LIBRI DI TESTO PER L’ATTIVITÀ ALTERNATIVA

Anche quest’anno scolastico 2024/25 l’Uaar, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, donerà i libri di testo per l’Attività Alternativa (AA) alla Religione Cattolica alle scuole primarie statali che ne faranno richiesta

L’Aquila, 23 dicembre 2024. La campagna “Libri per chi ha diritto di averli”, lanciata per la prima volta lo scorso anno scolastico, ha già consegnato gratuitamente più di 1300 testi in tutta Italia e sollecitato tramite e-mail PEC tutti gli istituti comprensivi del Paese a deliberare l’adozione dei libri di testo per l’Attività Alternativa (AA). In provincia dell’Aquila sono stati 23 i libri consegnati ad altrettante bambine e bambini delle due scuole primarie “De Amicis” e “Celestino V”, appartenenti all’I.C. “G. Carducci” dell’Aquila, in via della Polveriera MUSP 13. Questo Istituto, dando seguito alle condizioni di partecipazione alla campagna, ha anche provveduto a adottare ufficialmente i testi per l’AA.

Anche grazie all’iniziativa dell’Uaar, le classi di tutta Italia che hanno adottato il libro di testo per la materia sono cresciute del 90%. In provincia dell’Aquila per quest’anno esse si attestano al 9,99%. «Sappiamo che ci sono scuole primarie che seguono programmi di AA validi senza il libro di testo, ma la percentuale delle classi che non lo ha adottato sembra francamente troppo alta. Rilanciamo pertanto anche quest’anno la nostra campagna di donazioni/adozioni. L’obiettivo è di colmare il divario – e rendere giustizia della discriminazione – tra gli studenti che si avvalgono dell’AA e chi, invece, avvalendosi dell’Insegnamento della Religione Cattolica, vede garantito fin dal primo giorno docente, aula e un libro di testo gratuito», riferisce Fabrizio Facchini, referente Uaar della provincia.

Le scuole primarie statali che vorranno partecipare alla campagna dovranno collegarsi alla pagina dell’iniziativa https://www.uaar.it/kitdidattica e compilare il modulo previsto entro il 10 febbraio 2025. Successivamente, se la richiesta sarà approvata, i libri saranno consegnati gratuitamente dall’Uaar alla scuola e sarà il personale della scuola a distribuirli ad alunni e docenti dell’AA.




IL LAVORO FONDAMENTO DELLA REPUBBLICA E DELLA LIBERTÀ

PoliticaInsieme.com, 23 dicembre 2024. La Segreteria di INSIEME ha approvato e diffuso la seguente nota sul Lavoro. Continua, così, l’impegno del partito nella delineazione di una proposta politica che affronti in modo adeguato tutte le questioni che riguardano una delle fondamentali attività sociali che, nel corso degli ultimi decenni, hanno registrato ritardi ed arretramenti, soprattutto a danno delle parti più deboli.

Il documento di INSIEME resta in continuità con la Petizione presentata da INSIEME in materia e  con l’incontro organizzato lo scorso 19 ottobre cui hanno partecipato i rappresentanti di numerosi gruppi ed associazione che hanno condiviso la necessità di un impegno politico sulle nuove tematiche aperte per i lavoratori, le imprese, e il mondo del lavoro in generale.

Il lavoro – fondamento della Repubblica, secondo il dettato dell’ articolo 1 della Costituzione – rappresenta l’architrave su cui edificare una nuova stagione politica, orientata a sviluppare l’ intera gamma dei “diritti sociali”.

Lavoro, dunque, baricentro di una strategia fondata su casa, educazione, cultura, salute, cura e tutela dei soggetti deboli, vivibilità del contesto urbano, salubrità dell’ ambiente.

È attorno a questi obiettivi – versanti essenziali per la vita di ogni famiglia – che va ricreata la “coesione sociale” necessaria a sostenere ordinamenti democratici in affanno.

A tale proposito risultano decisive nuove relazioni tra capitale e lavoro, indispensabili per ricucire le lacerazioni e riassorbire le slabbrature del tessuto sociale che stanno raggiungendo un livello di guardia oltre il quale – come segnala l’ annuale rapporto del Censis – le tensioni potrebbero effettivamente degenerare in una rivolta sociale aperta, anche a prescindere dall’ auspicio, previsione o minaccia che sia di Landini.

Noi pensiamo sia necessario un nuovo “statuto del lavoro e dell’ impresa sociale” che delinei le linee generali di un “patto di corresponsabilità”.

Il quale, senza nulla togliere al conflitto – perenne motore di innovazione in ogni ambito, cominciando da quello sociale – al ruolo rivendicativo del sindacato ed al pieno esercizio del diritto di sciopero, permetta di ricondurre gli interessi particolari dell’ una e dell’ altra parte entro la cornice dell’ interesse generale del Paese.

Anche sul piano del comune concorso alla definizione di una politica industriale, della ricerca e degli investimenti che consenta all’ Italia di competere e sostenere, grazie al contesto europeo in cui si colloca, la sfida tecnologica sul piano internazionale, gareggiando, in quanto a creatività, con gli stessi Stati Uniti.

Le vecchie categorie del “classismo” e dell’ “interclassismo” e le loro declinazioni più recenti non sono in grado di reggere lo sforzo e la fatica delle trasformazioni verso cui siamo inesorabilmente incamminati.

Anche al mondo imprenditoriale spetta, dunque, riconoscere che il modello di sviluppo “neoliberista” è sfuggito di mano e si è riversato in forme francamente patologiche di abissali diseguaglianze, che configurano una postura “padronale “ e predatoria del capitalismo.

La quale, a maggior ragione sospinta dalla dimensione “multinazionale” delle maggiori imprese, ha privilegiato la “finanziarizzazione” dell’ economia a dispetto del profilo industriale e produttivo (Stellantis  insegna ), ha prodotto intollerabili divaricazioni nella ridistribuzione della ricchezza ed ha gestito gli incrementi di produttività consentiti dall’ innovazione tecnologica esclusivamente in funzione del profitto.

Siamo giunti al capolinea, si tratta di venirne fuori ed avviare una nuova corsa.

Quindi, è il momento di promuovere, sostenere e premiare con politiche appropriate un nuovo paradigma che abbia il coraggio di assumere quali presupposti strutturali del suo impianto, alcuni fattori – tendenziale piena occupazione, reali garanzie di sicurezza sul lavoro, valorizzazione delle professionalità e formazione, difesa delle competenze a fronte dell’ avanzamento tecnologico, sostegno al lavoro femminile, adeguate retribuzioni in linea con la media europea – che disegnino un nuovo profilo sociale dell’ impresa.

In questo nuovo quadro di riferimento al lavoratore va riconosciuta la facoltà di concorrere alla definizione delle linee strategiche di fondo dell’ azienda. E, altresì, nelle forme contrattualmente pattuite, il diritto di partecipazione agli utili di impresa.

Il lavoro, ogni lavoro, di qualunque rango, allo stesso modo per ognuno, è un diritto e, nel contempo, un dovere. Lo afferma e lo prescrive l’ articolo 4 della legge fondamentale dello Stato. E va remunerato – art. 36 della Carta costituzionale – in misura sufficiente perche’ il lavoratore possa “assicurare a sé ed alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

Se ne deve dedurre che il sistema economico produttivo non può più essere fondato sulla legge unica, inappellabile e sovrana del profitto e della rendita, in particolare di quella finanziaria e non produttiva.

Abbiamo bisogno – e urgentemente – al di là di quello economico, di riscoprire il “valore sociale” del lavoro che assuma, nell’ ordine complessiva della nostra convivenza civile, una valenza primaria rispetto allo stesso profitto.

Infatti, la priorità programmatica che, in questa fase storica, va riconosciuta ai “diritti sociali” deve essere finalizzata a ricreare le condizioni di coesione, di fiducia e di solidarietà, di reciproco riconoscimento tra i vari attori del contesto civile necessarie a sviluppare forme avanzate di partecipazione alla vita democratica che siano in grado di reggere l’ onere delle trasformazioni in corso.

I luoghi di lavoro vanno intesi come spazio privilegiato a tal fine. Va riconosciuta la relazione che corre tra piena soddisfazione del diritto al lavoro, pari titolarità di cittadinanza e tenuta degli ordinamenti istituzionali fondati sulla centralità del Parlamento e della democrazia rappresentativa Ricordando, d’altra parte, come il mondo del lavoro storicamente, nel nostro Paese, in modo particolare negli ultimi decenni del secolo scorso, si sia fatto carico di una responsabilità decisiva per la difesa della democrazia.

Del resto, il lavoro, le diverse conformazioni che va assumendo, soprattutto sospinte dalle innovazioni tecnologiche più avanzate, rappresenta l’ ambiente che più violentemente di altri è investito da processi caratteristici del tempo di transizione – e, dunque, inevitabilmente, di precarietà’ – che stiamo vivendo.

Occorre, pertanto, mettere in atto, dando loro certezza di legge, strumenti di garanzia e di tutela sociale del lavoratore – a prescindere dalla modalità contrattuale del suo impiego – in modo particolare, in relazione alle fasi di eventuale passaggio da un’ occupazione ad un’altra.

È impegno dello Stato, cioè della collettività nella sua formalizzazione istituzionale, impedire che la vita del lavoratore sia esposta a condizioni di insicurezza esistenziale, destinate a ripercuotersi sulle famiglie e sulle più giovani generazioni.

Le innovazioni tecnologiche – cominciando dall’ IA, la più prorompente – stanno cancellando vecchie professionalità e ne creano di nuove. Lasciate correre per il loro verso, finirebbero per essere funzionali solo ad incrementi di produttività, a loro volta unilateralmente orientati alla crescita del profitto, senza riguardo alle fratture sociali che ne potrebbero derivare e, peraltro, già inscritte nel nostro orizzonte. Vanno, dunque, governate per scongiurare un tale esito ed impedire che vi sia, altresì – a prescindere da eventuali sacche di disoccupazione – se non altro una progressiva dequalificazione del lavoratore a fronte della logica inesorabile dell’ algoritmo.

Peraltro, a dispetto di ogni pur avanzatissima automazione, la centralità del “fattore umano” non verrà mai meno quale nodo centrale di ogni processo produttivo, Al contrario, una possibile involuzione a questo livello, preparerebbe il terreno perche’ anche sul piano complessivo dello sviluppo sociale, lo spazio della “politica” venga via via eroso da poteri “altri” e differenti, di impronta tecnocratica, per loro natura alieni da ogni preoccupazione democratica.

Analogamente, per quanto concerne il lavoro femminile, la legge del profitto deve cedere il passo a percorsi di “conciliazione condivisa” che consentano di tenere insieme, in un rapporto armonico, occupazione e vita familiare. Anche nell’ ottica di politiche orientate alla natalità che esigono congedi parentali e servizi dedicati alle prime età della vita di cui il nostro Paese non è sufficientemente provvisto.

Libertà e giustizia sociale non possono che camminare di pari passo. In caso contrario, sarebbero destinate ad elidersi a vicenda.




MICHELE PLACIDO INCANTA GIOIA DE MARSI

L’attore e narratore Michele Placido ha incantato ieri sera il Centro Culturale Moretti di Gioia dei Marsi (L’Aquila) con lo spettacolo “Amor y tango”.

Gioia dei Marsi, 23 dicembre 2024. Sul palco, insieme a Michele Placido che ha interpretato il ruolo di voce recitante, “un ensemble di eccellenza formato da Davide Cavuti alla fisarmonica, Franco Finucci alla chitarra, e Antonio Scolletta al violino, ha dato vita a un’atmosfera coinvolgente e suggestiva”, ha dichiarato il sindaco di Gioia dei Marsi, Gianluca Alfonsi. L’evento è stato promosso da Marsi’n Jazz, diretto artisticamente da Finucci e patrocinato dal Comune di Gioia dei Marsi.

“Una serata speciale nel nostro Centro Culturale – ha spiegato il primo cittadino Alfonsi con una magistrale esibizione. Attraverso la magia della poesia e del teatro, usando il sublime veicolo della musica, e del tango in particolare, l’insuperabile e inossidabile Maestro Placidi ci ha davvero attraversato anima e cuore, trasmettendo sensazioni uniche e introducendo importanti spunti di riflessione sul senso della vita. Lo ringrazio a nome dell’intera comunità gioiese, per aver voluto dedicare, con la delicatezza che gli appartiene, momenti dello spettacolo alla storia del nostro Paese, alle nostre origini di pastori transumanti legate a terre pugliesi da cui egli proviene. Toccante e commovente l’omaggio ai nostri concittadini periti sotto le macerie del terribile terremoto del 1915”.

“Infine, un grazie particolare e sentito al mio vicesindaco, Barbara Di Giandomenico, che ha fortemente voluto e organizzato l’evento. Una serata da incorniciare e che ci dà la conferma che con la cultura si cresce davvero sotto ogni profilo e che Gioia, paese di cultura, può e deve sempre più vivere di questo”, ha concluso Alfonsi.




ULTIMI BATTITI [PER LA SCELTA]

Giungono sempre nella vita quei momenti importanti: i momenti delle scelte e delle decisioni determinanti. Arrivano sempre puntuali a conclusione di un’esperienza, al termine di un impegno o di un’attività; arriva, dunque, il momento risolutivo e, in modo rituale, giunge sempre dopo grandi fatiche e sofferenze, qualche riconoscimento e con profonda tristezza.

Ognuno può sostenere una propria opinione, delle gratificazioni, dunque, inutile dissertare: tutto proiettato nelle fauci del relativismo.

Ecco, però, che si leva l’energia del volontariato; la forza, la vivacità, la passione che non conoscono oscurità od incertezza  di sorta. L’energia pulita, l’energia donata, l’energia forse trascurata o addirittura ignorata è sempre quella che opera silente ed offre servizio prezioso.

Tantissima energia profusa dai volontari, tanta dispersa nel nulla; molte volte nemmeno rilevata, ma tanto intangibile generato vola nel mondo; ecco nel mondo, in un luogo caotico, ingovernabile ed ingannevole per tutti.

Valori intangibili, comunque, che si diffondono; valori che vivono e fluiscono nel mondo a legittimare ogni energia profusa, a legittimare ogni impegno, ogni attività del cuore operativo. Un cuore ampio nelle proprie facoltà espansive, limitato nella propria fragilità funzionale.  

Fragilità a scandire gli ultimi battiti per una scelta che giunge sempre nell’occasione più adatta, nel momento più utile, nel tempo migliore:  la decisione appunto, quella che chiude ogni impegno per un capitolo esaurito.

Un impegno esaurito, anche dopo tredici anni.

nm