LA SEDE BARICENTRICA DI DIRIGENZA

Le sorprese del dimensionamento scolastico in Abruzzo sembrano infinite

Pescara, 14 gennaio 2024. La Giunta Regionale adotta un nuovo principio ovvero la collocazione della sede di dirigenza nel comune baricentrico dell’istituzione scolastica. Nella Delibera DGR n. 16 del 10/01/2024 si legge: “Considerato che da un’attenta verifica è risultato che l’istituto comprensivo di Monteodorisio ha un numero di studenti di gran lunga superiore rispetto a quelli dell’Istituto Agrario di Scerni e che inoltre il Comune di Monteodorisio risulta avere una posizione baricentrica rispetto ai plessi derivanti dal nuovo accorpamento”.

Alquanto distratti precedentemente nel non accorgersi della differenza tra l’Istituto Comprensivo di Monteodorisio (530 alunni) e l’ITA di Scerni (182 alunni), per cui è stata necessaria “un’attenta verifica”. Forse è da attendersi un’ulteriore sorpresa dalla verifica che Cupello è il comune con maggiore popolazione e alunni (Cupello 333, Monteodorisio 197, Scerni 182). La CISL Scuola Abruzzo Molise ha sempre indicato la necessità di dare una piena autonomia scolastica all’ITA di Scerni, soprattutto in considerazione dell’elevatissima complessità e dell’unicità di indirizzo provinciale, sostenendola con l’immediata e piena revisione del trasporto scolastico e l’apertura del convitto femminile.

Inoltre, ha sempre invitato i politici coinvolti direttamente e/o indirettamente nel dimensionamento scolastico ad ascoltare innanzitutto i tanti dirigenti scolastici che in questi anni sono stati all’Istituto Omnicomprensivo di Scerni Casalbordino per comprendere la necessità di avere una dirigenza ed una direzione amministrativa in una scuola che si compone di un’azienda agraria, di un “albergo” (il convitto), un “ristorante” (la mensa del convitto), “un attività commerciale” (la vendita del vino), “una lavanderia” ( il guardaroba del convitto), oltre alla normale complessità di un istituto tecnico con la gestione dei vari laboratori.




INAUGURATA LA SEDE ELETTORALE

Franco Vanni candidato alle Elezioni regionali 2024

Ortona, 14 gennaio 2024. “Un punto di ascolto, aperto a tutti i cittadini della provincia di Chieti e in particolare agli ortonesi; un luogo di confronto e di proposta: l’apertura di una sede elettorale non è per me un atto puramente formale, ma la scelta coerente di chi vuole proporsi concretamente al servizio del territorio” così Franco Vanni, candidato al Consiglio regionale d’Abruzzo nella lista di Fratelli d’Italia.

La sede, in corso Matteotti 30 ad Ortona  è stata inaugurata oggi pomeriggio con la partecipazione del Presidente della Regione Marco Marsilio e del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, senatore Etel Sigismondi, dei vicecoordinatori, senatore  Guido Quintino Liris e onorevole Guerino Testa. Medico prestato alla politica, Vanni, responsabile provinciale per la sanità di Fratelli d’Italia, ha lavorato perché l’Ospedale Civile  “Gaetano Bernabeo” fosse riconosciuto, così come poi è stato, ospedale di base; ha difeso senza mai fare un passo indietro la necessità di mantenere presidi efficaci sul territorio.

È stato lui a portare e sostenere il reparto di oncologia nell’ospedale di Ortona, attivando anche campagne di volontariato per la donazione di importanti attrezzature. Ed è questo stesso impegno che vuole portare in Consiglio regionale: “Devo ringraziare – ha detto – il presidente Marco Marsilio per l’impegno profuso in favore del territorio ortonese in particolare e più in generale per tutta la provincia. Lo scorso anno la vetrina offerta dalla partenza e dal passaggio del Giro d’Italia è stata una vera e propria boccata d’ossigeno per il turismo ortonese,  così come fondamentale è stata l’attenzione per la nostra costa e per il porto”.

All’inaugurazione della sede erano presenti anche i rappresentanti delle forze civiche che, con Fratelli d’Italia, compongono l’opposizione nel  consiglio comunale sotto il logo di “Uniti per Ortona”. All’incontro ha partecipato anche Forza Italia, tornata ad essere gruppo in consiglio comunale: un messaggio politico importante che potrebbe essere un segnale di svolta per il futuro dell’amministrazione cittadina.




LUCIANO D’AMICO CON ELLY SCHLEIN IN MARSICA

Un’idea di Abruzzo per tornare a crescere. Rete ospedaliera approvata dalla destra di carta e senza visione strategica. Ritireremo adesione dell’Abruzzo all’autonomia differenziata

Avezzano, 14 gennaio 2024.  “Il piano della nuova rete ospedaliera appena approvato dalla Regione Abruzzo oltre a essere di carta, nel senso che non è attuabile, manca di visione strategica, non fa scelte di specializzazioni e di vocazioni”: lo ha detto Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo, nel corso del tour nella Marsica con la segretaria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein. La sanità è stata al centro, con i sopralluoghi agli ospedali di Tagliacozzo e Avezzano, seguita da un incontro con le forze sindacali e datoriali, dalla visita al centro antiviolenza di via Orazio Mattei, da un evento al Castello Orsini. In mattinata Schlein era stata ad Aielli, Celano e Sante Marie.

D’Amico, che ha detto che, come primo atto da Presidente, ritirerà “l’adesione dell’Abruzzo al progetto dell’autonomia differenziata” ed è tornato a sostenere la proposta del trasporto pubblico gratuito, ha sottolineato: “Faremo un piano ospedaliero e lo raccorderemo con la medicina del territorio. Vanno insieme affrontate le urgenze, le liste d’attesa, i pronto soccorso, la mobilità passiva. Dell’Abruzzo, in sanità come negli altri ambiti, bisogna tenere conto delle peculiarità, del suo territorio montuoso dove gli spostamenti sono più difficoltosi. È grave che, come dice l’Istat, il 7,6 per cento degli abruzzesi abbia smesso di curarsi”.

Elly Schlein ha definito quella di D’Amico una “candidatura credibile, trasversale, che parla alle persone e che ha già dimostrato di sapere lavorare per comunità, sostenuto da una coalizione che si è riunita attorno a proposte concrete per costruire un’idea di futuro”. Sulla sanità ha detto che quella abruzzese “sta soffrendo a causa della cattiva gestione di Marsilio e del governo ha che tagliato risorse, la risposta non può essere che il personale deve lavorare di più. Vanno sbloccate le assunzioni”.

La segretaria nazionale del Pd ha poi definito il taglio della Riserva del Borsacchio “un atto spregiudicato, la petizione promossa per tornare indietro è una battaglia giusta. Bisogna tutelare quel territorio e preservarlo dalla speculazione edilizia”.

Per D’Amico “serve un’idea di Abruzzo, dobbiamo riprogettare la Regione che deve tornare a crescere. Il problema principale è il lavoro, sia dal punto di vista di posti disponibili che di quello povero che si sta diffondendo. È necessario creare un ambiente favorevole, infrastrutture materiali e immateriali. Alcune vanno poste con attenzione sul tavolo del governo nazionale, stabilendo le priorità che possono rendere competitive le imprese che lavorano sul territorio. Ora ci ritroviamo all’anno zero”. Poi “serve trasferimento tecnologico dalle università, e la formazione è strategica per affiancare le imprese per fare innovazione, in cinque anni abbiamo visto solo un bando. Le partecipate regionali devono traghettare l’Abruzzo nel futuro, Tua deve passare all’idrogeno e produrselo, l’aeroporto deve individuare i flussi turistici, e fare gli accordi di fine raggio per raggiungere tutte le destinazioni del mondo attraverso gli hub continentali. Vogliamo con forza pianificare lo sviluppo del territorio, sarà decisivo spendere bene le risorse comunitarie, che in futuro non saranno la stessa mole di adesso”.




RISOTTO CON CREMA DI CAROTE E GORGONZOLA                                                           

di Luciano Pellegrini

Chieti, 14 gennaio 2024. È una pietanza vegetariana che è apprezzata da tutti. È semplice da preparare, gustosa, cremosa per il formaggio gorgonzola, ed ha un bel colore arancione, per le carote. La carota è un ortaggio, una radice, dalle numerose proprietà benefiche per l’organismo. È ricca di sali minerali, (ferro, calcio, magnesio, zinco, potassio, rame), ha un discreto quantitativo di fibre e il betacarotene, che viene trasformato in vitamina A. La dolcezza delle carote, viene contrastato dal gusto del formaggio utilizzato per la mantecatura … IL GORGONZOLA DOLCE. Questo formaggio non contiene né glutine né lattosio ed è provvisto di vitamine B2, B6, B12, importantissime per il sistema nervoso e quello immunitario. Inoltre, rende cremoso il risotto. La sua particolarità è quella di presentare venature di muffe commestibili, che danno un gusto deciso e un odore pungente.

INGREDIENTI PER 2 persone

Riso Carnaroli 160 g

Brodo vegetale 1 L

Carote 300 g

Gorgonzola Dolce 70 g

Burro 20 g

Olio extravergine di oliva 1 cucchiaio – 10 g

Pepe nero q.b.

Sale fino q.b.

Parmigiano grattugiato 20 gr (chi lo gradisce)

PREPARAZIONE

Preparare il brodo vegetale con i classici ingredienti: CAROTA, CIPOLLA, SEDANO, PATATA. Le carote serviranno per la crema, ma saranno più gustose perché cotte nel brodo. Quando il brodo sarà pronto, tenerlo in caldo

e trasferire le carote lesse in un frullatore, per ridurle in una purea omogenea, da aggiungere poi in cottura. Lasciare una carota intera, per decorare il piatto. Iniziare a cuocere il riso, (circa 20 minuti secondo il fornitore scelto),

in un tegame antiaderente, con 10 grammi di olio extravergine di oliva. Farlo tostare – (accorgimento indispensabile. In questo modo i chicchi favoriscono la cottura, sono cremosi e al dente) –  sino a renderlo semitrasparente, girandolo spesso con una paletta di legno, per non farlo attaccare. Aggiungere un mestolo di brodo vegetale caldo e, appena il riso comincia ad asciugarsi, mettere altro brodo caldo. La cottura del riso dovrà avvenire a fuoco medio, in modo che rilascia l’amido. A metà cottura, unire la crema di carote, lasciandone un paio di cucchiai. Cinque minuti dal termine della cottura del riso, sciogliere in un pentolino antiaderente, il gorgonzola e il burro. Quando il riso risulta al dente, ma deve essere morbido, spegnere il fuoco e versarci il burro e il gorgonzola sciolti. Aggiungere anche il pepe e la rimanente crema di carote, coprire con un coperchio e farlo mantecare, due minuti. Trascorso questo tempo, mescolare bene per amalgamare gli ingredienti e per rendere il riso cremoso. Versarlo nei piatti, con una piccola decorazione, con la carota lessa rimasta, tagliata a piccole rondelle. (chi lo gradisce, aggiunge il parmigiano grattugiato). Ora, si può mangiare! Generalmente, al cibo a gusto dolce, si abbina un vino bianco sapido. Ho scelto il vino PECORINO d’Abruzzo, che non contrasta il piatto, ma lo valorizza senza essere aggressivo. Ogni regione può scegliere il suo vino bianco che può accompagnare questo risotto.




A DIFESA DEL TRATTO SUD DELLA SPIAGGIA DI FOSSACESIA MARINA

Erosione: il sindaco di Giuseppantonio chiede interventi della regione

Fossacesia, 13 gennaio 2024

“Chiederò alla Regione Abruzzo di promuovere interventi per la difesa dei cinque chilometri della spiaggia di Fossacesia. Sono anni che il fenomeno dell’erosione, in particolare nella zona sud, ha fatto svanire oltre il 50% dell’arenile, limitando di fatto lo sviluppo turistico”.

È quanto è tornato a ribadire il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ai rappresentanti delle associazioni di categoria e agli operatori delle attività pluriennali e stagionali, nel corso dell’incontro svoltosi il 9 gennaio scorso, presso il teatro Nino Saraceni, di Fossacesia, per illustrare il nuovo Piano Spiaggia, recentemente adottato dal Consiglio Comunale.

“Nell’area sud, proprio a causa della notevole riduzione delle spiagge libere ed in concessione, ci saranno pochi spazi per i numerosi bagnanti  che scelgono Fossacesia – ha sottolineato il sindaco Di Giuseppantonio – e per una località che negli ultimi anni sta facendo registrare una considerevole crescita per presenze tutto ciò rappresenta un grave danno perché il turismo è una delle voci più importanti della nostra economia. Per questi motivi, insisterò con la Regione perché vengano adottate tutte le misure necessarie per arginare il fenomeno erosivo nel tratto sud in particolare  e il rafforzamento delle protezioni nella parte nord”. Tra l’altro, uno studio dell’Enea riporta il problema di Fossacesia tra le spiagge italiane da preservare con interventi tempestivi.




CORSO PER DIRETTORI SPORTIVI

Gigi Buffon inaugura

Teramo, 13 gennaio 2024 − Il capo delegazione della Nazionale di calcio Gianluigi Buffon e il vicepresidente della Figc Daniele Ortolano saranno gli ospiti dell’inaugurazione del secondo anno del Corso di formazione dell’Università di Teramo in Politiche e strategie delle società calcistiche, che lunedì 15 gennaio alle ore 11 comincerà il suo ciclo di lezioni. L’evento, riservato on line ai corsisti, sarà fruibile anche e solo dal pubblico in presenza nella Sala delle lauree del Polo didattico G. D’Annunzio dell’Università di Teramo.

Dopo i saluti istituzionali del rettore Dino Mastrocola, del direttore del Dipartimento di Scienze politiche Francesca Fausta Gallo e di Romano Orrù e Adolfo Braga, rispettivamente presidente e direttore generale della Fondazione Università di Teramo, il dibattito sarà condotto da Luigi Mastrangelo, delegato del Rettore allo sport.

Il coordinatore didattico Giuseppe Tambone illustrerà il piano del Corso di formazione, riconosciuto e accreditato come percorso formativo per l’abilitazione dei Direttori Sportivi (elenco speciale federale).

L’intervento di Buffon sarà particolarmente significativo, perché il Campione del Mondo del 2006 ha sostenuto proprio nell’ultima sessione di dicembre la sua prova abilitante presso il Settore tecnico Figc a Coverciano.

Nella prima edizione – spiega Luigi Mastrangelo – i corsisti dell’Ateneo teramano hanno tutti conseguito il titolo di Direttore sportivo e si sono distinti per l’elevata media registrata nelle valutazioni finali. L’Università di Teramo conferma ancora una volta la sua consolidata tradizione a livello nazionale nella formazione dei dirigenti sportivi, come testimonia anche la ricchezza del piano didattico che, oltre alle discipline curriculari previste dal protocollo di accreditamento federale, propone un ampio ventaglio di percorsi di approfondimento in tutte le aree gestionali di una società calcistica (tecnico-sportiva, organizzativo-gestionale, giuridica, economica, marketing e comunicazione, psico-sociale e laboratori).

FOTO: www.tendenzediviaggio.it




LA TOMBESI FA SUO IL BIG MATCH

Partita vibrante, nervosa, ma anche spettacolare e ricca di gol e giocate. La spunta la Tombesi, 6-5, a quindici secondi dalla fine. Massimo Morena: «Ogni partita questa squadra si supera, facendo un’impresa dopo l’altra. Il campionato è lungo, ma per una settimana godiamoci il primo posto solitario».  

Ortona, 13 gennaio 2024. Le ha mantenute tutte le promesse della vigilia: il big match del PalaCaldari tra Tombesi e Sporting Hornets, che si presentavano al fischio d’inizio a pari punti e in testa alla classifica, doveva essere una gara emozionante e divertente, equilibrata e nervosa, ed è riuscita ad essere tutto questo, oltre tutto di fronte a un pubblico numeroso e caloroso come mai prima d’ora a Caldari.

Partita piena di rovesciamenti di fronte e di risultato: ospiti avanti dopo 33 secondi con Mejuto, ma Tombesi pronta a rispondere e ripetutamente in gol con Masi (2.04), Scarinci (4.21), ancora Masi (9.00) e Iervolino (18.07). I problemi di falli hanno pesantemente limitato i padroni di casa nel primo tempo, come dimostrano i due tiri liberi concessi agli Hornets ma entrambi respinti da un Mambella sontuoso. A un secondo dal riposo, su una disattenzione ortonese su calcio d’angolo, Mejuto ha trovato il gol del 2-4, capace di ribaltare l’inerzia della partita.

Nel secondo tempo, gli Hornets hanno fatto vedere tutta la loro forza e la profondità del loro roster, mentre la Tombesi doveva fare a meno di Scarinci, espulso per doppia ammonizione. Terzo gol di Lancellotti, quarto di Mejuto, gol del sorpasso di Pochesci al minuto 9.04. I padroni di casa, però, non si sono dati per vinti e hanno continuato a giocare, fino al gol del 5-5 di Iervolino (13.19). Nel finale, con il ritmo calato per la stanchezza e tanto nervosismo sia dentro che fuori dal campo, l’espulsione per doppia ammonizione di Lancellotti ha permesso alla Tombesi di chiudere la partita in superiorità numerica: a 15 secondi dalla fine, ancora Iervolino (tripletta per lui) ha siglato il gol del definitivo 6-5. Con la nona vittoria consecutiva la Tombesi conquista, a quota 28 punti, la vetta solitaria del girone C del campionato di A2.

«Sono molto felice, abbiamo fatto una grande prestazione e meritato la vittoria – questo il commento finale di mister Massimo Morena –. In nessun momento, neanche dopo l’espulsione di Scarinci o sul 5-4 per loro, ho mai avuto la sensazione che l’avremmo persa. Abbiamo commesso alcuni errori gratuiti sui loro gol, in particolare sul secondo a fine primo tempo, che abbiamo pagato tanto nella ripresa.

Giocavamo contro una squadra fortissima, e ha confermato di esserlo, con rotazioni estremamente più ampie delle nostre, ma anche oggi questi ragazzi hanno fatto un’impresa, dando il massimo. Il campionato è ancora lungo, prossima settimana ci aspetta una gara difficile contro l’Italpol, l’unica squadra che finora ci ha battuti quest’anno, e la affronteremo senza gli squalificati Iervolino e Scarinci: ma per sette giorni godiamoci questo primato solitario, un risultato inatteso a inizio campionato e che ci stiamo meritando sabato dopo sabato. Sono sicuro non dei risultati futuri, quello è impossibile, ma assolutamente sì dello spirito e dell’impegno di questa Tombesi, una squadra che davvero non muore mai».




DELIBERA BIPARTISAN: ELIMINARE TAGLIO

L’assise civica chiede alla Regione di eliminare il taglio della riserva del Borsacchio nel corso del prossimo Consiglio regionale

Roseto degli Abruzzi, 13 gennaio 2024. Una delibera congiunta, approvata da tutta la maggioranza e da una parte dell’opposizione (Ciancaione, Di Girolamo e Ginoble), per chiedere alla Regione Abruzzo, già nel corso del prossimo Consiglio Regionale, di abrogare in ogni caso l’emendamento che ha tagliato del 98% la Riserva del Borsacchio e per chiedere alla Presidenza del Consiglio dei ministri di impugnare l’atto di fronte alla Corte Costituzionale.

È questo l’importante risultato raggiunto al termine del Consiglio Comunale straordinario e aperto di Roseto degli Abruzzi che, ieri sera, ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini, di tante associazioni e di diversi rappresentanti delle Istituzioni. Una vera e propria festa della democrazia.

Ad intervenire, tra gli ospiti invitati dalla Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti: gli Onorevoli Giulio Sottanelli, Luciano D’Alfonso (da remoto) e Daniela Torto; i Consiglieri Regionali Barbara Stella, Sandro Mariani, Dino Pepe e Mauro Febbo, e il Consigliere Provinciale Flavio Bartolini in rappresentanza del Presidente Camillo D’Angelo.

Il Consiglio è stato preceduto da una manifestazione pacifica in piazza della Repubblica durante la quale le associazioni che si battono contro il taglio della Riserva hanno consegnato al Sindaco Mario Nugnes le 11mila firme raccolte negli ultimi giorni.

Al termine di una lunga e intensa discussione, che ha vissuto anche degli interventi dei rappresentanti delle associazioni che si battono contro il taglio della Riserva, la maggioranza e parte dell’opposizione hanno trovato un accordo durante una Conferenza dei Capigruppo per uscire con una voce univoca sulla vicenda. Lo hanno fatto integrando la proposta di Delibera N.1 (presentata dalla maggioranza) con alcune richieste arrivate da tre consiglieri di minoranza e contenute nella proposta di Delibera N.2 da loro presentata.

Il documento, come d’altronde buona parte degli interventi in Aula, condanna il metodo adottato dalla Regione rimarcando la mancata condivisione di una scelta altamente impattante per tutto il territorio e traccia tutti i profili di illegittimità che l’approvazione dell’oramai famigerato emendamento contiene.

Inoltre, alla luce della discussione in Aula e delle segnalazioni arrivate dai Consiglieri Regionali, con la Delibera bipartisan l’Assise Civica chiede alla Regione Abruzzo di inserire, già nel corso del prossimo Consiglio Regionale convocato per il 30 gennaio, la modifica della Legge Finanziaria e, nello specifico, l’abrogazione dell’emendamento che ha portato alla riperimetrazione in base alla quale la Riserva naturale guidata Borsacchio è stata ridotta da 1.140 ettari a 24,7 ettari. Riportando, quindi, la situazione allo stato precedente.

Infine, si chiede di dare seguito e completare, tempestivamente e senza indugio, l’esame delle osservazioni al Piano di assetto naturalistico adottato nel maggio del 2021.

Oltre alle azioni politiche, poi, si chiede ufficialmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri di impugnare la norma approvata notte tempo dal Consiglio regionale abruzzese dinanzi alla Corte costituzionale, perché palesemente illegittima in quanto adottata in disprezzo del procedimento dettato dalla Legge sulle Riserve naturali.

“Voglio ringraziare tutto il Consiglio Comunale di Roseto degli Abruzzi che ha dimostrato, ancora una volta, una grande capacità e di maturità e responsabilità – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Oggi sono ancora più fiero di essere Sindaco della nostra città che in questa occasione raggiunge un importante obiettivo grazie alle diverse sensibilità che la compongono, che siano esse politiche, associative o spontanee. Abbiamo dimostrato, come avvenuto già nel 2021 con l’Adozione del Pan, che di fronte alle battaglie giuste non si deve guardare il colore politico ma si devono valutare unicamente gli atti senza farsi condizionare dalle ideologie. Se c’è qualcuno che ha sempre creduto nel Pan, che non ha perso tempo, e che ha fatto di tutto per arrivare alla sua approvazione quella è di certo la nostra Amministrazione. A dimostrarlo sono gli ultimi 24 mesi di lavoro che, poche ore prima dell’emendamento notturno votato in Consiglio Regionale, si era proficuamente concluso con l’analisi delle ultime osservazioni – aggiunge il Sindaco – È questo lo strumento adatto per coniugare le esigenze ambientali con quelle di chi produce e vive nella Riserva, capace di far esprimere tutte le potenzialità, economiche e turistiche dell’area, non di certo un taglio frettoloso non suffragato da alcun dato tecnico o scientifico. Ringrazio, ovviamente, tutti i rappresentanti istituzionali intervenuti, le associazioni e i tanti cittadini che hanno partecipato all’Assise Civica che hanno dimostrato interesse a vicinanza al territorio di Roseto degli Abruzzi e la voglia di confrontarsi sui temi senza preconcetti”.




RISCHIO DI STOP AL GASOLIO agricolo agevolato in Italia

Allarme che segue l’esempio tedesco, preoccupazione di Cia

Pescara, 13 Gennaio 2024. In seguito all’implementazione della decisione tedesca di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo, Cia Chieti-Pescara esprime profonda preoccupazione riguardo al rischio di adottare una misura simile in Italia.

Il gasolio agricolo agevolato, nonostante la sua importanza cruciale per il settore agricolo italiano, ha subito negli ultimi tempi incrementi vertiginosi che hanno inciso pesantemente sul bilancio delle aziende agricole. Questo sostegno è stato fondamentale per garantire un costo del carburante più accessibile agli agricoltori, ma la recente escalation dei prezzi mette a rischio la sostenibilità economica delle imprese agricole.

“La decisione della Germania di interrompere gli incentivi fiscali sul gasolio agricolo ha sollevato una seria preoccupazione nel nostro settore. Tale misura minaccia la stabilità economica delle aziende agricole, già sotto pressione per vari fattori, tra cui le sfide climatiche e la crescente competitività a livello globale”, commenta il Presidente Cia provinciale, Domenico Bomba.

Per ora l’Italia non sembra essere coinvolta dal provvedimento ma, stando alla normativa vigente, le agevolazioni per il gasolio agricolo potrebbero presto scomparire. Infatti, come previsto dall’Art. 68 della Legge 221/2015, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) redige una lista dei sussidi caratterizzati da un impatto dannoso (Sad) o favorevole sull’ambiente, tra i quali compaiono i contributi legati al gasolio agricolo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede, nel capitolo REPowerEU, una revisione dei sussidi ambientalmente dannosi a partire dal 2026: quindi anche in Italia sarà probabile un ridimensionamento del gasolio agricolo agevolato, con il pretesto di contrastare i cambiamenti climatici e promuovere l’economia verde.

Bomba continua sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo tra il governo italiano e i rappresentanti del settore agricolo, “È fondamentale che il governo ascolti le preoccupazioni del settore. Il gasolio agricolo agevolato è un elemento chiave per la nostra competitività e un provvedimento del genere rischierebbe di produrre solo abbandono dell’agricoltura e nessun beneficio. Rendere sostenibile l’agricoltura significa incentivarla con sgravi fiscali che interessano gli agricoltori e non eliminarli”.




UN ASSURDO E SGRADITO REGALO

La seconda rata di un consumo di acqua riferito a vecchissime bollette

Pescara, 13 gennaio 2024. Protagonisti della incredibile e contorta vicenda sono due enti pubblici: l’ATER di Pescara (gestore di 4329 alloggi popolari tra Pescara e provincia) e l’ACA (gestore della rete idrica pescarese e di altri 63 comuni).

I due soggetti diciotto anni fa stabilivano di trasformare alla radice le regole di gestione del servizio idrico: il 19 giugno 2006 l’ATER, tramite raccomandata comunicava all’ACA la decisione di recedere dai contratti in essere per la somministrazione di acqua negli immobili di proprietà e contestualmente invitava la stessa ACA a sottoscrivere i nuovi contratti, per la somministrazione di acqua, direttamente con i singoli inquilini degli alloggi.

L’ACA aderendo alla richiesta dell’ATER, quindi procedeva dal 2006 alla sottoscrizione dei nuovi contratti di fornitura direttamente con i singoli inquilini, con l’installazione di contatori parziali riferiti ai singoli alloggi, dismettendo i vecchi contratti intestati all’ATER e aventi a oggetto il contatore generale dei fabbricati.

Il 19 giugno 2006 è dunque una data importantissima, perché segna il passaggio da un modello gestionale basato sull’esistenza di un contatore unico generale (detto “padre”), presente in ogni edificio e dalla cui lettura scaturivano i consumi da ripartire per ciascun alloggio secondo un’approssimativa formula matematica; a un modello di gestione basato sulla reale e trasparente rilevazione dei consumi attraverso il contatore installato in ciascun alloggio, allo scopo di responsabilizzare gli inquilini e favorire la riduzione di sprechi e perdite, quindi migliorare nell’insieme la qualità del servizio erogato.

Il progetto due enti, di rivoluzionare il processo di rilevazione dei consumi per renderlo finalmente equo e giusto verso gli inquilini, è però naufragato nell’attimo in cui l’ACA, nonostante la dismissione dei vecchi contratti intestati all’ATER e l’attivazione dei nuovi contratti con i singoli inquilini, ha continuato a inviare bollette per l’addebito dei consumi idrici all’ATER, per il periodo di consumo dall’1.1.2007 al 31.12.2018.

È in questo modo emerso un evidente e mostruoso paradosso: il vecchio modello di gestione, dapprima fondato sulla rilevazione dei consumi attraverso il contatore generale e poi superato nel 2006, è infatti incomprensibilmente riapparso sulla scena, sovrapponendosi al nuovo modello di gestione basato unicamente sulla rilevazione dei consumi per mezzo di singoli contatori.

La citata sovrapposizione ha causato devastanti ricadute economiche per le famiglie assegnatarie, poiché dopo aver sempre regolarmente pagato i consumi dall’1.1.2007 al 31.12.2018 tramite i bollettini ricevuti dall’ACA, adesso si vedono costrette dall’ATER a pagare, per lo stesso periodo, importi per migliaia di euro di consumi relativi a bollettini/fatture che non hanno mai visto e ricevuto e che contengono, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ater, “consumi incerti, non identificabili, errati nei conteggi, in svariate ipotesi già corrisposti, imputati erroneamente all’ATER e non ai condomini legittimamente costituiti”, per complessivi 590.000 euro.

Una quota consistente di questa spropositata somma è peraltro da imputare alle conseguenze degli innumerevoli e impuniti allacci abusivi, un fenomeno questo che scaturisce dall’annosa e irrisolta emergenza abitativa causata da una serie di fattori, quali occupazioni abusive, redditi insufficienti, povertà, esclusione sociale, ecc.

Gli inquilini nei giorni scorsi sono stati sollecitati dall’ATER a pagare la seconda di quattro rate annuali pur non essendo in possesso delle fatture emesse dall’ACA e pur non potendo verificare se i consumi fatturati siano reali o presunti; se l’ACA abbia rispettato o no la regolarità di fatturazione annuale o se abbia emesso fatture di conguaglio riferite a più anni, tali da incorrere nella prescrizione, secondo le norme vigenti.

Le scriventi organizzazioni sindacali rappresentate da Giuseppe OLEANDRO, segretario interregionale Abruzzo Molise del SUNIA-CGIL; Alberto CORRARO, segretario interregionale Abruzzo-Molise del SICET-CISL; Antonio MAZZA, presidente dell’UNIAT-UIL Abruzzo e Walter RAPATTONI, coordinatore dell’UNIONE INQUILINI Abruzzo, oggi denunciano l’avvenuto, disastroso fallimento dell’operazione avviata dall’ATER e dall’ACA nel 2006 al fine di rivoluzionare, senza riuscirvi, il modello di gestione del servizio idrico per renderlo trasparente, equo e efficiente.

Contestano la delibera n. 35 del 21 agosto 2021 per mezzo della quale l’ATER, con comportamento ingiusto e vessatorio, ha stabilito di addebitare alle famiglie assegnatarie il pagamento di consumi di acqua per 590.000 euro, relativi al periodo di doppia fatturazione 1.1.2007-31.12.2018.

Chiedono il ritiro immediato della delibera e la sospensione delle rate di pagamento, per non sovraccaricare i bilanci delle famiglie già colpiti e indeboliti da forti aumenti dei prezzi di beni e servizi.

Chiedono alla Regione Abruzzo, ente di vigilanza dei due enti coinvolti, di convocare urgentemente le rappresentanze sindacali degli inquilini, per discutere della problematica e dei rimedi da trovare per riportare serenità tra le famiglie assegnatarie.

Giuseppe OLEANDRO SUNIA-CGIL                           

Alberto CORRARO SICET-CISL                        

Antonio MAZZA UNIAT-UIL                    

Walter RAPATTONI UNIONE INQUILINI




CRONACHE DA DINTERBILD

Appuntamento con il gruppo di lettura alla Macondo

Pescara, 13 gennaio 2024. La Scuola Macondo di Pescara, per il quarto appuntamento con il Gruppo di Lettura previsto per martedì 16 Gennaio alle ore 19 ha scelto l’ultimo romanzo del suo fondatore ossia “Cronache da Dinterbild” (Neo edizioni) dello scrittore Peppe Millanta che gioca in casa e sarà presentato dall’editore Francesco Coscioni: qui ci si può immergere nello straordinario mondo offerto dallo spin-off del luminoso romanzo “Vinpeel degli orizzonti”, tradotto in Francia, Argentina, Cile e Romania, uno “sprequel” (che è un sequel, ma anche un prequel) con le ironiche, surreali, mirabolanti storie dei personaggi che hanno popolato il mondo di Vinpeel, prima che ci scivolassero dentro.

Nel villaggio di Dinterbild non c’è più nessuno. Sono rimasti soltanto Ned e il signor Biton. Aspettano che il mare porti le conchiglie giuste. Sono le conchiglie che dentro hanno le storie di tutti gli amici che hanno deciso di partire verso l’Altrove. Ned ha un piano, folle, l’unico possibile: vuole usarle per costruire qualcosa. In una cornice narrativa fatta di dialoghi, maree, attese e speranze, le pagine si popolano dei racconti custoditi dal mare. Sono teneri, divertenti, dolorosi, parlano di occasioni perdute, di attimi di felicità scivolati tra le dita, di coincidenze misteriose che segnano i destini. E mentre le storie spuntano dalle pagine, gli unici due abitanti lavorano al loro progetto, capiscono di non essere soli, e che Dinterbild è un crocicchio di esistenze. Non gli resta che scoprire come e se riusciranno a lasciare il misterioso villaggio.

La scrittura di Peppe Millanta diverte e incanta, gioca col lettore anche con quanto lasciato in sospeso nel romanzo precedente Vinpeel degli orizzonti, appunto.

Peppe Millanta, diplomato in drammaturgia e sceneggiatura all’Accademia Nazionale Silvio d’Amico, dopo alcuni anni come musicista di strada esordisce con il romanzo Vinpeel degli Orizzonti (Neo Edizioni, 2018) con cui si aggiudica numerosi riconoscimenti tra cui il Premio John Fante Opera Prima, il Premio Città di Cuneo e il Premio Alda Merini, oltre a essere stato candidato al Premio Strega Ragazze e Ragazzi e selezionato per il Campiello Opera Prima.

Come sceneggiatore ha firmato per Rai1 la prima stagione della serie Blackout – Vite sospese” (Eliseo Entertainment, 2023) e collabora con la Rai Abruzzo per le rubriche “Quota Mille” e “Macchemito”,  ed ora “Scorci d’Abruzzo” in onda su Buongiorno Regione. È il fondatore della Scuola Macondo – L’officina delle Storie di Pescara, che tiene corsi dedicati alla scrittura creativa e alle arti narrative, ed è direttore artistico del festival SquiLibri di Francavilla al Mare (Ch), oltre che di Fiabosco, Area Faunistica per Creature Fantastiche nel cuore del Parco Nazionale della Maiella a Sant’Eufemia (Pe) dove sono custodite le statue, scolpite in pietra, di tanti personaggi misteriosi.

Dirige la collana “Comete – Scie d’Abruzzo” per la Ianieri Edizioni, dedicata alla narrativa di viaggio, e ha pubblicato “La rotta delle nuvole. Piccole bussole per sognatori testardi” (Ediciclo, 2020).

Per partecipare o ricevere il link, è necessario contattare la Scuola al 370.3525381, o via mail a scuolamacondo@gmail.com; sui social @scuolamacondopescara. La Scuola Macondo si trova in via De Cesaris 36, Pescara.




TANTO VALE DIVERTIRSI

Uno spettacolo che racconta da una prospettiva inusuale e originale il dramma della shoah

Sulmona, 13 gennaio 2024. Mercoledì 24 gennaio alle ore 21:00  il Teatro Maria Caniglia di Sulmona, in occasione del vicino Giorno della Memoria, ospiterà lo spettacolo Tanto vale divertirsi, scritto da Damiano Nirchio, diretto e interpretato da Antonella Carone, Tony Marzolla e Loris Leoci,  e prodotto da UNO&Trio ETS.

Meta Aps propone come quarto appuntamento della rassegna Oltre la stagione un momento di riflessione e di condivisione della memoria storica attraverso uno spettacolo ispirato a fatti realmente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, al periodo di permanenza dei maggiori attori comici dell’epoca nel campo di transito di Westerbork in Olanda, dove questi artisti dovevano esibirsi in spettacoli leggeri di intrattenimento in cambio di una momentanea immunità dai campi di sterminio. Un lavoro di esplorazione dei meccanismi della risata fatto muovendosi su un terreno delicatissimo, basandosi su ricerche e testimonianze storiche e cercando di omaggiare il potere di quella risata che storicamente riuscì a “rovesciare la scansione del lutto”. 

Tanto vale divertirsi è un’operazione che racconta da una prospettiva piuttosto inusuale e originale il dramma della Shoah e, di riflesso, di tutte le situazioni in cui si trovano faccia a faccia oppressi ed oppressori, e che mostra come, anche in un contesto di morte e sofferenza, l’Arte e la Risata riuscirono a farsi spazio per aiutare a sopravvivere o anche solo per dare una chance in più. E proprio per il duplice fine dello spettacolo, trasmissione della memoria e dell’idea del valore salvifico dell’arte, Meta Aps e UNO&Trio ETS accoglieranno in una matinée gli studenti dei due poli liceali cittadini e delle scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo Lombardo Radice Ovidio; prima della rappresentazione dedicata agli studenti un importante momento di riflessione sarà affidato al Prof. Mario Giulio Salzano, Dottore in Storia dell’Europa dal Medioevo all’età contemporanea.

«Levi ha affermato che “La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace”, e in questo periodo storico, in cui siamo inondati da una sovrabbondanza di informazioni, in cui è difficile districarsi, è importante fermarsi, riflettere, in questo caso specifico attraverso il Teatro, ed agire sulla trasmissione della memoria per avere la capacità di riconoscere e affrontare situazioni analoghe, per agire sul presente» dichiara Patrizio Maria D’Artista, direttore artistico della stagione di prosa del Teatro Maria Caniglia, che prosegue «Meta Aps invita la cittadinanza tutta ad assistere a questo spettacolo intenso, che porterà alla riflessione attraverso la risata».

Si ricorda che i singoli biglietti al costo di € 20,00 (tariffa unica) sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com




AL VIA SUGGESTIONI

Arte e cinema in dialogo al Maxxi

Dal 19 gennaio al 1° marzo, ogni venerdì, proiezioni gratuite per approfondire i temi della mostra Diario Notturno. Di sogni, incubi e bestiari immaginari

L’Aquila, 13 gennaio 2024 – Il MAXXI L’Aquila inaugura il nuovo anno con Suggestioni, rassegna cinematografica, realizzata in collaborazione con L’Aquila Film Festival, che propone pellicole ispirate alle atmosfere surreali e visionarie della mostra in corso, Diario NotturnoDi sogni, incubi e bestiari immaginari, curata da Bartolomeo Pietromarchi con Fanny Borel e Chiara Bertini.

Sei le proiezioni gratuite in programma da gennaio a marzo: ogni venerdì, alle ore 19.30, la Sala della Voliera si trasforma e accoglie un viaggio attraverso il cinema d’autore.

Primo appuntamento venerdì 19 gennaio con il noir del 2018 Un lungo viaggio nella notte diretto dal regista cinese Bi Gan, un affascinante intreccio di sogni e ricordi diluiti in una dimensione onirica e misteriosa in cui il tempo acquista una valenza soggettiva e non lineare. In una sorprendente continuità con i contenuti della mostra, la pellicola è quasi un “diario notturno” fatto di oscurità, viaggi, sorprese, parole, ritorni e andate, amore e odio, ricerche e tempi che si mescolano, verità e menzogne.

Venerdì 26 gennaio al pubblico verrà proposto Cave of Forgotten Dreams, documentario realizzato nel 2010 dal regista bavarese Werner Herzog, uno dei massimi cineasti viventi. Girata in 3D, l’opera racconta della Grotta Chauvet nell’Ardèche, in Francia, che conserva i più antichi dipinti dell’umanità, segni ancora capaci di una grandissima forza espressiva, che richiamano alla mente i pittogrammi antropomorfi della sbalorditiva opera Resterai con me per tutta la notte che gli artisti di Numero Cromatico hanno realizzato proprio per la Sala della Voliera di Palazzo Ardinghelli.

Il 2 febbraio sarà la volta di Ti mangio il cuore, opera del 2022 del regista Pippo Mezzapesa. La proiezione sarà introdotta da un dialogo fra il regista e l’artista abruzzese Giuseppe Stampone che in Diario Notturno presenta un progetto speciale dedicato al borgo di Scanno e ai grandi fotografi del ‘900 che lo hanno immortalato.

La centralità della donna, la scelta del bianco e nero e l’estetica del film di Pippo Mezzapesa tessono un’immediata e potente connessione con i tratti delle fotografie di Scanno realizzate, fra gli altri, da Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Henri Cartier-Bresson e Mario Giacomelli, parte della collezione di Franco e Serena Pomilio, presenti in mostra. La pellicola immortala un sud, antico e a tratti duro, con cui è facile sintonizzarsi, perché propone scenari ancora presenti nei racconti dei più anziani. La stessa esperienza si vive davanti alle immagini di Scanno che fermano il tempo ed evocano qualcosa che permane, impresso nella memoria collettiva: il tempo, il lavoro, il fluire della vita delle donne.

Il ciclo continua venerdì 16 febbraio con una profonda riflessione sul cambiamento e sulla metamorfosi proposta dalla pellicola Blue My Mind, lungometraggio del 2017 della regista e attrice Lisa Brühlmann, in connessione intima e perfetta, con il lavoro presente in mostra sull’Homo Aquaticus di Agnes Questionmark che definisce se stessa come un’artista transpecie, facendo della trasformazione il fulcro del suo esprimersi. Opera e pellicola condividono magicamente la fluidità suggerita dalla presenza della dimensione acquatica e la metamorfosi come processo coinvolgendo lo spettatore in una riflessione sull’evoluzione della nostra sopravvivenza come specie.

L’attitudine visionaria, trasgressiva, straniante, che ibrida l’umano e l’animale, la fantascienza e il mondo ordinario, evocata dai lavori in mostra di Caterina de Nicola e Thomas Braida è condivisa con Border – Creature di confine, pellicola di Ali Abbasi del 2018, penultimo titolo in cartellone proiettato il 23 febbraio. Seconda opera del regista svedese-iraniano, il film ha ottenuto una candidatura agli Oscar ed è stato premiato al Festival di Cannes. È un film immaginifico che inquieta e insieme meraviglia, incrociando cronaca sociale e atmosfera fantastica.

Il ciclo di proiezioni si conclude venerdì 1° marzo con Lazzaro felice del 2018 della regista Alice Rohrwacher. La pellicola risulta in relazione con l’opera Planète di Alice Visentin presente in mostra: la realtà intimamente connessa alla natura che muta e si “tramanda” è il tratto distintivo delle opere delle due Alice, magicamente fuori dal tempo quella della cineasta e in costante movimento quella dell’artista. Il racconto antropologico dei propri personaggi ha luogo in uno spazio e in un tempo indefiniti, in un’epoca pre-storica in cui le voci, le forme, i disegni e i colori sono gli unici segni dei tempi passati.

Le modalità d’ingresso alle proiezioni sono consultabili sul sito www.maxxilaquila.art fino a esaurimento posti. I possessori della MyMAXXI card potranno riservare il proprio posto scrivendo a mymaxxi@fondazionemaxxi.it.




BRIGIDA DI SVEZIA

Salotto culturale: il tema sarà trattato da Emilia Perri

Teramo, 13 gennaio 2024. Il prossimo 17 Gennaio  2024 alle 18,15  il Salotto culturale di Prospettiva persona 2024 (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas)  Teramo – via Nicola Palma, 33 , 64100- Teramo, riprende i suoi appuntamenti settimanali.

Approfondimento

Un carattere sicuramente forte e deciso fin da bambina, quello di Brigida. Appartiene a una famiglia aristocratica. Sente la vocazione ma accetta di sposarsi con Ulf, governante di un importante distretto del Regno di Svezia, come voleva suo padre. La prima parte della sua vita, segnata da una forte fede, è spesa in un matrimonio felice dal quale nascono otto figli. Dopo più di vent’anni di matrimonio, il marito muore. Qui comincia la seconda parte della sua vita.

Nel 1349 va a Roma per ottenere il riconoscimento del suo Ordine intitolato al Santissimo Salvatore e che lei voleva fosse composto da monache e religiosi. Decide quindi di stabilirsi nella Città eterna, in una casa a Piazza Farnese che ancora oggi ospita la Curia generalizia delle Brigidine.  Cuore della sua missione – al pari della sua contemporanea Santa Caterina da Siena – sarà quindi chiedere al Papa di tornare presso la Tomba di Pietro.

È stata dichiarata nel 1999 Compatrona d’Europa da San Giovanni Paolo II, che ha sottolineato come “la Chiesa, pur senza pronunciarsi sulle singole rivelazioni, ha accolto l’autenticità complessiva della sua esperienza interiore”. La sua figura è dunque molto cara agli ultimi Papi.

La trattazione storica della prof. Perri comprende documenti video ad uso didattico.




PROGETTO TENERAMENTE

Ripartono i laboratori gratuiti. L’iniziativa è rivolta ai bambini da zero a sei anni e ai loro genitori

Pescara, 13 gennaio 2023. Letture di fiabe, conoscenza della lingua inglese, massaggi infantili e laboratori sensoriali. Sono solo alcune delle attività del ricco calendario stilato dalla cooperativa sociale Orizzonte di Pescara nell’ambito del progetto “TenerAmente verso un’infanzia felice”, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e che ha l’obiettivo di prevenire e contrastare il maltrattamento infantile e sostenere le famiglie con bambini da 0 a 6 anni in condizione di vulnerabilità. Il progetto, coordinato da Fondazione CESVI e attivato a Pescara, Bari, Catania, Napoli e Bergamo, nella città adriatica vede protagonista la cooperativa sociale Orizzonte che negli ultimi anni ha attivato lo spazio tEssere in via Tavo 248 a Pescara dove organizza una lunga serie di attività rivolta ai più piccoli, ma anche ai loro genitori.

Si riparte lunedì 15 gennaio alle 18 con il laboratorio “Leggiamo insieme” promosso in collaborazione con la Piccola Libreria Origami di Pescara. Insieme alle operatrici, i bambini da zero a sei anni e i loro genitori avranno la possibilità di fare un tuffo nel fantastico mondo delle fiabe, con l’obiettivo di stimolare la loro fantasia e sviluppare la passione per la lettura. Gli incontri successivi sono in programma l’11 marzo e il 13 maggio.

Torna anche l’appuntamento con il “Caffè pedagogico” – 20 gennaio, 24 febbraio, 23 marzo e 20 aprile alle ore 10 – un laboratorio rivolto alle mamme e ai papà per condividere l’esperienza di essere genitori e capire meglio i bambini, alla presenza di una pedagogista. Come sempre, le famiglie avranno la possibilità di portare anche i propri bambini che saranno impegnati nel centro giochi con le educatrici.

Tra le novità in programma per il 2024, invece, c’è “English Spark Lab”, incontri di avvicinamento alla lingua inglese. Giochi, nursery rhymes, storie, creatività e tips per i genitori saranno gli strumenti d’eccezione di un percorso tematico tra i suoni e le strutture della nuova lingua, per aprire nuove possibilità di comunicare ai più piccoli. Gli appuntamenti saranno 16, divisi in 4 cicli da 4 incontri ciascuno, ognuno con un albo illustrato come tema conduttore. Si inizia il 17 gennaio e si va avanti ogni mercoledì fino all’8 maggio con incontri da 45 minuti. I bambini saranno divisi in due gruppi: da 18 mesi a 3 anni, con inizio alle 16.30; da 3 a 6 anni, con inizio alle 17:30.

Per i bambini più piccoli, poi, ci sarà la possibilità di partecipare agli incontri dedicati al massaggio infantile (0-6 mesi) e ai laboratori sensoriali (6-12 mesi). Nel primo caso, si tratta di un’attività ideata per favorire il contatto e la comunicazione che aiuta a comprendere meglio i bisogni del bambino e vivere più serenamente la maternità. Il laboratorio sensoriale, invece, è pensato per aiutare i bambini a scoprire ed esplorare il mondo che li circonda, per stimolare lo sviluppo psicofisico e per migliorare la fiducia in sé stessi. Gli incontri, della durata di circa un’ora con inizio alle 16, si svolgeranno secondo il seguente calendario: 5,12,19 e 26 febbraio, 4 e 11 marzo.

Proseguono, infine, le attività rivolte ai genitori in condizione di fragilità o temporanea difficoltà, attraverso percorsi di accompagnamento alla genitorialità, assistenza domiciliare e molto altro.




COSA CHIEDERE AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI EUROPEE?

La questione dei Trattati

di Umberto Baldocchi

Politicainsieme.com, 13 gennaio 2024. I cittadini italiani sono abituati – o erano abituati- a campagne elettorali in cui si ascoltavano i comizi dei leader e dei candidati. Alla TV potevamo assistere a “tribune politiche” forse un po’ noiose, ma in cui ogni candidato esprimeva con la massima chiarezza la propria posizione, in genere senza polemizzare continuamente con i competitori. Ed avevamo quel sistema proporzionale che, a detta dei politici di oggi, impone sempre e comunque la conflittualità. Oggi nella società dello “spettacolo”  che è l’opposto di quella del “dialogo”- e nel tanto efficace bipolarismo assistiamo a monologhi teatrali, pieni di furore e di accuse alla parte avversa, che  dicono poco di ciò che si persegue, ma riescono a condizionare molto, con le insinuazioni, le deformazioni polemiche, le accuse personalizzate verso l’avversario.

Ciò che di solito resta completamente fuori dalla discussione pubblica sono i contenuti concreti che attengono alla vita pubblica e privata di ciascuno di noi. Quante parole si sono spese su un irresponsabile colpo di pistola maldestro sparato alla Mezzanotte di Capodanno- che fortunatamente ha fatto solo un ferito-  e quante parole sono state spese per chiarire cosa può significare per gli Italiani e per gli Europei il nuovo Patto di stabilità e crescita che condizionerà  le nostre economie per un decennio?

C’ è l’alta probabilità che le ormai vicine elezioni europee si risolvano  in un confronto- sondaggio elettorale ad uso interno sul peso delle forze politiche italiane per ridistribuire i poteri entro il governo. Elezioni di “secondo  ordine ” come sono state definite le elezioni europee, o “elezioni di medio-termine” ad uso interno.

Certamente i candidati in campagna elettorale parleranno anche di Europa. Ma non è difficile prevedere in che modo lo faranno. Ci saranno due posizioni. Una parte dirà di volere un’ Italia più forte in Europa, una Italia che sappia contare di più, “battere i pugni sul tavolo” o dimostrare che la “pacchia è finita” ( finita per chi, però? ). E magari vorrà anche una Europa più forte, una “fortezza-Europa”,  ovviamente solo contro i nemici esterni, contro il pericolo russo e contro il “pericolo” migranti. Tanto per poter dire di essere “europeista”, anzi “più europeista” degli altri,  magari  anche a 360 gradi.  L’altra parte dirà invece che è necessaria più Europa, o una Europa più forte e più in grado di decidere rapidamente, per imporre norme e regole “virtuose” ai nostri politici riottosi e inaffidabili. Questa parte dirà di sostenere le vere posizioni “europeiste” contro i “sovranisti”, usando magari linguaggio e retorica federalista. L’ Europa per costoro però  altro non è che il “podestà straniero” che finalmente riporta un po’ di ordine nella nostra comunità nazionale disastrata. E che promuove attraverso una “costituzione” che non c’è, ma si finge che ci sia,  diritti per tutti, anche per i migranti, non è chiaro come; le disfunzioni sarebbero tutte e solo italiane, le istituzioni funzionanti solo quelle europee.

In realtà, ognuna delle due parti “usa” l’ Europa per fini diversi. L’ “europeismo” è solo una strategia, non un fine per l’uno e per l’altro. Nessuno dei due è “europeista” in senso coerente.

Il vero problema con cui si dovrebbe confrontare un candidato all’ Europarlamento  è quindi un altro: quale Europa per il futuro, quali finalità comuni, quali trattati. Sì,  quali trattati, perché l’integrazione europea è cresciuta, come sa chi l’ha un po’ studiata, attraverso una graduale, progressiva e concordata costruzione delle istituzioni comuni. Almeno dal 1948 al 2007. Poi le cose sono cambiate. In peggio.

Eccessivo   chiedere ai candidati come vorranno cambiare i Trattati? Niente affatto. Che le regole politiche debbano cambiare lo riconoscono   senza problemi coloro che   hanno una esperienza reale dell’ Europa. Mario Draghi, ad esempio, si è così espresso nella 15th Annual Martin Feldstein Lecture tenuta  l’ 11 luglio 2023  all’ Università di Cambridge (Massachussets):

“Una delle possibilità è procedere- come si è fatto sinora-  con l’integrazione tecnocratica, “funzionalista”, operando cambiamenti a prima vista tecnici e aspettando che ne derivino cambiamenti politici. Quest’approccio ha avuto successo da  ultimo con l’euro ed ha in definitiva anche rafforzato l’ UE, ma i costi sono stati elevati e i progressi lenti. L’altra possibilità è quella di procedere con un vero e proprio processo politico , in cui l’obiettivo definitivo è esplicitato sin dall’inizio ed è sostenuto dai votanti nella forma di un cambiamento del trattato UE”.

Se osserviamo i lavori recenti  dell’ Europarlamento- ma quale canale televisivo o mediatico ne parla?-  ed in effetti siamo di fronte alla più ampia proposta di riforma avanzata,  dal cosiddetto Progetto Spinelli del 1984 ad oggi.  Dopo il Trattato di Lisbona del 2007 il processo di costruzione istituzionale europeo, sempre operativo anche tra un Trattato e l’altro , si era “congelato” e le crisi più drammatiche sono sempre state affrontate, prescindendo dai trattati, o lavorando a livello intergovernativo ( così si è fatto con la crisi greca e la crisi dei debiti pubblici dell’ Eurozona nel 2009- 2011 al tempo della cd. austerità ) oppure derogando, con interventi interpretativi della Commissione, dalla normativa dei trattati ( è il caso della crisi del Covid-19 e di quella della guerra di Ucraina). Oggi però il problema di una revisione dei trattati, sempre rinviata, pare paradossalmente inevitabile e al contempo difficilissima, per il contesto in cui si collocherebbe. Sarà però inevitabile per il nuovo Europarlamento.

Ma senza dubbio la prospettiva di un nuovo allargamento ad est e poi nei Balcani renderebbe estremamente  difficile far funzionare l’ UE con le regole attuali: basta riflettere un attimo al peso squilibrante e destabilizzante che potrebbe derivare  per le regole finanziarie e per il bilancio comune  dall’inclusione in UE  dell’ Ucraina, che sarebbe lo Stato territorialmente più vasto della nuova Unione.

Torna a riproporsi, come in altri passaggi epocali, il difficilissimo- ma sempre  rimosso-  problema della combinazione di allargamento ed approfondimento delle istituzioni UE, sulla  cui  complementarità necessaria, inutilmente, aveva a suo tempo richiamato l’attenzione Jacques Delors. Una  vera quadratura del cerchio oggi in cui- di fronte alle tantissime  “emergenze ordinarie”  a fare le spese non potrebbe  essere altro che la prospettiva dell’ approfondimento.

D’altra parte, c’è anche la necessità di fare spazio alle richieste avanzate dai cittadini europei nella Conferenza sul “futuro dell’ Europa”, tenutasi  tra il 2021 e il 2022, i cui risultati sono stati sintetizzati da una pubblicazione ufficiale in quarantanove raccomandazioni. Si tratta di raccomandazioni che avanzano soprattutto la richiesta di innovazioni nelle politiche ambientali, economiche, ecologiche, sociali, culturali e civili,  innovazioni realizzabili a trattati invariati, ma in alcuni casi, non secondari, con radicali modifiche comportanti significativi mutamenti dei trattati stessi.

Di queste necessità e urgenze sembra aver preso atto l’ Europarlamento, al cui interno la Commissione Affari Costituzionali  (AFCO) del Parlamento europeo  ha adottato il 25 ottobre, con una maggioranza di 19 voti favorevoli dei cinque gruppi che avevano espresso il Comitato di relatori (PPE, S&D, Liberali, Verdi e Sinistra), sei contrari dei parlamentari dei gruppi ECR, Conservatori e Riformisti europei (a cui appartiene Fratelli d’Italia) e ID, Identità e democrazia (a cui appartiene la Lega) ed una astensione, il progetto di rapporto per la revisione del Trattato di Lisbona (TUE e TFUE).

Il Rapporto così adottato il  “ Report on proposals of the European Parliament for the amendment of the Treaties (2022/2051(INL)), presentato il 7 novembre  e sottoposto alla complicata e tortuosa procedura dell’ art. 48 del Trattato europeo è stato sì adottato ma, in modo sorprendente,  con una risicatissima maggioranza semplice (  291 a favore 274 contrari , con  44 astenuti e ben  93 assenti )approssimativamente approvato solo dal  40% dell’ Europarlamento. Dei gruppi che si erano pronunciati a favore in Commissione, Socialisti e Democratici, Popolari, Verdi, liberal di Renew Europe, Sinistra , solo i Socialisti e Democratici, i  Verdi e i liberal hanno confermato il voto positivo, mentre gli altri due partiti  si   sono spaccati, tra i popolari, il gruppo parlamentare più consistente, ha prevalso ampiamente il no e così anche nella sinistra , mentre i gruppi di opposizione, Conservatore e Riformisti ( gruppo cui aderisce Fratelli d’ Italia), Identità e democrazia ( gruppo cui aderisce la Lega) hanno ovviamente confermato il loro no.

Ciò che è emerso è evidentemente un dissenso di fondo, spesso inconfessato,  sulle modalità e sulle finalità effettive della riforma, un dissenso che rafforza il  blocco delle Destre che si oppongono apertamente alla revisione dei trattati per via parlamentare e convenzionale, evidentemente optando per la conservazione dei trattati o per la via intergovernativa, che consente comunque di rimandare al dopo elezioni ogni impegnativa proposta e permette di “non scoprire le carte”.

Ovviamente senza alcuna proclamata volontà di dare spazio a vera rappresentanza dei cittadini e a procedure più democratiche. Un superamento del “deficit democratico” non è alle viste, sembra più produttivo lottare per la prospettiva di una Europa forte, in grado di “difendere” la pace e i suoi confini  e di realizzare la transizione ecologica. E non bisogna negarlo vi è addirittura la tentazione – del resto manifestata apertamente- di evitare una modifica per via parlamentare e convenzionale   per una modifica da concordare e realizzare inserendola nei nuovi trattati di adesione dei nuovi Stati. Una soluzione sicuramente comoda per i governi e cioè per i governi europei più forti. Non certo per i cittadini europei.

Ma quali sono le linee del cambiamento proposto nel documento dagli Europarlamentari?  Quale Europa qui si delinea per il futuro ? Senza entrare in una analisi approfondita del senso complessivo delle tematiche  dei 267 emendamenti concordati ( SIC!) si può dire che le linee di fondo del cambiamento mirano in teoria, se ci atteniamo al comunicato stampa emesso dall’ Europarlamento il 25 ottobre 2023, ad alcuni obiettivi essenziali quali possono essere rafforzare le capacità di azione dell’ UE attraverso  una modifica del sistema legislativo dell’ UE , reso più efficace e più bicamerale, attribuire la capacità di dar voce ai cittadini europei, aumentare le competenze politiche dell’ Unione e introdurre  un meccanismo di referendum europeo.

Più democrazia dunque? Se si vanno ad osservare I singoli numerosissimi emendamenti evidentemente frutto di un complicato compromesso derivante probabilmente da scambio tra le parti più che da una sintesi volta a conciliare organicamente le diversità, si scopre agevolmente che il progetto contiene  spunti che vanno in direzioni diverse non sempre congruenti tra loro, come si notano macroscopiche carenze e talvolta “fughe in avanti”.   Prova evidente della necessità di una vera Convenzione e, prima ancora,di un preliminare confronto coi veri “constituent” europei, coi cittadini. Che tutti i partiti sono ben lontani dal perseguire.

Solo alcuni esempi, spigolando tra le righe degli emendamenti proposti.

C’è innanzitutto un cambiamento nominalistico. La Commissione non si chiama più   Commissione, ma Esecutivo come si precisa nell’emendamento 43 ( modifica art.17.1 del TUE)  ed in tutti i seguenti passaggi ad essa riferiti , si moltiplica poi  il numero delle votazioni/decisioni da assumere  a maggioranza qualificata, non più all’unanimità, entro il Consiglio dell’ Unione ed entro il Consiglio europeo, infine, con gli emendamenti 231 e 232, si  attribuisce un effettivo  potere di iniziativa legislativa all’Europarlamento. In pratica  nella procedura legislativa ordinaria, la proposta  fatta a maggioranza assoluta dall’ Europarlamento non è più una proposta che può realizzarsi solo se recepita dalla Commissione, ma una proposta effettiva che viene sottoposta al Consiglio dell’ Unione , mentre la Commissione è semplicemente informata, ovviamente affrontando poi tale proposta le incognite del tortuoso percorso dell’art. 294. Certo è un passo in avanti, se pure decisamente timido.

Si conferisce poi all’Europarlamento, con un emendamento che collega il diritto di iniziativa  legislativa all’iniziativa dei cittadini europei ex art, 11, comma 4, la possibilità di trasformare in atto legislativo- al pari di quanto può fare la Commissione- una iniziativa dei cittadini europei. Una possibilità certo molto limitata – per le condizioni difficili da realizzare- un milione di firme, un numero significativo di Stati ecc–  ma significativa. Peraltro, a questo si aggiunge la possibilità di un referendum europeo che può esser proposto dall’ Europarlamento al Consiglio Europeo che può a maggioranza accettarlo.  Poteri legislativi dunque modesti e vincolati, anche se innovativi. Primi limitatissimi passi , sembra, verso una vera  iniziativa parlamentare.

Il quadro va però ampliato con altri importanti aspetti innovativi. Suscitano decisamente maggiori perplessità le novità introdotte  entro le Disposizioni sulla politica di sicurezza e di difesa comune ed in particolare nell’art. 42 del TUE.  Con l’emendamento 59 si estendono  notevolmente gli ambiti  della  politica  estera e di sicurezza comune, includendovi anche la capacità dell’ Unione “di difendere gli Stati Membri contro le minacce”  e si precisa che tale politica di difesa e di sicurezza “dovrà essere  finanziata dall’ Unione attraverso un bilancio dedicato rispetto al quale l’ Euro-parlamento è co-legislatore ed esercita il controllo”. Si tratta di passaggi estremamente impegnativi che difficilmente possono essere oggetto di accordi intergovernativi efficaci o di contrattazioni, ma che richiedono la trasparenza e il dibattito che si può realizzare  solo in una vera Convenzione. Basti pensare solo al delicatissimo tema di quale dovrebbe essere la fonte di finanziamento ordinaria  del bilancio militare comune ( fonti fiscali, eurobond o altro) quali regole dovrebbero valere per questo bilancio nell’ eurozona e quali fuori dell’ eurozona, quali compatibilità tra investimenti militari e vincoli finanziari  e via dicendo. Tema tanto più delicato in quanto  il vecchio art. 222 sulla clausola di solidarietà in cui i riferimenti alla solidarietà interstatale sono limitati a calamità naturali,  attacchi terroristici e calamità naturali provocate dall’uomo, dovrebbe esser sostituito da un nuovo testo ( emendamento n. 204) che introduce, evidentemente in riferimento soprattutto ad “altro” dalle calamità naturali ed umane o dal terrorismo, dei poteri straordinari di emergenza conferiti alla Commissione dall’ Europarlamento e dal Consiglio. Dove è facilmente ipotizzabile il  riferimento ad una guerra convenzionale, mai esplicitamente citata.

Si tratta ovviamente di modifiche possibili, ma solo se  in raccordo chiaro e in totale compatibilità tra queste prospettive e l’impegno dell’ art, 3 comma 1 del TUE a favore di una promozione della pace, e non ad una semplice “difesa” della pace.

Altri aspetti, infine, che concernono la democrazia effettiva dell’ UE restano decisamente scoperti.  Nessun riferimento per esempio all’annoso problema, sempre by-passato, della “procedura elettorale uniforme” per le elezioni europee.

La posizione assunta dalla  Conferenza sul futuro dell’ Europa, con la proposta n. 38 punto 3, sulla possibilità di “liste transnazionali” evidentemente da eleggere in apposite circoscrizioni transnazionali per arrivare a superare l’elezione europea come somma di ventisette elezioni nazionali, non è stata presa neppure lontanamente in considerazione. Gli “europarlamentari” attuali non sembrano  sensibili alla europeizzazione delle elezioni.

Le elezioni europee del 2024 non sono poi molto lontane. Ma è evidente che queste tematiche centrali non possono più esser  considerate  polvere da mettere sotto i tappeti.

Sul tema dei Trattati  i candidati al Parlamento dovrebbero essere educatamente ma rigorosamente interrogati dai cittadini. Questo sarebbe un modo di  realizzare davvero una vera e seria partecipazione, in grado di combattere l’astensionismo crescente che ha caratterizzato questo appuntamento europeo.




IL LAVORO: mezzo di santificazione

da fra Emiliano Antenucci

Avezzano, 13 gennaio 2024. “Silenziosamente, di nascosto come Gesù a Nazareth, oscuramente, come Lui, passare sconosciuto sulla terra come un viaggiatore nella notte… poveramente, laboriosamente, umilmente, con mitezza, facendo come Lui, transiens bene faciendo, disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come Lui, lasciandomi, come l’Agnello divino, tosare e immolare senza far resistenza né parlare, imitando in tutto GESÙ a Nazareth e GESÙ sulla Croce…”.(Charles de Foucauld)

Il lavoro nobilità l’uomo, ma dona dignità, realizzazione personale, mezzo di santificazione e serve per il bene della società. Nel lavoro umano diventiamo co-creatori e co-redentori con il Signore partecipando all’opera della salvezza del Padre celeste per il mondo, tramite il Suo Figlio Gesù. La dottrina sociale della chiesa dice: “Il lavoro è un diritto fondamentale ed è un bene per l’uomo: un bene utile, degno di lui perché adatto appunto ad esprimere e ad accrescere la dignità umana. La Chiesa insegna il valore del lavoro non solo perché esso è sempre personale, ma anche per il carattere di necessità.

Il lavoro è necessario per formare e mantenere una famiglia, per avere diritto alla proprietà, per contribuire al bene comune della famiglia umana. La considerazione delle implicazioni morali che la questione del lavoro comporta nella vita sociale induce la Chiesa ad additare la disoccupazione come una «vera calamità sociale», soprattutto in relazione alle giovani generazioni. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti coloro che ne sono capaci. La «piena occupazione» è, pertanto, un obiettivo doveroso per ogni ordinamento economico orientato alla giustizia e al bene comune. Una società in cui il diritto al lavoro sia vanificato o sistematicamente negato e in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, «non può conseguire né la sua legittimazione etica né la pace sociale».

Un ruolo importante e, dunque, una responsabilità specifica e grave appartengono, in questo ambito, al «datore di lavoro indiretto», ossia a quei soggetti — persone o istituzioni di vario tipo — che sono in grado di orientare, a livello nazionale o internazionale, la politica del lavoro e dell’economia (n.287- 288)”.

Gesù a Nazareth lavora con san Giuseppe, e fa l’artigiano, questo termine alcuni traducono falegname, altri fabbro. Cosa ci insegna Nazareth?

Il grande papa san Paolo VI scrive: “In  primo  luogo  essa  ci  insegna  il  silenzio.  Oh!  se  rinascesse  in  noi  la  stima  del silenzio,  atmosfera  ammirabile  ed  indispensabile  dello  spirito:  mentre  siamo  storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh!  silenzio  di  Nazareth,  insegnaci  ad  essere  fermi  nei  buoni  pensieri… pronti  a  ben  sentire  le  segrete  ispirazioni  di  Dio e… Insegnaci  quanto  importanti  e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione…, la preghiera che Dio solo vede nel segreto”.

Senza Nazareth nella vita di ciascuno di noi, non c’è progetto di vita, missione, vocazione. Da Nazareth parte la radice della vita e tutto il lavoro costante di conversione personale e di lavoro interiore che bisogna fare prima di aiutare gli altri. Tanta gente pensa di fare volontariato senza silenzio, senza preghiera, senza spiritualità: questo è un grande inganno! Non si possono toccare le strade delle tenebre senza essere riempiti nel cuore della Luce di Dio!

https://www.interris.it/editoriale/lavoro-mezzo-santificazione/




LANCIANO CAPITALE DEL NUOTO

Meeting nazionale con 400 atleti e incontro con Butini e Malagò

Lanciano, 12 gennaio 2024. Lanciano protagonista assoluta del nuoto italiano in questo fine settimana. Il 13 e 14 gennaio, infatti, il Centro sportivo Le Gemelle, ospita il Primo Meeting nazionale Città di Lanciano, organizzato dalla Federazione italiana Nuoto e dalla società Lanciano Nuoto con il patrocinio del Coni e del Comune di Lanciano. Circa 400 gli atleti che saranno in vasca a gareggiare provenienti da Lombardia, Abruzzo, Puglia, Campania, Piemonte, Lazio e Umbria. Partecipano atleti tesserati Fin, appartenenti alle categorie Esordienti A, Ragazzi, Juniores e Assoluti, quindi fino a 20 anni. Gareggeranno in serie o batterie, e ogni atleta può partecipare ad un numero illimitato di gare. Previsti tutti gli stili: dorso, delfino, rana, libero, misto.

Il Meeting è stato aperto, questa mattina, dal convegno nazionale “In corsia per vincere, nutrizione e allenamento nel nuoto, dai giovani ai campioni”, che si è svolto al Polo Museale di Lanciano. All’incontro, coordinato dalla giornalista Licia Caprara, hanno preso parte esperti e personalità di spicco nel mondo sportivo, tra i quali il presidente del Coni, Giovanni Malagò; il commissario tecnico della nazionale di Nuoto, Cesare Butini; la campionessa paralimpica Ilenia Colanero; la preside della facoltà di Scienze motorie dell’Università dell’Aquila, Maria Giulia Vinciguerra e il medico e nutrizionista dello Sport Francesco Maria Confalonieri. Tra il folto pubblico anche un centinaio di giovani del Liceo Scientifico di Lanciano, indirizzo sportivo.

Malagò, in collegamento video, ha sottolineato l’importanza del Meeting e dell’organizzazione dell’evento, ideato e coordinato, in tutti gli aspetti, da Franco D’Intino, patron de Le Gemelle.

“Faccio i complimenti a tutto l’Abruzzo – ha poi detto – di cui ricordo trascorsi importanti, come i Giochi del Mediterraneo del 2009, ad esempio, e, alle Naiadi, a Pescara, un record del mondo di Federica Pellegrini. Ben vengano quindi questi appuntamenti”.

Saluti sono stati portati dal sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, e dall’assessore allo Sport, Danilo Ranieri. Per la Fin Abruzzo è intervenuto il consigliere Nazareno Di Matteo che ha subito tenuto a precisare: “Un euro investito nello sport equivale a cinque risparmiati a livello sanitario e ospedaliero”.

Il presidente regionale del Coni, Enzo Imbastaro, “Il Coni è sempre vicino a queste iniziative che sono lodevoli. Non è semplice far funzionare impianti natatori in questo momento, dato gli altissimi costi di gestione. Passando all’alimentazione… l’aspetto nutrizionale è fondamentale per gli sportivi, soprattutto per raggiungere determinati risultati”.

Ad aprire ufficialmente i lavori del convegno è stata la prof Maria Giulia Vinciguerra, con un accattivante intervento: il suo un focus che ha spaziato dai primi passi dei bambini allo sport ad alti livelli. “Camminare, correre, saltare, rotolare, lanciare, arrampicare e scavalcare – ha rimarcato – sono movimenti innati, istintivi intuitivi”.

Poi c’è lo sport che è “la formazione totale dell’individuo, capace di prendere e dare, di emozionare e di emozionarsi, di capire il mondo”. E ancora sugli sport d’acqua: “Il nuoto protegge, l’acqua protegge la piscina aiuta; quando sei un’acqua sei e ti senti protetto, dimenticando problemi e limiti. In questo senso bisogna saper usare l’acqua per fare del bene, per stare meglio, per includere”.

Il Ct Butini ha spiegato che “l’atleta di alto livello passa attraverso una corretta formazione giovanile” che bisogna “evitare lo sport del… divano e investire invece nella propria salute. La formazione multidisciplinare di un atleta – ha puntualizzato – va costruita. La formazione di un atleta è il frutto di un preciso processo metodologico e didattico composto di tappe consecutive legate tra loro in modo preciso”.

Confalonieri ha evidenziato che “il primo obiettivo di un adolescente è far sì che si piaccia, stare bene nel proprio corpo, crescere sano. Bisogna introdurre un’adeguata quantità di proteine, evitare la predisposizione ad intolleranze ed allergie, introdurre carboidrati in funzione dell’orario d’allenamento, qualsiasi alimento mangiato troppo spesso ci farà male. Ci sono atleti che sono in equilibrio introducendo 1.550 calorie al giorno e altri invece che lo sono introducendone 3.500-5mila al giorno: è logico che debbono mangiare in maniera diversa.

Bisogna evitare, per le diete, le app e programmi che arrivano non si sa da dove. Nel prescrivere o seguire una dieta bisogna tenere conto della individualità, di gradualità, continuità e variabilità”. A concludere Ilenia Colanero, campionessa mondiale di Apnea, plurimedagliata, che ha raccontato la propria storia: dal terribile incidente stradale in cui nel maggio 2015 ha rischiato la vita e che le ha lasciato invalidità fisiche, alla rinascita grazie allo sport e in particolare al nuoto.

“Io – ha rimarcato – che non avevo mai nuotato in vita mia e che non sapevo nuotare”.




BORSACCHIO, INVITO A RICONSIDERARE QUESTIONE

Sei ragioni giuridiche per riflettere sulla riperimetrazione ex lege in senso riduttivodella riserva regionale guidata “Borsacchio”

Pescara, 12 gennaio 2024. Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha ridotto in modo drammatico – da 1110 a 24.7 ettari – l’estensione della riserva naturale regionale guidata Borsacchio, che insiste sul comune di Roseto degli Abruzzi. In attesa che il resoconto della seduta convocata alle ore 10.00 del 28 dicembre scorso venga pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio (l’ordine del giorno è invece consultabile a http://www2.consiglio.regione.abruzzo.it/affassweb/Xi_Legislatura/ordini_del_giorno/2023/2023-12-28.pdf), ecco un riepilogo delle informazioni a oggi disponibili.

La modifica è stata varata di notte, sotto forma di emendamento inserito nella legge regionale di stabilità per il 2024 (progetto di legge n. 379/2023. L’emendamento recante “modifiche all’art. 69, comma 2, della legge regionale 8 febbraio 2005, n. 6” è stato presentato in assemblea senza essere dunque adeguatamente discusso in seno alla commissione consiliare competente.

Le conseguenze. L’esclusione di una estesa porzione di territorio dalla riserva regionale consentirà lo svolgimento di interventi che la norma istitutiva del Borsacchio vieta in modo espresso (art. 69, comma 19, l. r. n. 6 del 2005) proprio a protezione degli elementi naturalistici presenti sul territorio. Le attività d’ora in poi legittime vanno dalla costruzione di nuovi edifici all’apertura di strade, passando per il danneggiamento, la raccolta delle specie vegetali spontanee e l’introduzione di specie non autoctone.
Le criticità. La decisione del Consiglio regionale suscita più di una perplessità di ordine giuridico. Ci limitiamo a segnalarne sei tra quelle principali.

La prima: le modalità e le tempistiche quanto meno discutibili adottate dalla maggioranza consiliare appaiono prive delle garanzie minime di trasparenza e democraticità che dovrebbero caratterizzare tutti i processi decisionali.

La seconda: la decisione del Consiglio di limitare l’estensione della riserva costituisce un atto unilaterale, che la Regione ha assunto in carenza di un preventivo confronto con gli enti locali. Questo modus operandi appare illegittimo, in quanto contrario ai principi che ispirano la legge quadro n. 394 del 1991 sulle aree naturali protette, che costituisce parametro normativo interposto in quanto espressione della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (art. 117, comma 2, lett. s)) non derogabile in peius dalle Regioni.

La terza: l’inserimento di una norma dai “potenti” effetti naturalistici all’interno della legge di stabilità, che ha invece natura finanziaria per l’ordinamento regionale, inficia l’articolato complessivo del vizio di eterogeneità sostanziale. Si è insomma molto lontani da una “buona legge”, come confermano i costanti richiami del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale al rispetto del requisito di omogeneità normativa, che il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha evidentemente ignorato.

La quarta: al tempo della semplificazione normativa e dello snellimento dei processi amministrativi, il Consiglio regionale con un solo emendamento notturno vanifica 18 anni di sforzi, anche economici, necessari alla redazione del Piano di assetto naturalistico (Pan) della riserva, che a gennaio 2024 sarebbe giunto ad approvazione e che è, a oggi, evidentemente inutilizzabile.

La quinta: la riperimetrazione dell’area del Borsacchio, comprimendo la vocazione naturalistica di una parte del territorio abruzzese, è costituzionalmente illegittima, in quanto contrasta in modo evidente con gli obblighi di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni, che la nostra Costituzione impone a tutte le articolazioni della Repubblica, comprese quelle di livello regionale (art. 9, comma 2, Cost.).

La sesta: le modifiche all’art. 69, comma 2, della l. r. n. 6/2005, appaiono in contrasto con il diritto europeo (art. 117, comma 1, Cost.) e, segnatamente, con la proposta di regolamento Nature Restoration Law (COM(2022)304) sul ripristino degli ecosistemi, che è in corso di adozione nel quadro della strategia europea di biodiversità per il 2030 e del Green Deal. Il legislatore regionale sembra infatti andare in direzione opposta rispetto alle indicazioni di potenziamento e ripristino degli ecosistemi contenute nella proposta di regolamento.

Per queste ed altre ragioni, nell’invitare il decisore regionale a riconsiderare la problematica e auspicabilmente e a valutare percorsi alternativi e legittimi, desideriamo – invitando all’adesione tutti gli studiosi interessati – avviare una iniziativa di riflessione e discussione scientifica, che, partendo dal caso di specie, indaghi e delinei i principi di diritto interno e sovranazionale, che legittimano in senso procedurale e sostanziale ogni intervento sul sistema delle aree naturali protette, come azione scientificamente fondata di tutela il più possibile integrale dei frammenti di patrimonio naturale che ancora resistono all’intervento umano, tenendo anche conto che se Borsacchio è una piccolissima riserva, è ragionevole la preoccupazione che possa diventare un pericoloso precedente.

In questa prospettiva, l’iniziativa ha anche il senso di offrire sia alle comunità e associazioni interessate che ai Pubblici Poteri i risultati dell’approfondimento scientifico, anche per contribuire alla ricerca di possibili e ulteriori soluzioni tecniche, in un’ottica di leale collaborazione e pieno rispetto istituzionale.

I Promotori
Giampiero di Plinio, Rettore Università Telematica Leonardo da Vinci
Gianluca Bellomo, Università G. d’Annunzio, Chieti-Pescara
Luisa Cassetti, Università degli Studi di Perugia
Marta Ferrara, Università degli Studi di Teramo
Mario Fiorillo, Università degli Studi di Teramo
Alessia Fonzi Università degli Studi di L’Aquila
Alberto Lucarelli, Università degli Studi Federico II, Napoli
Fabrizio Politi, Università degli Studi di L’Aquila
Romano Orrù, Università degli Studi di Teramo
Marcello Salerno, Università degli Studi A. Moro, Bari
Giuliano Vosa (Università degli Studi di Catania)




LA RISERVA NATURALE DEL BORSACCHIO

Dibattito pubblico, 4 e 11 gennaio 2024

A cura del Prof. Carlo Di Marco Leone presidente Demos

Giulianova, 12 gennaio 2024. Report. Nella serata di ieri 11 gennaio 2024, presso il Palazzo del Mare in Roseto degli Abruzzi, si è concluso il Dibattito Pubblico promosso dalla nostra Associazione sul caso dell’approvazione di un emendamento alla finanziaria regionale che riduce l’area della Riserva da 1100 ettari a 24,7. Questo evento è stato deciso dal Circolo Demos di Giulianova per suscitare un interessamento dei cittadini, delle associazioni e dei partiti su un fatto politico che meritava da subito la discussione democratica basata sulla corretta informazione aperta e priva di propagandismi. L’obiettivo è stato raggiunto.

Si poteva fare di più: ad esempio avremmo potuto promuovere un Forum di zona. Questo strumento prevede, come si sa, la formazione di piccoli tavoli di lavoro nei quali contemporaneamente tutti i presenti possono prendere la parola, ma mancavano due elementi organizzativi fondamentali: 1) il tempo. Per preparare un Forum c’è bisogno di una fase preparatoria non lunghissima, ma rilevante e la necessità di informazione, in questo caso, era immediata; 2) la mancanza di un’idonea struttura. Sono stati presenti all’evento, come ci aspettavamo, circa duecento persone e la suddivisione in piccoli tavoli da dieci membri riuniti contemporaneamente avrebbe richiesto spazi coperti e riscaldati, con almeno venti tavoli e duecento sedie mobili. Le nostre sale pubbliche, però, non sono strutturate per questi fini organizzativi. Il Dibattito Pubblico ha però consentito l’alternarsi di oltre venti interventi dopo due brevi relazioni introduttive, pur se abbiamo dovuto dividerlo in due parti per garantire la parola a quanti l’avevano chiesta.

Dall’evento partecipativo, al quale sono stati presenti anche personalità favorevoli alla scelta del Consiglio regionale (sia con due comunicazioni scritte, sia con la presenza fisica), sono emersi (fra analisi, informazioni e valutazioni di merito) fortissime situazioni di criticità che cercheremo di riassumere.

Merito

a) L’area non si sviluppa solo da nord a sud, bensì prevalentemente da est a ovest: va dal mare fino alle pendici collinari, rimembrando le origini del nostro territorio, essa deve essere apprezzata nel suo complesso e non ha un senso logico ridurla ad una piccola fascia di arenile marino;

b) bisogna perseguire l’interesse pubblico e la sua valutazione deve fare seguito a una consultazione con i cittadini e le istituzioni del territorio;

c) fino ad ora c’è stato il vincolo di Riserva che è un vincolo stretto: blocca e congela una situazione di fatto. Si può fare poco: attività scientifiche, piccoli tracciati, sentieri; piccole strutture finalizzate alla riserva, ma stava per essere approvato lo strumento Ambientale e Naturalistico. Con l’emendamento questo vincolo di Riserva resterebbe solo sull’arenile, conservando su tutto il resto il Vincolo Paesaggistico. Vincolo molto più leggero, pensato per mediare fra le esigenze costruttive e il rispetto di un’area. Ma è un vincolo che varia da situazione a situazione, oscillando fra discrezione amministrativa locale e opportunità;

d) con il solo vincolo paesaggistico, la porta si apre a molti interventi e si tratta di capire se quello che si fa sia fatto nel migliore interesse della collettività. Farlo andrebbe anche bene, perché no, ma per che cosa? Dov’è in tutto questo l’interesse della collettività? Per quale futuro?

 e) Quella contenuta nell’emendamento, non è una riperimetrazione, bensì una nuova istituzione: il giudice costituzionale asserisce che ogni riperimetrazione cospicua equivale a nuova istituzione. Successe per la pineta d’Annunziana a Pescara quando vi fu l’ampliamento di 1/3. Il Governo impugnò e la Corte ribadì che per le nuove istituzioni deve essere seguito un procedimento concertato tipico, stabilito dalla legge come il coinvolgimento degli enti locali interessati in Conferenza, sulla base di una proposta. La Conferenza avrebbe approvato un documento e su questa traccia si sarebbe discussa la legge regionale;

f) Il problema è anche quello delle norme di salvaguardia in attesa che quel parco entri a regime. Esse sono restrittive. Nel 2012 queste norme colpirono anche Giulianova che era dentro il Borsacchio con grave danno per i cittadini dell’Annunziata. Non per causa della legge statale, ma per quella regionale che inaspriva le norme di salvaguardia. Siccome non era possibile “ammorbidirle” la decisione fu quella di capovolgere la riserva. Non sarebbe stata né nuova istituzione, né grande modifica. Eravamo comunque intorno ai 1100 ettari;

g) questa situazione tocca i problemi dell’agricoltura? In parte potrebbe essere vero, ma non siamo riusciti a passare da un regime transitorio a un regime stabile. A parte la speculazione edilizia che certamente nessuno vorrebbe, un’area protetta può e deve essere un’opportunità di sviluppo per tutto il territorio nell’interesse della collettività. Dopo 18 anni, il Consiglio regionale, anziché sopprimere la Riserva con un blitz palesemente illegittimo, avrebbe dovuto approvate il PAN (Piano Ambientale Naturalistico). Si sarebbe trattato di un procedimento lungo, ma non di 18 anni, interessando Comune e Regione.

Che fare?

a) La scelta del Consiglio regionale, da un punto di vista giuridico, presenta punti di criticità molto preoccupanti: si tratta di un atto legislativo del Consiglio che deve seguire il suo iter: promulgazione da parte del Presidente della Regione e pubblicazione sul BURA, quindi, entrata in vigore. Solo dopo questa sequenza il Consiglio regionale potrebbe abrogarlo con una legge regionale successiva. Nel frattempo (non è una questione di giorni e settimane, ma mesi, forse anni) su tutto il territorio collinare sarà in vigore il regime paesaggistico molto più permissivo delle norme di salvaguardia;

b) Nel frattempo, potrebbe intervenire il Governo in via diretta dinanzi alla Corte costituzionale, ma anche questa è un’eventualità che non può precedere la promulgazione e l’entrata in vigore della legge regionale;

c) Anche un eventuale ricorso incidentale potrebbe avere ad oggetto solo una legge regionale già in vigore, quindi, tempi lunghi.

Il ruolo della nostra Associazione termina qui. Abbiamo promosso un dibattito aperto a tutti; non sono mancate “tendenze” elettoralistiche (“io sono più bravo dell’altro…” ecc..), ma sono state minoritarie. Sono state protagoniste l’informazione corretta, la serietà e la disponibilità degli interventi, la libertà di espressione e il pluralismo. Tutto il materiale su questa bella iniziativa sarà pubblicato sul sito www.associazioneculturaledemos.it e sulla nostra pagina Face Book “Demos democrazia e partecipazione”. Ora tutto passa ai partiti politici: gli unici a poter cambiare ogni cosa secondo tempi e modalità, purtroppo, che si allungano e si deformano come in una stanza di specchi convergenti e divergenti, per diventano sfuggenti ed effimeri. Demos continuerà a fare la sua parte.




UNITI PER LA RISERVA BORSACCHIO

Oltre 10000 firme raccolte. Manifestazione per difendere la Riserva dalla cancellazione di fatto. 20 associazioni nazionali 6 di categoria 190 associazioni aderenti

Roseto degli Abruzzi, 12 gennaio 2024. Prima di tutto i dati della mobilitazione:

5971 Firme su carta in due giorni di banchetto a Roseto degli Abruzzi ed in tre eventi infrasettimanali (600 dalla frazione di Cologna)

5590 Firme All’appello sul sito della Riserva (alle 13.15 del 12/1/24 con media di 4/5 firme al minuto)

21 Associazioni Nazionali Aderenti

6 Associazioni di categoria importanti nel commercio, artigianato e nel turismo

191 Associazioni aderenti da tutta Italia

Appelli si siti in Europa

Due interrogazioni in parlamento annunciate

Una petizione al parlamento Europeo

Una interrogazione al parlamento Europeo

Annuncio di proposte di legge in Regione per ripristinare la riserva da più gruppi.

Questi dati sono il risultato di una mobilitazione partita il 6/1/2024 e per scelta abbiamo deciso di non aprire le famose piattaforme on line che moltiplicano e condividono appelli. Lo scopo era rimanere sul territorio e coinvolgere residenti o persone che vivono l’area.

Oggi la cittadinanza di è stretta intorno la riserva Borsacchio. I cittadini si sono stretti intorno la riserva scendendo in piazza del comune a Roseto prima del Consiglio. Fra due ali di folla che sventolavano rami di ulivo una bambina ha consegnato le 11.000 firme al sindaco di Roseto. Le false notizie sono ormai cadute. E tutti ormai conoscono le reali motivazioni e sembra inutile oggi ribadire quello che ognuno può vedere oggettivamente anche solo passando in auto sulla strada e vedere ulivi, viti e terreni lavorati.

Lo stesso presidente Marsilio ha dichiarato che è una scelta dolorosa ed eccessiva. Ora per il bene della città e dello sviluppo e l’armonia di tutte le parti bisogna risolvere il problema che tutti hanno compreso. Il problema è che la riserva non è mai stata attivata. E tutte le parti hanno sofferto per questo. Sia piccole famiglie che l’ambiente. La legge è illegittima. Tutti lo sanno. L’iter assunto viola tutte le norme quadro del tema per la non convocazione dell’ente locale.

Prima o poi questa norma verrà annullata ma cosa succederà nel frattempo?

Chi lamentava di non poter costruire e vorrà farlo al primo progetto riceverà un ricorso da parte dell’enorme rete associativa creata e probabilmente dal comune. E l’intervento sarà bloccato e il Tar manderà in corte costituzionale . Stessa storia del parco Sirente velino.

Le parti pro-ambiente vedranno ancora una riserva bloccata e la natura continuerà a soffrire e restringersi. La città sarà bloccata, la riserva sarà bloccata e nessuna parte potrà fare nulla.  Ora serve un atto di maturità da parte degli enti in campo. La riperimetrazione deve essere superata. Ripristinare i confini ed arrivare il Pan. Una riserva per agricoltori è un tesoro anche per creare turismo sostenibile. Associazione BB e TouringClub lo sanno bene e per questo aderiscono. Ora fermiamo questa follia. Roseto , l’Italia e l’Europa sono indignati. Dai conflitti si genera solo un effetto ci rimettono gli ultimi.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




GIUSTA LA RIDUZIONE DELLA RISERVA

La riforma della riserva a Roseto Cologna operata dalla Regione

di Pierpaolo Mori, Associazione agricoltori proprietari e residenti Roseto zona Borsacchio

Roseto degli Abruzzi, 12 gennaio 2024. Si sente affermare dai sedicenti ambientalisti che la riserva regionale di Roseto Cologna è stata ridotta da 1.100 a 25 ettari. È vero. Ed è una cosa giusta. Il problema non è la riduzione, ma è che quando fu allargata 19 anni fa era sbagliato allargarla. Non aveva senso mettere la riserva naturale sulla strada statale con i benzinai, i capannoni, le case. E mettere a riserva naturale le colline dove già c’è il piano paesaggistico.

La riserva 19 anni fa fu portata nottetempo con un blitz da 30 ettari a 1.100 per creare uno stipendificio e un feudo, per dare posti pubblici ben pagati, comodi e sicuri, ed un potere enorme sulla popolazione vittima, a un gruppo di compagni che poi avrebbero gestito la riserva. Però così si sono massacrati gli agricoltori e la popolazione rurale.

Adesso la Regione con la riforma della riserva ha fatto la cosa giusta, ha rafforzato la tutela ambientale per la preziosa fascia costiera, dove c’è l’uccelletto fratino e la tartarughina, ridando però il lavoro, la dignità, il futuro, la vita agli agricoltori e alla popolazione.




IN ARRIVO LE PRIME INIZIATIVE SINDACALI

Prosegue lo stato di agitazione della polizia locale

Silvi, 12 gennaio 2024. A seguito dell’esito negativo del tentativo di conciliazione tenutosi il 22 dicembre presso la Prefettura di Teramo, prosegue lo stato di agitazione degli addetti alla Polizia Locale della Città di Silvi, proclamato dalla sigla sindacale CSA RAL. Il Sindaco non ha inteso assumere impegni concreti o intraprendere azioni risolutive al fine di eliminare le discriminazioni messe in atto con l’approvazione del CCDI 2023-25.

Nonostante il CCNL abbia previsto miglioramenti circa i diritti ed il benessere lavorativo dei dipendenti degli enti locali, il comune di Silvi sembra operare in controtendenza, peggiorando le condizioni e discriminando i lavoratori della Polizia Locale. Il Sindaco, che riveste anche il ruolo di Delegato Anci per la Polizia Locale e Componente del Comitato Consultivo per la Polizia Locale, continua ad assumere un atteggiamento dilatorio e noncurante delle richieste legittimamente avanzate.

Per quanto sopra, come preannunciato, verranno intraprese azioni sindacali, a cominciare dal blocco dello straordinario per quattro settimane dal 15 gennaio e l’organizzazione di una manifestazione/presidio di Addetti di Polizia Locale dinanzi alla sede del Comune il 19 gennaio dalle ore 11:00 alle ore 12:00. Il CSA RAL auspica che il Sindaco Scordella decida di voler riesaminare le decisioni adottate che peggiorano le condizioni contrattuali dei soli lavoratori della Polizia Locale; è solo una questione di volontà!




WEDDING DESTINATION e turismo delle radici

Implementare il turismo dei borghi attraverso la wedding destination

Città Sant’Angelo, 12 gennaio 2024. Sarà questo uno dei temi del convegno Wedding destination e Turismo delle radici che avrà luogo a Città Sant’Angelo il prossimo 23 gennaio. Tra i relatori anche Giovanni Maria De Vita, responsabile “Turismo delle Radici” Ministero degli Affari Esteri
e il wedding planner Angelo Garini.

Valorizzare il turismo che passa attraverso la wedding destination e la valorizzazione dei borghi. È questo l’obiettivo del convegno intitolato Wedding destination e Turismo delle radici che si terrà il prossimo 23 gennaio presso il Teatro Comunale di Città Sant’Angelo. Promotore dell’evento è l’Associazione Culturale Wedding Bureau che lo realizza con il contributo del Comune di Città sant’Angelo e della Camera di Commercio di Chieti-Pescara. L’associazione nasce da una condivisione di esperienze nel campo del marketing e comunicazione, organizzazione di grandi eventi e del mondo dei servizi wedding.

“Siamo al fianco di enti locali e amministrazioni comunali per l’individuazione – spiega la presidente dell’associazione Francesca Schunck- e lo sviluppo di progetti speciali legati al mondo del wedding, inteso come ambito in cui investire per implementare una nuova tipologia di turismo sostenibile ed eco-compatibile, in linea con i goals dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.  Le differenti professionalità che animano il team di lavoro hanno dato vita ad un progetto pilota denominato Matrimonio del Borgo, dedicato allo sviluppo del prodotto turistico destinato al wedding destination per le regioni Abruzzo e Molise”.

Il convegno, che avrà inizio alle 9:30, prevede due sessioni, quella della mattina dedicata agli interventi istituzionali e quella pomeridiana di natura formativa rivolta sia ai wedding planner che agli operatori dei vari comuni che intendono promuovere i matrimoni di italiani e stranieri all’interno dei loro borghi. Diversi i relatori nazionali e locali che si alterneranno sul palco con i loro interventi.

Nella prima parte parteciperanno tra gli altri anche Giovanni Maria De Vita, Responsabile “Turismo delle Radici” Ministero degli Affari Esteri, Tiziana Nicotera, Co-autrice del “Primo Rapporto sul Turismo delle Radici in Italia”, Angelo Sollazzo, Presidente nazionale della Cim Confederazione Italiani nel Mondo, Tosca Chersich, Dirigente Area Promozione e Sviluppo della CCIAA CH-PE, Laura D’Ambrosio, Division manager Italy for Wedding, il wedding planner Angelo Garini, Antonio Di Marco, Coordinatore Regionale Abruzzo e Molise dei Club “I borghi più belli d’Italia” e Francesca Schunck.

Il turismo delle radici è quel tipo di esperienza che i viaggiatori praticano per scoprire le proprie origini, ritornando ai luoghi della loro infanzia o a quelli in cui hanno vissuto i loro antenati alla ricerca di una esperienza esperienziale per apprendere qualcosa in più sul proprio passato e la loro identità.

In questo 2024 vi è l’avvio di una strategia integrata fra il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che punta a valorizzare e promuovere i viaggi in Italia degli italiani residenti nel mondo.

Gli italiani residenti all’estero e gli italodiscendenti sono un bacino di potenziali viaggiatori fondamentali per lo sviluppo dell’incoming. È da qui che l’Abruzzo può e deve ripartire puntando sulla riqualificazione dei borghi che diventano non solo una destinazione turistica ma che vengono scelti come ambientazione perfetta per i matrimoni.

“L’Abruzzo purtroppo è indietro nell’attenzione posta a questi temi – conclude la Schunck- e non ha compreso fino in fondo la potenzialità attrattiva del territorio legato al turismo delle radici e alla promozione dei borghi come wedding destination. Il convegno che stiamo organizzando per il 23 gennaio nasce proprio per colmare questo gap. Ad oggi segnali positivi arrivano anche dall’attenzione posta dalla Camera di Commercio CH- PE la quale ha inserito entrambi i temi nella programmazione pluriennale 2023-2025”.

A patrocinare l’evento: il MAECI, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, il Consiglio Regionale degli abruzzesi nel Mondo, le Province di Pescara e Chieti e la Cim, Confederazione Italiani nel Mondo.




FRANCAVILLA AL MARE VINCE IL BANDO DEL CEPELL

Associazioni a lavoro per promuovere la lettura con “Libridine”

Francavilla al Mare, 12 gennaio 2024.  È con il “Laboratorio di Lettura ad alta voce” di Fonderie Ars ed Identità musicali che si dà il via il 19 gennaio 2024 al progetto vincitore del bando a Francavilla al Mare (CH) promosso dal Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto del Ministero della Cultura, che guarda alla diffusione e alla valorizzazione della cultura del libro; il nome scelto per questo viaggio stimolante e ricco di idee ed attività è “Libridine”.

Sono esattamente 14 i progetti che verranno distribuiti, nell’arco dell’anno appena iniziato, sul territorio guidato dal sindaco Luisa Russo, gli stessi progetti inoltre verranno ripartiti mensilmente in modo da creare una continuità tra gli appuntamenti dedicati a diverse fasce di età. Come spiega il sindaco: “il progetto di ‘Città che legge’ è di importanza fondamentale per una comunità che non è fatta solo di opere, ma anche di menti, cultura ed emozioni. La forza di una comunità risiede nella sua cultura e nella conoscenza condivisa. Invito tutti ad abbracciare l’importanza della lettura, un pilastro fondamentale per la crescita individuale e collettiva. Condividiamo libri, promuoviamo biblioteche accessibili e creiamo un ambiente che celebri la bellezza delle parole. La lettura ci unisce, arricchisce la mente e crea legami duraturi. Francavilla è Città che legge, e ne siamo orgogliosi”.

Non mancheranno letture in luoghi tradizionalmente dedicati al libro ma anche alle fermate del bus, laboratori, passeggiate letterarie, o appuntamenti dedicati valorizzazione del turismo letterario con visite in luoghi significativi insieme allo scrittore e Direttore artistico di SquiLibri – Festival delle Narrazioni, Peppe Millanta, promotore nonchè scrittore molto amato nella sua Francavilla che commenta: “un bel traguardo per la comunità di Francavilla, che premia le realtà presenti sul territorio che promuovono la cultura legata alla lettura. Attività che si vanno ad affiancare al Festival SquiLibri, creando un’offerta capace di durare per tutti l’anno”. Per questa terza edizione del Festival infatti, a giugno, ci sarà anche il progetto del Cepell in corso a dare manforte alla filosofia di SquiLibri.

“Aver conseguito il titolo, e quindi il finanziamento di 30mila euro, di ‘Città che legge’, ci permette di dare avvio ad una serie di progetti che portano la cultura, e la lettura, per le vie della città. Partono in questi giorni alcune delle iniziative che, nei prossimi mesi, faranno di Francavilla un centro culturale a cielo aperto, sempre grazie al supporto fondamentale del tessuto associazionistico cittadino. La lettura è il viaggio che ci porta in mondi inesplorati e ci arricchisce di conoscenza. Promuovere la lettura non è solo diffondere libri, ma aprire porte alla crescita personale e all’empowerment. Rendiamo la lettura un’abitudine preziosa, perché in ogni pagina c’è un universo da scoprire e imparare” – interviene l’Assessore alla Cultura, Cristina Rapino.

Le associazioni partecipanti al fianco del Comune di Francavilla al Mare sono l’Aps Macondo, Fonderie Ars, l’Associazione Alphaville – nonsolocinema, la Neo edizioni snc di Francesco Coscioni e Biasella Angelo, Sophia Aps e l’Associazione Identità Musicali che a loro volta coinvolgeranno location strategiche, culturali, turistiche del territorio, oltre alla Mondadori di Francavilla e all’Azienda di Trasporti Abruzzese TUA.




UN MODELLO DI TRANSIZIONE ENERGETICA

È nata la prima comunità energetica Cer Pescara

Pescara, 12 gennaio 2024. A seguito della firma del Ministro ed in attesa della pubblicazione del decreto attuativo da parte del MASE, dedicato alla disciplina delle Comunità Energetiche, il 10 gennaio si è proceduto alla costituzione legale della prima Comunità Energetica a partecipazione pubblica nella Regione Abruzzo, denominata CER PESCARA. Erano presenti, davanti al Notaio Italo De Benedittis, i tre soci fondatori: il Sindaco Carlo Masci per il Comune di Pescara, l’amministratore di Pescara Energia Giuliano Diodati e il presidente dell’associazione ARDA Liliana Profeta.

Da adesso in poi sarà avviato l’iter amministrativo per la messa in opera e l’attivazione concreta delle configurazioni tecniche necessarie all’ottenimento degli incentivi per il consumo condiviso di energia rinnovabile.

Sono tanti i benefici ambientali che l’intera iniziativa porterà sia al territorio, che ai cittadini, oltre che rappresentare un concreto risparmio per le imprese e per le famiglie del territorio. Tutto questo con grande soddisfazione dell’attuale amministrazione Comunale e del Sindaco Carlo Masci. Il Comune ha avuto un grande rilievo in questa avventura, fornendo gli strumenti e le risorse necessarie per realizzare gli impianti.

Grazie al progetto CER Pescara, sono stati già realizzati diversi impianti fotovoltaici su  scuole e  strutture sportive, collocando il comune di Pescara tra i primi enti pubblici ad essere promotore nella diffusione delle comunità energetiche.




LA STELLA DEL VIOLINO, CLARISSA BEVILACQUA

Sul palco dell’Isa per il primo concerto del 2024

L’Aquila 12 gennaio 2024. Il 2024 si apre per il pubblico dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese con una presenza straordinaria, quella della stella del violino Clarissa Bevilacqua, classe 2001 e un talento già riconosciuto in tutto il mondo.

Domani, Sabato 13 gennaio alle 18:00, sarà ospite dell’Orchestra dell’ISA sul palco del Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” dell’Aquila per la prima nuova produzione dell’anno dal titolo Il Violino di Mendelsshon. La direzione è affidata a Ernesto Colombo, fra i direttori più interessanti della sua generazione, vanta un curriculum di grande prestigio e una fitta agenda per i prossimi mesi alla guida di realtà orchestrali italiane di grande importanza.

Cuore del programma è uno dei brani più eseguiti e amati del repertorio concertistico: il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64, scritto da Mendelssohn per il violinista Ferdinand David, che gli fornì numerosi e preziosi consigli tecnici durante il periodo della lunga gestazione del lavoro (1838-1844) e che ne fu l’interprete nella prima esecuzione tenutasi il 13 marzo 1845 al Gewandhaus di Lipsia.

Nella parte solistica si potrà apprezzare il talento cristallino di Clarissa Bevilacqua, che a 22 anni può contare su una carriera lusinghiera dopo l’esordio a 9 anni: violinista capace di catturare l’attenzione del pubblico grazie alla sua musicalità profondamente stimolante e all’abilità tecnica sorprendente, ha vinto premi importanti ed è stata insignita del Grand Prize alla Cape Symphony International Violin Competition 2020. Ha iniziato lo studio del violino a cinque anni, e dal debutto al Pritzker Pavilion di Chicago ha tenuto recital e concerti negli Stati Uniti e in Europa. A 14 anni è stata la più giovane violinista scelta per esibirsi regolarmente all’Auditorium Arvedi di Cremona con la collezione Stradivari del Museo del Violino. È stata nominata Young Artist dalla Si-Yo Music Society Foundation di New York. A 16 anni si è laureata al Conservatorio di Piacenza. Nel 2021 ha conseguito il «Master of Music in Violin Performance» al Mozarteum di Salisburgo dove ha studiato con Pierre Amoyal.

Il programma del concerto comprende anche l’Hommage à Mozart di Jacques Ibert, una composizione breve concepita come un omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart, composta nel 1955 alla vigilia delle celebrazioni per il bicentenario della nascita del compositore austriaco e la Suite per orchestra in re maggiore op. 49 di Camille Saint-Saëns, musicista dal rigore neoclassico, dal linguaggio elegante, con una stupefacente facilità di scrittura e con l’assoluta padronanza della tecnica compositiva.

Il concerto verrà replicato domenica 14 gennaio al Teatro “S. Secci” di Terni alle ore 17.30 per la stagione concertistica della Filarmonica Umbra.




LA VERSIONE DI GIORGIA

Alessandro Sallusti a Chieti

Chieti, 12 gennaio 2024. Si terrà oggi pomeriggio alle 17:30 nella sala consiliare della Provincia di Chieti la presentazione del libro  La versione di Giorgia di Alessandro Sallusti.

Una conversazione appassionata in cui la prima Presidente del Consiglio donna rivela la sua visione autentica del mondo. Un libro che mette in luce le sfide del presente – dalla crisi energetica all’inflazione – a cui la Premier non si sottrae, ma che anzi affronta con umiltà e amore per la sua Nazione. Un saggio fondamentale per comprendere il nostro Paese e il futuro che ci attende.

Dialogherà con l’autore Sallusti il giornalista decano Lorenzo Colantonio, vicedirettore de Il Centro. Interverranno il governatore di regione Abruzzo Marsilio e il senatore Etel Sigismondi. L’evento è organizzato da Fratelli d’Italia provinciale Chieti.




AL VIA LA STAGIONE DI TEATRO RAGAZZI

Il 21 gennaio presso il teatro Tony Del Monaco: famiglie a teatro, la rassegna teatrale a cura di Fantacadabra in collaborazione con Meta Aps

Sulmona, 12 gennaio 2024. Domenica 21 gennaio alle ore 17:00  presso il Teatro “Tony Del Monaco” di Sulmona prenderà il via la stagione di teatro ragazzi 2023/2024 che per la seconda annualità vede la collaborazione tra Fantacadabra e Meta Aps in partenariato con il Comune di Sulmona.

Da gennaio a marzo le famiglie potranno immergersi nel mondo immaginifico e carico di meraviglia dei cinque spettacoli proposti. Il primo appuntamento è fissato per domenica  21 gennaio alle ore 17:00 con La cicala, la formica e…, una produzione Teatro Eidos, un omaggio a Jean de La Fontaine che si snoda con una freschezza e una ritmicità tale da rendere sempre viva l’attenzione degli spettatori; il secondo appuntamento, domenica  4 febbraio alle ore 17:00, sarà la produzione Teatrabile e Teatro Stabile d’Abruzzo La storia di Barbablù con la regia di Eugenio Incarnati, uno spettacolo che partendo dalla struttura della fiaba trascritta da Perrault recupera elementi tratti dalle storie della tradizione popolare abruzzese, in cui ogni possibile linguaggio è messo in discussione, tutto è finto, tutto è visibile, svelato, e tutto è improbabile; a concludere febbraio sarà la produzione La favola dell’amicizia di Fantacadabra e Teatro Stabile d’Abruzzo, domenica  25 febbraio alle ore 17:00, che con la regia di Mario Fracassi trasporterà il pubblico in uno spettacolo ispirato alle fiabe italiane raccolte e riscritte da Italo Calvino per esplorare le emozioni: la paura, l’amore, il mistero, la perdita, il coraggio, perché le fiabe sono sentieri dove è possibile inciampare e rialzarsi, trovare nuovi compagni di viaggio, dove tutto è possibile.

Domenica  10 marzo alle ore 17:00 andrà in scena lo spettacolo Peter Pan, una produzione Molino d’Arte con la regia di Antonello Arpaia, in cui i più piccoli potranno rispecchiarsi in ognuno dei personaggi di questa avventura senza tempo rivista in un modo davvero inaspettato. La stagione di teatro ragazzi si concluderà domenica 24 marzo alle ore 17:00 con la produzione Fantacadabra e Teatro Stabile d’Abruzzo Il rifugio segreto con la regia di Mario Fracassi, uno spettacolo che nasce a partire dalle storie dei bambini, piccolissime, piene di stupore, di meraviglia, di battute serie e spiritose, e da domande sul gioco, sull’amore, sul vento, la neve, i disegni, la scuola, si arriva a interrogarsi sulla felicità, i desideri, la paura, la morte: un’occasione per interrogarsi intorno al “mondo dei bambini”.




PAN DEL BORSACCHIO: OTTIMO LAVORO

Roseto in Azione rimarca: “è lo strumento giusto per garantire la tutela dell’ambiente e le aspettative degli agricoltori”

Roseto degli Abruzzi, 11 gennaio 2024. Roseto in Azione interviene sulla vicenda della riperimetrazione della Riserva del Borsacchio rimarcando l’azione portata avanti dall’Amministrazione Comunale del Sindaco Mario Nugnes e quella dell’Assessore alla Rigenerazione Urbana Gianni Mazzocchetti.

In una nota, firmata dal coordinatore locale Mario Di Giulio, si sottolinea l’ottimo lavoro svolto dall’assessore Mazzocchetti per chiudere in tempi stretti l’iter delle osservazioni al Pan della Riserva.

“In poco meno di due anni, grazie al lavoro sinergico tra assessorato, uffici e tecnici si è riusciti ad arrivare ad un passo dall’approvazione del Pan il cui iter ha subito una accelerazione, dopo anni di inspiegabile immobilismo, solo con l’insediamento dell’Amministrazione Nugnes – afferma Di Giulio – ma proprio quando il traguardo era in vista è arrivato il frettoloso emendamento notturno che ha tagliato del 98% l’area della Riserva del Borsacchio. Al di là dei risvolti politici e ambientali della vicenda, con un taglio deciso senza avviare il minimo confronto con le Istituzioni locali e le associazioni del territorio, ci preme sottolineare le conseguenze che questa scelta avrà sulla redazione di due importanti strumenti urbanistici: il Pan e la revisione del Piano Regolatore Generale. La scelta, infatti, avrà conseguenze importanti anche sull’aggiornamento del Prg visto che, le aree ora escluse dalla Riserva, dovranno essere oggetto di ripianificazione da inserire all’interno del Prg stesso. Non dimentichiamo, poi, l’immane lavoro per il Piano di Assetto Naturalistico che, ora, rischia di essere del tutto vanificato. Questo accade – aggiunge – quando si fanno scelte di pancia senza pensare alle conseguenze e senza concertarle con le istituzioni territoriali”.

“Alla fine della passata consiliatura solo grazie ai Consiglieri dell’allora opposizione Nugnes, Pavone e Marcone si arrivò all’adozione del Pan in Consiglio Comunale, quando altri partiti o pezzi di partiti, anche della maggioranza, erano contrari. La nostra Amministrazione – conclude Di Giulio – in soli 24 mesi è arrivata alla fase finale del Pan, analizzando tutte le osservazioni. Uno strumento la cui approvazione avrebbe posto delle regole chiare e giuste per tutti coloro che abitano il territorio del Borsacchio e per tutti coloro che al suo interno svolgono ogni sorta di attività. Questa è la strada giusta da percorrere per favorire e coniugare, da un lato, la tutela dell’ambiente e, dall’altro, le giuste aspettative degli agricoltori e degli imprenditori. ⁠Con l’approvazione del Pan sarà possibile intercettare finanziamenti comunitari e nazionali per favorire investimenti privati e pubblici che andranno a valorizzare anche il patrimonio e a rilanciare un’offerta turistica specifica e di alta qualità. Inoltre, i prodotti agricoli all’interno della Riserva avranno un valore economico maggiore se commercializzati attraverso un brand della Riserva. Come “Roseto in Azione”, sposiamo completamente la linea dell’Amministrazione Comunale che chiederà l’abrogazione dell’emendamento attraverso lo strumento della Delibera di Consiglio Comunale, l’organo deputato a rappresentare tutta la cittadinanza rosetana”.