NECESSARIO INVERTIRE LA ROTTA!

Ortona in regresso, perde residenti, dinamica ed attrattiva, contrariamente all’andamento demografico delle realtà costiere limitrofe.

Ortona, 25 novembre 2024. Fenomeno davvero controverso quello che si registra ad Ortona; realtà vicine come Francavilla, S. Giovanni Teatino e Vasto crescono in ogni ordine e misura, Ortona regredisce; sempre meno residenti, circa mille in pochi anni, sempre meno dinamiche economiche, sempre meno attrattiva.

Una riflessione è quanto meno auspicabile fra le forze politiche locali e quanti si accingono a proporsi per amministrare la città.

Inutile e dannosa l’aggregazione conveniente per il solo scopo di raggiungere un potere; la città ha bisogno di uno scatto d’orgoglio; ha necessità di riprendere la strada della crescita, dello sviluppo economico e sociale, utilizzando le risorse che lo Stato e la Regione mettono a disposizione.

Questa è la strada giusta da percorrere per il rilancio; un cammino che si apre solo con le giuste analisi che si calano nella realtà, con idee autentiche e veri progetti che si possono concretizzare e con i programmi che vanno attuati e monitorati.

Ecco, per il rilancio di una cittadina, di un porto, di una realtà cardine della dinamica economico – sociale della costa adriatica, serve davvero invertire la rotta.

La prossima amministrazione comunale dovrà necessariamente definire il ruolo della città nel panorama abruzzese al fine di completare le infrastrutture (Porto, Bretella A14 – Porto, Viabilità, Piste ciclopedonali, ecc.) al fine di attrarre nuovi investimenti compatibili con la vocazione turistica del suo territorio e creare le condizioni per la nascita di nuove opportunità lavorative per i giovani che, purtroppo, oggi sono costretti a guardare altrove, spesso all’estero.

La nuova amministrazione comunale dovrà necessariamente chiarire chi governa la nostra area industriale! Siamo fuori dall’ARAP (l’Agenzia Regionale per le Attività Produttive istituita nel 2011 con la Presidenza della Regione di Chiodi) e non abbiamo riferimenti certi per invogliare eventuali investitori a scegliere il nostro territorio.

È necessario, quindi, che la prossima amministrazione comunale chieda con forza alla Regione Abruzzo di inserire la città di Ortona nell’ARAP da cui è stata esclusa nel momento in cui è stata istituita con L.R. n. 29 luglio 2011, n. 23; è l’ARAP che gestisce le aree produttive del territorio regionale creando le condizioni per lo sviluppo e la crescita delle varie aree della Regione.

La prossima amministrazione, inoltre, dovrà avere la capacità politica di completare le infrastrutture turistiche della città: messa in sicurezza delle aree dei Saraceni, recupero delle Fornaci in località Saraceni, il completamento e la gestione della pista ciclopedonale, il completamento delle infrastrutture turistiche nella zona nord, gli accessi al mare, i parcheggi e l’illuminazione sulla Postilli – Riccio e l’approvazione del Piano Demaniale Marittimo per consentire la nascita di ulteriori stabilimenti balneari.

Interventi indispensabili per la città sono necessari anche per il centro urbano come il recupero degli alloggi popolari nel quartiere San Giuseppe; in questa zona ci sono delle palazzine in forte degrado, oltre alle altre quattro abbandonate e disabitate perché inagibili.

È necessario trovare una soluzione con l’ATER, ente gestore, magari coinvolgendo anche imprese private, per ridare decoro e dignità ad una delle zone più belle della città.

Un discorso più complicato riguarda il problema dei parcheggi che sta turbando i commercianti e i residenti delle zone interessate. Insieme al gestore che ha il contratto di gestione per quindici anni, bisogna trovare l’accordo per alleviare il peso che attualmente grava sui cittadini, soprattutto su quelli residenti nelle zone tutte blu!

La prossima amministrazione, inoltre, dovrà impegnarsi notevolmente per la salvaguardia di un settore dell’economia locale che nel passato ha avuto un ruolo importante per la crescita della nostra comunità;  pur avendo poche competenze sul settore dell’Agricoltura, l’Amministrazione Comunale dovrà incentivare l’Unione delle cantine sociali locali, una operazione che sicuramente porterà maggiore benessere per gli agricoltori soci delle stesse cantine.

Un discorso a parte merita il problema della sanità ortonese e dell’Ospedale di Ortona.

Dopo le vicende del passato che hanno visto il declassamento del nostro nosocomio a stabilimento dell’Ospedale di Chieti, con la chiusura di numerosi reparti che funzionavano regolarmente, con la nuova rete ospedaliera approvata il 12 dicembre 2023 dal Consiglio Regionale, al nosocomio ortonese G. Bernabeo è stata restituita la dignità di Ospedale con la classificazione di Ospedale di Base. 

Questa classificazione, secondo la legge, comporta il ripristino di alcuni reparti che nel passato sono stati soppressi. Secondo questa nuova classificazione l’Ospedale di Ortona dovrà avere i reparti autonomi di Medicina, Chirurgia Generale, Ortopedia, il Servizio di Anestesia, La Radiologia, il Laboratorio di Analisi, l’Emeroteca, letti per osservazione breve intensiva, oltre al Pronto Soccorso attivo 24 ore su 24.

Purtroppo, dopo circa un anno dall’approvazione della nuova rete ospedaliera da parte del Consiglio Regionale, non ci sono segnali per il ripristino di quanto previsto per legge e che i cittadini si aspettano. Le forze politiche locali e l’Amministrazione Comunale anche su  questo problema dovranno  far sentire pesantemente  la loro voce.

In conclusione, per riprendere la via della crescita la città ha bisogno di una amministrazione che, indipendentemente dalla casacca politica che indossa, abbia come unica finalità il bene comune ed abbia la capacità di sostenere, con forza, le ragioni della città e del suo comprensorio, nelle sedi dove si assumono le decisioni.

Per queste motivazioni le forze politiche locali dovranno avere la capacità di dialogare e, dopo il necessario confronto, sostenere le stesse ragioni nei confronti degli enti sovracomunali.

La Redazione




ACQUIFERO DEL GRAN SASSO: quale sicurezza?

Giovedì 28 novembre incontro pubblico dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso

Teramo, 25 novembre 2024. L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso dalle Associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia – GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra, ha organizzato per giovedì 28 novembre alle ore 17 presso l’Auditorium di Santa Maria Bitetto in via Stazio a Teramo, l’incontro pubblico aperto alla cittadinanza “Acquifero del Gran Sasso: quale sicurezza?”.

All’incontro sarà presente il Commissario straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Ing. Pierluigi Caputi.

Considerata l’importanza che il tema riveste per la salute dei cittadini e per l’ambiente sono stati invitati il Commissario sicurezza A24 e A25, i Prefetti di L’Aquila, Pescara e Teramo, il Presidente e il Vicepresidente della Regione Abruzzo, i Presidenti delle Province di L’Aquila, Pescara e Teramo, i Sindaci di L’Aquila e Teramo, il Presidente dell’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga, i Presidenti della Ruzzo Reti SpA e della Gran Sasso Acqua SpA e il Direttore del Laboratori INFN Gran Sasso.




BASTARDE SENZA GLORIA

Contrasto alla violenza sulle donne

Pescara, 25 novembre 2024. Anche la Uao Spettacoli, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne invia un forte messaggio sul palco con lo spettacolo teatrale “Bastarde senza gloria”, questa sera, 25 novembre alle ore 21:00 sarà a Pescara al Teatro Sant’Andrea (piazza Sant’Andrea, 7): lo spettacolo di Gianni Quinto con Gegia, Manuela Villa, Valentina Olla, Morgana Giovannetti, Sabrina Pellegrino, Giulia Perini, Eugenia Bardanzellu è una produzionedella stessaUaoSpettacoli con la collaborazione del Teatro Stabile d’Abruzzo.

L’adattamento e la regia dello spettacolo sono di Siddhartha Prestinari:è un testo contemporaneo che ha già emozionato molti teatri d’Italia proprio perché affronta tematiche sociali e vede, ancora una volta, delle donne sul ring della vita, combattere per difendere i propri diritti, in un braccio di ferro con i propri dirigenti d’azienda.

A causa di insindacabili tagli al personale infatti, viene richiesto loro di nominare una collega da fare fuori. Ed ecco che ci si trova di fronte ad una grande sfida, quella di sette donne da raccontare nelle loro fragilità e imperfezioni, nei loro cliché e desideri irrealizzabili: si tratta di uno spettacolo tragicomico ricco di battute al vetriolo, in cui ridere e sbeffeggiare i piccoli, grandi drammi che la vita preserva; qui una pausa caffè si trasforma in uno stillicidio di accuse, giudizi, condanne, in una lotta alla sopravvivenza in cui tutto è lecito.

Questo spettacolo, che ha matrici drammatiche, è una commedia che vede l’eterno colpo di fioretto tra dramma e comicità, in un mix agrodolce in cui ridere è l’unica possibilità per sopravvivere. E’ una lente d’ingrandimento sulla paura che, anarchica, compie scelte inaspettate e tira fuori il nero seppia dell’anima: io contro te.

La donna in fabbrica: madre, moglie, amante, lesbica o straniera, non smette di essere donna con tutta la sua complessità e fragilità ma indossando sempre la sua fiera ironia. Si scaglia come un felino, ride di sé stessa, ferisce per sbaglio, uccide se necessario ma rinasce come una fenice, anche a costo di perdere.




ASPETTANDO ATREJU A PESCARA

Bellucci (FdI): «Con il Governo Meloni il lavoro assume un ruolo da protagonista»

Pescara, 25 novembre 2024. Maria Teresa Bellucci (Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) è intervenuta nel corso dell’iniziativa “Aspettando Atreju”. L’appuntamento, tenutosi al Museo delle Genti di Pescara, è stato un momento di confronto sui principali temi di attualità, analizzati dagli esponenti nazionali di Fratelli d’Italia.

Insieme al Viceministro sono intervenuti nel panel “L’Italia torna a correre” anche Giovanni Donzelli (Responsabile Nazionale Dipartimento Organizzazione di Fratelli d’Italia), Sara Kelany (Responsabile Nazionale Dipartimento Immigrazione di Fratelli d’Italia), Marco Osnato (Presidente della VI Commissione Finanze) e Marco Marsilio (Presidente della Regione Abruzzo).

Il Viceministro Bellucci ha dichiarato: «Per chi governa questa nazione e, come me, ha responsabilità di governo, immergersi tra le persone è la possibilità di avere un ritorno di energia positiva che ci incoraggia ad andare avanti.

Come Governo Meloni abbiamo cambiato paradigma non solo del lavoro, ma anche delle politiche sociali. Ad una cultura basata meramente sui sussidi, noi abbiamo proposto un paradigma fondato sulla libertà, sul diritto al lavoro e sul poter e dover partecipare alla crescita dell’Italia. Abbiamo voluto riconoscere un ruolo da protagonista al lavoro. Sono particolarmente fiera di poter parlare di record d’occupazione femminile, oggi al 53%, ma ogni mattina mi alzo e penso a quelle restanti donne escluse ancora dal mercato lavoro. Il diritto di ogni donna ad essere riconosciuta per quanto vale non passa per una vocale al femminile: è la destra italiana ad aver determinato la prima donna alla Presidenza del Consiglio dei ministri; siamo stati noi a raggiungere il record occupazionale; siamo stati noi a varare numerose misure volte all’inclusione lavorativa delle donne così da contribuire allo sviluppo del paese.

L’obiettivo è uno solo: far partecipare tutti, nessuno escluso, e avere pensatori liberi di poter pensare e partecipare in ogni modo, autonomo o dipendente che sia. La mia identità professionale è la cosa più cara che ho, e io credo che ogni imprenditore che si alza la mattina e mette a rischio tutto sia un eroe, e come tale vada riconosciuto, non con l’etichetta di evasore che da sempre gli mette addosso la sinistra.

Il Governo Meloni è quello che dice che non esistono lavori o cittadini di serie a e di serie b, ma solo italiani a cui va garantito il diritto di vivere la propria vita in maniera libera e autodeterminata. A chi ci dice che siamo disattenti verso i giovani e i più fragili, ricordo che nei confronti dei primi è il Governo Meloni ad aver stanziato oltre 250 milioni di euro per aprire comunità giovanili in nome dello sport, della formazione, della musica e dell’arte. Ed è sempre questo esecutivo a potenziare i servizi sociali con oltre 300 milioni di euro come ad aver varato la prima riforma in favore delle persone anziane, in 78 anni della Repubblica italiana, con oltre un miliardo di euro messo a disposizione che ancora non basta ma che dà sicuramente il segno di quanto le persone siano per noi una priorità».

Infine, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Viceministro ha detto: «Per una vera difesa della donna, tra le tante azioni del Governo Meloni, abbiamo raddoppiato i fondi del Piano di prevenzione e contrasto alla violenza, abbiamo diffuso il numero antiviolenza 1522, abbiamo reso strutturale il reddito di libertà. Sono sempre stata convinta che una donna è molto più fragile quando non può puntare sulle proprie risorse economiche, e la nostra azione in questo senso è sempre stata – e continuerà ad essere – particolarmente incisiva».




L’ATTORE AQUILANO MARCO VALERI VA IN SCENA IN TOSCANA

Entra nella fase calda la lavorazione dello spettacolo “Via dei Matti 43” di e con Marco Valeri, con la regia di Franceso Niccolini che firma con l’attore anche la drammaturgia. Il costume di scena è disegnato e realizzato da Emanuela Dall’Aglio. Video e foto di scena di Oscar Frizzi.

L’Aquila, 25 novembre 2024. La produzione è della Fondazione Accademia dei Perseveranti e della Fondazione Sipario Toscana in collaborazione col Festival “Montagne Racconta” dell’associazione culturale Le Ombrie e l’associazione culturale I Guastafeste.

Il percorso iniziato a marzo prevedeva due residenze artistiche: una di scrittura e messa in scena, presso Montagne in Trentino-Alto Adige, a seguito della quale il monologo ha debuttato il 21 luglio scorso, in una data speciale nei boschi di Larzana in chiusura del Festival “Montagne Racconta”, che quest’anno vedeva come ospite principale Mario Perrotta con “Come una specie di vertigine”. E l’altra una residenza in Toscana che si sta svolgendo in questi giorni nei teatri delle rispettive Fondazioni: a Cascina presso la Città del Teatro e a Campi Bisenzio.

Quest’ultima residenza, necessaria per affinare e ultimare aspetti di regia attenta al minimo particolare e supportare il monologo con un lavoro semplice ma curato di illuminotecnica e fonica, ha permesso già l’incontro di vari pubblici e ha fatto fare allo spettacolo il suo bagno iniziatico con studenti di quinta elementare e seconda media, per la programmazione del teatro ragazzi.

A Campi Bisenzio presso il Teatro Dante Carlo Monni, mercoledì 27 lo spettacolo andrà in scena per una matinée con duecento alunni di scuola media e poi replicherà alle 21.00 per il serale nella programmazione della stagione ufficiale.

“Via de Matti 43” ha un linguaggio tutto suo nel quale immergersi, facendosi trasportare emotivamente e “sonoricamente”, ancor prima che non con un costume di scena dai colori talmente vividi da creare una magia propria solo del mondo fumettistico; una scrittura intensa e visiva, che trabocca d’urgenza per la storia vera che una regia premurosa mette sulla scena in modo magistrale.




PESCARA-ROMA

Di Marco e Paolucci su evento di COMFERR a Manoppello: “Dagli interventi emerge che l’opera è partita senza progetto esecutivo e integrazioni. Serve un confronto serio con RFI”

Manoppello, 25 novembre 2024.  “Bisogna fermare gli espropri prima che diventino inutili, oltre che dannosi: dall’iniziativa organizzata a Manoppello dal Comitato cittadino COMFERR sono emerse chiaramente tutte le incongruenze che accompagnano l’opera di raddoppio della linea Roma Pescara sin dall’inizio.

Mancanze che sicuramente incideranno anche sul parere del Comitato della Valutazione di Impatto Ambientale tenutosi tre giorni fa: ad esempio quella del progetto esecutivo del lotto 2; ma anche la mancanza di un confronto con RFI, che da maggio rifiuta di venire a parlare con i consiglieri regionali nonostante i nostri tanti inviti, l’ultimo è per giovedì, alla commissione Vigilanza, chiesta proprio per fare il punto sulla situazione; la mancanza di una spiegazione seria sui danni ambientali che la versione attuale del progetto provocherà; nonché quella di un ruolo da garante delle comunità della Regione che ha detto chiaramente che l’opera si farà anche se consterà di più e massacrerà il territorio.

Per tutte queste ragioni non possono essere lasciati soli i cittadini”, così riferisce il consigliere Antonio Di Marco con il capogruppo PD in Consiglio regionale Silvio Paolucci, dopo l’iniziativa Cambia-Menti, tenutasi in mattinata a Manoppello a cura del Comferr e che, oltre ai cittadini, ha radunato parlamentari, consiglieri regionali, alcuni dei Comuni interessati e associazioni.

 “La mancanza più grande è e resta quella del regista di tutta questa confusione e che abbiamo cercato in ogni modo di coinvolgere, perché i rilievi fatti dai Comitati e dai Comuni sono legittimi e interessanti – sottolineano i due esponenti del PD – Non è pensabile calare dall’alto un’opera che avrà un impatto enorme sulla vita delle persone e delle attività economiche di un’intera vallata e su cui ci sono tante incognite: a parte il progetto esecutivo, si supererà il problema del Morrone?

Come?

Basteranno i fondi?

Come si bypasseranno i problemi che genererà il pilone che si vuole fare su una zona delicatissima a livello ambientale prevista dal lotto 2?

Ma soprattutto, perché non dare ascolto a una variante che consentirebbe anche risparmi economici considerevoli. E, infine, perché espropriare zone non più interessate dal progetto a causa degli stralci concordati da RFI con i Comuni?

Alla Commissione di giovedì, se RFI non la diserterà, l’ardua sentenza”.




(RI)COSTRUIRE LA PACE IN EUROPA

Dopo 1000 giorni di guerra

di Maurizio Cotta

PoliticaInsieme, 25 novembre 2024. Mille giorni di guerra terribile al centro del continente europeo, con centinaia di migliaia di morti e feriti, danni incalcolabili alle strutture civili, milioni di persone in fuga dalle zone di guerra, rendono chiaro quanto distruttivo sia il venire meno della pace e quanto grande sia il bisogno di ricostruirla.  Appunto ricostruirla, perché la pace non basta invocarla bisogna mettere in atto le condizioni che la rendano possibile e non effimera.

La pace non è un semplice cessate il fuoco (anche se questo può essere un primo utile passo). Va inoltre precisato che non ogni pace è uguale: la pace può essere più o meno giusta e l’equilibrio tra benefici e costi per le parti interessate (cioè in definitiva le persone concrete che la vivono) può variare significativamente contribuendo così anche alla sua maggiore o minore accettabilità. Poiché ogni serio discorso sulla pace richiede una riflessione sulle condizioni che la rendono possibile e stabile conviene partire dal lungo periodo di pace del quale ha prevalentemente goduto l’Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale fino all’aggressione russa all’ Ucraina del febbraio 2022 (senza dimenticare però che nell’area post-jugoslava ci sono stati periodi drammatici di guerra interetnica e che nelle zone di confine tra Russia e Ucraina già dal 2014 c’è stata una guerra strisciante).

A essere precisi, e per imparare meglio dalla storia di un’epoca di pace oggi messa in discussione, questo lungo periodo va suddiviso in due periodi caratterizzati da assetti di pace diversi. Il primo dall’inizio della guerra fredda nel 1947 al crollo dell’Unione Sovietica nel 1989-1991, il secondo da quel momento alla aggressione russa del 2022. La pace per l’Europa nel primo periodo è stata assicurata essenzialmente dall’equilibrio militare basato su deterrenza atomica e convenzionale tra i due blocchi guidati dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Le due parti dell’Europa divisa hanno goduto in maniera molto diversa dei benefici della pace. I paesi dell’Europa occidentale hanno potuto

che ha nella forza militare la sua principale risorsa e non esita ad usarla per raggiungere i suoi fini. A questo si deve aggiungere il nuovo Presidente americano le cui intenzioni verso l’Europa sono altamente incerte.

In questo contesto e sulla base di un esame realistico delle condizioni createsi sul campo e delle prospettive che lasciano intravedere (anche se possono non piacerci), occorre mettere a fuoco quali siano gli interessi primari da salvaguardare negli scenari di chiusura della guerra che oggi sono forse raggiungibili. Il primo è quello di garantire la sopravvivenza dell’Ucraina come paese libero e indipendente e con prospettive di futuro, il secondo è quello di assicurare che anche i paesi dell’Unione Europea (in particolare quelli orientali) siano protetti da minacce russe

alla loro sicurezza. Questo richiede innanzitutto che l’Ucraina, con la continuazione degli aiuti militari americani ed europei, sia messa nelle condizioni di contenere il tentativo di Putin di una ulteriore avanzata che metta rischio le grandi città di Kharchiv, Dnipro e Odessa e che quindi fallisca il tentativo russo di assoggettare il paese. Un esito diverso getterebbe su tutta l’Europa un’ombra gravissima di incertezza. Da questo risultato dovrebbe partire l’azione diplomatica per arrestare stabilmente la guerra.

Poiché sembra oggi altamente improbabile che la guerra sia chiusa da un trattato di pace che definisca giuridicamente la situazione (e che sancirebbe la legittimità dell’annessione di ampi territori ucraini), una soluzione armistiziale che congeli la situazione sul campo e rinvii a tempi migliori una pacifica soluzione dei confini tra Russia e Ucraina è oggi l’alternativa più realistica da perseguire. Il non piccolo prezzo di questa soluzione per il paese aggredito è quello di dover rinunciare a recuperare i territori illegalmente sottrattigli; questo prezzo dovrebbe essere compensato dalla prospettiva per la popolazione ucraina di un futuro pacifico e dedicato alla ricostruzione (non diversamente da quello di cui hanno goduto ai loro tempi la Germania occidentale e la Corea del Sud).

Naturalmente, la chiave di questa soluzione sono garanzie a tutta prova che un’aggressione russa non si ripeta. A questo fine sembra difficile immaginare una soluzione che non preveda anche la presenza di consistenti truppe (europee) sul territorio ucraino (con un mandato ONU?). Va inoltre aggiunta un’integrazione accelerata con l’Unione Europea per la ricostruzione dell’Ucraina. Una soluzione del genere potrebbe forse far guadagnare il tempo necessario perché in Russia maturi una riflessione sul terribile disastro che l’operazione speciale di Putin ha rappresentato (sul piano economico, geopolitico e ancor più delle perdite umane) per il Paese stesso e si possa riprendere un dialogo di cooperazione tra le due parti del Continente europeo.

Come nelle due fasi precedenti di pace è necessario contare ancora sul ruolo di garanzia degli Stati Uniti, ma il ruolo dei paesi europei integrati nell’Unione dovrebbe raggiungere un livello ancora più alto. Una seria politica estera e di difesa europea non é più procrastinabile.




COP29 FALLIMENTARE

Avanti con petrolio e gas.  Si alla sostenibilità ma senza stop.

Roma, 25 novembre 2024. Terminati i lavori del Vertice ONU COP29 a Baku e licenziato l’Accordo finale che tanto ha faticato ad essere scritto ed accettato, il Presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia interviene in chiusura della settimana in Azerbaijan: “E’ un vertice fallimentare che ha mostrato al mondo solo uno sperpero di denaro per una conferenza tradotta in vacanza a Baku, con un giorno aggiuntivo non previsto. Continuiamo le nostre politiche industriali avanti con la ricerca di petrolio e gas nei paesi ad alto potenziale come Africa e Medio Oriente, non tralasciando le riserve di idrocarburo in Italia e le nuove aperture politiche. SI alla sostenibilità in tutte le operazioni e cantieri petroliferi, massima attenzione al cambiamento climatico ma non ad uno STOP all’idrocarburo che il mondo non vuole. Baku ha dimostrato che il pianeta necessità ancora del petrolio e dei suoi derivati e penso che il significato di questo Vertice lascia davvero comprendere la grande divergenza energetica tra i partecipanti”.

La 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si ferma a quota 300 miliardi l’anno. A tanto ammonta l’obbligo per i Paesi ricchi di finanziare la transizione energetica e l’adattamento ai cambiamenti climatici dei Paesi in via di sviluppo fino al 2035. La Cina è fuori dagli obblighi.

La transizione verso l’uscita dai combustibili fossili, focus del Cop28 di Dubai, sparisce dai testi delle bozze. l documento finale, che avrebbe dovuto rilanciare l’attuazione del processo, è privo di alcuna menzione all’Oil & Gas. Uno dei punti su cui l’Unione europea puntava, in disaccordo con l’Arabia Saudita, era quello di mettere in piedi un monitoraggio annuale degli sforzi per uscire da petrolio, gas e carbone: senza alcun successo. Sull’Accordo finale del Vertice pesa in modo particolare la mancata presenza di diversi paesi in Azerbaijan e la possibile uscita dall’Accordo sul Clima di Parigi minacciata dagli Stati Uniti d’America con la nuova amministrazione Trump.




OMAGGIO A DE ANDRÈ

Al Salotto Culturale ore 18:15 il prossimo 27 novembre 2024

Teramo, 25 novembre 2024. Mercoledì 27 Novembre 2024 alle ore 18:00  nella  Sala dell’Annunziata, Via N. Palma 31 a Teramo, (Patrocinio  MIC, Città di Teramo,   Fondazione Tercas, Provincia Teramo), il Salotto culturale Prospettiva Persona 2024 organizza un Omaggio a F. De Andrè. Animeranno  la serata Ottorino Carloni e Giancarlo Speca. La Cittadinanza è invitata a partecipare.

Sono passati vent’anni dalla morte di Fabrizio De Andrè, uno dei più grandi cantautori italiani. Un Poeta che ci ha lasciato non solo canzoni memorabili, ma pezzi di umanità, di storia, di vera cultura.

Fabrizio De André

Ci ha raccontato la vita dalla parte dei “miserabili”, dei “reietti”, dei “diversi”. Di quell’umanità di emarginati che sono odiati dai “benpensanti” perché da loro considerati “inferiori” e perché, sostanzialmente, ne hanno paura. E ne hanno paura perché non li capiscono, perché non seguono i dettami che i potenti e i loro servi vorrebbero imporre a tutti. A quest’umanità lasciata ai margini di una società sempre più malata, indifferente, conformista De Andrè, con la sua poesia, dona quell’amore e quella comprensione che altri le negano.

Oggi la nostra società è sempre più cattiva, spietata. La mancanza di solidarietà e accoglienza sono diventate virtù, la tolleranza e la solidarietà colpe. È così che va il mondo oggi.

Lo vediamo quando si impedisce a poche decine di persone che fuggono da guerre e fame (provocate dalle cosiddette nazioni civili, dalle speculazioni e dai furti dei grandi capitalisti) di approdare in porti sicuri, giocando con la loro disperazione, in nome della “purezza del nostro mondo”.

E allora, come antidoto alla mancanza di pietas, ascoltiamo qualche canzone di De Andrè. 

Sono parole eccezionali che ci fanno sognare e sperare in un mondo migliore. Un mondo dove anche chi è “sporco, brutto e cattivo”, anche chi ci fa paura perché diverso da noi, ha gli stessi nostri diritti.




CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA

Collecorvino pensa alla salute delle donne

Collecorvino, 25 novembre 2024. Contrastare la violenza sulle donne, significa per il Comune di Collecorvino anche sollevarle nei momenti di dolore attraverso il dialogo ed aiutarle fisicamente con la prevenzione: ecco perché per il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il sindaco Paolo D’Amico, con la collaborazione dell’Assessore alla Cultura Moira D’Agostino ed il contributo della Farmacia Comunale, ha pensato ad un evento speciale all’insegna della salute.

Dalle ore 15:30 alle ore 18:30 infatti, la Farmacia Comunale di Collecorvino (via Principe di Piemonte) con il patrocinio del Comune organizza un pomeriggio di prevenzione per il tumore al seno, sarà proprio una dottoressa del reparto di Senologia di Ortona che effettuerà un primo controllo totalmente gratuito a tutte le donne che lo vorranno.

“Pensiamo all’eliminazione di qualsiasi forma di violenza sulle donne per questa giornata ormai diventata simbolo assoluto della tutela della donna, con la speranza che il messaggio possa avere valore per ogni giorno dell’anno – interviene il Sindaco D’Amico – Spingiamo alla denuncia del carnefice, un pò come accade per la malattia dove è importante il pronto intervento almeno quanto la prevenzione che vogliamo favorire, e la Simoncini ne sarà portavoce”. 

Fiera del suo traguardo al Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa, Raffaella Simoncini continua a parlare della propria esperienza personale racchiusa nel romanzo “Bulky” della Neo Edizioni dove racconta della malattia e dell’amicizia tra due donne accomunate da una stanza d’ospedale e dalla presa di coscienza di voler cambiare la propria vita della fatta di dolore, paure ma anche speranza: ed alle 18:30 del 25 novembre in Sala Consiliare (via Massimo D’Antona) se ne parlerà con il Sindaco, l’Assessore alla Cultura, l’editore Francesco Coscioni, lo stesso team impegnato nello screening. Modera la giornalista Alessandra Renzetti.

Come ti ha cambiata scrivere un libro in cui parli della tua esperienza di malattia?

A questa domanda la Simoncini risponde così: “Posso dire che scriverne mi ha permesso di prendere coscienza del tutto: la malattia non ha una vita a sé stante, ma è in costante dialogo con la quotidianità. Sono entrata in contatto con il mio corpo, e ho potuto capire come sia doveroso compiere dei gesti amorevoli verso sé stessi, ogni giorno. Sono molto felice che il 25 novembre in occasione della presentazione di “Bulky” sarà possibile usufruire di uno screening gratuito per il tumore al seno: la prevenzione è un gesto di rispetto e gentilezza, di cui non bisogna avere paura. La salvezza è dietro l’angolo: la prevenzione è cura nei confronti del proprio corpo, quella stessa cura alla base dell’amore e della vita stessa, accade lo stesso per le donne che denunciano chi le maltratta”.

Traendo ispirazione dal proprio vissuto, Raffaella Simoncini racconta di due destini che, loro malgrado, si intrecciano in un presente senza più certezze. E lo fa con un romanzo in cui questo presente diventa un fondale inesplorato da scandagliare per raggiungere la superficie e riuscire a scivolare via, come gli origami di carta che la protagonista faceva con sua nonna da bambina.

L’ingresso all’evento è gratuito.




GARA SOSPESA!

Ortona, 25 novembre 2024.  In seguito ad un tragico malore che ha colpito uno spettatore locale, la gara tra la Aurispa Links Per La Vita Alessano e la Sieco Service Impavida Ortona è stata definitivamente sospesa una volta trascorse le quattro ore massime di interruzione previste dal regolamento FIPAV.

La gara è stata sospesa alle 19:20 circa, quando la Sieco Impavida Ortona era in vantaggio due set a zero e conduceva il terzo in vantaggio 17-22.

La squadra locale non è riuscita a trovare in tempo un dottore (quello in campo non era più a disposizione) che permettesse alla gara di riprendere e così alle 23:20 la coppia arbitrale non ha potuto fare altro che sospendere la gara.

Spetterà ora al Giudice Federale decidere il da farsi, dopo aver studiato il resoconto depositato dalla coppia arbitrale.




LIBERARE LE CITTÀ DA 4,5 MILIONI DI AUTOMOBILI!

di Giancarlo Odoardi Ri-media.net

Rimini fiera, 25 novembre 2024.  Ho partecipato al primo Forum Nazionale della Mobilità condivisa, svoltosi a Rimini dal 19 al 21 novembre. Nell’occasione è stato presentato il Rapporto Future Ways, introdotto da Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che propone una visione innovativa e sostenibile per il futuro dei trasporti in Italia.

Secondo il rapporto, adottare un sistema integrato di mobilità condivisa – che includa mezzi pubblici, taxi, car sharing, bike sharing e altre opzioni – potrebbe portare a un risparmio medio di 3.800,00 € anno per famiglia, oltre a significativi benefici ambientali e sociali.

Attualmente, il sistema dei trasporti è responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra in Italia. Il rapporto evidenzia che un incremento del 30% nell’offerta di mobilità condivisa potrebbe ridurre le emissioni di 18 milioni di tonnellate, contribuendo in modo decisivo al raggiungimento degli obiettivi climatici per il 2030. Questa trasformazione permetterebbe anche di liberare le città da 4,5 milioni di automobili, migliorando la qualità della vita urbana.

Il fatto è che la mobilità personale, dominata dall’uso dell’auto privata, rappresenta attualmente l’83% degli spostamenti contro il 17% della mobilità condivisa. Questo squilibrio si riflette anche nella spesa delle famiglie: circa il 90% dei 139,5 miliardi di euro dedicati ai trasporti va alla mobilità personale.

Fra le azioni strategiche contenute nel rapporto, ho trovato molto interessanti le proposte di cambiamento delle politiche di regolazione del settore, definite quando il contesto normativo, economico e tecnologico erano completamente diversi (viene citato l’esempio sartoriale francese  della “Loi d’orientation des mobilités“), quindi il ripensamento dello spazio urbano, per meglio favorire l’utilizzo dei mezzi pubblici e servizi di sharing, la necessità di focalizzarsi sulla mobilità locale, dove l’impatto è più significativo, infine coinvolgere aziende e comunità che, nel percorso di decarbonizzazione e con l’adozione di criteri ESG (Environmental, Social, Governance), utilizzano il mobility management per ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare gli spostamenti dei dipendenti.

L’adozione di un sistema di mobilità condivisa rappresenta non solo una sfida ma anche un’enorme opportunità per ridurre le disuguaglianze territoriali, promuovere la sostenibilità e migliorare la qualità della vita per milioni di cittadini.