Usi Civici Paganica: Tracciato sopra una faglia, sotto fiume raiale, nelle vicinanze di chiese e abitazioni, migliaia di alberi tagliati, cancellate tartufaie e sentieri”.
L’Aquila, 27 novembre 2024. “Il metanodotto Snam determinerà un impatto enorme, temiamo irreversibile, anche nel territorio di Paganica, interessato per ben 7 chilometri e quasi 40 ettari, con la distruzione di cave di tartufi, coltivazioni di zafferano e di sentieri, con il taglio di migliaia di alberi, comprese querce secolari. Il grosso tubo passerà su una faglia attiva, addirittura sotto il fiume Raiale e a meno di 200 metri dal celebre santuario della Madonna di Appari intersecando il sentiero attrezzato che è una affermata infrastruttura turistica, a pochi metri dalla chiesetta di San Pietro Celestino V, la cui area è stata da poco riqualificata e financo a pochi metri da abitazioni”.
A ribadirlo oggi in conferenza stampa è stato Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio, popolose frazioni dell’Aquila, e che ribadisce la contrarietà e le forti perplessità sul percorso del metanodotto Snam che collegherà Sulmona, dove è prevista una centrale di compressione, anch’essa fortemente contestata, fino a Foligno, attraversando decine di comuni abruzzesi, tutti in area fortemente sismica.
Galletti ha annunciato che a breve ci sarà una riunione con la Snam, in cui tutte le pesanti criticità” saranno messe sul tavolo. A seguire sarà convocata una assemblea pubblica per informare sull’esito i cittadini.
“Le cartografie che la società ci ha consegnato – ha spiegato innanzitutto Galletti -, sono pressoché illeggibili e non corrispondono in vari punti alle località interessate, non consentono una lettura di dettaglio, che invece è l’aspetto dirimente. Una cosa è però certa: non si tiene conto della fase del cantiere, che potrà durare molto tempo, e anche questo avrà un impatto enorme, pensiamo solo al fatto che ci saranno ampliamenti e modifiche del tracciato di sentieri e strade campestri, saranno distrutti certamente maceri e muraglie a secco, che vorrei ricordare, sono tutelate come bene storico e architettonico”.
Capitolo risarcimenti e compensazioni: “Per tutto quello che dovranno subire cittadini e imprenditori agricoli di Paganica la Sam ha messo sul tavolo solo 100.000 euro, per poi quantificare in secondo momento i cosiddetti ‘frutti pendenti’, ovvero i danni di lunga durata alle colture, a cominciare dalle tartufaie naturali dei boschi interessati all’opera. I proprietari delle coltivazioni del prezioso fungo ipogeo hanno già quantificato con una loro perizia, il danno in 50 milioni di euro, senza considerare il tartufo spontaneo, le cui cave andranno perdute e che sono una voce fondamentale per l’economia del nostro territorio. Inoltre va considerato che il catasto non è aggiornato all’attuale proprietà e ha nominativi vecchi di due generazioni: questo determinerà problemi per la titolarità degli eventuali risarcimenti”.
Per di più, rivela Galletti, nella lettera che la Snam ha inviato all’Asbuc, e in cui stabiliscono i criteri dei risarcimenti per la servitù dei terreni di cantiere, “ci sono punti molto pochi chiari: ad esempio si dice che gli obblighi assunti si riterranno nulli o privi di effetto qualora la Snam non dovesse realizzare il gasdotto. Ammettiamo dunque che ci sia un intoppo, che resti un’opera incompiuta, e in Italia spesso accade: i cittadini avranno solo i danni e disagi per il lungo cantiere. Si pone poi l’obbligo di non realizzare alcuna opera nell’area interessata al cantiere, tra cui le fognature e le canalizzazioni. Il problema è che però il tubo passa a pochi metri dalle abitazioni, e questo potrà con ogni probabilità creare notevoli problemi ai residenti. Non è stato considerato nel ripristino ambientale il ponte medievale nella valle di Fonte Verrone, luogo di enorme pregio, ma che nelle mappe della Snam nemmeno compare. Ma del resto clamorosamente non viene menzionato l’attraversamento del sentiero attrezzato, una delle attrazioni del nostro territorio che collega il paese al santuario della Madonna di Appari”.
Conclude Galletti: “Vorremmo sommessamente ricordare che Paganica fa parte del Comune dell’Aquila, che pure formalmente si è dichiarato contrario all’opera. Nonostante questo dal sindaco Pierluigi Biondi e dall’assessore all’Ambiente, Fabrizio Taranta, registriamo ad oggi solo un assordante silenzio. Si sono limitati a convocare i vari Usi civici, per invitarli ad alzare la posta con la Snam per quel che riguarda i risarcimenti. Invitiamo comunque ad un costruttivo confronto l’amministrazione comunale dell’Aquila, che spero sia consapevole dell’impatto sul suo territorio di questa opera”.
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