GRANDE SUCCESSO PER LA TENZONE BRONZEA

Faenza e Madonna delle Stuoie promosse in Tenzone Argentea 2025

Sulmona, 9 luglio 2024. Grande successo per la Tenzone Bronzea Sulmona 2024 che è andata in scena ieri l’altro in Piazza Garibaldi. Bandiere, tamburi e chiarine hanno colorato e riempito la città per l’intera giornata in occasione Campionato Nazionale F.I.Sb. per musici e sbandieratori che ha visto sfidarsi nove gruppi storici, per un totale di circa 400 atleti provenienti da tutta Italia. Obiettivo promozione in Tenzone Argentea 2025 centrato per gli sbandieratori e musici del Niballo di Faenza che hanno dominato il campionato salendo cinque volte su cinque specialità sul grandino più alto del podio; subito dietro il Rione Madonna delle Stuoie di Lugo che conquista quattro argenti e un bronzo.

Molto soddisfatto il Capitano del Borgo San Panfilo, Filippo Ficorilli, responsabile dell’organizzazione della Tenzone Bronzea, per l’atmosfera creata in occasione del Campionato con il campo di gara, allestito in Piazza Garibaldi, che si è colorato di bandiere e suoni per tutta la giornata e con le strutture ricettive di Sulmona, ma anche dei centri limitrofi, riempite dai 400 atleti in gara e dai tanti tifosi e appassionati giunti in città per l’occasione.

“L’organizzazione minuziosa durata mesi e mesi ha dato i suoi frutti e la Tenzone Bronzea 2024 si Sulmona è stata un vero successo. Siamo certi che tutti i partecipanti al Campionato si siano sentiti a casa qui a Sulmona e i primi riscontri ricevuti sono stati tutti positivi.  Sulmona entra sempre più a far parte della geografia italiana delle bandiere e questo non può che farci piacere; riempire Piazza Garibaldi con eventi di questo tipo può servire anche a far capire quanto è grande ed importante il ritorno culturale, artistico, sociale ma anche economico che manifestazioni di questo tipo garantiscono. Il successo della Tenzone Bronzea voglio condividerlo con il direttivo e tutti i soci del Borgo San Panfilo che hanno lavorato instancabilmente per la riuscita dell’evento. Grazie a tutti loro e grazie alla F.I.Sb. per la fiducia accordataci, al Comune di Sulmona, all’Associazione Giostra Cavalleresca, alla Fondazione Carispaq, agli sponsor e a coloro che hanno collaborato. L’auspicio è che questo possa essere solo un altro passo verso l’organizzazione di manifestazioni ancora più importanti”.

Presenti alla premiazione anche il Presidente del Consiglio Comunale di Sulmona Cristiano Gerosolimo, l’Assessore del Comune di Sulmona Andrea Ramunno, il Consigliere del Direttivo della F.I.Sb. Massimo Accorsi, il Presidente dell’Associazione Giostra Cavalleresca Maurizio W. Antonini e il Presidente della Fondazione Carispq Domenico Taglieri.

“Benvenuti a Sulmona – ha commentato Gerosolimo – e grazie a tutti gli atleti per lo spettacolo che ci avete offerto e un ringraziamento al Borgo San Panfilo che ha curato nei minimi dettagli l’organizzazione. Il Comune promuove manifestazioni di questo tipo perché non fanno altro che bene al patrimonio culturale, sociale ed economico che la città può offrire. Speriamo di vedervi di nuovo Sulmona, magari in occasione di una manifestazione F.I.Sb. ancora più importante”.

È la terza volta – ha commentato Massimo Accorsi, Consigliere del Direttivo F.I.Sb. – che Sulmona ospita un Campionato Nazionale, segno dell’ottimo lavoro svolto dall’organizzazione e delle bellezze della città. Il ringraziamento da parte della Federazione va agli organizzatori del Borgo San Panfilo per la riuscita splendida di questa manifestazione”.




DECIMO FESTIVAL DEL GRAN SASSO

L’anniversario: dieci anni di Gran Sasso

L’Aquila, 8 luglio 2024 Il Festival del Gran Sasso si conferma come la manifestazione con maggiore storia, resilienza e continuità della montagna più alta e bella degli Appennini.

È stato ideato nel 2012 come una sezione estiva del L’Aquila Film Festival ma  i primi fondi disponibili per l’avvio sono stati trovati soltanto nel 2014 quando è stata realizzata una tre giorni di proiezioni tematiche nel piazzale di Fonte Cerreto.

Ci si trovava nel primo “dopo-sisma” aquilano e il turismo sul Gran Sasso non viveva un periodo d’oro; ugualmente il Turismo lento non era ancora decollato e questa prima edizione diede un po’ l’idea di una “cattedrale nel deserto”.

Per questo nel 2015 il Festival del Gran Sasso è stato completamente ridisegnato diventando per diversi anni il vero e proprio punto di riferimento turistico e culturale del Gran Sasso realizzando una grande rete di operatori turistici (guide, albergatori, ristoratori, associazioni culturali) che tramite il Festival del Gran Sasso proponevano unitariamente i propri servizi: attraverso tutti i Comuni montani il Festival del Gran Sasso ha realizzato e distribuito guide del territorio, degli eventi, mappe e informazioni turistiche di ogni tipo, sempre affiancando a questa fase di rete la proposta di propri eventi culturali, sportivi e, soprattutto, cinematografici.

Il covid ha poi spinto ad un anno di pausa dovuto non soltanto alle difficoltà della pandemia stessa ma anche alla necessità di un ripensamento: il turismo sul Gran Sasso era cambiato e nuovi operatori e manifestazioni si stavano affacciando all’orizzonte e il grande lavoro di rete realizzato sembrava non più indispensabile potendo tornare a concentrarsi sull’aspetto spettacolistico e culturale.

In questi dieci anni il Festival del Gran Sasso ha prodotto e distribuito decine di migliaia di guide e mappe, realizzato decine di proiezione e spettacoli, organizzato escursioni e degustazioni collaborando con tutti gli operatori presenti nel versante aquilano del Gran Sasso.

I momenti del cuore sono stati senz’altro la proiezione a Fonte Vetica di “Continuavano a chiamarlo Trinità” per i 50 anni del film con la presenza di Terence Hill e di Cristiana Pedersoli, figlia di Bud Spencer e quella de “Il Piccolo Principe” nel piazzale davanti a Santa Maria della Pietà, sotto Rocca Calascio, in una notte stella di San Lorenzo o le escursioni “Dagli Appennini alle onde” in cui un numero ristretto  di fortunati è stato accompagnato fino alla vetta del Gran Sasso e poi giù fino al mare adriatico a riposare in spiaggia dopo un pranzo di arrosticini e una cena di pesce. Ma tante volte sono stati attraversati i territori, i borghi e i paesaggi del Gran Sasso, sempre in maniera lenta, vicina e sincera.

La decima edizione, 13/21 luglio 2024

La decima edizione del Festival del Gran Sasso avrà luogo nei Comuni di Castel del Monte,  L’Aquila, Navelli e Santo Stefano di Sessanio e sarà aperta il 13 luglio da un evento davvero eccezionale: Liliana Cavani, Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia 2023, madre nobile del Cinema italiano, presenterà in prima assoluta mondiale la versione restaurata di MILAREPA (1974) girato a Campo Imperatore e tra i primi film della sua lunga ed importantissima produzione cinematografica.

La suggestiva cornice di Castel del Monte, dunque, ospiterà il ritorno sul Gran sasso della grandissima autrice, un’occasione unica e imperdibile quindi di incontrare e dialogare con Liliana Cavani alla quale prenderà parte anche Piercesare Stagni, Presidente della neo-costituita Abruzzo Film Commission e storico del Cinema. Il paese di Castel del Monte sarà coinvolto nell’accoglienza dell’illustre ospite e parteciperà mettendo in mostra le proprie tradizioni ed anche le proprie eccellenze enogastronomiche in un momento conviviale conclusivo.

Il giorno 14 luglio il Festival del Gran Sasso animerà poi il borgo di Sant Stefano di Sessanio ospitando l’abruzzese Paride Vitale, personaggio televisivo, scrittore e noto PR milanese, per la presentazione del suo libro “D’amore e d’Abruzzo. Guida sentimentale alla Regione più bella del mondo”; seguirà il nuovo format del Festival del Gran Sasso“CARTOONS ON THE MOUNTAIN” ovvero la proposta di cortometraggi d’animazione a tema montagna da godere insieme ad una visita al Borgo di Santo Stefano di Sessanio e alla sua Torre medicea. Ancora: Marcello Sacerdote e Flavia Massimo metteranno in scena “LUPO IN-CANTO”, un racconto in musica sulla figura del lupo e del suo rapporto con l’uomo.

A L’Aquila, poi, nei giorni martedì 16 e giovedì 18 luglio, continueranno le proiezioni a tema montagna presso la sede del locale CAI, partner storico del Festival del Gran Sasso: il regista e produttore cinematografico Luca Cococcetta, di ritorno dal Trento Film Festival dove ha proiettato in anteprima assoluta il suo MONTECORNO, presenterà al pubblico aquilano tre medio metraggi visti ed apprezzati  proprio in occasione della prestigiosa manifestazione trentina: BODY OF A LINE, di Henna Taylor, DESCENDANCE, di Michael Haunschmidt e þHETTA REDDAST, di Valentin Rapp; Andrea fringuelli, quindi, accompagnerà la proiezione del suo TOMICA E LE VIE SEGRETE DELLA SIBILLA.

Sabato 20 luglio il Festival del Gran Sasso tornerà alle falde del Gran Sasso per un convegno sulla promozione culturale della montagna, a Navelli presso la sala consiliare, con i prestigiosi interventi di Paolo Federico, Sindaco di Navelli e Presidente GAL Gran Sasso-Velino, Ersilia Lancia, Assessore al Turismo del Comune dell’Aquila, Ugo Marinucci, Presidente CAI L’Aquila, Mauro Leveghi, Presidente Trento Film Festival, Javier Barayazarra, Presidente Mendi Film Festival di Bilbao e Int. Alliance for Mountain Film, Gianluca Rossi, Cervino Mountain Festival, Fabiano De Martin Topranin, curatore del progetto Space Days Vol. 3, Luigi Faccia, responsabile organizzazione Festival della Montagna dell’Aquila, Piercesare Stagni, Presidente Abruzzo Film Commission, i registi Luca Cococcetta, Lorenzo Pallotta, Andrea Frenguelli e Roberto Zazzara, Peppe Vitale, gestore del Cinema Ettore Scola di Pescasseroli, Massimo Stringini, curatore del Festival Paesaggi sonori e Federico Vittorini, Direttore Artistico Festival del Gran Sasso/L’Aquila Film Festival.

Al termine del convegno sarà proiettato TRANSUMANZA di Roberto Zazzara, racconto della transumanza sul Tratturo Magno, con la presenza sullo schermo del compianto Pierluigi Imperiale.

Per chiusura il Festival del Gran Sasso tornerà a Santo Stefano di Sessanio con lo spettacolo PERSINO LE MONTAGNE PIÙ ALTE di Verdiana Vono, la regia Stefania Tagliaferri e con Andrea Cazzato e Eleonora Cicconi sul tema attuale e drammatico del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacci; sarà quindi la volta dell’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo, altra “figliuola” del L’Aquila Film Festival e del Festival delle Culture in particolare, che si esibirà durante una “chiacchierata enogastronomica” con il cast del film IL RAGAZZO E LA TIGRE, pellicola poi scelta per chiudere l’edizione 2024 del Festival del Gran Sasso con una proiezione all’aperto nella Piazzetta Medicea di Santo Stefano di Sessanio.




FESTIVAL DELLE CITTÀ DEL MEDIOEVO

Grande successo per la seconda edizione. Già svelato il tema del prossimo anno, “le città e il cibo”

L’Aquila, 8 luglio 2024 -“Il successo del Festival delle città del medioevo e il crescente interesse locale e nazionale per l’iniziativa ci proietta già alla terza prossima edizione, che avrà come tema Le città e il cibo. Un argomento attrattivo da tanti punti di vista, che permetterà, ancora una volta, di incrociare gli sguardi e consentire l’incontro tra grandi storici, ricercatori, attori, performers, rievocatori, studiosi di alimentazione ecc. per un’occasione di alto impatto divulgativo e culturale che porrà ancora al centro l’Università e il Comune dell’ Aquila”.

Ad affermarlo sono Amedeo Feniello e Alfonso Forgione, professori di Storia e Archeologia medievale al dipartimento di Scienze umane dell’Università dell’Aquila e curatori scientifici del Festival delle città del medioevo, la cui seconda edizione si è conclusa ieri, domenica 7 luglio. Organizzato da Università e Comune dell’Aquila, il Festival ha come protagonisti alcuni dei maggiori storici italiani e internazionali.

Per quattro giorni, l’Auditorium del Parco e il Parco del Castello hanno ospitato incontri, simposi, lezioni-spettacolo, concerti, laboratori, mostre, mercatini, fiere del libro e rievocazioni storiche.

“Le città e l’acqua” è stato il filo conduttore degli eventi presenti in cartellone quest’anno.

Tra i momenti salenti, le cronache di Buccio da Ranallo lette da Laura Morante; Marco Polo raccontato da Luca Molà; la geopolitica dell’acqua spiegata da Dario Fabbri e la storia del Mediterraneo vista attraverso la figura di Ulisse nella tavola rotonda con Franco Cardini, José Ruiz-Domènec e Luigi Mascilli Migliorini. E poi ancora la serata d’autore con Alessandro Vanoli e i professori UnivAQ Amedeo Feniello, Alfonso Forgione e Marcello Di Risio che hanno parlato dei grandi fiumi europei, svelato i segreti degli acquedotti romani, spiegato come anche la storia e la geografia dell’Abruzzo siano stati plasmate da un fiume, l’Aterno.




MOSTRA DI ARTISTI ABRUZZESI

La pietra della Maiella nella scultura contemporanea

Lanciano, 8 luglio 2024. “La pietra della Maiella nella scultura contemporanea” è la mostra in svolgimento tra le suggestive arcate dell’auditorium Diocleziano a Lanciano (Ch), in piazza Plebiscito. Essa ha preso il via lo scorso 6 luglio e andrà avanti fino al prossimo 28 luglio. È stata promossa dall’Associazione “Amici di Lancianovecchia”, presieduta da Raffaele Filippone, e curata dagli artisti Antonio Di Campli e M.F. Petronio Del Ponte. Sono 22 gli scultori che, con le proprie opere, con i propri percorsi artistici personali, anche importanti, tracciano un racconto legato alla pietra della Maiella, rinomata per la sua bellezza, versatilità e importanza storica. Ad esporre Giorgia Tiberio, Angela Pop, Adalgisa Del Ponte, Antonio Di Campli, Claudio Gaspari, Ettore Altieri, Fabio Di Paolo, Giuseppe Colangelo, Nicola Antonelli, Paolo Spoltore, Raffaele, Mucilli, Franco Aceto, Sandro Aceto, M.F. Petronio Del Ponte, Valentino Giampaoli, Silvino Di Giambattista e Mauro Di Pietrantonio. Ci sono anche lavori di artisti scomparsi: Concetta Palmitesta, Gennaro D’Alfonso, Nicola Farina, Angelo D’Astolfo, Guglielmo Giuliante.

Utilizzata fin dall’antichità, la pietra della Maiella ha giocato un ruolo cruciale nell’architettura e nell’arte locali. Formata nel periodo Mesozoico, milioni di anni fa, questa pietra è il risultato di processi sedimentari marini che hanno compattato conchiglie, coralli e altri organismi marini.  Le sue proprietà meccaniche e la facilità con cui può essere lavorata la rendono ideale per sculture e decorazioni architettoniche.

 “Questa pietra e le molteplici possibilità di dialogo artistico che essa offre, grazie alla varietà tipologica, conseguente al luogo di estrazione, – spiegano i promotori dell’iniziativa – non è solo un materiale, ma un simbolo della cultura e dell’identità dell’Abruzzo. La sua estrazione e lavorazione sono tradizioni artigianali che si tramandano da generazioni, contribuendo a mantenere vive le tecniche e le conoscenze antiche”. Come ad esempio per gli scalpellini di Pennapiedimonte (Ch), ai quali la mostra fa un accenno storico.

La lavorazione di questa pietra è spesso accompagnata da leggende e racconti popolari, che rafforzano il legame tra la comunità e il territorio.

“La pietra della Majella – viene ancora rimarcato – rappresenta un tesoro della nostra regione, unendo storia, cultura e natura in un materiale che continua a ispirare e affascinare. Attraverso le sue applicazioni architettoniche e artistiche, essa traccia la storia di una regione e delle persone che la abitano, custodendo la memoria del passato e guardando al futuro con rinnovata vitalità. La mostra costituisce un importante momento culturale: un evento che mira a far conoscere ai visitatori la bellezza della Pietra che, scolpita, è morbida, sinuosa, quasi vibrante. Un’esposizione attraverso la quale si evince la maestria degli artisti che la animano, ben radicati alla tradizione scultorea del passato, ma, allo stesso tempo, proiettati verso un innovativo linguaggio”.




MUCILLAGINE NEL LITORALE

Pescatori in ginocchio. Il Flag Costa dei Trabocchi, Fedagripesca e gli operatori chiedono l’intervento delle istituzioni

Ortona, 8 luglio 2024. La presenza della mucillagine che in queste settimane sta interessando il litorale adriatico, dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, rischia di mettere in ginocchio la piccola pesca e le vongolare del litorale teatino. Il grido d’allarme arriva dal Flag Costa dei Trabocchi e da Fedagripesca che, in questi giorni, stanno raccogliendo le diverse segnalazioni da parte degli operatori del settore e che vogliono farsi portavoce di richieste a livello nazionale e regionale in grado di andare incontro alla categoria.

«Il problema è molto serio e sta penalizzando soprattutto gli operatori della piccola pesca, che rappresentano l’80 per cento della flotta abruzzese, e le vongolare perché, non potendo lavorare, sono senza reddito», commenta il presidente del Flag, Franco Ricci. «Il punto non è solo quanto durerà la presenza della mucillagine, ma soprattutto i danni che farà. Il rischio, infatti, è che una volta che si tornerà alla normalità, e ci auguriamo il prima possibile, la mucillagine possa aver sterminato il prodotto e questo, chiaramente, avrebbe delle ripercussioni gravi nel lungo periodo per la categoria».

Per questa ragione il Flag Costa dei Trabocchi è in costante contatto anche con le associazioni di categoria, tra cui Fedagripesca che, insieme a Legacoop agroalimentare e Agci Agrital ha già avanzato delle richieste alle istituzioni. «Sulla scia di quanto già chiesto a livello nazionale», spiega la responsabile regionale per l’Abruzzo di Fedagripesca, Paola D’Angelo, «ribadiamo la necessità di un intervento concreto da parte delle istituzioni, nazionali ma anche regionali». Fedagripesca, infatti, ha chiesto alle Regioni interessate, tra cui appunto l’Abruzzo, la possibilità di attivare misure di tutela sociale per i lavoratori di tutti i mestieri di pesca colpiti così come, per il sistema dello strascico, di esaminare l’opportunità di anticipare, in alcuni compartimenti, la misura di fermo o altre soluzioni utili ad arginare gli effetti della mucillagine.

A dirsi particolarmente preoccupati sono tutti gli operatori della costa teatina di competenza del Flag, da Francavilla a San Salvo.

«È una vera disgrazia», commenta Donato Nunziato, pescatore di Francavilla. «Non lavoriamo da oltre 20 giorni ma nessuno si preoccupa della piccola pesca e noi operatori ci sentiamo abbandonati».

«Speravamo fosse un problema passeggero, come accaduto in passato. Invece siamo fermi ormai da due settimane», evidenzia Giuseppe Graziani, operatore di piccola pesca di Ortona, «perché la mucillagine appesantisce le reti e rende impossibile tirarle in barca».

«Le nasse sono piene di mucillagine e le reti non si vedono proprio più e quando si prova a tirarle su, portano con sé un’ondata di mucillagine», spiega Vincenzo Verì di Rocca San Giovanni. «Da 20 giorni non possiamo più mettere le reti perché poi non riusciamo a salparle. A questo si aggiunge anche la presenza dei pesci balestra, pesci tropicali e predatori di specie locali, che sono sempre più presenti, ma non sono vendibili. Per cui ci troviamo in una condizione davvero ogni giorno più complicata».

«La consistenza gelatinosa della mucillagine», aggiunge Alessandro Marini di Casalbordino, «rende anche impossibile pulire le reti, così come rende inutile l’attività perché non c’è pesce, ma solo mucillagine che tappa le maglie».

Ancora più grave la situazione per quanto riguarda le vongolare, come evidenzia Maurizio Angotti, presidente del consorzio Cogevo Frentano che riunisce 21 operatori del settore. «La mucillagine si è accumulata sui fondali, dove ce n’è almeno un palmo, e soffoca i banchi di vongole e lumachine», rivela. «Erano almeno 15 anni che non si verificava una situazione così grave che penalizza fortemente gli operatori che operano sottocosta, proprio nel cuore della mucillagine. Noi stiamo continuando a uscire una o due volte a settimana, per valutare la situazione e per cercare di smuovere le acque, ma ogni volta la situazione appare peggiore rispetto a quella precedente».




ABRUZZO DELLE RADICI

 Convegno: un successo per il territorio!

Chieti, 8 luglio 2024. Si è svolto sabato 6 luglio nella Sala consiliare del Palazzo della Provincia di Chieti, il convegno “Abruzzo delle Radici”, organizzato dall’Associazione Italea Abruzzo in collaborazione con la Provincia di Chieti, nell’ambito dell’Anno delle Radici Italiane nel Mondo. Il tema centrale dell’evento è stato: “Quali opportunità per il nostro territorio”.

I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali di Silvia Di Pasquale, Consigliera provinciale di Chieti, e di Nicola Campitelli, Consigliere regionale con delega all’Urbanistica e al Paesaggio, intervenuto in remoto.

Presente l’Assessore Daniele D’Amario, Sottosegretario della Regione Abruzzo con delega al Turismo e alla Programmazione, che ha sottolineato l’opportuntià di trasformare l’emigrazione in un’opportunità positiva, coinvolgendo enti locali e finanche le parrocchie per rispondere alle richieste degli emigrati alla ricerca delle loro origini.

Successivamente, Marco Cirulli e Ivan Serafini, rispettivamente Presidente e Vicepresidente di Italea Abruzzo, hanno introdotto il tema del convegno.

Gianmaria Tantimonaco, Segretario dell’Associazione, ne ha quindi illustrato le attività, partendo dalla recente partecipazione a un evento svoltosi a Toronto. Ha annunciato futuri impegni in Argentina, Australia e nord America e ha presentato il sito multilingua dell’Associazione nonché la Italea Card, un sistema di convenzioni per i viaggiatori delle radici che, grazie ad un accordo con il Ministero degli Affari Esteri, consentirà di praticare sconti ai “viaggiatori delle radici”, con benefici anche per gli iscritti all’AIRE.

Maxi Manzo, Coordinatore regionale Italea, ha condiviso la sua esperienza sul turismo delle radici soffermandosi sull’importanza del ruolo centrale dei piccoli comuni.

Ivan Serafini ha quindi raccontato l’esperienza di Toronto, dove l’Associazione ha avuto modo di incontrare 13 tour operator canadesi. Roberta Di Battista, social media manager, ha evidenziato il potenziale turistico delle aree interne della Provincia di Chieti, certamente ricche di tradizioni ma da supportare con una buona rete di servizi.

Dopo l’esecuzione di alcuni brani musicali da parte di Elizabeth Ridolfi, violinista di origine italo argentina, viaggatrice delle radici per un tour artistico in Abruzzo, il convegno si è concluso con gli interventi di Emidio Spinogatti, Presidente di Abruzzo Genealogy, e Massimiliano Cossu, Amministratore delegato di Destination Italia, che si intrattenuto in remoto sul tema della valorizzazione commerciale del territorio.

L’evento ha rappresentato un importante momento di riflessione e condivisione sulle opportunità che il turismo delle radici può offrire per lo sviluppo del territorio abruzzese.




IL FINE DEL CATTOLICESIMO POLITICO

Non è il potere ma promuovere i valori di giustizia e di pace. Come dice il Papa La democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e anche dell’ecologia integrale

di don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 8 luglio 2024. “Come cattolici, in questo orizzonte, non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Ciò significa non tanto di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi. No. Dobbiamo essere voce, voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce. Tanti, tanti non hanno voce. Tanti. Questo è l’amore politico…”. Del bel discorso di papa Francesco a Trieste (50° Settimana sociale, 7.7.24) mi ha colpito molto questa sintetica affermazione.

La frase sembra implicitamente rispondere a una domanda difficilissima: in Italia c’è ancora un cattolicesimo politico?

E gode di buona salute?

Certamente apparteniamo a un Paese e a una Chiesa cattolica nazionale che ha detto e fatto molto in termini di testimonianza e attività politiche di ispirazione cattolica. Non c’è stata solo la DC, ci sono stati i cattolici impegnati nel sindacato, volontariato, mondo economico e culturale. Ci sono ancora?

Ovviamente si. Ma possono oggi definirsi come un filone culturale e politico che incide nel tessuto del Paese, come, per esempio, nel secondo dopoguerra?

Con molta difficoltà.

Quando si ha una grande tradizione alle spalle è normale farsi prendere dalla nostalgia, che riassumerei nella battuta: “Quelli si che erano bei tempi!”.

Malattia anche presente in altre forze sociali e politiche. Nessuno può negare le valide testimonianze di quei cattolici che con coscienza, competenza e sacrifici hanno contribuito a costruire il Paese. La loro testimonianza resta certamente, ma il loro tempo è passato, le lancette dell’orologio non possono essere sposate indietro, il mondo va avanti, anche tra crisi sanitarie ed economiche-sociali, neofascismi e derive autoritarie e populiste, non autenticamente per il popolo, come ha ricordato anche il papa.

Porre ancora il problema del “partito cattolico” è una cosa così stucchevole e fuori luogo che distoglie dai problemi cruciali. Che piaccia o meno il punto di partenza è quanto il Vaticano II, Paolo VI, Francesco hanno detto chiaramente: si può essere cattolici e operare in schieramenti politici diversi, purché si sia, sempre e comunque, coerenti con la propria fede.

Accettato ciò si pone il problema della testimonianza, la coerenza dei cattolici presenti nella vita sociale e politica, in qualsiasi ambito o responsabilità. Il papa ha invitato loro a “prendersi cura del tutto”. Il fine del cattolicesimo politico non è assumere potere, ottenere maggioranze o egemonie culturali. Il fine è testimoniare il Vangelo, aiutare la costruzione del Regno di Dio già su questa terra. “Ciò significa non tanto di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico”, ha detto il papa. 

Non sono in quest’ottica gli pseudo cattolici che, sbandierando rosari o posizioni contro aborto ed eutanasia, si autoiscrivono a tradizioni culturali e religiose da cui sono lontani miglia. Ci sono anche i cattolici, pastori e laici, che corrompono e si fanno corrompere, che imprecano contro i migranti, trascurano giustizia e pace, vanno a braccetto con i potentati economici, specie quelli generosi con pingui offerte per diocesi, parrocchie e gruppi vari. Semplicemente dovremmo dire che non sono cattolici, piuttosto sono figli e nipoti degli “atei devoti” (descritti da Beniamino Andreatta) e che trattano la fede come un’ideologia. Ma le ideologie, ricorda il papa, “sono seduttrici. Qualcuno le comparava a quello che a Hamelin suonava il flauto; seducono, ma ti portano ad annegarti”. 

In questo invito alla partecipazione autentica e coerente il papa fa un ulteriore richiamo: “Ci spetta il compito di non manipolare la parola democrazia né di deformarla con titoli vuoti di contenuto, capaci di giustificare qualsiasi azione. La democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e anche dell’ecologia integrale”.

Questo è certamente un nodo delicatissimo: cattolici e democrazia. La Chiesa non è una democrazia e la democrazia è una forma di potere e partecipazione politiche. Le due istituzioni hanno fondamenti, prassi e storie completamente diverse. Confonderle crea più caos di quanto già ne esista. In materia, qui, pongo solo una domanda: ma che esperienza di democrazia fanno i cattolici nelle comunità di appartenenza?

Il cammino sinodale – mia personalissima opinione – ha fatto e fa molto fatica ad attecchire in ambito cattolico. In molti casi non è partito affatto. Anzi sono ancora vigorose tutte quelle forme accentratrici di potere, da parte di vescovi, preti e super laici, che non aiutano a pensare in termini partecipativi, democratici si direbbe nel mondo. Il clericalismo, le forme di accentramento di potere hanno ancora la meglio in nomine ecclesiastiche, amministrazione di denaro e beni comunitari, aperture alla partecipazione di tutti.

Dovremmo essere un po’ più umili quando chiediamo alle istituzioni laiche di essere più democratiche e dimentichiamo le tante “travi” nei nostri occhi. La democrazia si costruisce con persone mature, preparate e probe, che non potranno mai “sbocciare” in ambienti clericali e preconciliari. I processi democratici che il papa ci chiede di avviare partano da nuove e fondate formazione, cultura e prassi ecclesiali.

Non è solo la storia a testimoniarlo, ma anche il Vangelo: è il lievito a fermentare la massa (Mt 13). Non viceversa.

Il fine del cattolicesimo politico non è il potere ma promuovere i valori di giustizia e di pace (globalist.it)




IL FINE DEL CATTOLICESIMO POLITICO

Non è il potere ma promuovere i valori di giustizia e di pace. Come dice il Papa La democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e anche dell’ecologia integrale

Globalist.it, 8 luglio 2024. “Come cattolici, in questo orizzonte, non possiamo accontentarci di una fede marginale, o privata. Ciò significa non tanto di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi. No. Dobbiamo essere voce, voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce. Tanti, tanti non hanno voce. Tanti. Questo è l’amore politico…”. Del bel discorso di papa Francesco a Trieste (50° Settimana sociale, 7.7.24) mi ha colpito molto questa sintetica affermazione.

La frase sembra implicitamente rispondere a una domanda difficilissima: in Italia c’è ancora un cattolicesimo politico? E gode di buona salute? Certamente apparteniamo a un Paese e a una Chiesa cattolica nazionale che ha detto e fatto molto in termini di testimonianza e attività politiche di ispirazione cattolica. Non c’è stata solo la DC, ci sono stati i cattolici impegnati nel sindacato, volontariato, mondo economico e culturale. Ci sono ancora? Ovviamente si. Ma possono oggi definirsi come un filone culturale e politico che incide nel tessuto del Paese, come, per esempio, nel secondo dopoguerra? Con molta difficoltà.

Quando si ha una grande tradizione alle spalle è normale farsi prendere dalla nostalgia, che riassumerei nella battuta: “Quelli si che erano bei tempi!”. Malattia anche presente in altre forze sociali e politiche. Nessuno può negare le valide testimonianze di quei cattolici che con coscienza, competenza e sacrifici hanno contribuito a costruire il Paese. La loro testimonianza resta certamente, ma il loro tempo è passato, le lancette dell’orologio non possono essere sposate indietro, il mondo va avanti, anche tra crisi sanitarie ed economiche-sociali, neofascismi e derive autoritarie e populiste, non autenticamente per il popolo, come ha ricordato anche il papa. Porre ancora il problema del “partito cattolico” è una cosa così stucchevole e fuori luogo che distoglie dai problemi cruciali. Che piaccia o meno il punto di partenza è quanto il Vaticano II, Paolo VI, Francesco hanno detto chiaramente: si può essere cattolici e operare in schieramenti politici diversi, purché si sia, sempre e comunque, coerenti con la propria fede.

Accettato ciò si pone il problema della testimonianza, la coerenza dei cattolici presenti nella vita sociale e politica, in qualsiasi ambito o responsabilità. Il papa ha invitato loro a “prendersi cura del tutto”. Il fine del cattolicesimo politico non è assumere potere, ottenere maggioranze o egemonie culturali. Il fine è testimoniare il Vangelo, aiutare la costruzione del Regno di Dio già su questa terra. “Ciò significa non tanto di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico”, ha detto il papa. 

Non sono in quest’ottica gli pseudo cattolici che, sbandierando rosari o posizioni contro aborto ed eutanasia, si autoiscrivono a tradizioni culturali e religiose da cui sono lontani miglia. Ci sono anche i cattolici, pastori e laici, che corrompono e si fanno corrompere, che imprecano contro i migranti, trascurano giustizia e pace, vanno a braccetto con i potentati economici, specie quelli generosi con pingui offerte per diocesi, parrocchie e gruppi vari. Semplicemente dovremmo dire che non sono cattolici, piuttosto sono figli e nipoti degli “atei devoti” (descritti da Beniamino Andreatta) e che trattano la fede come un’ideologia. Ma le ideologie, ricorda il papa, “sono seduttrici. Qualcuno le comparava a quello che a Hamelin suonava il flauto; seducono, ma ti portano ad annegarti”. 

In questo invito alla partecipazione autentica e coerente il papa fa un ulteriore richiamo: “Ci spetta il compito di non manipolare la parola democrazia né di deformarla con titoli vuoti di contenuto, capaci di giustificare qualsiasi azione. La democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e anche dell’ecologia integrale”. Questo è certamente un nodo delicatissimo: cattolici e democrazia. La Chiesa non è una democrazia e la democrazia è una forma di potere e partecipazione politiche. Le due istituzioni hanno fondamenti, prassi e storie completamente diverse. Confonderle crea più caos di quanto già ne esista. In materia, qui, pongo solo una domanda: ma che esperienza di democrazia fanno i cattolici nelle comunità di appartenenza?

Il cammino sinodale – mia personalissima opinione – ha fatto e fa molto fatica ad attecchire in ambito cattolico. In molti casi non è partito affatto. Anzi sono ancora vigorose tutte quelle forme accentratrici di potere, da parte di vescovi, preti e super laici, che non aiutano a pensare in termini partecipativi, democratici si direbbe nel mondo. Il clericalismo, le forme di accentramento di potere hanno ancora la meglio in nomine ecclesiastiche, amministrazione di denaro e beni comunitari, aperture alla partecipazione di tutti.

Dovremmo essere un po’ più umili quando chiediamo alle istituzioni laiche di essere più democratiche e dimentichiamo le tante “travi” nei nostri occhi. La democrazia si costruisce con persone mature, preparate e probe, che non potranno mai “sbocciare” in ambienti clericali e preconciliari. I processi democratici che il papa ci chiede di avviare partano da nuove e fondate formazione, cultura e prassi ecclesiali. Non è solo la storia a testimoniarlo, ma anche il Vangelo: è il lievito a fermentare la massa (Mt 13). Non viceversa.




#SILENZIORADIO

L’iniziativa dell’imprenditore Alessio Sarra. “Una burla con Radio Mare fatta per aprire una riflessione”

Montesilvano, 8 luglio 2024. #SilenzioRadio, ovvero spot pubblicitari fatti di solo silenzio per consentire ai bagnanti di vivere il mare in tranquillità, con i suoi suoni e i suoi rumori, e per offrire loro una pausa rispetto alle trasmissioni di Radio Mare, servizio di filodiffusione che interessa l’intera riviera di Montesilvano. È l’iniziativa provocatoria promossa dall’imprenditore Alessio Sarra, che in questo modo ha voluto dare anche una risposta concreta alle tante lamentele dei cittadini e dei turisti sul servizio radiofonico.

Gli spot, della durata di 30 secondi, sono andati in onda a ripetizione nel corso del fine settimana, concedendo agli utenti una pausa dalle trasmissioni ad alto volume che vanno avanti per buona parte della giornata. Nata circa 50 anni fa, quando smartphone e web non esistevano, Radio Mare aveva originariamente una funzione di pubblica utilità. Funzione che, tra l’altro, l’emittente continua ad avere in caso di emergenze e segnalazioni. La Radio, però, nel corso degli anni ha fatto discutere parecchio: non solo la creazione di un gruppo social denominato “Tutti quelli che odiano Radio Mare” e il lancio di petizioni sul web, ma anche un’interrogazione in Comune, preceduta da una raccolta firme con migliaia di adesioni, sull’impatto dell’emittente sulla tranquillità pubblica e sulla qualità dell’attrattività turistica della città.

Da qui l’idea di Sarra, noto per la sua ventennale attività nel campo immobiliare ma ancora di più per iniziative particolari di marketing territoriale grazie alle quali si è parlato di Pescara e Montesilvano in tutta Italia: sua, ad esempio, la campagna “Attra-Versi”, con le scritte positive sulle strisce pedonali; suoi i manifesti shock contro i mondiali in Qatar del 2022 per contestare le condizioni di lavoro degli operai; sua la celebre iniziativa degli Umarell, con la realizzazione di postazioni per far osservare in sicurezza i cantieri ai pensionati.

“Con questa iniziativa – sottolinea Alessio Sarra – ho voluto dare una risposta alle lamentele che registro da anni da parte di cittadini costretti a subire la filodiffusione ad alto volume, senza possibilità di scegliere cosa ascoltare. Così, per alcuni minuti gli utenti hanno potuto godere dei veri suoni dell’estate: il rumore delle onde, i rintocchi dei racchettoni, le voci dei bambini che giocano, il brusio tipico della spiaggia. A Montesilvano per il silenzio bisogna pagare. La mia, ovviamente, è stata una provocazione, una burla. Alla radio, infatti, non ho comunicato le mie reali intenzioni, ma solo che avrei partecipato ad un evento di carattere nazionale legato al silenzio”.

“Nel fine settimana ho ricevuto congratulazioni e complimenti di clienti ed amici, quando si sono accorti, al termine degli spot, che quei 30 secondi erano offerti da me. Dimostrazione di come il silenzio, ormai, richiami l’attenzione più delle pubblicità strillate ed autoreferenziali che spesso vengono solo subite dagli utenti. I tempi sono cambiati, così come i mezzi di intrattenimento e gli strumenti di marketing. Ritengo che Radio Mare sia utilissima, soprattutto in caso di emergenze e servizi di pubblica utilità, come gli annunci relativi ai bambini che si allontanano dai genitori, ma per il resto bisognerebbe concedere ai fruitori della spiaggia un po’ di tranquillità, altrimenti si rischia che i bagnanti e i turisti scelgano altri lidi per godere del mare in assoluto relax. Su questi aspetti – conclude l’imprenditore – spero che la mia iniziativa serva ad aprire una riflessione o un assordante silenzio radio”.




COMPAGNI E ANGELI per Città Sant’Angelo

Riflessioni a partire dal lavoro di Alfredo Pirri. Venerdì 21 luglio 2024, ore 21:00 Piazza IV Novembre – Piazza del Teatro

Città Sant’Angelo, 8 luglio 2024. Il 21 luglio alle ore 21 in Piazza del Teatro a Città Sant’Angelo, il Museolaboratorio presenta il convegno “Compagni e Angeli – per Città Sant’Angelo” che vuole essere un contributo alla riflessione a partire dal lavoro dell’artista Alfredo Pirri.

Il convegno rientra nell’ambito del progetto Alfredo Pirri. Luogo Pensiero Luce, inaugurato il 21 giugno al Museolaboratorio, con la presentazione dell’opera site-specific realizzata dall’artista dal titolo “Compagni e Angeli – per Città Sant’Angelo” , entrata a far parte della collezione permanente del museo.

Il titolo dell’opera è preso in prestito da alcuni versi del brano musicale del gruppo Radiodervish, La rosa di Turi, dedicato alla prigionia di Antonio Gramsci a Turi, dove scrisse i celebri quaderni dal carcere, infatti, Compagni e Angeli – per Città Sant’Angelo fa parte di una serie di lavori che rimandano al tema della prigionia e del desiderio di fuga e nasce dallo stretto rapporto di Alfredo Pirri con una lunga storia di trasformazione del Museolaboratorio. L’opera si ispira alle connessioni con il luogo, il paesaggio da cui si affaccia il museo e la sua storia. Alle ore 19 ci sarà una visita guidata con l’artista Alfredo Pirri e il curatore Enzo de Leonibus.

Programma:

_Ore 19:00 Visita guidata al Museolaboratorio

_Ore 21:00 Convegno “Compagni e Angeli – per Città Sant’Angelo” in Piazza IV Novembre – Città Sant’Angelo

●            Prima sessione

“Compagni – Con Gramsci, oltre Gramsci”

●            Seconda Sessione

“Angeli –Come in terra così in cielo”

Saluti istituzionali

Matteo Perazzetti – Sindaco di Città Sant’Angelo

modera: Enzo de Leonibus

introduce: Alfredo Pirri

intervengono:

Giuseppe Armogida

Marco Brandizzi

Benedetta Carpi De Resmini

Simone Ciglia

Angelica Gatto

Pierluigi Sacco

BIO:

Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) vive e lavora a Roma. La sua pratica artistica incontra diverse discipline: la pittura e la scultura, l’architettura e l’installazione. Le sue prime mostre personali risalgono agli anni Ottanta. Nel 1988 espone alla Biennale di Venezia, mentre nel 1999 è tra i protagonisti della collettiva Minimalia: An Italian Vision in 20th Century Art, curata da Achille Bonito Oliva presso il MoMA PS1 di New York. Nel 2023 riceve la Laurea Honoris Causa in Progettazione Architettonica, dall’Università degli Studi di Roma Tre. Collabora spesso con architetti per la realizzazione di progetti multidisciplinari, in cui arte e architettura dialogano in modo armonico. Negli ultimi anni ha partecipato alla realizzazione di grandi opere pubbliche, tra cui il restauro di edifici storici come il teatro Kursaal di Bari e il teatro del Maggio Fiorentino di Firenze. Predomina da sempre nel suo lavoro l’attenzione per lo spazio, un interesse che definisce “politico”: inteso come tentativo di mostrare, qualcosa di necessario alla sopravvivenza stessa, una sorta di battaglia a favore dell’esistenza. Ogni sua opera diventa un luogo spaziale, emozionale e temporale, dove l’osservatore ha la possibilità di entrare per immergersi in esperienze cromatiche che lo destabilizzano e lo disorientano: i suoi sono dei veri e propri ambienti di luce.

Evento realizzato nell’ambito del progetto “Luogo Pensiero Luce” sostenuto dal PAC 2022-2023 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura




GIUGLIOBASKET 2024

Giulianova regina del basket non ha tradito le attese la 16° edizione

Giulianova, 8 luglio 2024. Tornei del Mare Città di Giulianova 2024, la manifestazione Internazionale di basket giovanile che è giunta a conclusione il 6 luglio. L’evento, che rappresenta un contenitore di ben 8 tornei, ha visto un intreccio di atleti, tecnici, famiglie, partecipanti e spettatori e ben 140 squadre di varie categorie, per molte delle quali è oramai diventata una consuetudine partecipare all’evento giuliese.

Partita nel lontano 2008, quando quattro squadre pugliesi, due abruzzesi (Giulianova e Teramo), una toscana ed una marchigiana si sfidarono sulla banchina del porto nel 1° Torneo di Basket “Mare Vivo”, negli anni la manifestazione è cresciuta in modo esponenziale, registrando in queste 16 edizioni dei numeri da brividi: 15mila atleti partecipanti, 20mila familiari e accompagnatori che hanno seguito i propri figli, 1000 squadre da ogni regione di Italia e del mondo, 150mila minuti giocati, 900 arbitri che hanno diretto le partite dei tornei, 4.200 partite giocate.

Inoltre, diverse sono state le strutture ricettive coinvolte ogni anno nell’accoglienza degli atleti e delle loro famiglie che di volta in volta continuano ad apprezzare le bellezze della nostra regione godendosi un piacevole soggiorno turistico nella cittadina balneare di Giulianova. La 16° edizione, che è iniziata lo scorso 8 giugno ha visto lo svolgersi di ben 7 tornei, della durata di 5 giorni ciascuno. Per il Torneo Femminile Cat. Under 13 e Cat. Under 15, che si è svolto nei giorni 8-11 giugno 2024, si sono distinte le ragazze del Club Support o Taranto vincendo il torneo U13 e della Juve Trani per il torneo U15. Dall’11 al 15 giugno 2024, si è tenuto il Torneo Aquilotti, con la vittoria della squadra di Brindisi.

Gli atleti dell’Angiulli Bari si sono aggiudicati invece la finale del Torneo Esordienti che si è svolto nei giorni 15-19 giugno 2024. Il 20 giugno ha preso il via il Torneo Under 17, che ha incoronato il 24 giugno la Pallacanestro Bernareggio 99. Ha avuto la meglio la Virtus Barletta sul Cus Camerino, nella finale del Torneo Under 15 (25-29 giugno) A seguire dal 29 giugno al 3 luglio si è svolto il Torneo Under 13 che ha visto trionfare l’Angiulla Bari. Ed infine il Torneo Internazionale della categoria Under 14, che è andato in scena dal 3 al 6 luglio con la partecipazione di ben 24 squadre, ha visto salire sul gradino più alto del podio la Olimpia Gioia del Colle.

La sera del 6 luglio, si è svolta, come ogni anno, incastonata come sempre nella splendida cornice di Piazza del Mare, la cerimonia per la premiazione finale, che ha visto la partecipazione del Sindaco di Giulianova Jwan Costantini, degli Assessori Nausicaa Cameli e Marco di Carlo, del Consigliere comunale con delega allo Sport Federico Montebello, e del Presidente del Comitato regionale della Federazione Italiana Pallacanestro, Francesco di Girolamo.

Anche quest’anno il Sindaco Jwan Costantini con grande soddisfazione ha sottolineato che “Tornare a Giugliobasket significa tornare a casa!” ribadendo il suo legame con questa manifestazione: “Ho seguito Giugliobasket fin dalle primissime edizioni e l’ho visto crescere prima come dirigente sportivo, e poi come amministratore, offrendo il giusto supporto ad un evento che, nel corso di queste 16 edizioni, ha fatto conoscere la città di Giulianova ad un pubblico sempre più vasto.

Nei prossimi anni la kermesse di basket giuliese non potrà che crescere ulteriormente e migliorarsi ancora continuando a promuovere la sana competizione sportiva, la socializzazione e l’integrazione fra i giovani, la valorizzazione del territorio e del patrimonio turistico e culturale. Questo evento rende la nostra Giulianova più internazionale, punto di riferimento di squadre giovanili italiane, europee e mondiali e sono sicuro che la prossima edizione sarà ancora più prestigiosa delle precedenti”.

L’organizzazione come sempre è stata perfetta e tante sono state anche quest’anno le parole di elogio e di ringraziamento per il Team di Giugliobasket, costituito da Giampiero De Ascentiis, Sandro di Salvatore, Giovanni Montuori e Andrea Casasola, per l’ottima riuscita della manifestazione: “Ringraziamo gli organizzatori di questo stupendo torneo!! Alla prossima!” …”Dopo 10 anni, sono ritornato per la seconda volta a questo torneo di basket. La prima volta come genitore sostenitore al seguito della squadra e questa seconda volta come dirigente della squadra, provando delle emozioni davvero bellissime stando a stretto contatto con i ragazzi …” …”Oggi siamo in partenza, ma ci teniamo a ringraziare tutti per l’IMPRESSIONANTE organizzazione”.

E come ogni anno, dopo quasi un mese di basket, proveremo un po’ di nostalgia nel non vedere più a tutte le ore del giorno e della sera i campi di Piazza del Mare e dell’Anfiteatro illuminati e gremiti di giovani atleti, e schiere di ragazzi di ogni parte d’Italia andare avanti indietro per il Lungomare ed animare tutte le vie del centro di Giulianova.




FESTIVAL AUTORI IN PIAZZA 2024

Torna per l’estate 2024 la VIII^ edizione del Festival Autori in piazza e prende inizio lunedì 8 luglio alle ore 20:30 in Via Largo Martiri della Libertà. L’ingresso è gratuito

Chieti, 8 luglio 2024. Il programma che si svolge ogni anno nella seconda settimana di luglio vede la presenza di musicisti, sceneggiatori, autori e poeti.

Il direttore artistico Andrea Magno ha da sempre coltivato e promosso la cultura nelle sue forme di dialogo e comunicazione, come nelle sue parole: “Sono molto felice di questa edizione che ha il sapore dell’incontro e della gioia che ne conseguirà”.

Con il patrocinio e sostegno del Comune di Chieti, il Giardino delle Pubbliche letture e la Fondazione Banco di Napoli, sempre dediti alla divulgazione della cultura.

Gli ospiti: Giulia Alberico, Rossella Balsamo, Marco Panara, Edicola Ediciones, Federica Maria D’Amato, L’abruzzese fuori sede – Gino Bucci, Giovanni Lucchese, Enza Alfano, Alessandra Stornelli, Luciano Del Castillo, Monica Ferri, Elisabetta Foresti, Lucia Guida, Denata Ndreca, Piero Malagoli, Eleonora Molisani e Francesca G. Marone.

Le case editrici:

Les Flaneurs, Psiche libri, Bertoni, Arkadia, Alter Ego, Mondo Nuovo, Daimon Edizioni, Solferino, Ricerche e Redazioni, Edicola Ediciones, Post Editori, Piemme.




PREMIO DONATELLA RAFFAI

L’opera dell’abruzzese Lucia di Nicolantonio a consegnato a Roma a Giovanna Botteri

Roma, 8 luglio 2024. È stato realizzato dall’ artista abruzzese Lucia Di Nicolantonio il Premio Donatella Raffai per la tv 2024, consegnato alla storica e apprezzatissima inviata Rai Giovanna Botteri lo scorso 5 luglio presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma

Questo riconoscimento, conferito a personalità di rilievo della tv italiana, intende onorare la memoria della nota conduttrice Donatella Raffai (1943-2022) che – dopo una lunga esperienza radiofonica e televisiva come autrice e regista – raggiunse nel 1989 una popolarità straordinaria alla conduzione di Chi l’ha Visto? distinguendosi per il garbo e l’eleganza congiunti alla fermezza e alla professionalità.

Il Premio – che dall’edizione 2025 entrerà a far parte stabilmente degli eventi legati al Festival BCT – Benevento Cinema Televisione – nasce per iniziativa del marito di Donatella Raffai il regista Silvio Maestranzi, e del cugino Andrea Jelardi giornalista e fondatore del Modern Museo della Pubblicità di San Marco dei Cavoti, paese d’origine della Raffai in provincia di Benevento dove lei trascorse l’infanzia e l’adolescenza.

All’evento, presentato dalla giornalista Laura Bufano, ha partecipato anche l’avvocato Luigi Di Majo co-conduttore di due edizioni di Chi l’ha visto? accanto alla Raffai, una professionista ricordata dalla stessa Botteri che la conobbe nei primi anni in Rai e l’ha additata come esempio ancora oggi da seguire per una tv di qualità.

Consegnato a Giovanna Botteri da Silvio Maestranzi e prodotto dalla CRC di Napoli, il Premio è l’ultima realizzazione di Lucia Di Nicolantonio, artista di Pianella formatasi al liceo artistico e alla facoltà di Architettura di Pescara e vincitrice di numerosi premi nazionali e internazionali tra cui il premio business per l’arte per l’azienda nella XV Edizione di Arte Laguna Prize a Venezia e il Combat Prize 2022.

Professionista versatile che spazia dalla fotografia al disegno e dalla pittura alla scultura facendo dialogare tra loro forme e materie diverse, Lucia Di Nicolantonio – già ideatrice del trofeo per l’edizione pilota del premio assegnato allo stesso Di Majo nel 2022 – ha progettato un’opera in cui la luce sia protagonista e veicolo dell’immagine dello spettacolo, significato e significante al tempo stesso, agente che plasma la materia e la rende iconica.

La luce intangibile, dunque, si trasforma in un corpo rigido, una scultura che richiama ad un tempo la lente d’ingrandimento, simbolo dell’indagine giornalistica, e l’obiettivo di una telecamera. Un’idea astratta che si evolve in un processo immateriale digitale: un disegno parametrico e lineare, illuminato dal rigore geometrico e dalla creatività del rumore del ragionamento umano.

L’opera-premio, così concepita, è stata particolarmente apprezzata da Giovanna Botteri che, avendo stabilito nella sua carriera un rapporto “confidenziale” con la telecamera e condividendo con la Raffai la passione per le accurate analisi sui fatti, ricevendo il trofeo ha scherzato dinanzi alle telecamere Rai proprio guardandole attraverso la “lente”.

Il programma del Premio Donatella Raffai prosegue con la sezione per la “Saggistica Televisiva e dello Spettacolo” quale premio letterario per opere edite e inedite, assegnato da un comitato tecnico scientifico sotto la presidenza del giornalista Rai Luciano Scateni.

Le iscrizioni al Premio Raffai per la Saggistica Televisiva e dello Spettacolo (regolamento e bando sul sito www.kairosedizioni.it)  si chiuderanno il 20 luglio, mentre la premiazione si terrà a San Marco dei Cavoti sabato 7 Settembre 2024.




EVASIONE

Una storia, tre racconti Archeomusic Edizione 2024

L’Aquila, 8 luglio 2024. Il 14 luglio alle ore 19:00 presso il Castello di Sant’Eusanio Forconese (AQ) si terrà Evasione – una storia, tre racconti un recital/concerto originale, con le musiche di Nicola Paparusso e i testi di Riccardo Biscetti entrambi musicisti professionisti con diversi anni di attività alle spalle, questa volta all’esordio compositivo e di scrittura. La voce protagonista sarà quella di Marco Valeri apprezzatissimo attore aquilano. I musicisti coinvolti saranno appunto Nicola Paparusso (chitarra e basso) e Riccardo Biscetti (chitarra e basso) accompagnati da Arianna Campolongo (viola e violino) e Alessandro Gizzi (percussioni). Scenografia e costumi sono di Alessandra Bianchi e Ilde Mastrangeli. La performance prende vita da uno spunto di riflessione sulla modernità e si sviluppa attraverso una narrazione in tre racconti, apparentemente slegati l’uno dall’altro ma in realtà uniti da un unico filo conduttore.

L’evento si inscrive all’interno di un progetto più ampio Archeomusic arrivato quest’anno alla terza edizione che ha l’obiettivo di unire arte e luoghi di rilevanza storico/culturale del territorio. Gli eventi di Archeomusic generalmente hanno, prima della performance, una fase preliminare in cui si fa divulgazione sul luogo ospitante con una visita guidata da studiosi e esperti. La location di quest’anno è il castello medievale di Sant’Eusanio Forconese che si staglia sulla sommità del monte Cerro, così che lo spettatore sia immerso in una atmosfera suggestiva e determinante per godere a pieno della performance. Dal cortile, inoltre, si può godere di una vista panoramica mozzafato con il Gran Sasso e il Sirente a portata di sguardo. Il pomeriggio sarà molto intenso perchè ci si ritroverà alle 17:00 presso il villaggio M.A.P. di Sant’Eusanio Forconese per il controllo biglietti per poi proseguire alle 17:30 con visita guidata a gruppi a cura del Prof. Gianni Cucci, fino ad arrivare alle 19:00 con l’inizio della performance e a seguire per le 20:30 ci sarà un aperitivo nell’area antistante l’ex scuola.

Archeomusic nasce dalla volontà dei ragazzi di 1CONA APS-ETS un’associazione culturale nata a marzo del 2022 a San Demetrio Ne’ Vestini (AQ). Fondata da un gruppo di persone di tre paesi delle aree interne dell’aquilano (San Demetrio Ne’ Vestini, Villa Sant’Angelo e Prata d’Ansidonia). Promuove arte, cultura e discipline legate al benessere psicofisico, con l’obiettivo di creare socializzazione e contribuire allo sviluppo locale. L’associazione collabora con enti locali, imprese e associazioni del territorio.

Per info e prenotazione obbligatoria biglietti: 3454817736, 3498807471

Costo del biglietto comprende visita guidata e spettacolo: 15€ non tesserati (costo tessera inclusa)

10€ tesserati

7€ residenti di Sant’Eusanio Forconese

Gratuito per i bambini fno a 10 anni

*Il costo dell’aperitivo non è compreso nel prezzo del biglietto

**Sarà disponibile il servizio navetta gratuito per persone con diffcoltà




UN TEMPO UTILE PER PENSARE

L’agire effimero di un superuomo sempre pronto a cogliere l’occasione per rivelarsi inutile

In questo mondo, su questa terra ed in questo momento storico ecco tutta la bella umanità che conosciamo; dai vertici ai locali, ecco tutto il potere e l’ambizione che crede di regolare e conformare tutto ai propri desideri, ai propri piani e ai propri voleri.

Si può proiettare tutta la nostra tensione, tutta la nostra conflittualità, tutta la nostra vicenda umana sulla sua bellezza e sulla sconfinata convenienza che ci offre, il mondo rimane il mondo, con  la sua natura, i suoi ambienti e le sue opportunità; l’uomo invece, con le sue effimere ambizioni, può solo constatare il nulla che è e che passa.

In questo spazio d’infinite possibilità, ecco il tempo che passa, che salva e libera da ogni sciagura, da ogni vergogna, da ogni tragedia: e meno male..!

Dai fatti di sangue, alle distruzioni, dalle guerre ai cataclismi ecco emergere sempre il mondo della speranza che è sempre lì in cammino; un mondo che soffre, dunque, ma con una indifferenza tipica e disarmante è sempre pronto a cancellare e a dimenticare ogni nostra miseria.

L’umanità delle esigenze di dominio succede sempre all’umanità delle nuove esigenze di dominio e delle nuove esigenze di dominio ancora e di potere assoluto; il mondo della speranza invece è sempre lì che assiste e resiste.  

Nonostante l’indaffarata e spregiudicata umanità, quel mondo della speranza, con i suoi tempi, i suoi modi e le sue regole ordina impassibile la propria vivace esistenza. Inutile affannarsi: quel mondo è inconquistabile.

Ecco, allora, ripresentarsi l’occasione giusta, quanto mai necessaria; un nuovo tempo, un tempo di vacanza a disposizione per regolare la propria vita, il proprio cammino, le proprie ambizioni, vivendo una stagione di grande rilassamento e di profonda meditazione.

Ecco, dunque, un tempo utile per pensare e ripensare il nostro agire, all’agire effimero di un superuomo sempre pronto a cogliere l’occasione per rivelarsi inutile sia agli altri che a sé stesso.

Nuovi tempi per l’Homus Potens; sicuramente tempo utile per pensare.

Buona vacanza.

nm




INFANZIA

Infanzia

da bambino

seduto sul ciglio

della strada

contavo le vetture

che passavano

sull’asfalto lucente

leggevo poi

gli annunci di morte

incollati al muro

su carta bianca

col nero del defunto

furono temi preferiti

nei componimenti a scuola

la maestra con dolcezza mi diceva di parlare

della famiglia

non sapevo cosa era

la famiglia

la mia famiglia

era la strada

con le macchine

che passavano

e con i muri

con annunci di morte

foto https://www.lettore.org/




TRÀDERE di Chiara Navelli

Rivivere il passato e le tradizioni  

Moscufo, 7 luglio 2024. Il Frantoio delle Idee di Moscufo (Pe) ospita per la prima volta un libro fotografico che diventa una vera e propria mostra visitabile per tutto il mese di luglio: il significativo titolo è Tràdere della giovane fotografa professionista moscufese Chiara Navelli, un titolo che rimanda alla tradizione ed ai ricordi mai persi. L’appuntamento, organizzato dalla Cultour Moscufo con il patrocinio del Comune, è per sabato 13 luglio alle ore 21.00.

Interverrà il presidente dell’Associazione Mimmo Ferri, la stessa autrice Navelli con la curatrice del libro Emanuela Amadio, Responsabile della Scuola “Case di Fotografia”; interviene la giornalista Alessandra Renzetti. A dar vita e sostegno alle immagini, ci saranno anche gli attori principali degli scatti.

Per Chiara Navelli, le foto rappresentano un modo di comunicare, un linguaggio capace di raccontare, ricordare e valorizzare il mondo che la circonda.

In quest’opera sono presenti scatti che hanno catturato la maestria e la passione di alcuni paesani che portano ancora oggi avanti tradizioni antiche con gesti perfetti e sapienti. Fotografare queste tradizioni è un modo per preservare la memoria e trasmettere alle nuove generazioni un patrimonio prezioso.

Chiara Navelli è una fotografa professionista, specializzata in ritratti e cerimonie. Vive nel borgo di Moscufo ed ama comunicare attraverso le immagini: “Mi piace ambientare i servizi fotografici nella natura – spiega. – Amo stabilire connessioni con le persone che fotografo, farle sentire a loro agio e raccontare in modo autentico i loro momenti importanti. Il mio progetto fotografico mira a far rivivere le esperienze di antichi mestieri del mio paese che stanno morendo, attraverso nove artigiani che parlano della loro vita, delle loro passioni, delle difficoltà, esperienze e soddisfazioni”.

Tutti hanno da raccontare qualcosa che va al di là del quotidiano ma che ha a che fare con la terra, le persone e l’opera. I soggetti sono: Nicola, Vera, Antonio, Gino, Remo, Anna, Angela, Vincenzo e i fratelli Massimo e Vincenzo.

“Ho scelto questo tema perché sono molto legata alla mia terra, al mio paese e alle vecchie tradizioni e perché voglio divulgare, condividere, non solo a Moscufo ma anche fuori dal territorio. Accanto al nome di ognuno di loro, ci sarà il soprannome in dialetto e una poesia a rima sempre in dialetto pensata dalla bravissima maestra Tiziana Ferri. È rivolto a tutti, ma principalmente ai ragazzi e alle nuove generazioni che sopraffatti dalla tecnologia, lasciano da parte e dimenticano le nostre radici e tradizioni”– conclude.

L’evento è ingresso libero




MODERNISTA, COMUNISTA, INOPPORTUNO

Come cercano di zittire chi vuole il rinnovamento civile (e anche ecclesiale)

di don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 7 luglio 2024. Don Milani era profetico, ma per molti laici e pastori cattolici era “inopportuno”, come fu definito il suo famoso Esperienze pastorali”. E spesso accuse inerenti alla dottrina sono usate ridurre al silenzio. Ma oggi c’è Francesco…

Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando (Mc 6, 1-6 – XIV TO/B).

Non ci sono dubbi sul fatto che la nostra fede cristiana, a partire dalla sua radice ebraica, sia sostanzialmente profetica. La profezia è modo con cui il buon Dio rivela il Suo volere, indica la sua strada alle singole persone e a gruppi e comunità, che ovviamente credono in Lui. E’ rivelazione del piano di Dio nella storia e, al tempo stesso, è giudizio sulla comunità dei credenti e sul mondo perché questi ritornino a Lui con tutto il cuore (cfr. Gl 2, 12-17). La profezia è continua presenza di Dio in mezzo al suo popolo: Dio parla “molte volte e in diversi modi per mezzo dei profeti, e sommamente parla per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo” (cfr. Eb 1). La profezia è impegno affidato ai discepoli dal Cristo perché siano suo segno nel mondo “predicando il Vangelo e compiendo prodigi” (cfr. Mc 16, 17-20).

Tutto ciò è molto chiaro nella nostra fede, ma ha diversi problemi nella pratica. Il brano odierno ci riporta a una verità antica e sempre nuova: i profeti non sono mai tanto piaciuti perché mettono in crisi, chiamano a conversione, sconvolgono per rinnovare persone, gruppi e istituzioni. Ieri come oggi, come sempre, non mancano infatti profeti, manca, invece, l’attenzione e l’accoglienza di essi. Ciò accade nelle comunità di fede religiosa come nell’ambiente laico, con culture e sensibilità diverse. Un po’ succede quello che è successo a Gesù: essere rifiutato, non dagli sconosciuti, ma da quelli che lo conoscevano.

Il Vangelo odierno dice che Gesù “era per loro motivo di scandalo”, specie per quelli che non erano pronti ad accoglierlo, ad aprirsi a parole e segni nuovi, a una salvezza che visitava in maniera diversa dalle attese tradizionali. Sono tanti, anche oggi. Permettetemi di citare don Milani e una sua pagina dura, cruda, anche per la parolaccia che contiene.

Nel 1965 scrive all’amico don Ezio: “Ecco, dunque l’unica cosa decente che ci resta da fare: stare in alto (cioè in grazia di Dio), mirare in alto (per noi e per gli altri) e sfottere crudelmente non chi è in basso, ma chi mira basso. Rinceffargli ogni giorno la sua vuotezza, la sua miseria, la sua inutilità, la sua incoerenza. Star sui coglioni a tutti come sono stati i profeti innanzi e dopo Cristo. Rendersi antipatici noiosi odiosi insopportabili a tutti quelli che non vogliono aprire gli occhi sulla luce. E splendenti e attraenti solo per quelli che hanno Grazia sufficiente da gustare altri valori che non siano quelli del mondo. La gente viene a Dio solo se Dio ce la chiama. E se invece che Dio la chiama il prete (cioè l’uomo, il simpatico, il ping-pong) allora la gente viene all’uomo e non trova Dio. Ma io tutte queste cose ti ho già detto a sazietà e dimostrato coi fatti alla mano e son riuscito a attirare gente io che sono in grazia di Dio una volta sì e dieci no… e tu ti sgomenti che stai in grazia di Dio dalla mattina alla sera? Sei tanto bischero! Un abbraccio affettuoso e scrivi spesso, tuo Lorenzo”. 

Milani era profetico, ma per molti laici e pastori cattolici era “inopportuno”, come fu definito il suo famoso testo “Esperienze pastorali”. Potrà sembrare di poco conto, ma non lo è affatto, ma il termine inopportuno sembra essere uno dei più citati, in un certo gergo ecclesiastico, quando vengono valutate persone e realtà comunitarie profetiche. Diversi esponenti della gerarchia cattolica, non riscontrando elementi contrari alla dottrina, in materia di fede e di morale, si trincerano dietro una presunta inopportunità della prassi e dei testi che stanno giudicando. Forse il termine inopportuno, oggigiorno, ha la stessa funzione dell’accusa di modernismo nel passato remoto e di quello di comunismo in un passato più recente, se non proprio prossimo.

L’uso di questi aggettivi – modernista, comunista, inopportuno – è semplicemente, molte volte, la dimostrazione dell’attacco indiscriminato a veri credenti, sia laici che preti, alla loro sensibilità umana, cristiana, ecclesiale, sociale e politica, al loro impegno nel rinnovare il tessuto ecclesiale e civile, più che a particolari aspetti dottrinali o prassi personali non conformi al magistero ecclesiale. In altri termini per i profeti, in diversi tempi e luoghi del vivere ecclesiale, si è ripetuto un clichè molto diffuso in tutte le istituzioni: spesso non potendo zittire chi denuncia una prassi poco coerente della comunità e dei suoi responsabili, nel nostro caso poco evangelica, ci si serve – senza dimostrarle accuratamente – di accuse inerenti alla dottrina per ridurlo al silenzio.

Ma la persecuzione non si è chiusa con i tempi di Milani, continua; anzi, ai giorni nostri, si riveste di particolare vigore in quanto viviamo un momento critico della vita ecclesiale; un momento in cui le novità conciliari – la riforma ecclesiale, quella liturgica e lo stile evangelico di presenza nel mondo – sono riproposte con forza da papa Francesco e diversi laici e pastori, che sono considerati “inopportuni”: ovviamente non sono cose dette pubblicamente, ma sussurrate nei corridoi, scritte nelle lettere di ammonizione, inserite nei resoconti ufficiali e cosi via. E’ inopportuno…

Che Dio ci aiuti!




IL PIÙ PROFONDO PRESENTE

Esser profeta significa conoscere ben più che il futuro (Ernst Jünger)

da fra Emiliano Antenucci

Interris.it, 7 luglio 2024. Gli uomini rifiutano i profeti e li uccidono. Ma adorano i martiri e onorano coloro che hanno ucciso. (Fëdor Dostoevskij)

Il Vangelo di oggi è molto forte: “Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando (Mc 6,4-6)”.

Nessuno è profeta in patria, cioè nella sua famiglia, parrocchia, comunità, società etc. Quanti profeti ci sono stati e ci sono nel mondo e nella chiesa? Il profeta è un “visionario” che vede oltre la realtà e il presente. Il profeta è scomodo per quelli che sono intorno a lui, perché non è diplomatico, non cerca il proprio interesse, ma la volontà di Dio con uno sguardo di luce.

Con il battesimo abbiamo ricevuto tre grandi doni e compiti quello di essere sacerdoti, re e profeti. Li esercitiamo questi “incarichi divini” nella vita quotidiana?

Essere sacerdoti (tutti abbiamo ricevuto il sacerdozio battesimale), significa partecipare al grande sacerdozio di Cristo sulla croce, con la preghiera, l’offerta e il dono della propria vita secondo lo stato di cui uno appartiene.

Essere re, significa che con Gesù siamo tutti figli del Re dei re, siamo ognuno di “sangue blu”, cioè un’origine nobile. Bisogna trattare ogni persona con rispetto e con amore, perché riscattata dal prezioso sangue di Cristo. Vivere la regalità di Cristo significa evangelizzare per portare a tutti il regno di Dio che è un regno di pace, di amore e di misericordia.

Bisogna essere profetici nelle parole e nelle opere. Il profeta non è un indovino, ma uno che guarda oltre, attraverso gli occhi di Dio, il futuro pieno di speranza. Se si legge attentamente la storia della Chiesa tutte le “profezie” non sono state comprese e accolte subito, ma con il tempo. San Benedetto, San Francesco, don Bosco, San Pio e tanti altri santi sono stati profetici nei loro tempi.

Oggi bisogna essere profeti della pace, in un mondo pieno di guerre e di violenze (ci sono circa 60 conflitti bellici in corso). Dobbiamo essere profeti di speranza, in una società dove regnano lo scoraggiamento e la disperazione. Profeti evangelici, per portare a tutti la bella notizia che Gesù è vivo, vero, morto e risorto per amore.

Concludo con le parole “profetiche” del venerabile politico servo di Dio Giorgio La Pira:

“Il futuro è oggi”

“Il profeta parte dal presente,

lo scruta, lo critica,

ma come momento

di un progetto più ampio

che distende le sue sponde

sul passato remoto

e sull’avvenire più lontano,

non per lasciarlo ai margini,

per limitarsi a denunciarne la precarietà,

bensì per metterlo in moto,

per destarne la potenzialità

e svilupparne gli impliciti frutti,

per lanciarlo verso le mete finali

della storia e oltre la storia”.

https://www.interris.it/editoriale/essere-profetici-parole-opere

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay




PESCARA SOLIDALE

Il Comune aiuta le famiglie con minori e anziani. Da domani via alle domande per ricevere i voucher

Pescara, 7 luglio 2024. Nell’ambito del programma Pescara solidale 2024, il Comune ha pubblicato oggi quattro distinti avvisi per sostenere le famiglie al cui interno ci sono minori e anziani, per aiutarle nell’acquisto di beni e forniture per bambini e per beneficiare di una serie di servizi, dal micronido al doposcuola, dalle attività sportive a quelle artistiche passando per campus, centri estivi, socioeducativi, educativi e ricreativi.

Uno dei quattro avvisi è finalizzato ad individuare i soggetti erogatori di forniture e servizi che confluiranno nel “Catalogo dei soggetti erogatori di servizi e forniture” e presso i quali le famiglie beneficiare dei voucher potranno spenderli. La notizia viene diffusa dal sindaco Carlo Masci e da Adelchi Sulpizio, assessore uscente alle Politiche sociali, i quali sottolineano che si tratta di un nuovo ulteriore segnale di attenzione per le famiglie, in particolare quelle al cui interno ci sono dei giovanissimi da accompagnare nel periodo della adolescenza, particolarmente delicato.

Uno degli avvisi, “Attività socio educative a favore dei minori (0-17 anni)”, è finalizzato alla erogazione in favore dei residenti a Pescara di buoni servizi/voucher (uno solo per nucleo familiare) del valore di 475 euro per le attività che i bambini o gli adolescenti conviventi, fino a 17 anni, svolgeranno nelle realtà iscritte al “Catalogo dei soggetti erogatori di servizi”. Il voucher sarà raddoppiato in caso di bambini con disabilità gravissima. È necessario essere in possesso di una attestazione Isee 2024 ordinario o corrente in corso di validità. I fondi sono ministeriali.

Gli altri due avvisi per l’erogazione di voucher (uno solo per nucleo familiare) riguardano il “Progetto insieme per il ben-essere”  e il progetto “Famiglie al centro” e rientrano nelle previsioni del Piano regionale integrato di interventi in favore della famiglia (annualità 2022 e 2023).

Per il primo progetto i voucher fornitura per le famiglie in difficoltà sono 190, in totale, e sono di due tipi: 143 voucher da 300 euro sono destinati alle famiglie residenti a Pescara con Isee ordinario o corrente non superiore a 12mila euro in corso di validità, al cui interno c’è un figlio convivente di età compresa tra 0 e 16 anni oppure una gestante (data di nascita prevista entro il mese di novembre 2024) o padri e madri soli con figli minori; altri 47 voucher fornitura per nuovi nati, del valore di 500 euro, sono destinati ai residenti a Pescara sempre con attestazione Isee ordinario o corrente non superiore a 12mila euro in corso di validità, nel cui nucleo familiare ci sia un figlio convivente di età compresa tra 0 e 12 mesi.  I voucher saranno spendibili presso i soggetti iscritti al Catalogo dei soggetti erogatori di forniture per acquistare beni di prima necessità.

Si va dagli alimenti per bambini alle culle e ai passeggini passando per il vestiario fino al materiale didattico, compresi i medicinali.  Gli stessi requisiti sono previsti anche nell’altro avviso, quello del progetto “Famiglie al centro”, del quale beneficeranno in tutto 83 famiglie. In questo caso i voucher fornitura per famiglie in difficoltà sono 74 del valore di 300 euro per le famiglie che hanno all’interno un figlio convivente di età compresa tra 0 e 16 anni o una gestante con data presunta del parto entro novembre 2024 o padri  e madri soli con figli minori, più altri 9 voucher fornitura “nuovi nati” dell’importo di 500 euro per famiglie con almeno un figlio convivente di età compresa tra 0 e 12 mesi.  In questo caso, nella graduatoria, sarà riconosciuto un punteggio superiore alle famiglie al cui interno è presente un convivente anziano. Anche per questo avviso i voucher potranno essere spesi presso gli iscritti al “Catalogo dei soggetti erogatori di forniture”.

Per dar vita al Catalogo dei soggetti erogatori di servizi e forniture dove saranno spendibili i voucher forniture, è stato pubblicato un avviso ad hoc.

Le risorse destinate ai voucher del “Progetto insieme per il ben-essere” ammontano a 66.400 euro mentre quelle del “Progetto Famiglie al centro” sono pari a 26.934 euro. Per ciò che concerne i voucher dell’avviso “Attività socio educative a favore dei minori (0-17 anni)”, il Comune è in attesa dell’assegnazione delle risorse da parte del Dipartimento delle Politiche per la Famiglia, essendo già stato inserito nell’elenco degli enti comunali  beneficiari delle risorse destinate a tale finalità.

Le domande per l’assegnazione dei voucher potranno essere inoltrate a decorrere dalle ore 9 di domani, 6 luglio, e fino alle ore 23:59 del 20 luglio, esclusivamente on-line sul sito del Comune di Pescara (www.comune.pescara.it nell’apposito “link” Pescara Solidale- sottosezione “Pescara Solidale 2024”, predisposto nella “home page”) mediante l’utilizzo di SPID.

Gli operatori erogatori di servizi e forniture potranno inoltrare istanza a decorrere dalle ore 9 di domani e fino alle ore 23:59 del 31 ottobre 2024, con le stesse modalità.




IL VALORE DELL’APARTITICITÀ

Il fondante della consulta giovanile di Ortona

Ortona, 7 luglio 2024.  La Consulta Giovanile di Ortona è un organo comunale di carattere consultivo che si occupa di politiche giovanili e di coinvolgere i ragazzi alla cittadinanza attiva, il quale è nato tramite delibera comunale nel 2012, svolge la sua attività a supporto dell’Amministrazione del Comune di Ortona ed è aperta ai giovani con età compresa tra i 15 e i 35 anni.

Come da nostro statuto, tutte le attività che vengono portate avanti da questo organo comunale seguono il valore della apartiticità, tanto che è prevista l’incompatibilità dei membri del Direttivo con cariche di dirigenza all’interno di partiti, movimenti e associazioni riconducibili a partiti o con incarichi istituzionali.

Manteniamo, pertanto, fermamente le distanze, in modo categorico, da qualsiasi associazione tra la Consulta e l’attività politica o propaganda elettorale di qualsiasi politico appartenente a qualsiasi partito politico anche civico.

Rimaniamo, invece, disponibili a collaborare con associazioni che vogliano proporre eventi o realizzare attività che siano coerenti con i principi e i valori tramite cui svolgiamo la nostra attività volontaria e gratuita da 12 anni, dedicata a supportare e migliorare la nostra città.

Consulta Giovanile Ortona




DEBUTTA ANTOLOGIA

L’estate a Popoli Terme

Popoli Terme, 7 luglio 2024. Mercoledì 10 luglio alle 21:30 a Popoli Terme debutta Antologia / La memoria del morto, evento scenico del Drammateatro itinerante nel centro storico di Popoli Terme nell’ambito del cartellone estivo 2024.

A distanza di 10 anni dalla prima edizione di Antologia di Spoon River, celebre testo poetico di Edgar Lee Masters messo in scena dal regista Claudio Di Scanno all’interno dell’area naturale delle Sorgenti del fiume Pescara, ecco una versione del tutto nuova  pensata per gli angoli più suggestivi del centro storico di Popoli.

Ancora una volta si rinnova l’impegno del Drammateatro verso l’esperienza del teatro comunitario che vede coinvolti, accanto ad attori di provata esperienza professionale comer Susanna Costaglione e Claudio Marchione, allievi attori e cittadini di Popoli che anche nel più recente passato hanno partecipato ai laboratori teatrali della Compagnia.

Antologia/La memoria del morto è una suggestiva passeggiata teatrale tra le penombre e le ombre della memoria, tra vicoli e angoli di forte suggestione e dove gli spettatori, in numero limitato per ogni spettacolo, godranno della presenza ora ironica ora cruda e diretta dei personaggi di Spoon River.

Per partecipare è necessaria la prenotazione, possibile inviando un messaggio WhatsApp al numero telefonico 347.7937963.

Le prenotazioni si accettano fino al raggiungimento del numero di spettatori previsto. Antologia/La memoria del morto è uno spettacolo del Drammateatro realizzato con il sostegno del Comune di Popoli Terme e dell’APTS di Popoli.




MOBILITÀ E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Finanziati progetti univaq per oltre 1,5 milioni di euro

L’Aquila, 7 luglio 2024 – L’Università dell’Aquila ha ottenuto tre importanti finanziamenti su progetti di mobilità e cooperazione internazionale. Due riguardano le cosiddette Iniziative educative transnazionali (TNE), previste da un bando emesso dal MUR nell’autunno scorso.

Si tratta di un avviso pubblico con cui è stato messo a disposizione di università, consorzi e fondazioni universitarie un plafond totale di 50 milioni di euro – a valere sui fondi del PNRR (Missione 4 “Istruzione e ricerca”) – per promuovere la cooperazione internazionale tra atenei su progetti riguardanti i temi delle disuguaglianze di genere e la salvaguardia dell’ambiente. La particolarità del bando risiedeva nel fatto che i progetti presentati dovessero essere rivolti a contesti extra-UE reputati strategici, tra cui i Balcani e il Continente Africano.

UnivAQ è stata finanziata tramite la cordata “Engines”, che raggruppa sostanzialmente gli atenei di H-AMU, acronimo che sta per Hub Abruzzo Marche Umbria, partenariato pubblico/privato nato per elaborare analisi e strategie di sviluppo socio-economico e occupazionale per il Centro Italia. La cordata “Engines”, coordinata proprio dall’Università dell’Aquila, è stata finanziata con poco meno di 2 milioni di euro. La quota spettante a UnivAQ è di 337 mila euro. Il progetto presentato è rivolto principalmente all’Africa Mediterranea e Sub-sahariana, ed è incentrato sulle materie STEM, ovvero le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche.

Il secondo finanziamento ricevuto da UnivAQ, sempre in ambito TNE, è legato alla cordata Health connect coordinata dall’Università di Lecce UniSalento. Il progetto, destinato all’area balcanica, è stato finanziato con oltre 2 milioni di euro. La quota destinata all’Università dell’Aquila è 175 mila euro.

Il terzo finanziamento ottenuto da UnivAQ riguarda invece la nuova azione del programma Erasmus+ introdotta per dare agli studenti la possibilità di svolgere periodi di mobilità da e verso Paesi extra UE. La cifra accordata è di 1 milione 150 mila euro (su un plafond di 24 milioni per le università e il sistema italiano dell’Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica), ripartita per regioni come segue:

Regione 9 – Africa Sub-Sahariana (Gambia, Ghana, Nigeria, Congo, Kenya, Tanzania, Ethiopia, Uganda, Sud Africa): € 499.226

Regione 3 – Sud Mediterraneo (Algeria, Egypt, Morocco, Palestine, Syria, Tunisia): € 215.143

Regione 2 – Partenariato Orientale (Armenia, Georgia, Ukraine): € 312.166

Regione 1 – Balcani Occidentali (Albania): € 24.844

Regione 6 – Asia Centrale (Kazakhstan, Uzbekistan): € 32.960

Regione 5 – Asia (Cambodia, China, Pakistan e Vietnam): € 66.660

Questi fondi saranno destinati prioritariamente a studenti e docenti selezionati per trascorrere un periodo di studio a L’Aquila. A differenza del normale programma Erasmus, qui la valutazione dei progetti presentati è piuttosto stringente e il successo di UnivAQ è legato anche alla possibilità di selezionare gli studenti in arrivo nell’ambito di progetti per il rilascio del doppio titolo.

“Quello che oggi presentiamo è sicuramente un risultato eccellente, il cui merito principale va ascritto al prof. Rubino, non solo per l’entità del finanziamento, che pure è ragguardevole, ma soprattutto per il significato intrinseco del risultato, che almeno per due dei progetti acquisiti fa riferimento a vocazioni genuine di UNIVAQ, che sono la promozione della parità di genere nell’accesso alle discipline STEM e l’impegno verso la sostenibilità ambientale” commenta il rettore dell’Università dell’Aquila Edoardo Alesse “Oltre a questo, l’attuale risultato rafforza il convincimento che il partenariato sovraregionale basato sul modello HAMU è un approccio di successo, confermato dai numerosi risultati positivi sinora  conseguiti”.

“UnivAQ porta avanti da vari anni un’attività di cooperazione internazionale inclusiva, gestendo reti transnazionali credibili e di qualità” afferma il prof. Bruno Rubino, prorettore delegato agli Affari internazionali “Così come avviene nei sani processi di immigrazione, anche il flusso degli studenti internazionali in entrata provenienti dai paesi in via di sviluppo va favorito ma opportunamente controllato e filtrato, al fine di permettere l’arrivo nel nostro contesto accademico degli studenti migliori”.




IL CERCHIO DELL’ACQUA

Torna l’opera di Gaetano Lolli

Avezzano, 7 luglio 2024. Il cerchio dell’acqua (Leonida edizioni) di Gaetano Lolli, ingegnere marsicano torna oggi pomeriggio alle ore 17.00 ad Avezzano dove sarà ospite della Società Operaia di Mutuo Soccorso, dopo essere stato ospite della Soms di Spoltore; modera Alfio Di Battista.

Il romanzo storico, che a pochi mesi dalla sua uscita, ha festeggiato già la prima ristampa continua il suo tour volto alla conoscenza della storia millenaria del Fucino; è lo stesso lago che condivide con il lettore le sue paure, le sue angosce ed il suo addio, un aspetto questo che sta incuriosendo il pubblico: ” ‘Il cerchio dell’acqua’ lascia ampio spazio alle riflessioni, anche perché la sua lettura è lineare e la storia è chiara. Nelle pagine del romanzo scorre anche un viaggio emotivo che lo stesso lago, con un senso di amarezza sempre maggiore, percorre fino all’ultimo dei suoi giorni in cui non nasconde il suo dolore e l’incapacità di capire l’uomo per la sorte che ha scelto per lui”.

Tante sono le riflessioni e gli interrogativi che il romanzo scatena ed ancora oggi divide l’opinione pubblica e politica sulla realizzazione di questa grande opera d’ingegneria che ha interessato grandi nomi della storia fra cui un orgoglioso e curioso Alexandre Dumas: era necessario prosciugare il Fucino? Ha portato davvero i suoi benefici? Lo stesso Lolli continua, durante le presentazioni del suo libro, a creare un interessante dibattito.

L’autore affida proprio ai pensieri e ai sentimenti del lago Fucino il compito di congiungere le storie degli uomini attraverso le varie epoche sul cui sfondo si muovono i singoli personaggi che animano le pagine di questo percorso, lungo le sponde del bacino lacustre.

“Al termine il libro non si conclude, ma lascia ampio spazio al lettore per proseguire la sua personale narrazione perché resta il tacito rapporto con il lago Fucino: un legame che non si estingue con l’acqua che defluisce nel fiume Liri a Capistrello. In questi luoghi arriva anche la storia di millenni, si confonde con altre acque e continua a scorrere, come il Fucino nei nostri giorni, nelle nostre menti, in queste pagine”. Così conclude l’archeologa Emanuela Ceccaroni, che ne ha scritto la prefazione.




TERRANIMA

Appuntamento 11 e 12 Luglio dalle 21

Loreto Aprutino, 7 luglio 2024.   Proseguono con entusiasmo, anche durante l’estate, le attività culturali della Consulta Giovanile di Loreto Aprutino, con la prima edizione dell’evento “TerrAnima” che celebra il profondo legame tra la comunità locale e la terra madre. Questo evento mira a valorizzare le radici e le tradizioni del paese attraverso due giornate di iniziative.

Il programma inizia l’11 luglio presso gli spazi antistanti il Supercinema Teatro in via XX Settembre, con la proiezione del documentario “Carne et Ossa” di Roberto Zazzara, alle ore 21. Questo film racconta una corsa unica che si tiene da secoli a Pacentro, nel cuore del Parco Nazionale della Majella. La “Corsa degli Zingari”.

Una corsa crudele, corsa scalzi, un rito ancestrale le cui origini si ignorano, al quale si partecipa per motivi spirituali o materiali, legati all’indissolubile rapporto tra natura e uomo. La proiezione vedrà la partecipazione del regista Roberto Zazzara e del produttore Cristiano Di Felice. Il giorno seguente (12 Luglio), alle ore 21, nella suggestiva “Piazzetta del silenzio” in via Risorgimento, avrà luogo l’incontro “due chiacchiere con e.r.c.o.l.æ”.

Questo progetto, ideato da Daniela d’Arielli in collaborazione con Pollinaria, coinvolge alcune delle artiste più attive sul territorio (Alessandra Sanvito, Flavia Massimo, Mariagiorgia Ulbar, Francesca Camilla D’Amico, Mara Mattoscio) proponendo una rilettura del nostro tempo e dell’Abruzzo attraverso il mito, il paesaggio e l’acqua.

A seguire, immersi nel silenzio e nella pace dei vicoli del centro storico, il pubblico potrà assistere al concerto live “Nella provincia dell’anima” di Antonio Mastrogiorgio, un viaggio nei margini geografici e intimi con racconti, personaggi improbabili, avventure tragicomiche e poesia, che veicolano con la musica la marginalità e le problematiche del territorio. Nel 2023, Mastrogirogio ha avviato un progetto solista dove mescola elettronica e mediterraneo, dialetto e vite di paese, storie di diavoli e santi, di epilettici, pecore e vacche. Il risultato è un sound antico ma fresco, organetti, tamburelli e sintetizzatori coesistono in una retroinnovazione musicale. Entrambi gli spettacoli saranno ad ingresso gratuito, offrendo un’occasione unica per vivere momenti di cultura e riflessione in uno scenario affascinante e ricco di storia.




PREMIO MICHETTI 2024

Crossmediale e innovativo: il 75° Premio Michetti nel segno di Italo Calvino

Francavilla al Mare, 7 luglio 2024.  Stefano Arienti, Elisabetta Benassi, Claire Fontaine, Paolo Icaro, Eugenio Tibaldi. Sezione Speciale: Giulio Paolini (omaggio a Italo Calvino). Premio Michetti Giovani: Beatrice Celli, Gaia De Megni, Giulia Poppi, Danilo Sciorilli a cura di Simone Ciglia. Inaugurazione 20 luglio 2024, ore 18 palazzo san Domenico, 1

LE NOVITÀ NELL’EDIZIONE 2024

La 75ma edizione del Premio Michetti nel segno di Italo Calvino. “6 memo per questo millennio” è il titolo dell’edizione 2024 del Premio Michetti, tra i più longevi e prestigiosi premi d’arte contemporanea italiani. La nuova edizione è curata da Simone Ciglia, storico dell’arte e career instructor presso l’Università dell’Oregon. Saranno cinque gli artisti in gara: Stefano Arienti, Elisabetta Benassi, Claire Fontaine, Paolo Icaro, Eugenio Tibaldi, le cui opere saranno ispirate ai sei concetti chiave delle celebri Lezioni americane di Italo Calvino: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità e coerenza. Una sezione speciale della mostra fuori concorso sarà dedicata alle opere di Giulio Paolini, tra gli artisti più vicini allo scrittore.

“L’edizione 75 del Premio Michetti – spiega Andrea Lombardinilo, presidente della Fondazione Michetti – vuole lasciare il segno e Italo Calvino ne è il perfetto ispiratore. La Fondazione celebra i tre quarti di secolo del Premio con artisti di assoluto rilievo, selezionati da Simone Ciglia. Al Premio si affiancherà l’esposizione delle opere di proprietà della Fondazione, tra cui molti dei lavori vincitori delle edizioni passate. La Fondazione Michetti continua il suo viaggio nell’arte contemporanea, tra tradizione e innovazione”.  

CALVINO ISPIRATORE

L’edizione 2024 prende spunto dalle Norton Lectures che Italo Calvino era stato invitato a tenere ad Harvard nel 1985. Lo scrittore aveva pensato di articolare il proprio intervento intorno a sei nozioni da lui definite come “valori o qualità o specificità della letteratura” (nell’originale inglese memos). Così Simone Ciglia: “Il millennio prossimo per Calvino è diventato il nostro presente e le proposte dello scrittore confermano la loro attualità, oltrepassando l’ambito privilegiato del suo discorso – quello letterario – per investire il fenomeno artistico in senso più ampio. I memo appaiono categorie utili per osservare anche l’arte contemporanea e, in occasione della settantacinquesima edizione del Premio Michetti, è sembrato generativo applicarle al paesaggio creativo presente. La mostra 6 memo per questo millennio si articola così secondo le proposte calviniane, ciascuna rappresentata da artisti contemporanei di diversa generazione e provenienza”.

MICHETTI GIOVANI

L’edizione 2024 conferma l’attenzione che storicamente il Premio Michetti ha rivolto alla scena giovane. Una sezione della mostra sarà dedicata a una selezione di alcuni fra i nomi più promettenti della generazione under 35: Beatrice Celli, Gaia De Megni, Giulia Poppi, Danilo Sciorilli. Gli artisti sono stati segnalati da critici e curatori attenti al panorama più recente: Giacinto Di Pietrantonio, critico e curatore d’arte; Francesca Guerisoli, critica d’arte presso Fondazione la Quadriennale di Roma e direttrice artistica della Fondazione La Rocca di Pescara; Caterina Riva, Direttrice MACTE, Museo d’Arte Contemporanea di Termoli; Saverio Verini, Direttore dei Musei Civici di Spoleto.

LA GIURIA DELL’EDIZIONE 75

La giuria dell’edizione 75 del Premio sarà presieduta da Angelo Piero Cappello, Direttore generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, e sarà così composta: Francesca Barbi Marinetti, Giuliana Benassi, Andrea Lombardinilo, Anna Mattirolo, Cristina Ricciardi. La giuria si riunirà la mattina del 20 luglio per visionare le opere in concorso e selezionare l’opera vincitrice, che sarà annunciata nel tardo pomeriggio nel corso della serata inaugurale. 

IL COMITATO TECNICO 2024

Nel corso dell’inaugurazione del 20 luglio (Palazzo San Domenico 1, ore 18), sarà inoltre presentato il rinnovato Comitato tecnico della Fondazione Michetti, così composto: Angelo Piero Cappello (Direttore generale Creatività contemporanea, MIC), Andrea Lombardinilo (Presidente della Fondazione Michetti), Costantino D’Orazio (Direttore Galleria nazionale dell’Umbria), Nunzio Giustozzi (Archeologo, storico dell’arte e consulente Electa), Lella Mazzoli, Professoressa emerita di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Direttrice dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, Ilaria Miarelli Mariani, Professoressa ordinaria di Museologia e critica artistica e del restauro e Direttrice dei Musei civici della Sovrintendenza di Roma, Anna Lisa Tota, Professoressa ordinaria di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Università di Roma Tre, Daniela Garofalo, Storica e critica d’arte contemporanea.




GLI ABRUZZESI NEL MONDO

Oggi pomeriggio torna Dom Serafini con il IV volume

Giulianova, 7 luglio 2024. Sarà presentato presso il Circolo Nautico V. Migliori di Giulianova il quarto volume di “Abruzzesi nel Mondo” del giornalista Dom Serafini, che sancisce la collaborazione con Ianieri Edizioni: l’appuntamento è per oggi pomeriggio alle ore 19 sul Lungomare Spalato; a moderare l’incontro sarà il Dr. Pietro Campanaro, interverranno i giornalisti Walter De Berardinis e Francesco Marcozzi.

Questo volume fresco di stampa non si limita a narrare storie toccanti di emigrati, ma esplora anche le vicende di talenti espatriati, la cosiddetta fuga di cervelli, e di personaggi non italiani che hanno scelto l’Abruzzo come dimora. Questo libro offre una visione completa della diaspora abruzzese, illustrando le sfide e i successi degli emigranti e le esperienze di coloro che hanno cercato migliori opportunità professionali all’Estero.

Inoltre, il volume dedica spazio alle storie di individui provenienti da altre nazioni che, attratti dalle bellezze e dalle opportunità dell’Abruzzo, hanno deciso di stabilirsi nella regione. Queste narrazioni dipingono un ritratto vivace e multiculturale dell’Abruzzo moderno, mostrando come la regione continui a essere un crocevia di diverse esperienze umane.

“Abruzzesi nel Mondo” celebra il profondo legame che unisce gli abruzzesi alla loro terra natale, ovunque si trovino, e rende omaggio a coloro che hanno trovato nell’Abruzzo una nuova dimora, contribuendo alla sua crescita culturale.

Domenico (Dom) Serafini, residente tra New York City e la sua città natale Giulianova, è una figura di rilievo nel mondo dell’informazione televisiva internazionale. Fondatore e direttore di VideoAge e Video-Age Daily, ha lavorato come freelance, DJ e produttore TV dal 1968 al 1978, ha fondato VideoAge nel 1981. Ha scritto per «Il Sole 24 Ore» e «Il Corriere della Sera» dal 1994 per 10 anni e attualmente collabora con «Il Messaggero». Ha pubblicato: La Televisione via Internet (1999), L’Uomo del MIFED (2015), I messaggeri dell’Abruzzo nel mondo, vol. I (2020), II (2021), III (2022).




IL ROMANZO MALACERA

Quarto lavoro dell’autrice frentana Alleva Irma

Guardiagrele, 7 luglio 2024. Oggi pomeriggiodalle ore 18:30 nella cornice emblematica dell’Ente Mostra Artigianato Artistico Abruzzese in Via Roma, si terrà la presentazione del romanzo Malacera firmato Nuova Gutemberg, ultimo lavoro di Alleva Irma.

A tratteggiare passi del romanzo, insieme all’autrice, ci sarà Evelina Odorisio. Interverranno Fabrizio Fanciulli, curatore della prefazione e l’Editore Giuseppe De Pasqua.

Sul romanzo

Francesco Giuseppe Avella, ultimo di nove figli, nasce a Fara san martino nel 1871, in una famiglia agiata, una di quelle che contano e che riversano sulla prole, notevoli aspettative. Ma Giuseppe non è incline alle regole né tantomeno alle imposizioni di una realtà, quella del suo tempo, aggrovigliata tra mille convenzioni. Tant’è che si innamora della nipote della domestica, Anna, ricambiato nel suo sentimento. Un affronto per sua madre, Donna Rosalinda, la quale contrasterà non poco il suddetto legame, ritenendo Anna non all’altezza del figlio. Dinanzi alla negazione della propria libertà di scelta, Giuseppe decide di andare via. E così, lontano dalle sue radici, comincerà un viaggio attraverso L’Abruzzo che si rivelerà foriero di incontri e sorprese. Sarà un viaggio di conoscenza, di scoperta ma pure di crescita e di un profondo cambiamento di vita.




FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI S. MARIA DEL CARMINE

Quattro serate di musica, spettacolo e divertimento

Venere dei Marsi, 7 luglio 2024. Pronti a scatenarvi con musica, balli e risate? Dal 13 al 16 luglio 2024, Venere dei Marsi si prepara a quattro serate di festa imperdibili, con eventi per tutti i gusti.

Si inizia Sabato 13 luglio alle 22:30 con la serata “Voglia 90“, un viaggio a ritroso nel tempo per rivivere le emozioni della dance anni ’90 e 2000 con la musica di Dee Jay Fabry. Preparate le vostre migliori mosse e cantate a squarciagola le hit indimenticabili di quell’epoca! Ospite speciale Paul Jockey, il Dj che da sempre, fa ballare la Marsica e non solo. Con la sua incredibile energia e il suo talento inconfondibile, Paul Jockey è un vero maestro nel far rivivere le hit che hanno segnato un’epoca. La serata vedrà anche la partecipazione dell’artist guest Maggie, cubiste, mascotte e l’conico personaggio anni ’90 Flat Eric.

Domenica 14 luglio alle 21:00, sotto il cielo stellato di Piazza Madonna del Carmine, la seconda edizione di “Venere sotto le stelle: Sogni di una notte di mezza estate”. Special Edition Premio Eccellenze Marsicane. Una serata che vedrà protagoniste le eccellenze nel campo della cultura, dell’arte, della musica, moda e spettacolo. Ma anche in ambito imprenditoriale, politico, associazionismo ecc. Special Guest l’allenatore Luciano Zauri e Gino Bucci, meglio conosciuto come l’Abruzzese fuori sede, fenomeno social che valorizza le bellezze e le tradizioni d’Abruzzo attraverso un mix unico di umorismo e affetto autentico. Molti gli ospiti e i riconoscimenti assegnati per le diverse categorie da Cristiana Zauri, direttrice artistica dell’evento, e dalla staff manager Daniela Martellone.

Lunedì 15 luglio alle 21:30 è il turno dell’entusiasmante serata ‘Ball i zitt’, sempre nell’accogliente Piazza Madonna del Carmine. Una serata dedicata alla danza più con le migliori scuole di ballo della Marsica. Sfoderate i vostri passi di polka, mazurka, saltarella e tanti altri. Preparatevi a una notte di balli sfrenati e pura gioia! Sarà un’occasione unica per lasciarsi trasportare dall’energia travolgente e dal ritmo coinvolgente delle danze, godendo di uno spettacolo indimenticabile. Non mancate a questo evento straordinario, dove il divertimento e l’allegria sono garantiti!

Gran finale Martedì 16 luglio, ore 22:00, con l’imperdibile concerto di Povia, che porterà in Piazza Madonna del Carmine il suo “Mi hai salvato la vita – Tour 2024”. Unica data abruzzese e un’occasione unica per cantare insieme i suoi successi più famosi come ‘Vorrei avere il becco’, e ‘I bambini fanno ooh!’. Vincitore del Festival di Sanremo nel 2006, Povia è un cantautore di grande talento e sensibilità, capace di emozionare il pubblico con le sue canzoni profonde e significative. Non mancate a questa straordinaria serata, dove la musica e l’energia di Povia vi regaleranno momenti indimenticabili e carichi di emozioni!

Tutte le serate si terranno in Piazza Madonna del Carmine con ingresso gratuito. Durante l’evento, il paese sarà animato da bancarelle colorate, deliziosi panini, bibite fresche e la splendida infiorata che renderà l’atmosfera ancora più suggestiva. Non mancate a queste straordinarie serate, dove la musica, il divertimento e l’energia vi regaleranno momenti indimenticabili e carichi di emozioni!

Il Presidente Giovanni Mostacci




I CANTIERI DELL’IMMAGINARIO

L’Isa inaugura con Daniel Oren e  Vittoria De Amicis

L’Aquila, 6 Luglio 2024. Oltre 60 professori d’orchestra, un direttore stellare, un soprano di grande talento e innata eleganza, le grandi eroine dell’opera italiana: è tutto pronto per il Gala Lirico Le grandi arie d’opera che l’Istituzione Sinfonica Abruzzese presenterà Lunedì 8 luglio, alle 21.30, a L’Aquila – Scalinata di San Bernardino, per la serata inaugurale de I Cantieri dell’Immaginario del Comune dell’Aquila.

Daniel Oren, uno dei più grandi direttori d’orchestra al mondo, dirigerà l’Orchestra dell’ISA in un programma che celebra l’opera e il canto lirico italiano, recentemente riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, con la cantante Vittoriana De Amicis, soprano aquilano dalla carriera internazionale.

Da Rossini a Donizetti, da Verdi a Puccini – omaggiato a cento anni dalla morte – il programma comprenderà alcune tra le arie più celebri del teatro musicale italiano dedicate alle protagoniste femminili: dal canto seducente di Musetta nella Bohéme a quello appassionato di Linda di Chamounix, dall’implorante Lauretta del Gianni Schicchi alla pazzia di Lucia di Lammermoor.

A queste pagine si affiancano alcuni momenti sinfonici entrati stabilmente nei programmi concertistici, come le ouverture del Barbiere di Siviglia e della Forza del destino, oltre al bellissimo Intermezzo di Manon Lescaut, esempi della maestria dei compositori italiani anche nel trattamento dell’orchestra. Interprete straordinario del repertorio lirico italiano, Daniel Oren offrirà anche una lettura di altri brani che completano il programma come l’ouverture dall’Oberon di Carl Maria von Weber, autore della prima opera romantica tedesca.

Dice Ettore Pellegrino, direttore artistico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese e Primo Violino del concerto: “Daniel Oren è uno dei più grandi direttori viventi ed è con noi per dirigere aree immortali della storia dell’opera e capolavori del sinfonismo di tutti i tempi, rendendo un omaggio al genio musicale italiano. Non ci sono parole per descrivere la gioia che proviamo nel lavorare con un musicista di tale spessore e comunicatività e aspettiamo di poterla condividere con il pubblico aquilano in occasione dell’inaugurazione de I Cantieri dell’Immaginario quando, con il soprano Vittoriana De Amicis, esploreremo l’universo femminile dell’opera italiana”.

Gli Artisti Non ha bisogno di presentazioni Daniel Oren, direttore d’Orchestra di casa sui palcoscenici più importanti del mondo (fra gli altri l’Opéra Bastille di Parigi, la Staatsoper di Vienna, il Covent Garden di Londra, il Metropolitan di New York, il Teatro Colón di Buenos Aires e il Teatro dell’Opera di Tokyo) e regolarmente ospite delle maggiori orchestre europee e statunitensi. Ha diretto alcuni dei più famosi cantanti lirici del mondo. Amatissimo da Franco Zeffirelli, all’età di 13 anni è stato scelto da Leonard Bernestein come voce solista. Daniel Oren è acclamato per le sue interpretazioni uniche dei capolavori di Verdi e Puccini. Attivo in Italia dal 1979 è, da oltre vent’anni, protagonista di spicco del festival musicale dell’Arena Opera Festival di cui, nel 2019, è stato nominato Direttore Artistico.

Vittoriana De Amicis, aquilana di nascita, intraprende giovanissima gli studi di canto lirico presso il Conservatorio “A. Casella” e si perfeziona Italia e all’estero: a Salisburgo, Vienna e Valencia dove fa parte del Centre de Perfeccionament Plácido Domingo per il biennio 2018-2020. Ha vinto, fra l’altro, il VI Concorso Internazionale Renata Tebaldi di San Marino. Tanti i ruoli operistici interpretati su palcoscenici italiani e internazionali sempre con approvazione di critica e pubblico. In ambito concertistico ha partecipato a importanti eventi come il Concerto per i 10 anni dalla scomparsa di Luciano Pavarotti all’Arena di Verona e numerosi concerti in tutto il mondo con musiche di Ennio Morricone.