ASHBY E L’ABRUZZO 1901-1923  

Vernissage della mostra a cura di Ivano Villani. Sabato 6 luglio 2024, alle ore 19 Maison des Arts Fondazione Pescarabruzzo

Pescara, 2 luglio 2024. Sarà inaugurata sabato 6 luglio 2024 alle ore 18 la mostra “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923” a cura di Ivano Villani. La mostra gode del Patrocinio dell’Ambasciata inglese e della British School at Rome (BSR).

Oltre 80 scatti per vedere la bellezza e l’autenticità dell’Abruzzo del secolo scorso attraverso gli occhi di Thomas Ashby, l’archeologo e topografo inglese che qui viaggiò a più riprese tra il 1901 e il 1923 lasciando, con le sue numerose fotografie, un patrimonio documentale di inestimabile valore sulla società dei primi anni del Novecento.

La lunga carriera professionale di Thomas Ashby lo portò nel 1906 a ricoprire la carica di Direttore della British School at Rome (BSR), storico istituto di ricerca del Regno Unito con sede nella capitale italiana. L’incarico, svolto fino al 1925, incentivò l’intensa passione di Ashby per gli studi classici e per i monumenti antichi, portandolo ad esplorare Roma ed il suo entroterra con scrupolose indagini che lo videro collaborare, tra gli altri, con illustri archeologi italiani quali Rodolfo Lanciani (1845-1929) e Giacomo Boni (1859-1925).

Svolte principalmente nel Lazio, le sue ricerche si estesero alla Sardegna, alla Sicilia, e anche all’Abruzzo dove egli operò a lungo. Studiò Carsoli e la vallata del fiume Liri, Alba Fucens e Amiternum. Si soffermò anche a Chieti, Corfinio, Sulmona, Cucullo, Pratola Peligna. L’interesse scientifico per la regione si appuntò sugli aspetti umani che supportavano la dimensione antropologica dei contesti osservati. Si hanno, pertanto, in mostra, immagini legate alla civiltà contadina, alle usanze e ai costumi tradizionali. Tali aspetti spiccano in un’ampia “raccolta visiva” che diventa un’occasione di intensa testimonianza storica e sociale. Il noto studioso, che nel corso della sua poliedrica attività ricevette riconoscimenti dalle più prestigiose istituzioni culturali e firmò con Samuel B. Platner il più importante studio sull’antica topografia romana (A Topographic Dictionary of Ancient Rome, 1929), aveva intuito l’importanza di documentare l’esistenza di un mondo destinato presto a scomparire.

“Nell’ampia e documentata mostra “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923”, che la Fondazione Pescarabruzzo presenta con la collaborazione della British School at Rome, custode di circa 9000 negativi appartenuti alla collezione dello studioso, si apprezza appieno il lavoro svolto dallo studioso nell’Italia centrale e in particolare nella regione abruzzese.” affermano i curatori del catalogo Valerie Scott e Ivano Villani.

“Vogliamo permettere ai visitatori di scoprire l’essenza della bellezza dei nostri luoghi, dice Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, ripercorrendo gli itinerari battuti da Thomas Ashby. Non solo i paesaggi da cartolina, ma immagini che sottolineano il profondo legame che c’è tra i luoghi e la vita quotidiana che vi si svolgeva. Un’identità da riscoprire quella che si riscontra nelle fotografie scattate da Ashby, un vero innamorato dell’Abruzzo di inizio Novecento”.

Grazie ad una donazione da parte della BSR le immagini digitali relative all’Abruzzo, con le connesse stampe ai pigmenti di carbone, sono oggi nelle collezioni della Fondazione Pescarabruzzo. Completano la mostra alcune attrezzature originali e significativi oggetti d’epoca, come macchine e album fotografici, appartenuti all’archeologo.

Parteciperanno al vernissage il sindaco di Pescara, Carlo Masci e il Direttore della British School at Rome Abigail Brundin. Dopo i saluti iniziali, interverranno i curatori del catalogo “Ashby e l’Abruzzo 1901-1923” (Fondazione Pescarabruzzo, 2024), Valerie Scotte e Ivano Villani.

La mostra potrà essere visitata dal martedì al venerdì dalle ore 17 alle 20; il sabato dalle 16 alle 20; la domenica dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16 alle 20. Sono possibili, su prenotazione, visite guidate per le scolaresche.




ASSEDIO EOLICO

Una pala per ogni chilometro quadrato

San Buono, 2 Luglio 2024.  L’Alto Vastese, individuato a livello nazionale dall’istituto CESI come area particolarmente ventosa, continua ad essere aggredito da richieste di installazione di nuove pale eoliche. A Fresagrandinaria potrebbero diventare una per ogni chilometro quadrato.

La maggioranza dei sindaci del territorio e numerose associazioni di cittadini si sono ritrovati nel teatro di San Buono per dichiarare la loro contrarietà a nuove installazioni.

Senza che qualcuno negasse la crisi climatica e la necessità della transizione energetica verso fonti alternative, sono stati avanzati dubbi e contestazioni. Innanzitutto, si è fatto osservare che i cosiddetti “parchi eolici” sono in realtà “industrie del vento”. Una pala costa un milione di euro e ne rende un milione per ogni anno di funzionamento, stimato in venti anni.

Fa nascere dubbi sapere che i presentatori dei progetti sono spesso oscure società con capitali sociali ridicoli.

Né si può ignorare la presenza della malavita organizzata in attività così remuneranti: quanto avvenuto in Sicilia dovrebbe pur insegnare qualcosa.

E perché mai eolico e fotovoltaico, pur così remuneranti, sono installati nella quasi maggioranza nel Sud dell’Italia?

Chi pagherà l’abbattimento delle pale ed il loro smaltimento a fine vita?

Alcuni progetti sono presentati da consulenti della Regione Abruzzo, in evidente conflitto di interesse. I sempre più numerosi cittadini del Nord Europa e del Nord Italia trasferitesi nell’Alto Vastese perché innamorati delle bellezze naturalistiche del territorio vedono snaturata la loro ricerca di pace e bellezza. Si compromette la possibilità di costituire un “parco dei gessi” che, come già avvenuto in Emilia-Romagna, potrebbe essere riconosciuto patrimonio mondiale Unesco.

Sindaci ed associazioni chiedono che il peso dell’eolico sia ripartito con giustizia fra tutte le province ed i territori d’Abruzzo. Infatti, oggi circa il 70% di tutta la produzione eolica abruzzese trova origine nell’Alto Vastese, senza che altre parti del Chietino e le altre province della regione siano coinvolte.

Senza dimenticare che i ristori riconosciuti ai territori sono una elemosina, poche migliaia di euro, a fronte dei guadagni milionari di chi costruisce le pale.

A seguito di un decreto del Governo nazionale, la Regione ha tre mesi di tempo per individuare le aree nelle quali insediare le nuove pale.

Sinistra Italiana sostiene convintamente le rivendicazioni degli amministratori, delle associazioni e delle popolazioni. Ci sia giustizia nella ripartizione, controllo severo sulle richieste, previsione di adeguati ristori per le comunità.

Michele Marino (Segretario provinciale Sinistra Italiana)

Foto: il Centro




LE TESSITRICI. Mitologia dell’informatica di Loreta Minutilli

Al MAXXI libri e cinema in corte

L’Aquila, 2 Luglio 2024. Continua Estate al Maxxi L’Aquila libri e cinema in corte, il programma di eventi estivi ospitato nella corte di Palazzo Ardinghelli, patrocinato dal Comune dell’Aquila, e organizzato dal museo in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila -Mercoledì della Cultura, e con L’Aquila Film festival.

Mercoledì 3 Luglio appuntamento con la settima arte: alle 21.00 verrà proiettata nella Corte del MAXXI L’Aquila la pellicola I limoni d’inverno di Caterina Carone, film del 2023 con Cristian De Sica nei panni di un professore in pensione che insegue il sogno di dedicare un libro a grandi artiste ingiustamente sottovalutate e del suo incontro con una donna che sembra uscita dal suo libro. La pellicola propone un delicato e appassionante racconto sulla memoria e l’oblio, sui rimpianti e le alternative e offre uno spaccato del mondo dell’arte contemporanea.

Venerdì 5 luglio alle 19.00, invece, appuntamento con le presentazioni editoriali, per l’occasione verrà proposto al pubblico il volume Le tessitrici. Mitologia dell’informatica, (ed. effequ, 2023) con una lectio di Loreta Minutilli, astrofisica e scrittrice che dedica questo lavoro al legame fra mito e realtà, riflettendo sul grande aiuto che il mito da sempre offre all’essere umano nella costruzione di un rapporto narrativo con la realtà. L’autrice spinge la sua analisi in profondità, fino a domandarsi se il mito possa essere uno strumento valido per generare una scienza più umana e immaginativa. Mettendo in discussione la figura del genio come autore e motore delle rivoluzioni scientifiche, la storia restituirebbe un pantheon di lavoratori e lavoratrici che hanno contribuito silenziosamente a costruire la nostra conoscenza scientifica e tecnologica. In questa dinamica, esplorare una mitologia dell’informatica – suggerisce l’autrice – è un passo verso un progresso scientifico e tecnologico capace di uscire dai confini stretti del dogma e di abbracciare le forme modulabili e accessibili del mito.

L’accesso agli eventi è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.




INTELLIGENZA ARTIFICIALE E “PESO” IN EUROPA

Tortoreto, 2 luglio 2024. Non è stato altro che un dejà vu, quello della notte tra giovedì e venerdì scorsi, quando, tra i tre gruppi – popolari, socialdemocratici e liberali – che al Parlamento di Strasburgo formavano la maggioranza uscente, è stato trovato un accordo su tre delle principali nomine europee. E in cui la copertura di tutti gli altri “top job” è rimasta in una condizione di incertezza e di stallo. Si tratta infatti di un colpo del tutto analogo a quello messo a segno nel 2019, quando un gruppo di alti funzionari comunitari e di membri dello staff dei Capi di Stato e di governo congegnarono un compromesso di corridoio sul nome di Ursula von der Leyen

Un compromesso con il quale, però, quella che sarà da allora in poi detta “la maggioranza Ursula” mandava in soffitta il meccanismo da tutti accettato, e che pareva ormai consolidato, dello “spitzekandidat”, secondo il quale il Presidente della Commissione dev’essere scelto fra i “candidati di punta” espressi dai partiti europei prima delle elezioni.  Il che spiega perché quel compromesso di corridoio suscitò un’ondata di comprensibile irritazione nel Parlamento Europeo, l’unico organo della UE democraticamente eletto, i cui membri giustamente rivendicano la loro indipendenza dai governi e il diritto che ad essi compete di scegliere il Presidente della Commissione.

Giunta a questo punto, la questione relativa alla scelta – sulla base dei risultati delle recenti elezioni europee – dei Commissari cui affidare i “top job” comunitari è stata improvvisamente relegata al secondo piano dell’attualità internazionale. E ciò a causa del clamoroso “flop” televisivo del presidente americano Joe Biden. E siccome questo ha aperto un vero vaso di Pandora, appare ormai possibile – anzi probabile – che vi rimanga per un bel po’ di tempo.

Ciò non può però valere in una prospettiva prevalentemente italiana. Per il nostro paese, e per il suo governo, la questione rimane di bruciante attualità. Troppo brutale è stato infatti lo shock di dover constatare che l’Italia era stata eccessivamente ottimista sul proprio “peso” diplomatico a Bruxelles. E quindi sulla possibilità di giocare una partita prevalentemente politica contro la auto-centrica struttura di potere burocratico che si fregia del nome di Europa.

Troppo brutaleè stata la presa d’atto del fatto che i nostri “partner” sembrano sentirsi liberi da qualsiasi impegno nei confronti del nostro Paese, perché la reazione italiana non fosse immediata. E perché fosse altro se non il voto contrario – appena attenuato dall’astensione per la sola Von der Leyen – alle nomine già decise.

L’amarezza per questa situazione che era già trapelata dai due discorsi pronunciati da Giorgia Meloni giovedì 27 giugno alla Camera e al Senato – rischia perciò di essere solo la prima e più immediata, conseguenza dell’accodo extra istituzionale che ha preceduto il Consiglio europeo. E’ anzi la testimonianza di una delusione che non può essere lasciata solo ad alimentare le polemiche con l’opposizione interna. Il tema delle competenze che verranno affidato al Commissario italiano rimane infatti di grande importanza, e impone inevitabilmente qualche commento di merito, sine ira et studio.

Un settore “di peso”…. e di avvenire

Per l’Italia, a questo punto, è diventata una questione internazionale di grande rilievo (e una questione quasi dirimente nel più specifico quadro europeo) ottenere per il suo Commissario l’affidamento di un settore che non solo sia attualmente “di peso”, ma che sia destinato a rimanerlo – e possibilmente – a diventarlo sempre di più.

Che i vari settori acquistino o perdano “peso” è infatti perfettamente possibile, come conseguenza dell’evoluzione del contesto internazionale. Soprattutto in fasi storiche come quella attuale di mutazione degli equilibri politico-militari, di competizioni tecnologico-industriali turbolente e conflittuali come quelle che si sono aperte di recente, con la fine della globalizzazione. E che si aggravano si giorno in giorno, soprattutto in Medio Oriente, ma anche in Europa orientale, e in una certa misura, ai confini della Cina.

Di ciò va preso atto in ogni trattativa con la UE. Come in ogni organizzazione dal ruolo eminentemente politico, qual è – almeno dovrebbe essere – l’Unione Europea,  il “peso” dei differenti settori, e quindi dei Commissari che ne sono responsabili, non è infatti immutabile, come immaginano coloro che vivono e prosperano in strutture meramente burocratiche. Al contrario, esso muta in maniera anche sensibile in risposta al mutare degli equilibri politici mondiali, e all’emergere continuo di situazioni nuove.

Un esempio attualissimo potrebbe essere quello della altisonante posizione di Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, una tre prese in considerazione nell’accordo di corridoio di cui abbiamo detto. E che è stato attribuito alla Commissaria Estone Kaja Kallas.

Portatrice di una posizione oltranzista ed estrema contro Russi, Palestinesi, Cinesi, eccetera, la Kallas rischia infatti che il suo “peso”, sia drasticamente ridotto, come conseguenza del dibattito che ha avuto luogo la notte stessa della sua nomina. E in cui la disfatta televisiva di Joe Biden potrebbe aver aperto la strada della Casa Bianca a Donald Trump, molto meno “falco” del senile presidente uscente. O meglio, delle forze interne ed internazionali che della sua senescenza hanno a lungo approfittato per imporre la loro linea al governo degli Stati Uniti.

L’Italia potrebbe dunque, in tutta legittimità, pretendere che al suo Commissario venga affidato un settore investito da sfide, questioni e temi la cui importanza sarà crescente nel prossimo quinquennio.  Sfide, come quella della ricerca Scientifica e Tecnologica, in particolare nel campo dell’AGI, Artificial General Intelligence in cui nei prossimi anni – a partire dal futuro più immediato, ma guardando apertamente anche alle mutazioni di lungo periodo – sarà obbligatorio prendere alcune iniziative senza precedenti. E a tal fine sviluppare una più forte collaborazione non solo tra Governo, aziende ed ambienti scientifici, ma anche con i vertici dell’Unione Europea, con gli altri Stati membri, e con le due potenze che ormai si contendono – finora con mezzi prevalentemente pacifici – una quota della leadership mondiale, tanto in campo politico-culturale, quanto in quello economico- tecnologico.

I grovigli di Bruxelles

I temi della scienza e della tecnologia sono formalmente presenti, nel quadro della pesantissima struttura burocratica della UE –  ben trenta Direzioni Generali! – da circa quarant’anni. Anzi, a tali temi Bruxelles già riconosce una rilevanza ed una specificità abbastanza forti da meritare l’attenzione di più di un Commissario ad hoc.  Cosicché le competenze che il sistema comunitario identifica col nome di “Politica dell’Innovazione e della Ricerca scientifica e tecnologica” e le strategie ad esso relative risultano oggi piuttosto malamente spezzettate e distribuite.

Nel quinquennio appena terminato, inoltre, l’attribuzione delle responsabilità di ciascuno dei Commissari non risultavano, tuttavia, essere coerenti con la distribuzione delle competenze delle varie Direzioni Generali. Per motivi che si possono solo immaginare, il sistema Von der Leyen non fa coincidere le specializzazioni e le competenze tecniche delle Direzioni Generali con gli incarichi attribuiti ai componenti dell’organo esecutivo della UE. Cosicché il ruolo, ampio ed anche piuttosto confuso, di Commissario non solo per l’Innovazione e la Ricerca, ma anche per la la Cultura, l’Educazione e la Gioventù” era affidato, nella Commissione uscente, alla rappresentante di un paese dal “peso” molto ridotto, la Bulgaria: una situazione chiaramente squilibrata.

Tanto che la Commissaria bulgara, per occuparsi di A.I. era costretta a sistematicamente coordinarsi con la Vicepresidente della Commissione, la danese Vestager, che dalla von der Leyen aveva nel 2019 ricevuto assieme al titolo di “Commissario della Concorrenza” anche l’incarico di far nascere “une Europe adaptée à l’heure du numerique”, con riferimento soprattutto agli aspetti etici. Incarico che si era tradotto nella critica dei significativi privilegi fiscali di cui uno dei soggetti più attivi della ricerca e dell’innovazione dei nostri giorni, la Apple, gode in quel paradiso degli evasori che è l’Irlanda. Critica cui è stato peraltro posto rapidamente termine per timore di rappresaglie americane.

Più preciso, e molto più sostanzioso. poi il pacchetto di competenze dirottate, nel quinquennio 2019–2024, al Commissario al Mercato Interno, il francese Thierry Breton: preposto ad una “Strategia Globale per la transizione digitale” e per “rafforzare la sovranità tecnologica dell’Europe “con appositi investimenti nei settori dell’Intelligenza Artificiale e dei dati”; nonché a dirigere le gli studi volti all’adozione di una nuova d’une nouvelle legislazione sui servizi informatici e di un Piano d’Azione in materia di educazione informatica

Il Commissario del futuro

Alla luce di tutto ciò, quello che forse bisognerebbe cercare di ottenere per il Commissario italiano è una delega specifica, unita ad una Vice-Presidenza, alla Ricerca e all’Innovazione nel campo dell’AGI, l’ Artificial General Intelligence. Perché la necessità di spendere nella ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale cresce enormemente. Non solo, come finora avvenuto, nel campo della GAI, la Generative Artificial Intelligence, che si presta alla proliferazione di piccole applicazioni. Ma in quello della cosiddetta “’AGI”, la Artificial General Intelligence, dove – all’interno di Silicon Valley – si delineano aspre rivalità tra gruppi di potere e persino tra soggetti politici diversi.

Il che lascia facilmente presagire che anche il “peso” di chi ne avrà la responsabilità in sede UE sia destinato ad accrescersi. Soprattutto perché si tratta, nel campo della Ricerca e dell’attività scientifica, del tema di ricerca oggi tanto più promettente quanto più preoccupante. Dalla cui presa in considerazione nessuno – autorità pubblica o uomo del sapere – potrà quindi sottrarsi.

L’Italia ha avuto il Commissario alla ricerca l’ultima volta trent’anni fa. Ottenere oggi un incarico analogo, ma con deleghe che tengano conto di una realtà europea profondamente mutata potrebbe essere l’occasione per l’Italia di conquistare un ruolo molto importante, le cui iniziative risponderanno a innovazioni che potrebbero essere molto più di sostanza e  quindi assai difficili da ignorare. Un ruolo, dunque, progressivamente non solo sempre più visibile, ma sempre più determinante. Molto di più di quanto non sia stata, e non possa ancora essere, la comparsa di ChatGPT .

L’Italia vorrà probabilmente continuare a contestare il metodo dei negoziati tra paesi membri e/o gruppi politici, e a cercare di riportare gli accordi così raggiunti nei corridoi del potere verso il quadro dell’interesse generale, e del legittimo interesse nazionale. Così come avrebbe interesse a combattere tutte quelle storture ed arbitrarietà decisionali che hanno già in passato consentito alcune voci ostili all’unità europea di ironizzare sulla UE . La quale –fanno notare- se chiedesse oggi di aderire alla vecchia CEE, si scontrerebbe ad un diniego di. ammissione motivato da un deficit di democrazia nel suo sistema decisionale.

Concentrarsi sull’inevitabile e ormai prossimo interessamento da parte della UE ai temi della Artificial General Intelligence potrebbe peraltro essere un modo per confermare che l’aver il Governo Italiano fatto della AI un tema prioritario del G7 non era solo una trovata pubblicitaria. Si potrà presentarlo invece come un segno di consapevolezza del fatto che l’Europa è quasi esclusa dalla lotta oggi in pieno svolgimento tra USA e Cina  per il suo controllo, e per le conseguenze che l’Intelligenza Artificiale avrà sul contratto sociale dei paesi dove i suoi effetti si faranno maggiormente sentire.

L’impegno del Commissario italiano in questo specifico campo della Scienza e dell’Innovazione, quindi essere una “finestra” offerta ad almeno alcune istituzioni del nostro paese per portare un proprio originale contributo in un settore che, oltre a grandi capacità di ricerca, domanda assai notevoli dosi di creatività. E tra queste istituzioni troverebbe probabilmente la propria naturale collocazione l’investimento più atteso del piano industriale 2024-28, quel Cdp Venture Capital sgr citato, a questo proposito, dalla stessa Meloni, e che dovrebbe orientare gran parte della ricerca italiana in materia di Intelligenza Artificiale.

La richiesta di collaborazione che Meloni ha rivolto anche all’opposizione perché all’Italia venga riconosciuto un ruolo appropriato nella Commissione, deve insomma ritenersi vada oltre l’aula di Montecitorio, e finisca per investire, oltre a quello finanziario e industriale, soprattutto il mondo accademico e scientifico. Il quale può contribuire soprattutto con una funzione di proposta. Ma che, se dovesse effettivamente esprimere una forte richiesta perché l’Italia rivendichi il Commissario UE incaricato della Ricerca scientifica e tecnologica e della promozione della Artificial General Intelligence finirebbe – ed in maniera assai visibile – per suggerire un’azione destinata, in sede comunitaria, a favorire in tempi brevi una forte crescita anche del “peso” politico del nostro paese.

Giuseppe Sacco

Intelligenza Artificiale e “peso” in Europa – Giuseppe Sacco – Politica Insieme




LE NOTTI DEL SOUL E DEL BLUES 2024

VI edizione

Tortoreto, 2 luglio 2024.  Il Comune di Tortoreto presenta la nuova edizione dell’evento estivo Le Notti del Soul and Blues Tortoretano. Nei giorni 13 Luglio presso Piazza Garibaldi a Tortoreto Alto e 19 Luglio 2024 presso Largo Marconi a Tortoreto Lido si rinnova l’appuntamento con la musica di qualità che spazia dal Blues e Soul fino al Jazz; una musica ricercata e di spessore che grazie al sostegno del Comue di Tortoreto nella persona dell’assessore al Turismo Giorgio Ripani affiancato dalla direzione artistica di Enzo Zampini, si fregia di nomi internazionali sempre più rinomati.

L’evento ad ingresso gratuito si compone in due giornate in due luoghi caratteristici della città dove poter godere della buona musica e della tipica atmosfera abruzzese.

Dopo il successo delle precedenti edizioni, ed in particolare dello scorso anno con la band californiana del chitarrista di livello internazionale Chris Cain e la cantante dalla Lousiana Crystal Thomas, quest’anno 2024 avremo ospite nella prima giornata del 13 Luglio la voce graffiante della rinomata cantante NOREDA GRAVES.

Voce soprano solista dell’Harlem Gospel Choir e del coro dell’Anthony Morgan Inspirational Choir of Harlem ,Cantante e cantautrice americana del North Carolina, Noreda Graves è una delle voci soul più apprezzate d’America. Il suo sound è un mix di gospel, funk, blues e R&B. Tra le sue influenze ci sono James Brown, Aretha Franklin e le Clark Sisters.  Il 19 Luglio sarà invece il turno della band del momento, I Cinelli Brothers.

Reduci dal loro ultimo tour statunitense, il quartetto inglese vanta premi e partecipazione nei migliori festival mondiali. I Cinelli Brothers fanno da raccordo tra il classico Chicago e Texas Blues elettrico degli anni ’60 e ’70 con i suoni della modernità formando una squadra esplosiva. L’album d’esordio Babe Please Set Your Alarm (2018) è stato registrato al Soup Studio di Londra ed è giunto fino al numero 2 nella classifica della Independent Blues Broadcasters’ Association. Riconosciuti esponenti di calibro della nuova generazione del blues contemporaneo da riviste specializzate – Music Republic Magazine ha nominato Marco Cinelli miglior chitarrista 2018 – le loro hit passano quotidianamente nelle radio di genere Made in England.

Appuntamento quindi i giorni 13 e 19 Luglio 2024 per avere un po’ di vibrazioni musicali intense come solo la musica Soul e Blues di qualità sa dare, rivivendo l’ appuntamento diventato punto di riferimento delle serate estive tortoretane per gli amanti della musica dal vivo e non solo

Le Notti del Soul Blues è diventato un appuntamento ormai imperdibile del calendario eventi dell’Estate Tortoretana, ha dichiarato l’Ass. Giorgio Ripani, Grazie alla direzione artistica di Enzo Zampini, abbiamo coinvolto artisti sempre più talentosi e di rilievo nazionale ed internazionale, e l’impegno per il futuro è quello di elevare sempre di più il livello di questa manifestazione.

foto: certastampa.it




LIFE CYCLE THINKING a supporto di modelli di produzione e di consumo sostenibili

XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA sul tema. Ex-Aurum e Aula 31 del Campus di Pescara – 3, 4 e 5 luglio 2024

Chieti, 2 luglio 2024. Si terrà presso l’ex-Aurum e poi nell’Aula 31 del Campus di Pescara dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, dal 3 al 5 luglio prossimi, il XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA (Life Cycle Assessment), che quest’anno verterà sul tema “Life Cycle Thinking a supporto di modelli di produzione e di consumo sostenibili”. Il Comitato organizzatore è presieduto dal professor Andrea Raggi, docente di Scienze merceologiche (Ecologia industriale) presso il Dipartimento di Economia della “d’Annunzio”, ed ha avuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del MUR e del Comune di Pescara nonché l’alto patrocinio della Regione Abruzzo. I lavori verranno aperti, mercoledì 3 luglio, alle ore 14,15, dai saluti istituzionali del Rettore della “d’Annunzio”, Liborio Stuppia, dei professori Marialuisa Gambini e Alessandro Serra, del dott. Sergio Saporetti del Ministero dell’Ambiente, del Presidente dell’ANVUR Antonio Uricchio, di Alessandro Ruggeri, Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Merceologiche, dell’Assessore regionale Tiziana Magnacca e del Presidente dell’Associazione Rete Italiana LCA, Monica Lavagna. Le varie sessioni prevedono approfondimenti su: “Recenti sviluppi e potenziali avanzamenti del Life Cycle Thinking a supporto delle decisioni”, Circolarità e rifiuti”, “Agroalimentare”, “Banche dati LCA”, “Social LCA”, “Edilizia”, “Energia”, Chimica e materiali”, che saranno affidati a docenti, ricercatori ed esperti provenienti da tutta Italia. Nel corso dei lavori ci sarà anche l’Assemblea dell’Associazione Rete Italiana LCA e, nella stessa giornata del 4 luglio, la cerimonia di consegna del “Premio giovani ricercatori” istituita dalla Associazione Rete Italiana LCA.

“Il Campus di Pescara dell’Università Gabriele d’Annunziospiega il professor Andrea Raggi, Presidente del Comitato Organizzatore del Convegno – che ha già ospitato con successo nel 2008 il workshop nazionale della neocostituita Rete Italiana LCA (Life Cycle Assessment), ha l’onore di accogliere quest’anno accademici, ricercatori e professionisti provenienti da varie parti del nostro Paese per partecipare ai lavori del XVIII Convegno dell’Associazione Rete Italiana LCA. La scelta della nostra sede è un importante riconoscimento del costante impegno di un gruppo di docenti e di ricercatori del Dipartimento di Economia della d’Annunzio che, da decenni, approfondiscono nella propria attività didattica e di ricerca i temi legati agli approcci e ai metodi di gestione e di valutazione della sostenibilità. Il tema della sostenibilità dei sistemi di produzione e consumo, declinata nelle sue ormai consuete dimensioni ambientale, sociale ed economica, sebbene da tempo consolidato presso gli addetti ai lavori, ha raggiunto una crescente popolarità negli ultimi anni ed è divenuto di sempre maggiore attualità ed urgenza. Da qui – conclude il professor Raggi – l’importanza di metodi e strumenti che consentano di valutare in modo scientifico ed oggettivo l’intera filiera di un prodotto per supportare in modo affidabile le decisioni e le scelte a livello di policy, di impresa e come consumatori.”

Maurizio Adezio




GIORNATA DI SENSIBILIZZAZIONE CON  PASSEGGIATA EMPATICA

Comitato Pari Opportunità del Foro di Pescara in collaborazione con l’Associazione Carrozzine Determinate

Pescara, 2 luglio 2024. Un’occasione di riflessione e partecipazione per acquisire consapevolezza del principio per cui la disabilità non è malattia ma è condizione di vita in un ambiente sfavorevole.

Dopo amministratori, politici e sindaci il Cav. Ferrante – presidente dell’associazione – accompagnerà con una passeggiata empatica in carrozzina Avvocati e Magistrati del foro di Pescara alla scoperta delle sensazioni, frustrazioni e difficoltà del muoversi negli spazi del vivere quotidiano in presenza di barriere architettoniche.

L’appuntamento è per il 5 luglio alle ore 10:00 presso l’Aula Scoponi del Tribunale di Pescara, dopo una breve  introduzione a cura degli Avv.ti Marco Pellegrini e Mariangela Cilli, rispettivamente Presidente e componente CPO e del Cav. Ferrante, si darà l’avvio alla passeggiata empatica con partenza dal parcheggio antistante il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.




CONCERTI AL TRAMONTO

Claudio Filippini e Matta Living orchestra il 3 luglio 2024, ore 19 | parco colle del telegrafo, strada colle marino

Pescara, 1° luglio 2024. Si apre alla musica con un evento di grande respiro artistico e pesaggistico Matta#Aperto 2024, la rassegna estiva promossa dalla rete Artisti per il Matta disseminata dentro e fuori dallo Spazio Matta, per connettere in un unico percorso multiculturale all’insegna del contemporaneo luoghi, spazi e ambienti diffusi lungo il territorio urbano della città di Pescara. Per la sezione Musica, a cura di Osvaldo Bianchi, in collaborazione e con il patrocinio del Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, arrivano i Concerti al tramonto, mercoledì 3 luglio, dalle ore 19, sul prato del Parco del Colle del Telegrafo, in strada Colle Marino 144, con ingresso gratuito.

Nel magnifico colpo d’occhio dall’alto sulla città di Pescara e il suo mare, saranno due i momenti musicali di questo evento: il primo alle 19, a cura di Matta Living Orchestra. A seguire, intorno alle 20.00, il secondo concerto, con il jazzista pescarese Claudio Filippini, uno dei più importanti pianisti italiani. La Matta Living Orchestra è un’orchestra inclusiva, di cui fanno parte persone senza fissa dimora del centro Train de Vie, giovani musicisti allievi del Conservatorio e musicisti professionisti e non di tutte le età. Diversa da un gruppo orchestrale, nella living orchestra, ogni musicista partecipante condivide e contribuisce con la propria esperienza, la propria provenienza, i propri brani e le proprie idee di musica a costruire e ad arricchire il repertorio.

L’idea nasce da un percorso avviato già da un anno dal musicista Osvaldo Bianchi con le persone senza fissa dimora che frequentano il Centro Train De Vie della stazione. Dai risultati positivi dell’esperienza avviata, si compie un passo in avanti coinvolgendo giovani musicisti allievi del Conservatorio per la creazione della Living Orchestra: un’orchestra aperta a tutti i generi musicali e alle diverse umanità.

FILIPPISMO ELECTRONIC SOLO LIVE non è un concerto ma un’esperienza sensoriale totale con Claudio Filippini alchimista del suono che crea un loop di melodie irresistibili, un labirinto di suoni dei più grandi artisti come Air, Sakamoto, Apparat, Thom Yorke, Prodigy, John Williams e Miles Davis, fondendoli insieme in un’esplosione di creatività e genialità. Claudio Filippini diplomato giovanissimo in pianoforte presso il Conservatorio “G.B.Pergolesi” di Fermo, ha frequentato diversi seminari e corsi di perfezionamento con maestri come Kenny Barron, George Cables, Barry Harris, Harold Battiste, Jimmy Owens, Joey Calderazzo, Enrico Pieranunzi, Franco D’Andrea, Otmaro Ruiz, Stefano Bollani, Stefano Battaglia. Nel corso degli anni ha avuto modo di esibirsi in numerosi club e festival di tutto il mondo Nel 2004 costituisce un trio con Luca Bulgarelli e Marcello Di Leonardo con i quali pubblica tre album. Dal 2010 al 2014 è il pianista della band di Mario Biondi e con lui si esibisce in numerosi tour in oltre 40 paesi. Nel 2015 viene invitato a tenere una masterclass di piano jazz ed armonia presso il Columbia College of Music di Chicago.

È docente di pianoforte jazz presso il Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio” di Pescara. Nel 2022 pubblica nuovo lavoro discografico chiamato “FILIPPISMO” pubblicato dalla “Sun Village Records” (CD e vinile) che ottiene un enorme successo di critica. Nel 2023 fonda l’etichetta “Filippismo Music” con la quale pubblica due album: “FILIPPISMO live at THE SPHERES” e “ASGARD: The Music Of Angelo Canelli”. Per godersi al meglio lo spettacolo il pubblico è invitato, se desidera, a portare con sé tappetini, stuoie, teli mare, cibo e bevande.

Ingresso Gratuito




IL MUNDA A LUGLIO

Le iniziative della prima settimana

L’Aquila 1° luglio 2024. Il Museo Nazionale d’Abruzzo apre il  mese di luglio  con un susseguirsi di eventi:

– Mammut: martedì 2 luglio, fino al I settembre, iniziano le aperture quotidiane  dal martedì alla domenica. Orario 9.00/19.00, ultima entrata 18.30.

– Festival delle Città del Medioevo, aderendo al Festival,  organizzato dall’Università degli Studi e dal Comune dell’Aquila sul grande tema “Le città e l’acqua”,  da giovedì 4 a domenica 7 luglio il Mammut del Castello sarà aperto nelle quattro giornate anche nelle ore serali, 19.00/23.00, chiusura biglietteria alle 22.30. Biglietto 7 €, ridotto 2 €, gratuito al di sotto dei 18 anni

– “Da acqua e da Spirito. Significati e simbologie nelle opere del Museo Nazionale d’Abruzzo”  di Federica Zalabra.  Nell’ambito del Festival la direttrice del MuNDA terrà un intervento sabato 6 luglio alle ore 11.30 presso l’Auditorium del Parco. Entrata libera

– Domenica 7 luglio entrata gratuita per #domenicalmuseo nelle due sedi del Museo.

– Le opere restaurate tornate: al MuNDA, in via Tancredi da Pentima, sono tornati, dopo un accurato restauro, il dipinto su tavola di Saturnino Gatti Madonna in trono con bambino, seconda metà del XV sec., svolto dalla società Abacuc sas di Nicoletta Naldoni e l’olio su tavola di Cola dell’Amatrice  La Sacra Parentela del terzo decennio del XVI sec., Anna Borzomati restauratrice

Biglietto intero 7 €, ridotto 2, gratuito al di sotto dei 18 anni.

I biglietti di ingresso al Museo Nazionale d’Abruzzo possono essere acquistati direttamente nella biglietteria del Castello o sul portale e sull’app dei Musei italiani al link www.museiitaliani.it




NICOLÒ DI MATTIA CAMPIONE EUROPEO 2024

A soli 17 anni campione di organetto

Morro D’Oro, 1° luglio 2024. Nicolò Di Mattia, diciassettenne di Morro D’Oro, è stato proclamato Campione Europeo di Organetto 2024 il 30 giugno 2024 al 28° Campionato Europeo di Fisarmonica Diatonica e Organetto. La prestigiosa competizione, svoltasi ad Attimis, Udine – Italy , ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di musicisti provenienti da tutta Europa.

Nicolò ha impressionato la giuria con la sua performance eccezionale, frutto di anni di studio sotto la guida del maestro Enzo Scacchia, campione del mondo di organetto, usufruendo la “Tecnica a Cinque Dita per Organetto©” inventata e legalmente depositata alla SIAE da Enzo Scacchia, composta da combinazioni che permettono di eseguire virtuosismi irrealizzabili con la tecnica di uso comune.

Nonostante la giovane età, Nicolò ha già vinto  numerosi riconoscimenti in gare, festival e concorsi nazionali e internazionali A.M.I.SA.D (associazione musicale Italiana strumenti ad Ancia). Fra i più importanti ricordiamo, il primo posto assoluto nella categoria E al Campionato Italiano di Organetto e Fisarmonica Diatonica A.M.I.SA.D. a Carsoli (AQ), inoltre, è stato proclamato Vincitore ai concorsi nazionali (A.M.I.SA.D) di Organetto svoltosi a Bisenti e Castilenti. Vincitore al “18° festival dell’Adriatico”, “6° festival Toscano dell’organetto diatonico, 2° festival del mantice” e “1° festival dell’organetto” (A.M.I.SA.D).

Attraverso il suo canale YouTube “Nicolò Di Mattia – Official Channel”, diffonde la sua passione per l’organetto, prendendo ispirazione dal suo noto maestro Enzo Scacchia e suo fratello Nicola Scacchia, noti come i FRATELLI SCACCHIA, il cui canale ha superato la soglia di oltre 124 MILIONI di visualizzazioni.

Oltre alla sua carriera musicale, Nicolò prosegue i suoi studi presso il liceo statale Saffo di Roseto degli Abruzzi.




LA RIVOLTA DELLE TABACCHINE

giovedì 4 luglio a lanciano la presentazione del nuovo romanzo di Graziano D’Angelo

Lanciano, 1° luglio 2024. È prevista giovedì 4 luglio prossimo alle 18,30 a Lanciano, nella sede della Biblioteca regionale “Pasquale Salvucci” (Palazzo De Crecchio), in via dei Frentani,30, la presentazione del nuovo romanzo di Graziano D’Angelo, giornalista e scrittore lancianese, intitolato La rivolta delle tabacchine, edito dalla Editrice Carabba. Il titolo evoca l’omonima vicenda accaduta a Lanciano nella primavera del 1968, alla quale l’opera si è ispirata. Dialogherà con l’autore Maria Saveria Borrelli, mentre Carlo D’Angelo leggerà alcune pagine. A moderare sarà Marilena Staniscia della Editrice Carabba.

La trama narrativa dell’opera è incentrata sull’importante vicenda storica avvenuta a Lanciano, città nella quale il romanzo è ambientato e teatro della rivolta. Della rivolta furono protagoniste le tabacchine, le operaie della manifattura tabacchi, da sempre angariate da una disumana condizione di lavoro e costrette a subire dispotiche e rigide regole, a fronte di un salario da fame. Per la prima volta nella storia, le tabacchine di Lanciano scesero in piazza, rivendicando i loro diritti, la loro dignità, un salario adeguato e una condizione di lavoro degna. La loro protesta fu lunga e faticosa, convinta e ferma, e sfociò in una vera e propria rivolta, passata alla storia della comunità locale come, appunto, la rivolta delle tabacchine.

Il movente letterario del romanzo ruota attorno alla protagonista. Marinella è una ragazza di ventuno anni, istruita e sensibile, che per un singolare susseguirsi di vicende e circostanze, si ritrova implicata nel destino delle operaie della manifattura. Marinella è animata da uno straordinario slancio interiore, da un desiderio tumultuoso di mettersi in gioco. Non è supportata da una personalità forte e decisa. È psicologicamente vulnerabile. Ma grazie a un intenso travaglio interiore e una volontà tenace, riesce a scalare gli ardui declivi della realtà. Dopo le alterne vicissitudini narrate nella prima parte del romanzo, Marinella diventerà la figura più importante della vicenda umana e sociale delle tabacchine. Sarà lei, infatti, a dettare i tempi, a trasformare lo sciopero e le manifestazioni in veri e propri atti di solidarietà e partecipazione. Diventerà la vera protagonista dello sciopero e della lotta, l’icona delle tabacchine, che a lei si affideranno senza alcuna riserva.

Il romanzo di Graziano D’Angelo si svolge lungo un percorso letterario insolitamente ricco di risvolti umani, di sentimenti e storie personali che prefigurano un vero e proprio “retroterra letterario”. Insieme alla protagonista, emergono figure di elevata statura umana e sociale. Tra le più importanti, Antonio Valentini, un ragazzo che muoverà i sentimenti di Marinella, Alberto Scarano, il suo più assiduo corteggiatore e amico dai tempi della scuola, Agostino Piacentini, l’anziano sindacalista che sarà il suo mentore, i genitori della ragazza, traviati da una mentalità provinciale e stantia, pervasa di paure e incertezze, che obbligherà Marinella a dar fondo a tutte le sue energie per affermare la sua personalità. Nel loro complesso, personaggi e vicende, costituiscono lo scenario di un finale sorprendente, che non mancherà di suscitare la riflessione e il coinvolgimento emotivo del lettore.

Graziano D’Angelo è giornalista pubblicista. È stato direttore di periodici d’informazione e ha svolto diversi incarichi di addetto stampa. Ha ideato e curato pubblicazioni culturali, di svago e divulgative. Nel 2018 ha pubblicato il romanzo L’aspro respiro della vita (Edizioni Tracce). Nel 2022 è stato semifinalista al Premio Letterario Nazionale “Città di Castello” e vincitore del Premio Speciale, settore giornalismo, della Fondazione Agnesi, con il saggio Viaggio letterario nella storia della pasta.




SCACCO D’ATTO 2024

La Scuola Forense di Teramo trionfa al torneo nazionale di retorica forense

Teramo, 1° luglio 2024. La Scuola Forense dell’Ordine degli Avvocati di Teramo si aggiudica l’ottava edizione del torneo nazionale di retorica forense “Scacco d’Atto 2024”. La competizione, svoltasi a Lucca dal 27 al 30 giugno, ha visto affermarsi le giovani allieve della scuola teramana Martina Mastrilli e Chiara Tribuiani, che hanno superato in finale le colleghe e i colleghi della Scuola Forense di Rovigo.

Dodici le scuole, suddivise in due gironi da sei quadre, che hanno animato il torneo nazionale riservato agli allievi delle scuole forensi che si preparano all’esercizio della professione di avvocato.

Davanti a una giuria di esperti presieduta dall’avvocato e docente Francesco Paolo Luiso, coordinatore del Comitato Scientifico della Fondazione Scuola Forense Alto Tirreno, le due tirocinanti teramane approdate in finale, dopo la impegnativa fase dei gironi, hanno dato prova di capacità oratorie e argomentative, discutendo con padronanza casi di diritto civile e penale. La loro vittoria rappresenta il coronamento di un percorso di formazione intenso, che ha visto le allieve confrontarsi con colleghi provenienti da diverse scuole forensi d’Italia.

La delegazione teramana presente al torneo era composta dalle due giovani allieve, dall’avvocata e direttrice della Scuola Forense di Teramo, Gabriella Zuccarini, e dai componenti del direttivo della Scuola, gli avvocati Luca D’Eugenio ed Elena Concordia.

“Questo traguardo rappresenta un motivo di grande orgoglio per la nostra scuola forense – commenta la direttrice della Scuola Forense di Teramo, Gabriella Zuccarini –. Un successo che premia l’impegno e la dedizione di Martina e Chiara ma anche l’intero lavoro di squadra che ha caratterizzato la preparazione al torneo. Il trofeo va sicuramente condiviso con gli allievi che hanno partecipato alle precedenti edizioni del torneo, Maura Sperandii e Deborah Irelli (Cosenza 2022), Davide Iachini e Pietro Galassi (Trento 2023), tutor nelle fasi finali della preparazione prima della partenza per Lucca e tutti gli allievi della nostra scuola che si sono allenati con le scacchiste nella discussione dei casi”.

“La partecipazione al Torneo “Scacco d’Atto” si inserisce all’interno di un più ampio progetto formativo volto a valorizzare le competenze oratorie e argomentative dei giovani avvocati – afferma il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, Antonio Lessiani -. Un obiettivo ambizioso che la Scuola Forense di Teramo persegue con tenacia, consapevole del ruolo fondamentale che la retorica riveste nell’esercizio della professione legale”. “Esprimo le mie più vive congratulazioni a Martina e Chiara per la loro brillante vittoria – aggiunge il Presidente Lessiani –. Un successo che riempie di orgoglio l’intero foro teramano perché il premio è un riconoscimento a livello nazionale del valore della nostra Scuola Forense e conferma la validità del percorso formativo proposto. Ringrazio i componenti del direttivo della scuola per il loro proficuo impegno e tutti i colleghi del foro e i magistrati che hanno partecipato alla preparazione delle giovani tirocinanti”.

Nella foto, da sinistra: Luca Di Eugenio, Martina Mastrilli, Gabriella Zuccarini, Chiara Tribuiani, Elena Concordia




ECCO CHI HA TRADITO L’ABRUZZO

Arcuri e Fars (Rifondazione) sull’autonomia differenziata

Pescara, 1° luglio 2024. “Ecco chi ha tradito l’Abruzzo: i senatori Liris e Sigismondi, i deputati Bagnai, Pagano, Roscani, Silvestri e Testa. Contrari solo Fina, Di Girolamo e Torto.” affermano, in una nota, Viola Arcuri e Marco Fars , co-segreteria Partito della Rifondazione Comunista Abruzzo.

“Dopo tanta retorica sulla patria e il tricolore, il governo di Giorgia Meloni ha dato il via libera alla frantumazione leghista dell’unità nazionale. Il voto sull’autonomia differenzia è lo zuccherino,  amarissimo per l’Abruzzo,  dato alla Lega per il via libera ad un’altra pessima controriforma: la legge sul premierato, ulteriore picconata alla Costituzione.”

“Il disastro della sanità abruzzese è sotto gli occhi di tutti: è il risultato di 21 sistemi sanitari regionalizzati con la riforma del Titolo V della Costituzione; con l’autonomia differenziata salteranno ulteriori vincoli e saranno regionalizzate ulteriori prerogative legislative nazionali come ad esempio l’istruzione. Curarsi o studiare sarà assai diverso da Sud a Nord.”

“La secessione dei ricchi, con in testa le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, penalizzerà ulteriormente la nostra regione, sicuramente dal punto di vista finanziario, e di conseguenza si tradurrà in meno diritti e tutele per gli abruzzesi.”

“Chi sono i traditori dell’Abruzzo in Parlamento?

Ecco i nomi che andrebbero tenuti ben in mente quando, già oggi, ci sentiamo rispondere che non ci sono i soldi.

Hanno votato a favore del Ddl Calderoli i senatori di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris e  Etel Sigismondi. Non hanno fatto mancare il loro sostegno nella seduta definitiva di mercoledì 19 giugno 2024 alla Camera  i deputati: Alberto Bagnai per la Lega, Nazario Pagano per Forza Italia, Roscani Fabio, Rachele Silvestri e Guerino Testa per Fratelli d’Italia.

E il Presidente del Consiglio dei ministri eletta in Abruzzo Giorgia Meloni? Aveva impegni più importanti, era in missione per festeggiare i 50 anni de Il Giornale di Sallusti.”

“Gli unici voti contrari al Disegno di legge Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni sono arrivati da parte dei senatori Michele Fina (PD) e Gabriella Di Girolamo (M5S), e della deputata Daniela Torto (M5S), mentre Luciano D’Alfonso (PD) e Giulio Sottanelli (Azione) non hanno partecipato alla votazione finale, come Giorgia Meloni avranno avuto altri impegni.

“Ci auguriamo che ora tutte le opposizioni  siano coerenti e unite, confermando anche nei territori il loro No all’autonomia differenziata. Va ricordato che l’autonomia differenziata è stata resa possibile dalla modifica della Costituzione nel 2001 da parte del centrosinistra a cui solo noi di Rifondazione ci opponemmo. Ancora una volta la destra avanza sull’autostrada aperta dal centrosinistra.

In Abruzzo Rifondazione Comunista lotterà contro questo ennesimo scempio. Dai ricorsi alla Corte costituzionale, al blocco delle intese, fino al referendum bisogna impedire che si realizzi l’autonomia differenziata.

Impegniamoci da subito tutte e tutti per la crescita di un largo movimento unitario anche in Abruzzo  per salvare la Costituzione e scongiurare la disgregazione del nostro paese.”, concludono Arcuri e Fars.




LA SENSIBILIZZAZIONE SU CLIMA E TERRITORIO

Grande successo per escursione guidata UnivAQ alla scoperta delle sorgenti d’acqua della Valle del Chiarino

L’Aquila, 1° luglio 2024. Grande successo per l’escursione guidata alla scoperta delle sorgenti d’acqua della Valle del Chiarino svoltasi domenica 30 giugno 2024 e organizzata dall’Università dell’Aquila, con il contributo e la collaborazione della locale sezione del CAI (Club alpino italiano), della Gran Sasso Acqua, del reparto Biodiversità dei Carabinieri dell’Aquila e dell’Amministrazione separata degli usi civici di Arischia.

Oltre 150 persone hanno partecipato alla passeggiata partita dal Lago di Provvidenza e il cui punto d’arrivo è stato il rifugio Domenico Fioretti. Lungo il tragitto, professori UnivAQ, tecnici della Gran Sasso Acqua e carabinieri del reparto Biodiversità dell’Aquila hanno illustrato gli aspetti riguardanti la formazione e lo sfruttamento delle falde acquifere, la fauna e la flora del territorio, la produzione di energia elettrica. Gli escursionisti, inoltre, hanno potuto visitare anche il punto di captazione delle acque del Chiarino gestito dalla Gran Sasso Acqua.

L’escursione di ieri, inclusiva e aperta a tutti, è stato il secondo appuntamento, dopo la passeggiata sul Tratturo Magno del settembre 2023, del filone di iniziative promosse dall’Università dell’Aquila denominate “Clima e Territorio”, mirate a promuovere la scoperta e il recupero di elementi geografici, del tessuto produttivo, economico e sociale legati a o dipendenti da fattori climatici, al fine di diffondere la cultura della sostenibilità e creare le necessarie sinergie tra enti e istituzioni per una efficace pianificazione di adattamento climatico.

“Sono iniziative a cui il nostro ateneo tiene molto” spiega il direttore generale UnivAQ Pietro Di Benedetto “perché intercettano vari aspetti del nostro impegno in favore del territorio. C’è anzitutto la Terza Missione, ossia l’impegno dell’università a far crescere culturalmente il territorio circostante portando le proprie conoscenze e competenze fuori dal mondo accademico, a vantaggio e beneficio della cittadinanza. E poi c’è il tema della sostenibilità, che è un filo rosso che lega tutte le nostre attività. Siamo, secondo il ranking internazionale Green Metric, tra le prime università italiane per capacità e attenzione alla sostenibilità. Il prossimo appuntamento ci sarà dopo l’estate, con la riapertura e l’inaugurazione, in seguito alla fine dei lavori di ristrutturazione, del Giardino alpino di Campo Imperatore intitolato a Vincenzo Rivera”.

“Bisogna prendere coscienza del fatto che i cambiamenti climatici sono in atto e lo saranno nei prossimi decenni, a prescindere dagli sforzi che faremo per mitigarne le cause” spiega Gabriele Curci, professore di Fisica al dipartimento di Scienze fisiche e chimiche (DSFC) UnivAQ e scienziato del Cetemps “Questi cambiamenti avranno un impatto specifico per ciascun territorio perché ciò che ogni singolo territorio paga in termini di penalità climatiche non è legato solo alle variabili atmosferiche ma anche a fattori economici e sociali e alle tradizioni. Escursioni come quella nella Valle del Chiarino servono a questo, a mettere insieme realtà associative, enti, istituzioni e cittadini per creare consapevolezza e conoscenza intorno a queste tematiche”.




I 50 ANNI DI SAN PIETRO APOSTOLO

Celebrata dal Vescovo Leuzzi la Messa. Nella notte, l’Infiorata del Colibrì.

Giulianova, 1° luglio 2024. Sabato scorso, per  celebrare i 50 anni della dedicazione della chiesa di San Pietro Apostolo, il Vescovo Monsignor Lorenzo Leuzzi ha officiato la Messa in piazza Giovanni XXIII.

Erano presenti gli assessori Lidia Albani e Nausicaa Cameli,  i consiglieri Paolo Calafiore e Marialuigia Orfanelli, il consigliere regionale Marilena Rossi, il vicepresidente dell’Ente Porto Fabrizio Bonaduce, il direttore Fabio Di Serafino, il console onorario del Senegal in Ascoli Piceno Tullio Galluzzi.

I volontari del Colibrì  hanno realizzato, nella notte di venerdì, un tappeto artistico con la tecnica dell’ infiorata. Trenta bambini, di pomeriggio, hanno composto sei quadri di dimensioni minori.

Prima della benedizione, don Luca Torresi ha salutato tutti.




LA GIUSTIZIA DEL DUCE

Un libro di Luciano Di Tizio nel Palazzo della Provincia

Chieti, 1° luglio 2024. La Sala Consiliare della Provincia di Chieti ospita la presentazione del volume dell’autore Luciano Di Tizio, La giustizia del Duce, il Fascismo al potere tra violenze, sottovalutazioni e connivenza edito da Ianieri Edizioni: l’appuntamento è per venerdì 5 luglio alle ore 17.30, dialoga con l’autore lo Storico Marco Patricelli. Porteranno i saluti il Presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna e la Direttrice dell’Archivio di Stato, Maria Amicarelli. La prima presentazione di questo volume si è tenuta martedì 11 giugno presso la Sala Matteotti della Camera dei deputati a Roma.

Gli anni della presa del potere del fascismo, tra violenze nel territorio e progressivo asservimento dello Stato alla dittatura con, al centro, le vicende del rapimento e dell’assassinio di Giacomo Matteotti e il successivo processo-farsa agli autori materiali dell’aggressione. La narrazione prende le mosse dal contesto sociale, economico e ideologico negli anni della nascita e della crescita del fascismo tra connivenze, complicità e sottovalutazioni dalle drammatiche conseguenze, allargando il racconto ad altre aggressioni e ad altre vicende giudiziarie, alcune con conclusioni ben diverse.

Di Tizio nel 2006 ha pubblicato un volume “La giustizia negata. Dietro le quinte del processo Matteotti” interamente dedicato a quella vicenda giudiziaria ed oggi riprende il discorso ampliandolo con uno sguardo d’insieme sugli anni nei quali il fascismo con le sue violenze ha creato un regime dittatoriale grazie a circostanze favorevoli, connivenze più o meno dichiarate e a gravi sottovalutazioni.

Una visione a tutto campo nella quale il delitto e il processo Matteotti conservano un ruolo centrale, ma col discorso allargato ad altri vergognosi processi farsa e anche a vicende diverse nelle quali magistrati con la schiena dritta hanno difeso la Giustizia a dispetto delle pressioni del regime.

Luciano Di Tizio, laureato in storia e filosofia, dopo un’esperienza da docente nei Licei, ha operato per molti anni come giornalista professionista collaborando con quotidiani, radio e tv, nazionali e locali, e infine come caposervizio de “Il Tempo” in Abruzzo. Autore di alcuni saggi storici, si è sempre occupato di ambiente con numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative. Nel 2022 è stato eletto presidente del WWF Italia.

La Provincia di Chieti si trova presso Corso Marrucino, 97 a Chieti. L’evento è in collaborazione con la Libreria De Luca. Per info sui social @ianieriedizioni.




IL FESTIVAL DELL’APPENNINO INCLUSIVO DI NATURA 2024

Torna in Abruzzo, sabato 6 luglio con Domenico Turchi e il concerto della band Burro e Salvia. Nel pomeriggio escursione, al rientro performance di Domenico Turchi con “I racconti di Vallonia” e a concludere la serata il concerto della band Burro e Salvia

Ascoli Piceno 1° luglio 2024. Per l’ottavo appuntamento il Festival dell’Appennino torna in Abruzzo sabato 6 luglio ai piedi dei Monti Gemelli, questa volta rivolti verso il massiccio del Gran Sasso, a Valle Piola di Torricella Sicura nella provincia di Teramo. Il pomeriggio inizierà con un’escursione fino ad Acquaratola e poi al rientro performance di Domenico Turchi con “I racconti di Vallonia” e a concludere la serata il concerto della band Burro e Salvia. In questa tappa vivremo un’esperienza unica, un viaggio nel tempo attraverso la storia di un borgo abbandonato che sta rinascendo grazie alla volontà di iniziative di valorizzazione, per portare gli amanti del turismo lento a scoprire questo lato dell’Appennino centrale. Questa edizione della manifestazione è caratterizzata da una “espansione” dei suoi tradizionali confini, promossa dal Commissario Straordinario Ricostruzione e Riparazione Sisma 2016, Guido Castelli e dal Bim Tronto. Per la prima volta, infatti, oltre alle Marche il Festival coinvolge anche l’Abruzzo, il Lazio e l’Umbria insieme alla collaborazione dei Bim Vomano-Tordino Teramo, Bim Nera-Velino Cascia e Bim Nera-Velino Rieti. L’obiettivo resta però invariato: dare vita a un evento dedicato al benessere, sostenibile ed esperienziale. Una manifestazione a vocazione turistica e culturale che unisce, in un fitto programma di appuntamenti diverse attività: escursioni, spettacoli, performance, concerti, incontri, presentazioni ed enogastronomia, favorendo un tipo di turismo esperienziale e accessibile. Il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, ha dichiarato che “Quello di Torricella Sicura è un territorio sul quale la Struttura commissariale sta ponendo la massima attenzione. Lo conferma la recente approvazione da parte della Conferenza dei servizi del Piano straordinario di ricostruzione del Comune Teramano.

Un rilevante intervento per il tessuto urbano e sociale di Torricella Sicura che non solo consente di recuperare il danno da sisma, ma anche di migliorare e valorizzare infrastrutture e servizi come le scuole, gli impianti sportivi e il centro sociale polivalente. Luoghi fondamentali per tenere vivo e coeso il tessuto comunitario. Altro intervento che ci tengo a sottolineare è quello per il progetto di rigenerazione di Villa Celommi-Capuani, per il quale abbiamo portato il contributo a 1,4 milioni di euro. Si tratta di un punto di riferimento per Torricella Sicura che potrà così tornare a svolgere pienamente la sua funzione: un luogo attrattivo di memoria e di cultura. Un’opera di riparazione sociale ed economica, così come lo è il Festival dell’Appennino, che si inserisce proprio in questa strategia di valorizzazione delle bellezze, della storia e delle tradizioni dei nostri territori attraverso attività culturali e nella natura. Una manifestazione che vuole contribuire a far conoscere meglio l’Appennino centrale, e a incentivarne la fruizione turistica, resa possibile grazie all’impegno e alla collaborazione dei quattro Bim”.

Il Presidente del Consorzio BIM Vomano-Tordino di Teramo, Marco Di Nicola ha dichiarato: “L’appuntamento di Valle Piola, nel comune di Torricella Sicura, è la seconda tappa teramana e abruzzese del Festival dell’Appennino, per noi particolarmente significativa perché ambientata in un borgo un tempo abbandonato, che è stato oggetto di un rilevante intervento di recupero e valorizzazione.

Il Festival dell’Appennino, in questo senso, costituisce un veicolo culturale importante per contrastare lo spopolamento e favorire la conoscenza dei territori su cui si fonda la nostra identità. Il Consorzio BIM di Teramo ha voluto farsi parte attiva di questa iniziativa in sinergia con gli altri BIM del centro Italia, perché la ricostruzione non è solo un processo materiale ma passa anche e soprattutto attraverso la rigenerazione culturale e sociale delle nostre aree interne.”

Il ritrovo è alle ore 15.45 a Valle Piola, per poi partire per l’escursione alle ore 16.

IMPORTANTE: per raggiungere Valle Piola per chi viene dalla Piceno Aprutina non seguire assolutamente le indicazioni di Google Maps. Arrivare fino alla rotonda prima di Teramo, sul ponte Vezzola e svoltare a destra in direzione Castagneto. Da Castagneto seguire le frecce Festival dell’Appennino per Pastignano, poi Poggio Valle e Valle Piola, gli ultimi tre km sono su strada bianca.

L’escursione con partenza e ritorno a Valle Piola, ha una difficoltà E (Escursionistico per tutti) è lungo 5,4 km, con un dislivello di 185 mt e un tempo di percorrenza di circa 2 ore e trenta (andata e ritorno). Al rientro dall’escursione alle ore 19 per performance di Domenico Turchi con “I racconti di Vallonia”.

Alle ore 20 cena libera, per chi vuole sarà possibile cenare presso il punto ristoro al Rifugio del Pastore organizzato dalla Proloco di Torricella Sicura.

Il menù fisso a 15 euro prevede: mezzemaniche a ragù, pecora alla callara, acqua o bicchiere di vino. Inoltre, vi saranno a parte altri prodotti: panino con salsiccia, frittella farcita, panino con formaggio fritto.

Possibilità di piatti vegani o vegetariani su richiesta chiamando solo in questi orari 13.30-14.30/20.30-21.30 il numero 3332179561 entro e non oltre venerdì 5 luglio ore 21.30.

La serata proseguirà alle 21,30 con il concerto della band Burro e Salvia che con un repertorio di canzoni Italiane dagli anni ‘20 fino ai ‘50 ci faranno divertire e commuovere con brillanti motivetti e grandi sentimenti d’amore, attraverso la voce tenorile, condita con un poco di swing, di David Mazzoni. La partecipazione è gratuita ma è necessaria la prenotazione al fine di organizzare meglio l’evento, compilando il form nella data sul sito www.festivaldellappennino.it. Raccomandazioni:

• obbligatorio indossare scarpe da trekking

• avere con sè almeno un litro d’acqua

• portare felpa/kway e telo/stuoia

• consigliato un cambio completo da lasciare in auto

• consigliato portare lampada frontale o torcia per la sera

Festival dell’Appennino 2024, inclusivo di natura

Il Festival è promosso da Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016 e Bim Tronto, con la collaborazione di Bim Vomano-Todino Teramo, Bim Nera-Velino Cascia e Bim Nera-Velino Rieti, Regione Marche, Regione Umbria, Regione Abruzzo, Regione Lazio, Camera di Commercio delle Marche, Camera di Commercio dell’Umbria, Camere di Commercio Gran Sasso d’Italia, Camera di Commercio Rieti-Viterbo, in sinergia con i 23 Comuni dell’Appennino centrale, partner dell’evento, Accumoli, Acquasanta Terme, Amatrice, Arquata del Tronto, Ascoli Piceno, Civitella del Tronto, Colledara, Comunanza, Esanatoglia di Narco, Force, Leonessa, Montefortino, Montegallo, Montemonaco, Norcia, Pieve Torina, Rieti, Roccafluvione, Rotella, Sant’Anatolia di Narco, Torricella sicura, Ussita, Venarotta, con la direzione artistica dell’Associazione Culturale Appennino up e Mete Picene.




L’ARRIVO DI UN NUOVO MEZZO

Sabato di festa per il comitato della Croce Rossa Italiana. Festeggiati il nuovo direttivo, i volontari di lungo corso e l’arrivo del nuovo mezzo

Giulianova, 1° luglio 2024. Quella di sabato 29 giugno è stata una giornata importante per il comitato di Croce Rossa di Giulianova. Nella sede dell’ associazione di via dei Pioppi, è stato festeggiato l’insediamento del nuovo direttivo, presieduto da Danilo Di Giancamillo e sono stati consegnati gli attestati delle croci di anzianità per i 15 e 25 anni di servizio. Significativa, inoltre, l’  inaugurazione di un nuovo mezzo di trasporto per disabili.

All’ eccezionale appuntamento, segnato da una triplice motivazione, hanno preso parte l’assessore alle Politiche Sociali Lidia Albani, che ha portato i saluti istituzionali, ed il Prefetto Vicario di Teramo Alberto Di Gaetano.  Presenti, inoltre, il consigliere regionale Marilena Rossi, i consiglieri comunali Paolo Calafiore e Marialuigia Orfanelli. Tra le autorità militari, il Maggiore Nicolò Morandi, Comandante della Compagnia Carabinieri di Giulianova, ed il Tenente di Vascello Alessio Fiorentino, Comandante della Guardia Costiera di Giulianova.

Alla cerimonia è seguita una partecipata conviviale.




NUVOLE NELL’ANIMA di Lina Colacillo

Un libro che spinge a riflettere sulle fragilità della vita

Torino, 1° luglio 2024. È uscito il libro “Nuvole nell’anima” di Lina Colacillo, scrittrice torinese, pubblicato da Buckfast Edizioni (2024). Un libro introspettivo che, senza giudizi, vuole far riflettere il lettore sulla vita e su come si può cercare di migliorarla.

I protagonisti del libro sono Alessio, Angela e Divina. Alessio è un giovane ventenne che soffre della sindrome di hikikomori: da tempo ormai ha cominciato a chiudersi in sé stesso, a non voler vedere nessuno e a vivere una vita vuota e priva di significato. Nulla più lo entusiasma, nulla gli crea interesse. Dorme di giorno, tenta di vivacchiare nella notte, incollato a videogames e computer, rinchiuso nella sua camera buia, trascurando sé stesso e tutto ciò che gli sta intorno. Con il passare del tempo, inizia a fare gesti ossessivi, quando – all’apice della crisi – un mattino all’alba si butta dal sesto piano. Miracolosamente si salva, nonostante le gravi fratture riportate nel corpo e nell’anima.

Comincia così un percorso di recupero fisico e psicologico che viene raccontato dal punto di vista della madre, Angela, che è disperata. Si chiede dove ha sbagliato, cosa poteva fare e cosa non ha fatto. Dove, lei e il marito, hanno fallito. Un giorno come tanti, in palestra, Angela incontra Divina e presto tra le due donne nasce una bella amicizia. Cominciano a frequentarsi, a uscire insieme e a raccontarsi a vicenda, con le loro domande e le loro preoccupazioni, facendo lunghe chiacchierate tra le vie della città di Torino e le sale dei caffè storici.

Le due donne si confidano reciprocamente: Angela racconta della sofferenza del figlio, che lei non ha saputo comprendere, e delle fragilità del marito Felice, padre assente e poco responsabile, seppur uomo in carriera. Divina, a sua volta, confida ad Angela la delusione che vive con il marito Dylan, un imprenditore faccendiere abituato a frequentare altre donne e a sminuire la moglie.

Molte nuvole offuscano le loro anime, ma alla fine, ogni destino avrà il suo compimento.

Una scrittura snella e asciutta, a volte cruda, racconta con lucidità le debolezze e le fragilità di due donne e di un ragazzo che non vogliono darla vinta al destino, e che percorrono con coraggio un difficile sentiero di rinascita.

“Ho voluto raccontare una storia reale, come tante se ne sentono parlando con le persone – spiega l’autrice. – La sindrome dell’hikikomori è una piaga sociale che si sta velocemente diffondendo anche in Italia e colpisce i ragazzi molto più di quanto si possa pensare. Ho parlato con insegnanti di scuola superiore che mi hanno raccontato quanto questo sia un fenomeno diffuso tra i ragazzi d’oggi. Gradualmente, si chiudono in sé stessi, si isolano, cominciano a non uscire di casa e a vivere una vita che non può essere definita tale. Manifestano, con il tempo, gesti nervosi e scatti violenti. Gli stessi genitori, anche se attenti, possono non comprendere subito la gravità di questo atteggiamento: pensano che sia una crisi adolescenziale, che prima o poi passerà, e non intervengono. Quando se ne accorgono, è troppo tardi. Difficile è riuscire a riprendere in mano la vita di questi giovani che non hanno più stimoli, ne interessi. Nulla più li entusiasma”.

“Mi sono immedesimata nella madre. Una madre “normale”, che lavora, e che affronta la vita con le sue debolezze e le sue fragilità. All’inizio non comprende la gravità e la sofferenza del figlio. Quando poi Alessio compie il gesto più grave, lei si mette in discussione, si pone delle domande, ma percorre questo viaggio da sola. Accanto a lei, un marito inesistente, dedito al lavoro ma non interessato alle dinamiche della famiglia – ruolo a cui è relegata la moglie. È una figura totalmente assente: pensaci tu, risponde alla moglie quando ci sono discorsi delicati da affrontare. Sei pazza, le dice quando lei prova a lamentarsi, salvo poi colpevolizzarla quando le cose vanno male”.

“Un giorno Angela conosce Divina e le due donne diventano amiche – aggiunge ancora Lina Colacillo. – Si raccontano le loro rispettive vita, senza omettere le difficoltà e le fragilità dei loro rispettivi rapporti famigliari. Ho voluto ambientare queste lunghe chiacchierate tra le vie più note della città di Torino e all’interno dei caffè storici della città, come Baratti & Milano, Pepino, Platti, il Bicerin e altri. Un modo per raccontare anche la città che mi ha adottata ormai da molti anni”.

“La figura maschile, nel mio libro, ne esce sminuita: non è volutamente un attacco generalizzato agli uomini, ma è il frutto di tanti racconti veri di amiche e conoscenti. Ho semplicemente raccontato figure maschili che, a mia volta, mi sono state tratteggiate con queste caratteristiche da molte donne. Uomini anche colti e istruiti, con un bel lavoro, affermati nella loro carriera, ma totalmente assenti nelle dinamiche famigliari e convinti che la gestione della famiglia e l’educazione dei figli sia un ruolo che compete solo alle mogli/madri e, marginalmente, alla scuola”.




L’INTERNATIONAL IMAGO FILM FESTIVAL SI SPOSTA

Grandi nomi per la terza edizione dal 27 al 3 agosto. Record di opere iscritte, più di 1800

Teramo, 1° luglio 2024. Giunto alla sua terza edizione l’International IMAGO Film Festival con la Direzione artistica di Claudio Rossi Massimi e l’organizzazione di Lucia Macale, si appresta ad aprire le porte per una full immersion di otto giorni nel magico mondo del cinema a Teramo dal 27 luglio al 3 agosto e proprio grazie agli ottimi risultati ottenuti nelle scorse edizioni, si sposta nel capoluogo di provincia e si arricchisce di ospiti e appuntamenti evidenziando la sua crescita sia nei contenuti che nella partecipazione. Il festival sarà presentato a Roma durante un happening tra esperti ed appassionati del settore che saranno presenti presso la Casa del Cinema il prossimo 3 luglio ore 17.00.

Oltre alle proiezioni il festival offre anche una vasta quantità di spettacoli dal vivo e concerti: la kermesse, infatti, vedrà un calendario fitto di proiezioni, quelle pomeridiane in lingua originale provenienti da tutto il mondo dalle 16.00 alle 20.00 proiettati nella Sala L’arca di Teramo; tutte le sere in Piazza Martiri della Libertà ci saranno proiezioni di film in concorso precedute dagli ospiti. Sono oltre 2800, addirittura più dello scorso anno, le opere iscritte che prevedono un grande lavoro di giuria per assegnare a film italiani e stranieri gli ambiti 14 premi.

Nelle scorse due edizioni molti e noti sono stati i cineasti che, da tutto il mondo, hanno partecipato al festival che ha ottenuto anche il riconoscimento del Ministero della Cultura Direzione Cinema.

Presenta ed intrattiene il pubblico, anche per questa edizione, la coppia nel lavoro e nella vita formata da Federico Perrotta e Valentina Olla con gli ospiti che saranno diversi per ogni serata; tra i tanti si annoverano anche Antonio Catania, Demo Morselli e Marcello Cirillo, Maria Grazia Cucinotta, Maurizio Mattioli. Inoltre, il 2 agosto ci sarà il concerto del Maestro Enrico Pieranunzi con il suo trio jazz, mentre per il 3 agosto è prevista la serata di gala con assegnazione dei premi e ospite Antonella Attili.

Le proiezioni sono sempre ad ingresso libero sia nel pomeriggio sia in piazza a Teramo, per il cinema sotto le stelle dalle 21.30.

Cos’è IMAGO?

La realtà IMAGO è nata a Roma nel 2000 per iniziativa di professionisti con grande esperienza nei settori del cinema e della televisione.

Nel corso degli anni ha prodotto più di 50 documentari di vario genere, per la maggior parte dedicati alla cultura, al turismo, alla storia, all’archeologia, all’ambiente e alle tradizioni popolari. Oltre a sit com, cortometraggi e due lungometraggi.

Dal 2000 è fornitore RAI Radio Televisione Italiana. Le prestigiose collaborazioni che IMAGO ha avuto nel corso degli anni includono, tra gli altri: Il Messaggero, A.C.L.I. (Associazione Cristiana dei Lavoratori Italiani). Unicef, Banca d’Italia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Agostino Gemelli e molti Istituti di Cultura Italiana all’Estero. Nel 2015 IMAGO ha realizzato il lungometraggio La sindrome di Antonio, diretto da Claudio Rossi Massimi; il film è stato selezionato e proiettato in prima mondiale nella sezione KINO del Festival del Cinema di Roma. È stato inoltre selezionato tra i sei film italiani per N.I.C.E. Festival Internazionale del cinema di Mosca e San Pietroburgo; è stato finalista all’Oiff Turin Cinefest e, nell’aprile 2017, ha vinto il Festival Internazionale del Cinema di Imperia come Miglior film. La sindrome di Antonio ha anche ricevuto una menzione speciale all’Ariano Film Festival per i suoi dialoghi e la sceneggiatura.

Nel giugno 2017, IMAGO ha prodotto il documentario Papa Francesco, La mia idea di arte, un itinerario del Santo Padre nei Musei Vaticani, prima opera audiovisiva il cui soggetto è stato scritto da un Pontefice.

Nel 2021 IMAGO produce Il diritto alla felicità, girato tra Civitella del Tronto e Teramo. Il film, scritto e diretto da Claudio Rossi Massimi, riceve numerosi e importanti riconoscimenti internazionali. Ad oggi, infatti, ha ricevuto ben 44 premi da festival del cinema in Italia e nel mondo.

IMAGO organizza da anni l’Italian Film Days in collaborazione con gli Istituti di Cultura Italiana all’Estero.

In passato ha organizzato anche il Festival del Cinema Italo Azerbaigiano in Azerbaigian a Baku. In queste e altre sedi ha organizzato e organizza mostre dedicate alla storia del cinema.

Per info è possibile consultare il sito www.internationalimagofilmfestival.com, e seguire le pagine social alla voce @internationalimagofilmfestival.




SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI

Tre delegati a Trieste alla 50.ma  edizione

Sulmona, 1° luglio 2024. Con grande gioia la Diocesi di Sulmona-Valva annuncia la partecipazione di tre delegati alla 50^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024.

Sotto il tema “Al cuore della democrazia”, la Settimana Sociale riunirà centinaia di cattolici da tutta Italia per riflettere sul ruolo della Chiesa nella costruzione di una società più giusta e partecipativa. Un ricco programma di incontri, dibattiti, tavole rotonde e testimonianze animerà i giorni a Trieste, con la partecipazione di esperti di scuola, sport, salute, famiglia e conversione ecologica.

“È un’occasione importante per la nostra Diocesi per confrontarci con altre realtà ecclesiali e approfondire il nostro impegno per il bene comune”, afferma Mons. Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva. “In un tempo caratterizzato da sfide e incertezze, la Settimana Sociale ci invita a riscoprire la forza della democrazia come strumento per costruire una società più inclusiva e solidale”.

Oltre ai momenti di riflessione, la Settimana Sociale darà spazio anche alla presentazione e alla visita di “buone pratiche”, ovvero iniziative concrete di impegno sociale promosse da realtà locali. Un’occasione preziosa per conoscere esperienze virtuose e trarne ispirazione per il proprio impegno sul territorio.

“La partecipazione dei nostri delegati sarà un’occasione per la nostra Diocesi di arricchirsi e di portare il proprio contributo alla riflessione comune”, conclude Mons. Fusco. “Confido che questa esperienza possa essere un seme fecondo per un rinnovato impegno nella costruzione di una società più giusta e fraterna a partire dal nostro territorio”.

Programma e relatori

La Settimana Sociale vedrà la partecipazione di numerosi relatori di alto profilo, tra cui Andrea Lucchetta, Marta Cartabia, Silvio Brusaferro e Lorena Bianchetti. Non mancheranno momenti di spettacolo con artisti come Riccardo Cocciante, Roberto Vecchioni, i Tiromancino e Simone Cristicchi.

L’apertura ufficiale avverrà il pomeriggio di mercoledì 3 luglio con il saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I lavori si concluderanno domenica mattina 7 luglio con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco.

Per seguire la Settimana Sociale

È possibile seguire la 50^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani sul sito ufficiale: Al cuore della Democrazia – Settimane Sociali




CORRERE PER ESSERE

La corsa degli zingari a Pacentro

di Franco Cercone

[Articolo di Franco Cercone, pubblicato in Rivista “D’Abruzzo”, Anno VII, N 26 Ed. Menabò Ortona – CH 1994]

Pacentro è un pittoresco paese della provincia dell’Aquila, arroccato alle pendici settentrionali del Morrone. Il castello medioevale che sovrasta il centro abitato ci parla del suo illustre passato e delle lotte insorte tra i Cantelmo e i Caldora per assicurarsene il possesso. La poca gente rimasta vive per lo più di agricoltura. I giovani sono occupati nel terziario oppure nelle fabbriche del nucleo industriale di Sulmona. Rilevante è tuttora il numero dei diplomati senza impiego.

L’8 settembre, in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna di Loreto, si svolge una singolare manifestazione che di anno in anno richiama un numero di spettatori sempre più numeroso

sia dall’Abruzzo che dalle regioni vicine.

Va subito chiarito che l’espressione zingari non deve trarre in inganno. Nel dialetto di Pacentro essa indica infatti chi cammina scalzo ed è stata coniata evidentemente in base all’osservazione costante che gli zingari andavano in giro con pochi indumenti addosso e soprattutto a piedi nudi, date le scarse possibilità che essi avevano in passato di poter acquistare delle scarpe.

Coloro che partecipano alla terribile gara sono contadini e operai del paese.

I figli delle persone benestanti e dei professionisti solitamente non si cimentano, anche se una delle ultime edizioni è stata vinta dal figlio del medico del paese che ha interrotto un secolare primato delle classi meno abbienti.

Il numero dei concorrenti non è mai rivelato dalla Confraternita della Madonna di Loreto che gestisce i festeggiamenti e diventa noto solo quando i giovani, verso le cinque del pomeriggio si radunano in località Pietra spaccata, un contrafforte roccioso di Colle Ardinghi, situato di fronte al paese e separato da quest’ultimo da una profonda gola in cui scorre il Vella, un torrente che scende precipitoso dalle falde della Maiella e che è ricordato da Ovidio nel terzo libro degli Amores.

Al primo rintocco di campana della chiesa della Madonna di Loreto gli zingari, a piedi nudi, e in pantaloncini e maglietta (indumenti forniti dalla stessa Confraternita), si gettano a capofitto lungo il ripido pendio del colle, cosparso ovunque di pietre, oltrepassando a valle il torrente Vella e puntando di nuovo a monte, in direzione di Pacentro, attraverso un sentiero che conduce direttamente alla chiesa.

Una folla enorme segue la corsa che si snoda lungo il tratto finale del percorso, lungo tre chilometri

circa. La maggior parte degli spettatori si accalca tuttavia attorno al sagrato di Santa Maria di Loreto, poiché l’altare della chiesa, il cui portale è lasciato aperto, costituisce il traguardo della emozionante gara.

Quando i concorrenti sono in prossimità della meta, gli spettatori (genitori e parenti, ma soprattutto le mamme), seguono passo passo, fino alla meta, gli zingarelli incitandoli a sopportare il dolore, spesso lancinante, dei piedi feriti, e cominciano ad oscillare, invasi da un crescente fermento, mentre

urla di entusiasmo si levano dalla folla allorché da una curva non lontana dalla chiesa si vede sbucare il primo concorrente. Con gli occhi dilatati dal dolore, provocato da un percorso quasi ordalico, il vincitore infila il portale e si inginocchia prima davanti all’altare, dopo di che si accascia stremato, seguito man mano dagli altri concorrenti che ripetono lo stesso cerimoniale.

A corsa ultimata viene chiuso il portale. Solo negli ultimi anni è stato permesso a studiosi e fotografi di restare nell’interno della chiesa e di assistere così ai momenti conclusivi della manifestazione.

La scena che si svolge assume a tratti toni drammatici e non facili da descrivere. Con i piedi cosparsi

di piaghe e sanguinanti, gli zingari giacciono sdraiati sul pavimento e si aiutano a vicenda, mentre il

dolore atroce dai piedi sembra propagarsi tutto sui loro volti. Un medico presta le prime cure alle ferite vistose, ma la sua azione è vanificata spesso dalle richieste di soccorso che si accavallano fra le grida concitate degli organizzatori impegnati ad accertarsi velocemente delle condizioni più o meno

gravi in cui versano gli zingari che hanno concluso la gara.

Sull’angusto piazzale antistante la chiesa la folla attende ansiosa che si riapra il portale e fa commenti sullo svolgimento della gara e sul vincitore.

Questi attimi di pausa ci permettono di aggiungere particolari importanti alla descrizione della manifestazione. La chiesa è dedicata, come si è detto, alla Madonna di Loreto ed un affresco eseguito nel tondo centrale raffigura, con una tecnica di esecuzione che ci ricorda quella degli ex-voto pittorici, la traslazione della Casa santa di Nazareth da Tersatto (Iugoslavia) a Loreto Marche. L’edificio sacro presenta caratteristiche tali da essere ascritto, come conferma un organo portativo coevo, al XVIII secolo e sorge in base a una tipica leggenda di fondazione dei santuari: una misteriosa donna, nella quale i fedeli riconosceranno in seguito la Madonna, si riposa proprio sul posto dove sarà eretta più tardi la chiesa.

La modesta facciata è movimentata da tre tondi a stucco e in quelli laterali sventolano fin dalla mattina della festa due tagli di stoffa avvolti a mo’, di bandiera su un’asta di legno. Tali stoffe sono di diverso colore e sufficienti a confezionare due vestiti da uomo.

Su ognuna di esse gli organizzatori appuntano un santino riproducente l’immagine della Madonna di Loreto. Questi tagli di stoffa costituiscono il cosiddetto palio, il premio cioè assegnato insieme a coppe, targhe ricordo e modeste somme di denaro, ai primi due classificati.

Durante la corsa i deputati alla festa sorvegliano affinché nessuno aiuti con spinte i partecipanti, a meno che per difficoltà sopravvenute durante il terribile percorso qualcuno di essi non dichiari espressamente di rinunciare alla gara. D’altro canto, una sorveglianza per così dire indiretta e reciproca viene effettuata dagli stessi tifosi appartenenti ai rioni in cui abitano i concorrenti, la cui contesa, alimentata da quei sentimenti intrattenibili che affiorano spesso nel blasone popolare, si esaurisce solo nell’ambito di una esperienza vissuta anche a livello ludico. Degna di nota al riguardo è la circostanza che a Pacentro non v’è un santo protettore ufficiale. Metà popolazione festeggia infatti la Madonna del Rosario e l’altra metà San Carlo Borromeo.

I “rosaristi” non fanno di conseguenza offerte per la festa di San Carlo e allo stesso modo si comportano i “carlisti” nella ricorrenza della Madonna del Rosario.

Fra le due fazioni si scatena così una gara per organizzare la festa più bella del paese e ad essa prendono parte, con cospicue rimesse, anche gli emigrati.

In passato, infatti, le rivalità esplodevano in modo violento durante la manifestazione e in una edizione della corsa svoltasi subito dopo la prima guerra mondiale, una persona venne accoltellata per aver aiutato, “con una spinta” nella parte finale della gara, un concorrente del proprio rione.

Ma torniamo, dopo questa necessaria parentesi, alla descrizione della corsa. Dai due tondi della facciata della chiesa vengono ammainati i palii, segno questo che sta per aver inizio la sfilata degli zingari. Si apre il portale. Il clamore crescente degli spettatori sommerge le note della marcia intonata dalla banda, mentre applausi ed espressioni di compiacimento fioccano sui primi due classificati che, seguiti come alfieri dal terzo e dal quarto, ricevono l’onore del trionfo. Portati a spalla da amici e parenti i quattro sfilano in ordine di arrivo lungo le strade principali del paese, preceduti dalla banda. Gli sguardi della folla sono puntati ovviamente sul vincitore della corsa. Sorreggendo l’asta su cui è avvolto il palio, egli viene portato a spalla dai suoi tifosi, seguito allo stesso modo dal secondo classificato. La sfilata termina nella casa del vincitore, dove si offre a tutti il vino attinto dalle caratteristiche conche di rame.

Non poche sono le considerazioni che suscita la corsa degli zingari, che secondo il giudizio dei vecchi del luogo si svolgerebbe da tempo immemorabile.

Come in altri episodi folcloristici, la ricerca delle origini non spiega però le funzioni del rito e l’elemento diacronico risulta il più delle volte sterile.

Per quanto concerne specificatamente l’area abruzzese, manifestazioni simili a quella di Pacentro dovevano svolgersi anche altrove, poiché si apprende da De Nino che: “a Rivisondoli, nelle feste principali, e a Pratola Peligna in San Rocco, è singolare la corsa dei ragazzi, dai sette ai dodici anni,

che nudi vanno a precipizio da un punto all’altro del paese per guadagnare un palio. E il piccolo vincitore poi, nudo, entra nella chiesa a ringraziare il santo”.

Analoga testimonianza è offerta da Tommolini per la festa della Madonna del fuoco nelle campagne di Pescara.

Benché le notizie siano insufficienti a stabilire utili raffronti, tuttavia occorre dire che anche in altre

località, in occasione di determinate ricorrenze religiose, si svolgono corse simili a quella degli zingari. Una notizia piuttosto vaga riguarda la corsa che i giovani eseguono ad Ottaviano di Napoli per la festa di San Sebastiano, o quella non competitiva che si svolge il 4 settembre a Cabras, in provincia di Oristano, nella vigilia della festa di San Salvatore in Sinis, dove i giovani del luogo, in tunica bianca, accompagnano “correndo scalzi” la statua del santo in una chiesetta campestre situata vicina al paese.

In passato partecipare alla corsa per conquistare il palio, cioè un vestito, doveva costituire certamente una motivazione non indifferente per gli zingari di Pacentro, appartenenti ai ceti sociali subalterni. Oggi le cose sono cambiate; questi giovani non camminano scalzi nei loro poderi coltivati con mezzi meccanici che essi stessi, con estrema perizia, guidano nei momenti della seminagione e dell’aratura.

Fra coloro che prendono parte alla competizione vi sono però anche operai che lavorano nel vicino nucleo industriale di Sulmona e che appena si staccano dalla catena di montaggio si riversano di nuovo sui campi per quell’insopprimibile esigenza di contatto con la terra che purifica e rigenera, poiché una tuta e un capannone non sono sufficienti di per sé a trasformare un contadino in operaio.

Altri concorrenti sono invece artigiani o persone che svolgono i più disparati mestieri, anche come emigranti all’estero. È il caso di Mario Raso vincitore negli anni passati di parecchie edizioni della corsa che ogni anno tornava da Berlino e rivelava con grande semplicità di non correre per una particolare forma di devozione verso la Madonna di Loreto, ma per una ragazza del paese di cui era innamorato. Le sue parole richiamano alla memoria il noto passo del Ramo d’oro, in cui Frazer descrive le gare di corsa per la sposa che, in altri tempi, si svolgevano un po’ ovunque in Europa. Si sa però con quanta circospezione vanno fatti tali accostamenti, poiché sotto il profilo antropologico si corre il rischio di assemblare episodi dalle funzioni diverse, sia sul piano sincronico che su quello diacronico.

Comunque, e ciò è veramente straordinario, c’è qualcuno in un angolo sperduto dell’Abruzzo che alle soglie del duemila “corre per amore” ed almeno in un giorno dell’anno offre una dimostrazione di forza e di vitalità nei confronti di altri giovani che non sono in grado, per costituzione fisica o per educazione, di cimentarsi in una incredibile corsa in cui gli zingari di Pacentro riscattano un anno di

anonimato, trascorso nel duro lavoro quotidiano. E ciò che è straordinario è che essi corrono non per avere, ma per essere.

Franco Cercone.




HO BISOGNO DI TE

Beniamino Cardines vince il Premio Letterario Nazionale Il silenzio uccide 2024 contro la violenza di ogni genere

Pescara, 1° luglio 2024. Sabato 29 giugno a Roseto degli Abruzzi presso la Villa Comunale, si è svolta la cerimonia di premiazione del Premio Letterario Nazionale “Il silenzio uccide 2024”. Premio organizzato dall’Associazione Il Guscio Aps, che sensibilizza contro la violenza di ogni genere.

Vince il primo premio assoluto lo scrittore e giornalista abruzzese Beniamino Cardines con il racconto “Ho bisogno di te”. Ricordiamo che l’autore pluripremiato, da anni al centro di una intensa programmazione tra letteratura sociale e scrittura creativa, è stato proclamato lo scorso anno da LFA Publisher (Italia-Spagna) “Autore dell’anno 2023” al Salone Internazionale del Libro di Torino. Inoltre, il suo ultimo libro “Sirena Bambina” pubblicato da ES/SanPino Edizioni di Torino è  stato inserito nel prestigioso catalogo della Diffusione San Paolo 2023. 

Andreina Moretti, presidente ass. Il Guscio: “La nostra Associazione è impegnata attivamente nella lotta alla violenza contro le donne e di ogni genere. Tra le attività di sensibilizzazione è nato il premio letterario, che offre la possibilità a chiunque di esprimere il proprio pensiero su questa dolorosa piaga sociale, in modo particolare i giovani. Vogliamo combattere anche con le parole, qualunque forma di violenza. Un concorso letterario quindi, che dà spazio, non solo agli scrittori affermati, ma anche a tutte quelle persone che vogliono raccontare una storia. È nata così l’antologia Il silenzio uccide giunta oggi alla quarta edizione.”

Beniamino Cardines, scrittore: “Scrivo per tradurre in emozioni e forza la vita e le sue contraddizioni. Per accendere fari sugli angoli bui della realtà. Questo racconto è parte della raccolta pluripremiata Cleopatra o Meryl Streep? ancora inedita. Una storia senza nessuna pietà, tragica crudele dolorosa. Una storia ferita e senza cuore, in cui i protagonisti sembrano arrendersi alla sopraffazione della violenza e del dolore. Il mostro è assente, restano le sue mani a parlarci di strappi e di degrado umano. Un uomo violento nei confronti della moglie, della suocera, del figlio unica voce ad avere il coraggio della denuncia, della verità, del riscatto, dell’amore che guarisce. Impossibile restare indifferenti.”




TOLTA ANCHE LA SPIROMETRIA

Continua la spoliazione dell’Ospedale Val Vibrata,  Zunica – Italia Viva Val Vibrata

Sant’Omero, 1° luglio 2024. Sei un cittadino della Val Vibrata e hai bisogno di una Spirometria? Da qualche settimana all’Ospedale di S. Omero non la puoi fare più.

Ora, anche per questo semplice ma importante esame pneumologico, almeno per il momento, bisogna spostarsi dalla Val Vibrata ed andare ad Atri o a Teramo, con tutti gli inconvenienti del caso, a cominciare dalle liste di attesa. 

Tra l’altro, a scanso di equivoci, l’apparecchio a supporto della suddetta attività in dotazione da tempo all’ospedale vibratiano è stato trasferito, dicono temporaneamente, presso l’Ospedale di Atri.

Insomma, dopo la soppressione delle due Unità Operative Complesse di Chirurgia e Ostetricia – Ginecologia e quindi di quelli che una volta chiamavamo “Primari”, continua il lento ma inesorabile declino dell’Ospedale Val Vibrata

Come è possibile che un comprensorio come la Val Vibrata, che tra l’altro esprime l’Assessore regionale D’Annuntiis ed il consigliere regionale di maggioranza Di Matteo, venga trattato in una simile maniera, in un settore così importante quale quello della Sanità?

Nei fatti è evidente come i membri vibratiani di questa maggioranza regionale, dopo aver votato favorevolmente alla soppressione delle due unità operative complesse, continuino a non farsi carico di difendere il proprio territorio e quindi gli interessi e i diritti dei propri concittadini.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che per il nostro Ospedale non si intravede nemmeno alcuna seria prospettiva per la carenza di personale, soprattutto medico, che, nei reparti di Cardiologia, Pediatria e Rianimazione, è grave. 

Italia Viva lancia un appello a tutta la politica e a tutti i cittadini vibratiani, affinchè si uniscano al nostro grido di sdegno e di protesta nei confronti di queste decisioni scellerate e drammatiche che continuano a penalizzare il nostro Ospedale e la nostra vallata.

“Dopo il declassamento dell’Ospedale di Sant’Omero, dopo il ridimensionamento della Riabilitazione Territoriale di Nereto, ora è la volta della Spirometria. Quelle che vengono chiamate razionalizzazioni sono in realtà tagli ai servizi sanitari per i cittadini della Val Vibrata, nell’assordante silenzio dei rappresentanti vibratiani dell’attuale maggioranza in Regione.” – conclude Elvezio Zunica membro del coordinamento di Italia Viva Val Vibrata.