Il punto di Michele Marino, segretario provinciale SI Chieti
Chieti, 4 settembre 2024. In Abruzzo c’è acqua potabile in abbondanza, tanto che si pensa di venderla ad altre regioni. L’acqua manca nelle case perché gli acquedotti sono vecchi: oltre il 60% si perde lungo il percorso. Inoltre, i partiti in molti casi hanno trasformato i troppi enti di gestione in baracche per trombati e clienti. A questo punto per risolvere il problema c’è da fare due cose, per niente semplici.
In primo luogo, occorre rimodernare le reti idriche. Non lo si farà facilmente perché servono investimenti ingentissimi (centinaia di milioni di euro) che i partiti non sono interessati a spendere. Rifare le reti significa privarsi della possibilità di investire in attività politicamente più remuneranti. Invece rifare le reti idriche farà arrabbiare la gente che si vedrà scassare la via sotto casa, mentre i partiti committenti non guadagneranno voti e ringraziamenti (se non dalle imprese appaltanti).
In secondo luogo, occorre che la ristrutturazione delle reti e la gestione sia affidata ad un solo ente regionale, così da consentire sinergie oggi impossibili. Un unico ente dotato di apparecchiature moderne e personale qualificato. Lo vorranno i tanti politici che da presidente o dirigente guadagnano oltre 100.000 euro l’anno?
A fronte di queste due evidenze assistiamo a politici del centro destra che, senza pudore e senza coerenza, protestano contro amministratori del centro sinistra e viceversa, anche qui senza pudore e senza coerenza.
Questa politica partitica meschina e miope ha causato il problema. Se ci si concentra sui singoli episodi locali non si va lontano. Mentre occorre affrontare il problema alla radice.
I partiti di destra e di sinistra dicano la verità: servono molti soldi per rinnovare le reti idriche, serve che i partiti non moltiplichino e si spartiscano le costosissime poltrone: basta un solo ente regionale.
PS Se anche il mio piccolo partito nel passato avesse avuto piccole responsabilità, quanto scritto non risulta meno vero. Discutiamo del sempre più drammatico futuro.
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