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LEGGE DI BILANCIO: una politica completamente scollegata dal Paese

di Luigi Milanesi

PoliticaInsieme.com, 28 ottobre 2024. Le pensioni minime passano da 614,77 a 617,90. Basterebbe questa constatazione accompagnata dal buon senso per far bocciate la prossima finanziaria. Certo la questione delle pensioni minime non è di oggi e sarebbe ingeneroso imputare alla maggioranza di governo tutta la responsabilità. Il problema, però, resta in tutta la sua drammaticità. Dobbiamo anche dire che quando ci si propone alla guida del Paese si devono avere chiare le azioni da intraprendere per contrastare le drammaticità altrimenti non si capisce perché ci si candidi.

Se aggiungiamo che sotto i mille euro le pensioni erogate sono circa 4,8 milioni il dramma diventa emergenza sociale. Eppure, l’argomento, in una strana convergenza di comportamenti della classe dirigente di governo ed opposizione, semplicemente non interessa. Qualche dichiarazione ad uso e consumo dei mezzi di comunicazione, poi nulla di concreto. È uno degli esempi del totale scollamento con la realtà in cui vive la nostra società tra una politica autoreferenziale che sopravvive al riparo di sistemi elettorali maggioritari ed il paese reale che nella politica e nei politici non si riconosce più. Pensiamo ad esempio all’abolizione delle preferenze.

Eliminata la caccia al voto singolo, che le preferenze imponevano, i politici si sono concentrati nella ricerca del semplice voto di opinione legando tutto a messaggi generici e per nulla concreti. Se da una parte il risultato è stata una generale disaffezione che ha delegato il governo del paese a piccole tifoserie organizzate dall’altra vediamo come le esigenze di interi settori sociali escono dalle agende dei partiti.

Quello che oggi avviene ai pensionati, progressivamente avverrà per altre categorie ed il pubblico impiego (ad esempio scuola e sanità) se ne sta accorgendo. Può un sistema del genere continuare? Evidentemente no, a patto che esista una alternativa partitica. Un partito capace di organizzare ed esprimere le esigenze popolari e non quelle lobbistiche. Magari saranno i pensionati a salvarci.

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