L’Ordine dei Geologi della Lombardia punta i riflettori
Milano, 13 aprile 2024. Federica Ravasi (Vice – Presidente Ordine Geologi Lombardia): “Il radon è un gas naturale che si trova nel suolo, nelle acque ma anche nel materiale da costruzione è comunque un gas con cui tutti i giorni abbiamo a che fare. Ruolo geologi è fondamentale”.
Fabio Conti (Docente di Ingegneria Sanitaria dell’Università dell’Insubria): “Per ridurre il rischio Radon al quale sono esposti sia la popolazione ma anche i lavoratori che si occupano di manzioni in locali sotterranei, interrati, dobbiamo conoscere meglio la distribuzione di questo gas naturale che è pericoloso per la salute umana”.
Andrea Cattaneo (Ricercatore del Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria di Varese) : “Il Radon è la seconda causa di tumore ai polmoni, in Italia e in Europa dopo il fumo di sigaretta. Dunque, è un fattore di rischio estremamente rilevante. In Italia abbiamo regioni dove il rischio Radon è più elevato come ad esempio in prima linea Lombardia e Lazio, con livello che supera di quasi tre volte la media mondiale, poi a seguire la Campania, Friuli-Venezia Giulia”.
Cristiana Morosini (Dipartimento Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria di Varese) : “Abbiamo voluto accendere i riflettori sul rischio Radon”.
Rossella Rusconi (ARPA Lombardia) : “In Lombardia 90 comuni in area prioritaria, ma la mappatura prosegue”.
“Il radon è un gas naturale che si trova nel suolo, nelle acque ma anche nel materiale da costruzione è comunque un gas con cui tutti i giorni abbiamo a che fare. L’Ordine dei Geologi della Lombardia ha sempre posto grande attenzione a quello che è il rischio Radon, alla possibilità che il gas Radon possa interferire con la salute umana. Siamo sempre intervenuti nei tavoli tecnici, nella politica locale e nazionale, per far capire come il geologo sia una figura fondamentale e possa portare, grazie alle sue competenze tecniche, una marcia in più anche a livello di progettazione”. Lo ha affermato Federica Ravasi, Vice – Presidente dell’Ordine dei Geologi della Lombardia.
In Italia la presenza di radon, gas naturale cancerogeno, è superiore alla media mondiale.
“Il problema è assolutamente rilevante dal punto di vista della tutela della salute umana. Il Radon è la seconda causa di tumore ai polmoni, in Italia e in Europa dopo il fumo di sigaretta. Dunque, è un fattore di rischio estremamente rilevante. In Italia abbiamo regioni dove il rischio Radon è più elevato – ha affermato Andrea Cattaneo, Ricercatore del Dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell’Università dell’Insubria di Varese – come, ad esempio, in prima linea Lombardia e Lazio, poi a seguire la Campania, Friuli Venezia Giulia. Ci sono disparità territoriali ma l’impatto nazionale è di 3000 casi di tumore polmonare l’anno per Radon. Questa differenza dipende dalla composizione delle rocce e dei suoli sui quali sono presenti le abitazioni. Il Radon ha origine naturale, è un gas nobile di origine geologica. Bisogna aumentare la ventilazione, dunque aumentare la ventilazione di spazi chiusi come le abitazioni. Inoltre, le più alte comcentrazioni di Radon sono riferibili ad ambienti sotterranei, ai seminterrati e dunque concentrarsi sulla ventilazione, poi ci sono interventi specifici che vanno progettati da esperti nei casi più importanti.
Le concentrazioni di radon rilevate nelle abitazioni, si attestano sui 40Bq al metro cubo, questa è l’unità di misura di questo gas cancerogeno, a livello mondiale. In Europa siamo a 50 – 60 Bq al metro cubo, mentre in Italia abbiamo una media di 80 Bq al metro cubo ma in alcune regioni come Lombardia e Lazio superiamo anche i 100 Bq al metro cubo”.
Il grande impegno dell’Arpa Lombardia. Iniziata la mappatura, ben 90 i comuni in area prioritaria.
“Su mandato della Regione, Arpa ha raccolto ed elaborato i dati disponibili sulle concentrazioni di Radon in indoor, al chiuso, nella nostra regione ed ha proceduto alla prima individuazione dei comuni in area prioritaria ottemperando secondo le indicazioni tecniche contenute nella norma nazionale di riferimento. La Regione ha recepito la relazione tecnica e ha ufficializzato questo primo elenco di comuni in area prioritaria. In Lombardia – ha affermato Rossella Rusconi, dell’Unità Operativa, Centro Regionale Radioprotezione di Arpa Lombardia – attualmente sono 90 i comuni in area prioritaria, però l’indagine è ancora in corso. Si parla di aree prioritarie, cioè dove è prioritario intervenire, ma il problema dell’esposizione al Radon è un problema ubiquitario esteso a tutto il territorio e dunque è importante che tutti prendano consapevolezza dell’esistenza di questo potenziale rischio e che quindi in qualche modo cerchino di conoscerlo e di prevenirlo. In questi 90 comuni entrano in vigore degli adempimenti ulteriori per i datori di lavoro che devono provvedere a tenere sotto controllo le concentrazioni di Radon anche negli ambienti al piano terra e la Regione dovrà attuare ulteriori misure di prevenzione e di verifica per l’edilizia residenziale pubblica”.
Conoscere meglio, a livello nazionale, la distribuzione di questo gas cancerogeno.
“Per ridurre il rischio Radon al quale sono esposti sia la popolazione ma anche i lavoratori che si occupano di mansioni in locali sotterranei – ha affermato Fabio Conti , Docente di Ingegneria Sanitaria dell’Università dell’Insubria – interrati, dobbiamo conoscere meglio la distribuzione di questo gas naturale che è pericoloso per la salute umana. Dunque da una parte bisogna aumentare il monitoraggio del gas sia nel suolo che all’interno delle abitazioni e intervenire opportunamente nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro con interventi di risanamento”.
In Lombardia più del 50% dei comuni ha dato riscontro in materia di ricognizione sul recepimento delle linee guida.
“Su richiesta della Regione Lombardia, sulla ricognizione dei Comuni che hanno recepito all’interno dei propri regolamenti edilizi comunali, locali o nei piani di governo del territorio, le linee guida della Regione per la tutela da esposizione a Radon – ha affermato Roberta Corrao, referente della Radio protezione dell’Ats Insubria – risulta che più del 50% dei Comuni ha dato questo riscontro”.
Ordine dei Geologi della Lombardia e Università dell’Insubria insieme nella divulgazione e nel contribuire alla conoscenza.
“Questa problematica del Radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro è di grandissima attualità – ha affermato, Cristiana Morosini del Dipartimento di Scienza e alta tecnologia – e noi abbiamo voluto accendere i riflettori perché si sentiva davvero l’esigenza, di fare chiarezza su questo argomento. Come Dipartimento e come Università siamo costantemente in prima linea, anche su queste tematiche. Inoltre, il Comitato di Indirizzo dei Corsi di Studi in Ingegneria, da me coordinato, si occupa di interfacciarsi in maniera permanente con le parti sociali, al fine di recepire dei suggerimenti per erogare un’offerta formativa in linea con le esigenze del mercato, Di questo Comitato ne sono parte professionisti, Ordini Reionali come ad esempio l’Ordine dei Geologi della Lombardia nel sottogruppo Ambiente”.