagni milionari di chi costruisce le pale.

A seguito di un decreto del Governo nazionale, la Regione ha tre mesi di tempo per individuare le aree nelle quali insediare le nuove pale.

Sinistra Italiana sostiene convintamente le rivendicazioni degli amministratori, delle associazioni e delle popolazioni. Ci sia giustizia nella ripartizione, controllo severo sulle richieste, previsione di adeguati ristori per le comunità.

Michele Marino (Segretario provinciale Sinistra Italiana)

Foto: il Centro




LE TESSITRICI. Mitologia dell’informatica di Loreta Minutilli

Al MAXXI libri e cinema in corte

L’Aquila, 2 Luglio 2024. Continua Estate al Maxxi L’Aquila libri e cinema in corte, il programma di eventi estivi ospitato nella corte di Palazzo Ardinghelli, patrocinato dal Comune dell’Aquila, e organizzato dal museo in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila -Mercoledì della Cultura, e con L’Aquila Film festival.

Mercoledì 3 Luglio appuntamento con la settima arte: alle 21.00 verrà proiettata nella Corte del MAXXI L’Aquila la pellicola I limoni d’inverno di Caterina Carone, film del 2023 con Cristian De Sica nei panni di un professore in pensione che insegue il sogno di dedicare un libro a grandi artiste ingiustamente sottovalutate e del suo incontro con una donna che sembra uscita dal suo libro. La pellicola propone un delicato e appassionante racconto sulla memoria e l’oblio, sui rimpianti e le alternative e offre uno spaccato del mondo dell’arte contemporanea.

Venerdì 5 luglio alle 19.00, invece, appuntamento con le presentazioni editoriali, per l’occasione verrà proposto al pubblico il volume Le tessitrici. Mitologia dell’informatica, (ed. effequ, 2023) con una lectio di Loreta Minutilli, astrofisica e scrittrice che dedica questo lavoro al legame fra mito e realtà, riflettendo sul grande aiuto che il mito da sempre offre all’essere umano nella costruzione di un rapporto narrativo con la realtà. L’autrice spinge la sua analisi in profondità, fino a domandarsi se il mito possa essere uno strumento valido per generare una scienza più umana e immaginativa. Mettendo in discussione la figura del genio come autore e motore delle rivoluzioni scientifiche, la storia restituirebbe un pantheon di lavoratori e lavoratrici che hanno contribuito silenziosamente a costruire la nostra conoscenza scientifica e tecnologica. In questa dinamica, esplorare una mitologia dell’informatica – suggerisce l’autrice – è un passo verso un progresso scientifico e tecnologico capace di uscire dai confini stretti del dogma e di abbracciare le forme modulabili e accessibili del mito.

L’accesso agli eventi è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.




INTELLIGENZA ARTIFICIALE E “PESO” IN EUROPA

Tortoreto, 2 luglio 2024. Non è stato altro che un dejà vu, quello della notte tra giovedì e venerdì scorsi, quando, tra i tre gruppi – popolari, socialdemocratici e liberali – che al Parlamento di Strasburgo formavano la maggioranza uscente, è stato trovato un accordo su tre delle principali nomine europee. E in cui la copertura di tutti gli altri “top job” è rimasta in una condizione di incertezza e di stallo. Si tratta infatti di un colpo del tutto analogo a quello messo a segno nel 2019, quando un gruppo di alti funzionari comunitari e di membri dello staff dei Capi di Stato e di governo congegnarono un compromesso di corridoio sul nome di Ursula von der Leyen

Un compromesso con il quale, però, quella che sarà da allora in poi detta “la maggioranza Ursula” mandava in soffitta il meccanismo da tutti accettato, e che pareva ormai consolidato, dello “spitzekandidat”, secondo il quale il Presidente della Commissione dev’essere scelto fra i “candidati di punta” espressi dai partiti europei prima delle elezioni.  Il che spiega perché quel compromesso di corridoio suscitò un’ondata di comprensibile irritazione nel Parlamento Europeo, l’unico organo della UE democraticamente eletto, i cui membri giustamente rivendicano la loro indipendenza dai governi e il diritto che ad essi compete di scegliere il Presidente della Commissione.

Giunta a questo punto, la questione relativa alla scelta – sulla base dei risultati delle recenti elezioni europee – dei Commissari cui affidare i “top job” comunitari è stata improvvisamente relegata al secondo piano dell’attualità internazionale. E ciò a causa del clamoroso “flop” televisivo del presidente americano Joe Biden. E siccome questo ha aperto un vero vaso di Pandora, appare ormai possibile – anzi probabile – che vi rimanga per un bel po’ di tempo.

Ciò non può però valere in una prospettiva prevalentemente italiana. Per il nostro paese, e per il suo governo, la questione rimane di bruciante attualità. Troppo brutale è stato infatti lo shock di dover constatare che l’Italia era stata eccessivamente ottimista sul proprio “peso” diplomatico a Bruxelles. E quindi sulla possibilità di giocare una partita prevalentemente politica contro la auto-centrica struttura di potere burocratico che si fregia del nome di Europa.

Troppo brutaleè stata la presa d’atto del fatto che i nostri “partner” sembrano sentirsi liberi da qualsiasi impegno nei confronti del nostro Paese, perché la reazione italiana non fosse immediata. E perché fosse altro se non il voto contrario – appena attenuato dall’astensione per la sola Von der Leyen – alle nomine già decise.

L’amarezza per questa situazione che era già trapelata dai due discorsi pronunciati da Giorgia Meloni giovedì 27 giugno alla Camera e al Senato – rischia perciò di essere solo la prima e più immediata, conseguenza dell’accodo extra istituzionale che ha preceduto il Consiglio europeo. E’ anzi la testimonianza di una delusione che non può essere lasciata solo ad alimentare le polemiche con l’opposizione interna. Il tema delle competenze che verranno affidato al Commissario italiano rimane infatti di grande importanza, e impone inevitabilmente qualche commento di merito, sine ira et studio.

Un settore “di peso”…. e di avvenire

Per l’Italia, a questo punto, è diventata una questione internazionale di grande rilievo (e una questione quasi dirimente nel più specifico quadro europeo) ottenere per il suo Commissario l’affidamento di un settore che non solo sia attualmente “di peso”, ma che sia destinato a rimanerlo – e possibilmente – a diventarlo sempre di più.

Che i vari settori acquistino o perdano “peso” è infatti perfettamente possibile, come conseguenza dell’evoluzione del contesto internazionale. Soprattutto in fasi storiche come quella attuale di mutazione degli equilibri politico-militari, di competizioni tecnologico-industriali turbolente e conflittuali come quelle che si sono aperte di recente, con la fine della globalizzazione. E che si aggravano si giorno in giorno, soprattutto in Medio Oriente, ma anche in Europa orientale, e in una certa misura, ai confini della Cina.

Di ciò va preso atto in ogni trattativa con la UE. Come in ogni organizzazione dal ruolo eminentemente politico, qual è – almeno dovrebbe essere – l’Unione Europea,  il “peso” dei differenti settori, e quindi dei Commissari che ne sono responsabili, non è infatti immutabile, come immaginano coloro che vivono e prosperano in strutture meramente burocratiche. Al contrario, esso muta in maniera anche sensibile in risposta al mutare degli equilibri politici mondiali, e all’emergere continuo di situazioni nuove.

Un esempio attualissimo potrebbe essere quello della altisonante posizione di Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, una tre prese in considerazione nell’accordo di corridoio di cui abbiamo detto. E che è stato attribuito alla Commissaria Estone Kaja Kallas.

Portatrice di una posizione oltranzista ed estrema contro Russi, Palestinesi, Cinesi, eccetera, la Kallas rischia infatti che il suo “peso”, sia drasticamente ridotto, come conseguenza del dibattito che ha avuto luogo la notte stessa della sua nomina. E in cui la disfatta televisiva di Joe Biden potrebbe aver aperto la strada della Casa Bianca a Donald Trump, molto meno “falco” del senile presidente uscente. O meglio, delle forze interne ed internazionali che della sua senescenza hanno a lungo approfittato per imporre la loro linea al governo degli Stati Uniti.

L’Italia potrebbe dunque, in tutta legittimità, pretendere che al suo Commissario venga affidato un settore investito da sfide, questioni e temi la cui importanza sarà crescente nel prossimo quinquennio.  Sfide, come quella della ricerca Scientifica e Tecnologica, in particolare nel campo dell’AGI, Artificial General Intelligence in cui nei prossimi anni – a partire dal futuro più immediato, ma guardando apertamente anche alle mutazioni di lungo periodo – sarà obbligatorio prendere alcune iniziative senza precedenti. E a tal fine sviluppare una più forte collaborazione non solo tra Governo, aziende ed ambienti scientifici, ma anche con i vertici dell’Unione Europea, con gli altri Stati membri, e con le due potenze che ormai si contendono – finora con mezzi prevalentemente pacifici – una quota della leadership mondiale, tanto in campo politico-culturale, quanto in quello economico- tecnologico.

I grovigli di Bruxelles

I temi della scienza e della tecnologia sono formalmente presenti, nel quadro della pesantissima struttura burocratica della UE –  ben trenta Direzioni Generali! – da circa quarant’anni. Anzi, a tali temi Bruxelles già riconosce una rilevanza ed una specificità abbastanza forti da meritare l’attenzione di più di un Commissario ad hoc.  Cosicché le competenze che il sistema comunitario identifica col nome di “Politica dell’Innovazione e della Ricerca scientifica e tecnologica” e le strategie ad esso relative risultano oggi piuttosto malamente spezzettate e distribuite.

Nel quinquennio appena terminato, inoltre, l’attribuzione delle responsabilità di ciascuno dei Commissari non risultavano, tuttavia, essere coerenti con la distribuzione delle competenze delle varie Direzioni Generali. Per motivi che si possono solo immaginare, il sistema Von der Leyen non fa coincidere le specializzazioni e le competenze tecniche delle Direzioni Generali con gli incarichi attribuiti ai componenti dell’organo esecutivo della UE. Cosicché il ruolo, ampio ed anche piuttosto confuso, di Commissario non solo per l’Innovazione e la Ricerca, ma anche per la la Cultura, l’Educazione e la Gioventù” era affidato, nella Commissione uscente, alla rappresentante di un paese dal “peso” molto ridotto, la Bulgaria: una situazione chiaramente squilibrata.

Tanto che la Commissaria bulgara, per occuparsi di A.I. era costretta a sistematicamente coordinarsi con la Vicepresidente della Commissione, la danese Vestager, che dalla von der Leyen aveva nel 2019 ricevuto assieme al titolo di “Commissario della Concorrenza” anche l’incarico di far nascere “une Europe adaptée à l’heure du numerique”, con riferimento soprattutto agli aspetti etici. Incarico che si era tradotto nella critica dei significativi privilegi fiscali di cui uno dei soggetti più attivi della ricerca e dell’innovazione dei nostri giorni, la Apple, gode in quel paradiso degli evasori che è l’Irlanda. Critica cui è stato peraltro posto rapidamente termine per timore di rappresaglie americane.

Più preciso, e molto più sostanzioso. poi il pacchetto di competenze dirottate, nel quinquennio 2019–2024, al Commissario al Mercato Interno, il francese Thierry Breton: preposto ad una “Strategia Globale per la transizione digitale” e per “rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europe “con appositi investimenti nei settori dell’Intelligenza Artificiale e dei dati”; nonché a dirigere le gli studi volti all’adozione di una nuova d’une nouvelle legislazione sui servizi informatici e di un Piano d’Azione in materia di educazione informatica

Il Commissario del futuro

Alla luce di tutto ciò, quello che forse bisognerebbe cercare di ottenere per il Commissario italiano è una delega specifica, unita ad una Vice-Presidenza, alla Ricerca e all’Innovazione nel campo dell’AGI, l’ Artificial General Intelligence. Perché la necessità di spendere nella ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale cresce enormemente. Non solo, come finora avvenuto, nel campo della GAI, la Generative Artificial Intelligence, che si presta alla proliferazione di piccole applicazioni. Ma in quello della cosiddetta “’AGI”, la Artificial General Intelligence, dove – all’interno di Silicon Valley – si delineano aspre rivalità tra gruppi di potere e persino tra soggetti politici diversi.

Il che lascia facilmente presagire che anche il “peso” di chi ne avrà la responsabilità in sede UE sia destinato ad accrescersi. Soprattutto perché si tratta, nel campo della Ricerca e dell’attività scientifica, del tema di ricerca oggi tanto più promettente quanto più preoccupante. Dalla cui presa in considerazione nessuno – autorità pubblica o uomo del sapere – potrà quindi sottrarsi.

L’Italia ha avuto il Commissario alla ricerca l’ultima volta trent’anni fa. Ottenere oggi un incarico analogo, ma con deleghe che tengano conto di una realtà europea profondamente mutata potrebbe essere l’occasione per l’Italia di conquistare un ruolo molto importante, le cui iniziative risponderanno a innovazioni che potrebbero essere molto più di sostanza e  quindi assai difficili da ignorare. Un ruolo, dunque, progressivamente non solo sempre più visibile, ma sempre più determinante. Molto di più di quanto non sia stata, e non possa ancora essere, la comparsa di ChatGPT .

L’Italia vorrà probabilmente continuare a contestare il metodo dei negoziati tra paesi membri e/o gruppi politici, e a cercare di riportare gli accordi così raggiunti nei corridoi del potere verso il quadro dell’interesse generale, e del legittimo interesse nazionale. Così come avrebbe interesse a combattere tutte quelle storture ed arbitrarietà decisionali che hanno già in passato consentito alcune voci ostili all’unità europea di ironizzare sulla UE . La quale –fanno notare- se chiedesse oggi di aderire alla vecchia CEE, si scontrerebbe ad un diniego di. ammissione motivato da un deficit di democrazia nel suo sistema decisionale.

Concentrarsi sull’inevitabile e ormai prossimo interessamento da parte della UE ai temi della Artificial General Intelligence potrebbe peraltro essere un modo per confermare che l’aver il Governo Italiano fatto della AI un tema prioritario del G7 non era solo una trovata pubblicitaria. Si potrà presentarlo invece come un segno di consapevolezza del fatto che l’Europa è quasi esclusa dalla lotta oggi in pieno svolgimento tra USA e Cina  per il suo controllo, e per le conseguenze che l’Intelligenza Artificiale avrà sul contratto sociale dei paesi dove i suoi effetti si faranno maggiormente sentire.

L’impegno del Commissario italiano in questo specifico campo della Scienza e dell’Innovazione, quindi essere una “finestra” offerta ad almeno alcune istituzioni del nostro paese per portare un proprio originale contributo in un settore che, oltre a grandi capacità di ricerca, domanda assai notevoli dosi di creatività. E tra queste istituzioni troverebbe probabilmente la propria naturale collocazione l’investimento più atteso del piano industriale 2024-28, quel Cdp Venture Capital sgr citato, a questo proposito, dalla stessa Meloni, e che dovrebbe orientare gran parte della ricerca italiana in materia di Intelligenza Artificiale.

La richiesta di collaborazione che Meloni ha rivolto anche all’opposizione perché all’Italia venga riconosciuto un ruolo appropriato nella Commissione, deve insomma ritenersi vada oltre l’aula di Montecitorio, e finisca per investire, oltre a quello finanziario e industriale, soprattutto il mondo accademico e scientifico. Il quale può contribuire soprattutto con una funzione di proposta. Ma che, se dovesse effettivamente esprimere una forte richiesta perché l’Italia rivendichi il Commissario UE incaricato della Ricerca scientifica e tecnologica e della promozione della Artificial General Intelligence finirebbe – ed in maniera assai visibile – per suggerire un’azione destinata, in sede comunitaria, a favorire in tempi brevi una forte crescita anche del “peso” politico del nostro paese.

Giuseppe Sacco

Intelligenza Artificiale e “peso” in Europa – Giuseppe Sacco – Politica Insieme




LIFE CYCLE THINKING a supporto di modelli di produzione e di consumo sostenibili

XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA sul tema. Ex-Aurum e Aula 31 del Campus di Pescara – 3, 4 e 5 luglio 2024

Chieti, 2 luglio 2024. Si terrà presso l’ex-Aurum e poi nell’Aula 31 del Campus di Pescara dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, dal 3 al 5 luglio prossimi, il XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA (Life Cycle Assessment), che quest’anno verterà sul tema “Life Cycle Thinking a supporto di modelli di produzione e di consumo sostenibili”. Il Comitato organizzatore è presieduto dal professor Andrea Raggi, docente di Scienze merceologiche (Ecologia industriale) presso il Dipartimento di Economia della “d’Annunzio”, ed ha avuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del MUR e del Comune di Pescara nonché l’alto patrocinio della Regione Abruzzo. I lavori verranno aperti, mercoledì 3 luglio, alle ore 14,15, dai saluti istituzionali del Rettore della “d’Annunzio”, Liborio Stuppia, dei professori Marialuisa Gambini e Alessandro Serra, del dott. Sergio Saporetti del Ministero dell’Ambiente, del Presidente dell’ANVUR Antonio Uricchio, di Alessandro Ruggeri, Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Merceologiche, dell’Assessore regionale Tiziana Magnacca e del Presidente dell’Associazione Rete Italiana LCA, Monica Lavagna. Le varie sessioni prevedono approfondimenti su: “Recenti sviluppi e potenziali avanzamenti del Life Cycle Thinking a supporto delle decisioni”, Circolarità e rifiuti”, “Agroalimentare”, “Banche dati LCA”, “Social LCA”, “Edilizia”, “Energia”, Chimica e materiali”, che saranno affidati a docenti, ricercatori ed esperti provenienti da tutta Italia. Nel corso dei lavori ci sarà anche l’Assemblea dell’Associazione Rete Italiana LCA e, nella stessa giornata del 4 luglio, la cerimonia di consegna del “Premio giovani ricercatori” istituita dalla Associazione Rete Italiana LCA.

“Il Campus di Pescara dell’Università Gabriele d’Annunziospiega il professor Andrea Raggi, Presidente del Comitato Organizzatore del Convegno – che ha già ospitato con successo nel 2008 il workshop nazionale della neocostituita Rete Italiana LCA (Life Cycle Assessment), ha l’onore di accogliere quest’anno accademici, ricercatori e professionisti provenienti da varie parti del nostro Paese per partecipare ai lavori del XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA. La scelta della nostra sede è un importante riconoscimento del costante impegno di un gruppo di docenti e di ricercatori del Dipartimento di Economia della d’Annunzio che, da decenni, approfondiscono nella propria attività didattica e di ricerca i temi legati agli approcci e ai metodi di gestione e di valutazione della sostenibilità. Il tema della sostenibilità dei sistemi di produzione e consumo, declinata nelle sue ormai consuete dimensioni ambientale, sociale ed economica, sebbene da tempo consolidato presso gli addetti ai lavori, ha raggiunto una crescente popolarità negli ultimi anni ed è divenuto di sempre maggiore attualità ed urgenza. Da qui – conclude il professor Raggi – l’importanza di metodi e strumenti che consentano di valutare in modo scientifico ed oggettivo l’intera filiera di un prodotto per supportare in modo affidabile le decisioni e le scelte a livello di policy, di impresa e come consumatori.”

Maurizio Adezio




GIORNATA DI SENSIBILIZZAZIONE CON  PASSEGGIATA EMPATICA

Comitato Pari Opportunità del Foro di Pescara in collaborazione con l’Associazione Carrozzine Determinate

Pescara, 2 luglio 2024. Un’occasione di riflessione e partecipazione per acquisire consapevolezza del principio per cui la disabilità non è malattia ma è condizione di vita in un ambiente sfavorevole.

Dopo amministratori, politici e sindaci il Cav. Ferrante – presidente dell’associazione – accompagnerà con una passeggiata empatica in carrozzina Avvocati e Magistrati del foro di Pescara alla scoperta delle sensazioni, frustrazioni e difficoltà del muoversi negli spazi del vivere quotidiano in presenza di barriere architettoniche.

L’appuntamento è per il 5 luglio alle ore 10:00 presso l’Aula Scoponi del Tribunale di Pescara, dopo una breve  introduzione a cura degli Avv.ti Marco Pellegrini e Mariangela Cilli, rispettivamente Presidente e componente CPO e del Cav. Ferrante, si darà l’avvio alla passeggiata empatica con partenza dal parcheggio antistante il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.