OSATE PURE, RAGAZZI, MA NEL FRATTEMPO …
… noi abbiamo già deciso!
Pescara, 16 dicembre 2024. Alcuni giorni or sono, in sede di commissione comunale “Sviluppo e gestione del territorio” presieduta da Andrea Salvati, è stato audito il professor Paolo Fusero, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Pescara, che ha presentato il Masterplan di ampliamento del campus universitario di Pescara di viale Pindaro, redatto nell’ambito della “Summer School 2024”, un workshop progettuale di 12 giorni di full immersion che ha visto la partecipazione di 200 studenti provenienti da 15 atenei di 12 Paesi europei.
Oggetto dell’esercitazione progettuale è stato il masterplan di ampliamento del campus di Pescara, che interessa aree di proprietà pubblica e privata che si affacciano su viale Pindaro. Il professor Fusero si è soffermato sulle seguenti ipotesi:
trasformare la sede dei Vigili del Fuoco in studentato e foresteria, un’iniziativa che risponderebbe a una reale esigenza di alloggi per studenti;
integrare il Parco della ex Caserma Di Cocco nel campus universitario abbattendo la recinzione esistente per creare uno spazio verde accessibile che si estenda fino a Piazza San Luigi;
realizzare una fermata ferroviaria dedicata a sud-ovest dell’area, a nord di quelle del Tribunale e di San Marco, migliorando la mobilità degli studenti e del personale;
ripensare in modo innovativo le strade di attraversamento della cittadella, da Viale Pindaro alla nuova Via Verde, per le quali viene prevista una gestione sostenibile delle acque piovane, oltre che la destinazione al solo trasporto pubblico e alla mobilità attiva di pedoni e ciclisti, soprattutto per dare unicità ai diversi comparti didattici del nuovo insediamento universitario.
Ma a chiusura della presentazione è subito emerso che l’Amministrazione comunale, per le aree di propria pertinenza, ha già sviluppato altre idee e sta già elaborando propri progetti. In particolare, il consigliere comunale Marco Pastore (Forza Italia) ha fatto presente che è già previsto che la recinzione del Parco della ex Caserma Di Cocco venga ripristinata con un investimento di 600.000 €, cosa che esclude quindi l’abbattimento del muro, e che la cosiddetta “strada verde” sarà destinata al traffico veicolare a senso unico, con parcheggi laterali, in previsione di realizzarne altri in zona.
Inoltre, il fulcro del Master Plan, cioè l’utilizzo della Caserma dei Vigili del Fuoco come studentato, va in contrasto con l’ormai già deciso adeguamento sismico della struttura da parte del Demanio, che ha preventivato 3 ml € di spesa.
Decisioni che, seppur legittime, sanno di amaro, assunte nel solco delle modalità operative di amministrazioni che progettano la città nei propri uffici senza momenti di confronto, né con i cittadini né con altre categorie di rappresentanza di interessi comuni. È sempre più urgente al contrario mettere tutti gli attori intorno al tavolo affinché non giochino l’uno contro l’altro.
E pensare che il Sindaco, proprio in occasione della presentazione del Masterplan, avvenuta nella sede dell’Ex Aurum, aveva con foga e con passione esortato ragazze e ragazzi a osare, a spingersi oltre le ragioni delle generazioni attuali in ragione del ruolo che avranno nel futuro governo della città. E nelle carte e nei rendering appesi ai pannelli e nel grande plastico tridimensionale, intorno al quale docenti, studenti e stakeholder si sono confrontati, questo hanno fatto: hanno osato!
Anche se in coda all’incontro sembra sia emersa la possibilità di aprire un sollecito tavolo di confronto con l’amministrazione comunale, le decisioni già prese e apprese rappresentano un evidente ostacolo rispetto alle ambizioni di sostenibilità e condivisione del progetto universitario. Non solo: a nostro avviso esse denunciano un modus operandi che lascia disorientati: l’università, impegnata in tavoli di concertazione e confronto, scopre ex post che l’amministrazione comunale ha deciso di procedere in totale autonomia, senza coinvolgere gli attori interessati e senza dare spazio e tempo al dialogo.
L’episodio potrebbe prefigurare un’ennesima un’occasione persa per Pescara e per l’Università. Un progetto che potrebbe trasformare la città in un polo di eccellenza accademica e ambientale rischia di essere soffocato da decisioni isolate, prese senza ascoltare chi, con competenza e visione, sta cercando di costruire un futuro migliore.