CONTRASTO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Il messaggio di “Bastarde senza gloria” con doppia data in Abruzzo. Così la donna continua a combattere 

Pescara, 17 novembre 2024. Anche la Uao Spettacoli, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne invia un forte messaggio sul palco con lo spettacolo teatrale “Bastarde senza gloria” e sarà in doppia data in Abruzzo il 23 novembre alle ore 21 a Vasto presso il Cineteatro Grido (via Madonna dell’Asilo 13) ed il 25 novembre alle ore 21 a Pescara presso il Teatro Circus (via Lanciano, 9): lo spettacolo di Gianni Quinto con Gegia, Manuela Villa, Valentina Olla, Morgana Giovannetti, Sabrina Pellegrino, Giulia Perini, Eugenia Bardanzellu è una produzione della stessa Uao Spettacoli con la collaborazione del Teatro Stabile d’Abruzzo.

L’adattamento e la regia dello spettacolo sono di Siddhartha Prestinari: è un testo contemporaneo che ha già emozionato molti teatri d’Italia proprio perché affronta tematiche sociali e vede, ancora una volta, delle donne sul ring della vita, combattere per difendere i propri diritti, in un braccio di ferro con i propri dirigenti d’azienda.

A causa di insindacabili tagli al personale, infatti, viene richiesto loro di nominare una collega da fare fuori. Ed ecco che ci si trova di fronte ad una grande sfida, quella di sette donne da raccontare nelle loro fragilità e imperfezioni, nei loro cliché e desideri irrealizzabili: si tratta di uno spettacolo tragicomico ricco di battute al vetriolo, in cui ridere e sbeffeggiare i piccoli, grandi drammi che la vita preserva; qui una pausa caffè si trasforma in uno stillicidio di accuse, giudizi, condanne, in una lotta alla sopravvivenza in cui tutto è lecito.

Questo spettacolo, che ha matrici drammatiche, è una commedia che vede l’eterno colpo di fioretto tra dramma e comicità, in un mix agrodolce in cui ridere è l’unica possibilità per sopravvivere. E’ una lente d’ingrandimento sulla paura che, anarchica, compie scelte inaspettate e tira fuori il nero seppia dell’anima: “io contro te”.

La donna in fabbrica: madre, moglie, amante, lesbica o straniera, non smette di essere donna con tutta la sua complessità e fragilità ma indossando sempre la sua fiera ironia. Si scaglia come un felino, ride di sé stessa, ferisce per sbaglio, uccide se necessario ma rinasce come una fenice, anche a costo di perdere.