… il bene comune e la democrazia
di Domenico Galbiati
PoliticaInsieme.com, 2 agosto 2024. Papa Francesco ha posto la “carità politica” a tema della sua rete mondiale di preghiera, per il mese di agosto.
La carità – “l’amore politico “, come dice spesso il Santo Padre – assunto come fattore di indirizzo della vita pubblica, evoca immediatamente il concetto di “bene comune”. Al quale si ricorre spesso – soprattutto da parte dei cattolici – ma, troppo spesso, in termini molto generali, senza cercare di precisarne il profilo e comprendere quali siano le principali cose che necessariamente entrano nel suo paniere.
Se non si puntualizza il concetto, anche “bene comune” rischia di diventare una di quelle parole “passepartout” con le quali pretendiamo di dire tutto, senza dire nulla, cercando, in tal modo, di nascondere la nostra ignoranza o la nostra ignava. È difficile darne una qualche definizione sintetica che ne dia ragione in poche parole. Non ha nulla a che fare con la melassa del buonismo che cola appiccicosa da talune penne, anche a sinistra. Né con un piatto egualitarismo che spiana la società e la appiattisce a due dimensioni.
Si può, invece, dire che sicuramente vi rientra quel “bene” della singola persona che si dà senza detrimento per nessun’ altra. Definizione che si adatta perfettamente alla democrazia. Anzi, quest’ultima è un valore che mentre nobilita ognuno, non solo non offende nessuno, ma, anzi, pienamente esercitata, esalta, in ogni direzione, quella reciprocità relazionale che arricchisce collettivamente tutti. È bene ricordarlo a fronte dell’attacco all’ordinamento istituzionale del nostro Paese, condotto, anzitutto, attraverso la proposta di riforma costituzionale varata dal governo.
Soprattutto i cattolici non lo devono scordare, anche in omaggio all’importante sintonia che, circa il valore della persona, il rispetto della sua dignità, l’impegno a svilupparne del tutto la ricchezza di umanità corre tra Costituzione repubblicana e Dottrina Sociale della Chiesa.
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