Giovedì 28 novembre, nel gioiello barocco di San Giorgio, alle ore 20 ritorna il violinista l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, per un concerto dedicato a Mozart, con una prima assoluta firmata da Roberto Molinelli e due brani del genio salisburghese, ospite della XVI Stagione Concertistica dell’Ofc
Salerno, 27 novembre 2024. Ritorna a Salerno, giovedì 28 novembre alle ore 20, nel gioiello barocco di San Giorgio, il violinista Ettore Pellegrino, ospite della XVI Stagione Concertistica organizzata dall’Ofc di Giulio Marazia, sostenuta dai contributi del MiC e della Regione Campania e patrocinata da Agis e Sistema Med. Il maestro ritorna in doppia veste di Konzertmeister e solista dell’ Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, per una serata (ingresso euro 11) interamente dedicata a Wolfgang Amadeus Mozart, che saluterà anche la partecipazione del violino e viola solista Silvia Mazzon.
“Si cementa con questo concerto – ha dichiarato il direttore artistico dell’OfC Giulio Marazia – la collaborazione con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese ed Ettore Pellegrino, che quest’anno ha previsto la circuitazione in Abruzzo e in Campania, delle rispettive produzioni delle due orchestre. Questa collaborazione va nella direzione giusta essendo richiesta dal Ministero della Cultura, che vuole gli enti finanziati nell’ambito del Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo, stretti in questo tipo di partnership, che amplia il raggio d’azione ben fuori dalle rispettive regioni di appartenenza”.
“L’Istituzione Sinfonica Abruzzese – ha continuato Ettore Pellegrino – è estremamente onorata di potersi esibire Salerno, nell’incantevole cornice della Chiesa di San Giorgio, nell’ambito della XVI a Stagione Concertistica dell’Orchestra Filarmonica Campana diretta dal M° Giulio Marazia al quale mi lega una profonda stima umana e professionale e che ringrazio per questa opportunità. Al pubblico salernitano, che sappiamo essere colto e attento, l’Orchestra dell’ISA, con la violista ospite Silvia Mazzon e me nella veste di Konzertmeister e violino solista, offrirà un concerto interamente dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart al quale verrà tributato un omaggio con la prima esecuzione assoluta del brano AmadèRondò composto da Roberto Molinelli su Commissione ISA ed ispirato proprio alla grandiosità del genio di Salisburgo. A seguire due composizioni concertanti di Wolfgang Amadeus Mozart di inestimabile valore: il Concertone per due violini in Do maggiore KV190 e la Sinfonia concertante per violino e viola e orchestra K 364”.
Apertura con la prima assoluta della composizione AmadèRondò di Roberto Molinelli “AmadèRondò è un brano in due movimenti – ha rivelato il compositore marchigiano – costruito interamente su melodie del genio salisburghese, ripensate e rielaborate dal sottoscritto, tratte da numerose sue composizioni strumentali e operistiche (salvo tre giocose ed inaspettate “sorprese”, che subdolamente si inseriscono nell’incedere mozartiano). Il primo movimento, “Spaß Invaders”, vede una serie di “invasori spassosi” che nient’altro sono che citazioni da altre opere e concerti mozartiani che tentano di “disturbare” la struttura del Rondo “Alla Turca”, il cui tema viene ripreso ciclicamente e viene anche sovrapposto ad altri. Nella coda finale, si possono ascoltare ben tre citazioni l’una sull’altra: “Eine Kleine Nachtmusik” sovrapposto al “Molto Allegro” della “Sinfonia n.40”, ed entrambi gravitanti sulla chiosa del già citato Rondo della “Sonata n°11 K 331”.
Il secondo movimento si intitola “Das Zauberorchester” e, come si può intuire, è un divertimento musicale sul “Flauto magico”, del quale citerà l’ouverture e diverse arie. Anche in questo movimento non mancheranno le già accennate “sorprese” e le variazioni strumentali che le combineranno alle immortali melodie del Singspiel mozartiano”. Si passerà quindi, al Concertone per due violini in Do Maggiore KV 190. Il titolo “Concertone”, che Mozart riserva a questo suo primo concerto con più di un solista, non indica soltanto l’utilizzo di una forma ibrida che nella divisione tra gruppo solistico e tutti ricorda lo schema del concerto grosso di tipo barocco, ma, tolti gli interventi solistici del violoncello principale e del primo oboe, possiamo credere che l’accrescitivo ponga l’accento anche sull’organico strumentale visto che gli archi sono rinforzati da un’ampia sezione di fiati (due oboi, due fagotti, due corni, due trombe) e dai timpani.
Non si conosce la data di composizione, abrasa sul manoscritto; tuttavia, gli studiosi ritengono di poterla attribuire al maggio del 1773 con il ritorno di Mozart a Salisburgo, dopo il suo ultimo viaggio in Italia. Il brano è articolato in tre movimenti, Allegro spiritoso, Andantino grazioso, Tempo di Minuetto, il Concertone si avvia allegramente in un gioco di contrappunto tra i due violini solisti, l’oboe e l’orchestra. Atmosfera briosa; dopo l’introduzione, viene esposto il primo tema cui ne segue un secondo, subito ripreso dai due solisti. I temi sono riproposti nel ritornello ma non trovano seguito nello sviluppo.
Prima della chiusura si ripetono le quattro battute dell’introduzione. Il secondo movimento, Andantino grazioso, presenta due temi strettamente connessi ed esposti dall’orchestra e dai solisti che dialogano a risposte alternate. Nella lunga coda, l’orchestra ripropone il secondo tema. Il concerto termina con un minuetto ben sostenuto e vivace; nel Trio sono riproposte le parti solistiche. La serata sarà chiusa dalla Sinfonia concertante per violino e viola e orchestra K 364, composta a Salisburgo nell’estate del 1779. L’opera appartiene al genere del concerto polistrumentale in cui solisti e orchestra sono impegnati in un discorso musicale più intenso e articolato di matrice sinfonica.
Di rilievo è il rapporto paritetico che si insatura tra violino e viola nel corso dei tre movimenti. Alla viola, strumento che Mozart amava e suonava con grande maestria, sono ad esempio rivolte delle attenzioni particolari, come la prescrizione dell’accordatura un semitono sopra per evitare che l’inevitabile brillantezza del timbro del violino relegasse in secondo piano quello della viola. Il dialogo tra i due strumenti ad arco risulta dunque sempre equilibrato a partire dall’Allegro maestoso, dove violino e viola sono parimenti coinvolti in un uno scambio di temi cantabili, all’Andante, pagina di puro lirismo su un accompagnamento orchestrale chiaroscurale, fino al brillante Rondò in chiusura.
Biografie:
Ettore Pellegrino (konzertmeister e solista)
Violinista dalla carriera internazionale, svolge intensa attività concertistica in formazioni cameristiche e con istituzioni liriche e sinfoniche, sia come spalla che come solista, esibendosi in Italia ed all’estero. Si è perfezionato con interpreti di fama internazionale quali: G. Carmignola, F. Ayo, F. Gulli, P. Vernikov e I. Grubert. In passato, è stato spalla dell’Orchestra del Gonfalone di Roma e l’Orchestra Regionale del Lazio, del complesso “I Solisti Aquilani” con concerti in Italia, Germania, Spagna, Belgio, Canada, Francia, Stati Uniti, Egitto, Libano, Marocco. Dal 2000 al 2014 è stato spalla stabile presso l’Orchestra Sinfonica Abruzzese e collabora, sempre con il ruolo di prima parte, con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
Silvia Mazzon (violino e viola)
Si è formata come violinista con grandi concertisti e didatti P. Vernikov, Z. Gilels, A. Vinnitsky e I. Grubert. Si è diplomata con il massimo dei voti sia in violino che in viola presso il Conservatorio di Adria e ha conseguito il Master of Music al Conservatorium Van Amsterdam. Si è esibita in Italia e all’estero, come solista sotto la direzione di C. Delfrate, B. Aprea, D. Giorgi, E. Bronzi, D. Soga, G. Di Lorenzi con varie orchestre tra cui l’orchestra del Festival Uto Ughi per Roma, I Filarmonici di Roma, I Salzburg Orchester Solisten, l’orchestra di Padova e del Veneto, la Filarmonica di Brasov, la Sinfonica di San Remo e altre. In formazioni cameristiche ha suonato assieme a grandi musicisti tra i quali F. Manara, I. Grubert, E. Dindo, S. Lamberto, A. Taverna, A. Niculescu, A. Padova, M. Mazzoni, F. Vidal, G. Luisi, E. Torquati, O. Semchuk, G. Sollima, O. Mandozzi, E. Pellegrino. È docente di violino presso il Conservatorio di Reggio Emilia.
L’Orchestra dell’ Istituzione Sinfonica Abruzzese
Il 4 novembre 1970, al L’Aquila, viene costituita l’Istituzione Sinfonica Abruzzese (ISA), elemento prioritario di un vasto progetto ideato da Nino Carloni nell’immediato dopoguerra che intendeva realizzare all’Aquila un centro di cultura musicale nel quale la produzione, la distribuzione, la didattica della musica realizzassero un punto di riferimento per l’intera regione allargandosi poi alle realtà limitrofe fino ad un incontro e a un confronto nel livello nazionale ed internazionale.
L’Istituzione Sinfonica Abruzzese nasce all’indomani della comparsa degli enti Regione a statuto ordinario e già nel nome manifesta l’intento di essere espressione reale della volontà di rinnovamento musicale di tutto l’Abruzzo e dei territori vicini.
Il debutto musicale avviene all’Aquila, nella Basilica di San Bernardino il 21 Aprile 1974 con la direzione del M° Gianluigi Gelmetti e il pianista Antonello Neri.
Il 17 luglio 1975, l’ISA viene riconosciuta quale Istituzione Concertistico-Orchestrale dotata di propria orchestra stabile. Il progetto dell’Avvocato Carloni che aveva già portato alla creazione di altre importanti istituzioni musicali – la Società Aquilana dei Concerti “Bonaventura Barattelli” (1946) e l’orchestra da camera I Solisti Aquilani diretti dal M° Vittorio Antonellini (1968) – l’istituzione di una cattedra di Storia della Musica presso l’Università dell’Aquila e la nascita del Conservatorio “A. Casella” (1968) raggiungeva così compiutezza.
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