ANELLO PIANA DELLE MELE CAMPANARO

di Luciano Pellegrini

Chieti, 25 settembre 2024. La Piana delle Mele, “Piànë dë lë Mélë”, (930 m), (Bocca di Vall – Parco Nazionale della Maiella), era una radura piana e certamente c’erano piante di Melo. A seguito del rimboschimento con i pini, ora è molto boscosa. Il sentiero F1 con segnavia bianco – rosso, attraversa boschi di faggio, pini, abeti bianchi, fiori, fontane e c’è un ampio panorama mare monti. Esso è molto frequentato dagli escursionisti e da molte mountain bike, che purtroppo lasciano solchi profondi sul terreno. 

La giornata è calda, circa 18 gradi, il sole velato e con umidità al 100 per cento. Prima di raggiungere LA BAITA DEGLI ALPINI (1064 m), sulla destra, si incontra una roccia appuntita a forma di DENTE DEL LUPO. Per questo motivo, il sentiero viene collegato a questa forma di dente. Arrivato alla VALLE DELLE MONACHE, (1086 m), “vàllë dë lë mònëchë”, (quasi certamente si riferisce alla proprietà di un convento, in qualche modo legata all’eremo di San Giovanni), si comincia subito a salire, in un bosco fitto di pini e faggi. Prima di uscire dal bosco, si intravvede una capanna in pietra ben manutentata.

Si arriva alla radura con il caratteristico blocco roccioso del Campanaro, “cambanèrë” (1487 m), che allude alla forma svettante di un “campanile”. Nella radura erbosa, c’è una fontanella con acqua sorgiva ed un bel panorama. Su una pietra piatta, sopra la vasca di raccolta acqua, è scritto: Non spostare protegge il legno dagli spruzzi, ma il sostantivo … spruzzi… è quasi illeggibile, appunto per l’acqua!  È doverosa una sosta, per affacciarsi dal terrazzo e, con l’aiuto di una targa, si può ammirare la ripida valle del torrente Vesola, conosciuta come “la sulègnë cambanèrë.

Questo torrente dà origine alla cascata di San Giovanni (1080 m). Il panorama è molto ampio con le Murelle, Cima Macirenelle, il Martellese, il terrazzo del Rifugio Pomilio (1890 m), con le …antenne ad est e il mare Adriatico. Tornando indietro e per completare l’anello, ALLA BAITA DEGLI ALPINI, ho scelto il sentiero a sinistra denominato PANORAMICA 36, che attraversa un bosco di ABETI BIANCHI ed è più comodo. Mentre camminavo, mi ha incuriosito una roccia che svettava nel fitto bosco, osservata centinaia di volte, ma mai fotografata, perché non mi offriva nessuno stimolo. Un qualcosa che non so, mi ha fatto scattare alcune foto. A casa, le ho scaricate dalla macchina fotografica e sono rimasto colpito, dall’ incantesimo della PAREIDOLIA, (illusione istintiva nel riconoscere figure familiari, nelle cose senza forma, che ci circondano). Se si osserva meglio la roccia, ci sono visi che sembrano le teste di lupo e UNA CROCE. CHI LE HA SCOLPITE …?

È il pianeta che ci regala queste sculture! Impossibile capire il significato delle due STAFFE DI METALLO FRA I DUE LUPI.… chi le ha piantate? Perché? A cosa servivano? Come hanno forato la roccia? come sono arrivati a quella altezza? BOH! Penso che QUESTA ROCCIA può avere un nome: LE TESTE DI LUPO. Mentre scendevo seguendo il sentiero, ho ringraziato l’ambiente per quello che mi offre, (una foglia, un colore, un rumore, il vento, il cinguettio dei volatili, l’acqua dei torrenti, i vari fiori a seconda delle stagioni, ed altro). Nel silenzio che mi accompagnava, ho preso in considerazione l’uomo, che non si arrende e si sforza a sensibilizzare tutte le persone di buona volontà, al RISPETTO DELL’AMBIENTE.  Papa Francesco, il 4 ottobre 2023, festa di San Francesco d’Assisi, ha pubblicato l’Esortazione Apostolica sulla crisi climatica “Laudate Deum”, la continuazione della LETTERA ENCICLICA “Laudato sì”, pubblicata Il 24maggio 2015. Se non è stato ascoltato il papa, io povero illuso, cosa poso fare? Velocemente stiamo arrivando all’ECOCDIO DEL PIANETA. Ma non mi arrendo e in poco tempo ho raggiunto la vettura, concludendo l’anello.

Tempo di percorrenza: A/R 3 ore 30 minuti senza soste                                          

Difficoltà: E

Lunghezza: A/R 7 km

Dislivello totale: +/- 550 m