Don Marcello Stanzione ed il professore Francesco Guarino sono gli autori del libro Il Giubileo. Storia, tradizioni indulgenze e significato di un rito millenario edito dall’editrice Segno
di Elia Lucchini
Dentrosalerno.it, 10 novembre 2024. Il termine “Giubileo” ha un significato profondo e antico, che trova le sue radici nell’ebraico Yobel (יובל), un termine che originariamente indicava il corno di montone. Questo corno veniva suonato per annunciare l’inizio di un anno speciale, noto come “anno giubilare”, un evento che, nell’antica tradizione ebraica, segnava un periodo di rinnovamento e restaurazione. Attraverso le epoche, il concetto di Giubileo ha assunto nuovi significati, entrando nella liturgia cristiana con una valenza spirituale e morale, pur conservando l’eco della sua origine ebraica.
Il concetto di “Giubileo” appare per la prima volta nella Bibbia, in particolare nel Levitico, uno dei libri della Torah, dove viene descritto come un evento straordinario che avveniva ogni 50 anni. Il Levitico 25:8-13 istruisce gli Israeliti a osservare un anno giubilare al termine di sette cicli di sette anni (49 anni in totale). L’anno successivo, il 50º anno, veniva consacrato come “Giubileo”, durante il quale il popolo doveva praticare la giustizia sociale e restaurare l’equità tra le persone. Il corno di montone, chiamato “Yobel”, giocava un ruolo simbolico e liturgico centrale in questa celebrazione. Il suono del corno segnava l’inizio dell’anno giubilare, un evento di grande portata sociale, economica e religiosa. Questo periodo era caratterizzato dal riposo della terra agricola (sabbatismo), la liberazione degli schiavi e il ritorno delle proprietà ai loro proprietari originali, un modo per riequilibrare le disuguaglianze accumulate durante i decenni. L’uso del termine “Yobel” per indicare il corno di montone è significativo poiché rappresenta sia l’idea di proclamazione che quella di ritorno. Il suono del corno non solo proclamava l’inizio dell’anno giubilare, ma richiamava anche il popolo ebraico alla restaurazione dei diritti, alla libertà e al rispetto della legge di Dio. In un certo senso, il “Giubileo” biblico era un richiamo al rispetto dei principi di equità e giustizia sociale sanciti dalla legge divina, un richiamo al popolo di Israele affinché si ricordasse delle proprie origini e della propria alleanza con Dio.
Il Giubileo cristiano rappresenta, dunque, una trasformazione spirituale del Giubileo biblico, mantenendo i temi della liberazione e della restaurazione, ma applicandoli principalmente alla dimensione dell’anima. Mentre nel Giubileo ebraico la terra tornava ai suoi proprietari e gli schiavi venivano liberati, nel Giubileo cristiano è l’anima che viene liberata dal peccato e il fedele che viene restaurato alla sua relazione originale con Dio. Il pellegrinaggio a Roma e la partecipazione ai riti giubilari offrono ai fedeli un’opportunità unica per riconciliarsi con Dio e con la Chiesa, rinnovando la propria fede e ricevendo il dono della misericordia divina. Il Giubileo cristiano diventa quindi un tempo di grazia, in cui i fedeli sono chiamati a riflettere sulla propria vita, a pentirsi dei propri peccati e a impegnarsi in opere di carità e giustizia. In definitiva, la trasformazione del concetto biblico di Giubileo in una celebrazione liturgica e spirituale rappresenta un adattamento creativo e teologicamente significativo, che continua a influenzare la vita della Chiesa e dei suoi fedeli. Mentre il Giubileo biblico mirava a ristabilire l’equità sociale ed economica, il Giubileo cristiano si concentra sul rinnovamento della vita spirituale e sulla riconciliazione con Dio, offrendo un’opportunità straordinaria di perdono e redenzione.
Differenze tra il Giubileo ordinario (ogni 25 anni) e quelli straordinari (indetti per eventi speciali).
Il Giubileo è una delle celebrazioni più solenni e significative della Chiesa cattolica, durante la quale si offre ai fedeli la possibilità di ottenere un’indulgenza plenaria, vivere un tempo di rinnovamento spirituale e riflettere sulla misericordia divina. Esistono due tipologie principali di Giubileo: il Giubileo ordinario, che si celebra ogni 25 anni, e i Giubilei straordinari, indetti dal Papa in occasioni speciali o di particolare rilevanza per la Chiesa e la società. Sebbene entrambi i tipi di Giubileo condividano l’obiettivo centrale di promuovere la conversione spirituale, il perdono e la riconciliazione con Dio, vi sono differenze sostanziali nel modo in cui sono concepiti, proclamati e celebrati. Queste differenze riguardano la loro periodicità, le motivazioni, il contesto storico e spirituale e la durata della celebrazione.
Il Giubileo ordinario: celebrazione ciclica e stabilita
Il Giubileo ordinario è una celebrazione che la Chiesa cattolica ha stabilito con una cadenza fissa, ogni 25 anni. Questa periodicità è stata determinata nel XV secolo e ha subito diverse modifiche nel corso della storia, ma la cadenza attuale riflette l’intenzione di offrire a ogni generazione di fedeli la possibilità di partecipare almeno una volta nella vita a un Giubileo. La scelta di 25 anni risponde al desiderio di mantenere un ciclo regolare e prevedibile, offrendo così a ogni nuova generazione l’opportunità di vivere un momento di profonda conversione e riconciliazione spirituale.
Storia e sviluppo del Giubileo ordinario
La tradizione del Giubileo ordinario inizia nel 1300, quando Papa Bonifacio VIII indisse il primo Anno Santo. Inizialmente, l’intervallo tra un Giubileo e l’altro doveva essere di 100 anni, ma già con Papa Clemente VI nel 1350 fu ridotto a 50 anni, e successivamente con Paolo II nel 1470 a 25 anni. Questa decisione rifletteva il desiderio di rendere l’evento accessibile a un numero maggiore di fedeli, considerata anche l’importanza della durata della vita media dell’epoca. Il Giubileo ordinario è quindi una celebrazione pianificata e prevista con largo anticipo. Viene annunciato solennemente dal Papa e inizia con l’apertura della Porta Santa nelle quattro principali basiliche di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore). Questa porta, che viene murata tra un Giubileo e l’altro, viene aperta solo in occasione dell’Anno Santo, e attraversarla simboleggia l’entrata in un tempo di grazia e di perdono speciale. Il Giubileo ordinario dura generalmente un anno intero e offre ai pellegrini la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria partecipando a pellegrinaggi, confessandosi, ricevendo l’Eucaristia e compiendo opere di carità.
Il significato spirituale del Giubileo ordinario
L’obiettivo del Giubileo ordinario è quello di offrire ai fedeli un tempo di riflessione e penitenza. Attraverso i pellegrinaggi a Roma, l’attraversamento della Porta Santa e la partecipazione ai sacramenti, i fedeli sono chiamati a rinnovare la loro fede e a sperimentare la misericordia di Dio. Il Giubileo ordinario sottolinea il concetto di continuità nella fede, rappresentando un momento di unità per l’intera Chiesa, un’occasione per riconciliarsi con Dio e con gli altri, e per ristabilire un senso di appartenenza alla comunità cristiana globale.
Il Giubileo straordinario: indetto in momenti particolari
Al contrario del Giubileo ordinario, il Giubileo straordinario non segue una cadenza regolare, ma viene proclamato dal Papa in risposta a circostanze particolari o per commemorare eventi rilevanti per la vita della Chiesa o della società. La decisione di indire un Giubileo straordinario è legata a motivi specifici, come la necessità di richiamare l’attenzione dei fedeli su temi centrali della fede, o come risposta a crisi globali o eventi che richiedono un particolare tempo di riflessione e conversione.
Storia dei Giubilei straordinari
Il primo Giubileo straordinario venne indetto da Papa Innocenzo X nel 1650 per celebrare il 1600° anniversario del Concilio di Nicea, un evento cruciale nella storia della Chiesa, in quanto il concilio aveva stabilito le basi della fede cristiana e affrontato importanti questioni dottrinali come la divinità di Cristo. Da allora, i Giubilei straordinari sono stati proclamati in diverse occasioni, con motivazioni che riflettono le priorità spirituali e pastorali del momento. Ad esempio, nel 1933, Papa Pio XI indisse un Giubileo straordinario per commemorare i 1900 anni dalla morte di Gesù Cristo. Questo evento fu visto come un’opportunità per riflettere sul sacrificio di Cristo e sul messaggio della redenzione. Più recentemente, nel 1983, Papa Giovanni Paolo II indisse un Giubileo straordinario per commemorare i 1950 anni dalla redenzione, con un’enfasi particolare sulla necessità di perdono e riconciliazione in un mondo segnato da guerre e divisioni.
Il Giubileo straordinario della Misericordia
Uno degli esempi più significativi di Giubileo straordinario è stato il Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco nel 2015. Questo Anno Santo straordinario non fu proclamato per commemorare un evento storico specifico, ma per rispondere a una necessità spirituale e pastorale percepita dal Papa: l’urgenza di sottolineare il tema della misericordia nella vita della Chiesa e del mondo. In un’epoca segnata da conflitti, ingiustizie sociali e un senso crescente di alienazione, Papa Francesco volle richiamare l’attenzione dei fedeli sulla misericordia come fondamento del Vangelo, invitando la Chiesa e i cristiani a vivere questa virtù in modo concreto.
Il Giubileo straordinario della Misericordia durò un anno, dal 2015 al 2016, e vide un’ampia partecipazione globale. Oltre all’apertura della Porta Santa nelle basiliche di Roma, il Papa autorizzò l’apertura di Porte Sante anche in altre diocesi del mondo, rendendo l’evento più accessibile ai fedeli in tutto il mondo. Questo fu un gesto simbolico che rifletteva l’intenzione di Francesco di rendere la misericordia di Dio vicina e tangibile per tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
L’indulgenza, dono senza prezzo della misericordia divina, è uno dei “segni” peculiari degli Anni giubilari. Lunedì 13 maggio 2024 la Penitenzieria Apostolica ha reso note le Norme sulla concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo 2025 (riportate nell’appendice alla fine di questa seconda parte). Questa, scrivono citando quanto affermato da Papa Francesco nella Bolla d’Indizione del Giubileo, Spes non confundit, è «una grazia giubilare» che «permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio». Anche in occasione del prossimo Giubileo, per volontà del Santo Padre, la Penitenzieria «intende spronare gli animi dei fedeli a desiderare e alimentare il pio desiderio di ottenere l’indulgenza» e per questo ha stabilito alcune prescrizioni e linee guida per i pellegrini. Potranno ricevere l’indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati, tutti i fedeli «veramente pentiti», «mossi da spirito di carità», «che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione – si legge nelle Norme – pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice». Seguendo le disposizioni della Penitenzieria, a firma del Penitenziere maggiore, S.Em. il cardinale Angelo De Donatis, l’indulgenza potrà essere applicata «in forma di suffragio alle anime del Purgatorio».
I fedeli, “pellegrini di speranza”, potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare, verso almeno una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di Roma, in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche, e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione. Poi, ancora, «visitando devotamente qualsiasi luogo giubilare» e vivendo momenti di adorazione eucaristica o meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede e Invocazioni a Maria. In più, in occasione del Giubileo, si potrà conseguire l’indulgenza, alle stesse condizioni, mettendosi in cammino anche verso altri luoghi sacri nella città di Roma, come altre Basiliche e Santuari storici, le chiese dei cammini giubilari dedicati all’Iter Europaeum e le chiese dedicate alle Donne Patrone d’Europa e Dottori della Chiesa.
Lo stesso potrà avvenire anche visitando altri luoghi nel mondo, come, tra gli altri «le due Basiliche Papali minori di Assisi, di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, le Basiliche Pontificie della Madonna di Loreto, della Madonna di Pompei, di Sant’Antonio di Padova». In caso di gravi impedimenti, i fedeli «veramente pentiti che non potranno partecipare alle celebrazioni, ai pellegrinaggi o alle visite», potranno conseguire l’indulgenza giubilare alle stesse condizioni se «reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita».
Un’altra modalità per conseguire l’indulgenza saranno, certamente, le «opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa». I fedeli «seguendo l’esempio e il mandato di Cristo», sono stimolati «a compiere più frequentemente opere di carità o misericordia, principalmente al servizio di quei fratelli che sono gravati da diverse necessità». Allo stesso modo se si recheranno a rendere visita «ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili… ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro». Lo «spirito penitenziale», si legge ancora nelle Norme, «è come l’anima del Giubileo» e dunque l’indulgenza potrà essere ottenuta anche «astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali) e da consumi superflui, nonché devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri, o sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita». E, anche, dedicando parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato.
In libreria testo su Giubileo di Francesco Guarino- Don Marcello Stanzione – Dentro Salerno