ATTRAZIONE FATALE!
Pescara, 10 ottobre 2024. Fra coloro che usano l’auto in città c’è chi è consapevole del fatto che per trovare un parcheggio dovrà impiegare del tempo, forse lontano dalla propria destinazione finale, e forse dovrà pagarlo.
C’è chi invece parte con la certezza che lo troverà subito, vicino a dove serve e senza pagare nulla. Questa seconda categoria privilegia soprattutto le strisce pedonali, gli scivoli, i marciapiedi, le corsie ciclabili. Ma anche le fermate del bus e, se disponibili, i prati anche vanno bene.
Tutti luoghi che sembrano esercitare una sorta di “attrazione fatale”, di irresistibile richiamo, soprattutto quando il luogo di arrivo, o anche di momentanea sosta, si avvicina e posti disponibili non ce ne sono nelle immediate vicinanze. In questo secondo caso, la brevità del tempo giustificherebbe, anzi, renderebbe legittima l’occupazione di qualsiasi luogo libero: scivolo, pista ciclabile, strisce pedonali, fermata bus, fino alla seconda fila in strada.
Poi spesso succede che in zone a più bassa domanda di traffico pedonale o ciclistico, la cui utenza può comunque agevolmente aggirare l’ostacolo, la sosta possa trasformarsi in parcheggio, anche a lungo termine.
Allora, alla moltitudine di coloro che esternalizzano e scaricano sui bisogni di altri le incombenze del presunto vantaggio di possedere un auto, si deve opporre un’altra moltitudine di utenti che facciano valere i propri diritti, senza rimodellarli intorno a quelli dei primi, ma pretendendo che i propri vengano almeno considerati alla pari, semplicemente chiedendolo, facendolo notare, facendosi sentire, magari, in mancanza di presidio dello scatolare metallico, lasciando un biglietto di disappunto.
Essere osservati e sentirsi giudicati mentre si commette un’infrazione ha l’incredibile forza di inibirla, e se l’azione continua nel tempo svolge anche una indispensabile funzione educativa, reciproca, tra l’altro!
Giancarlo Odoardi – Ri-media.net