Le proposte degli Stati Generali delle Donne
PoliticaInsieme.com, 3 dicembre 2024. Gli Stati Generali delle Donne presentano a quattro anni di distanza l’aggiornamento di un lavoro che ci sta a cuore e ci compete per la nostra natura di coordinamento permanente delle donne sui territori. L’ascolto dei territori per SGD è sempre stato essenziale ed è da questo che viene la nostra forza, nell’aver saputo creare una comunità allargata con obiettivi comuni sapendo valorizzare le specificità.
Ciascun territorio ha vocazioni e criticità diverse e l’azione di Governo deve poterne tenere conto nell’individuare le politiche corrette per promuovere le donne, non trascurare le diverse esigenze dei territori, leggendole nel quadro degli indirizzi per lo sviluppo del Paese.
Abbiamo riflettuto e lavorato in questi anni di pandemia e post pandemia alle strategie per rafforzare la presenza delle donne nel futuro, per promuovere empowerment femminile e ascoltato moltissime imprenditrici di tutte le regioni d’Italia. Oggi ancora di più sosteniamo la necessità di una visione di genere in tutte le politiche di sviluppo che aiuti a promuovere skills professionali elevati per le donne.
Una politica pubblica che assieme ai servizi necessari per supportare il tempo del lavoro si impegni con convinzione a trovare spazi per posizionare anche le donne alla guida del cambiamento. Il cambio di paradigma che con altri auspicavamo nel 2020 e che in molti avevano annunciato come ineludibile ancora non si è affermato e fatica a mantenere le posizioni acquisite.
La volontà di segnare l’avvio di un processo di cambiamento attraverso:
• il sostegno alle imprese femminili:
•l’istituzione di un fondo per la microimpresa femminile, servizi di tutoring tecnicogestionale;
•creazione di pooling tra le imprese per l’armonizzazione dei tempi della vita e del lavoro.
• il potenziamento del lavoro femminile:
•avviare un piano concreto per la creazione di centomila posti in più in asili nido in cinque anni;
•incentivare il ritorno al lavoro delle donne dopo la maternità prevedendo una premialità sul salario, pari fino al 30% del salario;
•formare e riqualificare le donne che dovessero perdere il posto di lavoro a seguito della pandemia. Quale esito ha avuto? E qual è la condizione attuale delle donne nel nostro paese? Se consideriamo i progressi verso la realizzazione del SDG 5 dell’Agenda ONU 2030 troviamo pur con un miglioramento della nostra posizione calcolata rispetto al 2010, un posizionamento in termini assoluti non soddisfacente mentre il Global Gender Gap Report del 2024 evidenzia un arretramento dell’Italia: il nostro paese perde posizioni rispetto al 2023 classificandosi all’87° posto su 146 Paesi a livello mondiale. Il punteggio di 0,70 attribuito all’Italia (rispetto allo 0,75 della media europea) indica una forbice ancora ampia (30%) tra donne e uomini e una dinamica verso la parità di genere molto più lenta rispetto ad altri Paesi. il divario di genere nell’occupazione rimane un problema molto rilevante. Le tendenze attuali, sia a
breve che a lungo termine, non sono sufficienti per dimezzare entro il 2030 il gap occupazionale tra uomini e donne rispetto al 2019 (Target 5.5).
Secondo le previsioni di Prometeia, nel 2030 l’Italia si attesterà a un livello pari al 78,5% nel rapporto tra i tassi di occupazione, circa otto punti percentuali sotto l’obiettivo. Segno che la strada è ancora lunga.
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