G7, UN’OCCASIONE PER PROMUOVERE LO SVILUPPO DI TUTTI I POPOLI

Riflessione di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, in occasione della Riunione Ministeriale Sviluppo

Pescara, 21 ottobre 2024. La circostanza del G7 che si riunirà a Pescara dal 22 al 24 per la Riunione Ministeriale Sviluppo mi invita a riflettere ad alta voce e a richiamare l’attenzione su alcune questioni che, con lo sguardo della Chiesa attenta agli ultimi, ritengo siano nevralgiche. In un anno di fortissime contrapposizioni e conflitti che coinvolgono tutto il Mondo, è fondamentale cogliere ogni spazio di dialogo per costruire la pace e il futuro. E questo G7 è, senza dubbio, un’occasione utile per riaffermare l’opportunità di una governance internazionale democratica, purché sia legata a un quadro multilaterale: è anacronistico e limitato pensare che i paesi più ricchi e potenti si arroghino ancora il diritto di decidere in nome e per conto di tutti i popoli della Terra.

Tra i vari temi in discussione, è necessario confermare l’impegno di tutti i cosiddetti paesi ricchi – un impegno assunto da decenni in sede di Nazioni Unite – nel mettere a disposizione lo 0,70% del PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo. È l’oggetto della campagna 070, promossa dalla società civile italiana per riportare all’attenzione di tutti la dimensione di corresponsabilità, per promuovere lo sviluppo e la dignità di tutti i popoli del Pianeta.

Nei mesi che precedono l’apertura del Giubileo della speranza, i paesi del G7 sono, inoltre, chiamati a dare una risposta ad una nuova crisi del debito: dopo gli impegni assunti in occasione del Grande Giubileo del 2000, l’assenza di un meccanismo efficace di prevenzione e gestione delle crisi debitorie internazionali ha portato ad una nuova fase difficile, aggravata, tra l’altro, dal periodo di pandemia. È indispensabile, allora, identificare gli spazi per una nuova stagione di cancellazione del debito.

+ Tommaso Valentinetti, Arcivescovo




NEL LAVORO DONNE LIBERE DALLA VIOLENZA

Al via in provincia di Chieti la campagna di sensibilizzazione

Chieti, 21 ottobre 2024. Prende avvio anche in Provincia di Chieti la campagna di sensibilizzazione “Nel lavoro donne libere dalla violenza“, a tutela delle vittime di discriminazione e di violenza sui luoghi di lavoro, campagna già avviata con successo a Teramo. A promuoverla la Consigliera di parità della Provincia di Chieti Monica Brandiferri e il Consigliere della Provincia di Chieti delegato alla pari opportunità Carlo Moro.

“Viviamo in un’epoca in cui il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso dovrebbe essere garantito a tutti. Purtroppo, la violenza di genere e le molestie sul posto di lavoro sono ancora realtà diffuse. Mobbing, stalking, molestie sessuali e verbali sono solo alcune delle forme di maltrattamento che possono rendere l’esperienza lavorativa un incubo. Promuoviamo la presente campagna in quanto riteniamo di fondamentale importanza educare e sensibilizzare alla condanna e all’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro, ma anche insistere nell’invitare le persone vittime di tali condotte deprecabili a denunciare alle Autorità competenti. Solo in questo modo a stretto giro di posta si affermerà una nuova mentalità basata sulla cultura della tolleranza, dell’inclusione e della piena parità di genere. Non  bisogna aver paura di parlare in quanto il silenzio può avere conseguenze gravi. Denunciare una situazione di violenza o discriminazione è il primo passo verso un cambiamento e per questo in caso di bisogno invitiamo a rivolgersi alla Consigliera di Parità”, sottolineano nella nota Brandiferri e Moro.

La Provincia di Chieti, in collaborazione con l’ufficio della Consigliera di parità, offre un servizio completamente gratuito a tutti coloro che si trovano a vivere situazioni di disagio sul posto di lavoro: è possibile contattare l’ufficio ai numeri di telefono 0871408216-227 o tramite mail m.brandiferri@provincia.chieti.it.




ACQUA SOSTENIBILE proteggiamo la risorsa pubblica più preziosa

Venerdì 25 ottobre la tavola rotonda a Pescara

Pescara, 21 ottobre 2024.  Si terrà il prossimo 25 ottobre, alle ore 10:30, nella sala Corradino D’Ascanio del palazzo della Regione Abruzzo a Pescara, la tavola rotonda dal titolo “Acqua Sostenibile: proteggiamo la risorsa pubblica più preziosa”, un evento dedicato alla tutela e alla sostenibilità della risorsa idrica pubblica.

L’incontro, promosso da Adiconsum, Adoc, Acu Contribuenti Abruzzo e Federconsumatori, vedrà la partecipazione di autorevoli esperti del settore, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e attivisti per l’ambiente. Per Luigi Di Corcia, ACU: “Veniamo fuori da un’ulteriore emergenza idrica, emergenza che sta diventando sistemica, che ha creato gravissimi disagi alla popolazione, soprattutto ai soggetti più fragili ed ai margini, ma in generale a tutto il tessuto sociale ed anche economico della provincia e di tutta la regione”.

La tavola rotonda si propone di analizzare ed elaborare soluzioni all’emergenza idrica. Per Francesco Trivelli, Federconsumatori: “Oltre la contestazione abbiamo scelto di affiancare la proposta di nuovi modelli nella gestione dell’acqua, sono necessarie politiche sfidanti per concretizzare la  sostenibilità nell’utilizzo e la distribuzione, salvaguardando l’accesso pubblico a questa risorsa fondamentale”. 

Il forum può diventare un’occasione di confronto permanente non solo per rispondere alle emergenze ma per favorire un sistema di governance più efficace ed efficiente per il sistema integrato dell’acqua. Per Monica Di Vito, Adiconsum: “In una società in continua evoluzione è impensabile che le transizioni avvengano senza la partecipazione dei  consumatori. Un coinvolgimento trasparente in ogni fase, pianificazione, realizzazione e controllo, non è un costo,  ma una risorsa in termini di sostenibilità, di crescita sociale e di sviluppo”. 

Sono necessari investimenti strutturali che vadano oltre il Pnrr e tra i settori in cui è più urgente agire  vi è quello della depurazione delle acque reflue, che, oltre alla tutela dell’ambiente, ha un ruolo significativo come produttore di risorse idriche non convenzionali, e quello dell’impiego dell’intelligenza artificiale nella gestione delle reti. La pianificazione condivisa con Consorzi di bonifica per la gestione sostenibile delle risorse idriche può essere un contributo esaustivo per l’equilibrio idrogeologico del territorio e la messa in sicurezza degli insediamenti urbani per l’incremento di riserve idriche ed il risparmio dell’utilizzo delle risorse.

Monica Di Cola, Adoc: “L’acqua è una! È necessario introdurre nuove modalità con cui il bene viene raccolto, depurato, fatto ricircolare e riutilizzato in modo sicuro, compatibile e sostenibile.  È cruciale incentivare forme non convenzionali di approvvigionamento, ma anche riordinare la governance delle risorse idriche  per garantirne la disponibilità, superando  la frammentazione gestionale”.




GLI STRAPPATORI

Manifesti elettorali 360Gradi strappati su via Pescara

Chieti, 21 ottobre 2024. Questa notte 21 ottobre la legale e democratica libertà di espressione è stata nuovamente ferita. Ne dà l’annuncio la pubblica affissione pagata regolarmente, con i manifesti elettorali di 360Gradi strappati a terra su via Pescara.

Gli strappatori, detti anche squadriglie democratiche di destra sono certamente già pronti a dirsi non colpevoli o inconsapevolmente ubriachi da essere scivolati lì per errore. Siete sicuri che votare non faccia la differenza?

Abbiamo rimesso sul muro quello che si poteva salvare da terra, nella speranza che gli strappatori, a piede libero, comprendano che la democrazia non si esercita con tali bassezze.

Manifesti 360Gradi affissi su via Pescara (Chieti) strappati.




LA CAMMINATA SOLIDALE

Oltre 200 persone sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi per sostenere la ricerca sul cancro

Fossacesia, 21 ottobre 2024. Ieri mattina, a Fossacesia, oltre 200 persone hanno affollato la suggestiva  pista ciclopedonale della Via Verde della Costa dei Trabocchi per partecipare alla camminata solidale PittaRosso Pink Parade organizzata in collaborazione con le Pink Ambassador del territorio, la Fondazione Veronesi, con il patrocinio del Comune di Fossacesia, a sostegno della ricerca sui tumori femminili. L’evento ha visto una partecipazione significativa di donne e persone che, in molti casi, hanno affrontato in prima persona il difficile percorso della malattia.

I partecipanti hanno percorso insieme cinque chilometri, mossi dalla speranza e dal desiderio di trasmettere un messaggio di fiducia per il futuro. Tra i presenti, anche il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, il sindaco di Archi, Nicola De Laurentis, Ester Di Filippo, nel duplice ruolo di ricercatrice dell’Università di Chieti-Pescara e consigliera comunale di Fossacesia, che hanno voluto essere parte attiva di questa giornata. I sindaci hanno sottolineato nel loro saluto l’importanza di fare fronte comune per sostenere la ricerca, riconoscendo che essa rappresenta una speranza fondamentale per il futuro di chi combatte contro il cancro.

Una delle organizzatrici, Tiziana De Bartolo, ha commentato l’importanza dell’evento, che mira a sensibilizzare sempre più donne nella prevenzione e raccogliere fondi per finanziare la ricerca sui tumori femminili.  “Speriamo- hanno aggiunto le organizzatrici-  che questa manifestazione diventi un appuntamento fisso nel nostro territorio, a cui partecipare ogni anno con la stessa determinazione.”

La camminata si è conclusa con un forte messaggio di speranza: la ricerca non solo offre cure migliori, ma porta con sé la concreta possibilità di un futuro migliore per milioni di persone. “Una giornata di solidarietà, unione e determinazione – ha detto il sindaco Di Giuseppantonio prima di tagliare il nastro della partenza – per dire che, insieme, possiamo fare la differenza”.




INSIEME PER L’ALTERNATIVA POPOLARE E DEMOCRATICA

Galbiati: rimettere al centro i diritti sociali

Ortona, 21 ottobre 2024. Dopo la presentazione del convegno organizzato da INSIEME con la partecipazione di un altissimo numero di rappresentanti di gruppi ed associazioni che vogliono collaborare alla creazione di una nuova politica, la relazione di Domenico Galbiati sulla necessità di rimettere al centro i diritti sociali

Se la nostra amica Eleonora – alla cui memoria dedichiamo questa giornata – fosse ancora qui con noi, ci ricorderebbe che c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere. E, soprattutto, che non sta scritto da nessuna parte che chi ha seminato possa pretendere per sé anche il raccolto. Infatti, come ha sostenuto papa Francesco, intervenendo alla Settimana Sociale di Trieste, “i cattolici non devono pretendere di essere ascoltati, ma piuttosto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico”.

In altre parole, i credenti – ma, in effetti, dovrebbe valere per tutti – prima di coltivare un’ambizione di potere, devono o dovrebbero farsi carico di un compito di verità. Che sul piano dell’azione politica consiste almeno nello sforzo diretto a superare narrazioni ideologiche artefatte,per aderire alla realtà sociale.

Oggi siamo dentro una transizione epocale che esige scelte coraggiose, gravi ed illuminate, come fu per De Gasperi a suo tempo. E indirizzi che siano in grado di andare oltre l’ordinaria amministrazione e le mezze misure. Con una radicalità che sia in grado di rispondere a fenomeni avvilenti, francamente inaccettabili, a cominciare dalle profonde diseguaglianze sociali che letteralmente lacerano anche le società più abbienti, oltre a compromettere il quadro complessivo delle relazioni internazionali.

Giustizia e libertà camminano di pari passo. Se non ci sono giustizia, parità effettiva di diritti e di opportunità, se non ci sono solidarietà, coesione sociale, uguale titolarità di cittadinanza per tutti, anche la libertà di chi pur sta in cima alla scala sociale viene, infine, delegittimata e compromessa. Sulle nostre generazioni incombe la responsabilità di vivere un frangente della storia del tutto particolare.

Siamo nel bel mezzo di una transizione epocale di cui non vediamo, se non confusamente verso un orizzonte lontano, i possibili approdi. Globalizzazione, incalzante sviluppo della scienza e della tecnica, crescita esponenziale e rumore assordante della comunicazione, migrazioni, crisi ambientale. Tutti processi che hanno un punto in comune: mettono in gioco la dignità della persona. E, quindi, necessitano di una visione etica, che sia capace di governarli.

Fin dagli Anni ‘20, Romano Guardini ci ha avvertiti che il nostro tempo – a cavallo tra tarda modernità e “post-moderno” – ha il grave compito di “governare la potenza” e, dunque, domare la complessità. Ora anche a noi compete riannodare il filo e dare continuità e ulteriore sviluppo al pensiero politico del cattolicesimo democratico e popolare. Tommaso Moro ci ha invitati a “conservare la fiamma e buttare la cenere”. E, ovviamente, non parlava della fiamma tricolore.

Siamo nati – attorno a mons. Simoni, con il fondamentale concorso di Stefano Zamagni – nel segno della ispirazione cristiana. Ispirazione che, come ci ha insegnato Aldo Moro, “va da noi sentita come principio di non appagamento e di mutamento dell’esistente (…). E come forza di liberazione, accanto ad altre”.

Ispirazione Cristiana, nel tempo della secolarizzazione compiuta, significa capacità di trovare parole e argomenti nuovi per mostrare, anche a chi provenga da altre culture, quale sia il valore umano e civile dei principi, dei valori, dei criteri di giudizio che, gratuitamente, abbiamo ricevuto in dono in uno con la fede.

Abbiamo attraversato quella sorta di Rubicone che scorre tra impegno sociale, cultura, formazione delle coscienze e assunzione di un compito di carattere prettamente politico. Non gruppo culturale, ma partito. Forza minuscola, ma orientata a costruire, nel senso sturziano del termine, il “partito di programma”. Impresa difficile, eppure dedicata a fecondare ciò che matura sul piano della riflessione culturale, attraverso la sua declinazione sul piano dell’azione politica. Il “programma” è il punto di possibile aggregazione operativa tra forze diverse che provengano da differenti retroterra culturali. Che sul programma possono convergere senza che nessun comprometta la propria originaria peculiarità.

Intendiamo affermare la nostra autonomia – non l’equidistanza che è tutt’altra cosa – dalla destra e dalla sinistra. Vogliamo concorrere alla trasformazione del nostro sistema politico, che va liberato dalla camicia di forza del bipolarismo maggioritario, fondato sullo scontro continuo e pregiudiziale tra i due poli. In apparente reciproca delegittimazione dei suoi attori, che è in realtà una reciproca legittimazione dell’oligarchia al potere.

L’ Italia è troppo ricca di storia, di cultura, di mille articolazioni geografiche e locali perché la si possa stringere e costringere dentro una camicia di forza che le toglie il respiro. Ha bisogno di un sistema politico-istituzionale che le permetta di esprimere pienamente le energie morali e civili di cui continua ad essere ricca. Perché prendiamo le mosse dai “diritti sociali”? Perché, a nostro avviso, vanno assunti come cardine di una nuova fase politica. Se vogliamo attraversare indenni questo tempo slabbrato, dobbiamo superare la logica dell’individualismo e ricreare un “popolo”, una comunità di sentimenti, di interessi, di speranze, di traguardi, di attese condivise, che diano un senso alla vita.

Dobbiamo ricomporre le trame di una “coesione sociale” smarrita e costruire quella democrazia ad “alta intensità” di cui ci ha detto, ancora a Trieste, il presidente Mattarella. Una democrazia partecipata, viva, coinvolgente, che evoca la responsabilità personale del singolo cittadino. A fronte delle sfide epocali che incombono su di noi, ogni cultura politica dovrebbe avere il coraggio di ridefinire la propria identità in rapporto al valore della persona. Perché le mille contraddizioni del nostro tempo possono trovare il luogo di una possibile conciliazione, non tanto in apparati istituzionali ma, anzitutto, nello spessore della coscienza interiore e della maturità civile di ognuno.

La centralità della persona, per il nostro tempo, non è un’opzione tra le altre, ma una necessità strutturale. Che ha pure il merito di evocare quella dimensione della trascendenza che abbiamo, purtroppo, in larga misura smarrito.

I diritti sociali, dunque.

Il lavoro, anzitutto. In quanto baricentro che regge l’intera costellazione dei “diritti sociali” e dal lavoro che bisogna partire. Sarebbe importante che, con Roberto Pertile e Anna Maria Pitzolu, gli dedicassimo, in una prossima occasione, un’ intera giornata di studio.

E poi la casa, tutto ciò che attiene alla vita quotidiana della famiglia. La scuola e l’educazione dei figli, la loro salute, la cultura, la loro crescita umana, morale e civile. Come educare, coltivare, preservare la loro capacità di pensare in proprio, piuttosto che allinearsi dietro il pifferaio di turno. E ancora la cura degli anziani, il “diritto di avere doveri”; un sentimento di solidarietà e di accoglienza nei confronti di chi, a qualunque titolo, sia debole o emarginato, povero o “diverso”. Con determinazione, un forte contrasto a diseguaglianze sociali avvilenti ed inaccettabili, a costo di provvedimenti impopolari ed elettoralmente non accattivanti.

Il contrasto al degrado della sanità pubblica. Una lotta senza quartiere alla povertà educativa e all’abbandono scolastico. Una politica che combatta il tarlo della solitudine che minaccia i giovani, pur nel frastuono di una comunicazione esasperata. Una capacità di accoglienza e di vera integrazione, nel territorio delle nostre comunità locali, nei confronti dei migranti che sia in linea con l’ineluttabile e progressiva formazione di una nuova civiltà multietnica. Italiani si nasce ed italiani si diventa nella solidale e comune appartenenza a quella “patria” costituzionale che dobbiamo al sangue ed al sacrificio di tanti giovani.

Segno dei tempi – si sarebbe detto una volta – se solo sapessimo ancora leggerli.

Ne parleremo diffusamente nel pomeriggio, suggerendo indirizzi e soluzioni. Il lavoro, la sanità pubblica, la scuola e l’educazione, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. E un sistema delle Autonomie solidale e responsabile, come necessario contenitore e strumento di queste politiche. Senonché, un conto è redigere un’agenda sociale, altra cosa è, invece, affrontare il punto dirimente di ordine prettamente politico.

Con chi ci si allea, in quale quadro politico, con quali mediazioni per condurre in porto gli obiettivi che ci stanno a cuore? Ora noi pensiamo, a tale proposito, che l’Italia abbia bisogno di una chiara, forte, esplicita, coraggiosa alternativa all’attuale governo delle destre. Un’alternativa ferma e puntuale soprattutto alla pretesa di egemonia culturale – peraltro destituita da ogni credibile fondamento – che la destra accampa.

Non è più tempo di “pensiero unico” e di egemonie e questo vale, ovviamente, anche per la sinistra, che, peraltro, non ne sarebbe più, in alcun modo, capace. Pensiamo sia necessario costruire una coalizione popolare e liberal-democratica.

Noi solitamente prendiamo le mosse da don Sturzo, ma lo stesso fondatore del Partito popolare risaliva fino a Rosmini e ai cattolici liberali di metà Ottocento. Libertà di coscienza e vocazione popolare si fecondano reciprocamente. Per questo siamo interessati ad incontrare quegli indirizzi ispirati a una cifra “liberal-democratica”, sia pure sorti in altri contesti. Ad ogni modo, non servono i “caschi blu” della politica. Che si chiami “centro” o “terzo polo”, una forza di interposizione tra i due aggregati della destra e della sinistra, che, se possibile, ne sopisca lo scontro, non è risolutiva.

Anzi, rischia di addormentare il gioco e “normalizzare”, se cosi’ si può dire, un sistema politico giunto al capolinea. Il quale sopravvive a sé stesso solo in virtù della reciproca convenienza, concordemente gestita, dalla destra e dalla sinistra, a blindarlo, ad ogni costo, a dispetto dei tanti elettori che non vi si riconoscono più e disertano le urne. Due forze funzionali l’una all’altra, che si definiscono solo nella reciprocità della contrapposizione. E di tale contrapposizione alimentano il comune intento a scambiarsi i ruoli, ora di governo, ora di opposizione, pur di restare pur sempre in gioco, da protagonisti esclusivi del sistema.

Al contrario, è necessario portare a un punto più alto di sintesi politica e programmatica le culture popolari, democratiche, non massimaliste, ambientali, civiche e locali e ricomprendervi anche le forze che hanno una vocazione liberal-democratica e schiettamente europeista, che stride con le destre nazional-sovraniste. Dando vita ad una coalizione che si collochi fuori dal perimetro di un sistema decotto e lavori per una trasformazione profonda del complessivo sistema politico.

Noi guardiamo, a un tempo, alla Dottrina sociale della Chiesa e alla Costituzione repubblicana.

La prima non può essere sfogliata, cogliendone fior da fiore come, di volta in volta, faccia più comodo. Soprattutto – lo abbiamo affermato ripetutamente – in ordine al tema della vita, dal concepimento fino alla sua naturale conclusione. Va accolta nella sua dimensione integrale.

E la Costituzione va difesa. Va difesa con fermezza contro chi vorrebbe oscurare la memoria del suo fondamento antifascista, quasi a volersi rivalere e vendicare dell’inappellabile condanna della Storia, per farne un’altra – così ci vien detto – il cui impianto ideale risalirebbe alle radici di un periodo fosco che ha visto l’Italia addirittura complice della criminale furia nazista.

Per questo ci opponiamo, senza riserve, alla riforma costituzionale avanzata dal governo in carica e incentrata sul “premierato”. Ogni forma di personalizzazione del potere e di impoverimento della rappresentanza democratica e della centralità del Parlamento, al di là di ogni altra considerazione, è quanto di meno appropriata si possa immaginare per governare società avanzate come la nostra. Cioè, “sistemi aperti” che devono crescere dal basso, adatti ad apprendere, giorno per giorno, dalla vita concreta di un popolo.

Il “premierato” rappresenta una linea di demarcazione netta tra due differenti concezioni. Non a caso, Giorgia Meloni lo invoca come la “madre di tutte le riforme”. Quindi, non un provvedimento sostanzialmente tecnico, funzionale alla governabilità, bensì il grembo che partorisce una ben definita cultura politica, una visione complessiva di cosa siano il potere e gli ordinamenti destinati a sorreggerlo.

O si sta da una parte o si sta dall’altra. Non ci sono vie di mezzo o compromessi. Chi pensa a possibili mediazioni, è già entrato nella logica dell’altra parte. Dietro la suggestione del leader carismatico o dell’uomo forte ci sta tutta una concezione della Storia, addirittura un’antropologia che non è la nostra. Più di quanto non appaia, siamo di fronte a una scelta dirimente. I cattolici, se davvero hanno a cuore il primato della persona che si sostanzia nel pieno esercizio della libertà, devono sapere di essere a un bivio, esposti – ciascuno singolarmente, a fronte della propria coscienza – a un banco di prova che non può essere aggirato.

Don Sturzo quando fondò il Partito Popolare sapeva non di unire il campo cattolico, bensì di distinguere, da una parte i cattolici-democratici, dall’altra i cattolici conservatori. La questione si pone anche oggi, in un altro e diverso contesto storico, ma, per molti aspetti, negli stessi termini. O di qua o di là.

Peraltro, l’alternativa alla destra non sembra possa essere sostenuta dall’imbarazzante divenire del cosiddetto “campo largo”, un cantiere a geometria variabile, che, senza posa, fa e disfa un’impalcatura perennemente sghemba, dove basta stringere un bullone per allentarne altri. Del resto, qualunque dei due schieramenti dovesse prevalere al momento del dunque, ancora una volta vincerebbe la polarizzazione e perderebbe il Paese.

L’alternativa alla destra passa da un dato strutturale, ancor prima che dai contenuti programmatici. Anche noi non possiamo fare a meno di interrogarci sulla governabilità di una società ingarbugliata come una matassa, di cui non si riesce a cogliere il bandolo. La possibile soluzione sta esattamente agli antipodi della suggestione dell’uomo forte.

Va mantenuta ferma l’autorevolezza e la centralità del Parlamento. E rafforzata la “rappresentanza”. Quanto più una società è intricata, tanto più può essere governata solo grazie a processi di maturazione civile e di partecipazione attiva dei cittadini al “discorso pubblico” che, secondo Habermas, è il luogo della reciproca legittimazione tra le le parti.

È necessaria una nuova legge elettorale che restituisca l’Italia agli italiani, con la facoltà di eleggere liberamente chi li rappresenti in Parlamento. Un sistema elettorale proporzionale, che non sia di nominati, cioè di scelti da una classe dirigente che vuole perpetuarsi al potere, dominando sui nuovi eletti, scelti come loro esecutori. Ma un sistema elettorale proporzionale che permetta al popolo tutto di tornare con fiducia alle elezioni sicuro di potere scegliere liberamente i propri rappresentanti. Basta con i nominati con false elezioni, vogliamo eletti, cioè liberamente scelti dal popolo elettore. Per questo vogliamo un sistema proporzionale, che rafforzi il parlamento sulla base di rinati, perché liberi, e partecipati partiti politici, pilastri anch’essi costituzionali della democrazia parlamentare reale, cioè vera, viva rappresentanza della vita politica.

È l’ intera cultura della rappresentanza in quanto tale – come ci suggeriscono anche gli amici del Comitato Referendario per la Rappresentanza – che va rimessa al centro. Ma non basta. Occorre che la società civile, nelle sue mille articolazioni, pur non accedendo a forme di diretto impegno politico, sia capace di pensare politicamente – come ci ha insegnato, tra i padri costituenti, Giuseppe Lazzati – così da rappresentare i propri interessi e le proprie competenze, leggendole in filigrana all’interesse generale del Paese. Ma di questo parleremo in altra occasione.

Intanto, vorrei concludere con un invito a coloro che hanno accettato di concorrere a questa giornata di riflessione comune. Prendiamoci un anno di tempo. Lasciamo da parte ogni possibile disputa su chi sia partito, piuttosto che movimento culturale o associazione e quant’altro, chi prediliga l’impegno politico o piuttosto un compito di carattere sociale o formativo.

Costruiamo la traccia di un possibile programma. Vediamo di capire se la nostra ispirazione, non certo in una olimpica solitudine, ma con altre, possa essere feconda per il nostro Paese. Sperimentiamo un cammino, in piena libertà, nel totale rispetto dell’autonomia di ognuno, e poi, tra un anno, tiriamo le somme e valutiamo se e come vi siano o meno le condizioni per progettare una seconda tappa di questo percorso. Limitiamoci pure a un patto di reciproca consultazione, che non impegni nessuno e di nessuno comprometta l’identità. Ma facciamolo.

Domenico Galbiati

INSIEME per l’Alternativa popolare e democratica. Galbiati: rimettere al centro i diritti sociali – Politica Insieme




OMAGGIO A MALTESE

con lo spettacolo di Antonio Catania “Azzurro” inizia la stagione teatrale all’Auditorium Zambra

Ortona, 21 ottobre 2024. Antonio Catania inaugura la stagione teatrale dell’Auditorium Zambra con “Azzurro” l’omaggio a Maltese. Curzio Maltese, travolto da una malattia importante, guarda indietro alla sua vita intensa e ne ripercorre le tappe insieme all’amico musicista sui palchi italiani. È l’attore Antonio Catania che affiancato dal pianoforte di Sergio Colicchio, trasporta in un viaggio travagliato e spassoso; nel suo ultimo libro, la penna sublime e ironica di Curzio Maltese conduce in una cavalcata attraverso gli ultimi sessant’anni del Paese, con lo stile unico che moltissimi lettori hanno imparato a conoscere e amare, cercando i suoi editoriali come una bussola preziosa per orientarsi nella magmatica vita politica italiana e non solo.

Un omaggio, intitolato “Azzurro – Stralci di vita” (Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale), che inaugura la stagione teatrale 2024/25 dell’Auditorium Zambra di Ortona (Ch), gestito da Unaltroteatro di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio: l’appuntamento è per sabato 26 ottobre alle ore 20.45. Un atto unico scritto da Paola Ponti, moglie del cronista e scrittore scomparso lo scorso anno e tratto dall’omonimo libro di Maltese, per la regia di Carmen Giardina, con musiche del Premio Oscar Nicola Piovani, grande amico del giornalista.

E così scorrono i ricordi di decenni di una vita incredibile, travagliata ma anche divertente, di cui è stato illuminato testimone grazie al suo mestiere di giornalista. A partire dalla Roma allo stadio con un padre mancato troppo presto e convinto socialista, un viaggio in Calabria con la 500, il macinino che era “la Nina, la Pinta e la Santa Maria” di un’intera generazione; e poi la fine dell’innocenza, il 12 dicembre 1969, con la bomba che scoppia a piazza Fontana.

Come è stato essere bambino nell’Italia del boom, un Paese ancora ingenuo, rivolto al futuro, dove “persino i poveri potevano essere felici”? Il sabato alla Rinascente, con la mamma commessa, nel profumo di Mariangela Melato, i foulard di Carla Fracci, le vetrine di Giorgio Armani. La lotta di classe al parco Lambro, il liceo negli anni di piombo. E le fragorose risate degli anni ’70, con Beppe Viola, Dario Fo, i comici del Derby: “ridevamo come pazzi e poi con un pensoso e penoso senso di colpa passavamo alle cose serie, la politica, il giornalismo, le culture ufficiali. Pensa che scemi.”

E così avanti con l’eleganza di Torino, appena assunto a La Stampa, Mani Pulite, la discesa in campo di Berlusconi e la bellezza dirompente della città eterna alla Repubblica, dove l’attendevano la politica, lo sport, il cinema, il teatro e gli incontri della vita con Vincenzo Cerami, Nicola Piovani, Roman Polanski.

“Azzurro” è un racconto talmente coinvolgente da far pensare fin dalla prima lettura a un naturale approdo al palcoscenico. Antonio Catania insieme a Sergio Colicchio trasportano nel viaggio della vita del giornalista.

“Il cinema – sottolinea la Giardina – era una delle grandi passioni di Curzio Maltese, e mentre cercavo una chiave per la messa in scena, ho pensato a una scenografia che attraverso pochi elementi rappresentasse l’idea di una sala cinematografica: uno schermo, due poltroncine e un’insegna al neon che riprende il titolo del libro, Azzurro. Questo spazio ideale viene abitato dal protagonista in molti modi, permettendogli di attraversare diverse dimensioni: il ricordo, l’evocazione, il ritrovarsi spettatore della propria vita che scorre come su uno schermo.

Ho creato una struttura composta da proiezioni video e musica, sempre al servizio dell’incalzare della storia e del protagonista, che di volta in volta tiene le fila e interpreta i vari personaggi in un moltiplicarsi di voci. In questo ambiente virtuale l’attore può interagire con le immagini, assistere a ciò che accade sullo schermo, o estraniarsi completamente grazie alla musica che a tratti entra in scena da protagonista”.

Seguendo il viaggio di chi è stato uno dei più grandi giornalisti italiani, si ride e ci si emoziona con Antonio Catania, che secondo la regista è l’attore più adatto per interpretare la disincantata ironia dello sguardo di Maltese, che è una caratteristica anche dell’arte attoriale di Catania, mai enfatica o retorica, sempre capace di ironia e umanità.

Allo stesso modo la scrittura di Maltese si sposa alla perfezione con la musica del suo grande amico Nicola Piovani. Una presenza capace di creare un contrappunto perfetto al suo sguardo sulla vita, nei suoi aspetti divertenti come in quelli più toccanti, in cui tutti si possono ritrovare.




FRIDA KAHLO: UN CORTO CIRCUITO DI COLORI

Celebrare una grande donna che ha saputo conquistare un posto importante nella storia e che ancora oggi riesce a influenzare il mondo artistico, culturale, musicale, letterario e politico, teso soprattutto a creare una sorta di “dialogo” tra la città del L’Aquila e la vita di questa artista contemporanea

L’Aquila, 21 ottobre 2024. Nel 70.mo anniversario della morte, tre giorni di arte, cultura e laboratori dedicati a “Frida Kahlo”. Rivoluzionaria, maestra di libertà e simbolo di coraggio e resilienza, la sua vitalità, le sue opere, sono entrati nella storia dell’arte moderna diventando a tutti gli effetti una figura di riferimento.

L’evento co-organizzato dall’Associazione culturale Ets-Odv “Libris in Fabula”, l’Istituto Santa Maria degli Angeli B. Micarelli, è patrocinato dalla Regione Abruzzo, dal Comune dell’Aquila e vede la compartecipazione dell’Associazione “L’Aquila per la Vita” e “Rotary Club L’Aquila”.

Con il progetto “Frida Kahlo: un corto circuito di colori” (evento ideato da Sabrina Giangrande),  si intende celebrare una grande donna che ha saputo conquistare un posto importante nella storia e che ancora oggi riesce a influenzare il mondo artistico, culturale, musicale, letterario e politico ma soprattutto si è voluto creare una sorta di “dialogo” tra la città dell’Aquila e la vita di questa artista. Entrambe sono state più volte ferite, aggrappate disperatamente alla vita, hanno fatto della resilienza il loro mantra ed entrambe sono rinate a nuova vita diventando simbolicamente immortali. L’una attraverso la sua arte densa di allegorie, colori sfavillanti, simbologie e messaggi e uno stile di vita all’insegna dell’ottimismo nonostante le molteplici disgrazie (non solo fisiche), l’altra attraverso l’alternanza nei secoli di lutti e speranza, di crolli e ostinate ricostruzioni. Frida Kahlo ha spesso dipinto il suo corpo in modo crudo e realistico, mostrando cicatrici, dolore e vulnerabilità. Questa rappresentazione costituisce una sfida a quelli che sono gli ideali di bellezza convenzionali, contribuendo alla narrazione di un’autentica e inclusiva corporalità femminile.

La città dell’Aquila, più volte ferita e lacerata nel suo cuore per via dei terremoti, potrebbe essere paragonata alla stessa resilienza coraggiosa di una donna come la Kahlo, che nonostante abbia vissuto una vita duramente segnata da gravi e sfortunate problematiche, è riuscita a emergere diventando un’icona immortale, anche di contagiosa vitalità. I suoi quadri e la sua vita personale sono l’esplorazione dell’identità di genere, spesso complessa, unitamente alle sfide che le donne affrontano in una società patriarcale. Kahlo ha sostenuto molte donne artiste, contribuendo a creare «spazi di espressione per le donne nell’ambito artistico, aprendo la strada per molte artiste donne, dimostrando che possono avere successo nel mondo dell’arte nonostante le sfide e le discriminazioni».

Proprio questo sommesso dialogo sarà lo spunto per offrire un ampio ventaglio di proposte culturali e spettacolari e coinvolgendo gli studenti di scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo “T. Patini”, Istituto Santa Maria degli Angeli “B. Micarelli” e Istituto Comprensivo “G. Rodari” (per età nati tutti dopo il sisma del 2009) in attività laboratoriali che, attraverso l’osservazione di opere d’arte e artigianato artistico, letture mirate, musica, danza richieda poi agli allievi stessi di esprimere in maniera individuale, di gruppo o collettiva, il loro concetto di resilienza, di recupero della memoria storica dei luoghi nei modi e con le tecniche che riterranno più opportuni e sotto la guida dei loro insegnanti curricolari.

Sono stati coinvolti per la tavola rotonda Frida Kahlo: dall’arte alla comunicazione che si svolgerà il 23 ottobre con inizio alle 17.30 i relatori, Yari Selvetella, giornalista e scrittore di Rai Uno e la docente di Semiotica dell’Università di Teramo, Marianna Boero.  Di seguito con inizio alle 18.30 sarà ufficialmente inaugurata la mostra delle opere dell’artista chietino Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge” e a seguire il Recital concerto “Alle voci Perdute” Coro CantAbruzzo diretto da diretto dalla Maestra Rosella Pezzuti  con Larry Villalobos tenore solista, Tony Turco alla chitarra e Barbara Cardelli alla fisarmonica.  Per tutti i tre giorni ci saranno le artigiane in vetrina (Simonetta Morrone bijoux designer · Le Fanciulle) e un punto informativo dedicato all’associazione “L’Aquila per la vita”.

Gli eventi si svolgeranno nella Sala Rinascimentale di Palazzo Alfieri in via Fortebraccio, 54 nell’Istituto Santa Maria degli Angeli “Barbara Micarelli” .

Di seguito il programma generale:

Mercoledì 23 ottobre mattina – Frida Kahlo a Scuola – incontri, letture e laboratori con alunni di scuole secondarie di I grado a cura delle operatrici dell’Associazione Culturale Ets-Odv “Libris in Fabula”.

Nella sala rinascimentale alle ore 17:30 – presentazione ufficiale dell’evento con i saluti istituzionali di Roberto Santangelo Assessore alla cultura Regione Abruzzo, Nicoletta Proietti Presidente Rotary Club L’Aquila, Donella Giuliani Presidente “Libris in Fabula”, Suor Antonella Savini Istituto Santa Maria degli Angeli. A seguire una tavola rotonda dal titolo: “Frida Kahlo: dall’arte alla comunicazione”, introduce Sabrina Giangrande – giornalista, relatori: Yari Selvetella – giornalista e scrittore “Frida Kahlo, il corpo della pittura” e Marianna Boero – docente di Semiotica (Università di Teramo) “L’identità visiva di Frida Kahlo”.

Alle 18.30 Inaugurazione della Mostra di opere dell’artista Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, a seguire Recital-concerto “Alle Voci Perdute” Coro CantAbruzzo diretto dalla Maestra Rosella Pezzuti con Larry Villalobos tenore solista – Tony Turco chitarra e Barbara Cardelli alla fisarmonica. Tutti i giorni dalle  17:30 – 19:30 Artigiane in vetrina (Simonetta Morrone bijoux designer · Le Fanciulle) e L’Aquila per la vita informa.

Giovedì 24 ottobre mattina – Frida Kahlo a Scuola, incontri, letture e laboratori, alle 17.30 nella Sala Rinascimentale  Bailando a la Vida performance con i ballerini Mirko Zaccagno ed Elisa di Tommaso della New Passion Dance. Ore 17:30 – 19:30 Mostra di Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, Artigiane in vetrina : Simonetta Morrone bijoux designer  – Le Fanciulle  e L’Aquila per la vita informa.

Venerdì 25 ottobre, mattina – Frida Kahlo a Scuola, incontri, letture e laboratori, ore 17:30 nella Sala Rinascimentale, Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi Reading Letterario-Musicale. Sabrina Giangrande leggerà un brano tratto dal libro “Viva La Vida!” di Pino Cacucci (Feltrinelli, 2014), Sandra Antonelli leggerà poesie e una lettera di Frida Kahlo, l’accompagnamento musicale sarà di Emanuele Sponta con Ronroco e Chitarra. Per i saluti finali  “Colori per la vita” a cura dell’Associazione “L’Aquila per la Vita”, con la partecipazione del presidente Giorgio Paravano e le letture saranno curate da Mauro Pansini.  Dalle 17:30 – 19:30 Mostra Di Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, Artigiane in Vetrina Simonetta Morrone Bijoux Designer · Le Fanciulle e L’Aquila per la Vita informa. Riprese e video a cura di Emmanuel Ntawizera (Manuwebtv), Grafica e designer Sandra Antonelli, Sicurezza e vigilanza “Professione Security di Angelo Giardini.




LE DIFFERENZE TRA LE APPARIZIONI

Le apparizioni di Petralia completano quelle di Medjugorje!

di Giuliano Gattei

Petralia, 21 ottobre 2024. Le due apparizioni sono complementari tra loro, infatti la Madonna col Bambino era presente alla prima rivelazione privata di San Michele Arcangelo a Petralia Sottana (PA) di cui hanno parlato Zona Bianca rete4 e don Marcello Stanzione, famoso esperto di Angeli.

Solo da poco la Chiesa ha accettato Medjugorje, il cui nome in lingua croata significa “tra i monti”. Anche Petralia è tra i monti dietro Cefalù, ma dal 1981 i croati hanno bussato a tutti i giornali del mondo portando migliaia di messaggi universali.

A Petralia l’Arcangelo continua ad apparire ma da guerriero, ha dato solo 14 messaggi autenticati da una lacrima (foto) e tanti “fatti straordinari” di cui si parla troppo poco, indicando come colpire obiettivi decisivi per la vittoria. Cioè ha dato consigli pratici, semplici ma potenti, e ora attende per rispettare le decisioni degli uomini. Eccoli brevemente.

Al Papa, rimettere la preghiera di papa Leone XIII° a fine della Messa per eliminare gli scandali nella Chiesa.

Ai Vescovi, nominare più esorcisti, per salvare tanti disperati.

Ai sacerdoti, uscire dalle chiese e tornare a predicare nelle piazze.

Ai politici, mettere i Valori cristiani nelle Costituzioni e togliere le leggi che “offendono Dio”, cioè peccati sociali come aborto e divorzio, che vengono espiati da vivi.

Ai laici, digiunare per la pace, perché alcuni vogliono la guerra.

Alle singole coppie, pregare insieme per salvare il proprio matrimonio.

Ai singoli, andare alla sorgente sotto l’edicola votiva di Petralia Sottana (foto), o qualsiasi altro luogo consacrato all’Arcangelo, per ottenere liberazioni, conversioni, guarigioni, proprio come già accade a Lourdes, e dal 2008 a Petralia.

Ai suoi devoti, formare ogni 29 del mese, dei Gruppi di preghiera e carità.

Ora ognuno sa cosa fare!

I messaggi integrali sono stati pubblicati da vari autori, come Sandro Mancinelli, don Marcello Stanzione, don Sabatino Iorio ecc.




LA SIECO AKEA SI FERMA A SORRENTO

Vincono i padroni di casa per 3 set a 0

Sorrento, 21 ottobre 2024.  Sieco Service Akea Ortona (quasi) non pervenuta in quel di Sorrento. Vero è che l’avversario era di indubbio spessore ed altrettanto vero è il fatto che questa sera, gli avversari hanno messo in mostra una straordinaria capacità difensiva e grande capacità di finalizzare il contrattacco. Sebbene il numero dei muri punto delle due squadre si equivalgano si deve sottolineare come il muro della Romeo Sorrento abbia sistematicamente toccato e smorzato gli attacchi dei terminali ortonesi che questa sera sono andati in difficoltà. Dopo un primo set tutto sommato equilibrato dove i padroni di casa hanno trovato sin da subito un vantaggio minimo gestito fino alla fine, ne arriva un secondo (da dimenticare) nel quale la Sieco Akea è andata in difficoltà senza via di scampo. Il terzo set è combattuto ad armi pari ma gli adriatici mantengono meglio il campo ma cedono le armi sul più bello. Con in mano due punti set, i ragazzi di Coach Denora subiscono un inatteso e frustrante parziale di quattro a zero che chiude il gioco 26-24. Domenica prossima, sempre alle ore 19.00 una nuova difficile sfida attende gli impavidi. Arriva ad Ortona la JV Gioia Del Colle, un’altra candidata alla vittoria finale. Si tratterà quindi di una gara stimolante e di una ghiotta occasione per i Ragazzi Impavidi di scrollarsi di dosso una serata davvero storta.

IN BREVE

Ortona imprecisa in ricezione nell’avvio di gara e permette ai padroni di casa di trovare il punto del break sul 5-3. Bene il muro degli abruzzesi che in questa fase trovano una certa continuità nella fase di difesa/contrattacco. La gara rimane ben salda sui binari dell’equilibrio nella prima parte del set con Ortona che approfitta di tanti errori al servizio di Sorrento.  Ancora qualche sbavatura in ricezione, la Romeo Sorrento ne approfitta per trovare un vantaggio di due lunghezze sul 14-12. Baldi è incontenibile, la ricezione di Ortona non tiene e gli attacchi diventano complicati. Allo sprint finale i padroni di casa possono gestire un patrimonio di 4 punti sul 22-18. Ortona stringe i denti e tenta di riavvicinarsi sul finale ma il set è dei padroni di casa: 25-22.

Nelle prime battute del secondo set Pinelli trova come suo terminale preferito il centrale Pasquali che risponde sempre ottimamente. È però la Romeo Sorrento a dare il via alla prima mini-fuga con un buon turno al servizio di Patriarca. Sorrento difende meglio gli attacchi, se pur potenti di Rossato non riescono a trovare la strada del pavimento perché i giocatori avversari prendono letteralmente tutto. I Ragazzi Impavidi non riescono ad esprimere gioco, Bertoli e Pasquali provano a dare la scossa ma il più delle volte la fase di difesa/contrattacco di Sorrento appare impeccabile. Ortona nulla può in un set compromesso quasi subito e il parziale si chiude 25-18.

La Sieco Akea ritrova coraggio e intraprendenza nel terzo set e riesce a tenere testa all’avversario. I ragazzi di Coach Denora entrano in campo con piglio diverso e al giro di boa, Ortona è in vantaggio 10-13. Sorrento però riprende il Leitmotiv di difendere ogni pallone e ritrova l’equilibrio e il tabellone elettronico indica 16-16. Ortona ha la possibilità di ritornare in partita ma Sorrento annulla due palle set e porta il parziale ai vantaggi. Ortona va letteralmente in bambola subendo un parziale di 4-0 non riuscendo a sfruttare due palle set. Alla fine è Sorrento a festeggiare.

PRIMO SET:

Padroni di casa in campo con Tulone regista e Baldi opposto. Pol e Wawrynczyk in posto 4, Fortes e Patriarca centrali, Russo libero.

Coach Denora risponde con Pinelli al palleggio e Rossato opposto. Capitan Marshall e Bertoli sono i martelli con Pasquali ed Arienti centrali. Libero Broccatelli.

Il primo pallone della gara è già tra le mani di Pol, per la Romeo Sorrento. Out il suo servizio, la palla passa a Pinelli. Muro di Rossato 0-2. Ravvisato un tocco al muro di Ortona ed è punto di Fortes 1-2. Fuori l’attacco di Rossato 2-2. La Diagonale di Baldi pizzica la linea laterale 3-3. Ortona ricostruisce male, ne approfitta Wawrynczyk che fa 4-3. Ace di Baldi 5-3. Wawrynczyk cerca e non trova le mani del muro di Ortona 5-5. Fuori di poco il servizio di Pasquali 6-6. Fuori anche il servizio di Rossato 7-7. L’ex Patriarca trova un insidioso servizio float che Ortona non trattiene 8-7. Muro di Bertoli 9-10. Mani-fuori per Sorrento 13-12. Anche Rossato gioca il mani-fuori 14-13. Out il servizio di Marshall 17-15. Invasione del muro sorrentino 17-16. Gran botta di Pasquali 18-17. Baldi ancora a segno 20-17. Out il servizio di Pecchio 20-18. Fuori l’attacco dell’opposto ortonese 22-18. Marshall buca il muro 22-19. Marshall rosicchia un altro punto con il suo muro del 22-20. Forte parallela di Rossato 23-21. Ace di Rossato, 23-22, ma c’è bisogno del video-check. Invasione di Marshall 24-22. Fuori il muro di Marshall 25-22.

SECONDO SET

Si torna in campo e la palla è di Ortona. Pinelli serve ma il punto è di Fortes 1-0. Poco dopo lo imita Pasquali 1-1. Ancora Pasquali 1-2. Fuori il muro ortonese 2-2.  Sulla rete il servizio di Wawrynczyk 3-4. Baldi attacca forte dalla seconda linea 6-4. Out il servizio di Patriarca 6-5. Wawrynczyk trova un’ottima pipa 7-6. A segno anche Pol 8-6. Bertoli riesce a trovare il punto del 10-7. Rossato non riesce a trovare il punto, il suo attacco è ancora una volta difeso. Sorrento ricostruisce e fa 12-7. Pinelli dal centro smuove un po’ le acque 14-9. Patriarca sfrutta la sua altezza per il punto del 16-11. Muro di Giacomini, nel frattempo entrato al posto di Arienti 17-13. Out il servizio di Sorrento 19-15. Bertoli murato da Fortes 20-15. Ace di Pecchio 21-15. Patriarca attacca al centro 23-16. Wawrynczyk elude il muro di Ortona e trova il set point 24-17. Ancora Patriarca e Sorrento chiude il set 25-18.

TERZO SET

Si riparte con Pol al servizio ma il punto è di Ortona, con il muro ortonese che si fa trovare pronto 0-1. Rossato murato da Fortes 1-1. Muro di Marshall 1-3. Fuori il servizio di Wawrynczyk 3-5. Fuori il muro di Bertoli 5-7. Rossato attacca sulle dita del muro avversario 6-8. Ottimo attacco al centro di Pasquali 7-10. Azione prolungata finalizzata da un tocco piazzato di Marshall 8-12. Imprecisa la ricezione ortonese, la palla torna nel campo di Sorrento e Pol la pianta a terra per il 13-14. Out il servizio di Pinelli 14-15. Fuori anche quello di Bertoli 15-16. Baldi attacca senza muro 16-16. Fischiata invasione a Wawrynczyk 17-19. Tira forte Patriarca, nulla può Broccatelli 18-20. Marshall fermato dal muro di Patriarca 19-20. Wawrynczyk sbaglia dai nove metri 20-22. Sulla rete il servizio di Sorrento, set point Ortona 22-24. Pol attacca lungolinea e annulla il primo set point 23-24. Ace di Sorrento 24-24. Baldi ribalta la situazione 25-24. Rossato schiaccia e il muro smorza il suo attacco. Sorrento contrattacca e Baldi porta a casa tre punti.

Romeo Sorrento 3 – 0 Sieco Service Akea Ortona (25-22 / 25-18 / 26-24)

Durata Set: 32’ / 28’ / 35’

Durata Totale: 1h 35’.

Arbitri: Christian Palumbo (Cosenza) e Pierpaolo Di Bari (Fasano)

Romeo Sorrento:  Tulone 1, Baldi 21, Pol 9, Wawrynczyk 9, Fortes 10, Patriarca 10, Russo (L) 83% pos, 67% perf., Buccella, Ciampa, Becchio 1, Gargiulo. Allenatore: Esposito. Vice: Buzzo.

Muri Punto: 5 , Aces: 3 , Battute Errate: 17

Sieco Service Akea Ortona: Pinelli, Pasquali 8, Broccatelli (L) Pos. 58% Perf 58%, Bertoli 11, Del Vecchio 1, Marshall 8, Di Tullio 1, Rossato 9, Arienti 1 Allenatore: Denora Caporusso. Vice: Di Pietro.

Muri Punto: 5 , Aces: 2, Battute Errate: 10




L’ASD SCI DI ALFEDENA ALLA FESTA FISI

Regione Abruzzo, Senato della Repubblica e FISI con mano sul cuore per Inno di Mameli

L’Aquila, 21 ottobre 2024. Alle 17:00 circa, l’Inno di Mameli si è appropriato del petto e del cuore di tutti i presenti e, la ben nota, festa degli sport invernali, concepita e concretizzata dalla FISI CAB, ha avuto inizio.

La sala conferenze del Canadian Hotel di L’Aquila, affollata da giovani atleti ed atlete, da genitori, da tecnici, da figure politiche di tutto rilievo e da tante medaglie, riconoscimenti e attestati è stata animata fino al tardo pomeriggio di sabato 19 ottobre scorso, ed ha avuto il privilegio di toccare con mano la bellezza e l’importanza connaturata allo sci alpino e allo sci nordico.

Apprezzata e applaudita da tutti la presenza di Flavio Roda, Presidente della Federazione Sport Invernali. Roda ha consegnato ai presenti, durante l’intervista condotta dal giornalista Enrico Giancarli parole di apprezzamento per il Comitato Abruzzese, riconoscendolo sano, proteso all’impegno e al risultato, pertanto vanto per l’intera Federazione.

Presenti il comitato regionale abruzzese, campano e varie associazioni sportive. Tantissimi gli atleti premiati per i successi conseguiti. Per l’ASD Sci Club di Alfedena, presieduto da Arturo Como, preparato e allenato da Elena Como, la medaglia del Comitato Regionale color oro, per la stagione invernale 2023/2024, è andata ad Alessia Basile per la cat.  aspirante F sci di fondo e quella color argento, a Di Vito Gabriele Carlo per la cat. Baby M. Presentata, altresì, la squadra di comitato. Ne fanno parte, con grande merito e orgoglio Alessia Basile come atleta e Elena Como, in qualità di tecnico. Due donne di Alfedena che, avvolte dal colore rosso fuoco delle felpe di comitato, si distinguono e fanno ben parlare di loro e della loro terra. Arturo Como, in qualità di Consigliere Regionale FISI e di Presidente della Commissione Fondo Abruzzo, ha avuto il piacere di vedere da vicino gli occhi emozionati e i sorrisi dei ragazzi del fondo abruzzese che ha premiato.

Ogni evento si distingue per un momento in particolare, nella giornata di sabato tale momento è coinciso con il frangente in cui, sono stati premiati due ragazzi dello Special Olympics Italia Team di L’Aquila. A questi atleti l’in bocca al lupo per la loro convocazione ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2025.

Di una delicatezza e di una forza senza simili le parole che il Presidente Flavio Roda ha scelto di destinare, in maniera piuttosto riservata, ad alcuni tecnici di società sportive per elogiarli sul compiuto e per incoraggiarli sul da compiere, la vicinanza di un presidente è sempre cosa buona e giusta ad ogni livello e grado.

Nella sua L’Aquila, in veste di Senatore della Repubblica, oltre che di affezionato figlio, Guido Quintino Liris. Il senatore ha sottolineato l’importanza della vicinanza allo sport, mediante scelte politiche calzanti, ha ringraziato l’assessore regionale Mario Quaglieri per la continuità e la qualità di operato con cui lo ha sostituito in ambito regionale.

Utile ricordare che l’assessore regionale Mario Quaglieri, al suo secondo mandato nella giunta regionale, ha all’attivo numerose deleghe, fra cui quella allo sport e all’impiantistica sportiva. Quando, l’accorto, moderatore Paolo Sinibaldi, ha passato il microfono a Mario Quaglieri, si è subito parlato in termini di concretezza di aiuti e sostegni da dare al comitato, precisamente per il Trofeo Coni Cat. Under 14.  Non sorprende tutto ciò, l’assessore sì è sempre distinto per atteggiamenti di solerzia, attenzione e dinamismo nel suo agire politico.

Ad accogliere questa ondata di sci e di sciatori la forte e bella L’Aquila, ad ospitare la sede del Comitato Regionale sempre la più unica che rara L’Aquila. In rappresentanza del Comune di L’Aquila a fare le veci del Sindaco Pierluigi Biondi, Luigi Faccia. Faccia, al di là dall’essere consigliere comunale di L’Aquila, con delega allo sviluppo del Gran Sasso è il Vicepresidente collegio i maestri di Sci Abruzzo. Il consigliere comunale, oltre a portare i saluti del Sindaco Biondi, ha annunciato la calendarizzazione della Festa dello Sport che si terrà a L’Aquila a novembre.

Dato che noto proverbio recita “che gli ultimi saranno i primi”, si può asserire senza timore di smentita che, il primo a prendere la parola, a fare gli onori di casa e a dare il benvenuto a tutti è stato il Presidente del Comitato Abruzzese, Angelo Ciminelli. Ciminelli è stimato e ammirato presidente del CAB da ben tre mandati. Quanto magistralmente andato in scena sabato sin qui riportato è stato, ancora, una volta possibile grazie alla sua dedizione, al suo amore per lo sci e al suo voler bene al comitato abruzzese e a tutti i suoi componenti, in maniera sincera e disinteressata. Meriti e onori che, come, già succitato, gli sono stati pubblicamente tributati dal presidente Roda e da ognuno degli intervenuti. Angelo Ciminelli è noto alla comunità sportiva, ed è altrettanto conosciuto nell’ambito politico perché Sindaco di Ovindoli. Ha gratificato tutti la notizia diffusa dal presidente di Comitato Regionale, nella quale enunciava l’assegnazione di un contributo regionale di € 400.000,00 per Trofeo CONI cat. Under 14.

Lo sport non deve mai discostarsi dalla scuola, dalla cultura e dalla vita pratica. A questa festa dello sport, difatti, si affianca da ben undici anni, Il Premio Aristotele -Scuola e Sport-. A vincere questo premio, intitolato ad Erminio Aristotele, insegnate di educazione fisica, appassionato di montagna e faro per i giovani che si sono e, si accostano allo sport, due atleti di origine campana. Presente in sala, per l’assegnazione il figlio Ebron Aristotele. La formula per assicurarsi il premio, concretizzabile, anche, in € 500,00 risiede nel conseguimento di buoni risultati sportivi e nel raggiungimento di una buona media scolastica.

La sintesi di questa giornata che è stata aperta con le parole “Fratelli D’Italia, l’Italia s’è desta”, la si trova nella pronuncia incisa sulla targa, apposta alla base della Majeletta, dedicata al professore Aristotele che recita: “Amò la montagna, la visse con i giovani per la passione dello sci, ad essi insegnò la disciplina, scuola di sport e di vita”.

Perché nello sport e nella montagna si è Fratelli.