Con il calesse e gli eremi di San Bartolomeo in Legio e Santo Spirito a Maiella
CALESSE
Alina ha cambiato lavoro… non è più una pastora! Ha sopportato l’inquinamento atmosferico e il conseguente cambiamento climatico, le hanno incendiato lo stazzo (venerdì 19 gennaio 2018), che ospitava 150 pecore, capre, (di cui centotrenta incinte e che dovevano partorire a breve), otto maiali e scrofe, trenta agnellini appena nati, un vitello… tutti morti, bruciati vivi dal fuoco. Per l’invidia, i dispetti, la cattiveria, alla fine si è arresa.
Ora fa la cocchiera… sempre nella valle Giumentina, Abbateggio(Parco Nazionale della Maiella). Ha un calesse di sei posti, trainato da due cavalli. Le persone hanno accolto questa idea positivamente.
Ho parcheggiato l’auto in prossimità di una ceramica dedicata alla Madonna degli Scout, (650 m), ci siamo incontrati, io ed un’amica di Oviedo (Asturia) Spagna, siamo saliti sul calesse, dove c’erano anche il marito e due figlie. Il giro dura circa novanta minuti.
Nel percorso, si contemplano i fiori ed altri tipi di flora montana, i campi coltivati, il panorama mare – monti. In questo incantesimo soave, rasserenante e silenzioso, mi sono concentrato sul rumore ritmico di due … note, tatà… tatà… tatà… tatà… che le zampe dei cavalli, facevano sulla strada bianca. Che pace… immersi nella natura più pura e selvaggia, fra capanne e muretti in pietra. Terminato il giro in calesse, ci siamo separati da Alina nelle vicinanze dell’Ecomuseo del Paleolitico, un villaggio di THOLOS all’aperto, che propone sei capanne ricostruite in pietra a secco.
EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO
Abbiamo proseguito per l’EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO – (“LEGIO” significa “PRESSO” il torrente Capo la Vena, che scorre al di sotto dell’eremo, ma che va in secca alla fine di giugno, lasciando solo alcune pozze). Abbiamo raggiunto lo STAZZO BRUCIATO, attraversato alcuni tholos crollati e arrivati al segnale per l’eremo, (700 m), è iniziata la ripida discesa che per il brecciolino, è anche scivolosa, ma attutita da scale in legno. Si attraversa su un ponte naturale ricavato nella roccia, il torrente Capo la Vena, (550m), che scorre in una gola profonda, in un’oasi di un verdeggiante incanto, ma è asciutto, per IL CAMBIAMENTO CLIMATICO…!
L’eremo di San Bartolomeo in Legio, nel comune di Roccamorice PE, è collocato su di uno sperone roccioso alto circa 50 metri. San Bartolomeo, (in aramaico figlio DI TALMAI e in ebraico “DONO DI DIO”), è uno dei dodici apostoli e faceva il pescatore. In oriente, intorno all’anno 50 d.C. fu torturato, scorticato vivo e decapitato. Viene invocato come guaritore delle piaghe e delle malattie epidermiche. Pietro da Morrone, futuro papa Celestino V, restaurò l’eremo nel 1250 e vi abitò per due anni.
All’interno, sull’ altare, è collocata la statua lignea di San Bartolomeo, raffigurato con un coltello, a dimostrazione del martirio che subì con lo scorticamento. Per entrare nell’eremo, (600 m), bisogna salire la Scala Santa, con scalini lucidissimi scavati nella roccia, quindi scivolose. Si arriva al camminamento antistante l’eremo, su una panoramica balconata.
Sulla parete sinistra, c’è una vaschetta che raccoglie una vena d’acqua freschissima, che i devoti ritengono miracolosa. Dopo aver recuperate le forze con un panino, rapiti dal silenzio e da tanta bellezza, inizia la ripida salita per arrivare alla vettura. Attenzione, Considerato che l’escursione si svolge nella zona A (RISERVA INTEGRALE), del parco Nazionale della Maiella, è vietato l’accesso con i cani.
SANTO SPIRITO A MAIELLA
L’escursione non termina qui perché bisogna fare visita all’eremo di SANTO SPIRITO A MAIELLA. Questo eremo, anche se l’ho esplorato tante volte, mi procura gioia, amore, emozione, raccoglimento. Si trova sulla Maiella, nel comune di Roccamorice PE a (1132 m). Per tanti minuti resto incantato, con gli occhi fissi, nel vedere questa enorme opera architettonica, costruita nella roccia. Con cognizione di causa, è un monumento nazionale italiano.
È stato un monastero della Congregazione dei Celestini, fondata da Pietro del Morrone, nato nel Molise nel 1209 e morto a Fiumone FR, il 19 maggio 1296 a 87 anni, luogo di prigionia per papa Celestino V dopo la sua rinuncia al pontificato. Come poteva un eremita, che ha trascorso la sua vita nelle grotte, nutrendosi di quello che la natura offriva, accettare la pomposità della vita papale? La storia dell’eremo è legata a questo eremita, dove vi arrivò nel 1246 a 37 anni e lo ristrutturò, costruendo a poco a poco altri locali destinati agli eremiti, che si aggiungevano alla comunità. Ora, risultano conservati la chiesa, la sagrestia, i resti del monastero distribuiti su due piani, con la foresteria e le celle.
Incredibile che una escursione, possa offrire tante occasioni, come la cultura, la storia, l’ambiente, le tradizioni, la flora, il silenzio.
Tempo A/R 4 Ore (escludendo il tempo con il calesse e la visita all’eremo di Santo Spirito a Maiella)
Dislivello: A/R 250 m
Difficoltà: T/E (turistico/escursionistico)
Distanza: A/R 7km
Luciano Pellegrini
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