Presentato il distretto rurale delle colline verdi d’Abruzzo. Durante l’incontro che si è svolto ieri sono state illustrate tutte le fasi che porteranno alla costituzione del DIRU del Gal. L’evento è stato anche un’occasione per conoscere le esperienze virtuose degli operatori del territorio che hanno partecipato alla pre-incubazione di questo progetto
Mosciano Sant’Angelo, 1° novembre 2024. Un progetto che ha voluto mettere al centro le esperienze virtuose degli operatori. È questo l’intento del Distretto Rurale Agroalimentare Terramàne che è stato presentato ieri dal Gal a Mosciano Sant’Angelo. L’incontro, in attesa della costituzione ufficiale, ha illustrato i risultati delle fasi di progettazione e di pre-incubazione.
Il DIRU Terramàne ha proposto fin dall’inizio un approccio dal basso e ha invitato le aziende locali, che operano nel settore agroalimentare, a partecipare per contribuire alla valorizzazione del proprio territorio, nonché per continuare a innovare e beneficiare di premialità nella strategia 2023/2027 del Gal Terreverdi Teramane.
I distretti rurali sono sistemi produttivi caratterizzati da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra le attività agricole e altre attività locali, nonché produzioni di beni e servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali. Le caratteristiche fondamentali dei Distretti Rurali sono: integrazione tra attività primarie e altre attività locali, produzione di beni specifici/vocazionali, dimensione territoriale omogenea, identità storica comune e contesto produttivo e istituzionale fortemente integrato e interdipendente.
Sono intervenuti alla presentazione il presidente del Gal Pasquale Cantoro e il presidente del CdA Partners srl Fabrizio Luciani che ha seguito tutte le fasi progettazione del distretto rurale del Gal.
Gli obiettivi del progetto del Gal Terreverdi Teramane sono stati: accrescere tra gli attori pubblici e privati del territorio la cultura della cooperazione e del saper fare sistema e promuovere progetti pilota di cooperazione di filiera, di creazione e sviluppo di filiere corte e mercati locali sostenibili a livello economico, sociale ed ambientale.
“Il progetto è nato già prevedendo un forte sviluppo dal basso – ha detto il presidente Cantoro – era presupposto fondamentale che il territorio avesse un ruolo attivo. Questa convinzione si è rafforzata man a mano che acquisivamo evidenze dalle analisi condotte ma soprattutto una volta avviato il confronto con gli operatori era evidente la voglia di dialogare e partecipare. Abbiamo appreso tante lezioni, ma soprattutto la centralità delle persone e delle relazioni per il successo del DIRU, come progetto del territorio, per il territorio. I membri devono essere soggetti attivi e protagonisti, persone fisiche che condividono saperi e cercano relazioni per meglio affrontare le sfide in un’ottica di competizione-collaborazione”.
Il Gal ha voluto fin dall’inizio dare un ruolo centrale alle aziende anche in questo momento conclusivo del progetto. Dopo la presentazione di tutte le fasi, la parola è andata al territorio che ha illustrato attraverso alcuni operatori le idee e i progetti del programma di attuazione del Distretto: Matteo Montecchia del Frantoio Montecchia, Walter D’Ambrosio di Terra di Ea, Manuel D’Elpidio di Podere Francesco, Roberto Cerquitelli della Tenuta Sant’Ilario, Paolo Savini De Strasser di Abbazia di Propezzano, Simone Renzi del pastificio la Nuova Chitarra, Chiara Cantoro della società agricola Cantoro, Luigi Diubaldo dell’azienda agricola Diubaldo.
“La nostra proposta – ha detto Walter D’Ambrosio di Terra di Ea – ha messo al centro l’ottimizzazione delle risorse e del sapere condiviso. Noi che siamo una realtà ben organizzata e suddivisa in vari comparti ci mettiamo a disposizione per condividere sia gli spazi che le conoscenze affinché le piccole aziende possano pianificare e operare meglio nel loro lavoro”.
L’idea di Simone Renzi del pastificio la Nuova Chitarra si è basata su supporto di una logistica sostenibile per le piccole aziende. “Abbiamo immaginato – ha concluso – un Agrihub, una piattaforma integrata che offra soluzioni complete per la gestione della logistica dei magazzini. Questo nell’ottica di avere un unico polo per agevolare, anche in visione dei costi, le aziende di piccola dimensione che facendo piccoli numeri fanno fatica a gestire le spedizioni in breve tempo”.
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