STUDIO PSICOLOGI UNIVAQ su residenti Progetti Case e Map

All’aumentare dell’età cresce anche la percezione della qualità urbana e del benessere ambientale

L’Aquila, 7 dicembre 2024. Con l’aumentare dell’età, i residenti dei Map e dei Progetti Case tendono a percepire una gratificazione e un piacere maggiori nel vivere in quei luoghi; tendono a percepire una maggiore qualità urbana.

Sono queste le conclusioni a cui giunge uno studio realizzato da un team di ricercatori di psicologia dell’Università dell’Aquila – Danilo Bontempo e Matteo Perazzini (dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente, MESVA), Marco Giancola (dipartimento di Scienze biotecnologiche e cliniche applicate, DISCAB) – e da ricercatrici indipendenti – Martina Bucci  e Rosanna Passaretti – coordinati da Enrico Perilli, professore di Psicologia dinamica al dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, scienze della vita e dell’ambiente.

Il campione

Lo studio è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista internazionale Cities and Health (qui il link) ed è stato condotto su un campione composto da cento persone. I partecipanti hanno compilato un breve questionario sociodemografico, il Perceived Residential Environment Quality e il World Health Organization Quality of Life Brief. I dati sono stati raccolti da febbraio a luglio 2023 e sono stati arruolati 100 abitanti dall’età media di 46 anni, di cui 65 donne e 35 maschi. Il campione è stato progettato per riflettere la popolazione generale del contesto italiano e la distribuzione del campione di ricerca si allinea con le statistiche demografiche nazionali (Italia media età = 46) e regionali (Abruzzo media età = 47) in cui gli adulti di mezza età rappresentano una porzione consistente della popolazione.

Scopo della ricerca era esplorare il ruolo dell’età nello spiegare le differenze individuali nel benessere ambientale, affrontando anche il potenziale coinvolgimento della qualità urbana percepita.

Lo studio

Il team di ricercatori, esaminando e analizzando le risposte date dai residenti compresi nel campione, ha scoperto che, sebbene i Map e i Progetti Case, concepiti specificamente per affrontare l’emergenza del recupero delle persone in tempi brevi,  manchino di alcuni servizi essenziali come scuole, farmacie, uffici postali, luoghi di culto e supermercati, nonché di punti di aggregazione volti a favorire la socialità, con l’avanzare dell’età, gli abitanti tendono a percepire il proprio quartiere di residenza come un luogo sicuro in cui vivere.

“Questo accade perché” spiega Danilo Bontempo, uno dei ricercatori che ha preso parte allo studio “all’aumentare dell’età, le persone che vivono in determinati luoghi hanno la tendenza a sviluppare un maggior legame con i luoghi stessi. Si creano delle piccole comunità di residenza e questo sopperisce anche all’isolamento sociale e alla carenza di alcuni servizi essenziali”.

Di conseguenza, conclude la ricerca, questa percezione di sicurezza contribuisce in modo significativo a sperimentare il benessere ambientale, favorendo un senso di comfort, stabilità e soddisfazione e desiderio di permanenza nei confronti della propria condizione di vita e dell’ambiente urbano.

Psicologia dei luoghi

“Da diversi anni” sottolinea il Prof. Enrico Perilli “siamo impegnati, come cattedra di psicologia dinamica, in una serie di ricerche sulla psicologia dei luoghi, in riferimento soprattutto alle aree interne. Nel 2019 abbiamo pubblicato un libro sul perturbante nell’espansione urbana, analizzando il fenomeno per cui, nei processi di grande espansione delle megalopoli, appare, a un certo punto, un elemento straniante e terrifico, che induce modificazioni psicologiche profonde nel vissuto delle città. Questo nuovo studio compiuto sui Progetti Case e sui Map, di natura psicologica e psicodinamica, rappresenta una novità perché, dopo il terremoto, era stata prodotta molta letteratura scientifica su queste soluzioni abitative ma di natura soprattutto socio-antropologica. Un altro studio che stiamo concludendo riguarda il supporto sociale nei paesi in via di spopolamento, ove per supporto sociale intendiamo la disponibilità di servizi sia materiali che immateriali, dai rapporti di reciprocità tipici del vicinato alla presenza di servizi quali ambulatori, supermercati ecc. Questi servizi materiali e immateriali vanno a creare, globalmente, una sensazione di supporto sociale. Siamo nella fase di analisi dati e a breve pubblicheremo il lavoro”.