I Cattolici Popolari e la civiltà dell’Amore
Torrevecchia Teatina, 10 luglio 2024. Non se ne può più, davvero. Da un’estremità all’altra, sempre sballottati fra idee balorde, fatti incresciosi ed eventi indicibili di un mondo primitivo, istintivo e soprattutto egoista; naturalmente, con tutto il suo nefasto agire, dilatato nella nostra attuale e fragile società.
Tutto diffuso ed esteso nelle perverse pieghe dell’informazione, della politica, dell’economia, della cultura perfino della tradizione e della spiritualità; non c’è che dire sembrerebbe una bella società di brava gente.
Con i soli fatti rozzi, crudeli ed aberranti che qualche volta riescono a raggiungere l’attenzione della nostra comunità civile, la domanda che viene fuori non è poi così tanto peregrina: da quel bel popolo di italiani della ricostruzione post-bellica ci stiamo forse trasformando in un popolo di brava gentaccia ?
Trasformazioni in corso da tempo, trasformazioni che degradano e deprimono perfino gli orizzonti: cosa si può fare quando si entra nel vortice di questa trasformazione, di questo dualismo radicale, falso e becero, che inquina ogni rapporto, ogni relazione ed ogni cosa?
Servono subito cambiamenti!
Cambiamenti ora necessari, cambiamenti dovuti; sicuramente, cambiamenti utili per ripristinare almeno un qualche fondamento di sana convivenza civile.
In questo mondo di radicalismi paranoici, di celebrazioni squilibrate, d’ostentato potere, la conflittualità, la guerra, la distruzione e la morte, sia fisica che spirituale, non sono che la logica conseguenza.
Sin dai toni di voce, dalle forme d’espressione, dall’esaltazione delle più inutili e banali supremazie, anche il ruolo in un sistema del più minuscolo servizio si trasforma in un mezzo di dominio e di potere dove la demolizione e l’annientamento dell’avversario o dell’ipotetico nemico è cosa naturale e dovuta. Ecco il malessere esplosivo per una qualsiasi presenza o esistenza umana non allineata, ma cosa sta succedendo ?
Cosa siamo diventati allora ? Ancora tanto da studiare e da approfondire sull’umanità storica del momento.
Indagare subito sullo stato drammatico che viviamo, individuandone pericoli e relativi rischi è quantomeno necessario per il popolo delle responsabilità.
Comprendere fino in fondo, quali priorità, quali urgenze gravano sull’impegno civico responsabile è l’unico indirizzo condivisibile per gli uomini liberi e forti.
Ecco allora l’urgenza di un risveglio, l’urgenza di rientrare nell’organismo società; riprendere coscienza e capirne i bisogni. Ecco, dunque, il momento opportuno; quale migliore momento se non quello di una domanda che ritorna e ritorna fino all’ossessione.
Ecco, dunque, l’occasione per cercare di ripristinare i caratteri inconfondibili di un servizio, di una vera solidarietà; ecco il momento per ripristinare i chiari obiettivi per una sana e buona convivenza civile.
Riemergere dal profondo oblio, ecco, questo è il dovere dei cattolici popolari liberi e forti; il dovere di liberarsi dalle duali costrizioni, dalle rozze e familistiche imposizioni, dall’umiliante marginalizzazione di un mondo chiuso e perverso, per cercare di condividere, con forza ed urgenza, le giuste riflessioni, i giusti caratteri per aprire a quel cammino, tanto caro alla nostra cultura e alla nostra dottrina sociale, per la Civiltà dell’Amore.
NM
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