CONTE DEMOCRISTIANO?

La Democrazia Cristiana aveva spalle robuste. Altrettante la sua memoria storica. Ne ha sopportate tante.

PoliticaInsieme.com, 27 agosto 2024. Ancora oggi può permettersi, perfino compatendo chi lo afferma e ridendoci su, che vi sia chi le apparenta quel poverino (politicamente, s’intende) di Giuseppe Conte. Pare, si legge, lo faccia – si aggiunge, in privato – Beppe Grillo. Il che, già di per sé, fa intendere molte cose: dà conto della totale incapacità dell’Elevato di comprendere il senso compiuto della vicenda democratica del nostro Paese, almeno dal dopoguerra in poi. A chi soffra di una tale vistosa carenza e voglia dire legittimamente la sua sul piano politico, non resta che il vaffa ed il populismo.

Quel che non si comprende è la montante ostilità – così si dice – di Grillo nei confronti di Conte, dal momento che quest’ultimo, a parte qualche questione di potere all’interno del Movimento, non fa altro che portare alle estreme conseguenze il populismo che il fondatore ha impresso, fin dalla sua prima origine, alla sua creatura, come tratto caratteristico e distintivo.

Movimento di cui Conte dispone, tutt’al più, in comodato d’uso.

In buona sostanza, il punto è, se mai, questo: un movimento populista, cioè regressivo sul piano della cultura democratica, è, per forza di cose, per quanto possa essere apparentemente ampia la sua agenda sociale, una forza di destra.

Sorprende che non lo intendano i teorici del cosiddetto Campo Largo, che insistono a ritenere che si possa costruire una proposta progressista con i mattoni della destra.

Quasi fossero mossi dalla forza della disperazione e costretti a far di conto di quel che passa il convento delle forze contrapposte in campo, senza saper ricercare nuove prospettive.