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LA BATTAGLIA DI SELENYJ JAR. Con gli alpini, per ricordare

Giovedì 29 dicembre alle ore 18 in piazza Municipio. proiezione il docufilm “1942: Natale in Russia” e ai partecipanti le copie dei due DVD e del libro “Gli Eroi del Gran Sasso”, fino a esaurimento scorta

Pescocostanzo, 28 dicembre 2022. È questo il riconoscente tributo, nell’80° Anniversario della tragica battaglia di Selenyj Jar, che Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli offrono ai numerosi alpini del Btg L’Aquila che dalla Russia non hanno più fatto ritorno e a coloro che sono tornati ma sono stati costretti all’amputazione degli arti inferiori, da congelamento. Fra di essi il più caro è l’amico Valentino Di Franco, andato avanti alcuni mesi fa, al quale i due registi vanno sempre col pensiero ogni volta che si parla di alpini. Valentino era con la Julia, nel Btg. L’Aquila, e a Selenyj Jar rimase da solo, in prima linea, proprio nella settimana di Natale del 1942. Sentiva le grida dei suoi commilitoni del Btg Vicenza che venivano sterminati sotto i carri armati russi, nella “Valle della Morte”. E fra quelle nevi gelate, a 40 gradi sotto lo zero, perse l’uso delle gambe. Aveva solo vent’anni.

Per il 29 dicembre p.v. l’iniziativa nasce dal locale Gruppo Alpini ANA di Pescocostanzo, con la collaborazione del Comune di Pescocostanzo. La proiezione, della durata di circa 75 minuti (un’ora e un quarto), sarà preceduta da alcuni interventi istituzionali e da una breve introduzione degli autori.

Sono stati davvero tanti gli alpini che in questi ultimi vent’anni hanno accettato di lasciare la loro testimonianza ad Anna e Fabrizio, confidando nella loro professionalità e nella loro onestà intellettuale. Si tratta di interviste irripetibili, a volte commoventi, che fanno parte di uno straordinario archivio personale dei due autori sulla memoria della Seconda guerra mondiale, un patrimonio che mettono a disposizione dei giovani perché cresca in loro il sentimento identitario e la conoscenza della storia e del territorio nel quale vivono e crescono, insieme a un rifiuto motivato di guerre che non siano di difesa.

In occasione della ricorrenza dell’80° Anniversario della tragica battaglia sul fiume Don, i due registi abruzzesi stanno perciò distribuendo fra la popolazione abruzzese questo dono alla memoria di quei giovani alpini che sono morti in combattimento o nei campi di prigionia, o che sono stati dichiarati dispersi fra le steppe russe, oppure sono tornati in Patria ma per tutta la vita hanno subito le conseguenze di una guerra assurda e di ordini ancor più assurdi. La battaglia di Natale del 1942 fu difatti la più tremenda per l’Armata Italiana in Russia e in particolare per i nostri alpini. Per contribuire alla divulgazione di una pagina di storia a molti sconosciuta e che rischia di cadere nel dimenticatoio, in questi giorni in collaborazione con la Sezione Abruzzi dell’ANA e con alcuni gruppi alpini abruzzesi è nata l’iniziativa di presentare nelle scuole e nei paesi che lo desiderano due docufilm “Gli Eroi del Gran Sasso” e “1942: Natale in Russia”.

Al termine di ciascun incontro gli spettatori potranno ricevere quale prezioso regalo di Natale copie dei DVD e dei libri allegati ai docufilm che saranno consegnate a titolo gratuito fino a esaurimento scorte.

Anna Cavasinni e Fabrizio Franceschelli sono registi e antropologi, autori di una serie di docufilm in 10 episodi, dal titolo LA GUERRA IN CASA, sulla Seconda guerra mondiale in Abruzzo. Entrambi lavorano per la RAI, e Fabrizio Franceschelli da circa trent’anni è inviato del programma Chi l’ha visto? 

I primi sette episodi della Guerra in casa sono stati trasmessi con numerose repliche da RAI Storia tra il 2012 e il 2018. E in questi giorni, sempre per la stessa serie, i due registi stanno ultimando il doppio DVD su La Vittoria di Monte Marrone, realizzato in coproduzione con la Sezione Abruzzi dell’ANA Associazione Nazionale Alpini, con l’associazione culturale Territori Link e con la partecipazione di numerosi Gruppi ANA abruzzesi e molisani.

Alcuni cenni sui contenuti dei due docufilm

Nell’inverno 1942-43 gli Alpini della Divisione Julia, e in particolare quelli del Btg. L’Aquila, si trovarono impegnati in combattimenti contro i Russi di incredibile intensità e violenza, dove gli Italiani erano in rapporto di 1 a 10 e, in alcune zone, finanche di 1 a 30; dove gli armamenti degli Italiani consistevano in antiquati fucili, baionette, bombe a mano, qualche mitragliatrice e qualche cannoncino che non ce la faceva neanche a scalfire la corazza dei T-34, i potenti carri armati russi. Nella battaglia fu impegnato anche qualche semovente tedesco, ma l’appoggio del sia pur forte alleato in quella particolare occasione fu praticamente nullo.

Molti giovani del Btg L’Aquila persero la vita nei combattimenti, altri per gli stenti (freddo e fame), altri ancora finirono prigionieri o dispersi e molti fra coloro che si salvarono – fermi per sei giorni/sette consecutivi nella neve, giorno e notte, a temperature di -20° e -30°, con punte di -40° – subirono l’amputazione da congelamento degli arti inferiori. Dei circa 1700 “vestiti” a Sulmona e poi saliti sulle tradotte a Gorizia il 16 agosto del 1942, ne fece ritorno sì e no il 10%: un tributo di sangue davvero generoso da parte di quei giovani che erano partiti con il sogno di andare a difendere la patria, di combattere un nemico feroce che in quel momento, stando alla propaganda fascista, costituiva un pericolo reale per l’Italia. Certo è che molti di quei giovani, una volta in Russia, scoprirono che quelle genti avevano lo stesso volto umano, le stesse espressioni, le stesse abitudini dei propri cari lasciati in patria, che quelle genti si mostrarono ospitali e caritatevoli come lo sarebbero state le proprie madri in Italia, che forse non valeva la pena di affrontare tanti sacrifici per andare a combattere così lontano da casa.

Ad ogni modo gli Alpini del Btg L’Aquila non indietreggiarono di un solo metro, finché non giunse l’ordine di ritirata. E fra i protagonisti di quella battaglia alcuni di loro hanno acconsentito di buon grado ad offrire la loro testimonianza per la realizzazione dei due docufilm. Sono il Gen. Alberto Benucci, gli alpini Angelo Chiarilli, Valentino Di Franco, Alfredo di Pasquale, Antonio Malascorta, Ercole Neri e il Col. Antonio Andrioli.

A loro vada l’eterna riconoscenza di coloro che hanno e avranno l’opportunità di sapere, di conoscere dai loro racconti come sono andati i fatti.

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