EMERGENZA ACQUA

Riunione per i problemi al settore turistico

Fossacesia, 4 agosto 2024.  “La carenza idrica non è più sostenibile e siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che si aggrava di giorno in giorno, e che sta provocando gravi, gravissimi danni anche al turismo”.

È il quadro che traccia il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, a conclusione di un incontro richiesto da alcuni albergatori e operatori turistici della città, che a volte  non riescono più a far fronte, nemmeno con l’ausilio delle autoclavi, alla domanda d’acqua dei villeggianti. Gli stessi operatori hanno sollecitato la Sasi a trovare una soluzione urgente. 

“A questo punto è necessario un intervento della Regione  e dell’Ersi (l’Ente regionale per il sistema idrico integrato abruzzese), per conoscere come potranno intervenire,  perché ,come al solito, noi sindaci siamo in prima fila e quotidianamente messi dinanzi alle lamentele e alle giuste richieste di chi opera nel settore dell’accoglienza e degli esercizi commerciali(bar, ristoranti attività  balneari) dei cittadini, di quanti lavorano in agricoltura.

È questa,  la realtà di fronte alla quale ci troviamo e, purtroppo, non siamo in grado di dare risposte concrete. Occorre mettere subito in cantiere tutto quel che è indispensabile per porre rimedio a una carenza idrica che si trascina avanti da troppo tempo e che quest’anno ha toccato l’apice. Stiamo applicando tutte le misure per vigilare sull’uso corretto dell’acqua emanate dopo la riunione che si è tenuta giorni addietro in Prefettura di Chieti, con la partecipazione dell’Aca e della Sasi, ma non basta.

Ne approfitto dell’occasione per rivolgere il ringraziamento al Prefetto di Chieti per la sua costante presenza nel  cercare la soluzione ai problemi che riguardano il territorio della nostra provincia. Gli operatori turistici rischiano di ricevere disdette e per loro è un’ulteriore perdita in una stagione che nello scorso luglio è stata al di sotto delle aspettative. Fossacesia, come tante altre località , vive anche di turismo, che offre lavoro a tanti, soprattutto giovani”. 

Di Giuseppantonio è tornato a ribadire quanto è emerso dall’incontro che la Sasi ha tenuto con i sindaci, nei giorni scorsi a Fossacesia: investimenti urgenti per migliorare e modernizzare le infrastrutture esistenti al fine di garantire una distribuzione più efficiente dell’acqua; l’ottimizzazione delle risorse idriche implementando tecnologie per ridurre gli sprechi d’acqua e migliorare l’efficienza del sistema idrico; le campagne di sensibilizzazione per educare sia i residenti che i turisti sull’importanza del risparmio idrico e su come tutti possiamo contribuire.




LA TEORIA GENDER CHE RISCHIA DI CONFONDERE

di Luigi Milanesi

PoliticaInsieme.com, 4 agosto 2024. Se ho capito bene la boxer algerina per la cui partecipazione alle Olimpiadi si è scatenata una violenta polemica è una donna con una auto produzione di testosterone particolarmente rilevante.

Questa condizione la renderebbe esclusa da certe gare ed inclusa, invece, in altre in base ai regolamenti della sua disciplina sportiva. A mio parere la questione non si sarebbe posta se:

1) non fossimo dentro un quadro culturale che tramite l’ideologia gender cerca di insinuare la legittimità di una confusione sensuale;

2) non fossimo dentro un quadro culturale che vuole specificatamente mettere in discussione il ruolo sociale e biologico della donna;

3) non fossimo in presenza di una incapacità (privata e pubblica) di opporsi all’ideologia gender erroneamente intesa  come parte della libertà individuale.

Una situazione naturale viene, quindi, percepita come una ingiustizia ed indizio di future ingiustizie per le altre pugilatrici donne con cui incrocia i guantoni

Il problema paradossale è, quindi, creato dall’offensiva dell’ideologia gender che ci rende incapaci di vedere come stanno realmente le cose.

Probabilmente, alla fine, è proprio quello che qualcuno si propone.




LA BATTAGLIA DI TAGLIACOZZO

Raccontata da Gregorovius il 6 agosto presentazione del volume di Comete con il sindaco Giovagnorio

Tagliacozzo, 4 agosto 2024. Ferdinand Gregorovius nacque a Neidenburg, Prussia Orientale, 1821 e morì a Monaco nel 1891 fu uno storico tedesco. Vissuto a lungo in Italia è noto per le sue dotte escursioni che costituiscono ancora oggi gli scritti più affascinanti e poetici della letteratura di viaggio.

È il 23 agosto del 1268 quando le sorti di uno degli scontri più determinanti del Medioevo vengono decise in Abruzzo, in quella che passerà alla storia come la “battaglia di Tagliacozzo”;  questo e tanto altro è custodito nel numero di “Comete – Scie d’Abruzzo” di Ianieri Edizioni, “Passeggiate per gli Abruzzi” di Ferdinand Gregorovius che verrà presentato martedì 6 agosto alle 17:30 a Tagliacozzo, nello spazio dedicato alle presentazioni dei libri, il Cortile d’arme del Palazzo Ducale, via S. Cosma.

Interverrà il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio grande sostenitore della cultura nel comune da lui guidato; a dialogare sul volume che risulta essere il terzo della serie blu dedicata alla narrativa di viaggio in Abruzzo, sarà la giornalista abruzzese Alessandra Renzetti con la Professoressa Barbara Delli Castelli, che ne ha curato la traduzione. Presente anche l’editore Mario Ianieri.

Quelle di Gregorovius non sono fuggevoli impressioni ma esperienze e rappresentazioni artistiche di paesaggi e città, frutto di uno studio accurato e minuzioso, corredato di appunti di viaggio, ricordi, riflessioni, riferimenti e profili letterari. Lo storico tedesco, nelle sue descrizioni, è sensibile al sentimento del bello e alla profondità dell’opera d’arte creata dall’uomo o dalla natura ed anche l’Abruzzo fu al centro di queste riflessioni.

Come sostiene il Direttore di collana, lo scrittore abruzzese Peppe Millanta, quella della battaglia di Tagliacozzo è “un evento che ha colpito l’immaginario di poeti, scrittori, artisti e storici nei secoli successivi, ammantando l’episodio di un’aurea quasi leggendaria, soprattutto per le conseguenze che ebbe in tutta Europa…’là da Tagliacozzo, dove senz’arme vinse il vecchio Alardo’ scriverà ad esempio Dante, citando la battaglia nel suo Inferno, e confermando così la portata dell’evento”.

“Ed è con questo spirito che Ferdinand Gregorovius raggiunge secoli dopo i Campi Palentini, per visitare i luoghi dello scontro dove la dinastia sveva si era estinta, insieme al sogno imperiale. Un viaggio, quindi, che ci restituisce un Abruzzo crocevia del destino di dinastie e di lotte tra i maggiori poteri del tempo, quando per un giorno tutta Europa osservò col fiato sospeso i fatti che accadevano tra le nostre montagne”- conclude Millanta.

Il progetto di “Comete”, che ha come partner il Parco Nazionale della Maiella, I Borghi più belli d’Italia, I Parchi Letterari e Borghi Autentici, si avvale del lavoro di un comitato scientifico di docenti dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara, Dipartimento di Lingue e Letterature Moderne con il Direttore Ugo Perolino, che ha collaborato con Millanta per la scelta dei testi, traduzioni, introduzioni critiche e storiche: tra i docenti si annoverano oltre alla Delli Castelli, Emanuela Ettorre, Antonio Gurrieri, Maria Chiara Ferro, Lorella Martinelli, Fabrizio Ferrari e Michele Sisto.




INTERNATIONAL IMAGO FILM FESTIVAL

Si spengono i riflettori sulla terza edizione. I premi assegnati durante la serata conclusiva

Teramo, 4 agosto 2024. Con la premiazione dei film in concorso di ieri sera va a riposo, per questa terza edizione, la grande macchina organizzativa che ha reso possibile l’International Imago Film Festival organizzato da Lucia Macale nella città di Teramo, con la Direzione artistica del regista Claudio Rossi Massimi.

Si tratta di un Festival dai grandi numeri sia per quanto riguarda i film che hanno partecipato che per l’affluenza di pubblico. Tanti gli ospiti che dall’Italia e dal Mondo hanno portato il loro contributo e la loro testimonianza, e molti di loro sono intervistati davanti ad una vasta platea dagli attori Federico Perrotta e Valentina Olla.

Scommessa vincente anche il nuovo luogo del Festival ossia quella del capoluogo di Provincia teramano che ha visto una crescita esponenziale del Festival.

Questi i premi che sono stati assegnati per categoria:

–           “Premio Amarcord” al miglior film italiano “Il Vuoto” per la regia di Giovanni Carpanzano;

–           “Premio Casablanca” al miglior film straniero “The Nothingness Club” (Portogallo), regia di Edgar Pêra, distribuzione italiana “Fernando Pessoa e il club del nulla”;

–           “Premio Sergio Leone” alla migliore regia di film italiano – “Via Don Minzoni n.6”,

regia di Andrea Caciagli;

–           “Premio Stanley Kubrick” alla migliore regia di film straniero a “A Childless Village” (Iran), regia di Reza Jamali;

–           “Premio Tonino Guerra” alla miglior sceneggiatura italiana per “Il Vuoto”; sceneggiatura di Giovanni Carpanzano e Alessio Petrolino;

–           “Premio Billy Wilder” alla miglior sceneggiatura straniera per “Dark Matter” (Iran)

sceneggiatura di Karim Lakzadeh (che ha curato anche la regia);

–           “Premio Vittorio Gassman” al miglior attore protagonista di film italiano a Gianluca Galati (de “Il vuoto”, di Giovanni Carpanzano);

–           “Premio Humphrey Bogart” al miglior attore protagonista di film straniero ad Albano Jeronimo (“The nothingness club” di Edgar Pêra – distribuzione italiana “Fernando Pessoa e il club del nulla”);

–           “Premio Monica Vitti” alla miglior attrice protagonista italiana a Martina Maria Monti (per “La perfezione”, di Brando Improta);

–           “Premio Lauren Bacall” alla miglior attrice protagonista di film straniero a Bahar Ghasemi (“Golden Blood” – Iran, di Ebrahim Sheibani);

–           “Premio Tonino Delli Colli” alla miglior fotografia per “The Nothingness Club” (Portogallo, di Edgar Pêra) – distribuzione italiana “Fernando Pessoa e il club del nulla”;

–           “Premio Burt Bacharach” alla miglior colonna sonora originale a “The wind that shakes the sugar canes” (Iran, di Ebrahim Ashrafpour ).

Inoltre, il Premio Speciale è stato assegnato all’attrice Antonella Attili per “Siamo tutti farfalle”: si tratta di una menzione speciale per il suo impegno a favore dell’ambiente e dei diritti umani.

La Menzione Speciale per il rapporto scuola – cinema invece è stata conferita al film  “Alla ricerca di Rose”, scritto e diretto da Lorenzo Lombardi e Nicola Santi Amantini.




PER UN VENEZUELA LIBERO E DEMOCRATICO

La manifestazione in piazza della Rinascita

di Carlo Masci, sindaco Pescara

Pescara, 4 agosto 2024. È un messaggio di profonda solidarietà e vicinanza quello che voglio lanciare a tutto il popolo venezuelano, costretto a subire una escalation di repressione e violenza che fa temere il peggio per il prossimo futuro.

Le immagini che ci arrivano dai media mi provocano un nodo alla gola per diversi motivi, legati alla mia attività politica ma anche alla mia storia personale. Sembra superfluo dire, ma a quanto pare non lo è, che l’esito del voto va accettato e rispettato perché è il popolo a decidere e qualsiasi dittatura è inaccettabile.

Maduro la pensa diversamente per cui ha scelto la strada dei brogli elettorali e i venezuelani hanno reagito alzando la testa e scendendo in strada: ora stanno pagando, finanche con la vita, questa levata di scudi nel nome della democrazia. Non si può accettare che tutto ciò accada in un Paese che si dica civile, non lo può accettare la comunità internazionale che deve intervenire rapidamente per puntare alla stabilità.

La mia vita, come molti sanno, è legata a doppio filo al Venezuela, visto che mio padre Claudio è emigrato in quella terra nel 1947 ed è rimasto lì a lungo, circa 40 anni: come tantissimi altri italiani ha avuto la possibilità di lavorare, di costruirsi una vita e di garantire un futuro alla sua famiglia, per cui sento un istintivo debito di riconoscenza nei confronti di un popolo che è stato accogliente ed ospitale.

In queste ore, quindi, il mio pensiero va a tutti i venezuelani che credono nella democrazia e la perseguono ad ogni costo, con grande coraggio, e il mio abbraccio va alla comunità venezuelana che vive qui in Abruzzo e che assiste, da lontano, a una pericolosissima deriva dei diritti. Sono queste le ragioni che mi spingono ad essere presente ad ogni manifestazione promossa dai venezuelani che vivono qui per rivendicare la libertà dei loro connazionali, come quella che si è svolta ieri a Pescar




UN GRANDE VUOTO DI DEMOCRAZIA

L’Area di Risulta a Pescara

Pescara, 4 agosto 2024. Nel nostro ordinamento vi sono delle procedure codificate per permettere la democrazia, cioè devono essere date informazioni corrette e trasparenti, momenti partecipativi e osservazioni in modo che la comunità possa effettuare il suo ruolo di vigilanza all’attività di amministrazione della res pubblica.

Nel caso del progetto dell’area di risulta, il grande vuoto nella città è diventato specchio parallelo di un altro vuoto, quello appunto democratico.

Per il progetto di Pescara, il più imponente come impatto futuro, spartiacque di una visione pianificatrice, tutti i passi previsti sono stati saltati: Variante al Piano Regolatore, Valutazione di impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, sono state eluse, evitate, autocertificate, tutto pur di non andare verso la strada che chiaramente il Legislatore ha definito:

-mancata la comunicazione, informazione e illustrazione trasparente;

-mancata la fase partecipativa nei tre momenti, che prevede osservazioni da parte della comunità intera.

Per questi temi sono stati depositati due ricorsi al TAR da parte dell’associazione Italia Nostra, sez. L.Gorgoni, e invece di soffermarsi, l’amministrazione Comunale e quella Regionale corrono attraverso delibere e atti, come se scappasse loro il terreno sotto i piedi.

Come è possibile che due amministrazioni evitino con tenacia prepotente il percorso definito da Legge? Di cosa si teme?

Altro vuoto democratico poi è individuabile nella scelta del progettista che ha avuto incarico di supervisionare e coordinare il progetto, il quale  ha avuto incarico fiduciario da parte del Sindaco: il super consulente già individuato per i progetti del PNRR per il comune di Pescara, ora è incaricato di coordinare anche il delicatissimo progetto dell’Area di Risulta.

Si è venuto meno al principio di turnazione, è mancata una selezione di tipo professionale, e poi forse non esiste anche un conflitto di interessi, in quanto il progettista è fondatore del gruppo politico che fa capo al Sindaco?

È opportuno e funzionale poi che scelte così complesse non avvengano in tavoli complessi e interdisciplinari per professionalità, visto che le scelte spaziano dall’ambito della mobilità, alla pianificazione urbanistica, fino alla paesaggistica passando per le nuove soluzioni con metodologie NBS (nature based solution)?

In sintesi, per l’Area di risulta passa la visione che sarà della Pescara tra 20 anni, ma le decisioni avvengono al chiuso di una stanza molto ristretta, al di fuori di regole normate e partecipazione, ancorate a idee legate al passato, dove neanche esisteva il vortice dovuto al cambiamento climatico né l’idea della Nuova Pescara.

Un bell’esempio per le nuove Municipalità che si stanno accostando alla fusione, un segno indicatore per tutte le cittadine e i cittadini dei comuni vicini, un grande vuoto per noi pescaresi che vedevamo in quello spazio il momento del riscatto dell’intelligenza collettiva.

Simona Barba

Consigliera AVS- Radici in Comune




CARP FISHING, due villesi al mondiale di Croazia

Gilberto Scutti ed Emanuele Salvatore rappresenteranno l’Italia, insieme ad altre tre coppie

Villa Santa Maria, 4 agosto 2024. Sono Gilberto Scutti ed Emanuele Salvatore, rispettivamente 37 e 35 anni, i due ragazzi di Villa Santa Maria che parteciperanno al mondiale di Carp Fishing che  si terrà la prima settimana di settembre in Croazia. Saranno una delle quattro coppie – tre titolari e una riserva –  che rappresenteranno l’Italia nella competizione internazionale, dove parteciperanno 32 nazioni.

Gilberto ed Emanuele hanno sin da bambini la passione per la pesca, in modo specifico per il Carp Fishing, ossia una tecnica di pesca specializzata per la cattura di solo carpe. Oltre alla loro grande amicizia, condividono questa disciplina a livello agonistico. Sono diversi anni che hanno intrapreso la strada dell’agonismo, muovendo i loro primi passi in gare a livello provinciale nel bacino di Bomba fino ad arrivare a svolgere competizioni di livello nazionale e mondiale. Gara dopo gara, si sono ritrovati a militare ormai da quasi dieci anni nel Club Azzurro, la serie A della pesca agonistica, ottenendo diverse medaglie d’oro e d’argento. Della nazionale italiana  invece fanno parte da quattro anni e nello scorso mondiale, in Francia, si sono classificati quinti.




IL FESTIVAL DEL LIBRO E DELLA MUSICA

Tutto pronto per la prima edizione. Alfonsi: “Crediamo fortemente nella Cultura quale volano di crescita del territorio”

Gioia Dei Marsi, 4 agosto 2024. Tutto pronto per il primo Festival del libro e della musica, una kermesse culturale fortemente voluta dall’amministrazione comunale e dall’associazione “Nuovo Corso”, che per tre giorni animerà il borgo marsicano.

L’evento, in programma nei giorni 7, 9 e 10 agosto, si svolgerà in piazza della Repubblica, dove sarà possibile passeggiare tra gli stand e partecipare agli incontri con i vari autori, accompagnati da canto e musica lirica. Protagonisti indiscussi saranno i libri.

“Siamo davvero molto soddisfatti di questa prima edizione del Festival del libro e della musica – ha spiegato il sindaco di Gioia dei Marsi, Gianluca Alfonsi – Nel corso dell’evento verrà assegnato il ‘Premio Gioia’, dedicato agli scrittori che, profondamente legati alle proprie origini, attraverso le proprie opere sono riusciti a esaltare i valori della ruralità”.

Il “Premio Gioia” 2024 sarà assegnato a Marta La Malfa, giovane ed emergente scrittrice attenta al tema delle origini.

“Si tratta di un premio che abbiamo fortemente voluto come amministrazione, di concerto con l’associazione ‘Nuovo Corso’, che ringrazio per l’impegno e la dedizione profusi”, ha aggiunto Alfonsi.

Il primo cittadino ha voluto ringraziare in particolare la presidente dell’associazione, la prof.ssa Cesira Sinibaldi, e le componenti del direttivo: la dott.ssa Giovanna Chiarilli e la prof.ssa Flavia De Santis.

“Ci saranno ospiti illustri del mondo della scrittura sia di livello nazionale che locale, con i quali converseremo su tematiche diverse e di profonda attualità – ha proseguito il sindaco – Il tutto incorniciato da buona musica e canto per deliziare anima e cuore”.

È prevista la presenza di autorevoli interpreti di livello nazionale e locale del mondo della scrittura, tra cui Elisabetta Flumeri e Gabriella Giacometti, Armando Guarino, Flavio Baldés, Patrizia Paciulli, Franco Arminio, Antonio Petrocelli, Pino Amendola, Emma Pomilio, Patrizia Rinaldi e Francesco Proia.

“Crediamo fortemente nella Cultura quale volano di crescita del nostro territorio e il ‘Premio Gioia’ va esattamente in questa direzione. Alla lettura abbiamo deciso di dare ampio spazio: abbiamo già avviato da tempo il progetto ‘Leggiamo con Gioia’, attraverso il quale vengono presentati ogni mese libri di diversi autori e stiamo lavorando per la realizzazione di una ‘biblioteca diffusa’ nel nostro borgo, un progetto che prevede il recupero di locali oggi inutilizzati che saranno trasformati in biblioteche tematiche”, ha concluso il primo cittadino.




FESTIVAL CULTURALE DEI BORGHI RURALI DELLA LAGA 2024

I sette borghi del comune di Cortino e della vita quotidiana legata a terra e fiume

Cortino, 4 agosto 2024.  Il “Festival Culturale dei Borghi Rurali della Laga 2024”, torna oggi nei suoi luoghi di origine del territorio teramano di Cortino, facendo tappa nelle ultime sette frazioni del versante nord del comune: Caiano, Pezzelle. Piano Fiumata, Vernesca, Lame. Padula e Macchiatornella. Quest’ultimo borgo è il più lontano dalla città di Teramo.

La Rassegna itinerante promossa da diciotto Comuni dell’area del cratere insieme a FederTrek e alla “Rete Territoriale delle Comunità” è patrocinata dal Ministero della Cultura, darà occasione per una conviviale accoglienza prima di intraprendere l’antico sentiero che fiancheggia il fiume Tordino.

In questo ambiente incontaminato saranno rivissute scene di vita legate alla gente di terra e di fiume e ci sarà ancora tempo per lasciarsi conquistare dalla grande emozione regalata dai luoghi del Fiume Tordino e dagli ambienti fluviali circostanti utilizzati in passato per il bucato e da uomini e donne, per la macinatura, come testimonia ancora la presenza di ruderi di mulini.

Dopo aver fiancheggiato il fiume fino a Vernesca, si proseguirà camminando sulla provinciale. In ogni paesello sono previste pause e riflessioni. Il programma a Padula prevede la sosta per il pranzo: al sacco in aree picnic o presso il ristorante Gorzano con piatti tipici e menu convenzionato.

Verso le 16 presso il ristorante Gorzano sarà effettuato un collegamento, aperto a tutti, con compaesani residenti all’estero.

Al termine si riprenderà il sentiero lungofiume e si raggiungerà la frazione di Macchiatornella dove ci sarà un luogo di ristoro e alle 19 circa lo spettacolo teatrale CANTO DI UN PASTORE, scritto, sceneggiato e interpretato dalla Compagnia teatrale Terrateatro.

La Tappa del Festival è inoltre ricompresa nel Progetto Turismo delle Radici promosso dal Ministero affari esteri e cooperazione internazionale, cui il Comune di Cortino è risultato aggiudicatario, per dedicare un ricordo profondo ai tanti connazionali che risiedono all’Estero, protagonisti in passato su questi territori attraverso la loro diligente e silenziosa operosità.




FRANCAVILLA ALL’OPERA

Per la IV^ edizione il Sempre Verdi! del Maestro Pingitore

Francavilla al Mare, 4 agosto 2024. Torna la IV edizione di “Francavilla all’Opera” grazie alla sinergia di Uao Spettacoli e BJManagement che con la collaborazione del Comune di Francavilla e la Direzione artistica del Maestro Marco Iezzi propongono per il 7 agosto in doppio appuntamento alle 20.45 ed in replica alle 22.15 presso l’Auditorium Sirena “Sempre Verdi!“, un inno al compositore con la Trilogia popolare: “La Traviata”, “Il Trovatore” ed il “Rigoletto”, nel racconto e nelle arie immortali.

Lo spettacolo, fiore all’occhiello dell’estate francavillese, gode della regia del Maestro Pier Francesco Pingitore, noto anche alle pagine di cronaca anche come strenuo sostenitore della riapertura del Salone Margherita di Roma, casa del suo glorioso varietà Il Bagaglino.

Le tre grandi opere verdiane su cui verte lo spettacolo hanno, sin dai loro esordi, un grande impatto sul pubblico, da qui l’idea di riproporli in modo singolare: ogni opera infatti viene riportata alla platea da due narratori ossia un attore ed un’attrice che riassumono in forma di dialogo le vicende della storia la cui narrazione conduce via via all’esecuzione di uno dei brani scelti, tra i più importanti e popolari ed in questo modo c’è un’alternanza tra racconto e brano lirico.

“Proprio quest’alternanza crea un vero e proprio ritmo nello spettacolo proposto che vuole sicuramente evidenziare il genio artistico di Verdi attualizzandolo grazie anche alla lungimiranza del Maestro Pingitore” – anticipa il Maestro Iezzi. Il Direttore d’orchestra è Giacomo Di Tollo. I due attori narranti sono l’abruzzese Federico Perrotta e Valentina Olla, nel cast ci sono inoltre: il soprano Nicole Claudia Calabrese, il mezzosoprano Valentina Coletti, il tenore Gian Luca Pasolini, il baritono Gaetano Merone. Al pianoforte c’è Fabio D’Orazio, al violino Dana Stancu.




IL PICCOLO MUSEO DEI TRABOCCHI

Rocca San Giovanni, 4 agosto 2024. Far conoscere le origini, le tecniche di costruzione e le storie legate all’antica macchina da pesca tipica della costa chietina. Con questo obiettivo, ieri pomeriggio a Rocca San Giovanni, ha aperto i battenti il Piccolo Museo dei Trabocchi, un’iniziativa promossa dal Flag Costa dei Trabocchi e dal Comune di Rocca San Giovanni e realizzata tramite i fondi Feamp 2014-2020, sotto la regia della Regione Abruzzo. 

Per valorizzare il ricco patrimonio storico e culturale legato ai trabocchi, infatti, il Flag Costa dei Trabocchi, all’interno del suo piano di azione, ha destinato una dotazione finanziaria di circa 55mila euro proprio per avviare il primo museo dei trabocchi che potrà essere implementato in futuro anche grazie alla collaborazione con le comunità locali.

Quanto al nome, il “Piccolo Museo dei Trabocchi” intende indicare non solo la superficie fisica (due locali) ma il valore dei piccoli gesti dei marinai, dei piccoli componenti di cui è composto un trabocco, dei piccoli riti della tradizione, per un desiderio di recuperare il senso di una dimensione di fragilità a cui appartengono i trabocchi.

Per allestire il Piccolo Museo dei Trabocchi, i promotori si sono avvalsi degli esiti sia della ricerca “La pesca dei trabocchi. Indagine sulla grande macchina pescatoria” a cura di Marcello Borrone e Maria Cristina Forlani, sia del progetto “Patrimonio Culturale della Pesca”, iniziative promosse e curate entrambe dal Flag Costa dei Trabocchi. 

Entrando nel dettaglio, l’area espositiva è pensata per contenere al suo interno cinque sezioni:

–              un primo nucleo composto da pannelli illustrativi che utilizzano un linguaggio semplice e rigoroso, con un adeguato corredo di disegni, infografiche e immagini, in grado di comunicare con un pubblico vasto anche non specialistico; 

–              un secondo nucleo rappresentato dalla documentazione fotografica dei trabocchi, con particolare attenzione nei confronti delle foto “storiche”, in grado di restituire testimonianza del manufatto nei diversi periodi, dando conto anche delle fasi di decadenza e di abbandono dell’attività produttiva; 

–              un terzo nucleo rappresentato dalla raccolta di video-testimonianze dei traboccanti per raccontare, chi ha trascorso larga parte della propria vita sui trabocchi, di chi ha costruito trabocchi e di chi ha praticato la pesca sui trabocchi;

–              un quarto nucleo costituito dalla raccolta di registrazioni radiofoniche, documentari e filmati giornalistici;

–              una quinta sezione dedicata ai trabocchi nell’arte, dalla letteratura alla pittura, attraverso riproduzioni fotografiche di pitture e registrazioni di letture dei brani più significativi.

Considerando la natura culturale e il valore sociale e turistico dei trabocchi, oltre alla semplice esposizione statica dei pannelli e degli attuali audio-visivi, il Piccolo Museo dovrà essere completato con una sezione antropologica e di lettura bibliografica e aprire le sue porte all’ambito della ricerca, della didattica e di supporto alle micro-attività del territorio legate della conoscenza delle macchine pescatorie. Per tale motivo, il Comune di Rocca San Giovanni e il Flag Costa dei Trabocchi hanno indicato come direttore del museo l’architetto Marcello Borrone, profondo conoscitore sia della storia e delle trasformazioni dei trabocchi che del territorio della costa e retrocosta chietina.

«Siamo orgogliosi di accogliere un museo a Rocca San Giovanni, nel cuore del borgo, che è un punto di collegamento tra l’entroterra e la parte costiera», commenta il sindaco Fabio Caravaggio. «Comunicare i trabocchi e la loro unicità ai turisti e ai visitatori, che è l’intento del progetto, è una strategia di promozione del territorio molto importante, per dare la giusta importanza alla Costa dei Trabocchi, conosciuta a livello nazionale e oltre. Come amministrazione abbiamo sempre ritenuto necessario collegare dal punto di vista turistico la zona costiera con il paese. E questa iniziativa è un decisivo passo in avanti in tal senso. Poiché porterà i turisti a conoscere, attraverso la notorietà della Costa dei Trabocchi, anche le altre peculiarità del nostro territorio».

Soddisfatto anche il presidente del Flag Costa dei Trabocchi, Franco Ricci. «Valorizzare il ricco patrimonio culturale delle comunità di pesca è sempre stato tra i nostri obiettivi, come dimostra anche l’iter di candidatura alla lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che ci ha visto tra i promotori. Abbiamo gettato le basi per questo progetto e ci auguriamo che, anche grazie all’interessamento del futuro Gal pesca regionale, si possano trovare le risorse necessarie per completare questo museo, importante sia a livello identitario, per i residenti, che a livello turistico per quanti verranno a visitarlo».

All’inaugurazione del museo hanno preso parte anche il sottosegretario alla presidenza della Regione Abruzzo, Daniele D’Amario, l’assessore alle attività produttive Tiziana Magnacca, il consigliere regionale Nicola Campitelli, il presidente dell’associazione Ambiente e/è Vita, Patrizio Schiazza, in rappresentanza dell’assessore Emanuele Imprudente, e diversi amministratori locali della Costa dei Trabocchi.

Il Piccolo Museo dei Trabocchi sarà visitabile gratuitamente: dal mercoledì alla domenica, dalle 18,30 alle 21,30, fino al 31 agosto; il sabato pomeriggio e la domenica mattina, da settembre a dicembre; su prenotazione per le scolaresche.




DALL’ETNA AL GRAN SASSO: grande successo

Un’edizione formidabile, lo dicono chiaramente i numeri, a dir poco da record

Città Sant’Angelo.it, 4 agosto 2024. La XVIII edizione di Dall’Etna al Gran Sasso, infatti, ha visto una presenza e una partecipazione di pubblico mai viste prima. Un successo che premia gli sforzi di una squadra coesa dai meccanismi perfetti e sincronici, dietro la sapiente regia dell’ideatore e promotore, Gabriele Florindi, sindaco emerito di Città Sant’Angelo. Il centro storico angolano ha vissuto la magia dell’edizione 2024, nella settimana dal 20 al 28 luglio.

Letteralmente presi d’assalto gli stand delle specialità siciliane ma, non sono stati da meno, nemmeno quelli abruzzesi. Molto apprezzato anche il cartellone degli eventi artistici e musicali che ha fatto registrare sempre il pienone. Confermatissimo il gradimento per i tanti gruppi folk itineranti capaci di portare allegria e divertimento in tutto il perimetro urbano.

“Quest’anno si è svolta la XVIII edizione di Dall’Etna al Gran Sasso – ammette Gabriele Florindi – la Kermesse è diventata maggiorenne – regalandoci un afflusso di visitatori mai visto. Edizione in crescita, malgrado anche manifestazioni blasonate concomitanti. Per questo voglio ringraziare l’Amministrazione comunale, la Presidenza del Consiglio Regionale D’Abruzzo, la Fondazione Pescarabruzzo, la Provincia di Pescara, l’Associazione artigianato artistico Abruzzese, Associazione Celiachia Abruzzo, enti e associazioni che hanno patrocinato la manifestazione. Non vanno dimenticati gli sponsor storici fidelizzati da anni e i nuovi che sono entrati a far parte della nostra famiglia.

Un grazie particolare alle forze dell’ordine, Polizia locale e Carabinieri, a tutte le Associazioni di volontariato, Protezione Civile. Un sentito senso di gratitudine – aggiunge Florindi – va anche agli abitanti del centro storico che hanno subito disagi e a tutti i nostri visitatori per la compostezza, l’educazione, la pazienza e la comprensione dimostrata in questi nove giorni di festa. Una vera e propria festa corale, come si evince anche dalla diretta partecipazione di tutti i privati che mettono a disposizione, ogni anno, gli androni, i locali per mostre ed esposizioni completamente a titolo gratuito, a loro la mia più profonda gratitudine.

Non si può, inoltre, scordare il gioioso e instancabile esercito di volontari che sono stati impegnati negli stand – dalla preparazione – cottura e somministrazione delle squisite pietanze – a coloro che hanno pulito i tavoli – a coloro che hanno montato e smontato tutte le strutture. Una nota di merito, però – conclude Gabriele Florindi – va fatta per la squadra che, con estrema competenza, educazione gestisce i parcheggi e i bus navetta, per i tanti visitatori che fruiscono del servizio. Plauso dovuto anche perché, la loro età media è bassa, una squadra veramente giovane che, si spera, insieme agli altri giovani volontari, presto potrà prendere in mano la gestione della manifestazione per garantire ad essa lunga vita “.




IL NUCLEO DELLA FEDE CRISTIANA

Non è identitario ma è la relazione con Gesù

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 4 agosto 2024. Mi preme ricordare che il nucleo della fede non è identitario o movimentistico. Il cuore della fede cristiana è la relazione con Cristo Gesù: facendo tutto con Lui, in Lui e per Lui.  Il Vangelo odierno: In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!» (Gv 6, 24-35 – XVIII TO/B).

“Darsi da fare” è un’espressione molto comune tra persone che hanno obiettivi, scadenze, ristrettezze di tempo. Solo ai nostri giorni? Forse no, visto che Gesù la usa anche per i suoi discepoli. Fa un po’ parte dell’umanità, in ogni luogo e in ogni tempo, “darsi da fare” per qualcuno, per qualcosa, per un progetto, per una “causa” (dicevano gli gnostici), per un futuro, per la gente (dicono i politicanti di ultima leva). Il non darsi da fare è sinonimo di noia, apatia, abulia, forse è già l’anticamera della morte.

Il “darsi da fare” è stimolato dai nostri bisogni, gli “appetiti” (li chiamavano i medioevali), basandosi su istinti fondamentali, che sono il primo motore del nostro darci da fare. È così per il cibo, il riposo, la vita sessuale, il desiderio di conoscenza, le relazioni; ma, in seconda battuta, lo è anche per denaro e potere. Per tutte queste cose, in maniera diversa, a seconda dei soggetti coinvolti e delle circostanze, noi ci diamo da fare.

Gesù non critica direttamente il darsi da fare dei discepoli per “mangiare pane e saziarsi”; se lo avesse fatto avrebbe negato la nostra natura e questa è un dono del Padre, anche nei suoi appetiti, con buona pace di tutti quei credenti integralisti e reazionari, che, fra i diversi sport che seguono, inseriscono anche quello del negare la natura e i suoi doni, offendendo il buon Dio e tutte le sue creature.

Quindi Gesù non critica la nostra natura istintiva, ma invita a elevarsi un po’. In un altro passo dice: “Non di solo pane vive l’uomo” (Mt 3). Dicendo “solo” ammette che si viva “anche“ di pane (cioè lavoro, aspetti materiali ecc.), anche se “non solo”. Il problema, allora, è capire o ricordare che non esistono solo gli appetiti immediati, ma anche quelli un po’ più celati, ma comunque essenziali per la nostra crescita e serenità.

Dice Gesù: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. Il prosieguo del brano non lascia spazio a dubbi: il cibo che rimane è credere in Lui e nutrirsi di Lui. Si potrebbe semplificare – lasciando ad altri contesti uno studio delle due dinamiche del credere e nutrirsi, simili e complementari tra di loro – dicendo che il vero cibo è Lui e il vero darsi da fare è per Lui e in Lui. Non possiamo negare che siamo a volte sommersi da inviti cristiani che sottolineano aspetti devozionistici, ideologici, ma dimenticano il rapporto personale con il Cristo. La fede per qualcuno è condurre pseudo battaglie culturali e identitarie. Ci sarebbe molto da discutere su natura e finalità di questi gruppi. Qui mi preme ricordare che il nucleo della fede non è identitario o movimentistico. Il cuore della fede cristiana è la relazione con Cristo Gesù: facendo tutto con Lui, in Lui e per Lui.   

Scriveva von Balthasar: «Chi vuole più azione ha bisogno di migliore contemplazione; chi vuole formare di più, deve ascoltare e pregare più profondamente; chi vuole raggiungere più scopi deve comprendere l’assenza di scopo e l’inutilità, il vivere senza rendita, perché questa è quel disinteresse e quella incalcolabilità che è tutta propria dell’amore di Cristo e, nell’imitazione di Cristo, anche di ogni amore cristiano».

Il nucleo della fede cristiana non è identitario ma è la relazione con Gesù (globalist.it)