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AUTOMOTIVE. IL PD DIMENTICA LE ALLEANZE

Mette la testa sotto la sabbia

di Antonio Tavani, Portavoce Provinciale Fratelli d’Italia

Fara San Martino, 19 novembre 2024. Capiamo la necessità della classe dirigente del PD, in evidente difficoltà, di dimostrare di essere attivi sulla vertenza Denso, e più in generale sul complesso tema Automotive. Ma sarebbe necessario – da parte del partito che ha governato il paese ininterrottamente per undici anni fino al 2022 – non strumentalizzare un argomento così delicato, su cui il PD insieme ai suoi alleati di oggi ha fatto e favorito scelte a dir poco discutibili in tema di transizione energetica a livello europeo.

La crisi dell’automotive non è un problema che investe le sole aziende del Vastese o abruzzesi: è una questione che riguarda tutte le regioni italiane e l’intera Europa. In Germania “la fabbrica del popolo” ha recentemente annunciato la chiusura di tre stabilimenti con decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. Ma il PD fa polemiche sterili e strumentalizza questo drammatico momento storico. Una crisi, come ribadito nel tavolo Stellantis della scorsa settimana con il ministro Adolfo Urso, che tocca tutte le case automobiliste come Audi, Volkswagen e Renault.

I dossier di crisi del MiMit e del MinLavoro riguardano per la stragrande parte aziende impegnate nel settore automotive o direttamente riferibili a questa materia.

Dal tavolo romano è emerso che non bastano gli incentivi del governo per far acquistare le auto, sia che siano endotermiche che elettriche. C’è incertezza del mercato, c’è rallentamento negli investimenti e si è smesso da anni, in questa incertezza di date e di deadline, di fare Ricerca & Sviluppo.

Nelle sedi ministeriali tutti i dossier – DENSO inclusa – vengono attenzionati con scrupolo, e al fine di garantire alla società il completamento del piano di risanamento e la salvaguardia dei posti di lavoro, si procede con una sinergica azione concertativa tra le istituzioni regionali, il governo centrale, aziende e organizzazioni sindacali.

Lo scorso 15 maggio, in via straordinaria, è stato sottoscritto un accordo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali che ha garantito la proroga della cassa integrazione per crisi aziendale fino allo scorso 31 ottobre. Il primo novembre è stato firmato un nuovo accordo di proroga della CIGS fino al 31 dicembre. Un’ulteriore proroga potrà essere sottoscritta all’esito dell’approvazione della legge di bilancio 2025.

La Denso è impegnata per implementare le linee produttive a seguito di un piano di investimento in fase di autorizzazione dalla casa madre e per riportare nuovi modelli a San Salvo legati alla tecnologia endotermica con trasferimento di volumi da altri siti, tenendo conto delle esigenze del mercato. Denso inoltre, ha aderito con le Organizzazioni sindacali, a un accordo di isopensione, con una dotazione di circa 50 milioni di euro, che permetterà, per gli anni 2024/2026 l’uscita di circa 190 lavoratori.

Così pure rileviamo che Regione Abruzzo sostiene queste e tutte le altre vertenze o crisi sui tavoli ministeriali, evidenziando la rilevanza strategica ed economica che rappresenta lo stabilimento di San Salvo sia in Abruzzo che per l’intero territorio nazionale nel settore dell’automotive. In questa ottica la Regione ha altresì implementato una serie di avvisi di formazione per le aziende in crisi beneficiari di integrazioni salariali (CIGS), per accompagnare le imprese in percorsi di formazione e riqualificazione dei lavoratori anche in previsione dei cambiamenti imposti dalle nuove tecnologie.

Le politiche attive rappresentano strumenti indispensabili e necessari per assistere le imprese e i lavoratori nei processi di trasformazione in atto nel settore dell’auto e le Istituzioni, in sinergia con le parti sociali.

Su iniziativa della Regione Abruzzo è stata presentata una proposta – che al tavolo del Mimit ha trovato consenso tra le parti sindacali e le regioni dove insistono le aziende automobilistiche – per andare oltre la cassa integrazione in deroga alle norme vigenti da estendere all’intera filiera dell’automotive che evidenzia una capacità produttiva maggiore rispetto alle richieste del mercato. Anche su questo aspetto occorre la massima coesione propositiva tra le istituzioni locali, i sindacati e i cittadini. Perché questa – come evidenziato dal Presidente Marsilio a Bruxelles al Comitato europeo delle Regioni dell’automotive – è una crisi che investe l’intero sistema dell’auto e necessita un percorso di transizione giusta.

Il ministro Urso ha proposto nuovi fondi per la riqualificazione e la riconversione delle aziende: energia ed efficienza (piano transizione 5.0 ed Energy release), investimenti produttivi e innovazione (contratti di sviluppo e accordi per l’innovazione) e nuove misure per la componentistica.

Tema centrale dell’incontro ministeriale la richiesta a Stellantis di rivedere i contratti di sviluppo perché non diventino piani di riduzione di occupazione. Altro tema l’impegno della maggiore azienda produttrice italiane a confermare il progetto della Gigafactory perché di Termoli senza le batterie elettriche non si costruiscono le auto elettriche. Di destinare all’Italia la seconda piattaforma produttiva per le vetture di piccola dimensione perché per consentire la sostenibilità della componentistica italiana. Fino al 2030 tutti confermati gli impegni di Stellantis per lo stabilimento di Atessa.

Questi sono i fatti su cui confrontarsi.

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