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IN TRENO + BICI al convegno sul turismo

Pescara, 17 ottobre 2024. Ho avuto modo di partecipare al convegno, organizzato dal GAL Costa dei Trabocchi: “I sistemi territoriali di informazione turistica fattore chiave nella qualità dell’accoglienza: esperienze, innovazioni e tendenze”, che si è svolto martedì 15 ottobre, alle ore 17, presso la Casina del Bosco di Don Venanzio, a Pollutri. I lavori sono stati coordinati da Carlo Ricci, Direttore del GAL; numerose le testimonianze relative alle attività in corso, soprattutto dal punto di vista della fruizione turistica.

Credo tutti siano arrivati in auto. Io sono andato in treno + bici, partendo da Pescara e scendendo alla stazione di Porto di Vasto, e poi 7 km in bici fino alla sede del convegno, e poi a tornare indietro, ma dalla stazione Casalbordino, distante 5 km.

Non vi è nessun tracciato ciclabile di collegamento tra le stazioni e la sede della Casina, per cui il percorso si è svolto esclusivamente sulla SS 16: all’andata di giorno, e al ritorno, ahimè un po’ pericolosamente, in piena notte!

All’andata ho viaggiato su un treno TUA con 6 stalli bici monolaterali a gancio; al ritorno ancora su un treno TUA, ma più moderno, con 4 slot contrapposti (per un totale di 8 posti bici), sempre con caricamento a gancio con in aggiunta diverse prese elettrica per le e-bike. In entrambi i casi ho trovato i piani di banchina e pianale di salita e discesa abbastanza complanari (con un piccolo scalino, comunque insuperabile per carrozzine per disabili).

Alla Stazione di Porto di Vasto, dovendo andare dal secondo binario al primo, sono stato piacevolmente sorpreso dall’aver trovato canaline per bici poste ora a destra ora a sinistra delle scalinate di collegamento, che ho ovviamente usato, ma non senza qualche difficoltà, vista la ripidezza delle stesse: con una bici a pedalata assistita o con borse da viaggio diventa un’impresa.

Nel complesso sì è trattato di una esperienza di trasferta treno + bici se non completamente positiva sicuramente interessante: una necessaria abilità fisica (agganciare la bici), oltre che alcune accortezze di sicurezza (parecchie luci di segnalazione notturna più una casacca con bande riflettenti) mi hanno sicuramente aiutato nel fare il percorso (45 minuti di treno e 20 di bici, per due), ma si è ancora lontani da un sistema di trasporti, seppur più sostenibile, che sia funzionalmente concorrenziale rispetto all’auto. Almeno in questo caso.

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net

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