Sabato 7 settembre il convegno
Navelli, 4 settembre 2024. Organizzato dall’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali e in particolare dal vicepresidente, nonché orgogliosamente agricoltore abruzzese, Dino Rossi, il convegno si terrà il 7 settembre p.v. nella Sala polifunzionale “G. Santucci” in piazza San Pelino a Navelli. Si svolgerà sia al mattino, dalle 10 alle 12, sia al pomeriggio dalle 13,40 alle 16 circa. A seguire, le gradite domande e gli interventi del pubblico. Si ringrazia l’amministrazione comunale di Navelli per la disponibilità e sensibilità sul tema, decisamente importante ma anche ostico e parrebbe pure sfortunato visto che in non poche località previste e contattate precedentemente – Pescasseroli, San Benedetto dei Marsi, Celano e Pescina – la cosa per un motivo o per l’altro non ha avuto seguito.
Navelli, tuttora terra di lupi e orsi, è un piccolo e caratteristico comune abruzzese situato all’estremità delle propaggini sud-orientali del massiccio del Gran Sasso d’Italia, su un colle in posizione dominante sull’omonimo altopiano, e fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Di origine medievale, è un centro agricolo conosciuto per la produzione dello zafferano dell’Aquila DOP, ma anche una storica realtà pastorale e luogo di transumanza come testimonia la posizione strategica lungo il Tratturo Magno, in corrispondenza della diramazione di Centurelle. Il Tratturo Magno è il più lungo (244 km) e il più importante tra i tratturi italiani.
Uno dei temi affrontati sarà il “Green Deal, un pacchetto di iniziative strategiche che mira ad avviare l’UE sulla strada di una transizione verde, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, e che ha portato la cosiddetta rivolta dei trattori in Europa.
Nel convegno si capirà il perché. I relatori del convegno, a partire dal mattino e dopo i saluti del sindaco di Navelli, sono: Dino Rossi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali; Virgilio Morisi, allevatore; Paride Tudisco, presidente degli Usi Civici del Teramano; prof.sa Lina Calandra, del Dipartimento scienze umane dell’Università degli Studi dell’Aquila. Dopo un rinfresco per tutti, dalle 14 interverranno: Michele Corti, già docente di Zootecnia di montagna presso l’Università degli Studi di Milano nonché presidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali; Giovanni Todaro, giornalista naturalista e scrittore che tratterà la disinformazione e propaganda; Spartaco Gippoliti, studioso che da decenni si occupa di tassonomia e conservazione dei mammiferi ed è rappresentante dell’associazione Wilderness; Paolo Forconi, zoologo abruzzese particolarmente esperto di orsi bruni e lupi; Alessandro Novelli, allevatore. Al termine, intorno alle 16, spazio aperto agli interventi del pubblico.
Per quanto riguarda l’orso bruno marsicano, la situazione continua a essere gravissima, poiché da decenni sono solo una cinquantina (anche per via del massiccio bracconaggio abruzzese), mentre quelli alpini in Trentino, pur partendo solo da dieci esemplari reintrodotti appena trent’anni fa, sono letteralmente esplosi numericamente. O come gli orsi bruni iberici, trent’anni fa appena una cinquantina circa ma che oggi grazie ad esperti efficienti e a interventi validi e accorti sono ormai oltre 400. Senza volere infierire, purtroppo i risultati ottenuti in tal senso dal Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise se avvenissero in aziende private avrebbero senza dubbio portato all’immediata sostituzione dei vertici, cosa che curiosamente finora non è avvenuta. Ma ciò è vero anche in altri parchi italiani, nonostante i notevoli fondi pubblici assegnati.
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