di Luigi Milanesi
PoliticaInsieme.com, 4 agosto 2024. Se ho capito bene la boxer algerina per la cui partecipazione alle Olimpiadi si è scatenata una violenta polemica è una donna con una auto produzione di testosterone particolarmente rilevante.
Questa condizione la renderebbe esclusa da certe gare ed inclusa, invece, in altre in base ai regolamenti della sua disciplina sportiva. A mio parere la questione non si sarebbe posta se:
1) non fossimo dentro un quadro culturale che tramite l’ideologia gender cerca di insinuare la legittimità di una confusione sensuale;
2) non fossimo dentro un quadro culturale che vuole specificatamente mettere in discussione il ruolo sociale e biologico della donna;
3) non fossimo in presenza di una incapacità (privata e pubblica) di opporsi all’ideologia gender erroneamente intesa come parte della libertà individuale.
Una situazione naturale viene, quindi, percepita come una ingiustizia ed indizio di future ingiustizie per le altre pugilatrici donne con cui incrocia i guantoni
Il problema paradossale è, quindi, creato dall’offensiva dell’ideologia gender che ci rende incapaci di vedere come stanno realmente le cose.
Probabilmente, alla fine, è proprio quello che qualcuno si propone.
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