DURE SENTENZE, TRISTE REALTÀ

Le responsabilità politiche fra convenienze e nascondimenti

L’Aquila, 16 luglio 2024. La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto i sette ricorsi delle parti civili confermando la sentenza di primo grado risalente all’aprile 2022 e riguardante il crollo dell’edificio in via Gabriele D’Annunzio 14, nel centro storico de L’Aquila, dove ci furono 13 vittime. Nel tragico sisma del 2009 si dichiara che i giovani studenti hanno agito in modo incauto decidendo di rimanere nelle loro abitazioni nonostante le scosse di terremoto precedenti.

I ragazzi non sarebbero stati condizionati dai comportamenti dei componenti della Commissione Grandi Rischi cinque giorni prima del sisma, il 31 marzo 2009, e nemmeno dalle dichiarazioni di De Bernardinis e dell’ex sindaco Cialente. Per i giudici, il compendio probatorio acquisito non ha dato conferma della tesi che gli esperti partecipanti alla riunione del 31 marzo avessero l’obiettivo di tranquillizzare la popolazione.

Contro le aspettative dei familiari tutto si risolve in una sentenza che li vede soccombere oltremodo anche nelle spese processuali. Brutta cosa. Le istituzioni umane hanno regole rigide e a volte anche crudeli. Dalla vicenda, comunque, emergono anche altri aspetti, quelli politici, per certi versi, sono davvero inquietanti.

Politica sempre presente nelle scelte amministrative del territorio, Politica sempre presente nei grandi tavoli istituzionali, Politica sempre presente nelle scelte determinanti di ruoli e potere, Politica sempre presente in tutte le belle copertine di propaganda in tv, sui giornali, sul web; Politica assente in tutte le altre vicende legate all’assunzione delle responsabilità. Ecco, in sintesi, l’atteggiamento distintivo del quadro politico che domina da oltre un ventennio.

La miseria di qualche dichiarazione, ritracciabile con il lanternino sul web, e niente più. Tutto inutile ed inservibile se non direttamente interessati; la Politica della responsabilità è cosa inutile, soprattutto dannosa per ambire al potere.

I doveri di responsabilità politica nelle scelte che vincolano, condizionano ed indirizzano la nostra società dovrebbero esprimersi in un continuo e dinamico esercizio di responsabilità che, per bizzarro costume, si riduce al solo tornaconto. Un’opportunità che permette esaltazione nelle vittorie, nelle fortune e nei successi, il nascondimento nel fallimento, nella rovina e nei tracolli.

Nemmeno una parola sulla triste sentenza, nemmeno un intervento a sostegno della famiglia, nemmeno un segno di responsabilità su una vicenda ancora oscura ed inquietante.  

Cosa dire: se è questa la Politica ed i politici che vogliamo, non lamentiamoci. Per una società di responsabilità, giustizia e sana convivenza bisogna che ci attrezziamo in modo diverso: intanto anche le cose più semplici, come queste, vanno capite per bene. Punto.

Foto: avvenire.it