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LO SCIACALLAGGIO POLITICO SUI FATTI DI CRONACA

di Alessandro Di Severo

PoliticaInsieme.com, 31 agosto 2024.  Forse qualcuno ricorderà le ricorrenti lettere ai giornali da parte di abitanti della Sardegna indignati perché, anni fa, venne di moda sui giornali, quando un fatto di cronaca coinvolgeva un loro corregionale, veder sparato il solito titolo ad effetto che, immancabilmente,  citava un “sardo” quale responsabile di questo o di quel delitto. Un elemento in più che non valeva nel caso si trattasse di un “lombardo” o di il “ligure” o di un “marchigiano”, o chissà cos’altro. Un modo sciatto e volgare di fare informazione perché si pensava che quel “sardo” avrebbe richiamato maggiore attenzione e sdegno. Consapevolmente o meno, in realtà, si  criminalizzava un’intera popolazione sulla base di uno stereotipato preconcetto.

Quello in cui si è immancabilmente cimentato il Ministro Matteo Salvini, ieri, commentando l’arresto del presunto assassino di Sharon Verzeni, sembra comunque si tratti di un reo confesso, di cui ci hanno parlato per un mese intero carta stampata e telegiornali.

Salvini ha ricordato che è un italiano, ma di origini africane. Sorvolando sul fatto che si tratta, almeno stando alle prime notizie, di una persona che aveva più volte dato segno di instabilità mentale. Un disturbo che non conosce confini e che, ce lo dice la nostra dura cronaca, riguarda immigrati e italiani di ogni origine. Salvini ha giustamente richiesto una pena esemplare. Ma questo dovrebbe valere sempre, e per tutti. Anche per i politici che si macchiano di gravissimi reati quali la corruzione, l’abuso d’ufficio e la contiguità con la criminalità.

E il Ministro Salvini dovrebbe, invece che vellicare la pancia di qualche razzista e di molti superficiali, fare mea culpa e chiedersi cosa abbia fatto negli anni in cui è stato al Governo, per una parte anche da Ministro degli Interni, per predisporre tutto quanto è necessario al fine di seguire, ed eventualmente curare, gli psicolabili, i fragili, gli “ultimi” facenti parte il consesso sociale, invece di abbandonarli a loro stessi o alle loro disarmate famiglie. E questo vale per tutti, italiani o meno che siano.

L’evidente tentativo di criminalizzare indistintamente tutti gli immigrati e tutti quelli che, magari del tutto italiani, ma senza i nostri “tratti somatici”, si scontra con la realtà carceraria che ci dice come la gran maggioranza dei detenuti abbia i nostri “tratti somatici” e che sia in calo il numero degli stranieri. Sarebbe utile al Ministro Salvini trovare un po’ di tempo almeno per scorrere l’ultimo rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione degli stranieri in Italia. Non è il caso in oggetto, ma è stato il Ministro ad introdurre questa nota polemica dal sapore demagogico e razzista e, in ogni caso, una lettura interessante per sfatare i tanti luoghi comuni che percorrono le nostre contrade. Ovviamente, create ed utilizzate ad arte.

Se si entrasse nel merito della gravità dei reati commessi, magari parlando con qualche operatore del settore carcerario, si vedrebbe che gli immigrati sono quelli perseguiti per reati minori. Non si tratta, ovviamente, di giustificare nessuno e le pene dovrebbero sempre essere esemplari, magari anche facendole scontare davvero, ma soprattutto andrebbero messi in atto interventi, non solo polizieschi, di prevenzione e di recupero dei soggetti a rischio.

Ma si sa, la sanità pubblica è ridotta com’è sappiamo e alla Giustizia vanno le briciole del nostro bilancio. Tanto, poi, si risolve tutto con due sparate stereotipate…

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