Pescara, 7 dicembre 2024. Si chiama curb extension, ovvero cordolo allargato, quella estensione del marciapiede verso la strada che consente al pedone di essere più visibile nell’atto dell’attraversamento e soprattutto di poter percorrere meno strisce zebrate: il tutto si traduce in maggiore sicurezza.
Quando ho saputo dell’investimento, da parte di un automobilista a bordo della sua auto, un SUV, di una giovane ragazza sulle strisce pedonali lungo via Falcone Borsellino, dove vige il limite di 30 km/h, ho fatto mente locale per cercare di capire quale fosse il luogo della collisione in quel tratto di strada che faccio spesso, in bici.
Per togliermi ogni dubbio sono andato a vedere di persona. L’attraversamento pedonale si estende per oltre 14 metri, tutta la larghezza della careggiata: sul lato nord include una pista ciclabile in sede propria per un ingombro di 3 mt; sul lato opposto l’attraversamento pedonale ha inizio tra due posti auto, per una larghezza di 3 mt. Il resto sono due corsie divise per senso di marcia.
Chi attraversa rimane quindi allo “scoperto” per 8 metri, e chi si accinge a farlo, soprattutto sul lato sud, rimane “nascosto” dalle auto in sosta, con il rischio di non essere visto da chi sopraggiunge né al converso di vedere chiaramente veicoli in arrivo.
Per le utenze vulnerabili, si tratta evidentemente di una situazione altamente pericolosa, che andrebbe rivalutata e messa in sicurezza con alcuni accorgimenti, quali:
l’avanzamento del marciapiede (curb extension), fino al limite della corsia;
la riduzione della larghezza della corsia stessa, anche solo visivamente adottando accorgimenti segnaletici orizzontali, a 2,5 mt, vista la concomitanza del limite di 30 km/h;
la realizzazione quindi di un’isola salvagente a centro strada, idoneamente segnalata;
e sarebbe anche utile adottare un sistema salva-pedone “smart street”, ovvero un presidio di segnalamento visivo di allerta, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità, che si attiva in caso di attraversamento.
Riducendo la larghezza delle corsie a 2,5 mt, franco banchine laterali per circa 1 m, si hanno ben 2 metri a disposizione per spezzare l’attraversamento pedonale.
Questo tipo di intervento tra l’altro esiste già, e si trova lungo via Tirino, all’incrocio con Via Musone, dove la carreggiata è larga solo 7 metri e dove le singole corsie sono state fisicamente e progressivamente ridotte a circa 2,5 m per una lunghezza di 70 m, con un salvagente di 1 metro abbondante all’altezza dell’attraversamento pedonale.
Identico ragionamento può essere fatto per le fermate degli autobus quando, sovente per via delle auto in sosta, diventa impossibile per i mezzi pubblici attraccare alla banchina per l’incarrozzamento a raso dei pedoni che, invece, devono fare alcuni metri per colmare la distanza tra il bus e il marciapiede, sia in fase di discesa che di salita, inconveniente che sarebbe semplice risolvere con l’adozione di banali banchine avanzate (due evidenti esempi sono visibili lungo Viale della Pineta).
Mi chiedo quante di situazioni simili a quelle di via Falcone e Borsellino siano all’attenzione del Piano Comunale di Sicurezza Stradale, che, lo dice il nome, dovrebbe rilevare e contemplare tutte le criticità presenti in città, affinché si possa procedere alla loro rimozione ed in tal modo prevenire situazioni di rischio, come quella in cui si è trovata la giovane 15 enne a cui non si può che augurare di tornare quanto prima a fare la studentessa.
Giancarlo Odoardi Esperto Promotore Mobilità Ciclistica (EPMC)
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