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UN DOSSIER ALLA SCHLEIN

Il progetto diventerà uno dei temi monitorati anche dal partito nazionale

L’Aquila, 9 dicembre 2024. “Ho affidato alla Schlein un dossier di sintesi sullo stato dell’arte e sui punti più controversi in merito al progetto di velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara, ricevendo l’impegno a inserirlo fra le tematiche sui territori monitorati anche dal partito nazionale. Ringrazio la segretaria per l’attenzione che ha rivolto a una delle riflessioni forti emerse anche dal tavolo tematico dedicato all’Ambiente della Conferenza programmatica del PD Abruzzo, svoltasi a Pescara venerdì e sabato scorsi. La consegna è un ulteriore passo avanti per la costruzione di una svolta importante sulla situazione attuale, a fronte sia delle criticità emerse e sia del confronto che si sta articolando in Commissione regionale Vigilanza, da me richiesta perché affrontasse aspetti che non sono stati mai sottoposti alla pubblica opinione, non ultimo il rovesciamento del cantiere, più utile alla Marsica e più problematico nei primi lotti dalla costa al Morrone”, riferisce il consigliere PD Antonio Di Marco, reduce dalla due giorni di partito conclusa ieri a Pescara dalla Schlein.

“A questo punto e per costruire una svolta a favore delle comunità coinvolte e a tutela dell’ambiente interessato dal cantiere, è indispensabile aprire anche un confronto politico nazionale sull’opera – sottolinea Di Marco – per questo ho investito la Schlein del problema e lo farò anche con gli altri esponenti di partito che rivestono ruoli istituzionali, come la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno e l’eurodeputato PD Antonio Decaro. Rilevo che da quando abbiamo aperto un confronto in Commissione, mai avvenuto prima tra RFI e Consiglio regionale, i territori che si erano forse rassegnati a fronte dell’intransigenza di RFI e della posizione inspiegabilmente chiusa da parte della Regione, hanno ricominciato a esprimersi a favore di un’alternativa possibile al posto dell’attuale procedura che vede appaltati i primi lotti e avviati i primi espropri, nonostante le tante incognite e le tante criticità note e che stanno emergendo proprio da una conoscenza più approfondita del progetto, degli stralci accordati da RFI nell’interfacciarsi con i Comuni, dell’esigenza di un ripensamento sull’impatto che ha sul nostro territorio. Perché il progetto esprima davvero il suo potenziale, deve poter riscontrare utilità concrete, per non finire col diventare un intervento subito e dai costi sproporzionatamente alti rispetto ai benefici”.

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