LA DISTRUZIONE DI VIALE PRIMO VERE

Oggi un altro pino è stato abbattuto

Pescara, 17 gennaio 2024. Nel viale protetto di Pescara, assaltato da un progetto che chiamano di riqualificazione, oggi è stato abbattuto un albero che, ironia della sorte o malafede degli uomini, nello stesso progetto era definito come “conservato”.

 Il 5 gennaio un altro pino, tra quelli che si dovevano conservare, era caduto in viale Primo vere n.20, mostrando a tutti la dura realtà: le radici strappate e recise. Queste radici danneggiate ci raccontano una storia, e purtroppo anche quello che avverrà. Gli abbattimenti dei lecci e delle tamerici di Viale Primo Vere sono stati fermati da un esposto della Sezione pescarese di Italia Nostra che ha dimostrato lo stato di salute di quegli alberi e il vincolo di legge che li tutela.

Si stava agendo al di fuori delle autorizzazioni e delle procedure corrette pur di trovare spazio a delle postazioni per i parcheggi. Ma il cantiere, che è andato avanti nelle lavorazioni con i suoi manufatti grigi le vasche di cemento, l’asfalto, le basi per i marciapiedi, ha danneggiato inesorabilmente le radici del pino che è caduto il 5 gennaio.

Oggi a poca distanza ne è stato abbattuto un altro al numero civico 14: l’indirizzo di un albero storico in meno. Siamo certi che ci diranno “era a pericolo di caduta”.

Così succede che vengano abbattuti anche gli alberi che erano segnati in progetto come “da salvare”: sono condannati dalle errate lavorazioni che proprio la nostra perizia agronomica denunciava. Quanti alberi di quelli che siamo riusciti a salvare vedremo perire perché ruspe e benne hanno tagliato le loro radici e attaccato il loro spazio vitale?

 Far avanzare un cantiere senza garantire le prescrizioni di legge come i Criteri Ambientali Minimi (CAM) prescritti per le Pubbliche Amministrazioni o il Regolamento del Verde che lo stesso Consiglio Comunale si è dato vuol dire una cosa sola: non c’è controllo e non c’è consapevolezza del proprio agire; si provocano i danni che poi portano all’impoverimento della città. Distruggere il patrimonio pubblico di una città non può e non deve far parte dei compiti di una amministrazione. Invece è proprio quello che sta accadendo.

Italia Nostra sezione L. Gorgoni – Pescara




VONGOLE DESTINATE AL MERCATO NERO

La guardia costiera ne sequestra 150 chili

Giulianova, 16 gennaio 2024. Sarebbero stati destinati al mercato nero i 150 chili di vongole sequestrati dai militari della Capitaneria di porto, nel corso delle costanti attività di vigilanza esperite sull’intera filiera ittica. In questo caso, l’attenzione del personale della Guardia Costiera veniva attirata dal comportamento sospetto di due uomini che alla vista dei militari cercavano di allontanarsi velocemente da un’area portuale dove avevano occultato i sacchetti di vongole adagiati sulla pavimentazione, senza alcuna accortezza necessaria a garantire la qualità del prodotto.

I due venivano identificati e sanzionati per un importo di 4.000 euro, poiché detenevano prodotto ittico privo di certificazione comprovante il transito presso un centro di spedizione.

Un ennesimo colpo inferto dal personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova al mercato nero dei prodotti della pesca, alimentato nella maggior parte dei casi dal prodotto pescato in eccesso che non può trovare collocazione nella filiera regolare, circostanza per la quale anche nei prossimi giorni resterà alta l’attenzione dei militari a tutela dei consumatori e degli operatori della pesca che svolgono il proprio lavoro nel rispetto delle norme.




I POPOLARI NON POSSONO CHE RIPARTIRE DA STURZO

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.com, 16 gennaio 2024. Il 18 gennaio si terrà un convegno a Roma organizzato da Tempi nuovi, che ha la principale figura di riferimento in Giuseppe Fioroni, dal titolo “L’Appello di Sturzo tra progressisti e conservatori”. Il convegno vedrà la partecipazione di rappresentanti di quell’area ampia che, in teoria, potrebbe davvero dare vita alla novità di creare quell’ elemento centrale diretto ad assicurare la definizione di un “baricentro” del sistema politico italiano. Quel “baricentro” tanto necessario al Paese e di cui siamo stati i primi ad auspicarne la nascita a partire dall’oramai lontano luglio 2020 quando ancora non si era tanto diffusa, così com’è oggi, anche grazie al lavoro di Politica Insieme e di Insieme, la consapevolezza della necessità di lavorare al superamento del sistema bipolare.

Ho usato il termine “in teoria” perché la recente esperienza ci ha portato, nel frattempo, a cocenti delusioni. Quali sono state, in successione, la nascita e la morte del cosiddetto Terzo polo e, poi, il tentativo di dare vita ad una ricongiunzione di molti dei movimenti popolari e cristiani democratici, così come fu pensata e definita il 25 febbraio dell’anno scorso.

È evidente come l’incontro di dopodomani raccolga più di ciò che sta nel recinto del popolarismo. In questo può esserci, assieme, una ricchezza potenziale e una problematicità. E questo perché, inevitabilmente, si fanno sentire le elezioni europee con tutto il carico di elementi positivi, un elemento vitale, le passioni che un impegno elettorale suscitano. Ma anche con delle oggettive questioni che si presentano critiche. Sappiamo dei problemi che permangono tra quanti avevano avviato e, poi, chiuso l’esperienza del Terzo polo. In più, esistono diversità d’opinione sulle scelte da fare per quanto riguarda la collocazione nelle grandi “famiglie” che concorrono a formare il Parlamento di Strasburgo. Resta pertanto da chiarire il punto della caratterizzazione, “dell’abito” che s’intende adottare nel partecipare alla chiamata al voto per Strasburgo.

Il titolo del convegno di giovedì 18 si presenta a questo proposito molto intrigante. Perché don Luigi Sturzo andò oltre quel “tra” che divide progressisti e conservatori. Per una scelta che egli aveva sempre ben definita, ma che si trovò poi a più nettamente ad esplicitare con l’emergere dello scontro con il fascismo: il conservatorismo era da considerare il vero avversario del popolarismo.

Di nuovo, nelle condizioni attuali, c’è la necessità di chiarire quale sia una possibile scelta progressista per i popolari. Non solo per restare nella continuità sturziana, ma soprattutto nella considerazione dei problemi strutturali del Paese e del complesso quadro europeo. Purtroppo, è anche lo stesso Partito popolare europeo a contribuire ad una certa indeterminatezza presentandosi esso diviso al proprio interno tra la prosecuzione della cosiddetta “alleanza Ursula” e il tentativo di Weber di aprire ai conservatori. D’altro canto, non mancano i problemi nell’altro fronte e si tratta, per ciò che riguarda ad esempio Emanuel Maron e Renew Europe, cioè il progressismo d’impronta liberista, di sapere quale sia il tasso di popolarismo che c’è intenzione di accogliere.

Io credo che ci debba essere la forza, e la capacità, di andare al cuore dei problemi che oggi hanno dinanzi quanti restano convinti popolari e cristiano democratici. La scelta progressista non è e non può essere solo confinata nella valutazione dello schieramento in cui collocarsi.

Ancora oggi, essere popolari significa lavorare per innestare negli equilibri sociali, negli assetti istituzionali e nella vita quotidiana dei cittadini un tasso in più di solidarietà, d’inclusione e di sostegno per le componenti del ceto medio e delle fasce crescenti dei più deboli.

Per questo partecipammo con convincimento al 25 febbraio del 2023. E riteniamo che a quel punto si debba tornare superando, collettivamente, limiti e vizi mostrati in questi anni da gran parte dei cattolici interessati alla partecipazione alla vita politica. E sapendo anche che i popolari hanno un grande patrimonio da mettere in campo con delle basi specifiche, particolari ed autonome da far valere agli occhi degli italiani.

Intanto, la grande e decisiva battaglia contro lo stravolgimento della Costituzione. E già sarebbe bene che, tra due giorni,  nel corso del confronto con le altre voci partecipi a questa potenziale area più larga, si ponessero due questioni importanti, per quanto riguarda sostanza e spirito costituzionale, quali sono quelli del premierato e dell’autonomia differenziata. Verrà una voce chiara comune in questo senso?

L’altro grande impegno non può che essere costituito dalla difesa dell’universalità della Sanità e della Scuola, questioni su cui sono evidenti i grandi passi indietro che il Paese è costretto a registrare.

Esistono, poi, i temi del cambiamento della politica economica, di quella del lavoro e della fiscalità e del Mezzogiorno. Su tutti questi versanti, non possiamo certo rinunciare ad opinioni e visioni che non ci fanno stare  pienamente, come accadde a Sturzo, né con i liberali né con i socialisti. E ciò vale a maggior ragione sui temi etici più sensibili che richiamano al senso della Vita e alle relazioni interpersonali. Un confronto vero e leale è più che mai necessario.

Resta dunque la necessità che i popolari e i cristiano democratici, senza venire meno alla loro naturale propensione al dialogo e alla collaborazione con altre culture politiche, mettano in campo un rinnovato patrimonio concettuale che facciamo risalire a don Luigi Sturzo: quello della essenza programmatica e di una politica di servizio individuata e coerentemente condotta sulle cose. Un insieme del tutto originale. Proprio di una tradizione di contenuti e di metodo che salvaguarda, insieme, il senso dell’autonomia e lo spirito della “coalizione”. Una specificità di pensiero, e nel concepire l’azione popolare, che non è un elemento di separatezza, bensì un’autentica partecipazione all’arricchimento complessivo dell’intero Paese su basi certe e chiare.

I popolari non possono che ripartire da Sturzo – di Giancarlo Infante – Politica Insieme




PREMIO DONNA 2024 – CITTÀ DI ROSETO

L’amministrazione comunale e la Cpo premiano le donne che hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della comunità. Le candidature per il premio potranno essere presentate entro il prossimo 10 febbraio

Roseto degli Abruzzi, 16 gennaio 2024. Il Comune di Roseto degli Abruzzi e la Commissione Pari Opportunità premiano le donne che si sono distinte in ambito sociale, culturale, sportivo ed economico.

In occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna (il prossimo 8 marzo), il Comune di Roseto degli Abruzzi ha organizzato anche quest’anno il concorso che ha lo scopo di valorizzare le donne che, con il loro impegno, la loro professionalità e la loro creatività, hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della comunità rosetana.

Le candidature al “Premio Donna 2024” vanno presentate entro il 10 febbraio 2024, tramite PEC o brevi manu all’Ufficio URP, con l’indicazione dell’oggetto “Candidatura Premio Donna”. La scheda di candidatura è disponibile sul sito istituzionale del Comune. La Commissione Pari Opportunità, successivamente, esaminerà le proposte pervenute e selezionerà le vincitrici, tenendo conto dei criteri di valutazione previsti dal regolamento e riservandosi di valutare e inserire altri nominativi nella rosa delle candidate.

Le donne che possono partecipare devono essere originarie di Roseto, nate o residenti attualmente sul territorio, oppure devono aver vissuto almeno dieci anni in Città o comunque avere un legame con il territorio. Il premio potrà essere assegnato anche alla memoria.

Le candidature al Premio possono essere presentate da associazioni, enti, organismi o privati cittadini che vogliano sostenere e valorizzare una figura femminile che abbia i requisiti richiesti. La proposta deve essere accompagnata da una presentazione in cui siano esposte le motivazioni alla base della candidatura oltre che una breve biografia della candidata. Non sono ammesse autocandidature e si possono ripresentare richieste per donne già premiate senza diritto di prelazione.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 8 marzo in un luogo che sarà reso noto nei prossimi giorni. Tutte le informazioni sono a disposizione sul Sito Istituzionale dell’Ente.

Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes e la Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti hanno espresso il loro apprezzamento per la conferma del Premio, sottolineando come il concorso rappresenti un esempio e uno stimolo per tutte le donne e per l’intera società. Il Sindaco e la Presidente hanno anche ringraziato la Commissione Pari Opportunità per il lavoro svolto e invitano tutti i cittadini e le cittadine a partecipare alle iniziative promosse dal Comune in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna.

“Sono orgogliosa di annunciare che il Comune di Roseto degli Abruzzi conferma l’organizzazione del Premio Donna anche per il 2024 – afferma la Consigliera con delega alle Pari Opportunità Toriella Iezzi – Si tratta di un’occasione per rafforzare i valori della parità di genere e per dare il giusto riconoscimento alle donne rosetane che portano lustro alla nostra città. Si tratta di una occasione per lanciare un importante messaggio e per far conoscere le storie e le esperienze delle donne rosetane, che sono una fonte di ispirazione e di orgoglio per tutti noi. Il “Premio Donna 2024” è un modo per celebrare il ruolo delle donne nella nostra società e per promuovere la cultura delle pari opportunità”.

“Rinnoviamo l’impegno del Premio Donna con grande entusiasmo – afferma la Presidente della Cpo di Roseto Silvia Mattioli – Quest’anno all’interno della Sezione “Impresa” potranno partecipare anche le candidature di donne che hanno raggiunto importanti traguardi e ruoli di responsabilità all’interno delle aziende e delle istituzioni pubbliche e private. Un modo per valorizzare i percorsi professionali di coloro che si sono distinte anche come valide professioniste e non solamente nel campo dell’imprenditoria”.




UNA NECESSITÀ IRRIMANDABILE

Il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. Lavoratore morto alla Proma spa di Atessa

Pescara, 16 gennaio 2024. Aveva 46 anni Roberto ed è morto nella mattinata lavorando alla Proma SpA, azienda di Atessa che produce pezzi per il settore automotive. Quasi sempre questi non sono incidenti ma il frutto di insufficienti investimenti e attenzione delle aziende sulla sicurezza.  Il 2023 è stato un anno orribile per l’Abruzzo che è risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022, anno in cui era già aumentato il numero di morti rispetto al 2021.

Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti.

Naturalmente ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema. L’Usb ha ribadito anche nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che non bastano formazione ed informazione ma serve ben altro per fermare questa carneficina.

Nei prossimi giorni programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che, se vi sono responsabilità, chi le ha deve pagare con la galera.

Il Coordinamento USB lavoro privato Abruzzo e Molise 




IL CULTO DI SANT’ERASMO in territorio di Acciano …

un capitolo sconosciuto di religiosità popolare abruzzese

[Articolo pubblicato in Rivista Abruzzese, Anno XLIII, n°3-4, Lanciano 1990, pp. 231-235.]

Nella desolata area montuosa situata tra la piana di Navelli ed il medio corso dell’Aterno, s’erge un brullo massiccio, il monte Offermo, che con i suoi 1303 m. di altitudine funge da spartiacque fra il territorio di Caporciano e Bominaco e quello delle frazioni appartenenti al Comune di Acciano, cioè Succiano, Beffi, S. Lorenzo e Roccapreturo.

In quest’area geografica e propriamente alle pendici sud-orientali del monte Offermo, sorge un piccolo santuario dedicato a S. Erasmo vescovo e martire, che è meta nella prima domenica di giugno di numerosi fedeli provenienti da tutti i centri della media valle dell’Aterno e della piana di Navelli. La chiesetta, ascrivibile alla tipologia della ecclesia ruralis e sorta probabilmente come ex voto, presenta elementi architettonici che permettono di farne risalire la costruzione alla seconda metà del ‘500.

In un’altra zona del monte Offermo, in direzione nord-ovest e quindi opposta a quella dove è situato il piccolo santuario, vi sono altri due toponimi legati al culto erasmiano e cioè i calmi di S. Erasmo e la cunetta (o cunicella) di S. Erasmo, mentre lo stesso oronimo Offermo sembra indicare una ulteriore testimonianza del culto professato al santo martire, in quanto il nome Erasmus si rinviene in lingua mediolatina alterato in Ermus e Fermus (Fermo) nonché in Elmas (Elmo) e può pertanto aver contribuito alla designazione oronimica dell’Offermo.

Se la nostra supposizione fosse esatta, tutto il massiccio dell’Offermo designerebbe dunque un’area geografica sacrale posta sotto la protezione del vescovo martire, di cui si hanno scarse ed incerte notizie storiche. Infatti, sia il “Martyrologium romanum” che gli “Acta Sanctorum” ci presentano tre santi di nome Erasmo: il Confessore, il Martire di Antiochia ed il Vescovo di Formia, città di cui è patrono e dove all’epoca di Diocleziano subì, secondo una tradizione consolidata, un crudele martirio, l’esportazione cioè delle viscere mediante un argano a manovella. Un noto quadro del Poussin, conservato nella Pinacoteca del Vaticano, mostra appunto il martirio di S. Erasmo mediante l’argano, sicché tale attrezzo è diventato un attributo delle raffigurazioni antiche e moderne del vescovo martire, come il pane per S. Nicola di Bari, il maialetto per S. Antonio Abate e via dicendo.

Il martirio per estrazione delle viscere ha conferito a S. Erasmo patronati corrispondenti, come quello sui dolori del ventre, sulle coliche e sulle malattie dell’intestino. Molti santi diventano infatti protettori degli stessi organi che nel loro corpo subirono il martirio e ne causarono la morte: così S. Lucia protegge gli occhi e la vista, Sant’Agata, cui furono recisi i seni, protegge il petto da carenze di latte o dai tumori (si confronti per tale patronato il culto di S. Agata a Castelvecchio Subequo e Montenerodomo). Come si è detto, l’area geografica consacrata al culto di S. Erasmo coincide con il territorio di Acciano, che comprende le frazioni di Succiano, Beffi, S. Lorenzo e Roccapreturo. A S. Lorenzo, nella chiesa sub eodem titulo, si ammira una bella tela seicentesca che raffigura la terribile tortura cui fu sottoposto il santo.

L’ignoto artista, che probabilmente conosceva l’opera del Poussin, ha saputo ricostruire efficacemente l’atmosfera drammatica del martirio: i carnefici hanno strappato a S. Erasmo i paramenti da vescovo che giacciono per terra; e mentre alcuni lo sorreggono con forza disteso su una panca, altri gli estraggono gli intestini avvolti ad un argano a manovella. A Beffi (chiesa di S. Michele Arcangelo) e Succiano (chiesa di S. Giovanni Battista), si conservano due statue, lignea la prima e di gesso la seconda, che raffigurano invece S. Erasmo in veste da vescovo, con mitra e pastorale, senza l’attributo dell’argano. Queste due statue sono involontarie protagoniste di una singolare contesa, in quanto le due frazioni di Succiano e Beffi ne rivendicano ciascuna l’autenticità, sottolineando in tal modo la priorità del culto, con piati che esplodono proprio in occasione della festa, cioè nella prima domenica di giugno.

L’episodio conferma dunque un aspetto caratteristico della religiosità popolare, in quanto i devoti sogliono attribuire poteri miracolosi solo alle immagini ‘originarie’ e perciò più antiche di santi e madonne, venerate in quel particolare spazio sacro che è il santuario e dove solitamente si manifesta il portentoso.

Due sono pertanto le processioni organizzate separatamente nel dies natalis di S. Erasmo: la prima parte da Succiano e la seconda da Beffi. In prossimità del santuario agreste si originano talvolta forti contrasti per il diritto di precedenza, che ricordano quelli che si verificano fra le varie confraternite fondate in una medesima città. Comunque, devoti e pellegrini intervistati, non residenti né a Beffi e né a Succiano, sono stati concordi nel riconoscere che Succiano è il vero epicentro del culto ed è proprio in questa frazione che essi accorrono numerosi nella prima domenica di giugno (il dies natalis del santo cade però il 2 giugno) per rendere omaggio a S. Erasmo.

Già nelle prime ore del mattino la chiesa di S. Giovanni a Succiano è gremita di pellegrini provenienti da tutti i centri limitrofi. La statua del santo, che poggia sopra un pesante baldacchino, è costellata di catenine, collane, anelli d’oro offerti come ex voto al santo, dalla cui mano destra pende un nastro rosso sul quale si appuntano offerte in denaro. Dollari USA e canadesi testimoniano la preesistenza del culto presso comunità originarie di questi luoghi e trapiantatesi in America. Verso le sette di mattina lo sparo assordante dei mortaretti annuncia l’inizio della festa; si forma quindi una processione che lentamente imbocca il ripido sentiero che conduce al santuario, sito in una zona brulla e montagnosa, molto distante da Succiano.

In testa al corteo sfilano tre alti stendardi; il primo di S. Antonio da Padova (bianco), il secondo di S. Erasmo (rosso) ed il terzo della Madonna di Loreto (azzurro). Seguono quindi la banda e la statua di S. Erasmo. Il sentiero è ripido, impervio e faticoso. Dai circa 700 m. di Succiano si sale fino a 1.165 m., l’altitudine cioè in cui è situato il piccolo santuario; sicché coloro che portano la statua ricevono di tanto in tanto il cambio e riprendono fiato. Dopo circa un’ora di cammino la banda si stacca dal corteo ed imbocca un sentiero più breve che porta alla chiesetta, in modo da accogliere con musica i pellegrini al loro arrivo. Il corteo continua frattanto la sua faticosa marcia e compie la prima sosta alla cosiddetta cunicella o cunetta di S. Erasmo, cioè una edicola votiva in pietra dalla quale si può osservare lontano in basso l’abitato di Succiano.

Secondo la tradizione S. Erasmo avrebbe sostato nei pressi di questa edicola durante il suo peregrinare in Abruzzo, notizia questa non sorretta da documenti storici perché non risulta da alcuna fonte la presenza del santo nelle nostre contrade. Nell’interno della cunicella, forse alterazione dialettale indicante “piccola icona”, sono visibili tracce di un affresco raffigurante un tempo, con ogni probabilità, lo stesso S. Erasmo, di cui non esistono, in questa località, riferimenti relativi ad “impronte miracolose”.

Ricevuta la benedizione del sacerdote officiante, il corteo dei pellegrini riprende il suo cammino e passando per i “calmi di S. Erasmo” perviene infine alla solitaria chiesetta, addossata alla quale è stato costruito, in epoca successiva alla sua edificazione, un locale adibito a ricovero per i pastori sorpresi da tempeste atmosferiche, particolare questo degno di nota e sul quale tomeremo in seguito.

L’interno della chiesetta presenta una volta a botte ed un altare in pietra incassato in una nicchia. Sulla parte alta della medesima parete sono visibili tracce di un affresco deturpato dall’umidità. Alcune iscrizioni votive, effettuate sull’affresco con punte di chiodi o con temperini e risalenti anche alla prima metà del secolo scorso, attestano la presenza costante dei devoti nel piccolo santuario, le loro speranze, le loro angosce o la gioia per le grazie ricevute. L’affresco raffigura S. Erasmo con paramenti da vescovo, manto rosso, mitra e pastorale; con un braccio sollevato sembra additare una Madonna col Bambino, dipinta in alto sulla sua destra.

Ai piedi del santo, su uno sfondo azzurro cupo, si nota un gruppo di case sovrastate da una torre, forse una delle caratteristiche torri medievali di Beffi o Roccapreturo, supposizione che, se esatta, potrebbe costituire un indizio sull’origine del devoto che ha commissionato l’affresco, in epoca forse immediatamente successiva a quella dell’erezione del piccolo santuario.

Alla fine della funzione religiosa il sacerdote benedice i pani di S. Erasmo ed il vino offerti separatamente dalle “deputazioni” di Succiano e di Beffi.

Verso mezzogiorno il corteo si ricompone per far ritorno a Succiano.

Altrettanto fa l’altro corteo venuto da Beffi. Le due statue, riposte nelle rispettive chiese, restano esposte per tutto il pomeriggio all’adorazione dei fedeli. I pani benedetti nel piccolo santuario vengono donati a parenti ed amici che per qualsiasi motivo non hanno preso parte al pellegrinaggio in montagna. Anche una semplice mollica di questo pane preserva lo stomaco da una vasta gamma di malattie. Il pane di S. Erasmo si aggiunge così alla lunga lista dei pani sacrali ed apotropaici che esercitano il loro potere soprattutto se mangiati nel “dies natalis” del santo da cui prendono nome, il “tempo sacro” appunto della religiosità popolare.

Tutta l’area geografica compresa tra le pendici occidentali del monte Offermo ed il medio corso dell’Aterno, fiume che secondo l’umanistica Guido da Montopoli era chiamato anticamente Aperno per la grande presenza di cinghiali (Aper), sembra così consacrata a S. Erasmo. Il toponimo Acciano, menzionato nell’8l6 dal “Chronicon Vulturnensis” come possedimento del monastero benedettino di S. Pietro in Trite, compare nelle forme Azano e Anzano, mentre le sue attuali frazioni di Beffi, Succiano, Roccapreturo e S. Lorenzo sono attestate in documenti redatti in epoche diverse. Questo territorio attraversato dall’Aterno faceva parte della Diocesi di Valva e Sulmona, ma più tardi, con la Costituzione di Papa Martino V del 1426, fu assegnato alla Diocesi aquilana. I toponimi che in tale sede interessano appaiono alla Costituzione nelle forme di Roche de preturo (Roccapreturo), Aczani

(Acciano) e Beffiy (Beffi). Non sono citate dunque le altre due frazioni di Acciano, cioè Succiano e S. Lorenzo. In quest’ultima località, tuttavia, la chiesa sub eodem titulo presenta nella parte posteriore materiale riutilizzato per il suo ampliamento e di evidente stile romanico, sicché il borgo deve essersi formato successivamente attorno alla primitiva chiesetta. La Bolla corografica di Clemente III (1188), menziona per Beffi le chiese di S. Savino, S. Pietro e S. Maria; per Roccapreturo le chiese di S. Cecilia, S. Giovanni e S. Pelino; per Acciano le chiese di S. Pietro, S. Petronilla e S. Lorenzo.

Nessuna notizia ci hanno tramandato dunque i documenti più antichi, relativi a chiese esistenti in territorio di Acciano e consacrate al culto di S. Erasmo. Lo stesso Calendario valvense, affrescato nel XIII secolo nella chiesa di S. Pellegrino nella vicina Bominaco, non contiene alcun riferimento in merito al vescovo martire di Formia ed avvalora l’ipotesi che il culto stesso sia stato introdotto in territorio di Succiano nel corso del XVI secolo e registra la massima diffusione in concomitanza con l’erezione del santuario campestre di Succiano.

Va sottolineato che il culto di S. Erasmo doveva essere presente anche ad Introdacqua, nei pressi di Sulmona. Gaetano Susi, nella sua opera Introdacqua nella storia e nel folklore (Sulmona, 1970, pp. 311-12), ci dice infatti che in una “Memoria” del 1714 si parla delle chiese campestri esistenti in territorio di Introdacqua e fra queste ve ne era una dedicata a S. Erasmo, “divenuto poi Ermo per facilità di pronuncia, come il cognome locale D’Erasmo diventò D’Eramo”. Dell’esistenza di questa chiesetta fa tuttora fede una grotta di S. Erasmo sita in loco, ai piedi della Plaja, e ricordata anche dalla Canziani nella sua nota opera Attraverso gli Appennini e le Terre degli Abruzzi (Londra 1928).

Come si diceva in precedenza, S. Erasmo, per il particolare martirio subìto, l’asportazione cioè delle viscere mediante un argano, esercita un patronato nei confronti di tutte le malattie viscerali e dello stomaco. Il Wörterbuch der deutschen Volkskunde (s.v Erasmus), sottolinea tuttavia che l’attributo dell’argano, che appare in molti dipinti raffiguranti il santo (per es. nel quadro conservato nella frazione di S. Lorenzo) “stammt aus seiner westeuropäischen Geltung als Patron der Schiffer”, deriva cioè dal suo patronato, diffuso nell’Europa occidentale, nei confronti dei marinai, essendo il verricello a mano un attrezzo indispensabile per il sollevamento delle merci da caricare sulle navi. Pertanto con il termine Erasmuswickel (gomitolo di S. Erasmo), i marinai indicavano l’argano con la fune aggomitolata, espressione che ben proìettava l’idea del martirio subito dal vescovo di Formia.

Il nome Erasmo si trasforma inoltre in lingua mediolatina in Ermo ed Elmo; e proprio con l’espressione “fuochi di S. Elmo”, i marinai indicavano quelle manifestazioni luminose di elettricità atmosferica, assumenti la forma di un velo incandescente, che apparivano di notte sull’estremità degli alberi delle navi, ed anche su aste metalliche, preposte a vari usi, in campagna o montagna. Ed è proprio questo il secondo patronato esercitato da S. Erasmo nell’area di Acciano. Specialmente nelle notti tempestose il fuoco di S. Erasmo fa ritrovare la via smarrita agli atterriti viandanti che lo invocano. I “miracoli” avvenuti in tal senso per intercessione del santo sono numerosissimi, come hanno riferito i miei informatori. Così una volta un uomo di Succiano, vagando per la notte alla ricerca della giusta strada da seguire per far ritorno in paese, scorse un lumicino che gli fu da guida fino alla chiesetta campestre di S. Erasmo, dove poté trovare riparo. In un’altra occasione, una intera banda musicale si era persa per queste montagne e poté ritrovare la strada seguendo “il lumicino di S. Erasmo”.  Una “strada” intesa anche in senso metaforico, per cui anche il malato di mente, il disoccupato ed in genere gli ‘indecisi’, cioè coloro che non sanno ‘quale strada scegliere’ nella vita, ricorrono al vescovo martire e ne implorano l’aiuto.

S. Erasmo, dunque, sembra decisamente esercitare patronati che sono, oggi, di grande attualità.

Franco Cercone




GO GO AROUND ITALY

La serie animata che racconta le venti regioni del Bel Paese. Martedì 16 Gennaio su Rai Yoyo in programmazione la diciottesima puntata dedicata all’Abruzzo. L’Aquila, Sulmona, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Teramo e Chieti e la splendida costa dei trabocchi.

Bari, 16 gennaio 2024.  Oggi, martedì 16 Gennaio su Rai Yoyo, alle ore 12:55 andrà in onda la diciottesima puntata di “Go Go Around Italy”, dedicata all’Abruzzo. Mia, Cipo e l’agente speciale alieno Zet, in questa stagione, saranno impegnati in un viaggio alla scoperta di storie, tradizioni e personaggi che dall’Aquila, Sulmona, passando per il Parco Nazionale d’Abruzzo e poi Teramo e Chieti, fino alla costa dei trabocchi.

Una serie animata per la regia di Francesco Colombo e prodotta dalla “Intergea” di Donatella Altieri e dalla “Armosia Italia” di Francesco Romeres, in collaborazione con Rai Kids. Le puntate sono state realizzate inoltre, con il contributo del Ministero della Cultura, della Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020 e dell’Apulia Film Commission.

Come fa una nazione così piccola, che rappresenta soltanto lo 0,2% del territorio mondiale a possedere una così alta concentrazione di storia e di cultura? La missione di Zet, parte da questo quesito e dalla ricerca di una formula segreta che sia in grado di svelare il mistero della grande bellezza dell’Italia. A bordo della Nuvola Volante, con un rocambolesco atterraggio, l’alieno giunge in una cittadina dell’entroterra barese, Gravina in Puglia, e proprio qui incontra i suoi compagni di avventure, i cuginetti Mia e Cipo.

L’indissolubile amicizia che va rafforzandosi di pari passo con le esperienze messe insieme, con sullo sfondo tante simpatiche mirabolanti peripezie, rendono “Go Go Around Italy” un prodotto adatto anche al mercato internazionale che da sempre, guarda all’industria della cultura italiana con grande interesse per la profondità e la qualità dei contenuti proposti. Fini educativi, didattici, di conoscenza del territorio e delle diversità, fanno di ciascuna delle puntate, ognuna dedicata ad una delle venti regioni italiane, un viaggio ricco di sottotrame e spunti interessanti anche per la promozione turistica nazionale ed internazionale, più specificatamente dedicata ai piccini. Con un messaggio che non si vuole celare: lasciare che i bambini si prendano il proprio tempo per tornare ad esplorare, anche soltanto con la fantasia, luoghi che poi avranno voglia di visitare anche nella realtà.




COSA TI CUCINO AMORE? Sabato 20 Gennaio, ore 21 Teatro De Nardis

RACCONTI D’INVERNO a Teatro con Mamma e Papà. Domenica 21 Gennaio, ore 17.30 Teatro De Nardis

Orsogna, 16 gennaio 2024.  Gli appuntamenti invernali proseguono con Cosa Ti Cucino Amore? una commedia scritta e diretta da Linda Brunetta con Caterina Casini, Maria Cristina Fioretti, Debora Mattiello. Il solito scherzo del destino riunisce a casa di Agata, la sera del suo compleanno, la svagata vicina Eleonora e Doga, una interprete turca di passaggio, unica ospite del suo improvvisato Bed & Breakfast. Il marito di Agata, Tito, è il grande assente, di cui si parla continuamente. Solo alla fine le due invitate, che hanno fatto di tutto per divertire la “povera” Agata, capiranno dov’è sparito Tito e nello stesso istante perché sono state coinvolte nei preparativi di una festa senza invitati.

Una sarabanda di equivoci, fraintendimenti, colpi di scena. Uno humour sarcastico e surreale, che gioca con il linguaggio, i luoghi comuni, le convenzioni, le apparenze, svelando la doppia e tripla natura dei personaggi, allo stesso tempo profondi e superficiali, crudeli e innocenti, scaltri e ingenui.

L’amore, la morte, la pasta per le tagliatelle, la danza del ventre, tutto ha lo stesso peso, entra a far parte del gioco, nell’unità di uno spazio scenico, che ha la dimensione molto femminile di una semplicissima cucina, dove può succedere e succede di tutto.

Gli ingredienti della commedia e della vita delle tre donne e si mescolano, si impastano, si mangiano e si buttano, come quelli per preparare i cibi della festa sul grande tavolo che domina la scena. Nell’arco di poco più di un’ora, assolutamente in tempo reale, le tre donne, che fino ad allora nemmeno si conoscevano, si scontrano e si confrontano, si alleano e si detestano, ridono e si commuovono, inventano storie, leggende, bugie e grandi verità, trasformandosi completamente e alla fine trovando anche un modo per stare insieme affrontando allegramente una nuova vita.

Cosa Ti Cucino Amore? è uno spettacolo comico, nella direzione stilistica dello humour nero inglese, dove, coniugando understatement e situazioni paradossali, non si ricorre alle facili battute, ma si coinvolge lo spettatore in modo sottile, spiazzandolo e sorprendendolo, per ritrovare un’ironia al femminile moderna e originale.

La programmazione di gennaio si chiude con il secondo spettacolo della rassegna Racconti d’Inverno – a teatro con mamma e papà; I Vestiti Nuovi dell’Imperatore di Andrea Calabretta  per la regia di Emanuela La Torre  (da H.C. Andersen). Un re vanesio e civettuolo pensa unicamente a cosa e come indossare. Un giorno due imbroglioni lo convincono a comprare un tessuto straordinario per bellezza ed eleganza. Questa stoffa ha una piccola particolarità: la può vedere solo chi è intelligente.

Chi non la vede vuol dire che è uno stupido. Con questa scusa i due furfanti fanno finta di tessere tessuti meravigliosi e nessuno, per paura di passare da stupido, osa confessare che non vede niente. Alla fine, il re si mostrerà nudo al suo popolo, il quale popolo loderà le meraviglie di un abito inesistente. Tra tanta gente solo un bambino ha il coraggio (o l’incoscienza) di dire la verità e di urlare a tutti che il re è nudo. I Vestiti dell’Imperatore è una partitura per attori e musicisti, in un connubio di immagini, testo, musica.

Per le scene e le immagini ci siamo lasciati ispirare dai colori e dal segno di Matisse. I bambini vengono coinvolti nella storia, la musica dal vivo accompagna tutto il racconto che alterna alle parti narrate quelle cantate. Oggetti, figure e parole si muovono insieme alla storia. La fiaba diventa voce, narrazione, musica, figura, movimento, ci suggerisce di non fermarsi alle apparenze.




LETTURA AD ALTA VOCE

Laboratorio di Fonderie Ars al Mumi

Francavilla al Mare, 15 gennaio 2024.  Libridine dà il via alle sue attività dal 19 gennaio 2024:  sarà il Laboratorio di Lettura ad alta voce a cura dell’attrice e regista Annalica Bates Casasanta di Fonderie ARS a tagliare il nastro per il Cepell progetto vinto dal Comune di Francavilla al Mare. Il corso, di 25 partecipanti, prevede 12 lezioni della durata di un’ora e mezza di venerdì pomeriggio dalle 18.00 alle 19,30 presso il Mumi (sala ipogea). Quello di Fonderie Ars, è solo uno dei 14 progetti di Libridine per il 2024.

Esercizi di respirazione, elementi di dizione, elementi di recitazione,  linguaggio paraverbale, analisi del testo e della punteggiatura, esercizi e giochi di lettura espressiva, sono questi gli argomenti del laboratorio che al termine prevede un reading aperto al pubblico come restituzione del lavoro svolto. Il reading sarà accompagnato dalla musica dal vivo a cura di Identità Musicali del M° Alfredo Bruno.

Così recita Victor Hugo né I miserabili : “Leggeva ad alta voce, parendole così di capir meglio. Leggere ad alta voce significa affermare a sé stessi la propria lettura. Ci sono persone che leggono a voce altissima e sembrano dare a sé stessi la parola d’onore di quel che leggono”.

Imparare a leggere a voce alta, infatti significa mettersi in gioco sviluppando empatia, competenze comunicative e capacità di trasmettere e veicolare le emozioni celate nei testi; inoltre permette di combattere la timidezza e acquisire maggiore sicurezza in sé stessi. La lettura ad alta voce è una lettura capace di destare interesse, di far sentire il fascino e la forza della scrittura ed è questo lo scopo del  laboratorio di Annalica Bates Casasanta.

La voce narrante è l’anello di collegamento tra autore, storia e pubblico e ha la responsabilità di restituire le corrette intenzioni al testo anche attraverso il linguaggio paraverbale. Il corso è strutturato in moduli ed intende formare, attraverso esercitazioni e lezioni frontali, la figura del narratore moderno, capace di raccontare e leggere in pubblico con efficacia.

Per informazioni sul progetto di “Lettura ad alta voce” è possibile consultare le pagine social alle voci @arsFonderie e @identitamusicali.

Si ricorda che “Libridine” è promosso dal Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto del Ministero della Cultura; le associazioni partecipanti al fianco del Comune di Francavilla al Mare sono l’Aps Macondo, Fonderie Ars, l’Associazione Alphaville – nonsolocinema, la Neo edizioni snc di Francesco Coscioni e Biasella Angelo, Sophia Aps e l’Associazione Identità Musicali che a loro volta coinvolgeranno location strategiche, culturali, turistiche del territorio, oltre alla Mondadori di Francavilla e all’Azienda di Trasporti Abruzzese TUA.




MANIFESTAZIONE SOTTO LA PREFETTURA

Emendamento Costa, giovedì 18 gennaio 2024

Pescara, 15 gennaio 2024. “La presunzione di innocenza è fornire un’informazione corretta“: facciamo nostre le parole del procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, per spiegare le ragioni per cui il Sindacato dei giornalisti abruzzesi sarà in piazza, con tutti i colleghi, per difendere il diritto dei cronisti a svolgere senza ostacoli e senza bavagli il proprio lavoro. L’emendamento Costa, con la modifica dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, renderà non pubblicabili le ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari ovvero all’udienza preliminare: l’ennesimo impedimento in un settore particolarmente delicato, quello della cronaca giudiziaria, che la politica sembra voler cancellare.

Il sindacato e i giornalisti abruzzesi scendono in piazza per garantire ai cittadini un’informazione corretta e imparziale, verificata e fondata su elementi certi.

Il 18 gennaio dalle ore 10:30 si svolgerà dunque anche a Pescara, come già in altre città italiane, un presidio in piazza Italia, sotto la sede della Prefettura: una manifestazione aperta anche agli altri sindacati, alle associazioni e a tutte quelle persone che si riconoscono nella necessità di assicurare al nostro territorio una buona informazione.

La correttezza di una notizia può essere garantita solo attraverso a conoscenza accurata dei fatti e un rapporto virtuoso  con le fonti già assottigliato s non addirittura cancellato dalla riforma Cartabia, che ha ottenuto il risultato perverso di un’anonimizzazione dei contenuti che spesso danneggia intere categorie. Oltre a creare pericolose disparità basate su personali convinzioni riguardo la diffusione delle notizie di cronaca. Tutti elementi che contribuiscono anche a minare la percezione di sicurezza dei cittadini.

Alla manifestazione di giovedì 18 gennaio parteciperà anche la segretaria generale della Federazione nazionale della stampa italiana che, tra l’altro, aggiornerà i giornalisti sui contenuti dell’emendamento Costa.




ALLA FEDERCACCIA 105.000 EURO con la finanziaria di fine anno

Per la Regione ci sono cacciatori di serie A ed altri di serie B”

Teramo, 16 gennaio 2024. Oltre 16 milioni e circa 1.900 voci inseriti nel bilancio approvato a fine anno dal Consiglio Regionale. Fondi a pioggia elargiti in giro per l’Abruzzo su input dei consiglieri regionali con una parcellizzazione dei contributi che va da 1.000 a 180.000 euro.

Per noi di Italia Viva, come già più volte dichiarato, questi 16 milioni di euro potevano e dovevano essere impegnati a favore degli abruzzesi, investendoli nella sanità, nel trasporto pubblico, nella formazione per i giovani. Ma così purtroppo non è stato e si è preferito, prima delle elezioni, “spartire” fondi pubblici come se fossero un “bottino” dei consiglieri regionali.

Tra questi, come anticipato dagli organi di stampa, in attesa che la Legge di stabilità venga pubblicata per poter visionare l’elenco di tutti i beneficiari, saltano agli occhi i 100.000€ elargiti a favore della sezione provinciale di Chieti della Federazione Italiana Caccia e i 5.000€ a quella aquilana.

Dopo aver letto di questi specifici finanziamenti, entrando nel merito, alcune domande ci sorgono spontanee. Perché alla Federcaccia si e alle altre associazioni venatorie no? Se si fosse ravveduta l’esigenza di stanziare questi fondi, a questo punto non sarebbe stato corretto ripartirli tra tutto il mondo della caccia? Perché questa decisione che ha mortificato le altre associazioni venatorie?

“Questa scelta ha di fatto sancito che per la Regione Abruzzo ci sono cacciatori di serie A ed altri di serie B.” – conclude Luciano Monticelli Presidente provinciale di Italia Viva Teramo.




ITA INNOVATION PRESENTA MY AMI CHARLESTON

Il design innovativo ideato da Massimo Biancone

L’Aquila, 16 gennaio 2024. Il Polo d’Innovazione Abruzzo Italy accoglie con favore il lavoro di ITA Innovation con il suo nuovo progetto/prodotto denominato “My Ami Charleston”  protetto da proprietà intellettuale europea nr. 015041916-001 e condiviso con direzione marketing Citroën Italia.

My Ami Charleston è l’allestimento ideato da Massimo Biancone, designer, innovatore, imprenditore e fondatore delle Startup Firmato Biancone S.r.l; Biancone Automobili S.r.l. e ITA Innovation S.r.l.,

ispirato all’iconica 2CV Charleston anni ‘80 disegnata dallo scultore e designer italiano Flaminio Bertoni e realizzata dal noto carrozziere italiano Bertone, dedicato al quadriciclo elettrico Citroën Ami. My Ami Charleston sarà prodotto in Abruzzo, nello specifico tra L’Aquila ed Avezzano, e commercializzato per mezzo degli Ambassador Citroën Amiche e sul portale web www.myamicharleston.com.

“Con il progetto MY AMI CHARLESTON – ha dichiarato Massimo Biancone – si è voluto rendere il quadriciclo AMI opulento, accessoriato e confortevole. Esternamente il veicolo è un bifronte e, come il dio Giano, è passato da quadriciclo spartano a quadriciclo più esclusivo. Di primo acchito si noterà la colorazione Rosso Delage/Nero e la capote in tela. Internamente troviamo dei nuovi sedili, tappetini in gomma, fettucce apri porte ed una tappezzeria in pied-de-poule. Inoltre, un ombrello, con il suo vano inserito nello schienale del sedile guidatore, uno zaino, una pochette porta documenti, un disco orario, lo specchietto retrovisore, una fascia parasole e luce cortesia. L’infotainment viene garantito dallo smartphone collegato a casse bluetooth e kit vivavoce. L’obiettivo – ha concluso il designer – è quello di riportare alla luce il gusto per l’eleganza ed enfatizzare il comfort di bordo, concetti intrinsechi nella storia di Citroën oltre al fatto di riportare in auge il car design italiano”.

Il Polo di Innovazione Abruzzo Italy si complimenta con il consigliere componente del CTS,  Massimo Biancone, classe 1980, che  si appresta a raggiungere il traguardo dei 25 anni di professionalità nel design, dell’innovazione, del trasporto, sia pubblico che privato, e dell’imprenditoria. Da poco premiato designer dell’anno.




COME LA VITE, LE BICI AGLI ALBERI E AI PALI STANNO

Piattaforma di valutazione dei servizi dedicati alle biciclette e a chi le guida

Pescara, 15 gennaio 2024.  Nella lunga attività di ricognizione svolta in città, ci si è spesso imbattuti in filari di biciclette attaccate ai pali e agli alberi, invece che trovarsi in aree riservate e magari presidiate (nelle foto la situazione rilevata in via Benedetto Croce).

Questa pratica mette in luce l’insufficienza di stalli dedicati. Più di una norma prevede, o per lo meno suggerisce, di posizionare in modo diffuso apposite rastrelliere o parcheggi per incoraggiare e facilitare l’uso delle biciclette. Quando mancano tali strutture, coloro che si spostano sulle due ruote si trovano spesso nella condizione di dover utilizzare pali e alberi, e questa condizione contribuisce a dare un aspetto disordinato alle aree urbane.

Dal punto di vista della sicurezza, la presenza di biciclette attaccate casualmente ai pali può ostacolare il passaggio pedonale e può aumentare il rischio di furti o danneggiamenti alle stesse. Un’infrastruttura adeguata non solo protegge il mezzo di trasporto, ma ne incoraggia anche l’uso, contribuendo così a ridurre l’inquinamento atmosferico e a promuovere uno stile di vita più sano.

Attaccare le biciclette a pali e alberi riflette in sostanza la necessità di una maggiore consapevolezza e educazione sulla mobilità sostenibile. La promozione di iniziative che informino i cittadini sulle opportunità e i vantaggi dell’utilizzo della bicicletta, insieme a investimenti in infrastrutture adeguate, contribuisce a creare una cultura più favorevole all’uso delle biciclette come mezzo di trasporto quotidiano.

In conclusione, le biciclette attaccate ai pali e agli alberi sollecitano un impegno maggiore delle autorità locali per garantire che le normative esistenti vengano applicate, mettendo a disposizione dell’utenza a due ruote infrastrutture adatte a sostenere un aumento dell’utilizzo delle biciclette. Questo sforzo contribuirà non solo a migliorare la qualità della vita nelle città, ma anche a promuovere un modo di spostarsi più sostenibile e responsabile.




SI INSEDIA LA CONFERENZA PER L’AMBIENTE

Luciana Del Grande nominata presidente

Teramo, 15 gennaio 2024. Nella serata di giovedì l’insediamento della Conferenza per l’ambiente con la nomina di Luciana Del Grande come presidente e di Riccardo Ferrara come vicepresidente.

Le cosiddette “Conferenze” (art. 10 dello Statuto della Provincia di Teramo) costituiscono organismi di consultazione “su temi specifici e progetti di particolare interesse” e “possono essere convocate dal Presidente della Provincia, sentito il Consiglio provinciale”. Attraverso la Conferenza, la Provincia persegue le seguenti finalità:

• essere luogo di confronto e di collaborazione tra associazioni, enti, popolazione e gruppi per sviluppare la capacità di comprendere i valori dell’ambiente come bene comune;

• essere occasione per valorizzare le risorse, al fine di promuovere nuove iniziative capaci di diffondere la cultura della difesa del territorio e della valorizzazione dell’ambiente;

• promuovere la reale partecipazione della popolazione al governo dell’ambiente.

La Conferenza svolge funzioni di impulso e sostegno alla realizzazione, da parte della Provincia di Teramo, di politiche rispettose del principio di sussidiarietà, attraverso attività consultive, propositive e di attiva collaborazione alle politiche e agli interventi che vengono promossi sul territorio provinciale. La partecipazione a qualsiasi titolo alla Conferenza è volontaria e gratuita.

“È iniziato un percorso virtuoso di partecipazione e coinvolgimento da parte della Provincia verso le associazioni, per far sì che le istituzioni possano sempre più tornare vicine alle istanze che provengono dai nostri concittadini. Non è una scelta casuale quella che ha visto la Conferenza per l’Ambiente essere la prima a riunirsi ed insediarsi, bensì è frutto di un programma politico preciso che vede nelle tematiche ambientali uno degli elementi essenziali dell’agenda del nostro mandato” dichiarano il vicepresidente Andrea Core ed il consigliere delegato a parchi e riserve Flavio Bartolini.




L’INASPETTATO FIORIRE

La pittura di Gaetano Paloscia (1871-1942).Presentazione del catalogo della mostra Giovedì 18 gennaio 2024, ore 17:30 Sala Convegni | Fondazione Pescarabruzzo

Pescara, 15 gennaio 2024.  Giovedì 18 gennaio, alle ore 17:30 presso la Sala Convegni della Fondazione Pescarabruzzo, si terrà la presentazione del catalogo della mostra “L’inaspettato fiorire. La pittura di Gaetano Paloscia (1871-1942)”.

Dopo il grande successo della prima e più importante mostra sull’artista promossa dalla Fondazione Pescarabruzzo a settembre scorso, che ha attirato numerosi visitatori anche a Palazzo D’Avalos a Scerni (CH) catturati dalla bellezza delle decorazioni parietali di Paloscia, la Fondazione stessa è entusiasta di presentare il primo percorso monografico sul pittore.

Il volume racchiude in maniera completa sia il meglio della sua arte (su parete e su tela) sia il suo percorso professionale, con un’ampia biografia che lo colloca tra i personaggi più vivaci che hanno saputo interpretare con grande sensibilità lo spirito culturale del suo tempo, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. 

Gaetano Paloscia, dopo l’infanzia trascorsa nella città natale (Terlizzi, BA) e un fruttuoso periodo di studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, dove conosce Francesco Paolo Michetti, si stabilisce a Francavilla al Mare (CH), lavorando molto in Abruzzo e in altre regioni centro meridionali, decorando con il suo intimo pensiero, tra natura e sogno, palazzi signorili d’epoca e dipingendo opere floreali, per lo più tempere su tela.

Il volume, edito dalla Fondazione Pescarabruzzo e curato da Giovanbattista Benedicenti, Simonetta Paloscia e Daniela Peca, è arricchito dalle fotografie di Mauro Vitale, da un excursus biografico basato su ricordi familiari e testimonianze personali, da un inedito racconto del figlio Tommaso, giornalista e critico d’arte scomparso qualche anno fa, da un ampio saggio storico che lo colloca nella fase culturale ricchissima di stimoli del cenacolo michettiano e nel più ampio periodo dell’arte Liberty, ed infine da un’interessante studio grafologico, utile per la datazione delle sue opere ma anche per la comprensione della sua intima personalità.

«All’ampia retrospettiva di opere, con la quale la Fondazione ha reso omaggio al percorso di uno degli interpreti più rappresentativi dello stile europeo del Liberty, segue questo catalogo ricco di contributi che intendono fare memoria e documentare, sotto vari aspetti, la pittura di Paloscia. Nella gran parte dei casi si tratta di decorazioni parietali di cui restano ad oggi poche tracce nei palazzi nobiliari dell’Italia centro meridionale. Altre opere ci sono pervenute su tela o su seta destinate originariamente per lo più ad una raffinata clientela. Pertanto, assume particolare rilevanza aver raccolto, per la prima volta in questa monografia, un’ampia testimonianza della produzione artistica del Maestro», scrive nell’introduzione al volume Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo.

All’evento, dopo i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, presenterà il catalogo lo storico dell’arte e curatore, Giovanbattista Benedicenti. A seguire, interverranno: il Presidente dell’Associazione Grafologi Aternini Forensi, Maurizio Biondi, e le curatrici e nipoti dell’artista, Daniela Peca e Simonetta Paloscia.

L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.




BORSA DI STUDIO UNIVAQ

Otto studenti su dieci senza

L’Aquila, 15 Gennaio 2024. I dati raccolti evidenziano una situazione allarmante: l’80% delle studentesse e degli studenti iscritti all’Università degli studi dell’Aquila, partecipanti al bando per la borsa di studio, sono attualmente in attesa di risorse fondamentali per garantire loro la borsa di studio e quindi la prosecuzione degli studi. Tra loro, anche numerose e numerosi fuorisede che devono chiaramente affrontare spese ingenti.

Il numero totale ammonta a ben 1306 studentesse e studenti che devono ancora attendere la borsa di studio. La denuncia pubblica si rivolge alle istituzioni coinvolte, ADSU e Regione, ed è accompagnata da un urgente appello: si deve assicurare l’immediato sblocco delle risorse necessarie al diritto allo studio. Attendere fino a giugno per ricevere i fondi mette a rischio il percorso formativo di migliaia di studentesse e studenti, specialmente i fuorisede che, con le loro spese fisse, non possono permettersi ritardi nei pagamenti di affitti e mezzi di trasporto.

La situazione richiede interventi immediati e chiarezza sulle tempistiche di erogazione dei fondi. I dati sono sconcertanti, le attese e le incognite provocano gravi disagi e problemi seri. Non si può ignorare questo evento così assurdo e grave. La questione dei ritardi nei pagamenti e la necessità di anticipare gli scorrimenti finanziari sono punti cardine che richiedono una risposta pronta ed efficace da parte degli organi preposti, che fino ad ora hanno continuato a tacere di fronte al disastro prospettato e che si è verificato. Bisogna capire che non devono essere gli studenti a pagare lo scotto di una burocrazia e un’amministrazione lenta con molte problematiche.

L’UDU L’Aquila sollecita le istituzioni a prendere seriamente in considerazione queste questioni. La trasparenza, la tempestività e l’efficienza nell’erogare le risorse sono fondamentali per garantire un sistema di diritto allo studio equo e accessibile.




ABOLIZIONE ESENZIONE IRPEF per l’agricoltura

Nuova Legge di Bilancio 2024. Cia “Provvedimento che mette in difficoltà il settore”

Pescara, 15 Gennaio 2024. Il governo ha ufficialmente annunciato l’abolizione dell’esenzione Irpef per il settore agricolo, nel contesto della nuova Legge di Bilancio 2024. Una decisione che ha sollevato preoccupazioni significative per il settore agricolo. Da quest’anno le rendite catastali dei terreni torneranno ad essere imponibili, rivalutate del 70% per quanto riguarda il reddito agrario e dell’80% per il reddito dominicale.

“L’annuncio dell’abolizione dell’esenzione IRPEF per l’agricoltura è estremamente preoccupante per la nostra comunità agricola. Questo provvedimento mette in difficoltà il settore, già soggetto a molte pressioni fiscali, creando ulteriori perdite per gli agricoltori locali. È fondamentale sottolineare che questo provvedimento rischia di mettere a rischio la sostenibilità economica delle aziende agricole. Gli agricoltori dovranno affrontare un aumento dei costi operativi senza l’ausilio dell’esenzione IRPEF, rendendo ancora più difficile il mantenimento della redditività”, commenta così il Presidente Cia Chieti-Pescara, Domenico Bomba.

La Legge di Bilancio 2017 aveva introdotto un’esenzione temporanea per i redditi dei terreni di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla relativa previdenza agricola. Questa esenzione era stata poi di anno in anno prorogata fino al 2023. 

“Chiediamo al governo di valutare attentamente l’impatto diretto su un settore già vulnerabile”, continua Bomba, “Le agevolazioni fiscali per il settore primario vanno confermate, mentre questo provvedimento va nella direzione contraria”.




PREMIO GENNARO MANNA DEDICATO ALL’ABRUZZO. Grande attesa

Gli insigniti. Il Premio e le Rosse Pergamene a Roma, Sala Igea della Treccani, il 22 gennaio 2024 ore 15:30

di Alessandro Clementi

Roma, 15 gennaio 2024. Grande attesa per la prima edizione del Premio internazionale “Gennaro Manna”, dedicato al grande scrittore e critico letterario abruzzese. L’evento si svolgerà a Roma il 22 gennaio prossimo, a partire dalle ore 15:30, nella splendida Sala Igea della prestigiosa Enciclopedia Treccani, in Piazza dell’Enciclopedia Italiana 4, nel cuore della capitale. La prima edizione del Premio sarà interamente dedicata all’Abruzzo, in omaggio ai natali di Gennaro Manna (Tocco da Casauria, 24 maggio 1922 – Roma, 11 aprile 1990), come desiderio della famiglia e in particolare di Anna Manna, figlia dello scrittore ed infaticabile operatrice culturale che con intenso impegno sta curando la preparazione dell’evento. Questi che seguono i nomi degli insigniti, vincitori della prima edizione del Premio.

MASSIMO PAMIO – Sezione Poesia

NICOLETTA DI GREGORIO – Sezione Poesia Donna

ROSA GIORDANO – Sezione Giovani ed Emergenti

ANGELO DE NICOLA – Sezione Saggistica

LETIZIA AIROS – Sezione Giornalismo

MIRA CARPINETA – Sezione L’Italia con sentimento

La manifestazione intitolata La Cultura dei Sentimenti, nel contesto meraviglioso di Palazzo Mattei dov’ha sede l’Enciclopedia Italiana Treccani – così chiamato dall’antica famiglia patrizia romana Mattei-Orsini che per circa secolo ebbe il Ducato di Paganica, fino al 1753 – si svolgerà in due distinte parti. La prima parte riguarderà la presentazione del Premio Gennaro Manna, ricordando il grande scrittore abruzzese, cui seguirà la cerimonia di premiazione dei vincitori della prima edizione. La seconda parte “Le Rosse Pergamene del nuovo Umanesimo 2024” riguarderà la consegna Premi speciali, cui seguirà una finestra poetica “Ghirlanda dei versi della Speranza”, con liriche di autori che hanno dedicato i loro versi al tema della Speranza. 

Nella prima parte dell’evento la Cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio Gennaro Manna, prima edizione. Per la Sezione POESIA la giuria del Premio, presieduta dal giornalista e poeta Mario Narducci, l’insignito è MASSIMO PAMIO. Nato a Tollo (Chieti) e residente a Chieti, saggista e scrittore, è direttore del Museo della Lettera d’Amore, museo unico al mondo, ed è direttore editoriale di Edizioni Mondo Nuovo. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per meriti culturali, ha lavorato nell’editoria fin dal 1978, ha diretto le Edizioni Noubs per 20 anni. Ha curato la regia del video I poeti, le città, il primo video girato in Abruzzo che mette a confronto un poeta con la propria città, indicizzato da IMDb, il database mondiale di film e audiovisivi. Ha pubblicato in volume numerose opere. Le più recenti: le monografie Arrivabene/Pamio (2023); Bisandola/Pamio (2022); Cetera/Pamio (2021); Padovani/Pamio (2020); di saggistica Sentirsi sentire. Che cos’è il pensare (2020), Sensibili alle forme. Che cos’è l’arte (2019); di poesia Anonimie (Poesie 2010-2020), infine la curatela di D’Annunzio. Le più belle poesie e molto altro (2023).

Per la Sezione POESIA DONNA la giuria del Premio, presieduta dalla poetessa Anna Maria Giancarli, l’insignita è NICOLETTA DI GREGORIO. Nata e residente a Pescara, poetessa, è Presidente dell’Associazione Eremo Dannunziano e già Presidente della Fondazione PescarAbruzzo, delle Edizioni Tracce e dell’Associazione Editori Abruzzesi. Ha pubblicato dieci libri di poesia. Hanno scritto di lei autorevoli personalità, tra le quali Tara Gandhi, Dante Maffia, Walter Mauro, Plinio Perilli, Davide Rondoni e Maria Luisa Spaziani. Ha vinto numerosi premi, tra cui Milano International alla Carriera, Roberto Farina, Laudomia Bonanni, Un Bosco per Kyoto, Camaiore. Le è stato inoltre conferito il Ciattè d’Oro, massimo riconoscimento della Città di Pescara ai suoi personaggi illustri.

Per la Sezione GIOVANI-EMERGENTI la giuria del Premio, presieduta dalla poetessa Daniela Fabrizi, l’insignita è ROSA GIORDANO. Campana di nascita, interessata all’arte da sempre, si è occupata all’inizio di ricerca e sperimentazione teatrale fino a divenire interprete delle scritture di Eduardo Zampella e di Enzo Moscato. Nel 2003 è interprete in Metrafonos presso il teatro nuovo di Napoli ed è protagonista nella Rassegna Teatrale di Erfurt (Germania). Dal 2020 frequenta il Corso di Poesia presso l’Università Popolare Eretina mostrando la sua versatilità con una produzione poetica inedita degna di ammirazione. Presente in numerose raccolte antologiche e alle manifestazioni di poesia a Spoleto durante il Festival dei Due Mondi del 2021. Esordisce nell’edito con la silloge poetica “Il Volo dell’Alce”, sempre nel 2021. Imminente la pubblicazione della seconda silloge.

Per la Sezione SAGGISTICA la giuria del Premio, presieduta dalla saggista e critica letteraria Liliana Biondi, l’insignito è ANGELO DE NICOLA. Nato a L’Aquila, laurea in Sociologia, giornalista professionista dal 1991 ed esperto in comunicazione con varie docenze universitarie, dal 1996 è caposervizio della cronaca dell’Aquila del quotidiano Il Messaggero. E’ autore di quindici libri, tra cui i saggi “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” (2003, Edizioni Tracce), “Da Tragnone a Fidel Castro, gli eventi che sconvolsero L’Aquila” (2004, Edizioni Textus) e “La centesima rocca” (1998, edito da Bnl). Ha pubblicato il diario sul sisma del 6 aprile 2009 “Il nostro terremoto” (2009, One Group), e i saggi “Don Attilio Cecchini – Il giornalista di razza, il principe del foro, l’impolitico” (2018, One Group) e “Passione & futuro” (2019, One Group). Sulla figura di Papa Celestino V e sulla Perdonanza Celestiniana vanta otto pubblicazioni: i due romanzi “La maschera di Celestino” (2005, Edizioni Textus) e “La missione di Celestino” (2006, La Nuova Editrice) e i saggi “Il Mito di Celestino” (2010, One Group), “Trent’anni di Perdonanza” (2014, One Group),“Dante, Silone e la Perdonanza” (2021, One Group), “I Papi e Celestino V”  (2022, One Group), “Il primo Giubileo della Storia” (2023 One Group) e, con il giornalista Alberto Orsini, il libro-game “La Maschera di Celestino V” (2022, One Group). Numerosi i premi e riconoscimenti per l’attività letteraria e giornalistica.

Per la Sezione GIORNALISMO la giuria del Premio, presieduta dal giornalista e scrittore Goffredo Palmerini, l’insignita è LETIZIA AIROS. Pseudonimo di Anna Letizia Soria, è nata a Roma ma con origini paterne abruzzesi, figlia del magistrato Nicola Soria. Laurea in Sociologia alla Sapienza Università di Roma, si è trasferita all’estero all’età di 23 anni, dapprima come dipendente del Ministero degli Esteri, lavorando per quasi 7 anni a Mosca.

Dal 1993 vive e lavora soprattutto negli Stati Uniti, dove, lasciato l’impiego nelle sedi diplomatiche, inizia la carriera giornalistica collaborando con diverse testate, sia italiane che americane. Nel 2008 fonda a New York la testata i-Italy che, sotto la sua direzione, diventa negli USA il maggior network multimediale in lingua inglese dedicato all’Italia. Il network, negli anni, ha sviluppato un programma televisivo in onda nella città di New York, una rivista bimestrale a stampa distribuita nelle maggiori città americane, un portale web e una web Tv con un raggio d’azione molto ampio sui social media. Diversi organi di stampa italiani ne hanno riferito con giudizi assai lusinghieri (Corriere della Sera, La Stampa, America Oggi, RAI ed altri). Tra i suoi libri si citano “L’America da vicino, l’Italia da lontano” (Edizioni Scientifiche Italiane) e “Guido: Italian/American Youth and Identity Politics” (Bordighera Press) co-curato con Ottorino Cappelli. Come direttore ed executive producer dell’unità video-Tv di i-Italy Network, ha prodotto e curato la regia di diversi corti, spot informativi e pubblicitari, documentari sulla realtà italiana a New York e negli Stati Uniti. 

Tra questi una serie di documentari dedicata al rapporto tra le nuove e vecchie generazioni italo-americane intitolata “Nonni e nipoti dell’America italiana” e, più recentemente, la raccolta di centinaia di testimonianze video tra Italia e America sull’impatto economico-sociale, ma anche esistenziale, della pandemia (#standupforItaly e #standupTogether). Nel 2010 Anna Letizia Soria è stata insignita dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà italiana. Tra i premi e riconoscimenti ricevuti, legati alla sua attività all’estero, si citano: “Donna ILICA” (2011); il Premio Dean Martin (2016); il Premio internazionale di giornalismo “Gaetano Scardocchia (2018)”;  “Woman of distinction” dalla Scuola d’Italia Guglielmo Marconi di New York (2019); Cultural Heritage and Communications Award e AIAE-Association of Italian American Educators Awards (2019) .

Per la Sezione L’ITALIA CON SENTIMENTO la giuria del Premio, presieduta dalla poetessa Anna Manna, l’insignita è MIRA CARPINETA. Nata a Teramo, laureata in Comunicazione Internazionale e Interculturale, con una tesi su Giornalismo e Politica, è giornalista pubblicista. Ha diretto per alcuni anni il periodico mensile cartaceo abruzzese Prima Pagina, di cui oggi cura i contenuti del sito web. Collabora con diverse testate italiane ed internazionali dirette alle comunità italiane all’estero. Attualmente ricopre l’incarico di vicedirettore del giornale on line Italianitalianinelmondo.com. Con il libro Na ota no’…, edito nel 2022 da Tabula Fati, esordisce nella scrittura narrativa, raccontando emozioni e sensazioni che scaturiscono dalle memorie ritrovate e da un lessico familiare evocativo di affetti profondi e di storie di straordinarie persone comuni.

La seconda parte della manifestazione prevede la consegna dei Premi Speciali de LE ROSSE PERGAMENE 2024 e il Recital poetico “Ghirlanda dei versi della Speranza”. Tra i Premi Speciali il PREMIO GENIUS LOCI è conferito al giornalista internazionale GOFFREDO PALMERINI, che ha diffuso la cultura e le notizie della vita culturale italiana in tutto il mondo. Nato a L’Aquila nel 1948, già dirigente d’esercizio delle Ferrovie dello Stato, per quasi trent’anni amministratore della Città capoluogo d’Abruzzo, è stato più volte assessore e Vicesindaco dell’Aquila. Scrive su giornali e riviste in Italia e sulla stampa italiana all’estero. Suoi articoli sono pubblicati in Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sud Africa, Uruguay e Venezuela. È in redazione presso numerose testate giornalistiche in Italia e collaboratore presso la stampa italiana all’estero.

Ha pubblicato i volumi “Oltre confine” (2007), “Abruzzo Gran Riserva” (2008), “L’Aquila nel Mondo” (2010), “L’Altra Italia” (2012), “L’Italia dei sogni” (2014), “Le radici e le ali” (2016), “L’Italia nel cuore” (2017), “Grand Tour a volo d’Aquila” (2018), “Italia ante Covid” (2020), “Mario Daniele, il sogno americano” (2021) tradotto e pubblicato anche in Usa, “Mosaico di Voci” (2021), Il mondo che va (2022), Il mondo di Mario Fratti (2023). Nel 2008 gli è stato tributato il Premio Internazionale “Guerriero di Capestrano” per il contributo reso alla diffusione della cultura abruzzese nel mondo.

Conferiti nel 2014 il Premio Roccamorice e a Lecce il Premio Speciale “Nelson Mandela” per i Diritti Umani. Gli sono inoltre stati conferiti Premi alla Cultura a Galatone (2016), Spoleto e Montefiore Conca (2019), a Firenze (2021) ed Erice (2022). Vincitore nel 2007 del XXXI Premio Internazionale Emigrazione per il Giornalismo, gli sono poi stati tributati, sempre per l’attività giornalistica: lo Zirè d’Oro nel 2008, il Premio internazionale “Gaetano Scardocchia” (2017), il Premio Giornalistico Nazionale “Maria Grazia Cutuli” (2017), il Premio internazionale “Fontane di Roma” (2018), il Premio Eccellenza Italiana a Roma (2021), il Premio internazionale Federico II nel 2022 a Cefalù, Menzione speciale al Premio Silone 2023 e a Nola il Premio Napoli Cultural Classic per il Giornalismo internazionale. Studioso d’emigrazione, è esponente di prestigiose istituzioni culturali in Italia e all’estero.

Per la sezione L’ESPRESSIONE ARTISTICA PER LA TERRA D’ORIGINE, con Presidente di giuria la poetessa e pittrice EUGENIA SERAFINI, ci sarà un collegamento con la Maratona pittorica nella città di Spoleto, che ANNA MANNA ha lanciato lo scorso luglio in occasione della presentazione del suo ultimo libro di poesia “Questa mattina 24.2.2022” presso la galleria La Bottega dell’Arte di KATY LAUDICINA, con i riconoscimenti agli Artisti. La serata si concluderà con il Recital di Poeti rappresentativi di varie realtà culturali, sul tema della Speranza.




L’ABC DEL TERRITORIO

Primo appuntamento a La Conviviale

Vasto, 15 gennaio 2024. Martedì 16 gennaio 2024, alle 18, primo appuntamento de L’ABC del territorio alla Casa del Popolo La Conviviale in Corso Dante 50/52 a Vasto, con A come Ambiente, in cui prenderà parola Rossano Pazzagli, docente di Storia del territorio e dell’ambiente all’Università degli Studi del Molise, nonché uno dei più autorevoli studiosi italiani di politiche territoriali, del mondo rurale, del paesaggio e delle aree interne, e autore di numerose pubblicazioni di storia economica e sociale e di storia ambientale.

Sarà l’occasione per discutere e ragionare sui processi di sviluppo urbanistico e industriale contemporaneo che hanno segnato una profonda spaccatura tra le aree urbane e quelle rurali e montane, segnando inoltre una differenziazione territoriale anche in termini di diritti di cittadinanza e di accesso ai servizi essenziali delle comunità locali.

Partendo da queste considerazioni, l’incontro mira a stimolare una riflessione sul modo attraverso cui le comunità umane interagiscono con l’ambiente circostante, facendo leva sulla necessità oggi di abbandonare modelli estrattivi e sviluppisti, per tentare di attivare quelle pratiche di autosviluppo sostenibile attraverso uno sguardo allargato a quei sistemi territoriali urbani che interagiscano con le aree interne, montane e rurali




I CINQUE UOMINI PIÙ RICCHI AL MONDO

Hanno raddoppiato le loro fortune in tre anni

Politicainsieme.com, 15 gennaio 2024. Secondo l’ultimo rapporto di Oxfam, Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi, a partire dal 2020 i cinque uomini più ricchi al mondo (Elon Musk, Bernard Arnault, Jeff Bezos, Larry Ellison e Warren Buffett) hanno più che raddoppiato le proprie fortune passando da una ricchezza loro complessiva di 405 a 869 miliardi di dollari.

Ciò significa che questi paperoni hanno accumulato in più 14 milioni di dollari all’ora, mentre 5 miliardi di persone più povere hanno visto complessivamente invariata la propria condizione.




L’ABOLIZIONE DELLA RISERVA DEL BORSACCHIO

Mare colline, speculazioni e possibili connivenze

Roseto degli Abruzzi, 15 gennaio 2024. Mi è capitato in questi giorni per l’Associazione Demos, di occuparmi di una vicenda che presenta risvolti e sfaccettature a dir poco incredibili: l’approvazione in Consiglio regionale di un emendamento alla finanziaria che riduce la perimetrazione della Riserva del Borsacchio da 1100 ettari a soli 24,7 confinati nella fascia marina. Uno stravolgimento degli equilibri ambientali e naturalistici di un’are di grande pregio, nella quale insistono interessi pubblici di tutela e di valorizzazione che attendevano solo di trovare riconoscimento, avvio e realizzazione attraverso un Piano Ambientale e Naturalistico che dopo quasi vent’anni stava per essere approvato. Questo avrebbe finalmente interrotto su quei territori il regime giuridico (certamente restrittivo) derivante dalla normativa di salvaguardia e avrebbe finalmente creato un sistema di regole volto allo sviluppo sostenibile dell’intera area. Era tutto pronto. Vero, con un ritardo di quasi due decenni, ma il Tavolo tecnico Regione/Comune di Roseto degli Abruzzi aveva concluso i suoi lavori due giorni prima e mancava solo l’atto definitivo del Comune. Il PAN era ormai cosa fatta, ma con questo emendamento la Riserva del Borsacchio viene inaspettatamente quasi abolita.

Il fatto si è verificato alle due e mezza di notte del 28 dicembre 2023. Si trattava in realtà di una votazione talmente importante che avrebbe dovuto indurre anche il più “dormiente” dei consiglieri regionali a scattare in piedi per chiedere: cosa succede? Da 1100 ettari a 24,7? Ma che è? Mi spiegate meglio prima del voto? Invece no. L’emendamento è passato a maggioranza.

Tutto si può fare, anche la riperimetrazione di un’area protetta e di un parco naturalistico, ma per fortuna ci sono delle regole stabilite da direttive europee e dalla legge dello Stato. In questo caso, però, tale “riperimetrazione” non è in effetti una riperimetrazione, bensì l’istituzione di una nuova riserva, dato che l’emendamento ne modifica quasi il 90%. L’iter avrebbe dovuto coinvolgere, per legge e in via preventiva, tutti gli enti locali interessati con un notevole dispendio di informazioni, confronti e dibattiti. Lo ha ribadito più volte la Corte costituzionale, ma chi ha proposto l’emendamento non ci ha badato, anzi, studiando bene tempistica e circostanze, ha chiesto un voto in fretta e furia a un Consiglio regionale un po’ addormentato.

Non amo girare attorno alle cose e non ne vale la pena, ma sembra che si sia avuto il voto contrario del solo Movimento cinque stelle mentre il PD, che almeno avrebbe potuto fare altrettanto, si sarebbe esibito in una performance poco comprensibile: ci sarebbe stato un voto contrario poi diventato astensione, ma nessun consigliere di opposizione avrebbe chiesto la parola per discutere, capire, vederci chiaro, contestare tempi e procedure, esercitare insomma, come sarebbe nei doveri di ogni consigliere regionale, un minimo di controllo su quello che si stava decidendo.

Se tutto questo fosse vero, ci troveremmo di fronte a uno schieramento politico forse già predisposto perché non si potrebbe dare dell’«impreparato» a nessuno: né a chi proponeva, né a chi accettava, né a chi votava contro senza dire una parola; tanto meno a chi prima votava contro, poi si asteneva; ancor meno a chi si assentava. Tutti avevano capito che si trattava della riserva del Borsacchio e questo doveva bastare, credo, per far suonare i campanelli d’allarme.

Ammesso che, come dice il consigliere regionale Mariani «I consiglieri hanno avuto gli emendamenti alle 02:15 circa, alle 02:22 è iniziato il voto e alle 02:33 si è discusso l’emendamento sulla Riserva del Borsacchio: circa 15 minuti» – che a me non sembra una spiegazione sufficiente per i campanelli che non si sono accesi – come si fa ora a proporre l’improponibile? Aggiunge Mariani, infatti, «il 30 gennaio prossimo abbiamo l’ultimo Consiglio Regionale nel pieno dei poteri: all’ordine del giorno c’è un progetto di legge per modificare alcune norme regionali, tra le quali anche l’ultima legge finanziaria, ancora non pubblicata e quindi non vigente, nella quale è inclusa la riperimetrazione del Borsacchio», ma il 30 gennaio non sarà ancora legge, cosa si propone di modificare? la realtà è un’altra: il collega Enzo Di Salvatore ha già spiegato per primo che siamo completamente fuori tempo. Egli dice in un post: «i consiglieri regionali di opposizione hanno annunciato la presentazione di un progetto di legge finalizzato a ripristinare l’originario perimetro della Riserva del Borsacchio […] il prossimo 30 gennaio si terrà l’ultima seduta utile del Consiglio regionale, prima dell’entrata in regime di prorogatio, durante il quale il Consiglio non potrà più legiferare. Ora, se la legge che ha soppresso la Riserva verrà pubblicata, come pare, solo a febbraio, questo vuol dire che il 30 gennaio non ci sarà ancora niente da abrogare; e d’altra parte, quando saremo a febbraio il consiglio regionale sarà ormai “scaduto” e non potrà più legiferare. Peraltro, questo comporta anche che il Governo Meloni, avendo 60 giorni di tempo per impugnare la legge a partire dalla sua pubblicazione, la impugnerà, semmai, solo dopo le elezioni. Solo un cretino potrebbe, infatti, farlo durante la campagna elettorale, con le elezioni regionali alle porte».

Insomma, non c’è più tempo per fare nulla. È evidente che questi calcoli erano stati già fatti a tavolino da chi ha proposto l’emendamento e l’opposizione sembrerebbe esserci cascata scioccamente. O no?…

In realtà, nella quasi totalità dell’area del Borsacchio, all’entrata in vigore della legge finanziaria emendata (sembra a febbraio) sarà in vigore «il Vincolo Paesaggistico – come detto dall’Arch. Maria Antonietta Adorante nella sua relazione introduttiva al Dibattito Pubblico promosso da Demos – è molto più leggero, pensato per mediare fra le esigenze costruttive e il rispetto di un’area. Ma è un vincolo che varia da situazione a situazione, oscillando fra discrezione amministrativa locale e varie opportunità». E si tratta di una situazione che si protrarrà per molti mesi se non per anni. Chi ha avuto interesse a tutto questo? Lo scopriremo solo vivendo.

Però una domanda viene spontanea: come fanno i rappresentanti politici autori di questo indegno blitz e coloro che non sarebbero stati capaci neanche di chiedere la parola per tentare un minimo di ostruzionismo democratico a presentarsi o ri–presentarsi alle prossime elezioni regionali? Con quale faccia potranno chiedere voti ai cittadini depauperati di un immenso patrimonio culturale, ambientale e naturalistico in una notte in cui tutti i lupi sembravano grigi?

Carlo Di Marco

Già Professore di Diritto Pubblico Università degli Studi di Teramo, Italy

Foto: www.abruzzocitta.it




L’AMICACCI SUPERA A DOMICILIO TARANTO

Un match combattuto

Giulianova, 15 gennaio 2024. La Deco Metalferro Amicacci Abruzzo riparte con una vittoria dopo la pausa natalizia, espugnando il parquet della Comes Boys Taranto nella quarta giornata di ritorno del Girone B di Serie A, penultimo turno di regular season prima dei play-off.

Parte base la compagine abruzzese che nel primo quarto si porta a condurre trascinata dalle giocate offensive di Galliano Marchionni e Shay Barbibay. Il primo tentativo di fuga degli ospiti viene respinto da Taranto, affidandosi al proprio leader Luciano Felipe Da Silva, ma l’Amicacci chiude al meglio la prima frazione con un canestro di Jaylen Brown sulla sirena (11-16).

Secondo quarto con le polveri bagnate per la squadra di coach Carlo Di Giusto, che subisce il parziale del sorpasso dai tarantini, che si portano avanti con i canestri di uno scatenato Da Silva e dell’algerino Zakarya. Il match diventa un botta e risposta tra le due contendenti in cui prevale la Comes Boys che realizza in contropiede con il lettone Rukavisnikovs e va all’intervallo sul +3 di vantaggio (25-22).

L’inizio della ripresa vede Taranto resistere agli assalti dell’Amicacci, guidata dai canestri di Barbibay, prima di cedere alla pressione difensiva degli avversari. La Deco Metalferro ritrova il vantaggio con Gabriel Benvenuto che finalizza una palla recuperata dalla squadra abruzzese, chiudendo il terzo quarto avanti nel punteggio (34-36).

Nell’ultimo quarto la Comes Boys continua a dare filo da torcere all’Amicacci, impattando con un caparbio canestro di Flavio Cardoso, ma i tarantini pagano lo sforzo e viene fuori la differente caratura tra le due squadre. Gli ospiti trovano risorse da capitan Marchionni, che si prende sulle spalle l’attacco giuliese con canestri e assist per i compagni, costruendo il margine decisivo. La squadra di coach Di Giusto arriva a toccare il +11 può e gestire agevolmente i minuti finali del match (46-55).

Nel prossimo turno di campionato la Deco Metalferro ospita al Palacastrum la Dinamo Lab Sassari, sfida che decide il primo posto nel Girone B, con la griglia play-off (che prevede incroci con le prime quattro piazzate nel Girone A) ancora da definire.

Tabellino

Comes Boys Taranto: Magrì, Rukavisnikovs 8, Caceido Montano, Latagliata 2, Messina, Cardoso 6, Da Silva 21, Veinbergs, Salmi 9. All. L’Ingesso.

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 10 (5reb, 3rec), Nagle 2, Benvenuto 10 (6reb, 3rec), Marchionni 15, Blasiotti, Cavagnini 4 (7reb), Stupenengo, Mandjam, Boganelli, Greco Brakus 2, Barbibay 12 (8ass, 6reb). All. Di Giusto.

Serie A – Risultati 4^ giornata di ritorno

Girone A

Kos Group Santo Stefano – Montello Bergamo 67-54

Santa Lucia Roma – UnipolSai Briantea84 Cantù 42-81

GSD Porto Torres – Farmacia Pellicanò Reggio Calabria 62-68

Classifica (W/L):

Cantù 9/0 | Santo Stefano 8/1 | Reggio Calabria 5/4 | Bergamo 4/5 | Porto Torres 1/8 | Roma 0/9 |

Girone B

Comes Boys Taranto – Deco Metalferro Amicacci 46-55

Banco di Sardegna Sassari – Menarini Volpi Rosse Firenze 71-48

Riposa: Crich PDM Treviso

Classifica (W/L):

Sassari 7/0 | Amicacci 6/1 | Firenze 2/5 | Treviso 2/5 | Taranto 1/6 |

Stefano D’Andreagiovanni

Foto: Daniele Capone




STRADA PARCO. Difendere l’ambiente ed anche la mobilità sostenibile

L’infrastruttura strategica per Nuova Pescara. Un confronto indispensabile

Pescara, 15 gennaio 2024. Smettiamola con le contrapposizioni ideologiche sulla Strada Parco, tra pedonalità e trasporto pubblico, tra verde e qualificazione urbana, tra progetto del passato e città futura. Occorre confrontarsi, cercare soluzioni compatibili, pubbliche, trasparenti e partecipate. É questa un’occasione irrinunciabile. I programmi dei sindaci diventino un’occasione per costruire la nuova città resiliente del Medio Adriatico.

– La mobilità sostenibile nei progetti e piani comunali

– Ridurre il traffico veicolare, migliorare l’ambiente, qualificare la città nuova

– I corridoi ecologici verdi del programma Pettinari

– La rete degli itinerari a mare, verdi, ciclopedonali

– Un piano particolareggiato per la Strada Parco un PUMS per la grande città del medio Adriatico

– Partecipazione dei cittadini e discussione dei piani integrati per la grande città prima del 2027.

Giuseppe Di Giampietro

(Arch, phd, Webstrade.it già direttore del CMG sicurezza stradale  Comune di Pescara)




A GROTTAZZOLINA LA SPUNTA LA YUASA 3-1 ma che Sieco!

Ortona, 15 gennaio 2024. Che sarebbe stata una partita difficilissima, quasi proibitiva, era assodato. La Sieco torna sì a mani vuote dalla vicina Grottazzolina, ma ha disputato una gara di ottimo livello, dimostrato di essere grado di mettere in pratica un gioco efficace. I primi della classe, per avere la meglio degli impavidi devono fare affidamento ai singoli con un Fedrizzi autore di ben quattro aces e Breuning autore di 32 punti con il 62% di positività. La Sieco ha invece condotto una gara corale con Dimitrov pronto ad innescare indifferentemente tutte le sue bocche da fuoco. Cantagalli mette a segno 21 punti con un ottimo 66%. Un soffio dietro Marshall, 20 punti e 65% di positività. Il Capitano sarà anche il miglior muratore della serata: 5 stampate per lui. Non tutto il male viene per nuocere, si può dire, se questa è la qualità che gli impavidi introdurranno da oggi alla fine del campionato.

Avvio di primo set equilibrato, ma il primo break è per i padroni di casa con un Ace. Qualche errore di troppo dal servizio dà la possibilità a Grottazzolina di dare un altro piccolo strappo che aumenta il gap tra le due formazioni. Più brava la Yuasa in questa primo parziale a gestire la difesa e soprattutto la ricostruzione positiva. Si scuotono gli impavidi nella fase finale del set. Fabi a muro e Bertoli al servizio rimettono in gioco gli Impavidi che riducono ad un solo punto il distacco. Alla fine, i padroni di casa troveranno la vittoria del parziale con il minimo scarto.

Ancora un avvio equilibrato nel Secondo Set. Le due squadre forzano molto il servizio incappando in qualche errore. È Ortona che guadagna il primo punto – break di questo parziale. La Sieco in questa prima fase di gioco sfrutta molto bene il mani-fuori. Grottazzolina sfrutta molto bene il video-check ribaltando in un paio di occasioni la decisione dell’arbitro così da ricucire lo strappo quando il set è alla sua metà. È Fedrizzi il fattore fondamentale di questo set. Due servizi imprendibili valgono il break. Ora è la Sieco a dover rincorrere. Rincorsa che però non arriva. La Sieco accusa il colpo mentre Grotta sfrutta al massimo la potenza di Breuning ma Ortona è resiliente e riduce al minimo il distacco.

Le due squadre giocano punto a punto nella prima parte del terzo set. La Yuasa continua a fare affidamento su un servizio potente e Ortona punta sul mani-fuori. Tenta l’allungo Ortona quando si è a metà parziale. La Sieco va a +4 e costringe Grottazzolina ad aumentare i giri del motore. Ortona fa altrettanto e tiene botta mantenendo le distanze dagli avversari che sentono la pressione e aumentano gli errori personali. Nel rush finale Ortona può gestire una forbice di cinque punti ma Grotta rosicchia tornando a servire forte ma la Sieco tiene e fa male con Cantagalli. È lui a riaprire la gara mettendo a terra la palla che vale il terzo set.

Più fallosa Grottazzolina all’avvio del quarto Set. Ortona ne approfitta e scava subito un piccolo solco tra sé e gli avversari. Il muro e il servizio della Yuasa salgono di qualità e così il gap è presto colmato. Fedrizzi va al servizio e la Sieco non riesce a contenere le sue bordate. I padroni di casa acquistano un vantaggio che permette loro di gestire il resto del gioco in piena tranquillità.

PRIMO SET

I padroni di casa si dispongono con Marchiani al palleggio e Nielsen opposto. Fedrizzi e Cattaneo schiacciatori, Mattei ed Andrea centrali con Marchisio Libero.

Coach Lanci risponde con il palleggiatore Dimitrov e l’opposto Cantagalli. Al centro ci sono Patriarca e Fabi. Schiacciatori di posto quattro Capitan Marshall e Matteo Bertoli. Libero Benedicenti.

Il primo servizio è tra le mani di Marchiani, per i padroni di casa ma il primo punto è di Ortona. Cantagalli ammette il tocco a muro, 2-1 per Grottazzolina. Invasione per Canella 2-2. Fabi mette in difficoltà la ricezione dei padroni di casa e per Marshall è facile andare a muro 3-4. Muro anche per Cattaneo 5-4. Errore al servizio di Cantagalli 6-5. Muro per Patriarca 6-6. Ace per Grotta che trova il primo break 8-7. Tesa al centro sfruttata da Fabi 9-8. Out il servizio di Dimitrov 10-8. Cantagalli murato 12-9. Mani-fuori ben sfruttato da Cattaneo 15-11. Lungo il servizio di Marshall 16-12. Non si intendono Dimitrov e Patriarca 17-12. Buona la palla spinta in parallela da Bertoli 17-13. Mani-out stavolta a favore di Cantagalli 18-14. Dimitrov mette in difficoltà la ricezione di Cattaneo e per Ortona è facile il punto 18-15. Fuori il muro di Ortona 19-16. Out il servizio di Fedrizzi 20-17. Muro di Fabi 20-18. Bertoli finta la botta dai nove metri e invece serve corto: Ace 20-19. Non buona la ricezione di Bertoli che non prende la free-ball ed è punto per Grotta 21-19. Invasione per Marshall, ma il muro aveva comunque mandato la palla fuori 22-20. Imprendibile la diagonale di Breuning 23-21. Marshall sbaglia il servizio e regala il set-point alla Yuasa 24-22. Bertoli passa 24-23. Ancora Breuning chiude il set 25-23.

SECONDO SET

Ad iniziare questa volta sono gli impavidi con Dobri Dimitrov. Fuori il muro a tre di Ortona 1-0. Ortona lascia cadere una palla a terra valutandola erroneamente fuori 2-0. Fuori l’attacco della Yuasa, stavolta Ortona battezza bene 3-3. Marshall attacca una palla staccata di seconda intenzione 6-7. Invasione per i padroni di casa per Fedrizzi ma il video-check ribalta la decisione e l’azione è da ripetere. Ottimo il pallonetto di Cantagalli 7-8. Ancora Cantagalli che trova il mani-out 7-9. Cantagalli cerca le mani del muro ma non le trova e la palla vola fuori 10-11. Non c’è tocco a muro sull’attacco ortonese 11-11, poi Marshall mura Breuning 11-12.  Troppo forte l’attacco di Cantagalli 13-14. Buona la ricostruzione dei padroni di casa 16-15. Ace per Fedrizzi 17-15. Out stavolta il servizio di Fedrizzi 18-16. Fuori il primo tempo di Fabi 20-16. Passa la diagonale di Cattaneo 22-18. Marshall tenta il tutto per tutto dai nove metri ma la palla è sulla rete 23-19. Fuori di pochissimo l’attacco di Cantagalli 24-19. Ed è il solito Breuning a chiudere anche il secondo set 25-19.

TERZO SET

Marchiani è al servizio ma il primo punto è per Ortona 0-1. Out il servizio per Ortona 1-2. Cantagalli tira sul muro e la palla vola fuori 2-4. Fuori di poco la diagonale di Marshall 4-5. Muro di Cantagalli 6-9. Ace fortunato di Fedrizzi con la palla che si ferma sul nastro e cade a piombo sul campo di Ortona. 8-9. Muro di Fabi 8-12. Ancora Cantagalli, ancora mani-out 9-14. Out il servizio di Breuning 10-15. Invasione fischiata a Marshall 12-15. Invasione di Mattei 12-17. Out il servizio di Patriarca 14-18. Marshall dalla seconda linea 14-19. Fuori la stoccata di Breuning 15-20. Ace di Breuning 18-21. Grotta ricostruisce e Fedrizzi finalizza 20-22. Fuori il servizio di Vecchi 20-23. Patriarca ferma Breuning 20-24. Marshall forza il servizio ma la palla è sulla rete 21-24. Pallonetto di Fedrizzi 22-24. Cantagalli chiude il set: 22-25.

QUARTO SET

Si parte con Dimitrov al servizio. Ortona ricostruisce bene con Bertoli 0-1. Dimitrov impensierisce Grottazzolina che non può attaccare. La Sieco rigioca e la pipe di Marshall vale lo 0-3. Invasione fischiata a Cubito 1-5. Errore di Bertoli che serve sulla rete 2-5. Ace di Breuning 5-7. Fischiato un fallo di invasione a Bertoli che però sostiene di aver toccato la rete all’esterno rispetto all’asticella. Il video-check da ragione allo schiacciatore impavido e l’azione deve ripetersi: 7-8. Patriarca sbaglia il servizio 8-9. Ace di Mattei 9-9. Fabi murato 10-9. Dimitrov pesta la riga al servizio 11-10. Muro di Marshall 11-12. Doppio Ace di Fedrizzi 14-12. Vecchi ferma Cantagalli 15-12. Breuning 16-12. Patriarca il primo tempo 17-14. Bordata di Cantagalli che nessuno può difendere 19-16. Dimitrov intercetta una palla di ritorno 19-17. Vincente la pipe di Marshall 21-19. Cantagalli ferma Breuning 22-21. Mani-fuori a favore di Marshall 23-22. Breuning in diagonale strettissima 24-22. Fuori di pochissimo la palla di Marshall e la Yuasa Battery di Grottazzolina si aggiudica set e gara.

YUASA BATTERY GROTTAZZOLINA – SIECO SERVICE ORTONA 3-1 (25-23 / 25-19 / 22-25 / 25-23)

Durata Set: I: 26’ II: 29’ III: 27’ IV: 31’

Durata Incontro: 1h 53’

Arbitri: Mesiano Marta e Angelucci Claudia

Yuasa Battery Grottazzolina:  Cubito 2, Vecchi 4, Lusetti, Canella 8, Mattei 8, Breuning 32, Ferraguti  ne, Mitkov, Fedrizzi 14, Marchiani, Romiti R. ne, Marchisio (L) 73% – 73% perfetta, Cattaneo 7.

Coach: Ortenzi Vice: Minnoni

Aces: 8  – Errori Al Servizio: 16 – Muri punto: 8

Sieco Service Ortona: Fabi 8, Broccatelli (L) % –% n.e., Bertoli 10, Benedicenti (L) 74% – 47% perfetta, Del Vecchio, Marshall 20, Patriarca 5, Cantagalli 21, Falcone n.e., Tognoni n.e., Donatelli n.e., Di Giulio n.e, Dimitrov 3, Lanci E. n.e.

Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces: 2 – Errori Al Servizio: 14 – Muri punto: 13




PIAZZA OVIDIO: PIAZZA, NON PARCHEGGIO!

di Giancarlo Odoardi, Direttore Ri-media.net

Pescara, 14 gennaio 2024. Scrive il noto botanico e saggista Stefano Mancuso, a pagina 148 del suo: Fitopolis, la città vivente, che “in Italia l’avvento del traffico automobilistico non significò soltanto la scomparsa delle strade come luogo pubblico, ma anche quella, ancora più dolorosa, delle moltissime piazze storiche che diventarono enormi parcheggi nel bel mezzo delle nostre città. Oggi questi obbrobri sono (quasi) del tutto scomparsi ed è difficile trovare una piazza storica trasformata in un parcheggio. (…) È un buon segno: oggi a nessuno, tranne a pochi squilibrati, verrebbe mai in mente di trasformare delle piazze storiche in parcheggi a cielo aperto“.

Ho diverse foto di Piazza Ovidio, che chi è di Pescara conosce (di fronte al Palazzo della Ex Caserma Di Cocco), che da diversi anni non è una Piazza, ma un parcheggio auto, anche abbastanza usato. Ci sono 24 stalli, con tanto di linee di delimitazione (quindi c’è una delibera che autorizza quella funzione) ma sono riuscito a contare anche 44 automobili parcheggiate, di cui quindi 20 abusive. Nella zona nord della piazza, da un anno e più è presente un Ecomobility Point, smart station dedicata alle e-bike, ma che credo ad oggi nessuno abbia mai usato.

Per curiosità sono andato a vedere come negli anni passati la piazza è stata utilizzata, utilizzando il timeline di google. Ho scoperto che in effetti solo nel 2022 compaiono le linee bianche del parcheggio libero, mentre per negli altri anni non sono rilevabili, anche se il parcheggio auto credo fosse tollerato.

Andando ancora indietro negli anni, ma con la mia memoria, ricordo che questa piazza era adornata da due splendidi esemplati di Cedro del Libano, quello con i rami a candelabro, e che un bel giorno sono spariti.

Mi chiedo come sia ancora possibile, stante la riflessione di Mancuso, che ad oggi si possa ancora destinare a parcheggio per auto una piazza come questa, seppur non storica ma certamente identitaria di una parte non remota della città, davanti ad un bel palazzo, quello si monumentale e testimone di una certa epoca e di una certa funzione, con sul retro un’area verde di 4 ettari ancora nascosta dalle vecchie mura militari perimetrali, ma soprattutto porta di ingresso a comparti urbani di pregio, come quello universitario e più avanti quello naturalistico della Riserva Dannunziana?

Smantellerei tutto e ne farei una ovvia appendice dell’area verde adiacente, con funzioni di porta, come accennato, ma anche di hub didattico storico e snodo di connessione di una più diffusa rete sostenibile di mobilità e cultura.




ECCO LE STRANE ELEZIONI REGIONALI

Andare a votare, ma chi votare ?

Chieti, 14 gennaio 2024.  Fra poco gli elettori abruzzesi saranno chiamati al voto per il rinnovo degli organi di governo regionale. Tralasciando l’aspetto sull’utilità o meno per i cittadini di questo costosissimo Ente e sulle dinamiche formative sempre meno democratiche dei raggruppamenti politici, molto utile invece sembrerebbe indirizzare la nostra attenzione sui candidati che si offrono al cosiddetto servizio amministrativo, lautamente rimunerato.

L’appuntamento del 10 marzo prossimo è già alle porte, due sono i raggruppamenti che si contenderanno il governo regionale. I due raggruppamenti maggiori, dunque, con le proprie e rispettive liste a supporto, oramai, appaiono qua e là nei classici luoghi della più scontata propaganda.

Manifesti, simboli e faccioni sui muri della mobilità; incontri, convegni ed inaugurazioni varie, a ritirare indennizzi elettorali per un servizio, un impegno una promessa; dibattiti di rito, passaggi televisivi e comunicazioni di simpatia varia a confermare una presenza istituzionale utile; a dirimere, comunque, ogni dubbio sulle questioni di potere sugli altri e del notevole denaro in gioco.

Ecco, dunque, si ripresentano le Elezioni Regionali, per la gioia dei contendenti vincenti.

Tristi ambizioni, subdolo agire e tecniche d’ogni genere per raggiungere quel luogo di potere, per rivestire quel ruolo strapagato, quello strano mondo nelle mani di una partitocrazia oramai in una fase più che decadente.   

Chi votare allora ?

Fatte le più che dovute considerazioni, intanto, non rimane che andare a votare e poi affidarsi al quadro, delle scelte, che si presenta alla vigilia.

Tutt’altro che chiusa la questione candidati nelle liste, definitivi invece i nomi dei due contendenti alla presidenza: il piacione e fascinoso Marsilio e il D’Amico discreto e timido. Due uomini che arrivano a conquistare ruolo leader per diversi e reconditi motivi; tutt’altro che aperti. Due uomini, comunque, che sembrano lontani anni luce dal mondo reale dei problemi veri del disagio, della sofferenza e del dolore umano.

Tutto si sceglie, si risceglie e si decide ai vertici fra pochi intimi ed illuminati: ecco la democrazia tanto elargita e reclamizzata. Se da una parte rimane impossibile la partecipazione alle scelte preliminari, nell’altra si ricorda solo qualche condivisione e lontane primarie; tutto il resto è solo questione d’ambizioso potere, con le sue relative e subdole tecniche d’agire umano.

Tornando al quadro: oggi si presentano i due prescelti alla presidenza; due uomini che circolano disordinati sul territorio, guidati da una schiera di candidati, più o meno della stessa estrazione, già in consiglio alcuni, già trombati altri, fuori del tutto quelli che restano.

L’invito che viene dal cuore è quello di cercare di individuare in questa massa di candidati, che a breve si scatenerà nella più delirante delle dinamiche elettorali, la persona che potrà garantire un servizio il più serio e vicino possibile. Tanti di questi nomi circolano oramai in modo più che convincente, nomi come quelli di Francesco Ricci, Mario Pupillo, Marco Alessandrini e Fabrizio Montepara, ex sindaci di Chieti, Lanciano, Pescara ed Orsogna; Mario Colantonio, Marinella Sclocco, Raffaele Daniele, Franco Vanni, Carla Zinni e Domenico Molino, consiglieri comunali di Chieti, Pescara, L’Aquila, Ortona, Casalbordino e Vasto; Domenico Pettinari, Antonio Blasioli, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Sabrina Bocchino, Simone Angelosante, Daniele Damario, Pierpaolo Petrucci e Paolo Gatti, consiglieri regionali uscenti ed ex assessori regionali.

Ecco, mancheranno altri nomi, forse anche più bravi, sembra comunque abbastanza facile individuare un proprio candidato di fiducia, se si adottano criteri di buon senso.

Abbandonando ogni fisima di chiusura e fissazione mentale, scegliere la persona di servizio, dunque, non rimarrà difficile. Con il patetico quadro  istituzionale attuale, con quella poca democrazia rimasta, con l’eclissi dei buoni riferimenti e con la decadenza culturale in atto da tempo, non rimane altro che affidarsi all’uomo vero e vicino, con il proprio bagaglio di preparazione, di etica e di onestà provata; considerando che la novità comunque fa sempre bene all’istituzione democratica.

nm




GESÙ ERA UN VERO LEADER

Sapeva guardare negli occhi per parlare al cuore senza vendere frottole

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 14 gennaio 2024. Rileggere le pagine del Vangelo ci deve dare una profonda nostalgia per la vera leadership. Non solo ci deve portare ad amare di più il Cristo, ma ci deve far diventare scaltri su questo mondo. Di leader veri, oggi come nel passato, ce ne sono pochi.

Il Vangelo odierno: In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro (Gv 1, 35-42).

Fu Gesù un leader? Certamente. Ma di quale tipo? Per chi crede in Lui: il migliore mai esistito, colui che ha sintetizzato il meglio umanamente possibile. Proviamo a seguire quanto scrive questo brano per ricordare o imparare qualcosa sulla sua leadership. Il brano ha un elemento fondamentale: gli sguardi. Sono quelli di Giovanni, dei discepoli, di Gesù, di Andrea, di Simone. Sono tutti intensi, curiosi, interessati, carichi di emozioni, destinati a Gesù o da lui provocati.

Forse questi sguardi hanno tanto da insegnare sia a chi leader lo è già, sia a chi lo vuole diventare, sia a chi ricerca veri leader ed è stanco di essere preso in giro da mezze figure, venditori di tappeti e di promesse, di riduttore di tasse e di inventori di riforme strampalate, adolescenti incoscienti o vecchie eminenza grigie, uomini e donne ostaggi dei loro addetti stampa (o spin doctor) che sembrano recitare testi imparati a memoria. Però quasi tutti adoratori del “dio” consenso. Le elezioni europee sono già il palco su cui stanno salendo per il solito show. Pochi si salvano. Ascoltando i più, se ci resta ancora un po di analisi critica, non si mai se ridere o piangere.

Ma ritorniamo al guardare. Un leader guarda negli occhi. Non li fugge, anzi li cerca per comunicare in maniera profonda. Il leader autentico cerca il cuore delle persone attraverso gli occhi. Perché, come diceva il card. Newman, cor ad cor loquitur, il cuor parla al cuore. E Gesù parla al cuore. Parla al cuore perché non vende frottole e soluzioni facili ma invita alla ricerca: “Venite e vedrete”. Gesù parla al cuore perché ci pensa singolarmente e ha un progetto per ognuno di noi. L’incontro con Lui non è un evento, nel senso mediatico, ma determina una svolta perché apre la nostra povera vita a nuovi orizzonti. E ciò continuamente, quotidianamente.

Rileggere le pagine del Vangelo ci deve dare una profonda nostalgia per la vera leadership. Non solo ci deve portare ad amare di più il Cristo, ma ci deve far diventare scaltri su questo mondo. Di leader veri, oggi come nel passato, ce ne sono pochi.

Molti, presunti tali, non solo non guardano negli occhi, né parlano al cuore, ma hanno la loro testa e il loro cuore così pieni di sé, da non poter guidare nessuno verso bellezza, bontà, pace e giustizia in questa vita. Per il semplice fatto che non le hanno mai scoperte, non sanno dove abitano e sono capaci di ricondurre tutto solo a sé stessi. Gesù non è così, anche pochissimi altri leader non sono così. Ringraziamo il Cielo perché c’è ancora qualcuno che fissa lo sguardo su di noi e ci apre nuovi orizzonti. Di bellezza, bontà, pace e giustizia.




FORZA UMANI

L’esortazione di Elon Musk…superstar!

di Massimo Brundisini

Politicainsieme.com, 14 gennaio 2024. Prima del suo intervento ad Atreju, il convegno di FdI (qui con traduzione, purtroppo solo dal minuto 12:50, mi ero già occupato di Elon Musk in tre precedenti articoli: sono andato a rileggermeli per verificare quanto scritto allora alla luce delle sue ultime esternazioni.

Sicuramente ho potuto verificare una grande coerenza: detto questo cercherò di analizzare le motivazioni della sua presenza al convegno di FDI, ma soprattutto proverò a vagliare il valore dei messaggi che ha voluto dare. Una considerazione a latere è quella di trovarsi davanti ad una persona molto sorridente, ma che quando deve affrontare argomenti importanti, come l’Intelligenza Artificiale, diventa serissimo e si concede lunghe pause di riflessione. Altra osservazione è che molte sue affermazioni sono state accompagnate da vere ovazioni. Ci troviamo sicuramente, comunque la si pensi, di fronte ad una persona eccezionale, capace di concepire la dimensione cosmica della realtà.

La presenza ad Atreju può essere vista come la naturale risposta ad un invito della Primo Ministro italiano, quindi motivazioni pratiche al di là delle simpatie politiche, o forse no.

Analizziamo i fatti: la sua preoccupazione principale, sottolineata presentandosi sul palco con il suo ultimo figlio, è la crisi demografica, in particolare in Italia. Al convegno si è allegramente, e con grandissimo realismo politico, sorvolato sul fatto che Musk avesse avuto uno dei suoi undici figli, l’ottavo, non so se era quello con lui sul palco, ricorrendo alla GPA (gestazione per altri), pratica duramente attaccata da FDI, ma tant’è. È stato il tema iniziale e ha lanciato un accorato invito ad invertire la tendenza negativa della natalità per non perdere la continuità con l’immenso patrimonio culturale ed umanistico vanto della nostra Nazione, ma non solo, che a suo avviso rischia di essere disperso. Ha poi anche realisticamente affermato che, si, l’Italia è un buon posto per investire, ma il basso tasso di natalità potrebbe creare dei problemi.

Altro tema affrontato, e anche qui con grandi manifestazioni di approvazione, è stato quello ambientale. Da provato ambientalista, ha però affermato che le mucche non sono pericolose per il clima, e che l’abbandono delle materie fossili, peraltro necessario, debba avvenire gradualmente e senza traumi, e questo per evitare di perdere la speranza per il futuro. Ha poi affermato che dobbiamo essere eccitati per quanto ci può portare il futuro, e ha esortato a mantenere una grande carica di entusiasmo. Ecco, entusiasmo è la sua nota peculiare, e non è cosa da poco.

A domanda sul cosiddetto “woke mind virus”, ossia il virus della mentalità “woke”, in poche parole del “politicamente corretto” portato all’estremo, altro suo bersaglio preferito, ha affermato che è fondamentalmente antiscientifico, antimeritocratico e antiumano in generale, e che se non verrà fermato, la civiltà non potrà evolvere e non diventerà mai “multiplanetaria”. A suo dire l’ideologia “woke” è deprimente, mette le persone le une contro le altre, ma mette anche a rischio addirittura l’evoluzione. Al contrario, lui parla di eccitazione verso il futuro, che deve essere invece divertente ed emozionante. Parla poi di espansione della nostra coscienza collettiva, per poter infine diventare una civiltà spaziale, per cercare di capire la natura dell’Universo e il significato della vita, ma sempre cercando di fare tutto in maniera divertente!! La sua guerra contro il politicamente corretto è stato il motivo per cui ha acquistato Twitter, che per lui era il regno del “woke”, un virus che, a sua detta, sembra che ti voglia sempre rimproverare, che è contro la civilizzazione e che volendo imporre il suo punto di vista finisce per instaurare una censura di fatto. Prima del suo arrivo Twitter era presidiato dall’FBI che aveva accesso anche a tutte le chat private. In pratica Elon Musk si ritaglia un ruolo di difensore dei deboli e degli oppressi contro i manipolatori della realtà e contro l’oppressiva pressione della propaganda: il suo scopo dichiarato è restituire al popolo parte della libertà che gli era stata sottratta dal Grande Fratello, una sorta di Angelo Vendicatore mandato dal Cielo. Ecco la sua dichiarazione: “A essere sinceri, quasi tutte le teorie complottiste che la gente aveva su Twitter si sono rivelate vere”, ovvero censura contro tutte le notizie contrarie al main stream, controllo dei twit da parte dell’FBI e dei servizi segreti, ma soprattutto apologia estrema della “wokeness”.

Interpellato poi sull’argomento immigrazione, si è detto favorevole all’immigrazione legale, quindi necessità di qualche regolazione nei flussi.

Si è poi soffermato molto sull’Intelligenza Artificiale (IA), definendola un’arma a doppio taglio, capace di migliorare la vita di tutti noi, ma con incognite che vanno analizzate e al bisogno gestite: ci ricorda infatti che all’IA manca la coscienza. Subito dopo afferma, con tutta calma, che l’idrogeno, in ultima analisi, arriva a parlare con sé stesso e che noi potremmo essere costituiti da atomi derivati dall’esplosione di una stella!! Auspica quindi la creazione di un regolatore, di un arbitro, per quanto riguarda l’IA, perché c’è il rischio che possa manipolare l’opinione pubblica.

Ricorre poi ad una buffa analogia tra i lacci che bloccavano il gigante Gulliver e le tante normative emanate a livello europeo, essendo lui, come si sa, poco amante delle regole. E ancora, tema sempre legato all’acquisto di Twitter, ribadisce l’importanza per la democrazia della libertà di parola, che in fin dei conti ha un senso solo se si consente alle persone che non ti piacciono di dire le cose che non ti piacciono: se si impedisce alle persone di dire quello che pensano, come sta succedendo con le attuali normative contro le fake news, stiamo con tutta evidenza parlando di censura.

Verso la fine dell’incontro, sua sponte, non dovendo cioè rispondere a domanda precisa, ricordando il famoso paradosso di Fermi, dice che gli viene chiesto molto spesso,” dove sono gli alieni”? E allora spiega, un po’ sibillinamente, che In questa parte della galassia siamo gli unici ad avere coscienza, che quindi è proprio una piccola candelina, e dobbiamo fare il possibile affinché questa candelina non si spenga. Per preservare quella coscienza, se dovesse capitare qualcosa al Pianeta, dovuta all’uomo o ad eventi naturali, dovremmo essere pronti a diventare una specie multistellare, e allo scopo il suo obbiettivo è quello di approntare una flotta di mille astronavi per colonizzare Marte.

Ma quello che mi ha veramente colpito è stata la sua esortazione finale, accompagnata da un grande sorriso:” GO HUMANS!!!”, ovvero “FORZA UMANI”, e si è avuta la netta impressione che provenisse da un essere di altri mondi catapultato qui per aiutarci a superare le enormi difficoltà in cui ci troviamo.

Ricordiamo in proposito le parole di Walter Isaacson, autore della sua biografia (e anche di quella di Steve Jobs):” Non ci stupiremmo troppo se si strappasse la camicia e scoprissimo, dall’assenza dell’ombelico, che non è nato su questo Pianeta. L’ho sentito parlare con la convinzione di un profeta della necessità di alimentare la fiamma della coscienza umana, decifrare l’Universo e salvare il Pianeta: mi sono convinto che il senso di una missione da compiere sia parte integrante delle sue motivazioni. Mentre altri imprenditori hanno maturato a poco a poco una visione del mondo, lui ha maturato una visione del cosmo”.

Riporto alcuni brani dal saggio di Fabio Chiusi “L’uomo che vuole risolvere il futuro”: che cosa rappresenta l’estrema frontiera del “soluzionismo tecnologico”: “Musk annuncia comunque un futuro di benessere e felicità infiniti, dove miseria, malattia, scarsità, perfino il lavoro non saranno altro che ricordi di un’epoca passata di barbarie e irrazionalità. L’ Intelligenza Artificiale potrebbe – meglio, quasi certamente potrà, dice Musk – superare l’umano e, per errore o diletto, annientarci ora e per sempre. O forse potrebbe essere la stupidità umana a mettere fine alla storia, questa volta per davvero, con qualche sua perversione ideologica, una qualche conseguenza del suo agire senza considerare le conseguenze di lunghissimo termine delle proprie azioni. Qualunque sia la causa, la diagnosi è certa: è ora che c’è bisogno di salvarci. Ora che i “rischi esistenziali” minacciano la fine della civiltà umana si impone la necessità di un cambiamento. Anche la religione del muskismo ha le sue apocalissi, dunque. Solo che non recano ad alcun giudizio universale: l’universo, direbbe Musk, con il suo idolo e guida Douglas Adams (l’autore della “Guida galattica per autostoppisti”), ha già da sempre giudicato; è già la risposta. Tutto ciò che possiamo fare è cercare le domande giuste, porle, e tentare di meglio avvicinarci alla sua comprensione – oppure estinguerci, sparire nel silenzio di un cosmo che potrebbe essere vuoto, senza di noi, privo della “luce della coscienza” che Musk vorrebbe, con la sua vita e le sue opere, estendere il più possibile, sulla Terra e nello spazio. Siamo noi, insomma, l’apocalisse. E solo a noi spetta il compito di evitarla”.

“Non importa quanto le sfide poste dalla realtà siano imbevute di storia, discriminazione, violenza. Importa la loro riduzione a risposta computabile, quantificabile, algoritmica. Quello che importa, insomma, è la loro riduzione scientifico-matematica, il loro essere sostanzialmente problemi di calcolo, di efficienza. Musk è elevato a rango di divinità perché incarna meglio di ogni altro questo mito soluzionista, che sta al fondamento dell’innovazione secondo Silicon Valley e insieme della nostra stessa idea di progresso. Perché gli ha dato un volto irriverente e affascinante. E perché, contrariamente alla maggioranza dei soluzionisti, qualche soluzione l’ha prodotta davvero”.

Speriamo che la sua noncuranza e spavalderia nell’opporsi a personaggi di grande potere mondiale come Klaus Schwab, patron del World Economic Forum, o George Soros, ma anche Gates, Zuckerberg, Bezos e compagnia cantante, personaggi equivoci, falsi filantropi e feroci difensori delle proprie ricchezze e del proprio potere, non provochi reazioni scomposte, come già cominciano a palesarsi sui media main stream: un esempio è l’accusa che gli è stata mossa di utilizzare sostanze varie, accusa che paradossalmente potrebbe rivelarsi un boomerang, visti i risultati.




SCENDE IN CAMPO ERNESTO GRAZIANI

Elezioni regionali Abruzzo 2024. Il sindaco di paglietta, candidato al consiglio regionale per luciano d’amico, con il partito democratico

Paglieta, 14 gennaio 2024. Lunedì 15 gennaio, alle ore 11, presso la sala Polivalente di Via Pertini a Paglieta, il Sindaco di Paglieta, avv. Ernesto Graziani, ufficializzerà la sua candidatura al Consiglio regionale con il Partito Democratico, in vista delle prossime Consultazioni regionali in Abruzzo del 10 marzo 2024.

Durante la conferenza stampa, Graziani presenterà le motivazioni della sua candidatura e il suo sostegno al Prof. Luciano D’Amico, candidato del centrosinistra alla carica di Presidente della Giunta regionale. Saranno presenti  il Prof. Luciano D’Amico, l’On. Michele Fina, Senatore e tesoriere nazionale del PD, e Daniele Marinelli, Segretario regionale PD in Abruzzo.

Graziani, noto per la sua dedizione al servizio pubblico e la sua abilità nel collaborare con la comunità, porta con sé una vasta esperienza da Sindaco di Paglieta.

Il cuore della sua campagna è “Per un Abruzzo Protagonista”, sottolineando l’importanza di conferire al territorio la possibilità di diventare protagonista, riducendo tempi e distanze. Graziani, cittadino abruzzese orgoglioso, intende affrontare le sfide regionali con attenzione alle esigenze della popolazione.




IL CENTENARIO DELLA MORTE DI KAFKA

Inaugurate a Termoli le celebrazioni. Una riflessione a più voci stimolata dal saggio di Pierfranco Bruni sul grande scrittore boemo

Termoli, 14 gennaio 2024. Inaugurate a Termoli le celebrazioni per il Centenario della scomparsa di Franz Kafka con la presentazione ufficiale del libro Kafka. La verità tragica di Pierfranco Bruni (Solfanelli) dedicato al grande scrittore boemo, presenti all’incontro l’autore e anche l’editore Marco Solfanelli. In un salone gremito e con un pubblico di spessore culturale si è sviluppato un importante colloquio proprio su Kafka, partendo dal concetto di processo. Ovvero su Il processo all’intenzione o l’intenzione di processo, la tematica al centro del convegno.

Hanno dato il loro contributo, patrocinando l’iniziativa, l’Ordine degli avvocati, la Camera degli avvocati penalisti, l’Ordine dei Giornalisti, l’Istituto Terra dei Padri, il Sindacato Libero Scrittori, il Centro studi e ricerche Francesco Grisi, la UIL Polizia. Nel suggestivo scenario del salone di Cala Sveva di Termoli le problematiche emerse sono state un intreccio tra letteratura e giustizia nell’età contemporanea. Ha coordinato i lavori Roberto d’Aloisi, presidente della Camera Penale di Larino che ha chiosato, con molta acutezza, gli interventi.

Dopo i saluti del Consiglio direttivo di Larino Camera Penale, dell’Ordine degli Avvocati, dell’Ordine dei Giornalisti e del Presidente di Terra dei Padri, Franca De Santis, che ha esposto gli obiettivi organizzativi, la prolusione su “Kafka dal ‘processo’ ad Albert Camus” è stata svolta da Pierfranco Bruni, autore del saggio su Kafka e Presidente del Comitato Capitale del Libro del Ministero della Cultura.

Pierfranco Bruni ha sottolineato l’importanza di rileggere Kafka soprattutto in un tempo in cui la dialettica su cultura e giustizia è ritornata ad essere centrale. Ponendo l’accento sulla letteratura come elemento filosofico, Bruni ha tracciato un profilo delle opere dello scrittore praghese. Sono intervenuti Vincenzo Cimino, presidente dell’ordine dei giornalisti del Molise, Antonella Colonna Vilasi, Rettore Centro Studi Intelligence, Giovanni Alfano, segretario generale provinciale UIL Polizia di Campobasso, Michele Urbano, presidente dell’Ordine degli avvocati.

Una serata ricca di spunti, stimolazioni, riflessione voluta fortemente dalla vera madrina della manifestazione Franca De Santis, che ha concluso la serata con i ringraziamenti al pubblico numerosi e al tavolo dei relatori, sostenendo la necessità di meditare su tutta l’opera di Kafka.

A cento anni dalla scomparsa, Kafka rappresenta un riferimento tra Otto e Novecento, ha ribadito Pierfranco Bruni, e occorre farlo conoscere nelle scuole e tra le nuove generazioni. Nel corso della manifestazione Franca De Santis, ricoprendo il ruolo di presidente della Commissione Tradizione per l’Ente Nazionale Attività Culturali, ha consegnato al professor Pierfranco Bruni il prestigioso Premio Mameli conferitogli con delibera il 03 dicembre 2023 a Roma per l’impegno e il coraggio nella vera interpretazione della tradizione.