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I PROPOSITI DEL BUON ANNO

Lontano dalle seduzioni del mondo

Torrevecchia Teatina, 5 gennaio 2025. Condurre una vita serena in famiglia, ed in armonia con il mondo, è il desiderio proibito di ogni essere umano. Proibito per quanti [tutti, senza dubbio] ritengono insufficiente la propria esistenza; malgrado l’inesauribile gratificazione che la vita genera, nell’uomo resta ineludibile la seduzione dell’irraggiungibile.  Inspiegabile questo, ma rilevabile e forse anche comprensibile, per quanti disastri sono stati registrati in tutto il mondo e nel corso della storia umana.    

Sin dalla nascita, comunque, tutto si prefigura luminoso, armonico, delicato, profumato e gustoso: tutto bellissimo per il piccolo uomo appena nato. Tralasciando le urla per l’irritazione iniziale, non esistono ombre, distorsioni, anomalie, miasmi o disgusti di sorta nella baby età: tutto si cristallizza in un mondo di magnificenza inesauribile.

Tempo fermo, tempo breve, tempo che scorre veloce, velocissimo, nemmeno il tempo di pensare e tutto si proietta in un tempo contemporaneo e doloroso, con un tempo futuro ed incognito lì davanti: ecco l’inganno di un tempo che svanisce d’improvviso, al rapido battito di ciglia. Momento per momento, ora per ora, giorno per giorno, anno per anno il mondo avanza.

Tutto svanisce, tutto cambia e si trasforma, un mutamento lento: inesorabile progressione. Una vera, propria e continua disillusione di quel mondo cristallizzato nell’infanzia che rimane inciso nella mente.  Ogni anno un colpo, una botta, un disincanto per confermare la condanna frustrante che accomuna tutto il genere umano: tanta felicità effimera, tanta tristezza reale.

Buon Anno, l’augurio sulla bocca di tutti.

Un augurio di buoni propositi, di buoni auspici, di tanta  buona sorte per tutti, un augurio per dare inizio ad un nuovo cammino, quello del progresso  e della svolta delle svolte. Ogni anno la solita nenia, conoscendo, però, già tutta la filastrocca, e allora tutto progredisce dalla gioiosa infanzia alla senile tristezza, lungo il noto cammino con i bei ritornelli di vago appagamento, che si presentano di tanto in tanto.    

Si, proprio di tanto in tanto, la seduzione, il desiderio, la curiosità, quel capriccio tanto nascosto quanto ingannevole si ripresenta puntuale: una tentazione che ingarbuglia, nascondendo ogni giusta decisione, ogni indirizzo di buon senso sin dai primi respiri.

Tentazioni terribili, dunque, tentazioni crudeli capaci di trasformare anche i nostri semplici vizi nelle nefandezze più feroci e sanguinarie. Ecco, dunque, la superbia del sentirsi al di sopra anche del Padreterno sconvolgendo pagine di storia con crimini perpetrati adesso in Ucraina e  Gaza, soprattutto nei luoghi dell’innocenza; ecco la morbosità di un’avarizia per una povertà ed una fame nel mondo degli inconcepibili flussi migratori; la lussuria delle perversioni che minano equilibri di buon senso nei comportamenti e nelle dinamiche dei rapporti sociali; l’ira dei conflitti quotidiani con sangue e morte anche nella famiglia a noi vicina; la gola delle esagerazioni e degli spropositi che dilagano nel potere iniquo, nell’ingiustizia, per un’irriverenza la più arrogante; l’invidia dei saccheggi e delle tristezze, addirittura agognate per i nemici; l’accidia dell’indifferenza e della disattesa tutela del creato, il prezioso mondo che ci circonda. Tentazione, maledetta tentazione che ci accompagna sempre, in ogni movimento, in ogni pensiero, in ogni agire fino alla porta d’uscita.

Che tutto possa cambiare, allora, è solo un proposito che possiamo riporre nella fede, nella speranza e nella carità, virtù che ci confortano sempre, virtù che dimentichiamo ci appartengono, e che corrono sempre in nostro aiuto a dirimere ogni momento d’incertezza, di dubbio o di smarrimento. Ai vizi non possiamo che opporre, allora, quelle virtù nascoste ma reali e sempre presenti.

Buon Anno, allora, e che possa essere davvero un buon anno non è che riposto proprio in queste nostre preziose virtù; una delle quali, la speranza, è  tema dell’anno giubilare aperto proprio la notte di Natale. A noi l’agire nel senso dovuto, riponendo fiducia, dunque, nelle promesse di quella notte.

NM

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