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LA MIA VITA

Dal 27 settembre, in tutte le librerie d’Italia, disponibile la nuova edizione

Chieti, 5 ottobre 2024.  Vengono qui ripubblicati due testi che costituiscono un documento storico, letterario e umano di primaria importanza. L’autore è Benito Mussolini, una delle personalità più importanti della storia del Novecento italiano. Si tratta di stralci di scritti autobiografici: de La mia vita, iniziata a scrivere il 4 dicembre 1911, brevemente interrotta e ripresa il 24 febbraio 1912, e de Il mio diario di guerra (1915-1917), pubblicato nel febbraio 1923 edulcorato in alcune sue parti.

Le autobiografie, si sa, nascondono, più che rivelare, oppure mettono in luce o esagerano aspetti ad usum Delphini, e perfino inventano vicende mai accadute: spetterà al lettore attento separare la finzione dall’immaginazione, soprattutto in questo caso, se è vero che fin da giovanissimo Benito Mussolini dimostrò un carattere ambizioso, spavaldo, prepotente, contorto e tormentato. Il testo, affascinante e vivido, specie nei racconti dell’infanzia, rivela le doti d’una personalità non comune, (che lo storico Franzinelli ha definito borderline), quella d’un fanciullo respinto ed emarginato dalla società per il suo temperamento acceso e bistrattato per le umili origini, che già medita rancorosamente il proprio riscatto. In queste pagine si possono rintracciare le native ragioni di quella che sarà una drammatica, tragica esistenza.

(…)

Ricordo il nome di parecchi compagni di scuola che ho ritrovati molti anni dopo nella vita. Di parecchi non ho avuto più notizie. Non eravamo che sedici o diciassette alunni. Debbo ricordare fra i tanti certo Giunchi, che a metà dell’anno scolastico emigrò colla famiglia alla Spezia e che non ho più incontrato. Egli mi mise in relazione con sua cugina, certa Elena Giunchi, figlia di un oste, bambinella della mia età. Ciscrivemmo alcune innocentissime lettere d’amore…. Il bidello della scuola, tal Zoli, era un vecchio cisposo, da una folta capigliatura incanutita dal tempo. Lo chiamavano Caronte. (…) Il 14 gennaio 1898 fui espulso dal collegio ed ecco perché. Quel giorno ero nello studio, occupato in un lavoro di computisteria. Un mio compagno, Dionesi Umberto di Rimini, mi scarabocchiò il foglio. Ne nacque un diverbio. Egli mi diede uno schiaffo. Io afferrai il temperino col quale stavo grattando la macchia d’inchiostro e gli vibrai un colpo. Lo colpii in una natica. Grande emozione.(…)

Il curatore

Massimo Pamio, scrittore e saggista, si è interessato, di recente, di filosofia dell’arte in Sensibili alle forme. Che cos’è l’arte (2019), di archeologia neurocognitiva in Sentirsi sentire. Che cos’è il pensare(2020), di Gabriele D’Annunzio in tre studi, Le più belle poesie di Gabriele D’Annunzio e molto altro (2023), Chi era Gabriele d’Annunzio (2024, con Monica Ferri), Scritti dannunziani di Ramiro Ortiz (2024, con Riccardo La Rovere), di Francesco Paolo Michetti in Chi era Francesco Paolo Michetti (2024, con Monica Ferri), di Ugo Ojetti (in un’opera in corso di stampa). 

La casa editrice

Edizioni Mondo Nuovo, con sede a Pescara, pubblica libri di arte, saggistica, narrativa, opere di divulgazione scientifica, scenari internazionali, inchieste.

Si pone come osservatorio della contemporaneità, interessandosi ad autori nazionali e internazionali, producendo testi non solo ricchi di proposte e punti di vista autentici e liberi, ma anche impegnandosi a una cura artigianale nella veste dei libri, abiti non solo di lusso ma anche di una semplicità elegante, adatti agli estimatori di questa passione unica, la lettura.

La contemporaneità, per Edizioni Mondo Nuovo, è un ponte tra le generazioni che fonde tradizione e innovazione: ad autori affermati, con all’attivo decenni di esperienza, pubblicazioni e riconoscimenti, affianchiamo scrittori e scrittrici emergenti, alcuni dei quali giovanissimi, che hanno portato nella casa editrice il mondo del fantasy, della narrativa serializzata e sperimentale, del reportage sui temi sociali. Una pluralità di voci che reca con sé il ricco bagaglio della tradizione letteraria (che onoriamo ripubblicando testi antichi, di difficile reperibilità o ingiustamente dimenticati, come Donne, uomini e burattini di Ugo Ojetti o Terra Vergine di Gabriele d’Annunzio) e nello stesso tempo volge lo sguardo al futuro, alle nuove realtà di comunicazione, ai nuovi modi di raccontare storie, nell’era dei social media e delle piattaforme di streaming.

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